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L’annuale resoconto del CRPA sulla suinicoltura conferma il momento di positività del settore. Profitti registrati nell’esercizio 2013. Meglio è andata alle aziende specializzate nell’ingrasso.

Reggio Emilia, 24 aprile 2014 – 

Sembra ormai lontano il 2008, l’anno malefico che a questa attività aveva procurato una perdita di circa 0,06 € per kg di peso vivo, in media. Una piccolissima ripresa era stata registrata nel  2009. Scarsissimo il profitto pari a circa 0,005 €/kg peso vivo,  e nel 2010 un’altra ricaduta, con una perdita di circa 0,05 euro.

Da tre anni, invece, l'allevamento del suino pesante a ciclo chiuso riesce a generare profitti agli allevatori italiani. 

 Dal 2011 il Crpa è tornato a registrare dati economici con il segno positivo nella produzione del suino pesante, con circa 0,02 €/kg peso vivo, risultato che nel 2012 è salito a 0,09 euro e che nel 2013 si è attestato a quota 0,08. 

Dall’analisi presentata, lo scorso 16 aprile, dal  responsabile economico  del Crpa  Kees De Roest, i conti sono andati meglio in quegli allevamenti che fanno solo ingrasso. Infatti, in questoa tipologia di allevamento,  il Crpa ha registrato un costo di produzione pari a quello dell’anno precedente pari a 1,54€/kg.  Un risultato perseguito non solo dal calo del costo del magrone ma anche da un «sensibile aumento della produttività delle scrofaie». 

Un risultato apprezzabile che dimostra come la competitività delle imprese si realizzi anche attraverso il management e la gestione organizzativa dell’allevamento.

Suini Costi europei gde

 

Suino redditivita gde

Pubblicato in Agroalimentare Emilia
Venerdì, 18 Aprile 2014 11:31

Parma - Ancora recessione nel IV trimestre 2013

Tutti i settori economici hanno accusato un’ulteriore contrazione degli indicatori congiunturali, ma la frenata sembra allentarsi. I dati del Rapporto sul quarto trimestre 2013, elaborati dalla Camera di Commercio di Parma, descrivono una certa crescita soltanto nelle attività con l’estero, dove aumentano anche i risultati delle piccole imprese -

 

Parma, 18 aprile 2014 -

Il sistema Parma conclude il 2013 in una situazione di recessione, con alcuni timidi segnali positivi che passano dai rapporti con l’estero. E’ questo, in estrema sintesi, il quadro tracciato dal Rapporto congiunturale sul quarto trimestre 2014, elaborato dalla Camera di Commercio con Unioncamere Emilia-Romagna e nazionale.

Nell’industria produzione, fatturato e ordini segnano andamenti ancora negativi, mentre sono incoraggianti i dati su export e ordini dall’estero, con la buona notizia di una dinamica che riguarda anche le imprese di piccole dimensioni piccole (tra i 10 e i 49 dipendenti). Le imprese artigiane registrano una contrazione anche del fatturato estero (-1,2 per cento), mentre gli ordini da oltre confine appaiono in leggera crescita (circa 1 per cento). L’edilizia riduce il volume di affari del 5%, una diminuzione più lieve rispetto agli ultimi 12 mesi, ma comunque pesante. Il commercio al dettaglio, come avviene in modo continuativo dal 2008, riduce gli incassi anche nell’ultima fase del 2013. Calano in modo considerevole anche i consumi alimentari (circa -6 per cento).

INDUSTRIA

La situazione è ancora recessiva: la produzione, nel quarto trimestre 2013, è diminuita tendenzialmente del 2 per cento, che pure è un miglioramento rispetto al trend negativo del 3,9 per cento dei dodici mesi precedenti. Il risultato ottenuto dalla nostra industria è stato peggiore di quello dell’industria regionale (-1,5 per cento).

La produzione cala in tutti i settori industriali ad eccezione delle industrie meccaniche elettriche e mezzi di trasporto che realizzano un risultato positivo superiore all’1 per cento. L'andamento congiunturale del quarto trimestre è stato particolarmente pesante per le imprese di piccola dimensione, fino a 9 dipendenti e da 10 a 49 dipendenti (-3,0 per cento ciascuno), mentre nelle imprese di media dimensione (da 50 a 499 dipendenti) si è fermato al –0,7 per cento.

In calo nel quarto trimestre anche il fatturato, -1,9 per cento, ma è una diminuzione meno ampia rispetto al trend dei dodici mesi precedenti (-3,5 per cento).  Soffrono soprattutto le industrie della fabbricazione e lavorazione dei minerali non metalliferi, che hanno accusato una flessione del 12 per cento peggiorando il trend dei dodici mesi precedenti (-5,2 per cento) ma in generale tutti i settori hanno evidenziato variazioni negative ad eccezione del settore del legno e mobile (+0,5 per cento). Sono le imprese minori, fino a 9 dipendenti e da 10 a 49 dipendenti, ad accusare le flessioni più sostenute, rispettivamente -3,2 e -2,9 per cento.

Bene, ancora una volta, le esportazioni insieme alla domanda estera: nel periodo da ottobre a dicembre 2013 l’incremento tendenziale del fatturato estero provinciale è stato del 1,5 per cento, in leggero miglioramento rispetto al trend dei dodici mesi precedenti (+1,3 per cento). Il comparto della moda e le “altre industrie manifatturiere” (tra queste chimica, ceramica, carta-stampa-editoria)  hanno realizzato ottimi risultati segnando una crescita del fatturato estero rispettivamente del 7,9 e del 2,9 per cento. Un incremento significativo, anche se inferiore alla media provinciale, è stato registrato dalle industrie alimentari (+1,3 per cento). Solo le industrie del trattamento dei metalli accusano un calo delle vendite all’estero (-3,1 per cento). Risultati positivi per ogni classe dimensionale. Da segnalare l'incremento dell’1,9 per cento delle esportazioni messo a segno dalle piccole imprese (da 10 a 49 dipendenti).

Nel quarto trimestre calano anche gli ordini totali, -1,6 per cento, ma va meglio rispetto al trend negativo dei dodici mesi precedenti (-3,1 per cento). Solo nel settore delle industrie meccaniche, elettriche e mezzi di trasporto la crescita è dell’1,2 per cento, tutti gli altri settori segnano variazioni tendenziali negative. Da sottolineare il pesante calo (-9,7 per cento) delle industrie della fabbricazione e lavorazione minerali non metalliferi, e delle industrie del trattamento dei metalli (-3,4 per cento). I cali della domanda riguardano tutte le classi dimensionali: nelle imprese minori, fino a 9 dipendenti, la diminuzione si è attestata al -2,2 per cento, mentre nelle imprese maggiori, da 50 a 499 dipendenti, il decremento è stato solo dello 0,3 per cento.

Un'indicazione positiva giunge invece dalla crescita degli ordini esteri (+2,3 per cento) che contribuisce a migliorare l'andamento complessivo della domanda, segnato da una flessione di 1,6 punti percentuali. Tra i settori di attività si sono distinte le industrie meccaniche, elettriche e mezzi di trasporto (+3,1 per cento), le altre industrie manifatturiere (+3,4 per cento) e le industrie alimentari (+2,2 per cento).  Al contrario, è apparso particolarmente critico l'andamento della domanda estera delle industrie del trattamento dei metalli, che accusano un calo del 3 per cento. 

ARTIGIANATO MANIFATTURIERO

Il quarto trimestre del 2013 si è chiuso con un bilancio nuovamente negativo: tutti gli indicatori congiunturali hanno il segno meno ad eccezione degli ordini verso l’estero e, in generale, sono peggiori rispetto ai dati della totalità delle imprese manifatturiere. 

La produzione è diminuita del 4,1 per cento rispetto al quarto trimestre 2013, in misura leggermente inferiore al trend negativo dei dodici mesi precedenti (-4,8 per cento), e anche il fatturato ha replicato il medesimo, negativo risultato: - 4,1%. Battuta d'arresto per le esportazioni, con un calo tendenziale dell'1,2 per cento, dopo l’ultimo trimestre che aveva evidenziato un andamento ampiamente positivo (+5,3 per cento). A livello regionale sono apparse in decisa crescita (+6,0 per cento).

A calare di meno sono gli ordini complessivi che hanno accusato un calo tendenziale del 2,7 per cento. Il dato, migliore rispetto all'andamento del fatturato, sembrerebbe prospettare una evoluzione positiva per il prossimo trimestre. La domanda estera è apparsa in lieve crescita (+0,9  per cento) e conferma il trend positivo iniziato a fine estate. 

COSTRUZIONI

Nel quarto trimestre l’industria delle costruzioni ha registrato una diminuzione tendenziale del volume d'affari del 4,8 per cento, meno pesante rispetto al trend negativo dei dodici mesi precedenti (-9,1 per cento). Dato analogo per la regione (-5,1 per cento), mentre in Italia il calo tendenziale è stato del 10 per cento.

COMMERCIO AL DETTAGLIO

E’ ancora recessione, dopo 6 anni di contrazione delle vendite: gli incassi sono diminuiti tendenzialmente del 5,7 per cento.  E’ il commercio al dettaglio dei prodotti non alimentari a registrare la flessione più pesante (-6,6 per cento). In particolare le vendite di abbigliamento e accessori si riducono di quasi l’8 per cento mentre per i prodotti per la casa ed elettrodomestici la riduzione risulta meno pesante (-4,3 per cento).  Il commercio alimentare segna una diminuzione tendenziale pari al 6,1 per cento. Anche le vendite al dettaglio degli ipermercati, supermercati e grandi magazzini mostrano ancora una variazione tendenziale negativa (-0,4 per cento). 

Tutte le classi dimensionali registrano andamenti negativi ma particolarmente gli esercizi di piccola dimensione, fino a 5 dipendenti, con una flessione delle vendite del 7,8 per cento. 

 

(Fonte: ufficio stampa Camera di Commercio)

 

Il Gruppo bancario struttura due nuove linee di credito per un totale di 50 milioni di euro a supporto del gruppo internazionale leader mondiale nei settori delle macchine per ceramics, packaging, food e plastics -

 

Parma, 9 aprile 2014 –

Ha il cuore a Imola e un giro d’affari che arriva fino in Cina, passando dall’India e da oltre 80 Paesi del globo. E’ Sacmi, gruppo internazionale leader nei settori delle macchine per ceramics, closures, beverage, food e plastics, grazie all'applicazione di tecnologie innovative, al forte posizionamento sul mercato mondiale e alla ricerca continua di alti standard qualitativi e servizio al cliente. Tutte caratteristiche che hanno contribuito alla conferma del sostegno da parte di UniCredit che ha concesso all’azienda un nuovo finanziamento da 50 milioni di euro.

 

E’ stato infatti siglato nei giorni scorsi un accordo tra Sacmi e UniCredit per la concessione di un “pacchetto di finanziamento”, composto da due linee di credito per un totale di 50 milioni di euro. Obiettivo: sostituire un precedente credito - già parzialmente rimborsato – e concedere nuova liquidità a supporto delle strategie di crescita della società che è presente in 26 Paesi con oltre 70 società (stabilimenti, aziende di distribuzione e di servizio) che fanno capo alla Sacmi Imola.

Una presenza capillare che spiega come l'89% del fatturato del Gruppo sia legato all'export che raggiunge più di 80 Paesi. Il Gruppo Sacmi è infatti  in grado di assicurare in tutto il mondo assistenza e servizi efficienti grazie ad un Global Network che offre ai clienti un servizio rapido, efficace e diretto in qualsiasi continente

Questa operazione, realizzata dalla struttura di Corporate Centro Nord della banca, vede agire UniCredit in qualità di organizzatore e sottoscrittore unico che consolida il rapporto con un player solido e affidabile quale Sacmi. Quest’ultimo “Rappresenta – spiega Elena Goitini, Responsabile Area Commerciale Bologna di UniCredit - un esempio concreto di eccellenza in ambito industriale ed economico; e la conferma che un business di successo non può prescindere dalle linee conduttrici dell’innovazione e dell’internazionalizzazione. Quella di Sacmi è una storia imprenditoriale di successo contraddistinta da un dinamismo che UniCredit intende assecondare e accompagnare nel suo percorso di crescita, prova tangibile dell’impegno del Gruppo nel supportare le eccellenze italiane”.

 

“La presenza internazionale del nostro Gruppo e le esigenze che da questa originano – spiega Paolo Billi, Direttore Finanziario del Gruppo Sacmi e Investor Relator – ci ha fatto “incontrare” sempre più spesso il Gruppo UniCredit con il quale si è sviluppato un rapporto proficuo e di soddisfazione che intendiamo consolidare in futuro. Il finanziamento appena concluso rappresenta un passo di un cammino che ci auguriamo di fare insieme”.

 

(Fonte: ufficio stampa Unicredit)

 

Pubblicato in Comunicati Lavoro Emilia

Grande Reggio e Progetto Reggio in un convegno incontrano i protagonisti della cultura reggiana e le loro idee -

Reggio Emilia, 25 marzo 2014 -

 

La vivacità culturale di Reggio sarà protagonista del terzo convegno tematico organizzato dall’alleanza civica Grande Reggio – Progetto Reggio, che avrà luogo giovedì sera, alle 20:30 presso il palazzo del Capitano del Popolo. L’evento, organizzato e presentato da Stefano Maccarini insieme a Maria Giulia Tartaglione, entrambi membri del direttivo di Grande Reggio, sarà l’occasione per conoscere meglio una parte del vasto panorama di associazioni e gruppi che operano nel mondo della cultura, ma anche capire come un’amministrazione comunale può aiutare nel miglior modo possibile il fervore culturale di Reggio Emilia e metterlo a sistema.

“Con questo convegno vogliamo fotografare il panorama culturale reggiano e capire esigenze e potenzialità di un patrimonio creativo che bisogna valorizzare e saper coordinare – spiega Stefano Maccarini – per questo motivo mostreremo un breve documentario con le testimonianze di esponenti di diverse realtà culturali cittadine e poi discuteremo di esigenze, opportunità e prospettive dal punto di vista di chi la cultura la costruisce dal basso, con entusiasmo e partecipazione. Vogliamo che quest’incontro sia un po’ una vetrina e un po’ un volano di discussione tra chi la cultura in città la vive e la crea”.

“Reggio Emilia è da sempre una città colta e curiosa, dove le arti e lo spettacolo hanno sempre trovato casa – ribadisce Cinzia Rubertelli, candidato sindaco dell’alleanza civica Grande Reggio–Progetto Reggio – Proprio per questo motivo deve avere un ruolo forte e trascinante nell’operazione di rinascita che vogliamo per la nostra città. Uno dei punti cardine del nostro programma è l’ascolto delle esigenze e dei pareri dei cittadini, ed anche per la cultura sarà così. Tra i nostri primi provvedimenti in materia ci sarà infatti la creazione di una Consulta della Cultura, in cui esponenti di associazioni, gruppi e movimenti diventeranno un supporto permanente per la programmazione e la pianificazione degli eventi e dei programmi culturali della città”.

 

 (Fonte: ufficio stampa Cinzia Rubertelli)

 

CNA offre consulenza e assistenza per la presentazione delle domande dal 31 marzo 2014 -

 

Reggio Emilia, 18 marzo 2014 -

“Finalmente una buona notizia per le PMI (da 1 a 250 addetti) che intendono investire in macchinari, attrezzature, impianti, hardware, software per ottenere credito con costi contenuti”. Nunzio Dallari, Presidente provinciale CNA commenta così la notizia della nuova Legge Sabatini 2014 che prevede la concessione da parte delle banche di finanziamenti agevolati finalizzati a investimenti in beni strumentali delle PMI.

 

Con l’approvazione della nuova Legge Sabatini 2014, infatti, le banche e le società di leasing aderenti alla convenzione stipulata fra Ministero, ABI e CDP, potranno concedere finanziamenti per gli investimenti delle PMI con il relativo contributo, avvalendosi delle risorse messe a disposizione dalla Cassa Depositi e Prestiti quantificate nel triennio 14/16 in 2,5 miliardi di Euro

 

“Le domande possono essere inviate a partire dal 31 Marzo 2014 – spiega il Presidente Dallari - all’Istituto di credito prescelto, su moduli e con modalità definite dalla convenzione. Considerata la complessità e i tempi lunghi delle procedure, al fine di assistere le imprese, CNA ha organizzato un servizio di consulenza e assistenza”.

 

Nello specifico CNA di Reggio Emilia offre un servizio di: consulenza di ammissibilità dell’investimento e del beneficiario, prevalutazione parziale del merito creditizio, assistenza alla scelta e alla relazione con la banca o la società di leasing, redazione della domanda e redazione della dichiarazione di fine investimento e richiesta di primo contributo.

 

“Riteniamo fondamentale – conclude Nunzio Dallari – mettere gli imprenditori a conoscenza di questa importante opportunità e aiutarli ad ottenere i finanziamenti necessari allo sviluppo della propria impresa, specialmente in un momento così difficile per l’accesso al credito”.

 

Per informazioni e accesso al servizio rivolgersi a CNA tel. 0522 356309 oppure 0522 356389/336/251, email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

 

 

(Fonte: ufficio stampa CNA RE)

 

Domani, martedì 18 marzo, la presentazione in CNA -

Modena, 17 marzo 2014 -

Quando acquistate pensate di scegliere veramente? Pensate di essere voi a comprare le cose, oppure qualcuno ve le sta vendendo? L'arte di persuadere, comunicare efficacemente e rendere piacevole un concetto o un prodotto, è una scienza che si può apprendere: si chiama Neuromarketing & Neuroselling e la si può imparare nel corso che Ecipar organizza a partire dal mese di aprile: 16 ore di lezioni utili per massimizzare l'impatto della comunicazione con i clienti, aumentare l'efficacia commerciale e marketing del team di lavoro, individuare le leve che inducono all'acquisto. Il corso insegnerà anche ad applicare le idee del neuromarketing ai vari strumenti della comunicazione (mail, pubblicità stampate, sito web,social, telemarketing).
Il corso sarà presentato martedì 18 marzo alle 18:30, presso la sala Arcelli di CNA provinciale di Modena, nel corso di un utile e divertente seminario per scoprire assieme quali sono le leve che inducono l'essere umano ad acquistare, e quale parte del nostro cervello decide veramente. La partecipazione all'incontro è gratuita.
I titolari di imprese con dipendenti che versano regolarmente i contributi all'EBNA/EBER da almeno cinque anni, avranno anche l'opportunità di richiedere la restituzione dei costi per la partecipazione al corso di formazione (150 euro più iva per le imprese associate, 300 per i non associati).

(Fonte: ufficio stampa CNA MO)

 

Aumenta dell’1,8% l’export della provincia di Reggio Emilia nel corso del 2013.

Reggio Emilia, 14 marzo 2014 -

Una variazione inferiore a quella registrata dalla regione nel suo insieme (+2,6%) ma che ha portato il valore esportato della nostra provincia all’importo record di 8,6 miliardi di euro.

Il risultato ottenuto dalle esportazioni delle nostre imprese – sottolinea il Presidente della Camera di Commercio, Stefano Landi - conferma l’importanza dell’indirizzo assunto dall’Ente che nel 2013 ha investito più di 1,2 milioni di euro per l’internazionalizzazione”.

E proprio con la finalità di incrementare la competitività delle imprese sui mercati esteri – prosegue Landi – la Camera di Commercio ha stanziato 600.000 euro con i quali assegnare, tramite bando, contributi per la partecipazione delle PMI a fiere internazionali”.

Oltre la metà dell’export reggiano continua ad essere rappresentato dai prodotti metalmeccanici con 4,4 miliardi di euro fatturati oltre frontiera, il 2,9% in più rispetto al 2012.

In aumento anche l’export dei prodotti elettrici/elettronici (+5,1%) arrivato a quota 650milioni, il 7,6% del totale e dei prodotti ceramici (+8,4%) che con un valore di 899 milioni di euro rappresentano il 10,4% del nostro export.

Quasi stazionario (con una crescita che si limita ad un +0,3%) l’esportato dei prodotti alimentari e delle bevande: 606 milioni di euro, il 7% del totale, mentre si osserva un calo del 5,1% per il fatturato estero del comparto abbigliamento che pur scendendo a 1,4 miliardi di euro, rappresenta il 16% delle nostre esportazioni.

 

Esportazioni per merce in provincia di Reggio Emilia

Anni 2012 e 2013- valori in euro

Merci

2012

2013

Variazione %

Prodotti dell’agricoltura, della silvicoltura e della pesca

13.446.356

11.581.572

-13,9

Prodotti delle attività manifatturiere

8.414.646.241

8.573.072.406

1,9

di cui:

     

- Alimentari e bevande

604.537.782

606.082.553

0,3

- Tessile-abbigliamento

1.443.500.673

1.370.215.032

-5,1

- Ceramica

828.780.130

898.630.166

8,4

- Metalmeccanica

4.273.641.487

4.399.325.465

2,9

- Elettrica-elettronica

618.484.636

650.174.958

5,1

- Altre Manifatturiere

645.701.533

648.644.232

0,5

Altri prodotti e attività – Merci varie

22.530.060

15.490.006

-31,2

Totale

8.450.622.657

8.600.143.984

1,8

            Fonte: elaborazioni ufficio Studi Camera di commercio Reggio Emilia su dati Istat

Pur con comportamenti diversificati fra i settori Reggio Emilia continua a confermarsi una provincia in grado di mantenere alti i livelli competitivi sui mercati internazionali continuando ad occupare saldamente il terzo posto per valore esportato fra le province dell’Emilia Romagna preceduta da Bologna e Modena.

Il miglior andamento dei comparti metalmeccanico, elettrico/elettronico e ceramico inducono a presupporre che gli imprenditori reggiani siano stati in grado di intercettare ancora una volta in anticipo i segnali di ripresa in quei Paesi, soprattutto al di fuori dell’Unione Europea, che necessitano in particolare di prodotti strumentali (senza però retrocedere dalle posizioni acquisite nei mercati dell’Unione Europea). A fronte della stazionarietà di vendite nell’UE28 si osserva un incremento del 10,6% verso il mercato russo e del 4,6% verso quello turco. Al di fuori dell’Europa (che nel suo insieme registra un incremento dello 0,9% ed il 71% dell’export complessivo) si osservano andamenti positivi per tutti i continenti: +8,2% per l’Oceania che con 144milioni di acquisti si limita ad acquisire – per la distanza che ci separa – solo l’1,7% del nostro export; +6,9% per l’America che con 979 milioni di acquisto assorbe l’11,4% delle nostre vendite all’estero; +3,4% per l’Africa (395milioni di acquisti pari al 4,6% del totale); +1% per l’Asia (997milioni di euro, l’11,6% del totale).

Se poi si focalizza l’attenzione sui singoli Paesi si registrano aumenti significativi nei mercati statunitense (+16,6%) e brasiliano (+7%) in America, sudafricano (+6,7%), algerino (+52,6%) ed egiziano (+1,6%) in Africa; cinese (+5,2%) in Asia. In Oceania, l’Australia registra un +5,5%

 

Esportazioni della provincia di Reggio Emilia per aree territoriali

Anni 2012 e 2013 (valori in euro)

Aree territoriali

2012

2013

 

EUROPA

6.032.229.078

6.085.226.128

0,9

di cui:

     

- Unione europea 28

5.253.578.536

5.255.502.376

0,0

- Uem17

3.803.237.246

3.793.648.936

-0,3

- Russia

345.224.274

381.869.758

10,6

- Turchia

132.606.186

138.644.599

4,6

AFRICA

381.743.899

394.904.025

3,4

di cui:

     

- Sudafrica

87.574.158

93.465.790

6,7

- Algeria

33.459.526

51.068.380

52,6

- Egitto

43.188.631

43.859.288

1,6

AMERICA

915.568.417

978.587.598

6,9

di cui:

     

- Stati Uniti

465.971.367

543.504.689

16,6

- Canada

107.101.031

100.067.701

-6,6

- Brasile

83.767.316

89.661.531

7,0

ASIA

987.674.223

997.128.812

1,0

di cui:

     

- Cina

186.271.446

195.944.477

5,2

- Giappone

125.847.761

120.210.336

-4,5

- Arabia Saudita

79.155.891

77.974.553

-1,5

- Hong Kong

74.070.727

67.649.971

-8,7

- India

59.298.046

57.546.317

-3,0

OCEANIA

133.407.040

144.297.421

8,2

di cui:

 

 

 

- Australia

114.966.602

121.270.804

5,5

TOTALE

8.450.622.657

8.600.143.984

1,8

                   Fonte: elaborazioni ufficio Studi Camera di commercio Reggio Emilia su dati Istat

 

(Fonte: ufficio stampa Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Reggio Emilia)

 

 

Dalla Camera di commercio il primo report sull'economia locale nel 2013

Parma 27 febbraio 2014 ----

 

Uno scenario che, secondo il World Economic Outlook FMI, vede l’Italia concludere il 2013 con un PIL in contrazione dell’1,8% rispetto a un valore medio dell’area Euro in calo dello -0,4% (ma con Germania a +0,5% e Francia a +0,2%) e con la prospettiva di raggiungere nel corso del 2014 un +0,6% su scala nazionale e +1% in area Euro. Questa la cornice entro cui la Camera di commercio colloca l’analisi congiunturale dell’economia parmense nel 2013, dandone una prima fotografia che riflette la situazione del periodo gennaio-settembre.

Nei primi mesi l’economia di Parma vede rallentare la contrazione di tutti i principali indicatori: fatturato, produzione e ordini che, però, continuano a segnare dati negativi ormai da otto trimestri consecutivi. Le variazioni tendenziali risultano meno pesanti di quelle rilevate nei primi 9 mesi del 2012. 

A livello nazionale e regionale, l’andamento degli indici congiunturali è più pesante rispetto al parmense. 

 

Congiuntura Industria gde

Particolari riflessioni sono da riservare all’edilizia, che a livello provinciale, regionale e nazionale ha visto appesantire una situazione già profondamente critica. 

Si contrae di 686 unità il numero delle imprese attive nel parmense: nascono in numero molto contenuto (2.670, il più basso degli ultimi 11 anni) mentre oltre 3mila vengono cessate. Al 31 dicembre sono poco più di 42mila rispetto alle quasi 43.700 del 2008. Si assiste a una progressiva terziarizzazione dell’economia territoriale, una tendenza che tuttavia non garantisce lo stesso valore aggiunto procapite, perso nella contrazione della manifattura.

Le ore di cassa integrazione in crescita di quasi il 30% rispetto al 2012 e un tasso di disoccupazione che dovrebbe arrivare a 7,8 nel corso del 2014 sono ulteriori segnali di allarme di un’economia i cui contorni sono stati ridefiniti ormai in modo strutturale dalla crisi.

PR Cassa integrazione gde

 

Segnali positivi giungono dai dati sulle esportazioni provinciali sempre relativi al periodo gennaio-settembre 2013, che segnano un +3,8% in accelerazione rispetto al 2012 (+2,2% nel 2012) e più vivaci anche della media regionale (+2%) e nazionale (-0,3%).

L’analisi è stata presentata oggi dal presidente della Camera di commercio, Andrea Zanlari, e dalla responsabile dell’Ufficio studi, Giordana Olivieri.

«Anche i numeri dimostrano che la crisi sta incidendo profondamente sulla struttura della nostra economia e la recessione è nel nostro territorio ormai da 8 trimestri consecutivi – ha commentato Zanlari – mentre chi ha scelto di orientare la propria strategia commerciale verso i mercati esteri sta raccogliendo risultati incoraggianti. Questa capacità di leggere le varie dimensioni dell’economia di un territorio è un vero e proprio bene pubblico che le Camere di Commercio mettono a disposizione della collettività unitamente alle garanzie sull’affidabilità degli operatori economici, al sostegno alle imprese, all’accesso al credito, all’export, alla giustizia alternativa, per citare solo alcune delle nostre attività. In questa fase storica l’ente camerale può svolgere un ruolo determinante nella restituzione della fiducia alle imprese e ai lavoratori».

Valore aggiunto provinciale

Il valore aggiunto provinciale, secondo le stime Prometeia-Unioncamere, cala nel 2013 di meno che nel 2012 passando da -2,6% a -1,4% e con la prospettiva di riportarsi con segno positivo nel 2014 (+1%). La dinamica è leggermente più pesante di quella regionale (-1,1% nel 2013 e +1,1% nel 2014) e in linea con quella nazionale (-1,5% e +0,8%).

Distribuendo il valore aggiunto tra i settori dell’economia parmense, si evidenzia l’aggravarsi della situazione nell’edilizia, che perde l’11,4% nel 2013 contro un valore, pure in decrescita, del 7,7% nel 2012 con la prospettiva nel 2014 di una crescita zero. L’andamento del valore aggiunto nell’industria e nei servizi (comprendenti commercio, turismo e servizi in senso stretto) è abbastanza simile: la prima dal -3,5% del 2012 passa a un -2,2% nel 2013 e dovrebbe arrivare a +0,4% nel 2014; i secondi perdono l’1,2% nel 2012, lo 0,5% nel 2013 e guadagnerebbero un + 1,2% nel 2014. All’interno dei “servizi” però, per il commercio il 2014 confermerebbe un andamento critico: vi sarebbe ancora una contrazione, sia pure dello 0,5% rispetto a quella (- 2,8%) del 2013. Invece i comparti “altri servizi” e “intermediazione finanziaria” si avvicinano allo 0 nel 2013 (-0,5% i servizi, -0,1% l’intermediazione) e dovrebbero tornare a crescere nel 2014 (rispettivamente dell’1,2% e dell’1,4%).

Osservando la dimensione del valore aggiunto provinciale dal 2008 al 2013, si nota una contrazione complessiva del 6,9%. Tutti i settori presentano valori negativi nel quinquennio, con un allarmante -35,5% nelle costruzioni, un pesante -12,1% nel commercio e un altrettanto grave -9,9% nell’industria. 

Nello stesso arco temporale, il valore aggiunto procapite passa da quasi 29mila euro a poco meno di 26mila euro.

 

Industria

Per l’ottavo trimestre consecutivo la variazione della produzione è negativa (-2,5%). La nuova fase recessiva iniziata a fine 2011 ha condotto l’attività dell’industria provinciale a nuovi pesanti minimi. Particolarmente accentuata è la contrazione della produzione nei comparti della lavorazione dei minerali non metalliferi (-6%), del tessile (-5,5%) e del legno e mobili (-4,7%). Il calo produttivo grava maggiormente sulle imprese fino a 9 dipendenti (-3,7%) e sulle imprese con 50 e fino a 500 dipendenti (-3,5%) rispetto alle aziende di medie dimensioni, tra i 10 e i 49 dipendenti (-2,1%).

Il fatturato, la cui contrazione era andata allentandosi tra la fine del 2012 e metà 2013 (da -6,2% a -1,5%), è tornata ad appesantirsi (-2,9%) nel terzo trimestre. Anche in questo caso il dato complessivo rispetto al 2012 riporta una variazione negativa del 3%. A soffrire di più anche in questa dimensione sono la lavorazione dei minerali non metalliferi (-5,2%), il tessile (-4,7%) e la lavorazione del legno e mobili (-3,6%) cui si deve aggiungere il trattamento dei metalli, in calo del 3,7%. La contrazione dei fatturati si concentra maggiormente nelle imprese di piccole dimensioni (1-9 dipendenti) dove tocca il -3,3%; si allenta a -2,5% per le imprese tra i 10 e i 49 dipendenti e arriva a -2,2% per le aziende tra 50 e 500 dipendenti.

Andamento del tutto simile al fatturato ha avuto la dinamica degli ordini: si contraevano del 6,3% a fine 2012 e sembravano essersi stabilizzati (-0,4%) a metà dell’anno scorso; purtroppo sono invece ulteriormente diminuiti (-2%) tra luglio e settembre 2013. Lavorazione dei minerali non metalliferi (-6,2%), tessile (-5%) e lavorazione del legno e mobili (-3,8%) anche in questo caso sono i comparti a rallentare in modo più evidente. Analogamente al fatturato, ma con scarti più marcati, anche negli ordini la contrazione investe in modo più accentuato le imprese di piccole dimensioni (-3,2%), seguono le medie aziende (-2,3%) e si limita a -1,4% per le imprese più grandi.

Artigianato manifatturiero

Nell’artigianato si assiste a un lieve allentamento di una situazione critica, dove tutti gli indici congiunturali sono in contrazione da fine 2011. A partire dal primo trimestre dell’anno scorso si assiste al rallentamento della caduta di fatturato, produzione e ordini che, tra luglio e settembre si sono attestati a valori tra il -3% e il -4% (rispettivamente, -3,6%, -3,1% e -3,1%). La domanda estera è apparsa in crescita del 3,6% e segna un’inversione di tendenza rispetto al trend negativo dei dodici mesi precedenti (-1,2%). Ciononostante i dati complessivi dei primi tre trimestri 2013 rispetto allo stesso periodo del 2012 danno atto che l’artigianato manifatturiero ha subito e continua a subire gli effetti della crisi in misura più pesante dell’industria nel suo complesso.

Costruzioni

L’edilizia vede nel 2013 l’aggravarsi di una situazione già critica. Il fatturato dell’industria delle costruzioni si contrae nei primi nove mesi dello scorso anno dell’11,6% rispetto al periodo equivalente del 2012, il quale era già in calo del 4,8%. La contrazione del fatturato si è verificata anche a livello regionale, dove la situazione sembra però un po’ meno pesante: si passa infatti dal -2,2% del 2012 al -5,5% del 2013. In Italia, al -11,6% del 2012 è seguita nel 2013 un’ulteriore drammatica frenata (-11,2%). Il volume d’affari dell’edilizia parmense non smette di contrarsi dai primi mesi del 2011, ha toccato la massima decelerazione nel primo trimestre dell’anno scorso (-14,3%). Pesante è anche il calo registrato nell’ultimo trimestre preso in considerazione in questo studio (luglio-settembre 2013), pari a -10,9%, in aggravamento rispetto alla diminuzione del secondo trimestre (-9,5%).

Commercio

La fase recessiva del commercio, iniziata nel secondo trimestre 2008, dall'autunno 2011 è divenuta sempre più ampia e preoccupante ad ogni rilevazione ma aveva segnato un alleggerimento nel secondo trimestre del 2013. Nel terzo trimestre tuttavia la tendenza negativa è tornata ad ampliarsi con le vendite in calo del 7,4% rispetto al -5,4% del periodo aprile-giugno. Complessivamente, nei primi nove mesi dello scorso anno, le vendite si sono contratte del 7,2% rispetto allo stesso periodo del 2012. Gli esercizi minori soffrono maggiormente, con flessioni pari al 9,5% per la piccola distribuzione (1-5 dipendenti) e all’7,8% per la media distribuzione (6-19 dipendenti). La grande distribuzione (20 dipendenti e oltre) registra un calo inferiore alla media (-3,1%). Soffrono in particolare il commercio al dettaglio di abbigliamento (-10,6%), prodotti alimentari (-7,5%), prodotti per la casa ed elettrodomestici (-6,5%) così come la categoria di altri prodotti non alimentari oltre l’abbigliamento e i casalinghi (-7,5%).

La demografia delle imprese

Si contrae il sistema imprenditoriale parmense, fotografato dalla Camera di Commercio attraverso i dati Movimprese e relativi all’interno 2013: l’anno, come il 2012, il 2008 e il 2009, si è concluso con un saldo negativo di imprese. il territorio perde complessivamente 353 aziende, al netto delle cancellazioni d’ufficio. Il tema rilevante appare quello relativo alle nuove iscrizioni: al Registro Imprese della Camera di Commercio di Parma l’anno scorso si sono iscritte solo 2.670 imprese, il dato più basso degli ultimi 11 anni. Di imprese ne sono state cessate ben 3.023, il quarto dato più alto negli ultimi 11 anni.

 

I dati sulle iscrizioni e cessazioni di imprese si riflettono sulla consistenza complessiva del sistema imprenditoriale della provincia, che al 31 dicembre 2013 è costituito da 46.903 imprese registrate alla Camera di Commercio, di cui 42.163 attive. Quest’ultimo dato esprime la struttura imprenditoriale “effettiva” di Parma che registra 686 unità imprenditoriali in meno rispetto al dato 2012. La contrazione appare ancora più importante se si considera che a fine 2008 le imprese attive contavano 43.696 unità. Parliamo quindi di una perdita del 3,5% del tessuto imprenditoriale effettivo avvenuta negli ultimi 6 anni, vale a dire 1.533 imprese attive in meno. 

I settori che hanno perso più imprese nel 2013 sono l’edilizia (-354), l’agricoltura (-268), il manifatturiero (-184) e trasporti e spedizioni (-52). Saldi positivi presentano invece i servizi alle imprese (+100), il commercio (+56), assicurazioni e credito (+32) e il turismo (+12).

Diminuiscono le ditte individuali (-2,8%) e le società di persone (-1,5%), mentre crescono leggermente le società di capitali (+0,8%) e soprattutto le altre forme (+7,5) che tuttavia hanno un peso relativo sulla composizione complessiva dello stock delle imprese attive nel parmense: sono il 2,5%, contro il 57,8% di imprese individuali, il 21,3% di società di capitali e il 18,9% di società di persone. Con l’aumento delle società di capitali, continua ad irrobustirsi la struttura imprenditoriale, ma con maggiore lentezza rispetto al vicino passato.  Si tratta della crescita annuale più bassa (+0,8%) dal 2008 (tra il 2008 e il 2009, la crescita delle società di capitale era stata del 2,8%). 

Agricoltura, manifatturiero e costruzioni continuano a ridurre il loro peso nella struttura economica locale la quale prosegue nella tendenza verso la terziarizzazione: se nel 2009 i tre settori congiuntamente sfioravano il 50% dello stock delle imprese parmensi, oggi raggiungono il 46,5%. Commercio, turismo e servizi alle imprese e alla persona aumentano invece la loro incidenza. Anche se la crescita numerica del commercio è accompagnata ad un calo dell’apporto al valore aggiunto provinciale.

Le imprese artigiane rappresentano poco meno di un terzo (32,2%) dell’insieme delle imprese attive in provincia e ammontano a 13.604, valore ridottosi di 543 unità rispetto al dato 2012. Il saldo negativo si concentra tra le imprese artigiane del settore edile (-317 unità) che al 31 dicembre 2013 rappresenta circa il 40% delle imprese artigiane; pesante (-142) pure il saldo tra gli artigiani della manifattura, oggi circa il 25% delle imprese artigiane; in diminuzione anche i servizi (-76 unità) in cui si colloca circa un terzo di questa famiglia di aziende.

L’export

Nei primi nove mesi del 2013 le esportazioni parmensi sono aumentate del 3,8% rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente, in accelerazione rispetto all'incremento del 2,2% segnato nello stesso periodo del 2012. Complessivamente le esportazioni del 2013 (4.210 milioni di euro a valori correnti) hanno superato del 19,8% l'importo complessivo del 2008 (3.514 milioni di euro, il valore più alto prima della crisi internazionale).

Considerando i settori che contribuiscono maggiormente alle esportazioni provinciali, si rilevano aumenti significativi per macchinari ed apparecchiature (+6,8 per cento), prodotti alimentari (+5,4%), prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (+2,0%), prodotti chimici (+4,6%), articoli in gomma e materie plastiche (+6,6%) e articoli di abbigliamento (+7,5%). Hanno invece segnato una battuta d'arresto i prodotti della metallurgia (-11%), i prodotti in metallo (-6,4%), computer e prodotti di elettronica, ottica ed elettromedicali (-18,7%) e autoveicoli, rimorchi e semirimorchi (-4,0%).

Per quanto concerne i mercati di sbocco, America, Africa e Oceania registrano aumenti considerevoli (rispettivamente +17,2%, +14%, e +11,5%). In particolare l’export verso gli  Stati Uniti cresce del 21,6%. Pur crescendo di poco (+1%) il mercato europeo si conferma tuttavia il più importante, assorbendo esattamente i due terzi delle esportazioni parmensi (rappresentava il 67,6% nel 2012).

Sono sostanzialmente stabili le vendite in Asia (+0,3%), sebbene forti contrazioni si siano registrate in Cina (-12,4%) e in India (-31,2%).

 

Cassa integrazione e previsioni sulla disoccupazione

Sono oltre 5 milioni e 850 mila le ore di cassa integrazione autorizzate nel parmense nel corso del 2013 (dati INPS riferiti all’anno intero), valore in crescita del 29,5% rispetto al 2012. Ad aumentare è soprattutto il ricorso alla cassa integrazione in deroga (+62,2%), ma crescono pure le ore di cig ordinaria (+13,3%) e straordinaria (+6,7%). A livello regionale, il ricorso alla cassa integrazione si è ridotto complessivamente dell’1,2%, con un’importante frenata delle ore di cig ordinaria (-10,8)%. Crescono invece le ore di cig straordinaria e in deroga, rispettivamente dell’1 e dell’1,5%.

 

Le previsioni Prometeia-Unioncamere sull’evoluzione dei tassi di disoccupazione mostrano l’appesantimento della situazione tra il 2012 e il 2013, con un 2014 in cui sembra delinearsi un ulteriore leggero aggravio: Parma passa infatti da un tasso di disoccupazione del 6,3% nel 2012 al 7,7% del 2013 con la prospettiva di chiudere il 2014 a 7,8%; l’Emilia-Romagna passerebbe invece dal 7,1% del 2012 all’8,6% del 2013 che dovrebbe arrivare a 8,8% nel corso di quest’anno. A livello nazionale il tasso dovrebbe raggiungere il 13% nel 2014 partendo da un 12,2% riferito al 2013.

 

 

(Fonte CCIAA di Parma)

Pubblicato in Economia Emilia

Il presidente Stefano Landi ha rinunciato al compenso legato alle sue funzioni di presidente della Camera di Commercio.

 

Reggio Emilia, 19 febbraio 2014

 

Paola Silvi è il nuovo vicepresidente della Camera di Commercio di Reggio Emilia. La decisione è stata assunta dalla Giunta camerale, che ha così completato il percorso di rinnovo degli organi dell'Ente per il prossimo quinquennio.

Paola Silvi, che affiancherà il presidente Stefano Landi ai vertici della Camera di Commercio, è figura di spicco del mondo del commercio; titolare della Libreria all'Arco e già precedentemente componente la Giunta camerale, anche nel mandato appena avviatosi manterrà la delega alla promozione del territorio.

Conferme, sempre nell'ambito dell'attribuzione delle deleghe da parte della Giunta, anche per Giovanni Teneggi all'Osservatorio economico/Centro studi, per Lorenzo Giberti all'innovazione, formazione, scuola e università, mentre a Ivan Malavasi è stata assegnata la delega all'internazionalizzazione e ad Annamaria Mora quella all'agricoltura.

"Completeremo questi incarichi nei prossimi giorni – sottolinea il presidente della Camera di Commercio, Stefano Landi – rafforzando in tal modo il presidio e il lavoro su quei diversi ambiti di lavoro nell'ambito dei quali l'Ente camerale è chiamato ad esprimere un ruolo ancora più efficace a favore delle imprese e del territorio".

Stefano Landi rinuncia al compenso per il presidente

Stefano Landi ha rinunciato al compenso legato alle sue funzioni di presidente della Camera di Commercio.
La decisione è stata comunicata dall'interessato ai componenti la Giunta camerale.
"Ho assunto l'incarico di presidente – sottolinea lo stesso Landi – in puro spirito di servizio rispetto alla Camera di Commercio e al tessuto imprenditoriale e sociale al cui sviluppo l'Ente è chiamato a concorrere".

"La rinuncia al compenso – conclude Landi – è la coerente conseguenza di questa scelta e di questa convinzione, così come lo è e lo sarà il mio impegno finalizzato a rendere la Camera di Commercio uno strumento sempre più efficace a fianco delle imprese e per lo sviluppo del territorio".

(Fonte: ufficio stampa Camera di Commercio)

Forte crescita dell'export. Operatori stranieri a Reggio il 19-20 febbraio - 

Reggio Emilia, 18 febbraio 2014 -

La Camera di Commercio di Reggio Emilia punta al deciso rafforzamento degli scambi commerciali con alcuni Paesi dell'ex Unione Sovietica, con uno specifico focus su Kazakhstan, Turkmenistan e Uzbekistan.
Sono proprio gli operatori economici di queste nazioni che, il 19 e il 20 febbraio, saranno a Reggio per incontrare una trentina di imprese locali dei settori della subfornitura meccanica, della meccanica agricola e fun-parchi divertimento, per consolidare un rapporto commerciale che negli ultimi due anni ha registrato una vertiginosa crescita dell'export reggiano.
"In Kazakhstan, ad esempio – spiega il presidente della Camera di Commercio, Stefano Landi – dopo il +17,9% registrato nel 2011 e il +48,5% del 2012, nei primi nove mesi del 2013 le esportazioni sono salite a oltre 14 milioni di euro, quasi raddoppiando i valori dell'interno 2012".
Buoni andamenti – anche se con valori inferiori – si sono analogamente registrati per Turkmenistan e Uzbekistan, "come del resto sta accadendo – sottolinea Landi – in diverse realtà dell'Asia centrale, che oggi possono rappresentare un traino per lo sviluppo delle esportazioni reggiane in area extra Ue".
Da qui, dunque, l'iniziativa di incoming della Camera di Commercio, che segue di pochi giorni quella realizzata con operatori economici di Algeria e Marocco per il settore delle costruzioni e della filiera dell'abitare.
Una trentina, come si è detto, le imprese reggiane che il 19 e 20 febbraio saranno a confronto con gli operatori di Kazakhstan, Turkmenistan e Uzbekistan. Si tratta di Starpower srl, Irriland srl, Tecotec srl, Argo Tractors, Anceschi Alberto e Paolo snc, Imel Park srl, IE Park srl, Preston & Barbieri, Walvoil spa, Dallai Ernesto srl, Elivent, Braglia srl, Genmac srl, Amusement Project sas, Flexbimec International srl, Igr spa, Amco Veba, M.P. Group srl, F.lli Bonezzi srl, Ompi srl, Electrouno srl, Officine BRG srl, Apollo srl, Rovatti A. & Figli Pompe, Spaggiari Industria Gomma srl, Fbn srl, Carbognani impianti srl, Ma-Bo srl.

(Fonte: Dalla Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Reggio Emilia)

 

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