Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 14 - n° 12 22 marzo 2015

SOMMARIO Anno 14 - n° 12 22 marzo 2015

(Formato pdf scaricabile allegato)
1.1 editoriale Parola d'ordine, boicottare. Evviva la libertà di pensiero!
2.1 cereali e materie prime (2) Materie prime, tendenze rialziste.
3.1 parmigiano reggiano La corsa degli allevatori per la "quota latte parmigiano reggiano"
4.1 cereali e materie prime (1) Materie prime, un mercato sconquassato. Il confronto con un anno fa.
5.1 Lattiero caseario Deboli segnali di ripresa per il Parmigiano Reggiano
6.1 mais & soia Mais & Soia: marzo 2015
7.1 vinitaly eventi Il Valpollicella diventa Vegan
7.2 aspettando vinitaly Lungarotti: Vino, Cultura e Giovani. Al Vinitaly guardando all'expo
7.3 aspettando vinitaly Vinitaly 2015: la 49^ edizione
8.1 aspettando vinitaly 112 aziende e 210 etichette dalle Marche al Vinitaly
9.1 agricoltura produzioni "AgrOsserva" Speciale Bilancio 2014
9.2 acqua Paesaggi mozzafiato dell'Emilia Romagna dove l'acqua, con la sua bellezza e la sua forza, è regina incontrastata
10.1 Aspettando vinitaly Donelli Vini celebra i 100 anni
11.1 promozioni e Partner Per Bacco che vantaggi con le Card Sconti di Stepa!

Se dal 1 aprile si chiuderà il controverso capitolo delle Quote latte comunitarie, in queste settimane si è scatenata una vera corsa contro il tempo degli allevatori della filiera del Parmigiano Reggiano per aderire alle quote stabilite dal nuovo Piano regolazione offerta proposto dal Consorzio entro la scadenza del 31 marzo 2015

Reggio Emilia - Si susseguono a ritmo intenso le adesioni degli allevatori della filiera Parmigiano Reggiano alle quote latte da destinare alla trasformazione in formaggio Dop, istituite dal Consorzio di tutela nel novembre scorso in attuazione del Piano regolazione offerta 2014-2016.

Le adesioni giungono ora al ritmo di 100 al giorno, e a due settimane dalla scadenza (31 marzo) hanno già superato le 2.400 unità, corrispondenti ad oltre il 70% degli allevamenti interessati.

"In un momento di grande riflessione e di preoccupazione per lo smantellamento del regime delle quote latte comunitarie – osserva il Consorzio – l'istituzione delle quote latte per il Parmigiano Reggiano si conferma così una risposta concreta ed apprezzata dagli allevatori per dare nuovo valore al loro lavoro, grazie ad un valore reale di cui entrano in possesso".

"Il Consorzio del Parmigiano Reggiano – prosegue l'Ente di tutela - ha deciso di mettere al centro della filiera gli allevatori, attribuendo direttamente ad essi le quote latte per la trasformazione nella nostra Dop: la grande adesione riscontrata in queste settimane dimostra che la scelta fatta viene ritenuta indispensabile per rinsaldare il rapporto con il territorio e con i produttori storici, che sono i tratti distintivi di una dop eccellente".

"Con l'accettazione delle quote – spiega il Consorzio - diventa operativo lo strumento di regolazione dell'offerta, e attraverso la gestione attenta del potenziale in base alle condizioni di mercato sarà ora possibile operare affinché gli obiettivi di crescita non si trasformino in squilibri di mercato".

"Le sfide del comparto – conclude l'Ente - non finiscono, ovviamente, con l'assegnazione e l'accettazione della quota agli allevatori e l'adesione al Piano di regolazione dell'offerta, ma è su questa base di concreta coesione di filiera che si compie un vero balzo in avanti per costruire il futuro del nostro prodotto".

(Consorzio Parmigiano Reggiano 18 marzo 2015)

Domenica, 22 Marzo 2015 10:30

Mais & Soia: dati previsionali marzo 2015

Mais & Soia: marzo 2015

MAIS: Dati previsionali per 2014-15
 La produzione globale di Mais per la stagione 2014-15 è prevista a 989.66 Mio t, leggermente inferiore rispetto alle stime di Febbraio (-0.2%).
 In Sud Africa l'impollinazione è stata danneggiata dal clima arido di Febbraio, ed il raccolto è previsto a 11.50 Mio t (-2 Mio t rispetto alle previsioni precedenti).
 In Bielorussia il Ministro dell'Agricoltura ha rilevato minori aree dedicate alla coltivazione di Mais, quindi è attesa una minor produzione.
 Il raccolto dell'Argentina è in aumento, bilanciando parzialmente i cali produttivi previsti in Sud Africa e Bielorussia. Le inondazioni che hanno recentemente colpito l'Argentina hanno ridotto le aree coltivate, ma hanno aumentato l'umidità del suolo, favorendo l'impollinazione e l'aumento delle rese.
 La produzione negli Stati Uniti ed in Brasile, i principali Esportatori di Mais, è invariata. Le esportazioni sono previste in aumento: 116.84 Mio t per gli Stati Uniti e 20.50 Mio t per il Brasile.
 Le importazioni di Mais sono stimate in aumento per Arabia Saudita ed Israele.

SOJA: Dati previsionali per 2014-15
 La produzione mondiale di semi di Soia per la stagione 2014-15 è confermata al livello record di 315.06 Mio t.
 Le produzioni nei principali Player Esportatori sono stimate invariate rispetto alle previsioni di Febbraio ed in aumento rispetto alla stagione 2013-14:
paese mio t var 2013/14

Soia previsione paesi
(previsioni per Paese)

 Le importazioni di semi di Soia sono previste in aumento per diversi Paesi, tra cui Russia, Turchia, Messico e Bangladesh. Gli aumenti sono parzialmente compensati da minori importazioni per Brasile ed Iran.

 

 

Domenica, 22 Marzo 2015 09:24

Il Valpolicella diventa Vegan

Vinitaly, per la prima volta al Vinitaly una degustazione dedicata alla scelta vegana. -

Verona. Matrimonio vegano, il 23 marzo, per il Valpolicella al Vinitaly, con la prima degustazione della Doc Veronese abbinata ai piatti vegetali, sempre più presenti nelle tavole degli italiani.

L'iniziativa, mai realizzata al Vinitaly sino ad ora, è del Consorzio di tutela Vini Valpolicella in collaborazione con l'Associazione Vegani italiani Onlus (Assovegan).

"Con questa iniziativa – ha detto il direttore del Consorzio Tutela Vini Valpolicella, Olga Bussinello – vogliamo aprire un dialogo importante con oltre 1 milione di persone che in Italia hanno abbracciato lo stile di vita Vegan. Si tratta di un target in grande crescita – conclude Bussinello – che accanto alla scelta etica abbina il piacere del buon cibo e del buon bere".

L'appuntamento "V come Valpolicella, V come Vegan" è per lunedì 23 marzo alle ore 11, quando allo stand del Consorzio (Pad. 8 – stand H2, H3) la presidente Associazione Vegani Italiani Onlus (Assovegan), Renata Balducci e Nicola Frasson, degustatore di una nota guida italiana, condurranno la degustazione di fronte ai principali giornalisti nazionali e internazionali del settore.

Tutti gli appuntamenti del Consorzio Tutela Vini Valpolicella a Vinitaly, si inseriscono nel progetto Vino in Villa - Dall'EXPO ai Territori, che vede come capofila la Regione Veneto ed è promossa dal Ministro per la Coesione Territoriale.

(Ufficio stampa Consorzio Tutela Vini Valpolicella 18 marzo 2015)


Non solo vino per Lungarotti a Vinitaly 2015, dove l'azienda simbolo dell'Umbria in tutto il mondo punterà anche su cultura e giovani.

Torgiano – PG. Dal 22 al 25 marzo lo stand Lungarotti (Pad.7, stand B2) ospiterà due opere del MUVIT, il Museo del Vino di Torgiano (PG): il Baccanale di terracotta smaltata bianca (fine XVIII sec., Reale Fabbrica di Capodimonte) e la Bottiglia mamma, tratta dagli schizzi di Gio Ponti e realizzata dalla Cooperativa di Ceramica di Imola (1994). Un'esposizione speciale, questa, per ribadire lo stretto legame tra vino e cultura: un binomio concreto che la Fondazione Lungarotti ha reso tangibile nel Museo di Torgiano dove circa 3mila reperti, raccolti in tutto il mondo da oltre 40 anni, testimoniano la storia del vino e della viticoltura del Mediterraneo.

I vini sono, ovviamente, i protagonisti indiscussi del 49° Salone di Verona e della sua preview, Opera Wine (sabato 21 marzo, Palazzo della Gran Guardia): alla degustazione che celebra i 100 migliori produttori selezionati da Wine Spectator, Lungarotti offrirà il suo vino porta bandiera, il Rubesco Riserva Vigna Monticchio del 2005. Sarà invece l'annata 2009 a conquistare i palati degli operatori partecipanti al tasting organizzato della Guida Tre Bicchieri del Gambero Rosso (22 marzo, ore 11.30; Sala Argento – Palaexpo, ingresso A2). Ma a Verona ci sarà anche il debutto ufficiale di due nuove inserzioni che, dopo il Brezza lifestyle, si candidano a conquistare nuovi giovani pubblici: il L'U Bianco (Umbria Bianco Igt - Vermentino e Chardonnay) e il L'U Rosso (Umbria Rosso Igt - Sangiovese, Merlot), due vini moderni e versatili adatti anche alle occasioni informali.
Sul fronte della responsabilità sociale, Lungarotti aderisce a "In Vino Virtus", iniziativa della Polizia di Stato in collaborazione con Unione Italiana Vini (UIV), volta a promuovere un consumo moderato e responsabile di vino.

Torgiano – PG, 18 marzo 2015

Domenica, 22 Marzo 2015 09:00

Vinitaly 2015: la 49^ edizione

Il Salone per gli appassionati del vino ospita anche Sol&Agrifood, rassegna agroalimentare ed Enolitech, evento sulle tecnologie per le filiere di olio e vino.

di Alessandra Ardito - Parma, 22 marzo 2015 –

Oggi è il giorno atteso dagli amanti del vino e dagli addetti ad un settore sempre più in crescita che, si stima in oltre 150000, visiteranno il Salone internazionale dei vini e dei distillati di Veronafiere ( www.vinitaly.it ), giunto alla 49^edizione.

Dal 22 al 25 marzo Vinitaly si svolge in contemporanea a Sol&Agrifood, rassegna dell'agroalimentare di qualità (www.solagrifood.com), ed Enolitech, salone dedicato alle tecnologie per le filiere del vino e dell'olio (www.enolitech.it ).

Al Vinitaly si aspettano anche operatori specializzati dal più di 120 nazioni del mondo e quest'anno, per favorire l'arrivo di buyer dall'estero, l'evento sarà fortemente orientato all'incontro con delegazioni e missioni commerciali provenienti sia da mercati maturi, sia da aree in forte o potenziale sviluppo, con un calendario di seminari e degustazioni professionali .

«Il Salone, in un anno di importanti appuntamenti per il settore, primo fra tutti l'EXPO a Milano dove saremo protagonisti da maggio con il Padiglione del Vino – dice Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere –, può contare su numeri importanti. Il totale delle aziende espositrici si consolida a più di 4.000. La superficie espositiva netta supera quota 91mila metri quadrati, che raggiungono i 100mila con Sol&Agrifood ed Enolitech. Con queste tre manifestazioni insieme, Veronafiere per quattro giorni si fa interprete e promuove l'eccellenza del settore agroalimentare made in Italy».

Come ogni anno, con oltre 150 mila visitatori concentrati in quattro giorni di manifestazione, la logistica, il sistema dei parcheggi e i collegamenti intorno al quartiere fieristico vengono strutturati per ottimizzare il tempo a disposizione del business per gli operatori: «Considerato che quasi il 40% dei visitatori raggiunge Vinitaly in treno – fa sapere Mario Rossini, vicedirettore generale di Veronafiere –quest'anno abbiamo anche inaugurato, in collaborazione con Ferrovie dello Stato e Comune di Verona, un nuovo collegamento pedonale diretto che permette, in dieci minuti, di raggiungere la Fiera dalla Stazione di Porta Nuova».

Vinitaly and the City immancabile, rinnovato e ampliato, è l'appuntamento che si è inaugurato ieri e che continuerà fino al 23 marzo. Si tratta del FuoriSalone serale di Vinitaly dedicato agli appassionati di vino, quest'anno realizzato in collaborazione con il Comune di Verona nelle piazze del centro storico di Verona: Piazza dei Signori, Cortile del Mercato Vecchio e Cortile del Tribunale.


Le Marche a Vinitaly 2015 con 210 etichette in terrazza e 112 aziende. Bianchi di punta sono Verdicchio, Pecorino e Passerina.

Bianchi di punta, Verdicchio, Pecorino e Passerina in testa, 20 denominazioni autoctone dalla forte identità territoriale, biologico in crescita (+15,5% di superficie vitata sul 2013 e 2^ regione in Italia per incidenza del bio sul totale superficie vitata. Fonte: Sinab). Sono le carte vincenti delle Marche del vino alla 49^ edizione di Vinitaly, in programma dal 22 al 25 marzo.

Centododici le aziende quest'anno e 210 le etichette nello stand della Regione (Pad. 7, C6/7/8/9), da degustare in terrazza a ritmo di Jazz, alla scoperta di vini non convenzionali e dai vitigni millenari.

Tra le novità 2015, oltre alle attività delle Marche a Expo, "Vino&Giovani e...hamburger" (22 marzo ore 13:30), l'easy lunch firmato Errico Recanati, con Neri Marcorè e la pluricampionessa di fioretto Elisa Di Francisca, ambasciatrice del Verdicchio nel mondo, per presentare l'indagine nazionale "Vino&Giovani" dell'Università Politecnica delle Marche, commissionata dall'Istituto Marchigiano di Tutela Vini-IMT. Un'analisi a tutto tondo raccontata in modalità twitter, che fotografa il nuovo senso dei giovani italiani per il vino, dalle abitudini di consumo a trend e spesa media. All'evento sarà presente l'assessore all'Agricoltura della Regione Marche, Maura Malaspina. L'easy lunch è realizzato con i prodotti del polo enogastronomico regionale Food Brand Marche, tra cui la nuova interpretazione di hamburger dello chef stellato.

Martedì 24 marzo alle 11:00 riflettori puntati su export, mercato interno e trend di Verdicchio & Co (le 16 denominazioni tutelate da IMT) con la ricerca di Wine Monitor di Nomisma, a cura del responsabile dell'Osservatorio, Denis Pantini. Primo piano invece sui vini piceni con lo studio "Stili di consumo nazionali, identità Picene e percezione sul consumatore finale" (ore 12:00) condotto da Gabriele Micozzi, docente di Marketing alla Luiss di Roma e all'Università Politecnica delle Marche, e con la presentazione del presidio territoriale per Expo del Piceno. Da segnalare, l'ottima performance dell'Offida Pecorino docg tra gli scaffali, quest'anno primo tra i vini emergenti nella GDO secondo le anticipazioni della ricerca Iri per Vinitaly 2015, assieme al Pecorino abruzzese (+33,6% in valore e 32,5% in volume rispetto al 2013). Segue il Passerina, da poco entrato nella grande distribuzione, con un +26,2% in valore e +28,3% in volume.

E se gli emergenti conquistano posizioni, a farla da padrone sul fatturato vinicolo regionale e sulle esportazioni è il Verdicchio, che ha trainato un export dei vini marchigiani cresciuto di circa il 66% in valore dal 2003 al 2014 (dati Istat). Il bianco fermo più premiato dalle guide italiane, ha visto inoltre crescere di circa il 30% il prezzo medio negli ultimi 7 anni.

In ascesa anche il segmento bio, che mette a segno un +15,5% in termini di superficie vitata rispetto al 2013, passando da 3.278 ettari coltivati a 3.787 ha nel 2014. Il biologico occupa ormai il 22% della superficie vitata regionale (17.400 ettari), posizionando le Marche al 2°posto in Italia per incidenza della superficie bio sul totale della superficie vitata, subito dopo la Sicilia (24%) (fonte: Sinab). Al salone mondiale del vino, tra gli stand di Vinitalybio e Vivit, saranno presenti 11 aziende, di cui 6 del consorzio di vignaioli bio Terroir Marche.

Vinitaly sarà infine l'occasione per presentare il nuovo polo enogastronomico regionale Food Brand Marche (lunedì 23 marzo ore 10:30), piattaforma di riferimento, a partire da Expo 2015, per tutti gli operatori che vogliono entrare in contatto con l'agroalimentare regionale. Una compagine che aggrega sotto un unico marchio 13 soggetti e che già oggi vale il 40,2% (circa 439 mln di euro) del valore della produzione agroalimentare marchigiana.

Completano il programma le degustazioni delle doc Rosso Piceno, Bianchello del Metauro, Colli Pesaresi, Pergola, Colli Maceratesi e Lacrima di Morro d'Alba (tutti i giorni, ore 10:00-17:00).
La Regione Marche si trova al PAD. 7 – STAND C 6/7/8/9

Le Doc Marche: Bianchello del Metauro, Colli Maceratesi, Colli Pesaresi, Esino, Falerio, I Terreni di Sanseverino, Lacrima di Morro d'Alba, Pergola, Rosso Conero, Rosso Piceno, San Ginesio, Serrapetrona, Terre di Offida, Verdicchio dei Castelli di Jesi, Verdicchio di Matelica

Le Docg Marche: Conero, Offida, Vernaccia di Serrapetrona, Castelli di Jesi Verdicchio Riserva, Verdicchio di Matelica Riserva.

Flash update rapporto "AgrOsserva" - Speciale bilancio 2014

Roma, La variabile climatica, che ha esercitato l'anno scorso una forte influenza negativa sulla produzione agricola, compromettendo le rese di vite e olivo in particolare, spiega il meno 2,2% del valore aggiunto del settore primario registrato dall'Istat nel 2014.

Lo rivelano Ismea e Unioncamere nel Flash Update di AgrOsserva "Speciale bilancio 2014".
Il quadro potrebbe però migliorare quest'anno, prosegue l'analisi. In uno scenario che non considera l'impatto di elementi aleatori, come l'eventualità di shock climatici, è verosimile infatti attendersi una crescita potenziale del valore aggiunto agricolo nel corso del 2015, in previsione di un incremento della produttività media rispetto ai valori dell'ultima annata.

Sul fronte occupazionale, l'agricoltura si è rivelata, tra tutti i settori economici nazionali, quello più dinamico, con una crescita degli occupati nel 2014 dell'1,6% (+2,4% i dipendenti; +0,7% gli indipendenti), e con un ancora più significativo più 7,1% tendenziale nell'ultimo trimestre.

Nel 2015 - si legge nella nota di aggiornamento Ismea-Unioncamere - le politiche a sostegno del ricambio generazionale in agricoltura e gli incentivi alle nuove assunzioni (decontribuzioni), introdotti con la legge di stabilità, potranno determinare un ulteriore incremento dei livelli occupazionali nelle campagne.

Positivo il bilancio 2014 anche per l'export agroalimentare, balzato a 34,3 miliardi di euro (+2,4% sul 2013). Nel 2015, la svalutazione dell'euro, il rafforzamento della ripresa economica in Usa, la divergenza delle politiche monetarie tra le due sponde dell'Atlantico, nonché gli stanziamenti e le misure a sostegno dell'internazionalizzazione e il prevedibile effetto-spinta di Expo avranno un impatto presumibilmente positivo sulle vendite all'estero del settore agroalimentare. La crescita dovrebbe quindi accelerare rispetto al 2014.

In relazione ai consumi, - conclude il Flash Update - per i prodotti alimentari e le bevande, al netto della componente extra domestica, si può stimare, rispetto al 2013, una variazione prossima allo zero o in calo di pochi decimi di punto.

Le condizioni generali, in considerazione di un graduale recupero del potere di acquisto, associato anche ai risparmi sulle voci trasporti ed energia e alle risorse stanziate per le famiglie con la legge di stabilità, lasciano prevedere una svolta moderatamente positiva dei consumi nel 2015, che dovrebbe coinvolgere il comparto del food & beverage.


(Ismea - Roma, 12 marzo 2015)

Cantine Casabella ritorna alle origini nell'anno dell'Esposizione Universale. Territorio, identità e mito. Gutturnio e Malvasia: quando la tradizione perfeziona l'innovazione tecnologica -

Piacenza, 20 marzo 2015 -

È un ritorno alle origini il Vinitaly 2015 di Cantine Casabella. Un momento di riflessione ed un omaggio alla lunga strada percorsa dall'enologia della Terra del Vino, già nota in antichità per le proprie eccellenze. Ed è proprio a queste, rappresentate da Gutturnio e Malvasia, che guarda l'azienda arquatese con la produzione limitata di mille bottiglie, bianche e rosse, che ricordano i vini della tradizione, quelli dei nostri avi. Un percorso tra territorio, identità e mito. Perché il vino non è solo una bevanda, ma un'emozione che cresce giorno dopo giorno.

Sono i vini delle origini il Gutturnio e la Malvasia: sono i vini che storicamente hanno fatto risplendere il nome piacentino nel mondo, il Gutturnio dai tempi dei romani, la Malvasia grazie all'estro di Leonardo da Vinci che ha riscoperto l'antico legame con il Peloponneso. Una tradizione che da quel momento si è tramandata, di padre in figlio. Cantine Casabella è tornata a quel momento: agli affetti, al momento in cui ogni singolo gesto si tramuta in un prodotto che racconta la storia. È il recupero di un'identità pura che avviene proprio nell'anno in cui l'Italia e la sua industria agroalimentare è impegnata nella realizzazione della grande Esposizione Universale.

Cantine Casabella avvia così, proprio a Vinitaly 2015, un processo di recupero della tradizione: i due vini sono i prodotti della nostra campagna, del territorio. Puri nel gusto, semplicemente maniacali nella lavorazione. Raccolta a mano, l'uva viene diraspata e pigiata in cantina. Il mosto di malvasia è vinificato in bianco, mentre quello della barbera e della bonarda è lasciato a contatto con le bucce ed i vinaccioli per alcuni giorni, separato da loro con la pressatura. Ne esce un vino torbido, dal colore ricco e dal gusto forte e deciso, che, senza filtrazioni, subisce solamente numerosi travasi prima dell'imbottigliamento, fatto con un residuo zuccherino che rende possibile la presa di spuma in bottiglia. Ne esce un vino frizzante che presenta sul fondo i lieviti della rifermentazione.

Sulla tavola è il vino che riporta alla mente le giornate del passato, quelle lunghe tavolate di una volta, dove era solo il sapore dei cibi a donare allegria. Cantine Casabella riguarda alle sue origini: quella che più di cento anni fa vide la tenuta di Ziano Piacentino avviarsi verso una produzione che nei decenni sarebbe divenuta mondiale. E propone i due classici che da sempre sono l'identità del territorio: è il vino della tradizione; quella dei nonni, ripresa nella grafica, schietta ed elegante come il prodotto che rappresenta. Suggellata con gocce di oro caldo, l'etichetta, su carta naturale invecchiata, ricorda nella grafica il vino delle origini: caldo e saporito, ricco e pulito, come le emozioni che portiamo nel cuore ricordando il passato. Come un mito che si rinnova nel tempo.

(Fonte: ufficio stampa Cantine Casabella)

Viaggio nei padiglioni Vinitaly. Restyling firmato Ferrari per rendere ancora più affascinati e preziose le bottiglie di spumante e celebrazione del Lambrusco reggiano DOC 2015.

di Alessandra Ardito - Parma 22 marzo 2015 - La passione per il vino porta a grandi soddisfazioni.

E quest'anno il marchio Donelli Vini lo dimostra festeggiando i cento anni di lavoro che ci sono voluti per arrivare a produrre uno dei lambruschi più degustati al mondo.

Non c'è occasione migliore, per celebrare un centenario così importante, del Vinitaly che, fino al 25 marzo, accoglie, nel padiglione 3, i produttori di questa nota firma italiana nel settore enologico.
Ai visitatori non potranno non saltare all'occhio il restyling delle etichette con il logo del centenario e le bottiglie del Lambrusco Reggiano DOC 1915 "delle origini", protagonista indiscusso dell'anno.

La riprogettazione della veste grafica riguarderà le principali gamme di prodotto: per la GDO, i Lambruschi DOC 360° dall'impronta territoriale e il design innovativo, e per il canale Ho.Re.Ca. la linea di Spumanti Scaglietti, con la bottiglia disegnata dal celebre designer della Ferrari.

Prodotto dell'anno, il Lambrusco Reggiano DOC 1915, disponibile in versione secco o amabile, è caratterizzato da un intenso colore rubino e da un profumo ampio e floreale, con sentori di fragola.
Il Lambrusco "delle origini" è un'etichetta storica, risalente ai primi anni di attività dell'azienda. La linea semplice e accattivante della bottiglia è ancora estremamente attuale, pur conservando il gusto del passato: anche per questo è l'emblema del legame con la tradizione.

A Vinitaly sarà accolto anche il ritorno della storica azienda vinicola Giacobazzi di Nonantola: dopo una decina di anni la cantina è tornata sotto il controllo della famiglia che l'aveva creata nel dopoguerra.

Ora il Gruppo guidato da Antonio e dai figli Giovanni, Alberto e Angela è composto dalle tre aziende vinicole Donelli Vini, Gavioli Antica Cantina e Giacobazzi, con una settantina di dipendenti e la capacità di produrre oltre 30 milioni di bottiglie all'anno: una delle prime realtà del settore in Italia, in grado di esportare vini in 60 Paesi e in tutti i continenti.

Il brand Giacobazzi presenta un'immagine rinnovata, concepita per raccontare l'identità di un'azienda che si fonda sull'attenzione alla tradizione, sull'orientamento all'innovazione e sulla profonda conoscenza del territorio.
La produzione comprende una linea di Lambruschi IGT dell'Emilia, una DOC di vitigni modenesi (Lambrusco di Modena, Sorbara e Grasparossa) e una gamma di DOC premium di livello superiore. "Un progetto - spiega Alberto Giacobazzi, Responsabile del mercato Italia - che unisce il forte legame con il territorio con l'attenzione al cambiamento e lo spirito innovativo che da sempre è nel DNA della famiglia Giacobazzi".

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Troppe tasse, burocrazia asfissiante e assenza di reddito. Gli imprenditori lanciano un "SOS" per salvare il settore: i rappresentanti di Confagricoltura, Cia e Confcooperative di Parma si sono dati appuntamento in una stalla per lanciare un appello all'opinione pubblica e al mondo della politica. -

Parma, 20 marzo 2015 -

"SOS agricoltura". È un vero messaggio d'allarme quello che lanciano gli imprenditori agricoli del Parmense. Le aziende sono in grande difficoltà tra mancanza di reddito, pressione fiscale e burocrazia asfissiante. Questa mattina i rappresentanti di Confagricoltura, Cia e Confcooperative di Parma si sono dati appuntamento in una stalla – quella dell'azienda Araldi di Madregolo – per lanciare un appello all'opinione pubblica e al mondo della politica mentre a Bologna 300 agricoltori di Agrinsieme hanno organizzato un flash mob su una collina formando prima un disegno a forma di albero da frutto per poi passare a un disegno a forma di "SOS" per lanciare un messaggio con il quale testimoniare quanto sia grave la situazione del settore primario.

"Noi agricoltori siamo i veri custodi del suolo – il messaggio della presidente di Confagricoltura Parma Monica Venturini condiviso dalla presidente di Cia Parma Ilenia Rosi e dal funzionario di Confcooperative Parma Claudio Barilli -. Rappresentiamo la prima forma di intervento contro il dissesto idrogeologico, ma la politica troppe volte ci ha dimenticati caricando la nostra attività di balzelli burocratici inutili e di imposte cui non riusciamo più a fare fronte. L'agricoltura va difesa ed è per questo che abbiamo manifestato in modo da poter sensibilizzare l'opinione pubblica e la politica per la tutela del settore primario".

La presidente di Cia Parma Ilenia Rosi ha poi posto l'attenzione soprattutto sulla redistribuzione del reddito lungo tutta la filiera agricola. "Il nostro settore vive grosse difficoltà a causa della mancanza di redditività – spiega Rosi -. Manca un reddito finale che permetta agli agricoltori di portare avanti la propria attività, in primis in un settore vitale come quello del parmigiano. In questo contesto si inserisce la grande preoccupazione per il post quote latte dal prossimo 31 marzo. L'atterraggio morbido previsto dal governo non sta portando i risultati attesi. I 108 milioni di euro stanziati non bastano per affrontare un cambiamento così radicale".

IL FLASH MOB DI BOLOGNA

La manifestazione parmigiana è avvenuta in contemporanea al flash mob organizzato da Agrinsieme, il coordinamento di Confagricoltura, Cia, Fedagri-Confcooperative, Agci-Agrital e Legacoop Agroalimentare con oltre 40mila imprese associate in regione. "Un quarto dell'ammontare dei fondi agricoli comunitari (Pac) – spiega Agrinsieme Emilia Romagna - se ne va per coprire i danni aziendali causati da calamità e dissesto idrogeologico, pari a circa 1000 milioni di euro nel 2014; il 43-45% in media del reddito imponibile ai fini Irpef delle aziende agricole se ne va per l'Imu. Non esiste territorio senza agricoltura: cosa accade se i produttori abbandonano la terra?" – è la protesta-provocazione di Agrinsieme Emilia Romagna.

Presente alla manifestazione anche l'assessore regionale all'Agricoltura Simona Caselli. "Occorre lavorare sull'organizzazione delle filiere per incrementare il valore e distribuirlo con equità – ha detto l'assessore - ma anche per essere più competitivi sui mercati internazionali, programmando le produzioni, concentrando l'offerta, migliorando la commercializzazione. Dai primi mesi del 2015 arrivano segnali incoraggianti sul fronte della congiuntura economica. Dobbiamo saperli cogliere, approfittando delle più favorevoli condizioni esterne ma soprattutto utilizzando al meglio le risorse della nuova Pac e del nuovo Psr ormai prossimo all'approvazione finale".

(Fonte: Ufficio stampa Confagricoltura Parma)

 

Da domenica 22 a mercoledì 25 marzo il Parmigiano Reggiano è nell'area dedicata all'alimentazione di qualità in coincidenza con la manifestazione più importante del panorama vinicolo (stand in Sol&Agrifood B 14 / 1) -

Reggio Emilia, 21 marzo 2015 -

Ci sarà anche il Parmigiano Reggiano all'edizione 2015 di Vinitaly, con un ampio stand collocato a Sol&Agrifood, l'area destinata all'alimentazione di qualità.

"Una scelta – sottolinea il direttore del Consorzio, Riccardo Deserti – che si lega innanzitutto all'importanza di questa vetrina internazionale, che richiama annualmente a Verona decine di migliaia di visitatori e centinaia di operatori delle catene distributive di tutto il mondo, configurandosi come veicolo formidabile per diffondere la conoscenza del nostro prodotto e stabilire contatti che si possono trasformare in opportunità commerciali".
In tal senso – spiega il direttore dell'Ente di tutela – riteniamo rilevante, oltre che nuovo, il filone dell'abbinamento del Parmigiano Reggiano con vini d'eccellenza per sostenere la diffusione internazionale del prodotto e delle esportazioni".
"Contemporaneamente – prosegue Deserti – con questa presenza puntiamo ad evidenziare anche l'ampia versatilità del Parmigiano Reggiano, che ne favorisce l'uso nelle più svariate situazioni di cucina e, grazie alle diverse stagionature, permette ottimi abbinamenti per un pubblico che vuole accompagnare prodotti di eccellenza a vini di prestigio".

Insieme al Consorzio e al Parmigiano Reggiano, in vetrina a Sol&Agrifood nell'ambito del Vinitaly si alterneranno, ogni giorno, due caseifici scelti tra quelli che solitamente partecipano alle iniziative di "Caseifici in tour" e che, pertanto, si presentano a fiere e manifestazioni rappresentando di tutto il settore.
"In questo modo osserva Deserti – metteremo in evidenza non solo l'alta qualità del prodotto, garantita da un disciplinare particolarmente restrittivo che pone le condizioni per una produzione autenticamente espressione del territorio di origine, ma anche il valore del lavoro dei caseifici artigianali che sono protagonisti di questo sistema".

Domenica 22 marzo saranno in scena il Caseificio sociale Nuovo Malandrone (MO) e la Società agricola Saliceto (PR), mentre lunedì 23 toccherà al Caseificio sociale Palazzo (PR) e al Caseificio sociale di Cavola di Toano (RE).
Martedì 24 marzo sarà la volta del Caseificio Gennari Sergio & Figli (PR) e del Caseificio Sociale Castellazzo (RE), mentre mercoledì 25 marzo saranno impegnate la Società agricola Butteri (PR) e la Cooperativa casearia del Frignano (MO).

Particolarmente importanti, nei giorni della manifestazione, saranno le collaborazioni instaurate dal Consorzio del Parmigiano Reggiano con eccellenze della produzione enologica italiana e internazionale, tra cui il Consorzio di tutela dei vini della Valpolicella, Première wines&food e i vini della regione Emilia Romagna.

Il Parmigiano Reggiano sarà quindi accompagnato da grandissimi vini, ma non mancheranno appuntamenti dedicati all'alta cucina. Presso lo Spazio Première Wines&Food (Cittadella del Gusto), per tutto il periodo di Vinitaly, Alma – Scuola Internazionale di Cucina con sede a Colorno (Parma), elaborerà 4 ricette di panini gourmet per il progetto "PANinMo" con ingredienti di eccellenza. Questa location ospiterà anche due show cooking con chef di prestigio come Michele Bacilieri del Ristorante Mezza Luna di Ferrara che preparerà la ricetta "uovo croccante con crema di Parmigiano Reggiano e Yoji Tokuyoshi del Ristorante Tokuyoshi di Milano che proporrà "Cucina Italiana Contaminata: Omaggio al Parmigiano Reggiano".

Gli appuntamenti del Parmigiano Reggiano a Vinitaly 2015

Domenica 22 marzo

ore 9.30 – 18.30 Caseifici in Tour Possibilità di conoscere direttamente due produttori di Parmigiano Reggiano, assaggiare il prodotto e apprenderne le particolarità. Saranno presenti: Caseificio sociale Nuovo Malandrone (MO) e Società agricola Saliceto (PR) presso lo stand B 14 / 1 (Sol &Agrifood)
ore 10.30 La degustazione dei formaggi: un mondo di profumi e aromi Degustazione di due stagionature di Parmigiano Reggiano con l'associazione Onaf presso area Cheese Experience
ore 12.30 Cacio e Champagne Degustazione di 5 Champagne Blanc de Blancs abbinati a 5 stagionature di Parmigiano Reggianopresso lo Spazio Première wines&food (Cittadella del Gusto)
ore 15.00 Show Cooking Abbinamento di due grandi classici in chiave moderna: il Valpolicella Ripasso Superiore Tenzone 2010 di Eleva e l'"Uovo Croccante con Crema di Parmigiano Reggiano e Tartufo Nero" di Michele Bacilieri del Ristorante Mezza Luna di Ferrarapresso lo Spazio Première wines&food (Cittadella del Gusto)
ore 17.30 Il Parmigiano Reggiano incontra il Franciacorta Brindisi tutto italiano con due stagionature di Parmigiano Reggiano in abbinamento a Franciacorta presso lo stand del Mipaaf

Lunedì 23 marzo

ore 9.30 – 18.30 Caseifici in Tour Possibilità di conoscere direttamente due produttori di Parmigiano Reggiano, assaggiare il prodotto e apprenderne le particolarità. Saranno presenti:
Caseificio sociale Palazzo (PR) – Caseificio sociale Cavola (RE)presso lo stand B 14 / 1 (Sol &Agrifood)
ore 14.30 Il Parmigiano Reggiano incontra i vini della Valpolicella Abbinamento di 3 stagionature di Parmigiano Reggiano con i vini del Consorzio di tutela del Valpolicella presso Pad. 8 stand H- H3
ore 14.30 "Cucina Italiana Contaminata": omaggio al Parmigiano ReggianoShow Cooking diYojiTokuyoshistorico sous chef di Massimo Bottura e attuale patron del Ristorante Tokuyoshi di Milano, che proporrà "Cucina Italiana Contaminata": omaggio al Parmigiano Reggiano presso lo Spazio Première wines&food (Cittadella del Gusto)
ore 16.30 Il Parmigiano Reggiano incontra le birre strutturate Degustazione guidata di tre stagionature di Parmigiano Reggiano in abbinamento alle birre del birrificio Angelo Porettipresso spazio Agorà (Sol &Agrifood)

Martedì 24 marzo

ore 9.30 – 18.30 Caseifici in Tour Possibilità di conoscere direttamente due produttori di Parmigiano Reggiano, assaggiare il prodotto e apprenderne le particolarità. Saranno presenti: Caseificio Gennari Sergio & Figli (PR) – Caseificio Sociale Castellazzo (RE)presso lo stand B 14 / 1 (Sol &Agrifood)
ore 9.30 Caffè Press
ore 10.30 La degustazione dei formaggi: un mondo di profumi e aromi Degustazione di due stagionature di Parmigiano Reggiano con l'associazione Onaf presso area Cheese Experience
ore 14.30 Nel confronto tra formaggi vince l'assaggio guidato Degustazione guidata con l'associazione Onafpresso spazio Agorà (Sol &Agrifood)
ore 15.30 Il Parmigiano Reggiano incontra i vini della Valpolicella Abbinamento di 3 stagionature di Parmigiano Reggiano con i vini del Consorzio di tutela del Valpolicellapresso Pad. 8 stand H2-H3

Mercoledì 25 marzo

ore 11.00 Il Parmigiano Reggiano incontra i vini della Valpolicella Abbinamento di 3 stagionature di Parmigiano Reggiano con i vini del Consorzio di tutela del Valpolicellapresso Pad. 8 stand H2-H3
ore 12.00 A caccia di miti: la verità sui formaggi nella dieta Degustazione guidata di Parmigiano Reggiano con l'associazione Onaf presso area Cheese Experience

(Fonte: ufficio stampa Consorzio del Parmigiano Reggiano)

Dopo tanta attesa la Cina finalmente entra nel mercato delle materie prime mentre le trattative tra Governo e autotrasportatori brasiliani non sono prossime al traguardo.

di Mario Boggini e Virgilio - Milano, 20 marzo 2015 -

La sessione di mercato dello scorso 18 marzo ha evidenziato sensibili segnali tendenti al rialzo dei prezzi confermati anche dal mercato telematico.
Molto probabilmente questa nuova tendenza è determinata da diversi fattori concomitanti. Il ritorno, peraltro atteso, della Cina sul mercato del nord america per evitare le code di carico nei porti del sud america, la fase di stallo nelle trattative tra Governo e autotrasportatori brasiliani e infine le condizioni meteo in USA che si manifesta con eccessi di precipitazioni nelle zone orientali e al contrario con siccità in gran parte delle pianure, rischiando perciò di compromettere le semine di mais. A questi elementi si aggiunga il fatto che i fondi hanno ripreso a fare massicci acquisti mentre la Federal Reserve (FED) ha deciso di non aumentare i tassi di interesse almeno sino al prossimo mese di giugno.

Indicatori2

Mercato interno -
Nulla è cambiato rispetto alla precedente informativa.
Gli osservatori di mercato sono in attesa che si inneschi finalmente il meccanismo degli scambi e gli affari possano quindi rinforzarsi.
Le uniche novità riguardano il consolidamento delle crusche, mentre nel settore dei proteici si sta manifestando una carenza di farina di soya proteica sul porto di Venezia e una generalizzata inconsistenza della farina di soya 44%.
Segnali in crescita per il mais estero comunitario e non. Riguardo invece il mercato del mais nazionale maggiori difese sono state alzate da Est con prezzi di offerta ovviamente maggiori di quello proveniente da Ovest sul quale però si riscontra il problema del Don.
Il grano estero tende a aumentare di prezzo, mentre il grano nazionale ancora langue. Orzo in forte ridimensionamento sul mercato interno a seguito dei ridotti consumi.

Nel mercato delle Bionergie proseguono le operazioni di coperturea atte a allungare l'autosufficienza sulla prossima campagna maidicola. Confermati quindi i valori di 185/190 euro ton. arrivo Lombardia da Ottobre a Marzo per merce base contratto 103. Queste operazioni di copertura ancora non hanno coinvolto la crusca, ma si stanno concentrando principalmente sul mais e sui sottoprodotti dell'industria.

 

(TABELLE riportate anche in Galleria immagini

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(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.

Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.) - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore.

EUROPRO srl - intermediazione granaglie e cereali - Milano
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Aggregazioni tra i caseifici aderenti a Confcooperative Modena: dalla fusione tra S. Silvestro (Castelvetro) e Val Tiepido (Maranello) nasce il più grande caseificio della Pedemontana -

Modena, 19 marzo 2015 -

Proseguono le aggregazioni tra i caseifici aderenti a Confcooperative Modena, le cui cooperative trasformano in Parmigiano-Reggiano oltre il 60 per cento del latte che esce dalle stalle modenesi. È operativa la fusione per incorporazione tra la cooperativa casearia S. Silvestro di Castelvetro e la cooperativa casearia Val Tiepido di Torre Maina di Maranello, entrambe nate nel 1974.

Per festeggiare la fusione, dopodomani – sabato 21 marzo – l'ormai ex caseificio Val Tiepido (via Montanara 5 a Torre Maina) apre le porte al pubblico e offre per tutto il giorno borlenghi e Lambrusco; l'iniziativa si svolge anche in caso di pioggia. A seguito di questa operazione, approvata all'unanimità dai soci delle due cooperative, il S. Silvestro conta ora 28 aziende agricole socie che conferiscono complessivamente 80 mila quintali di latte; con una produzione annua che supera le 14 mila forme, il caseificio di Castelvetro diventa il più grande produttore di Parmigiano Reggiano della Pedemontana.

AMOROTTI GIUSEPPE rid

«Ci siamo messi insieme perché l'unione fa la forza e ci permette di affrontare meglio l'attuale crisi dei prezzi del "re dei formaggi"», spiega Giuseppe Amorotti, l'imprenditore agricolo di Castelvetro che quest'anno taglia il traguardo dei quarant'anni alla guida del caseificio S. Silvestro. La lavorazione del latte e la produzione del Parmigiano Reggiano sarà effettuata solo a Castelvetro, mentre entrambi gli stabilimenti mantengono la stagionatura del formaggio, il punto vendita e l'allevamento dei suini.

«Esprimiamo soddisfazione per l'esito positivo di questa operazione, che abbiamo appoggiato e incoraggiato – commenta il direttore di Confcooperative Modena Cristian Golinelli – Le difficoltà del settore lattiero-caseario, infatti, richiedono la ricerca della massima efficienza e del contenimento dei costi. L'aggregazione tra strutture è una delle strade, anche se non l'unica, che permette ai caseifici di realizzare economie di scala».

(Fonte: ufficio stampa Coonfcooperative MO)

Il confronto tra i prezzi delle materie prime e dei rapporti di cambio, a un anno di distanza, evidenzia le difficoltà per un approccio previsionale attendibile anche a breve termine.

di Mario Boggini e Virgilio - Milano, 17 marzo 2015 -

Sono ormai diverse settimane che ribadiamo il concetto delle difficoltà a fare delle valutazioni di previsioni a breve termine per la concomitanza di fattori congiunturali (scioperi ad esempio) ma anche geopolitici e di natura valutaria.
Abbiamo perciò inteso realizzare un confronto "fotografico" delle quotazioni che si rilevarono i 13/3/2014 con le condizioni registrate lo scorso venerdi 13 marzo 2015.

 

 MP                                         13/3/2014   13/3/2015
Semi di soia (cent$/bushel)       1.390,60         968,20
Farina soia ($/short ton.)            449,60          338,00
Olio soia (pound $)                      42,77           30,19
Corn (cent$/bushel)                    484,20         374,00
Grano (cent$/bushel)                  679,00         508,60

 

Indicatori un anno cibus

 

Elevati perciò i differenziali nel confronto tra le due giornate borsistiche come elevatissimi sono i differenziali che si riscontrano negli indicatori. - 23,94% il cambio valutario dovuto al rafforzamento del dollaro, più che dimezzato il prezzo del petrolio e i noli hanno raggiunto un valore di poco più di un terzo rispetto l'anno precedente.

Indicatori internazionali (13/3/2015)-
l'Indice dei noli è salito ancora a 562 punti. Il petrolio torna a scendere sotto quota 45$ (44,84$ dollari al barile) e alla data del 16/3, addirittura scende a 43,67$/bar e il cambio prosegue anch'esso la discesa a 1,0538 con tendenza, secondo gli analisti, in area di parità (0,97 - 1,0).

Mercato interno - Anche sul fronte interno le differenze sono significative. Prosegue la stazionarietà dei consumi e gli scambi rimangono ridotti ma i prezzi sono tendenzialmente in rialzo.

MP €/ton                                   13/3/2014   13/3/2015
Semi di soia (€/ton)                          475            409
Farina soia 48 (€/ton.)                      492            435
Mais nazionale                                 199            146
Mais estero comunitario                    207            166
Mais estero non comunitario              214            181
Grano - linea panificabile superiore     248           229


Anche il settore delle bioenergie sta rincarando e si sono registrate quotazioni di 185/190 € arrivo Lombardia (da ottobre a marzo) con base contrattuale 103. Valori che, sino a poco tempo fa, sembravano irrealizzabili.

 

Indicatori 13mar2015 cibus

(TABELLE riportate anche in Galleria immagini

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(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.

Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.) - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore.

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Si arresta la poderosa ascesa del Burro. Grana Padano stazionario alle quotazioni di inizio anno. Latte spot mostra piccoli segnali positivi.

di Virgilio, 18 marzo 2015 -
LATTE SPOT Deboli segnali di ripresa per il latte spot. Leggermente più sensibile l'incremento, registrato a Verona, relativamente al latte intero pastorizzato di provenienza estera che registra un incremento del 1,54% collocandosi nell'intervallo tra 33,51 e 34,54€/100 litri di latte rispetto al crudo nazionale che guadagna solo lo 0,71% (36,90-37,12€/100 litri di latte.

BURRO E PANNA Dopo la sequenza di incrementi fatti registrare dal 26 gennaio scorso il burro staziona alle quotazioni della 11esima settimana. Nello specifico il burro CEE replica i 3,10€/kg, 3,30€/kg per il burro di centrifuga, 2,30€/kg per il pastorizzato e 2,10 per lo zangolato. Fermo a 1,70€/kg anche il burro zangolato quotato a Parma lo scorso 13 marzo e si presume che rimarrà tale anche nella seduta del prossimo venerdì essendo giunta conferma da Reggio Emilia (17/3) della medesima quotazione.
Dopo due settimane di caduta delle quotazioni, anche li listini della crema a uso alimentare quotata a Milano si arrestano al valore di 1,66€/kg. E' sopraggiunto invece il momento del riallineamento delle quotazioni veronesi della panna a uso alimentare che cede 5 centesimi (1,60-1,65€/kg).

GRANA PADANO Nessuna variazione è invece intervenuta sulla piazza milanese riguardo ai listini del Grana Padano, stazionario dall'inizio dell'anno. Tra 6,35 e 6,45€/kg quindi la forbice all'interno della quale si è assestato il prezzo all'ingrosso del 9 mesi di stagionatura e tra 7,05 e 7,70€/kg l'intervallo di prezzo del 15 mesi e oltre rilevati a Milano.

PARMIGIANO REGGIANO Iniziano a manifestarsi i primi, seppur deboli, segnali di ripresa a seguito della introduzione delle azioni correttive apportate dal Consorzio del Parmigiano Reggiano destinate alla regolamentazione delle produzioni. Anche nella 11 settimana, alla borsa merci comprensoriale di Parma, il 12 mesi di stagionatura ha recuperato altri 5 centesimi portando le quotazioni tra 7,45 e 7,85€/kg. Un effetto che, come è ovvio, non ha coinvolto il 24 mesi di stagionatura le cui quotazioni sono ancorate tra 8,75 e 9,10€/kg dal 23 gennaio.

(Grafici in galleria immagini)

Con la luna calante prende il via fino a Pasqua la stagione per l'imbottigliamento del vino. Tanta gente al Consorzio Agrario di Parma nella giornata di consigli con gli esperti. -

Parma, 16 marzo 2015 -

Giornata di domande e consigli pratici all'agenzia di strada Mercati del Consorzio Agrario di Parma dove un gruppo di esperti del CAP ha consigliato i numerosi interessati intervenuti fornendo tutte le nozioni utili per le diverse fasi di imbottigliamento del vino. Nel rispetto della tradizione, che vuole la stagione tiepida e il clima mite (Marzo – Aprile) insieme alla luna in fase calante, si è dato il via al lavoro di imbottigliamento dei vini più secchi attraverso esempi pratici di come, con tempo sereno e in mancanza di vento, si possa cominciare a fare ciò che facevano i nostri nonni con i vini soprattutto provenienti dal territorio.

Tenere il livello del vino a sei-otto centimetri al di sotto del tappo, posare i vini abboccati in vetro con aspetto perfettamente limpido e non in stato di fermentazione, mai bagnare il tappo di sughero con il vino, oliare e ripristinare l'oliatura dei tappi 24 ore prima dell'utilizzo e non tenere per troppo tempo il vino in damigiana, soprattutto quello dolce, per evitare complicazioni dovute all'eccesso di fermentazione. Importante dire anche che per il mantenimento delle caratteristiche qualitative del vino stesso è fondamentale accertarsi dello stato di igiene assoluta e testata dei contenitori in cui viene conservato.

Dalle parole degli esperti si è capito in modo chiaro che il periodo per l'imbottigliamento migliore sarà proprio quello fino alla settimana della Santa Pasqua, passata la perturbazione prevista per questi giorni.
"La funzione del CAP – ha detto il presidente Giorgio Grenzi- è anche questa, dando consigli utili a tutti gli interessati, creando le migliori condizioni per apprezzare al meglio i nostri prodotti. Visitare la nostra agenzia è immergersi nella qualità del nostro territorio con esperti disponibili, aggiornati e soprattutto informati".

(Fonte: ufficio stampa Consorzio Agrario Parma)

Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 14 - n° 11 15 marzo 2015


SOMMARIO Anno 14 - n° 11 15 marzo 2015
(Formato pdf - scaricabile in allegato)

1.1 editoriale Giustizia e moralizzazione. Cosa insegna la triste storia del bunga bunga.
3.1 export vino I Buyer internazionali vogliono il vino del Belpaese
4.1 cereali e materie prime Materie prime, in attesa degli effetti di Expo2015,
5.1 Lattiero caseario Burro: raggiunto il colmo?
6.1 economia Inflazione: Coldiretti, pesa balzo prezzi verdura del 10,8%
6.2 quote latte Quote latte, in partenza le cartelle esattoriali.
6.3 aspettando vinitaly Le cantine più famose al mondo si convertono al "bio" e l'Emilia Romagna c'é.
7.1 export eventi Parmigiano e Prosciutto di Parma in "vetrina" da Harrods,
7.2 aspettando vinitaly Il boom dei vini biologici, e artigianali.
8.1 aspettando vinitaly Il Lambrusco coccola il palato degli italiani.
9.1 promozioni e Partner Per Bacco che promozione!

Vino nel mondo. Gli italiani meglio dei francesi. Lo scenario economico di alcuni paesi è cambiato ma l'Italia trova sempre più spazio grazie all'ottimo rapporto qualità/prezzo. Il Lambrusco conquista il Brasile.

Di Alexa Kuhne - Parma, 15 marzo 2015 -
Il nostro vino convince. Conquista ogni spazio nel mondo. Scalza, qualche volta, il bordeaux francese. I segnali sono tutti in positivo. Sta ai produttori e ai distributori, ora, renderlo ancora più seducente.

Come? Mostrando la capacità di rimodulare e di trovare l'approccio giusto alle varie situazioni. Per continuare a crescere – suggeriscono gli esperti di Vinitaly – bisogna accattivarsi aree geografiche molto differenti fra loro.
"Il contatto con i mercati – spiega Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere – è fondamentale per capire le tendenze e dare alle aziende le informazioni e i servizi di cui hanno veramente bisogno e per scegliere con cognizione di causa, visto l' incremento degli investimenti del 34%. Per questo Vinitaly, con Vinitaly International, è una fiera 'aperta' tutto l'anno, che da Verona si sposta in Cina, Usa, Canada e in altri Paesi".
Un mondo a due velocità, quindi, ma in eterna evoluzione.

 

Ecco, di seguito, un sintetico viaggio virtuale nell'"atlante" del commercio enoico.

Dall'indagine le reazioni migliori arrivano dai nostri partner storici, come la Germania, gli Stati Uniti e la Gran Bretagna. L'India, invece, si dimostra a dir poco ostica e la Russia, che pure nel 2014 ha resistito, si trova in mezzo alla peggior svalutazione del rublo degli ultimi anni, mentre il Brasile paga dazi altissimi.

In Cina, ad esempio, è importante sfruttare la debolezza manifestata nel 2014 dalla Francia, lavorando sulla costruzione di brand forti, a patto che si parli di prezzi ragionevoli. Sempre più popolari Barolo, Barbaresco, Brunello di Montalcino e Amarone della Valpolicella.

Ma l'Asia non è solo Cina, ed anche i piccoli scalpitano, a partire dal Vietnam il mercato del vino è cresciuto molto velocemente ed i protagonisti sono stati la Francia e l'Italia, ma c'è da fare i conti con una polarizzazione dei consumi, tra bottiglie sotto i due euro e vini sopra i venti. Anche in Corea del Sud si sta sgonfiando la bolla dei vini francesi, e la gente guarda agli italiani, più accessibili. In Brasile i vini rossi toscani stanno facendo bene, così come le bollicine di Lambrusco e Franciacorta ma l'aspetto più problematico è quello che riguarda l'altissima pressione fiscale.

Risalendo il Sud America, tra i Paesi più in salute c'è il Messico, dove la cultura del vino sta crescendo velocemente, specie se si parla di vino italiano, dalle etichette toscane a quelle del Nord Italia, come l'Amarone della Valpolicella, con un occhio ai vini del Sud. Il prezzo medio si attesta sui 12-22 dollari, mentre nella fascia più bassa non c'è competizione con i vini cileni ed argentini.

Tornando nell'emisfero Sud, c'è un Paese capace di essere, allo stesso tempo, competitor e partner: l'Australia, dove la passione per il vino italiano nasce, innanzitutto, dalla passione degli australiani per il Belpaese, scelto sempre più spesso come meta per le vacanze e quando tornano in Australia vogliono continuare a bere i vini straordinariamente diversi scoperti durante il viaggio.

Restando fuori dal Vecchio continente, il nostro partner commerciale più solido sono senza dubbio gli Stati Uniti, dove la grande presenza della ristorazione italiana è il primo veicolo di promozione per il vino e poi ci sono consapevolezza e dimestichezza con le tante diverse denominazioni, tanto che a fianco delle etichette più affermate stanno emergendo i vini di Sicilia, Puglia e Montepulciano d'Abruzzo per i rossi, e Alto Adige e Friuli per i bianchi. Dopo la crisi, però, si spende qualcosa in meno, e allora se la fascia 10-25 dollari va ancora forte, sopra i 40 dollari si fa più fatica.

Nord America non vuol dire solo Usa, anzi, e in Canada, ormai, il vino italiano è diventato più importante di quello francese, grazie soprattutto grazie ai vini piemontesi, toscani e veneti , ma bisogna tener presente che qui il vino è molto caro: se in Italia una bottiglia costa 4-5 euro, in Canada arriva a 25 dollari.

Chiudono questo viaggio i mercati del Vecchio Continente, dove il vino italiano è conosciuto da secoli. Come nel Regno Unito, dove adesso vanno forte alcune regioni emergenti della Toscana, Montecucco, Maremma e Morellino, ma il mercato si sta muovendo anche su vini bianchi di carattere, come il Timorass". E se il Prosecco continuerà ad andare bene, sembrano esserci grosse difficoltà per i metodo classico, che non riusciranno a scalzare lo Champagne dalla sua posizione di leader.

Non sorprende più la Germania, dove i vini italiani costituiscono una fetta importante del mercato con un'offerta che arriva da ogni regione e praticamente su ogni fascia di prezzo sensibile.
Buona anche la reazione della Svezia. La chiave di volta per la conquista della Danimarca, invece, sta nel food pairing: il vino italiano va bene, il prezzo medio si aggira sui 5-8 euro, e i consumatori lo apprezzano molto perché si sposa benissimo con i cibi locali.

Rimonta sulla Francia anche in Olanda, dove il prezzo è sì una variabile importante e il consumatore è molto preparato e sa riconoscere e premiare il giusto rapporto qualità/prezzo.

La Francia, insomma, è l'eterna rivale, certo non l'unica da cui guardarsi, eppure, anche qui, c'è una nicchia di consumatori che hanno imparato ad apprezzare l'Italia del vino, salita alla ribalta dopo il boom dei prezzi di Bordeaux: il consumatore del francese ha trovato nel vino italiano esattamente ciò che cercava. Ottimi vini al giusto costo.


Cala il tasso di deflazione. L'andamento dei prezzi è, per Coldiretti, il risultato di una situazione congiunturale dovuta al maltempo e non deve quindi ingannare.

Roma- A frenare la deflazione ha contribuito il balzo dell'10,8 per cento dei prezzi della verdura rispetto allo scorso anno dovuto anche al maltempo che ha distrutto le coltivazioni invernali in campo come cavoli, verze, cicorie, carciofi, radicchio e broccoli e danneggiato quelle in serra lungo tutta la Penisola. E' quanto afferma la Coldiretti nel commentare i dati sull'andamento dell'inflazione in Italia a febbraio che evidenziano anche un aumento dell'1,2 per cento dei prezzi della frutta che fa aumentare il carrello della spesa. L'andamento dei prezzi - sottolinea la Coldiretti - è dunque soprattutto il risultato di una situazione congiunturale dovuta al maltempo e non deve quindi ingannare sul reale andamento dei consumi che rimangono ancora fortemente stagnanti nell'alimentare. Tuttavia - conclude la Coldiretti - è prevista una inversione di tendenza nel 2015 con il ritorno della fiducia sui mercati dimostrato dallo spread e, tra i consumatori, con un aumento degli acquisti alimentari per la prima volta da inizio della crisi.
(Coldiretti 12 marzo 2015)

Dal Ministro delle politiche agricole Maurizio Martina l'annuncio che Agea ed Equitalia hanno già predisposto l'invio di 1405 cartelle esattoriali con interessi aggiornati al 31 dicembre 2014.

di Virgilio - Parma, 14 marzo 2015 -
Dopo l'annuncio del Ministro Martina che sono in via di notifica, a livello nazionale, 1.405 cartelle esattoriali, la Coldiretti dell'Emilia Romagna commenta che riguarderà solo "una esigua minoranza dei 4.200 allevatori dell'Emilia Romagna che nel tempo si sono messi in regola ed hanno rispettato le norme acquistando o affittato quote." Quella del ministero risulta essere un atto dovuto dopo la decisione della Commissione europea di deferire l'Italia alla Corte di Giustizia Ue per il mancato recupero dei prelievi dovuti dagli allevatori che hanno superato le quote latte individuali.

"La questione quote latte – ricorda Coldiretti – è iniziata 30 anni or sono nel 1983 con l'assegnazione ad ogni Stato membro dell'Unione di una quota nazionale che poi doveva essere divisa tra i propri produttori ma all'Italia fu assegnata una quota molto inferiore al consumo interno di latte. Una disattenzione nei confronti delle politiche comunitarie sulla quale si sono accumulati errori, ritardi e compiacenze che – continua Coldiretti – hanno danneggiato la stragrande maggioranza degli agricoltori italiani. Nell'ultimo anno di attuazione del regime delle quote latte che terminerà il 31 marzo 2015 c'è il rischio concreto – precisa Coldiretti – dell'arrivo di nuove multe per il superamento da parte dell'Italia del proprio livello quantitativo di produzione assegnato dall'Unione Europea, dopo quattro anni in cui nessuna multa è stata dovuta dagli allevatori italiani."

Vinitalybio spiega come dai dai marchi storici alle piccole realtà, crescano in Italia i viticoltori che si innamorano del vino biologico

Di Alessandra Ardito - 

La 'conversione' alle uve bio comincia anche dall'Emilia Romagna.

Quando si parla di vino biologico, sia in Italia che nel resto del mondo, ci si riferisce ad una realtà ormai consolidata. Non a caso, dati e numeri della viticoltura biologica nel nostro Paese sono in costante aumento, con sempre più aziende che puntano sul bio, verso cui a crescere è prima di tutto l'attenzione e la richiesta da parte dei consumatori. 
Ad analizzare le più importanti case history delle cantine italiane, dai marchi storici ai grandi gruppi, dalle piccole realtà alle griffe più famose che si sono "convertite" al biologico è un'indagine realizzata da Vinitaly.

Lo si spiega al Vinitalybio, a Verona dal 22 al 25 marzo.
Ma perché le aziende passano "dalla parte" del bio? C'è più di un motivo: dal cercare di attrarre gli amanti del bere bene, alla volontà di diversificare la produzione, dall'attenzione per l'ambiente, al desiderio di sperimentare. Quale che sia la motivazione, però, è un dato di fatto che l'Italia è il primo Paese europeo per numero di produttori biologici, e tra i dieci maggiori al mondo. 
Con oltre 45.000 aziende vitivinicole biologiche (circa il 17% del totale europeo), l'Italia è leader in Europa per il settore, seguita dalla Spagna e dalla Polonia.

Nel mondo la superficie coltivata supera 1,3 milioni di ettari, per un giro d'affari attorno ai 3 miliardi di euro, con l'Italia che ha conquistato la leadership in Europa (con un peso sul fatturato bio europeo dell'8%, e su quello mondiale del 4%). 
Per quanto riguarda la superficie coltivata a vite in Italia, sono oltre 44.000 gli ettari di superficie vitata biologica in Italia, ma con più di 23.700 ettari di superficie "in conversione", per un totale che supera i 67.900 ettari, il 18,5% in più sul 2012.

La superficie viticola convertita al bio ha dunque una dinamica positiva, in controtendenza con le superfici totali viticole che nel 2013 si sono attestate a 646.000 ettari contro i 655.000 dell'anno prima.
In Veneto, in Valpolicella, per esempio, grandi cantine applicano i dettami dell'agricoltura sostenibile da anni e, a partire dalla vendemmia 2015, dopo la fase di conversione, otterranno la certificazione biologica. E ancora, si va dalla linea bio di Cantine Riunite & Civ, tra le più grandi realtà del vino italiano, a San Patrignano, la più importante comunità di recupero dalla tossicodipendenza, che produce vino biologico in Emilia Romagna, così come la Cleto Chiarli. La Sicilia biologica è un altro esempio di come, piccole ma conosciute realtà alle pendici dell'Etna - tra le quali Centopassi di Libera Terra che produce vini e prodotti bio nei terreni confiscati alla mafia – e grandi aziende, seguano anche i principi della viticoltura biodinamica.


A Londra un'esperienza foodie davvero speciale.

Un omaggio all'origine e alla maestria dei prodotti artigianali: è per questa ragione che Prosciutto di Parma e Parmigiano Reggiano, nell'ambito dell'iniziativa Stealing Beauty (Furto di bellezza), sono i protagonisti della mostra allestita da Harrods, il tempio del lusso londinese, nelle vetrine che si affacciano sulla Hans Crescent.

Fino al 28 marzo 2015, cosce di Prosciutto di Parma e forme di Parmigiano Reggiano resteranno esposte nel cuore della capitale di un Paese di prima importanza nelle esportazioni dei due prodotti, per lanciare un particolare messaggio, sostenuto dal linguaggio artistico, che si riassume nel valore insostituibile dei territori, delle tradizioni locali e della maestria degli artigiani nella determinazione delle caratteristiche inimitabili di questi prodotti Dop.

Non a caso, dunque, le due eccellenze alimentari italiane vengono associate ad un'aquila – considerata la più bella creatura del mondo animale – intenta a rubare tale bellezza, esposta insieme ad alcuni vini spagnoli.
A completare l'esposizione, poi, una serie d'immagini relative al Parmigiano Reggiano e al Prosciutto di Parma che scorreranno sugli schermi posti al quinto piano della sede Londinese di Harrods, disposta su 7 piani e 93.000 metri quadrati di superficie.

La scelta dell'eccellenza rappresentata dai due prodotti, però, non si ferma ad aspetti culturali ed estetici: Harrods, infatti, ospiterà una giornata di degustazione all'interno della Food Hall. I clienti potranno così degustare Prosciutto di Parma appena affettato e Parmigiano Reggiano, oltre ad approfondire la conoscenza dei prodotti e delle loro qualità.

(Fonte Consorzio Parmigiano Reggiano e Consorzio Prosciutto di Parma)

 

Domenica, 15 Marzo 2015 09:11

Il boom dei vini biologici, e artigianali

Cosa sono i vini bio? Gli appuntamenti di Vinitaly aperti agli addetti e a chi vuol conoscere e investire. Saloni specializzati e un seminario-degustazione per spiegare cosa sono, come sono e come si vendono i vini di nuova generazione.

di Alessandra Ardito - Parma, 11 marzo 2015 –

Il vino certificato bio convince. E diventa un primato tutto italiano.
Frutto di un'attenzione per il territorio, piace sempre più sui mercati internazionali.
Spesso è il risultato dell'opera laboriosa di piccole, piccolissime cantine più conosciute all'estero che nel proprio Paese.

A Vinitaly, in programma a Verona dal 22 al 25 marzo, si parlerà di un amore esploso negli ultimi anni per produzioni enologiche sane e convincenti.
Due saloni specializzati, Vinitalybio e Vivit, e quest'anno, per la prima volta, una collettiva Fivi faranno un po' di chiarezza sui prodotti bio del mercato vitivinicolo mentre il seminario 'The Good, the Bad and the Ugly of Artisanal Wines', organizzato dalla Vinitaly International Academy, definirà cosa sono e come si qualificano – anche dal punto di vista commerciale sui diversi mercati – le varie tipologie di prodotto.

Immancabile e necessaria, al termine degli incontri, una degustazione di vini italiani ed esteri per capire il valore organolettico dei vini artigianali, in crescita anche dal punto di vista qualitativo.

Perché i vini biologici rappresentano in Italia - primo produttore europeo - ormai l'11% della superficie vitata e una produzione potenziale di 5 milioni di quintali di uva da vino, con un peso di oltre il 7% sul totale nazionale. 
Numeri poco incisivi, ma pure in aumento, invece, per i vini naturali, che rappresentano un mondo difficile da circoscrivere.

Nel contesto di un progetto di valorizzazione di questo mercato in espansione e di comprensione delle normative vigenti, Federbio ha organizzato anche il convegno 'La revisione della normativa sul vino biologico. Il comparto si confronta'. L'incontro ha lo scopo di avviare un percorso di ampia consultazione tra tutti gli attori del comparto vitivinicolo italiano, al fine di porre le basi per alleanze e sinergie con le organizzazioni di altri Paesi europei, a tre anni dall'approvazione del regolamento europeo sulla produzione dei vini biologici.
La teoria sarà naturalmente affiancata, all'interno di Vinitalybio, dall'Enoteca bio, che mette in degustazione tutti i vini biologici delle oltre 220 cantine che li propongono a Vinitaly.

Vivit sarà invece la vetrina dei vini artigianali, frutto del lavoro di quei produttori che si riconoscono nell'autenticità di un territorio e nella individualità. 
Oltre 120 le cantine presenti, provenienti oltre che dall'Italia da Gran Bretagna, Francia, Germania, Austria e Slovenia.

 Una collettiva di 56 aziende vitivinicole aderenti alla Fivi (Federazione italiana vignaioli indipendenti) affiancherà gli incontri.

La Fivi è un'associazione di aziende vitivinicole (convenzionali, biologiche e biodinamiche) che svolgono al loro interno tutto il ciclo dalla raccolta dell'uva alla commercializzazione del vino prodotto con le proprie uve, con lo scopo di rappresentare la figura del viticoltore di fronte alle istituzioni, promuovendo la qualità e l'autenticità dei vini italiani.



A conclusione del focus di Vinitaly, 'The Good, the Bad and the Ugly of Artisanal Wines' 
sarà l'appuntamento degustativo per chi è scettico nei confronti di concetti come artigianalità e 'startigianalità' nel mondo del vino, anche quando si tratta di grandi aziende. E' molto spontaneo, infatti, chiedersi se solo coloro che si sporcano le mani in vigna tutti i giorni con piccole produzione possano godere di questa definizione e se i vini non biologici possano essere anch'essi artigianali.

A parlarne, ancora una volta, grandi esperti del mondo del vino italiano e internazionale
.

I lavori si chiuderanno con una speciale degustazione guidata di otto tra vini italiani ed esteri, di produttori famosissimi in tutto il mondo, dall'italiano Gulfi (espositore di Vinitaly) al francese Leroy.

I vini scelti nei supermercati dell'Emilia Romagna sono anche Sangiovese e Pignoletto. Tra gli amati marchigiani e abruzzesi e, per la prima volta, l'Orvieto.

di Alessandra Ardito - 
Il Lambrusco piace. E sempre di più domina, insieme a Sangiovese e Pignoletto, gli scaffali delle grosse catene commerciali. I consensi più sorprendenti riguardano soprattutto questo rosso vivace e leggero, con i suoi 12 milioni e mezzo di litri venduti.

Il segreto del suo fascino è proprio nel gusto fresco e brioso che incontra, senza pretese, tutti i palati.
Oltre al re Lambrusco, i nettari di uva più richiesti nelle grandi distribuzioni della regione, nel 2014, sono quelli del territorio dell'Emilia Romagna. Lo conferma la classifica elaborata per Vinitaly dall'Istituto di ricerca IRI.

In generale, la ricerca sottolinea che ci sono segnali di miglioramento nel 2014 per le vendite in tutto il settore enologico, che invertono la tendenza negativa del 2013 e degli ultimi anni e fanno ben sperare per il 2015.
Lo studio indica ancora quali sono stati i vini più amati lo scorso anno, in base a una classifica che si riferisce ai supermercati. In vetta troviamo Chianti e Lambrusco, che da anni conquistano le prime posizioni del podio, ma che mostrano una flessione delle vendite a volume. Al terzo posto Il Vermentino, un bianco che continua a crescere di anno in anno. Buone le performances del Prosecco, del Nero d'Avola, del Muller Thurgau e del Traminer.
Tra i vini "emergenti", cioè con maggior tasso di crescita nel corso del 2014, troviamo ai primi posti i vini marchigiani/abruzzesi Pecorino e Passerina, e il siciliano Inzolia. Entra in questa classifica, per la prima volta, il laziale Orvieto .

Altro dato che salta all'occhio: la cultura enologica sta diventando una passione trasversale, che fa innamorare un tutti: si scopre sempre più il buon bere e si presta attenzione non solo al costo, ma anche all'etichetta del vino, alla sua qualità, in barba a questo momento fatto di rinunce.

E infatti, quello che vien fuori dall'inchiesta è che la difesa del 'valore' passa dalla difesa dei prezzi. Alla base c'è anche la scelta consapevole dei produttori che hanno compreso che ogni prezzo riflettere un sano equilibrio di bilancio, bilancio in cui alle principali voci di costo deve aggiungersi sempre più quello della comunicazione, che deve avere tra i suoi obiettivi quello di trovare i consumatori di vino del domani.

Un tema sul quale sta riflettendo anche la Grande Distribuzione e di cui si parlerà nella tradizionale tavola rotonda di Vinitaly che vede confrontarsi produttori e distributori. Angelo Corona, rappresentante di Federdistribuzione (la più grande associazione di catene distributive) a Vinitaly 2015, così commenta i dati di Iri: "Occorre sostenere i consumi senza 'drogare' il mercato e senza annullare la percezione del giusto prezzo che i consumatori devono mantenere. Il 2014 ci offre qualche segnale positivo, come la crescita a volume e valore della bottiglia fino a 75cl, fatto che non avveniva da anni".

"Su questi segnali occorre lavorare per dare continuità – ha aggiunto Corona -. Va ripensato il display dello scaffale, per abbinare un assortimento profondo con criteri che rendano facili la lettura dell'esposizione e la scelta. La comunicazione va migliorata e resa più efficace, sia lavorando sullo scaffale, sia con 'app' per gli smartphone, introducendo degustazioni e settimane del vino regionale. O evidenziando il corner del vino biologico che nei supermercati è ancora di nicchia, ma è cresciuto nel 2014 dell'11,3% a volume ed ha raggiunto i 1.432.000 litri venduti".

Mercati ancora condizionati dal cambio valutario che attenua gli effetti delle produzioni sudamericane.

di Mario Boggini e Virgilio - Milano, 12 marzo 2015 -

Stentano a farsi sentire i vantaggi derivanti dall'ingresso sui mercati dei raccolti sudamericani, Brasile e Argentina in testa. L'atteso effetto calmierante che si sarebbe dovuto determinare con l'ingresso dei volumi dal sud america si è fortemente attenuato dal recupero dai cambi valutari, che vede il dollaro in recupero sull'euro, e dagli strascichi a seguito degli scioperi degli autotrasportatori brasiliani e degli agricoltori argentini.
Le previsioni degli analisti internazionali indicano un probabile calo di prezzi all'origine del 7% a partire dal mese di maggio, che a nostro giudizio non si tradurrà completamente in un vantaggio economico proprio in forza del cambio valutario.

Indicatori internazionali (11/3/2015)-
l'Indice dei noli è salito ancora a 568 punti. Il petrolio oscilla intorno a 50$ dollari al barile e il cambio è sceso a 1,05781.

MP indic 11mar15 cibus

Mercato interno - Sul mercato interno continuano a registrarsi scambi ridotti anche sul fronte del mais nonostante la certezza che le semine saranno in calo. Il mercato dei proteici è sostenuto dal valore del dollaro mentre quello dei cruscami da un'industria che non lavora a pieno regime.
Gli operatori sono in attesa degli effetti di Expo2015 e che questi siano percepibili già dal mese di aprile. 20 milioni di persone attese dovrebbero incidere enormenete sulla ripresa dei consumi.
Intanto, i prezzi a medio e lungo termine tendono al rialzo, essendo, come noto, l'Italia un Paese grande importatore di materie prime.

Continua la "carica" dei premi, come non si osservava da qualche anno, sulla farina di soia proteica che sul luglio - dicembre si aggirano tra 63 e 65 dollari a tonnellata e tra 68 e 70$/Ton sul 2016.

Sul fronte delle bioenergie comincia a intensificarsi la ripresa delle coperture utili a allungare l'autosufficienza in previsioni della prossima campagna maidicola che si preannuncia in contrazione di volumi. Tra 132 e 140 €/ton (periodo giugno - luglio) i valori di alcune partite di farina di mais contaminate da Don trattate in questi giorni.

 

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(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.

Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.) - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore.

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Oltre 200 cantine e 400 vini nel Padiglione dell'Enoteca regionale quest'anno a Verona per Vinitaly 2015. Alla scoperta dei territori. Progetto Deliziando: 300 incontri con buyer esteri -

Parma, 11 marzo 2014 -

Un padiglione di 4 mila metri quadrati per raccontare i vini dell'Emilia-Romagna e il territorio di cui sono espressione. Con un filo conduttore rappresentato dalla Via Emilia. Dal 22 al 25 marzo l'Enoteca regionale dell'Emilia-Romagna sarà anche quest'anno a Verona per Vinitaly 2015, con 200 tra cantine e consorzi, e oltre 400 vini.

"La scelta di proporre la via Emilia è importante – ha spiegato a Bologna durante la presentazione l'assessore regionale all'agricoltura Simona Caselli - sempre più si compete nel mondo per sistemi territoriali e l'Emilia-Romagna è un territorio che ha molto da dire. Tra il 2009 e il 2013 l'export di vino emiliano-romagnolo è cresciuto dal 78%, ma il potenziale è ancora notevole." Caselli ha ricordato la crescita anche qualitativa dei vini emiliano-romagnoli e l'impegno della Regione a fianco dei produttori, che dal 2007 a oggi si è tradotto in circa 260 milioni di euro di finanziamenti. "E' un settore su cui occorre investire sempre, con cura e con attenzione, per continuare a esser all'avanguardia. Lo faremo anche con la prossima Programmazione 2014-2020".
"Vinitaly è una vetrina importantissima per i vini italiani – ha aggiunto il presidente di Enoteca Emilia-Romagna Pierluigi Sciolette - la nostra regione è stabilmente tra le prime tre produttrici di vino in Italia, insieme a Veneto e Puglia, ma siamo quinti per export. Possiamo dunque crescere ancora e i nostri vini possono essere gli ambasciatori del territorio emiliano-romagnolo nel mondo".

Un viaggio tra i vini, i territori e i prodotti tipici dell'Emilia-Romagna

Al Vinitaly 2015 dunque il Padiglione dell'Enoteca regionale proporrà un "viaggio nel buongusto" lungo la Via Emilia, tra alcuni dei vini più significativi dell'Emilia-Romagna. L'Albana e il Sangiovese in Romagna; il Pignoletto tra Ravenna, Bologna e Modena; il Fortana, il vino delle sabbie, del Ferrarese; il Lambrusco il vitigno emiliano romagnolo più venduto al mondo, tipico dell'area compresa tra Modena, Reggio Emilia e Parma; fino alla Malvasia e al Gutturnio nel Piacentino. Sette grandi vini emiliano-romagnoli che sarà possibile degustare in sette banchi d'assaggio circolari all'interno del padiglione di Enoteca per un totale di 400 tipologie diverse. Un viaggio che non dimenticherà i tanti altri vitigni autoctoni, forse meno noti, ma certamente da scoprire dell'Emilia-Romagna e che ogni visitatore potrà costruirsi su misura anche grazie una App per iPhone scaricabile gratuitamente da AppStore, realizzata in italiano e inglese.
Come ha ricordato il direttore di Enoteca Ambrogio Manzi, anche quest'anno il padiglione dell'Emilia-Romagna, avrà unico in tutto il Vinitaly , un ristorante, curato dagli allievi e dai docenti dell'Istituto Alberghiero "Pellegrino Artusi" di Riolo Terme, per accompagnare le degustazioni con menù tipici dei territori. Protagonisti, insieme ai vini, i 41 prodotti Dop e Igp di cui l'Emilia-Romagna detiene il primato nel mondo.
Ad accompagnare il viaggio e le degustazioni, immagini e musiche di un video realizzato da Francesca Fabbri Fellini, nipote di Federico, che ricorderà alcuni grandi emiliano-romagnoli famosi nel mondo. Oltre a Federico Fellini e a Giovanni Guareschi, tra gli altri, Guglielmo Marconi, Giuseppe Verdi, Dino Ferrari, Giorgio Armani.

2015 MAPPA VINI DOP IGP febbraio rid

Con Deliziando 300 incontri con buyer esteri

Tra gli appuntamenti anche gli incontri commerciali business to business di Deliziando, il progetto di promozione dei prodotti enogastronomici di qualità sui mercati esteri, promosso dall'assessorato Agricoltura della Regione Emilia-Romagna e da Unioncamere regionale, in partnership con le sedi estere dell'ICE: 59 aziende emiliano romagnole incontreranno 30 operatori esteri provenienti da 17 Paesi europei ed extra europei, tra cui Cina, Canada, Brasile, Corea del Sud, USA e Giappone, per un totale di oltre 300 incontri commerciali previsti.
Come ha precisato il segretario generale di Unioncamere Emilia-Romagna, Claudio Pasini "Deliziando si è confermato un valido strumento per la fidelizzazione dei clienti esteri e per incrementare l'internazionalizzazione delle nostre aziende. Nel 2014 ha preso il via anche un'iniziativa pilota, dalla collaborazione tra Regione ER/Direzione Generale Agricoltura, Unioncamere ER, sistema camerale e APT Servizi che, integrando le competenze, punta a valorizzare il prezioso patrimonio enogastronomico regionale intercettando importanti flussi di turismo".
Dal 2008 a oggi, "Deliziando" ha realizzato attività a favore delle imprese con risorse pari a oltre 5 milioni 800 mila euro, di cui oltre 3 milioni 400 mila dalla Regione, circa 1 milione 100 mila euro dall'Ice e 1 milione 330 mila euro dalle Camere di commercio.

Regione: dal 2007 260 milioni per il comparto vitivinicolo

La Regione Emilia-Romagna investe sul vino e punta sulla qualità. Dal 2007 al 2015 ha destinato al settore vitivinicolo circa 260 milioni di euro. Si tratta di risorse provenienti dall'Ocm Vino (206 milioni di euro) e dal Psr 2007-2013 (49 milioni), oltre a quelle per il programma Deliziando. In particolare per il 2015 sono in arrivo 6 milioni 700 mila euro per la promozione nei Paesi extraeuropei nel 2015; 12, 7 milioni per la riconversione dei vigneti; 3,8 milioni per gli investimenti aziendali.

www.enotecaemiliaromagna.it/it 

(Fonte: ufficio stampa Unioncamere ER)

Mercoledì, 11 Marzo 2015 08:39

Lattiero Caseario Burro: raggiunto il colmo?


Listini quasi tutti invariati. Storica sentenza, condannato un produttore di falso "parmigiano" nel mantovano

di Virgilio, 11 marzo 2015 -

LATTE SPOT: Ancora nessuna variazione sulle quotazioni del latte spot a Verona. Il prezzo del latte crudo spot nazionale si è mantenuto nell'intervallo compreso tra 35,57-37,12€/100 litri di latte alla borsa merci scaligera. Analogo comportamento per il latte intero pastorizzato spot di provenienza estera che, dopo l'impennata dello scorso 9 febbraio (+ 3,17%), ha mantenuto le quotazioni comprese tra 32,99 e 34,02€/100 litri di latte.

BURRO E PANNA: Raggiunto il culmine della fase ascendente del burro che torna ai valori dello scorso agosto. Prezzi ancora molto distanti dai valori del 2013 quando il Burro CEE quotava intorno a 3,90€/kg contro l'attuale 3,10€/kg. Alla borsa milanese il burro di centrifuga è stato quotato a 3,30, 2,30 invece per il pastorizzato mentre lo zangolato è rimasto a 2,10€/Kg. 5 centesimi invece guadagnati dal burro zangolato di Parma che, raggiunto il valore di 1,70€/kg lo scorso venerdì 6 marzo, dovrebbe, in questa settimana, vedere confermato il prezzo come infatti ha anticipato la borsa reggiana nella seduta di ieri (10/3 ndr). Ha avviato una fase discendente invece la crema a uso alimentare cedendo 4 centesimi a Milano (1,66€/kg) mentre è rimasta ferma tra 1,65 e 1,70€/kg la panna di centrifuga a uso alimentare trattata a Verona.

GRANA PADANO: Anche in questa undicesima settimana nessuna variazione è intervenuta relativamente al prezzo del Grana Padano DOP dall'inizio d'anno se si escludono i 5 centesimi recuperati il 26 gennaio e limitatamente al 15 mesi di stagionatura. Tra 6,35 e 6,45€/kg quindi la forbice all'interno della quale si è assestato il prezzo all'ingrosso del 9 mesi di stagionatura e tra 7,05 e 7,70€/kg l'intervallo di prezzo del 15 mesi e oltre rilevati a Milano.

PARMIGIANO REGGIANO: Nessuno stravolgimento dal fronte del Parmigiano Reggiano che recupera 5 centesimi solo sul minor valore del 12 mesi di stagionatura. Tra 7,40 e 7,80€/kg è la quotazione del 12 mesi registrata alla borsa di riferimento comprensoriale di Parma relativamente al 12 mesi di invecchiamento e tra 8,75 e 9,10 l'intervallo di prezzo all'ingrosso del 24 mesi di stagionatura.

Da segnalare infine la notizia che per la prima volta è stato condannato un produttore di falso "parmigiano". La sentenza è stata disposta del Tribunale di Mantova, che ha condannato a 18 mesi di reclusione, ad una multa e al risarcimento dei danni (sia nei confronti del Consorzio del Parmigiano Reggiano che del Consorzio del Grana Padano, costituiti parte civile nel procedimento) il responsabile di un caseificio nel quale erano stati individuati fenomeni di contraffazione. "Siamo molto soddisfatti di questa sentenza di condanna, è il commento del Consorzio del Parmigiano Reggiano, sebbene ci siamo trovati di fronte ad un caso davvero raro in Italia, riteniamo sia un buon esito rispetto non solo perché si è stroncato un fenomeno di contraffazione, ma perché costituirà un ulteriore deterrente rispetto ad altri eventuali fenomeni simili".

La soddisfazione del Consorzio. Caso raro in Italia. Rafforzare l'azione politica europea contro le leggi che nel mondo ancora consentono quelle che per noi rappresentano frodi. -

Parma, 10 marzo 2015 -

"Siamo molto soddisfatti di questa sentenza di condanna: sebbene ci siamo trovati di fronte ad un caso davvero raro in Italia, riteniamo sia un buon esito rispetto non solo perché si è stroncato un fenomeno di contraffazione, ma perché costituirà un ulteriore deterrente rispetto ad altri eventuali fenomeni simili".
Così il Consorzio del Parmigiano Reggiano commenta la sentenza del Tribunale di Mantova, che ha condannato a 18 mesi di reclusione, ad una multa e al risarcimento dei danni (sia nei confronti del Consorzio del Parmigiano Reggiano che del Consorzio del Grana Padano, costituiti parte civile nel procedimento) il responsabile di un caseificio nel quale erano stati individuati fenomeni di contraffazione.
Il beneficio della sospensione condizionale della pena è stato subordinato al pagamento, entro 3 mesi dal passaggio in giudicato della sentenza, delle somme liquidate a titolo di risarcimento del danno.

I fatti risalgono al 2008, quando nello stabilimento in questione, situato al di fuori dell'area di produzione del Parmigiano Reggiano, fu individuata la presenza di circa 150 forme marchiate Parmigiano Reggiano ma non conformi al disciplinare e prodotte in violazione delle norme dell'Unione Europea a tutela del Parmigiano Reggiano e del noto marchio collettivo a "puntini".

"Un caso di contraffazione - spiega il direttore del Consorzio, Riccardo Deserti – molto raro nel nostro Paese, ma anche nell'ambito dell'Unione Europea, dove semmai sussistono ancora casi – stroncati anche recentemente – di un uso improprio di denominazioni che, evocando quello del Parmigiano Reggiano o il nostro territorio, possono indurre in inganno il consumatore o comunque richiamare alla sua mente il nostro formaggio".

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                                        il direttore del Consorzio, Riccardo Deserti

"Fenomeni – spiega Deserti – completamente diversi e da non confondere con quello dei formaggi a pasta dura d'importazione (peraltro in calo da due anni), che esercitano concorrenza sui prezzi ma non costituiscono affatto frodi o contraffazioni, come i consumatori potrebbero essere indotti a pensare". "In verità – prosegue Deserti - si tratta di prodotti che si collocano nella tipologia dei formaggi a pasta dura prodotti nella piena legalità e rispetto ai quali l'unica azione possibile è il rafforzamento dell'informazione nei punti vendita sulle caratteristiche distintive del Parmigiano Reggiano, che non a caso abbiamo moltiplicato in questi anni.
"Anche a fronte della sentenza del Tribunale di Mantova – conclude Deserti – ci auguriamo che prenda ulteriore vigore l'azione negoziale ed essenzialmente politica che deve impegnare l'Italia e l'Unione Europea a tutela delle nostre denominazioni, soprattutto laddove (come negli Usa, ad esempio) quelle che per noi rappresentano casi di inganno dei consumatori sono invece tollerate, andando a limitare il potenziale delle esportazioni delle nostre Dop nel mondo".

(Fonte: ufficio stampa Consorzio del Parmigiano Reggiano)

Prosciutto di Parma e Parmigiano Reggiano: A Londra un'esperienza foodie davvero speciale

Emilia - 07 marzo 2015 - Un omaggio all'origine e alla maestria dei prodotti artigianali: è per questa ragione che Prosciutto di Parma e Parmigiano Reggiano, nell'ambito dell'iniziativa Stealing Beauty (Furto di bellezza), sono i protagonisti della mostra allestita da Harrods, il tempio del lusso londinese, nelle vetrine che si affacciano sulla Hans Crescent.

Fino al 28 marzo 2015, cosce di Prosciutto di Parma e forme di Parmigiano Reggiano resteranno esposte nel cuore della capitale di un Paese di prima importanza nelle esportazioni dei due prodotti, per lanciare un particolare messaggio, sostenuto dal linguaggio artistico, che si riassume nel valore insostituibile dei territori, delle tradizioni locali e della maestria degli artigiani nella determinazione delle caratteristiche inimitabili di questi prodotti Dop.

Non a caso, dunque, le due eccellenze alimentari italiane vengono associate ad un'aquila – considerata la più bella creatura del mondo animale – intenta a rubare tale bellezza, esposta insieme ad alcuni vini spagnoli.

A completare l'esposizione, poi, una serie d'immagini relative al Parmigiano Reggiano e al Prosciutto di Parma che scorreranno sugli schermi posti al quinto piano della sede Londinese di Harrods, disposta su 7 piani e 93.000 metri quadrati di superficie.

La scelta dell'eccellenza rappresentata dai due prodotti, però, non si ferma ad aspetti culturali ed estetici: Harrods, infatti, ospiterà una giornata di degustazione all'interno della Food Hall. I clienti potranno così degustare Prosciutto di Parma appena affettato e Parmigiano Reggiano, oltre ad approfondire la conoscenza dei prodotti e delle loro qualità.

Parmigiano-Reggiano forme marchiate GDE gde

Cibus Agenzia Stampa Elettronica Agroalimentare: SOMMARIO Anno 14 - n° 10 8 marzo 2015

SOMMARIO Anno 14 - n° 10 08 marzo 2015

(In allegto il pdf scaricabile)

1.1 editoriale 8 marzo. E' qui la festa?
3.1 materie prime Il recupero del dollaro influenza i valori e accresce l'incertezza.
4.1 agroalimentare AgrOsserva: agroalimentare, prospettive più favorevoli nel 2015
5.1 cereali Cereali, continua l'indecifrabilità. Dallo sciopero brasiliano a quello argentino
6.1 Lattiero caseario Ancora più su i derivati del latte. Leggera flessione a Milano per la crema uso alimentare
7.1 olio ENOLITECH 2015, uno sguardo sule tecnologie per le cantine e i frantoi di domani.
7.2 expo2015 Mc Donald's e Coca-Cola, le mani sopra l'Expo2015
8.1 Mais & Soia Dati previsionali
9.1 vinitaly ricerche Vino, i segnali che fanno ben sperare per il 2015.
9.2 vino Lambrusco, Sangiovese e Pignoletto i più venduti in Emilia Romagna.
10.1 vino Concorso enologico internazionale, passpartout per expo2015

Cibus 10 COP

Non accenna a diminuire il clima di incertezza dei mercati internazionali delle materie prime.

di Mario Boggini e Virgilio - Milano, 7 Marzo 2015 -

Il dollaro, come poteva attendersi, è in recupero sull'euro e contribuisce al mantenimento di una situazione di incertezza sui valori delle materie prime. Mercati internazionali ancora condizionati dagli scioperi sudamericani, dai ritardi agli imbarchi, dalla Cina che ancora è poco presente sul mercato e infine dalle ripercussioni che potrebbero derivare dal recente assassinio dell'oppositore politico di Putin avvenuto davanti al Cremlino che non rappresenta un segnale distensivo sulla crisi ucraina.

Una situazione perfettamente interpretata dalla Borsa di Chicago (CBOT) che ha alternato, ripetutamente, sessioni al rialzo e altre al ribasso. Difficile quindi l'interpretazione del mercato e delle tendenze a breve periodo.

Indicatori internazionali -
l'Indice dei noli è risalito a 561 punti. Il petrolio è quotato a 50,80$ dollari al barile e il cambio si è posizionato a 1,08764.

Cereali inic 6mar

Mercato interno - Sul mercato interno nessuna novità. Calma piatta e scambi ridotti. Per alimentare il mercato, alcuni operatori, stanno promuovendo la farina di soia proteica, sul periodo luglio - dicembre, con premi oscillanti tra i 63 e 65 dollari a tonnellata-

Nel settore Bioenergetico, si stanno manifestando piccoli segnali di ripresa, sul versante acquisti, probabilmente determinate dalle prospettive rialzistiche che alcuni intravedono nella prossima campagna maidicola "verde" (trinciato, pastone, granella umida).

 

(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.

Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.) - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore.
EUROPRO srl - intermediazione granaglie e cereali - Milano

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(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.

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