Il gruppo Alce Nero chiude il 2014 con 54,5 milioni di euro di fatturato, con un sensibile incremento del marchio tutto italiano. -
Parma, 28 marzo 2015 -
L'azienda bolognese ormai conosciutissima per i suoi alimenti biologici alla portata di tutti perché si trovano anche nelle grandi distribuzioni ha registrato un considerevole incremento del fatturato: 26% rispetto all'esercizio precedente.
Per il nono anno consecutivo, infatti, Alce Nero S.p.A. segnala parametri di consistente sviluppo. Il gruppo di più di mille agricoltori e apicoltori biologici, in Italia e nel mondo, con sede a Monterenzio, Bologna, annuncia di aver chiuso l'esercizio fiscale 2014 con un fatturato consolidato di 54,5 milioni di euro, in crescita dell'8% rispetto all'esercizio fiscale precedente.
La considerevole crescita è stata trainata, in particolare, dalle ottime performance del brand Alce Nero, che negli ultimi mesi ha raggiunto picchi di crescita del 40%, con un fatturato che si attesta a 36,4 milioni di euro, il 26% in più rispetto all'anno precedente. Il marchio Alce Nero rappresenta oggi il 67% del fatturato globale del gruppo con una previsione di raggiungere l'80% nel 2015.
Tra i prodotti che hanno trainato l'incremento di fatturato da segnalare in particolare la nuova linea per bambini da zero a tre anni Alce Nero Baby, ma anche le passate, le polpe e i sughi di pomodoro bio, così come i frollini totalmente privi di olio di palma, le composte, i mieli e i legumi lessati.
"Siamo molto soddisfatti dei risultati raggiunti e ci proponiamo di continuare nel trend di crescita. Per il marchio Alce Nero l'obiettivo minimo del 2015 è di raggiungere un ulteriore incremento 12%. Questo nonostante la prima parte dell'anno sia risultata particolarmente complessa sul fronte della disponibilità di materia prima biologica, in particolare olio, farro e miele, a causa degli scarsi raccolti del 2014", ha dichiarato Massimo Monti, Amministratore Delegato Alce Nero.
"La crescita di Alce Nero è per noi una conferma: il biologico è l'agricoltura del domani. L'abbandono dei pesticidi che sterminano le api, degli erbicidi che essiccano il terreno e dei petro-fertilizzanti che rinforzano i prodotti agricoli e inquinano è l'unica scelta possibile. Il biologico è prospettiva, identità e salubrità, mestieri nuovi che appassionano. È ristabilire una relazione fra chi produce e chi utilizza, fra campagna e città, fra rispetto ambientale e cibo sano.
Il biologico è conoscenza e partecipazione. È scambio. Per questo cresce ed è destinato a mandare nella nicchia il cibo sconosciuto, che non ha nome né origine, che non costruisce fiducia e benessere", ha aggiunto Lucio Cavazzoni, Presidente Alce Nero.