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Il presidente Vasco Errani in Assemblea legislativa: "Una situazione critica per l'economia e la crisi colpirà anche nel 2014". Fondi strutturali, riforme, sostegno alle aziende e per l'occupazione, investimenti per la sicurezza del territorio e azioni per la ricostruzione post sisma: "Così la Regione Emilia-Romagna ha agito per contrastare le difficoltà e io continuo a lavorare senza fare mai un passo indietro" -

Bologna, 17 dicembre 2013 -

Un 2013 complesso e un 2014 che si prospetta difficile. Ma un'Emilia-Romagna che pur non essendo fuori "dalla crisi più grave della nostra storia per occupazione e lavoro", tuttavia "ha i conti a posto" e registra "significativi risultati nell'utilizzo delle risorse a disposizione" e nel "contrasto alle difficoltà dettate dall'economia". Ecco come la Regione Emilia-Romagna "ha agito per contrastare la crisi e io continuerò a lavorare senza fare un passo indietro".

Così, il presidente della Regione Emilia-Romagna, Vasco Errani, ha questa mattina tracciato un bilancio dell'anno appena trascorso davanti all'Assemblea legislativa, chiamata a discutere una relazione sullo stato di attuazione del programma di legislatura.

Ha dato rilievo alla difficile congiuntura, il presidente Errani, partendo dal dato dei "9 punti di Pil persi dal 2008" e al 8,9 per cento di disoccupazione in Emilia Romagna, "un dato elevatissimo per la nostra regione, pur a fronte di un 12,2 per cento di media nazionale". Dunque "calo della produzione, difficoltà per una parte significativa delle imprese, crisi del credito, aumento delle diseguaglianze e fenomeni di precarizzazione sociale, non solo lavorativa". Dati "preoccupanti" cui nella propria relazione il presidente ha sommato la crisi delle istituzioni, a indicare "la necessità di riforme profonde a partire dall'Unione europea".

In questo quadro l'Emilia Romagna "ha cercato di lavorare per attraversare la crisi mettendo allo stesso tempo in campo strategie di una crescita intelligente fondata su economia verde e qualità sociale".
"Il lavoro che abbiamo fatto – ha affermato Errani - è di assoluta qualità. Abbiamo gestito, insieme alle forse sociali e datoriali, migliaia di crisi. Strumento fondamentale insieme al sostegno al credito sono stati gli ammortizzatori in deroga: questa Regione ha usato per la mobilità solo il 3% dei fondi, meno di chiunque in Italia". L'altra leva "è stata quella del sostegno al credito: sono convinto che le scelte da noi fatte con i consorzi fidi e di garanzia abbia consentito a centinaia di imprese di non chiudere. Ma alcune norme europee e nazionali vanno riviste, come anche nel campo degli ammortizzatori in deroga".

Altri risultati, ha aggiunto Errani, sono stati registrati nel campo dell'export (+2% nel manifatturiero negli ultimi 3 anni, pur non recuperando il Pil) e dell'agricoltura, con una produzione lorda vendibile significativamente cresciuta tra il 2007 e il 2012.
Un passo importante della propria relazione il presidente della Regione lo ha dedicato alla chiusura della programmazione dei Fondi strutturali europei 2007/2013: "Questa Regione, come sempre, non lascerà nemmeno un euro nell'utilizzo di questi fondi, e siamo più che soddisfatti di questo risultato. Ora – ha aggiunto - si decida dove investire e come sulla base di chi ha saputo dimostrare di essere efficiente e di qualità per una nuova programmazione, anche integrata con i fondi regionali, perché si tratta delle risorse più importanti di cui disporrà questo Paese dal 2014 al 2020, bisogna che non perdiamo questa opportunità". In questo senso, ha specificato Errani, "le Regioni hanno già fatto un primo accordo col ministro Trigilia".

Infine, il presidente della Regione si è soffermato sulle politiche socio-sanitarie ("la nostra sanità ha i conti in regola, continueremo a investire su un nuovo welfare") e sulla ricostruzione post terremoto. In relazione a quest'ultimo aspetto, il presidente e commissario per ricostruzione ha sottolineato come il processo di rinascita nell'area "non è certo compiuto ma è in corso", e dopo aver ricordato "il raggiunto obiettivo non semplice dell'utilizzo al 100% dei fondi europei per l'emergenza, per cui c'era uno scetticismo di molti", ha annunciato che "entro il 23 dicembre saranno varate una serie di linee guida per rendere omogenei i percorsi per i professionisti".
Quindi il nuovo piano rifiuti (che sarà presentato entro gennaio) e gli investimenti per la sicurezza del territorio, 1 miliardo negli ultimi 6 anni ("vogliamo diventare la prima Regione ad avere un piano di gestione dei rischi").

"Questa Regione è ciò che fa e io – ha concluso Vasco Errani rivendicando con orgoglio il proprio ruolo e operato – continuerò a lavorare discutendo, confrontandomi, affrontando eventuali polemiche senza mai fare un passo indietro rispetto alle mie responsabilità".

(fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)

 

Tra record negativi, caos fiscale e una Legge di Stabilità poco incisiva secondo la CNA provinciale bisogna agire subito per evitare tristi bilanci anche nel 2014 -

Reggio Emilia, 12 dicembre 2013. Agire con rapidità in termini di radicale abbassamento della pressione fiscale, di incentivi ai consumi prontamente utilizzabili e di politiche del lavoro, oltre, naturalmente, ai tagli della spesa pubblica che devono essere la priorità di una politica non autoreferenziale che si preoccupa del bene comune”.Nunzio Dallari, Presidente provinciale CNA, sintetizza in questi tre semplici passi le azioni immediate da compiere per far ripartire l’economia.

Secondo gli ultimi dati Istat – continua il Presidente CNA - il Prodotto interno lordo, nel terzo trimestre 2013, segna una variazione congiunturale nulla, interrompendo la caduta iniziata nel terzo trimestre 2011. Un dato che può essere letto come un debole segnale positivo ma che di certo non basta per poter dichiarare la fine della recessione”.

Come si può parlare di ripresa – incalza Dallari - quando assistiamo ancora a record assoluti per il tasso di disoccupazione giovanile, che a ottobre è balzato al 41,2%, a record negativi per i prestiti alle imprese registrati sempre a ottobre da Banca d’Italia, con un -4,9% su base annua, e alla continua crescita della pressione fiscale che in un anno è passata dal 42,5 al 44% facendo salire l’Italia al quarto posto in Europa tra i Paesi più tartassati?”

La CNA ha sostenuto con forza a diverse riprese le esigenze primarie delle piccole e medie imprese per avere una boccata d’ossigeno e rilanciare i consumi. Non sono sufficienti le misure poco incisive contenute nella Legge di Stabilità proposta dal Governo. Occorre un sostegno più convinto al Fondo di Garanzia per il credito alle imprese.

Sappiamo bene – tiene a precisare il presidente Dallari – che le esigenze di rilancio dei consumi e degli investimenti vanno coniugate con gli obiettivi di finanza pubblica.  Ma in materia fiscale, non sono più rinviabili i tagli all’imposizione sugli immobili strumentali, vale a dire i capannoni, i laboratori, i negozi e gli alberghi, dove si lavora e si crea occupazione e la pressione fiscale va alleggerita. Bisogna, poi, assolutamente uscire dal caos fiscale in cui versano imprese e famiglie in queste ultime settimane dell’anno: è inaccettabile non sapere per mesi se una tassa va pagata o meno (la vicenda IMU insegna ma anche la tassazione sui rifiuti va assolutamente riordinata e riparametrata). Per la prima volta anche chi, come CNA, s’impegna ogni giorno al fianco delle imprese dando loro consulenze e soluzioni, rischia di essere in forte difficoltà per la mancanza di indicazioni chiare da fornire ai propri soci/clienti”.

Nemmeno sul costo del lavoro chiediamo la luna – conclude Nunzio Dallari  - ma semplicemente che venga subito ristabilito il sacrosanto principio di equilibrio tra contributo e prestazione. Occorrono misure strutturali in questo senso, per dare una speranza per il futuro ai tanti giovani reggiani che, mai come in questi mesi, non riescono a trovare un lavoro dignitoso.

C’è poi il tema della politica che deve darsi una mossa se vuole recuperare quel valore sociale che ha sempre avuto sino a un decennio fa. Il momento per agire è ora se non vogliamo che la triste eredità del 2013 con 93 aziende chiuse al giorno (e con la conseguente perdita di posti di lavoro) si ripeta anche nel 2014”.

(Fonte:ufficio stampa CNA RE)

 

 

#CibusAgenziaStampaElettronicaAgroalimentare -c.a.s.e.a.-

 

 

SOMMARIO Anno 12 - n° 49- 09 dicembre 13

(PDF Scaricabile)

1.1 editoriale

Siamo ridicoli! Sveglia popolo! 

3.1 import

Sempre al fianco di chi difende il made in Italy e l’agricoltura italiana.

4.1 lattiero caseario                                             

Nessuna variazione salvo il Parmigiano di 12 mesi. 

5.1 agricoltura

De Girolamo al Brennero con la Coldiretti: “difendiamo il vero made in Italy e veri agricoltori”.

6.1 novità veronafiere

Vinitaly, i premi di per le eccellenze enologiche.   Sol d’Oro, il concorso oleario che piace ai buyer esteri                                            

6,2 sardegna

Sardegna, De Girolamo: pagati 16 milioni di euro di aiuti diretti

6,3 sicurezza alimentare

Coldiretti “La Battaglia di Natale”

8,1 Cibusonline novita’

Buona la prima! Cibus Agenzia Stampa Elettronica Agroalimentare (C.A.S.E.A.) si   è rinnovata ancora.

9.1 marketing            

 Strategie commerciali delle Cooperative agroalimentari.

10.1 comunicazione commerciale     

 Natale con Stepa

 

Cibus 49 COP

 

 

 

 

 

 

Pubblicato in Agroalimentare Emilia
Domenica, 08 Dicembre 2013 12:05

Siamo ridicoli! Sveglia popolo!

 

di Lamberto Colla ---

Del caso Cancellieri non v’è più traccia nelle cronache. Tutti i riflettori accesi sull’inutile disfida “democratica” e, mentre la “coldiretti” blocca i camion al Brennero, il “Made in Italy” viene massacrato a Prato insieme a 7 morti e centinaia di schiavi sotto gli occhi di tutti.  

Parma, 8 dicembre 2013 -

Tanto rumore per nulla. Sono ferme al 20 di novembre le ultime cronache sul caso Cancellieri_Ligresti. Poi più nulla. Tutto caduto nel silenzio e ognuno è tornato a fare il proprio mestiere. Certamente più importante era la notizia della decadenza da Senatore di Silvio Berlusconi e del suo “dudu” che gioca con Putin. 

Ancor più importante, perchè sul risultato si giocherà il futuro del Paese, la sfida che si consumerà proprio oggi 8 dicembre tra il “dotto” Cuperlo, il “trendy” Renzi e l’”outsider” Civati che manco l’onore di essere intervistato da Fazio ha avuto.

E mentre tutto questo bel “fumus”, ottenebrante e rincoglionente, è calato sulle teste di tutto il popolo italiano ci infilano una  IMU mascherata, tagliano quasi tutte le pensioni d’oro tranne, ovviamente, quelle dei 2700 parlamentari a riposo. 

Ma grande risonanza mediatica, invece, ha avuto la legge che punisce gli incendiari.  Uno sforzo intellettuale impressionante per il quale gli estensori dovranno farsi almeno almeno un mesetto di ferie in qualche centro termale o villaggio benessere. 

Vogliamo scommettere che troveremo in galera il contadino che ha dato fuoco alle sue stoppie e non i camorristi che sotterrano i rifiuti tossici?

  • Made in Slavery” - Al Brennero le cosce di maiale a Prato un intero mondo sconosciuto, o quasi - 

Migliaia di agricoltori con Ministra di sostegno al seguito a bloccare e controllare i camion provenienti dal nord europa con derrate “Italian Sounding”.  Più che una protesta una operazione mediatica per riproporre la necessità di difendere i prodotti nazionali. Quasi un rituale e una colorata messinscena ma ci sta sia nei modi che nella sostanza. Peccato che negli stessi giorni il Made in Italy venga mortificato proprio dal centro Italia. Ci sono voluti 7 morti arrostiti per “scoprire” che a Prato, la vera China Town d’Europa, si produce  e etichetta Made in Italy solo esclusivamente con i nuovi schiavi. Cinesi anch’essi che dormono ammassati e a turno sul medesimo giaciglio in camerate poste sopra i locali di lavoro. 

Si scopre che nel bel mezzo di un Centro Commerciale all’ingrosso “cinese” (vedi link a PadovaOggi) c’era addirittura una scuola per bambini cinesi, perfettamente attrezzata con aule, gessetti e lavagna con l’identificazione della aule ovviamente in caratteri cinesi. Una decina di aule per centinaia di studenti.

Centro Ingrosso Cina - Padova Oggi

Una società, quella cinese, che vive e prospera all’interno della nostra ma applicando le loro leggi e la loro giustizia. Una società invisibile di cui raramente si parla e soprattutto si contrasta. 

Perché quel tipo di “società” deve essere contrastata e perseguitata. E’ un tumore per la nostra società, la nostra economia e un insulto alla nostra morale.

  • “Made in Slavery” “Fatto in Schiavitù” -

Vengono perseguitati i “Vu Cumprà” sulle spiagge per lo spaccio di qualche “firma” falsa e non si ferma una intera industria del “made in Italy”  anzi no, “Made in Slavery”

Centinaia di schiavi moderni lasciati morire, proprio da noi che ci reputiamo la culla delle civiltà! Non ci sono scuse bisogna agire e stroncare questi illeciti e la prossima volta, invece del Brennero, prendete la strada di Prato e invece della Ministro dell’agricoltura vada la Ministra della Giustizia Cancellieri. 

La comunità cinese ha colonizzato tutto il distretto produttivo dell’abbigliamento di Prato. Produce con etichette “Made in Italy” utilizzando personale IN SCHIAVITU’. E’ inaccettabile anche moralmente che non vengano perseguitati i responsabili e irresponsabili comandanti cinesi e i fiancheggiatori di qualsiasi nazionalità essi siano.

Gli ispettori dell’INAIL e del Ministero del Lavoro ti piombano in due per contestare una ritardata comunicazione di un giorno e ti appioppano 116€ di multa mentre sfugge al controllo di centinaia di aziende produttive e commerciali condotte da un dipendente soltanto ma coadiuvato da decine di irregolari. 

E’ allucinante ma purtroppo questa è la cruda realtà che nessuno vuole vedere.

E allora continuiamo a seguire le storie di DUDU che ora ha anche la sua pagina Facebook... 

(ultima ora. Il profilo di Dudù è sparito. E pensare che in poche ore aveva  raccolto ben 800 amicizie).

SVEGLIA POPOLO!

 

Pubblicato in Politica Emilia

Andranno alla memoria del Commendatore Vando Veroni, a Orietta Berti e a Ivan Lusetti i riconoscimenti assegnati dalla Camera di Commercio di Reggio Emilia nell’ambito della decima edizione del “Regium Lepidi”, destinato a premiare quei reggiani illustri che hanno contribuito, con la loro attività, a diffondere nel mondo la conoscenza del nostro territorio e a tenerne alto il nome.

Reggio Emilia, 5 dicembre 2013 -

La consegna dei riconoscimenti camerali avverrà nell’ambito della premiazione relativa al concorso “Lavoro e Progresso Economico” (conosciuto anche come “Fedeltà al lavoro”), in programma sabato 7 dicembre alle 10,00 al Centro Malaguzzi.

Assegnato nella precedente edizione (2011) alla memoria del cav. Lauro Ferrarini e a Zucchero “Sugar” Fornaciari, il “Regium Lepidi” è il più alto riconoscimento della Camera di Commercio.

L’assegnazione alla memoria di Vando Veroni, scomparso recentemente, Grande Ufficiale della Repubblica Italiana, non rappresenta soltanto il riconoscimento dei meriti dell’imprenditore e dirigente (Veroni, tra l’altro, fu vicepresidente della Cassa di Risparmio, presidente di Confidi, vicepresidente di Api, presidente dell’A.C. Reggiana e vicepresidente della Pallacanestro Reggiana); “Vando Veroni – disse il presidente della Camera di Commercio, Enrico Bini, all’indomani della scomparsa dell’imprenditore correggese - è stato un protagonista della vita del nostro territorio in molti ambiti, ma la sua sobrietà non lo ha mai portato a cercare palcoscenici. Nonostante i suoi successi e gli importanti ruoli che ha ricoperto in campo economico-finanziario, in ambito sociale, culturale e sportivo, Vando Veroni è rimasto un tifoso tra i tifosi, un esempio di passione verso questo territorio e questa città”.

Con Ivan Lusetti, il “Regium Lepidi” viene poi assegnato ad uno dei grandi protagonisti della storia della cooperazione reggiana. Anche qui, un premio a un dirigente con 30 vissuti alla presidenza di una cooperativa (la CIR) che proprio sotto la sua guida è passata da piccola impresa locale ad azienda di caratura internazionale e, al tempo stesso, al Legame di Lusetti a valori e a principi autenticamente cooperativi che ha trasmesso, diffuso e praticato in ogni azione, con un’attenzione particolare alla valorizzazione delle risorse umane.

Un grande abbraccio attende poi al Malaguzzi Orietta Berti, “l’usignolo di Cavriago”: una straordinaria carriera che già nel 1965 la vide vincitrice di “Un disco per l’estate”, per poi divenire una delle interpreti italiane più amata dal pubblico di tutti i tempi. Una storia di successi (oltre 15 milioni di dischi venduti, quattro dischi d’oro, un disco di platino e due d’argento, tournèe in tutto il mondo) che ha sempre parlato anche della sua terra d’origine e di quel legame con Reggio che nel 2012 l’ha portata anche ad essere testimonial della campagna di raccolta fondi “Io ci credo”, per finanziare il reparto di radioterapia dell’ospedale Santa Maria Nuova.

Alla consegna del “Regium Lepidi”, sabato al “Malaguzzi” seguirà poi la consegna dei premi “Lavoro e Progresso Economico” ad imprenditori, lavoratori e imprese che con la loro lunga e proficua attività hanno lasciato e continuano a lasciare importanti tracce nella storia dell’economia locale.

Tra queste storie, spiccano quelle di 6 imprese ultracentenarie ancora ben attive (e iscritte al Registro Nazionale della Imprese Storiche): “Medici Ermete & Figli”, nata nel 1900, Azienda agricola “La Ca’ dei lupi” (fondata nel 1852), “Davolio Marani Luigi e Antonio” (le origini datano 1896), “Ca’ De’ Medici” con le origini che risalgono al 1911, “Azienda Agricola Baiocchi” (attiva dal 1865) e “Cantarelli 1876” (nata, appunto, in quell’anno).

(Fonte: ufficio stampa Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Reggio Emilia)

 

Domenica, 01 Dicembre 2013 11:53

Di nuovo! A noi le Tasse a loro i Vitalizi

di Lamberto Colla ---

Una dimenticanza l'avere escluso la categoria dei parlamentari dall'applicazione del contributo di solidarietà sulle pensioni superiori a 90.000 euro.

Parma, 01 dicembre 2013 -

Il vice ministro all'economia Stefano Fassina, raggiunto da "il Fatto Quotidiano" replica che il provvedimento sarà emendato alla Camera.

Guarda caso tutte e tutte le benedette volte che tocca a loro non si riesce a scucire un centesimo. E pensare che la storia dei vitalizi è da a molto tempo che viene riproposta. Precisamente due anni fa, era il 25 novembre 2011, le cronache riportavano questa grande novità introdotta dal Governo Tecnico Monti: "Basta vitalizi d'oro per i senatori. Ma soltanto dalla prossima legislatura". Giusto perché sarebbe fuorilegge incidere sui diritti acquisiti.

Nel 2013 una dimenticanza che verrà emendata, forse. La storia si ripete.

- Una "Dimenticanza"? -

Come riporta tempestivamente il "Fatto Quotidiano" lo scorso 28 novembre, ""sugli importi dei trattamenti pensionistici corrisposti da enti gestori di forme di previdenza obbligatorie" si applicherà un "contributo di solidarietà" del 6 per cento sugli importi superiori ai 90 mila euro l'anno che sale al 12 per cento sopra i 128 mila euro e al 18 per cento per la quota eccedente i 193 mila euro l'anno. La lista delle forme di previdenza obbligatorie è consultabile sul sito dell'Inps. C'è di tutto: i fondi del super-ente pensionistico (Inps, ex-Inpdap ed ex-Enpals) le varie Casse autonome (avvocati, ingegneri, medici, commercialisti) l'Inpgi dei giornalisti. Ne manca una, il sistema che regola i vitalizi parlamentari degli ex onorevoli".

- Ci si è messa pure la Corte di Cassazione -

E' del 30 luglio scorso la notizia che la Corte di Cassazione ha imposto di restituire ai 250 Parlamentari in pensione quanto indebitamente trattenuto a titolo di contributo di solidarietà. Stop quindi ai prelievi del 5% per vitalizi di oltre 90mila euro lordi e del 10% per quelli da oltre 150mila euro lordi. Non solo stop ai prelievi, ma anche al via i rimborsi.

- E dei rimborsi viaggi dei Parlamentari già "pensionati" che diciamo? -

Oltre ai diritti intoccabili perché acquisiti in precedenze esiste un preciso capitolo nel bilancio 2012 della Camera che riporta 800.000€ per spese di trasferta degli ex Deputati (in totale sono circa 2.700).

Un centro di costo, ampiamente stroncato dalla scure dei tagli per 1.650.000€ dal 2010, che comunque rimane consistente, per mandare in "vacanza" a Roma i pensionati d'oro del Parlamento. Chissà quanto avranno da fare e soprattutto a favore della collettività!

Una sola parola: "spudorati"!

- Il rimedio della Nonna -

Regaliamo il rosmarino a tutti i parlamentari. Male che vada, se non dovessero riprendere memoria e buon senso, lo useremo per fare l'"arrosto"!
Pubblicato in Politica Emilia
L'appuntamento è per mercoledì 27 novembre con importanti ospiti delle realtà istituzionali locali e tunisine tra cui il Consigliere economico dell'Ambasciata tunisina in Italia -

Reggio Emilia, 25 novembre 2013 -
 
Continua inarrestabile la marcia di CNA verso l'internazionalizzazione delle imprese reggiane. CNA Servizio Estero, infatti, in collaborazione con FIPA Tunisia-Milano, organizza per il prossimo mercoledì 27 novembre dalle 11 presso la sede provinciale CNA in via Maiella 4, una giornata istituzionale seguita da un focus Paese dedicato agli imprenditori interessati ad operare sul territorio tunisino. Risorse umane qualificate, ammodernamento del sistema imprenditoriale, investimenti infrastrutturali e libera concorrenza fanno, infatti, della Tunisia un'importante occasione di business per le PMI.

Il ricco programma della giornata prevede i saluti istituzionali di Nunzio Dallari, Presidente CNA Reggio Emilia, Pierluigi Saccardi, Vicepresidente della Provincia di Reggio Emilia e Carlo Maffei, Presidente Credito Cooperativo Reggiano, per poi proseguire con gli interventi di Mohsen Sebai, Consigliere Economico Ambasciata Tunisina in Italia, Hechmi Chatmen, Delegato Generale dell'Agenzia Tunisina di Promozione dell'Investimento Estero – FIPA Tunisia Milano, e Bruno Cassola, Responsabile Internazionalizzazione Iccrea Banca Impresa.

"Questa iniziativa – spiega il Presidente CNA Nunzio Dallari - rientra all'interno del percorso di promozione della filiera dell'abitare e del costruire in Nord Africa. L'impegno di CNA è, infatti, quello di offrire alle piccole e medie imprese nuove opportunità di sviluppo e crescita di fatturato all'estero per favorire l'internazionalizzazione e vincere, così, le nuove sfide imposte dal mercato globale".

Le conclusioni saranno affidate ad Alfeo Carretti, Presidente CNA Servizio Estero, che aggiunge: "Dal punto di vista commerciale la posizione strategica della Tunisia le consente di fungere da ponte per attivare canali privilegiati con altri paesi dell'area Maghreb e più in generale dell'intero continente e di essere un mercato in via di sviluppo sempre più interessante per le eccellenze della produzione emiliano-romagnola, anche grazie ai grandi investimenti governativi allocati".

Per maggiori informazioni e adesioni rivolgersi a Daniela Fent, email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., tel. 0522 1482071.

(Fonte: ufficio stampa CNA RE)
Sono in preoccupante aumento – e tutte collegate a fattori esterni, tra i quali spicca la crisi economica - le angosce e le preoccupazioni dei giovani della montagna rispetto al futuro -
 
Reggio Emilia, 25 novembre 2013 -
 
Il 42,6% dei ragazzi (e in questo dato spiccano le maggiori difficoltà della componente femminile, che balzano al 57,3%) vive l'approccio al domani con pessimismo (8,2%), si sente confuso (stato d'animo che riguarda il 18,7% del totale e il 26,3% delle ragazze), angosciato (5,6%) e in ansia (10,1%).

Le ultime indagini dell'Osservatorio dell' Appennino Reggiano della Camera di Commercio – presentate venerdì a Castelnovo ne' Monti nell'ambito della quarta Conferenza dell'Appennino – parlano dunque di fragilità in aumento e strettamente legate al perdurare della crisi economica.

I giovani della montagna – come hanno sottolineato il presidente della Camera di Commercio, Enrico Bini, e il responsabile dell'Osservatorio Camerale, Giovanni Teneggi – appaiono molto più sicuri dei propri mezzi, delle proprie capacità, del loro livello di preparazione scolastica e professionale rispetto a pochi anni fa, ma le difficoltà economiche e di inserimento lavorativo, unite alle incertezze del quadro politico internazionale, in soli due anni hanno assunto il peso di macigni tra le preoccupazioni dei giovani.

Le analisi curate dal Laboratorio di Economia Locale dell'Università Cattolica di Piacenza in collaborazione con le scuole superiori castelnovesi sono eloquenti: nel 2011 si diceva preoccupato della crisi economica il 22,5% dei giovani della montagna, ma oggi la percentuale è balzata al 57,9%. Analogo l'andamento riguardante le difficoltà nell'accesso al lavoro, che dal 2011 al 2013 hanno visto le preoccupazioni quasi raddoppiate (dal 20,4 al 38,6%) e l'elevata disoccupazione, che oggi preoccupa il 28,7% dei giovani rispetto al 16,3% del 2011 e dello 0,6% del 2008.

Ma non è solo la difficoltà di inserimento lavorativo che genera angosce tra i giovani della montagna: il 17,3% dei ragazzi (e la cifra è quadruplicata in un biennio) è preoccupato dell'instabilità e della precarietà del lavoro.

E c'è una specificità tutta appenninica in questi dati, nel senso che rispetto al futuro le angosce colpiscono oltre il 20% dei ragazzi della montagna reggiana, mentre al di fuori della comunità montana la percentuale scende al 9,2%.

C'è dunque un grande e specifico lavoro da compiere nel nostro Appennino – come hanno sottolineato Bini, Teneggi, il sindaco di Castelnovo ne' Monti, Gianluca Marconi, e il vicepresidente della provincia, Pierluigi Saccardi, puntando su quei punti di forza e intervenendo sui punti di debolezza che gli stessi giovani (insieme agli amministratori locali, anch'essi coinvolti nell'indagine) evidenziano. Tra i punti di forza spiccano la forza dell'associazionismo e del volontariato, la qualità del capitale umano, il sistema scolastico e i servizi alle famiglie, mentre tra le debolezze da superare spiccano, ancora una volta, le infrastrutture di trasporto e comunicazione.

(Fonte: Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Reggio Emilia)
Reggio Emilia, 21 novembre 2013 -
 
Interessante giornata di confronto al Centro Impiego su staffetta generazionale, cassintegrati che si comprano (e rilanciano) l'azienda e disoccupati che si inventano un nuovo lavoro -

Ancora un momento di confronto ad alto livello con le aziende del territorio, questa mattina al Centro per l'Impiego della Provincia di Reggio Emilia, grazie al nuovo appuntamento proposto dalla Provincia di Reggio Emilia per riflettere sulla crisi ed elaborare strategie ed azioni comuni. "Vogliamo che i servizi pubblici per l'Impiego siano anche luogo di incontro e di confronto di esperienze significative del territorio, sia per allargare e migliorare la qualità delle nostre relazioni con cittadini e imprese, sia per favorire e stimolare l'innovazione e la crescita a livello locale - ha detto il vicepresidente della Provincia di Reggio Emilia, Pierluigi Saccardi, in apertura di lavori - Queste occasioni di confronto, che la Provincia promuove periodicamente, sono di ancora maggiore utilità nei momenti di crisi economica, produttiva e sociale, come il periodo che purtroppo stiamo oggi vivendo".

Ad aprire la giornata è stato Vincenzo Ricciari dell'Osservatorio regionale del mercato del lavoro e della formazione Èupolis Lombardia, che ha proposto una interessante riflessione sui giovani e l'innovazione. Dopo aver tra l'altro ricordato come nei tempi di crisi i parasubordinati e gli atipici abbiano una probabilità di perdere il lavoro rispettivamente superiore di 9 e di 5 volte rispetto agli altri lavoratori, Ricciari ha espresso forti perplessità sia sul funzionamento dell'apprendistato, sia sui risultati delle riforme del lavoro succedutesi dal 1997 ad oggi, invitando i territori a investire sui settori innovativi, "perché una assunzione qui ne crea altre 5 nei servizi, mentre una assunzione nel manifatturiero solo altre 2".

Ancora più drastico è stato Andrea Gandini, docente di Economia aziendale dell'Università di Ferrara, chiamato a parlare di staffetta generazionale e buone pratiche per aumentare l'efficienza nell'impresa. Addirittura impietoso il raffronto con la Germania e in generale in Paesi del Nord Europa dipinto attraverso una serie di dati che davvero parlano da soli. Dalla percezione dei nostri adolescenti sul lavoro che li attende (solo il 5% lo prevede di tipo manuale, anche se il 40% finirà per farlo, contro un 40% di tedeschi che se lo immagina così, e nel 42% dei casi lo farà davvero) al tipo di scuole professionali: 4 anni passati a lavorare per 3 giorni e studiare per 2 in Germania, 5 anni a studiare e basta (e con sempre meno ore di laboratorio) da noi, "ma se tu passi quattro anni a lavorare 3 giorni la settimana come orafo, e a studiare da orafo per due, ci sono molte probabilità che alla fine tu l'orafo lo sappia fare davvero...".

Per non parlare di pensioni (in Germania, dove certamente non si guadagna meno, solo il 7% delle pensioni supera i 3.500 euro netti mensili, in Italia ben il 17%) e di politiche del lavoro, da noi fondamentalmente passive più che attive: "Noi abbiamo questo baraccone della cassa integrazione che ci è costata 80 miliardi dal 2008, in Germania se cala il lavoro, riducono magari l'orario di 6 ore, 2 ore le paga l'azienda, 2 il lavoratore, solo 2 lo Stato che così ha molte più risorse per le politiche attive", ha detto Gandini giudicando molto negativamente "certe contrattazioni sindacali degli anni Ottanta e Novanta che chissà per quanto tempo ancora pagheremo...".
 
Venendo alla staffetta generazionale , "ora possibile anche in Emilia-Romagna dopo che la Regione ha finalmente provveduto", può essere una soluzione: "Prevede che se un lavoratore over 55 passa per gli ultimi due anni al part-time, e l'azienda contestualmente assume un under 30, l'Inps paga ugualmente i due anni di oneri contributivi e questo può in effetti aiutare a portare innovazione nelle imprese e risolvere il problema di esuberi e personale obsoleto meglio che con la cassa integrazione o i prepensionamenti - ha aggiunto - E poi a oltre i 60 anni la gente cambia, sul lavoro dovrebbe avere un ruolo essenzialmente formativo, occuparsi di quello che sa fare bene e non dell'ordinaria amministrazione...".

Simona Caselli, presidente di Legacoop, ha quindi illustrato il fenomeno dell' acquisizione di aziende in crisi da parte dei dipendenti e di quanto sia efficace per creare e mantenere la rete d'impresa locale. Il workers buyout - in pratica il riacquisto da parte di dipendenti in cassa integrazione di aziende per lo più in procedura concorsuale – proprio grazie alla cooperazione, e dunque proprio a Reggio Emilia, sta diventando oggetto di studio un po' in tutta Europa. Già quattro le esperienze positive: dall'azienda di nicchia che lavora il legno in montagna, al cravattificio di Sant'Ilario per griffes famose rilevato dalle donne dipendenti, all'impresa che rischiava di saltare non tanto per la crisi, ma per la morte del titolare, fino al caso più emblematico, l'ex ceramica Magica oggi Greslab di Scandiano. "Era una ceramica in fallimento che da 60 lavoratori era scesa a 33 e ora, grazie all'impegno degli ex dipendenti e alle innovazioni introdotte, nonostante la crisi del settore è arrivata a dare lavoro a 66 persone, ma con una fatica incredibile", ha sottolineato Caselli. "Perché se non ci fosse stato il sistema cooperativo ad affiancarli nella fase iniziale, così come avviene per tutte le start-up, e se non ci fosse stata la Banca etica a credere in loro, questa impresa meravigliosa non sarebbe mai nata – ha detto – Ancora oggi un sistema bancario atavico e privo di una cultura di startup, stenta a dare fiducia a questa azienda che pure ha fatto tutto quello che i testi di economia insegnano si debba fare: ha innovato il prodotto, comprato un nuovo forno, ha cambiato mercati e raddoppiato il fatturato. Ma non ottengono nessun aumento del fido bancario a breve, perché ancora non producono utili...".

A chiudere l'interessante mattina, il caso della cooperativa sociale "Tutte le porte", fondata da un gruppo di persone iscritte al collocamento mirato dopo un'azione di formazione professionale co-finanziata dalla Provincia di Reggio Emilia. "Abbiamo deciso di crearci da soli quel lavoro che all'esterno non riuscivamo a trovare, mettendoci insieme e offrendo qualcosa che sul mercato non c'era - ha spiegato il presidente Daniele Cavalchi - Dopo aver bussato appunto a tutte le porte per rientrare nel mondo del lavoro, abbiamo deciso di unirci in una cooperativa in modo da valorizzare le loro professionalità e oggi offriamo ai privati, alle aziende ed agli enti servizi accurati, professionali ed a prezzi concorrenziali per quanto riguarda tutti i cosiddetti lavori di casa, dal'idraulico al muratore all'elettricista".

(Fonte: ufficio stampa Provincia di Reggio Emilia)
Reggio Emilia, 19 novebre 2013
 
LA STRADA PER LA RIPRESA NON PASSA SOLO DA RIGORE E RINVII: SERVONO MISURE CONCRETE IN TEMPI RAPIDI -

Di Nunzio Dallari, Presidente CNA Reggio Emilia

Ripresa sì, ripresa no. C'è chi l'annuncia, chi la vede e c'è chi la nega. Noi imprenditori non la vediamo affatto, in compenso in questi giorni siamo alle prese con il pagamento dell'IVA, a fine mese dovremo pagare IRES ed IRAP e a dicembre l'anticipo dell'IVA, senza dimenticare i vari balzelli piuttosto salati come la TARES. Insomma, ci prepariamo ad un 2014 ancora nel segno della flessione per quanto riguarda redditività e credito.

La cosa più sconcertante è che sembra che siamo i soli ad accorgerci della situazione, drammatica, che stiamo vivendo come imprenditori e come cittadini di questo paese: il Governo fa dichiarazioni di "buona volontà" ma sembra colpito da una "sindrome del rinvio" mentre si fa strada un costante aumento delle tasse, più o meno mascherate.

Il Governo dà l'impressione di non trovare il bandolo della matassa: invece di dare segnali concreti attraverso soluzioni e riforme semplici e incisive per rilanciare investimenti e consumi, pare impegnato a cercare i fondi mancanti direttamente dalle tasche di cittadini e imprese. Ecco, che ci ritroviamo in una specie di "gioco delle tre carte", con le tasse scaricate sugli enti locali, che diventano gabellieri per conto dello Stato, come nel caso dei 0,30 cent. al metro quadro calcolati nella Tares e destinati alle casse dello Stato.

Alla fine dei conti, chi paga sono sempre imprese e famiglie, le stesse che dovrebbero godere di maggiore liquidità e facilità nell'accesso al credito e che, invece, sembrano le uniche ad essere colpite dal regime di austerity imposto dall'Unione Europea. Il rigore è doveroso, ma da solo non basta. E soprattutto deve riguardare tutti, Pubblica Amministrazione in primis. É facile parlare di spending review e dei sacrifici che gli italiani sono chiamati a fare per il bene comune. Di certo, c'è che non ci sono stati tagli concreti alla spesa pubblica, mentre continua il malcostume inaccettabile delle spese pazze e dei rimborsi esorbitanti nelle giunte regionali. Una vergogna intollerabile che danneggia il nostro Paese tanto all'interno quanto in ambito internazionale.

Come CNA Reggio Emilia ha sostenuto più volte, servono misure concrete in tempi rapidi, il Governo deve avere il coraggio di adottare un cambio di rotta deciso nel sostegno al sistema economico, coniugando crescita, rigore ed equità. Non è impossibile: occorre però mettere in campo le risorse adatte per sostenere la ripresa. L'attuale Legge di Stabilità è una manovra insufficiente, lascia irrisolte moltissime questioni dal punto di vista del rilancio della produttività e competitività delle Pmi.

È tempo di soluzioni efficaci e tempestive, di puntare a un efficientamento reale della spesa pubblica, di facilitare l'accesso al credito per le imprese e il recupero dei debiti della Pubblica Amministrazione in maniera semplice e rapida, non con procedimenti machiavellici che lasciano tutti di stucco.

Per essere ottimisti e sperare davvero in una ripresa economica le piccole e medie imprese italiane, che sono il motore dell'economia, hanno urgente bisogno di interventi tangibili: non "di solo rigore si muore", anche di inerzia.

(Fonte: ufficio stampa CNA RE)
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