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Giovedì, 29 Agosto 2019 08:45

Segnali forex, cosa sono e come funzionano

Chi svolge un’attività di trading online, sa alla perfezione come sia un impegno su cui sia necessario mettere tanta pazienza, attenzione e professionalità. In questo senso, ci sono una serie di servizi, la cui valutazione può tornare decisamente utile per poter guadagnare delle cifre maggiori. Uno di tali servizi è rappresentato proprio dai segnali forex.


Quando si parla di segnali forex, si fa riferimento a dei suggerimenti di carattere operativo il cui invio viene operato da parte dei broker, oppure vengono venduti da parte di soggetti terzi. L’obiettivo è quello di trovare tutta quella serie di situazioni di mercato che siano particolarmente vantaggiose per poter realizzare ottimi profitti, come si può scoprire con questo corso gratuito di trading con giocareinborsa.com.
Per raggiungere un buon guadagno, una delle principali cose da fare è quella di controllare il capitale e i relativi rischi con grande attenzione. Per questa ragione, i segnali di trading possono essere estremamente utili, ma è necessario fare riferimento ad un servizio che sia veramente affidabile e sicuro. Capita spesso e volentieri, infatti, che tanti servizi, anche a pagamento, provvedono all’invio di segnali forex che in realtà sono errati oppure non funzionano.


Quali sono i segnali forex a pagamento
I segnali forex maggiormente diffusi online sono quelli a pagamento, che vengono proposti da parte di professionisti in questo campo. Esistono poi anche broker CFD che mettono a disposizione come servizio aggiuntivo l’invio di determinati segnali da parte dei propri manager. Un servizio a pagamento non vuol dire necessariamente anche un servizio affidabile e sicuro su cui puntare al 100%. Piuttosto di frequente si possono individuare online dei servizi di segnali di trading per forex che sono sì a pagamento, ma che in realtà funzionano davvero malissimo. Il consiglio migliore da seguire, quindi, è quello di sviluppare il proprio conto di trading e poi eseguire l’accesso ai vari servizi di segnali che sono proposti dalla stessa piattaforma.


Quali sono i segnali di forex più affidabili
Nel caso in cui abbiate intenzione di raggiungere degli ottimi guadagni con il forex trading, è molto importante puntare su dei servizi che riescono a funzionare alla perfezione sotto ogni aspetto. I segnali vengono realizzati in maniera tale da trovare dei trend e delle situazioni di mercato, almeno dal punto di vista potenziale, in cui si possono realizzare davvero ottimi guadagni. Spesso e volentieri, un segnale forex viene sviluppato in base all’andamento di una determinata coppia di valute e bisogna considerare su un periodo medio-lungo (circa qualche mese).


Meglio i segnali automatici o manuali?
Ci sono altre due categorie da considerare, ovvero quella dei segnali manuali e quella dei segnali automatici. Questi ultimi vengono mandati seguendo uno schema del tutto automatico: merito di un software e, di conseguenza, garantiscono un livello di affidabilità ridotto e un rischio molto elevato. I segnali forex manuali, invece, si caratterizza per essere pur sempre i migliori, come quelli che vengono inviati da parte di specifici professionisti. Non è difficile capire il motivo per cui convengano spesso quelli manuali, visto che il professionista svolge una ben precisa indagine che mira ad analizzare a fondo i mercati.

 

Pubblicato in Nuove Tecnologie Emilia
Mercoledì, 28 Agosto 2019 09:16

“La Fiscalità delle Imprese OIC Adopter”

Un aiuto per calcolare il complesso tax rate dal Consiglio e Fondazione  Nazionale dei Commercialisti. 

Roma 27 agosto 2019 - Un’analisi degli effetti fiscali derivanti dall’adozione dei nuovi principi contabili nazionali per aiutare i professionisti a calcolare il complesso tax rate dei soggetti OIC adopter alla luce del mutato contesto normativo. Questo il filo conduttore del documento “La fiscalità delle imprese OIC Adopter” pubblicato dal Consiglio e dalla Fondazione Nazionale dei Commercialisti per risolvere i principali dubbi sorti tra i professionisti e gli operatori in questa prima fase di applicazione della nuova disciplina.

Il decreto legislativo 18 agosto 2015, n. 139, in attuazione della direttiva 2013/34/UE, ha innovato, in modo significativo, le disposizioni recate dal Codice civile relative alla redazione del bilancio e alla comunicazione finanziaria, con effetti dai bilanci relativi agli esercizi aventi inizio a partire dal 1° gennaio 2016. Ne è conseguito, l’adeguamento dei principi contabili nazionali redatti dall’Organismo Italiano di Contabilità. Il coordinamento della disciplina in materia di IRES e IRAP con le nuove disposizioni civilistiche relative alla redazione del bilancio ed i nuovi principi contabili nazionali è stato effettuato con l’art. 13-bis del decreto-legge 30 dicembre 2016, n. 244, convertito con modificazioni dalla legge 27 febbraio 2017, n. 19. Con il decreto del Ministro dell’economia e delle finanze 3 agosto 2017 sono state infine emanate le disposizioni di attuazione della disciplina relativa alle ricadute fiscali delle nuove norme in materia di bilancio e dei nuovi principi OIC.

Nel documento, dopo una sintesi delle principali novità in ambito civilistico, sono analizzate le casistiche che possono manifestarsi con maggiore frequenza in sede di passaggio alle nuove disposizioni e che hanno riflessi nella determinazione delle imposte sui redditi e dell’imposta regionale sulle attività produttive. In particolare, sono trattati i seguenti temi: principio di derivazione rafforzata; eliminazione della sezione straordinaria del conto economico;fatti intervenuti tra la fine dell’esercizio e la data di approvazione del bilancio; obbligazioni convertibili e finanziamenti infruttiferi da parte di soci; azioni proprie; strumenti finanziari derivati;regime fiscale delle commesse e degli interessi passivi; errori contabili; effetti ai fini dell’agevolazione dell’Aiuto alla Crescita Economica (ACE); regime transitorio.

Il documento completo è disponibile online sul sito della Fondazione Nazionale dei Commercialisti ( www.fondazionenazionalecommercialisti.it oppure è scaricabile in allegato )

Editoriale:  - Povero Mattarella, Di Maio e Zingaretti “danno i numeri”, Salvini ci ripensa... - Andamenti speculari e rovesciati per latte e burro nel corso del 2019 - Cereali e dintorni. Mercati ribassisti, ma attenzione ai risultati del Pro Farmer Crop Tour - Parmigiano Reggiano in festa a Monticelli Terme - 

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SOMMARIO Anno 18 - n° 34 25 agosto 2019


1.1 editoriale
Povero Mattarella, Di Maio e Zingaretti “danno i numeri”, Salvini ci ripensa...
2.1 lattiero caseario Andamenti speculari e rovesciati per latte e burro nel corso del 2019
2.1 Bis lattiero caseario Lattiero caseari. tendenza
3.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Mercati ribassisti, ma attenzione ai risultati del Pro Farmer Crop Tour
4.1 cereali e dintorni tendenze.
5.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Prezzi ai minimi.
7.1 eventi parma Parmigiano Reggiano in festa a Monticelli Terme
8.1 mercato caseario Parmigiano Reggiano, via libera alla regolazione dell’offerta
8.2 politica C'eravamo tanto amati
13.1 eventi parmesan Torna “Caseifici Aperti”: il Re dei Formaggi apre le porte dei Caseifici!
8.1promozioni “vino” e partners
9.1 promozioni “birra” e partners


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“Andiamo a comandare”. Tutti contro tutti e tutti pronti a allearsi con il diavolo pur di soddisfare i propri bisogni. La reputazione, questa sconosciuta.
  
di Lamberto Colla Parma  25 agosto 2019 -

Sembra proprio che i botti di ferragosto non intendano esaurirsi. Alla fine delle prime due giornate di consultazione il Presidente Mattarella si è presentato alla conferenza stampa con la sua proverbiale flemma leggermente incrinata.

4 o 5 giorni per trovare un accordo che possa dare alla luce un governo per completare la legislatura. Nessun’altra alternativa tecnica o balneare è prevista, in alternativa si ricorrerà alle cabine elettorali. E’ stato questo il diktat del Presidente della Repubblica e il prossimo martedi si tornerà alle consultazioni per avere indicazioni sul proseguo.

Il “povero”, si fa per dire, Sergio Mattarella deve averne sentite di tutti i colori durante i colloqui confidenziali con i gruppi parlamentari e i partiti.

48 ore straordinariamente imbarazzanti stando a sentire quello che era possibile divulgare nelle conferenze stampa post incontro presidenziale.

Talmente caotico e paradossale, quello che via via si andava a accumulare, che persino le borse e lo spread hanno reagito al contrario delle attese. La borsa di Milano è stata la migliore d’Europa e il differenziale tra i titoli di stato Italiani e tedeschi è sceso sotto la soglia psicologica di 200 punti.

Da non credere.
I grillini non disdegnerebbero di fare un Governo con i loro nemici giurati del PD, Renziano o Zingarettiano che sia, salvo che vengano accettati 10 inderogabili condizioni e in contropartita, i rappresentanti del PD, che anche nella totale crisi interna non sono riusciti a attenuare la spocchiosità,  sono però riusciti a opporre solo 5 innegoziabili condizioni  ai seguaci di Beppe Grillo.
 
Dovrebbero “solamente” rinunciare al reddito di cittadinanza, ai due decreti sicurezza, a Conte, a ridurre il numero dei parlamentari, insomma rinunciare a tutto quello che è stato fatto con la precedente coalizione.
 
Infine, nemmeno tanto a sorpresa, Matteo Salvini ha elogiato il lavoro di Luigi Di Maio e rilanciato l’ipotesi di un nuovo accordo, senza Conte, ma con un rimpasto di Governo e nuovi obiettivi condivisi, a partire dalla riduzione dei parlamentari.

Insomma, tutti contro tutti e tutti apparentemente disponibili a trattare alle loro esclusive condizioni.

Una farsa ignobile che potrebbe comunque sfociare nel Governo più strampalato di tutti i tempi repubblicani o, nella migliore delle ipotesi, a un rimpasto dell’esecutivo appena tumulato.

Sarebbe effettivamente auspicabile una rapida chiamata alle urne e che uno dei tre gruppi antagonisti, Centro Destra, Sinistra o M5S, raggiunga quella soglia del 40% che consenta di governare in totale libertà e responsabilità.

Ma così non sarà, perché reputazione e dignità sono state calpestate, tritate e alienate come nessuno avrebbe ragionevolmente potuto immaginare.

Vero che la politica è l’esercizio sublime del negoziato ma quello al quale abbiamo assistito è obiettivamente un teatrino inqualificabile.

Mattarella, pensaci tu!

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FOTO
Il Presidente Sergio Mattarella durante le dichiarazioni alla stampa, al termine delle consultazioni
(foto di Francesco Ammendola - Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)
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Pubblicato in Politica Emilia
Domenica, 25 Agosto 2019 06:20

La leadership del manager

Come in mare aperto, anche in ufficio è necessario un leader capace di motivare il team, esaltarne i punti di forza, aiutarlo a risolvere problemi e capace di prendersi la responsabilità.


Di Mario Vacca Parma 25 agosto 2019 - Un vero leader sa sempre riconoscere ed ammettere i propri sbagli. Un buon leader deve assegnare a ciascuna risorsa un ruolo preciso e comunicare in modo puntuale in quale direzione si sta andando e perché. Parole espresse da Paolo Scutellaro, cinque volte campione del mondo, pluricampione Italiano di vela ed esperto di organizzazione aziendale.
Ancora una volta la gestione di un team in barca a vela è accostato alla realtà della gestione aziendale e non sono pochi i master in leadership che hanno sessioni in banca affinché diversi soggetti tra loro sconosciuti si fondano in team ed eleggano il leader.

E’ necessario distinguere il manager dal leader, essere manager, infatti, non vuol dire automaticamente essere un leader e quest’ultimo dev’essere dotato di caratteristiche imprescindibili:
• saper ascoltare,
• dare una direzione chiara al proprio team,
• creare un clima positivo, senza conflitti,
• assegnare a ciascuno il proprio ruolo in azienda,
• saper pianificare,
• guidare con l’esempio.
Naturalmente tutti i manager vorrebbero essere dei bravi leader errori che spesso si compiono sono una barriera a tale aspirazione. Essere leaderi deve far parte di una strategia ragionata. L’errore più comune è un’insolente auto-promozione di se stessi e della propria azienda, ed oggi i social forniscono un ottimo mezzo per elevare all’ennesima potenza l’errore. L’obiettivo deve essere quello di captare le esigenze altrui e non di vendere se stessi o la propria azienda. Solitamente le persone fanno marcia indietro davanti a chi si loda.


Trovare il modo di distinguersi, di uscire dalla massa, ma senza per questo passare per grotteschi è uno dei punti fondamentali; ci sono dei trend da seguire, ma saltare sul carro del vincitore non è mai un buon segno. Se non si ha niente di nuovo da dire su un argomento meglio tacere, il silenzio è da sempre il miglior alleato.
Premesso che il leader è tale perché riconosciuto “dal popolo” la leadership deve affermarsi in maniera naturale e per farlo ha bisogno del supporto altrui, è inutile imporsi, piuttosto è necessario condividere il proprio pensiero e lavorare in squadra creando situazioni di reale scambio ed accrescimento comune.


“Un passo falso comunemente riportato dalla letteratura è quello di identificarsi tanto nel ruolo di leader da dimenticare altri tratti del proprio carattere che potrebbero aiutare a relazionarsi in modo diverso. È importante non snaturarsi ed imparare a gestire le proprie caratteristiche. Non bisogna pensare che la timidezza o l’empatia siano nemiche della leadership. L’importante è inviare un messaggio chiaro e mostrarsi sempre coerenti”


Infine è bene concentrarsi su poche cose, non si può essere esperti in ogni settore, si acquisirà maggiore credibilità sapendo tutto su un argomento e formulando un proprio pensiero personale. Il tuttologo è spesso allontanato o ascoltato con scherno.
Molti manager oppongono resistenza al cambiamento del ruolo, essendo abituati a comandare tendono a non mettersi in discussione. In quest’ottica il manager che vuole accrescere le proprie potenzialità e puntare ad essere un leader dovrebbe avere un confronto costante con un coach che lo aiuti a crescere e a migliorarsi ogni giorno. In generale, si possono individuare tre qualità per diventare leader che possono essere potenziate grazie a un programma di coaching.


Il coraggio risiede nella capacità di dire le cose e di farle accadere. Se si ha paura del cambiamento – che ricordo essere uno dei traumi più temuti dall’essere umano - non si migliorerà mai, diversamente bisogna avere il giusto coraggio per sapere comunicare anche le cose difficili. Imparare a farlo con il coach renderà più efficiente il rapporto con i dipendenti.


L’ascolto degli altri prima di parlare è essenziale, una qualità imprescindibile per ogni vero Leader.
E’ anche importante che i leader imparino a seguire il proprio istinto, che non vuol dire smettere di ponderare le cose razionalmente ma metterci quel pizzico di intuizione che fa la differenza. Ciò può far sentire instabili, ma permetterà di aprire nuove strade e di migliorare il proprio business. Naturalmente occorre esperienza nel leggere ed interpretare bene i segnali che arrivano da persone e situazioni.
Per diventare leader è importante lavorare con gli altri, gestire gli altri ma soprattutto gestire se stessi perché - come si dice in marina - tutti sanno portare la barca con il mare calmo ma il vero comandante è quello che non va in tilt durante una mareggiata imprevista.


Il giusto equilibrio consente quindi di mostrare il proprio coinvolgimento emotivo in alcune circostanze, finalizzate soprattutto a creare fiducia e non significa mostrarsi stoici e celare qualsiasi emozione, impedendo ai collaboratori di essere percepiti come umani e aperti alla comunicazione.


L’integrità rappresenta la qualità fondamentale per un leader, un attributo che presuppone la capacità di essere onesti e di voler agire nel modo giusto. E’ importante che il leader faccia per primo ciò che enuncia ai collaboratori.
L’autostima e la fiducia nelle proprie capacità senza un desiderio di prevaricare e di mostrarsi superiore è un elemento essenziale nella costruzione dell’uomo leader. La comunicazione tra il capo e i suoi collaboratori gioca un ruolo primario per la produttività, efficienza, fidelizzazione e soddisfazione personale, aspetto che purtroppo è spesso sottovalutato.


Il Buon Leader ricerca e trova giusto equilibrio tra deleghe ed incarichi, generando coinvolgimento e partecipazione, ascolta prima di giudicare concedendo l’opportunità di spiegare le proprie ragioni, organizza meeting e sessioni di coaching favorendo momenti di confronto a cadenza regolare, mostra interesse per la vita personale dei collaboratori, creando in questo modo un clima sereno e collaborativo.

 

Pubblicato in Economia Emilia

I giovani reggiani cercano di creare opportunità di lavoro dando corpo alle loro idee e diventando imprenditori. Sembra questo lo scenario di questa estate 2019 in provincia di Reggio Emilia.

Tra aprile e giugno, infatti, le nuove imprese aperte da giovani con meno di 35 anni di età sono state 256, quasi 3 al giorno, pari ad un terzo di tutte le aperture di nuove imprese nel trimestre. Al netto delle chiusure rilevate nello stesso periodo (solo 88), come rileva l’Ufficio Studi della Camera di Commercio provinciale, le imprese giovanili nel secondo trimestre dell'anno hanno raggiunto le 4.402 unità, con un saldo positivo di 168 aziende.
Il contributo che i giovani hanno dato all’incremento della base imprenditoriale nel secondo trimestre dell’anno è stato così determinante: il tasso di crescita trimestrale dell'imprenditoria “under 35”, infatti, ha messo a segno un +3,7% a fronte del +0,32% del complesso delle imprese.


Quello delle costruzioni, con 1.206 imprese, è il settore nel quale i giovani sono presenti in misura maggiore (27,4% del totale delle aziende giovanili), ma rispetto ad un anno fa la quota è scesa di oltre due punti percentuali: nel giugno 2018 era il 29,5%.
Un’impresa “under 35” su dieci svolge attività nel commercio, un punto percentuale in più se confrontato con l’analogo periodo dell’anno passato, e la presenza nel settore raggiunge le 910 aziende, con un saldo positivo fra iscrizioni e cessazioni sia per quanto riguarda il commercio all’ingrosso che al dettaglio, comprese le attività degli autosaloni e la riparazione di autoveicoli e motocicli.
Le 433 imprese del manifatturiero rappresentano poco meno del 10% delle aziende condotte da giovani, la medesima quota di un anno fa: quasi un terzo svolge attività nella metalmeccanica (134 unità), mentre 120 imprese si occupano del comparto del tessile-abbigliamento.


Positivo il bilancio trimestrale delle aziende il cui imprenditore ha meno di 35 anni e che svolgono attività di alloggio e ristorazione (a fine giugno di quest’anno ammontano a 428 unità), e quelle dei servizi sia alle imprese (+15) che alle persone (+11).
Di segno “più” anche il saldo registrato nel trimestre aprile-giugno dalle attività del settore agricolo della provincia di Reggio Emilia, dove le imprese giovanili che hanno raggiunto le 235 unità.

 

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(da CCIAA Reggio Emilia 23 agosto 2019)

 

 

 

Pubblicato in Economia Reggio Emilia

Produzione della meccanica a -4,4% nel secondo trimestre 2019. Bene alimentare (+1,2%) e prodotti elettrici-elettronici (+1,6%)

Anche se con un’intensità lievemente più contenuta rispetto all’inizio del 2019, la produzione manifatturiera reggiana continua a mostrare il segno “meno”.
Nel secondo trimestre dell’anno in corso, infatti, il volume della produzione delle imprese manifatturiere della provincia di Reggio Emilia ha registrato una flessione del 2,1% a fronte del -3,2% del periodo gennaio-marzo.
Pur in presenza di un incremento della quota di imprenditori che hanno realizzato un aumento nella produzione rispetto all’analogo periodo dell’anno passato, l’analisi dell’Ufficio Studi della Camera di Commercio evidenzia che un intervistato su tre ritiene che questa sia diminuita e anche le previsioni per il terzo trimestre del 2019 non mostrano segnali di miglioramento.


Il trend è condizionato dall’andamento di alcuni dei settori leader dell’economia reggiana, primo fra tutti la meccanica, comparto per il quale la flessione della produzione ha raggiunto il 4,4% (era -3,8% nel primo trimestre).
In calo, anche se più contenuto, il volume produttivo del sistema moda (-3,9%) e dell’industria delle materie plastiche -0,4%.
In ripresa, invece, le industrie di prodotti elettrici ed elettronici, che nel trimestre aprile-giugno di quest’anno hanno registrato un incremento della produzione dell’1,6% rispetto all’anno passato, e quelle della trasformazione alimentare (+1,2%), oltre al variegato comparto delle “altre industrie manifatturiere” (+1%). Stabile il settore ceramico.
Insieme alla produzione è in calo, per il secondo trimestre consecutivo, il valore delle vendite in provincia di Reggio Emilia, ridotto del 3,4%. La flessione ha coinvolto tutti i settori economici provinciali ad eccezione delle industrie alimentari, il cui fatturato si è incrementato dell’1,4%, e le “altre industrie” (+1,4%).


Relativamente alle vendite all’estero, le imprese esportatrici reggiane hanno registrato un calo del fatturato del 2,5% rispetto allo stesso periodo del 2018, con un andamento in controtendenza per le imprese alimentari, il cui fatturato è cresciuto, rispetto ad un anno prima, del 2,6%%, dell’industria delle materie plastiche (+1,1%) e delle “altre industrie manifatturiere” (+1,7%).
In territorio negativo anche il trend degli ordinativi complessivi del mercato nazionale ed estero che, nel periodo aprile-giugno dell’anno in corso sono calati del 2,2% rispetto allo stesso periodo del 2018.
Quanto alle previsioni espresse dagli imprenditori, queste non fanno ancora ipotizzare, per il terzo trimestre 2019, un rilancio dell’economia reggiana. Pur ipotizzando, più di quattro intervistati su dieci, una certa stabilità per tutti gli indicatori analizzati, la quota di coloro che ancora non vedono avvicinarsi la ripresa prevale su chi si schiera per la crescita.

 

congiuntura manifatturiera 2tr2019.jpg

 

L'Emilia Romagna comanda la classifica delle chiusure seguita dalla Sicilia e dal Veneto. 

Mestre 17 agosto 2019 - Sebbene nel secondo trimestre si sia verificata una leggera ripresa, permane il cattivo stato di salute dell’artigianato in Italia. Nei primi 6 mesi di quest’anno lo stock delle imprese artigiane è diminuito di 6.564 unità. Al 30 giugno scorso, il numero complessivo si è attestato a quota 1.299.549. Ad eccezione del Trentino Alto Adige, in tutte le altre regioni italiane il saldo [1] del primo semestre è stato negativo.

I risultati più preoccupanti si sono registrati in Emilia Romagna (-761), in Sicilia (-700) e in Veneto (-629). A dirlo è l’Ufficio studi della CGIA. Una moria, quella delle aziende artigiane, che dura ormai da 10 anni. Tra il 2009 e il 2018, infatti, il numero complessivo è sceso di quasi 165.600 unità.

 “La crisi, il calo dei consumi, le tasse, la mancanza di credito e l’impennata degli affitti – afferma il coordinatore dell’Ufficio studi Paolo Zabeo – sono le cause che hanno costretto molti artigiani a cessare l’attività. E per rilanciare questo settore è necessario, oltre ad abbassare le imposte e ad alleggerire il peso della burocrazia, rivalutare il lavoro manuale. Negli ultimi 40 anni c’è stata una svalutazione culturale che è stata spaventosa. L’artigianato è stato dipinto come un mondo residuale, destinato al declino e per riguadagnare il ruolo che gli compete ha bisogno di robusti investimenti nell’orientamento scolastico e nell’alternanza tra la scuola e il lavoro, rimettendo al centro del progetto formativo gli istituti professionali che in passato sono stati determinanti nel favorire lo sviluppo economico del Paese. Oggi, invece, sono percepiti dall’opinione pubblica come scuole di serie b. Per alcuni, infatti, rappresentano una soluzione per parcheggiare per qualche anno quei ragazzi che non hanno una grande predisposizione allo studio. Per altri costituiscono l’ultima chance per consentire a quegli alunni che provengono da insuccessi scolastici, maturati nei licei o nelle scuole tecniche, di conseguire un diploma di scuola media superiore”.

(In allegato il documento completo di CGIA di Mestre)

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Domenica, 18 Agosto 2019 06:34

I botti di Ferragosto.

Non c’è che dire, un Ferragosto con i botti come questo del 2019 non si vedeva da molto tempo. Rimandate le ferie per gli esausti parlamentari italiani, richiamati per assistere alla mega sfida a poker sotto le stelle cadenti.
  
di Lamberto Colla Parma  18 agosto 2019 -

Non c’è che dire, un ferragosto con tanti scintillanti botti non si vedeva da tempo, abituati ormai a vedere i trolley al seguito dei parlamentari uscire dal portone del transatlantico per buttarsi su Capalbio o sulle barchette proprie o di amici per godersi il tanto atteso riposo.

Da molto tempo non si sentiva più parlare nemmeno del “Governo Balneare”, tanto in voga negli anni ’60, ‘70 e ’80 quando le maggioranze erano particolarmente risicate e a farla da padrone erano i piccoli partiti che di volta in volta favorivano una o l’altra maggioranza.
Un “governo di transizione” che avrebbe dovuto durare giusto il tempo di una stagione in attesa che i leader dei partiti trovassero un accordo duraturo, almeno sino all’estate successiva.

Purtroppo, seguì il periodo in cui per la maggiore andava il “Governo Tecnico”, quello che avrebbe dovuto essere super partes e condurre il Paese seguendo scelte tecniche, responsabili e fuori dai giochi dei partiti. L’apoteosi si ebbe con l’arrivo del Governo “lodenato” di Mario Monti, tutto “Austerity” (per gli altri) e demagogia (memorabile la scenetta della frugale cena di capodanno in risposta alla provocazione del Senatore Roberto Calderoli).

A onor del vero, prima di Monti, il “Vate” dell’Austerity era Romano Prodi il quale, con quella bella faccia pacioccosa e rassicurante, ha scorrazzato dall’IRI al Governo nazionale passando per un bel periodo attraverso la Commissione Europea dove si è ben distinto per fare gli interessi d’altri e ben poco quelli dell’Italia.

Ed ora invece sembra essersi conclusa la fase sperimentale di un “Governo a Contratto”, quello “giallo-verde” per l’appunto.

Un Governo composto da due elementi in emulsione dove l’apparente solubilità è determinata dalla costante agitazione. Infatti, non appena il minipimer “Conte” ha interrotto il processo di sbattimento ecco che, come acqua e olio, i due elementi si scindono perfettamente.

E’ quello che è accaduto nel giorno di Ferragosto quando, all’ennesima provocazione di Salvini, il premier Conte ha risposto con una infuocata lettera (data lui stesso alla stampa e pubblicata sul profilo FB) nella quale l’accusava di “Sleale collaborazione .

Una lettera che è stata la miccia per i fuochi di ferragosto, alla fine dei quali tutti i leader si sono ritrovati al “tavolo verde da poker” al quale si è autoinvitato lo stesso Matteo Renzi, un campione della specialità che, con l’apertura al M5S, ha bloccato l’avanzata alle elezioni salvando di fatto il PD e i grillini da una ennesima batosta elettorale, riuscendo a prendere tempo per organizzare le file dei strampalate truppe “giallo-rosse”.

Un’efficace stratagemma che ha obbligato lo stesso Matteo Salvini a una riapertura a Di Maio, puntualmente rispedita al mittente.

Martedi 20 agosto si voterà la mozione di sfiducia a Giuseppe Conte e le ipotesi in campo sono molteplici: dal Governo Balneare a guida Conte con indipendenti, a un Governo Tecnico del Presidente, forse una nuova maggioranza M5S-PD o infine, meno probabile, una maggioranza di destra che però dovrebbe andare a cercare i soliti “responsabili”, quel manipolo di parlamentari corsari (un tempo c’era Verdini e C.) disposti a sostenere un’alleanza di Governo che da sola non avrebbe i numeri per legiferare.

Staremo a vedere quello che accadrà martedi prossimo, ma le aspettative non sono certamente rosee, qualsiasi formazione ne dovesse uscire.

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Video: https://youtu.be/6i2wGMTylAA  

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Editoriale:  - I botti di Ferragosto. - Le sorprese in dote all’USDA del 12 agosto - Allerta, pezzi di vetro nell'Aglio, olio e peperoncino -E’ allarme per i calabroni killer, un morto in Italia e un ferito grave in Spagna - Buon Ferragosto! -

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SOMMARIO Anno 18 - n° 33 18 agosto 2019
1.1 editoriale
I botti di Ferragosto.
2.1 lattiero caseario Lattiero caseario. 6 agosto 2019
2.1 Bis lattiero caseario Lattiero caseari. tendenza
3.1 cereali e dintorni Le sorprese in dote all’USDA del 12 agosto.
4.1 cereali e dintorni tendenze. Ripresa delle quotazioni nazionali
5.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. La sorpresa soia come era prevedibile
6.1 sicurezza alimentare Allerta, pezzi di vetro nell'Aglio, olio e peperoncino
6.2 salute e sicurezza E’ allarme per i calabroni killer, un morto in Italia e un ferito grave in Spagna.
7.1 ferragosto Buon Ferragosto!
8.1promozioni “vino” e partners
9.1 promozioni “birra” e partners

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