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Domenica, 27 Luglio 2014 12:16

Mentre l’Italia si spegne...

Il FMI (Fondo Monetario Internazionale) prevede un PIL pressoché stazionario (+0,3%) e in Parlamento si fa manfrina (8.000 emendamenti), le grandi imprese realizzano i guadagni all'estero e i soliti "miseri" pagano.

di Lamberto Colla - Parma, 27 Luglio 2014 -
C'è un tempo per pensare, uno per discutere e uno per agire. Questo almeno vorrebbe la logica. Continuiamo invece ad assistere a enunciazioni di obiettivi e di riforme, a motivate controdeduzioni ma sul piano dei fatti nulla o poco si è fatto.
Così come il rottame della Concordia, per due anni spiaggiata al Giglio, è ora in navigazione a 2 nodi all'ora (poco più di 3 km/ora) verso Genova, l'Italia sembra anch'essa destinata a procedere, troppo a rilento, verso gli approdi delle riforme. Ma mentre qui si discute e ridiscute, il Fondo Monetario Internazionale, nelle sue periodiche valutazioni di stima sull'andamento delle economie dei più importanti paesi, aggiorna al ribasso le stime di crescita per l'Italia a un misero 0,3% contro lo 0,8% previsto dal Governo lo scorso aprile. Vuol dire che praticamente siamo fermi. Non così per la Spagna alla quale viene assegnato un ben più onorevole +1,2% e aggiornato con un +0,3% sulle precedenti indicazioni. Per la Germania è invece previsto un +1,9% per quest'anno confermandosi la locomotiva d'Europa seppure valga la pena dare una letta all'articolo di Andrea Indini pubblicato sul "Giornale.it" dal titolo "Ecco tutti i trucchi della Merkel per nascondere i buchi di Berlino". Quando si dice che lo stereotipo non conta nulla, conta eccome invece. Tutti quindi, più o meno velocemente, procedono mentre noi siamo qui arenati su 8.000 emendamenti da discutere per la modifica elettiva o meno del Senato.
Non che le opposizioni non abbiano motivate considerazioni da opporre e soprattutto da negoziare con il Governo ma procedere con un reiterato atteggiamento d'ostruzionismo e ingessatura del Parlamento non è più accettabile.
Però è quanto sta accadendo in questi giorni e che porterà via tempo prezioso alle riforme e alle azioni di Governo per fronteggiare i problemi che quotidianamente affliggono i cittadini, almeno quelli che restano e che non vogliono o possono abbandonare questo paese.
Un'abbandono che invece sta dilagando nell'Italia dell'ovest, in quel Piemonte che un tempo era sede della capitale e locomotiva d'Italia per la presenza delle sue grandi imprese, Fiat prima fra tutte.
Proprio dalla Fiat e ora seguita dalla famiglia Novarese dei Boroli-Drago azionisti di maggioranza del gruppo De Agostini e quindi di Gtech (leader mondiale del gioco) viene l'esempio di sfruttare l'Italia per realizzare i guadagni a Londra per alleggerirsi dalla imposizioni fiscali nazionali.
Intanto gli altri, quelli che rimangono, si pappano l'aumento delle accise, dei tabacchi, dei carburanti, della casa. Per pagare questi balzelli, l'uomo comune, riduce gli acquisti voluttuari e ora anche quelli necessari. Chi resta e vuole fare il proprio dovere modifica, sino alla mortificazione, lo stile di vita.
Chi invece ha privilegi non intende disfarsene (vedi i dipendenti del Parlamento e i Magistrati) e chi più ne ha più ne vorrebbe a scapito dei privati e dello Stato come a esempio il caso dell'amministratore della NES spa (leader nel settore della custodia e trasporto di valori) il quale oltre a avere sottratto 40 milioni dai caveau della società ha proceduto a una evasione di pari valore a scapito dello Stato. Il tutto per accumulare immobili e collezionare auto e moto sportive ma anche bici da corsa e chi più ne ha più ne metta.
La domanda che ci si pone è dov'è il limite di sopportazione dell'Italiano medio. Fino a quando potrà attendere prima di ribellarsi o, come molti hanno già fatto, autolesionarsi sino all'estrema conseguenza?

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Inflazione: i prezzi riflettono la debolezza della domanda, il 65% delle famiglie taglia anche sul cibo.

Roma, 22 luglio 2014 -

La Cia sui dati diffusi dall'Istat e relativi al secondo trimestre dell'anno: difficile immaginare uno scenario peggiore, soprattutto al Sud. Occorre un cambio di marcia con misure "ad hoc" per rilanciare il potere d'acquisto degli italiani.

Sull'inflazione è difficile pensare a uno scenario peggiore: i prezzi dei beni sono in deflazione dello 0,1 per cento e, in particolare, i listini dei prodotti alimentari freschi come frutta e ortaggi crollano ai minimi segnando -1,5 per cento. E' chiaro, quindi, che serve un deciso cambio di marcia, con interventi immediati a sostegno del potere d'acquisto delle famiglie, soprattutto al Sud dove l'incidenza di povertà tocca quasi una famiglia su tre. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori, in merito ai dati Istat nel secondo trimestre dell'anno.
La dinamica dell'inflazione continua a riflettere la debolezza della domanda interna -sottolinea la Cia- con gli italiani costretti dalla crisi persistente a tagliare i consumi, anche quelli incomprimibili come i generi alimentari. Basti pensare che nell'ultimo anno il 65 per cento delle famiglie ha dovuto ridurre quantità e qualità del cibo acquistato, percentuale che però arriva al 77 per cento nel Mezzogiorno. Non solo: ben 3,3 milioni di famiglie (oltre il 14 per cento) ormai si rivolgono agli "hard discount" - le cattedrali del prodotto low-cost indifferenziato - per la spesa alimentare, mettendo completamente da parte elementi un tempo decisivi nell'acquisto come la marca.
(Fonte CIA 22 luglio 2014)

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Domenica, 27 Luglio 2014 08:32

Il meteo fa strage

La coldiretti stima in un miliardo di euro il danno del maltempo di questa prima metà d'estate.

di LGC - Parma, 23 luglio 2014 – Pioggia e pioggia. L'anticiclone delle Azzorre quest'anno non riesce proprio a influenzare un'estate come si deve sulla nostra penisola. Punte di caldo in cui la colonnina sfiora i 37 gradi in alcune aree del sud e delle isole per poi precipitare anche a 17 gradi nell'arco di sole 24 ore con precipitazioni, in alcuni casi, intensissime.
Un'estate pazza che coldiretti stima abbia già causato un miliardo di euro di danni.
L'inizio dell'estate è stato segnato - sottolinea la Coldiretti - dal 34% di pioggia in più caduta nel mese di giugno con punte di oltre il +200 per cento in alcune zone anche turistiche del centrosud e del tempo incerto della prima meta di luglio. Il risultato è che, anche considerando le partenze del week end, non piu' di 6 milioni di italiani - stima la Coldiretti - sono già partiti per le vacanze per concedersi almeno un giorno di vacanza fuori casa. Il maltempo che ha lasciato a casa gli italiani ha anche colpito con temporali, bombe d'acqua e grandine le coltivazioni agricole spesso prossime alla raccolta rovinando il lavoro di un intero anno di molte aziende agricole con effetti anche sull'occupazione stagionale.
La stagione piovosa ha fatto perciò ulteriormente crollare i consumi di frutta e verdura alimentando una spirale negativa tra consumi e deflazione che sta mettendo a rischio le imprese e, probabilmente la salute consumatori.
Un settore, quello dell'ortofrutta, che è al centro delle attenzioni anche del Ministro Martina il quale, secondo una nota del Ministero, ha inviato una lettera al Commissario europeo all'Agricoltura e allo sviluppo rurale, Dacian Cioloş, nel quale chiede che la Commissione "valuti, con estrema urgenza, la possibilità di attivare adeguate misure, eccezionali e transitorie" per fronteggiare la crisi del mercato italiano delle pesche e nettarine.
A pagarne le conseguenze, di quest'estate pazzerella, sono quindi prevalentemente il turismo e l'agricoltura con grave danno per l'economia dell'intero Paese.

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E' stato approvato il bilancio di previsione 2014. Tra le agevolazioni offerte dall'Agenzia per l'Affitto e finanziate dal Comune, c'è anche uno sconto Imu pari al 43%. Niente aumenti anche per Irpef e spesa corrente. Su ogni cittadino pesano 71 euro di debito, mentre la media in regione è quasi 10 volte tanto.

Reggio Emilia, 24 luglio 2014 – di Ivan Rocchi

Lunedì scorso il consiglio comunale di Casalgrande (RE) ha approvato il bilancio di previsione 2014. Tra le ultime novità introdotte dal Comune, c'è anche uno sconto Imu del 43% per chi decida di mettere in affitto un'abitazione non occupata.

L'agevolazione va a sommarsi agli altri vantaggi e garanzie proposti dall'Agenzia per l'Affitto, sostenuta appunto dal Comune: l'individuazione di inquilini economicamente affidabili, la copertura degli eventuali rischi di morosità mediante l'attivazione di un apposito fondo di garanzia finanziato dal Comune, il rimborso delle spese legali in caso di contenzioso, la copertura assicurativa per eventuali danni all'immobile e al mobilio.

L'impegno preso dal Comune ha un costo, ma servirà a dare maggiore sicurezza agli affittuari e a dare una boccata di ossigeno al settore. E anche se quest'anno Casalgrande riceverà minori trasferimenti per quasi 2 milioni di euro, e gli oneri di urbanizzazione a giugno ammontavano a soli 65.000 euro, la nuova Giunta guidata dal sindaco Alberto Vaccari ha tenuto fermi alcuni punti importanti.

Oltre allo sconto sull'Imu, non si registrano aumenti per l'addizionale Irpef. E la spesa corrente non subirà alcun incremento, mentre i cittadini casalgrandesi spenderanno meno: 475 euro ad abitante contro i 477 del 2013. Scende anche la spesa del personale dell'ente, che passa da 3.593.000 euro del 2013 ai 3.581.000 del 2014.

E in calo è anche l'indebitamento per abitante, facendo rientrare Casalgrande tra i Comuni più virtuosi della nostra regione. Infatti su ogni cittadino pesano 71 euro di debito, mentre la cifra media in Emilia-Romagna è di 698 euro.

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Dallari sul Protocollo di impegni firmato dalle Associazioni aderenti a Rete Imprese Italia con il Ministero dell'Economia: "Servono certezze nell'applicazione delle procedure per il saldo definitivo dei debiti alle imprese" -

Reggio Emilia, 22 luglio 2014 -

incoraggiante lo sforzo del Governo per applicare una normativa complessa ma di vitale importanza per le piccole e medie imprese. Ci sono le condizioni per riuscire definitivamente a sbloccare i debiti della Pubblica Amministrazione verso le imprese". Così il Presidente provinciale CNA Nunzio Dallari commenta il Protocollo di impegni sul pagamento dei debiti della Pa, firmato dalle Associazioni aderenti a Rete Imprese Italia (CNA, Confesercenti, Confcommercio, Confartigianato, Casartigiani) con il Ministero dell'Economia, gli Enti locali e le altre Organizzazioni imprenditoriali.

Tra le novità positive contenute nell'intesa, c'è la possibilità per gli imprenditori, di presentare l'istanza di pagamento direttamente sulla piattaforma elettronica per la gestione telematica delle certificazioni dei crediti. Una procedura che le imprese potranno effettuare anche tramite l'assistenza dei propri consulenti e delle Associazioni di riferimento. In assenza di un riscontro da parte dell'Ente pubblico debitore entro 30 giorni dalla presentazione dell'istanza, scatterà la procedura di nomina di un commissario ad acta per accelerare i pagamenti.

"Quello che auspichiamo più di ogni altra cosa – aggiunge Dallari - è che l'intesa riesca a rendere praticabili ed effettive le procedure per estinguere definitivamente i debiti della PA. Le nostre imprese hanno bisogno di certezze sul diritto a veder finalmente onorati i loro crediti. Non dimentichiamo che secondo l'Ocse il pagamento dei debiti delle amministrazioni pubbliche può costituire un importante fattore di stimolo degli investimenti e, di conseguenza, dell'occupazione e della crescita, dando all'Italia la sferzata necessaria per la ripresa.

Inoltre, se da un lato la classifica di "Openbilanci" colloca l'amministrazione reggiana al quinto posto a livello nazionale (85.26%) tra le amministrazioni più virtuose nel pagamento dei propri debiti, dall'altro i dati dello Studio Pagamenti 2014, realizzato da Cribis D&B, fanno emergere una realtà ancora difficile in cui in media un'impresa su due paga oltre i termini stabiliti con la controparte, che in molti casi deve rivolgersi alle banche per avere liquidità immediata con lo scotto di dover pagare interessi passivi".

"Quanto di questa situazione – conclude il Presidente Dallari - è da imputare alle aziende, tartassate da pressione fiscale alle stelle, difficoltà di accesso al credito e mancanza di liquidità, e quanto la PA deve ancora fare per semplificare la vita a chi fa impresa e crea ricchezza e benessere? A partire dal saldo dei suoi debiti, ad esempio applicando la norma sui pagamenti elettronici per la Pa entro i 30 giorni indicati dalla legge e ampliando l'ambito della compensazione assumendola come principio generale per i nuovi crediti".

(Fonte: ufficio stampa CNA RE)

Stefano Landi, presidente della Camera di Commercio di Reggio Emilia sul decreto legge del 24 giugno che mette a rischio i futuri investimenti a sostegno dell'economia locale e del territorio. A Reggio verranno a mancare oltre 5 milioni per le imprese, l'export, il credito, l'innovazione, la legalità. Da risorsa per il territorio a enti burocratici?

Reggio Emilia, 22 luglio 2014 -

"Chiediamo ed auspichiamo un profondo ripensamento nel momento della conversione in legge, prevista a giorni: quel che è certo, ad oggi, è che con il decreto legge del 24 giugno si sono messi a rischio tutti i futuri investimenti della Camera di Commercio a sostegno dell'economia locale e del territorio".
Stefano Landi, presidente della Camera di Commercio di Reggio Emilia, parla così delle conseguenze del decreto con il quale sono stati dimezzati gli introiti dell'Ente camerale, diretta conseguenza del taglio del 50% del diritto annuale a carico delle imprese.

"Con il Governo – spiega Landi – condividiamo l'esigenza di un riordino delle Camere di Commercio che sia anche finalizzato ad un risparmio per le imprese, ma su questo fronte si possono ottenere risultati congrui anche con una riforma delle funzioni camerali, con aggregazioni territoriali, con tagli sulle aziende speciali, mantenendo integra una capacità di investimento che, a Reggio Emilia, significa oltre 5 milioni all'anno a disposizione per il credito, l'internazionalizzazione, l'innovazione, la promozione e valorizzazione del territorio e dei suoi prodotti, le azioni di monitoraggio e l'aiuto agli imprenditori in tema di legalità e crimine organizzato ".

"Con la riduzione secca dell'entità del diritto camerale – incalza Landi – il risultato che si ottiene non è la semplificazione o il riordino che abbiamo previsto anche in un progetto nazionale di autoriforma delle Camere di Commercio, ma è solo e proprio l'azzeramento di queste risorse, ed è un esito che ben poco ha a che vedere con gli interessi di un territorio che, in un solo istante, perde capacità d'investimento e non realizza alcuna sostanziale riforma di enti i cui introiti finiscono in buona misura anche nelle casse dello Stato".
"Al proposito - spiega il presidente della Camera di Commercio – siamo anche in presenza di un paradosso, legato al fatto che, mentre si dimezzeranno i flussi in entrata legati al diritto camerale, i versamenti allo Stato non si ridurranno, deprimendo in modo ulteriore le risorse disponili per sostenere l'economia reggiana".

"In altri termini – prosegue Landi – continueremo ad essere chiamati a versare 1 milione di euro alle casse pubbliche (tanto quanto valgono i nostri contributi all'internazionalizzazione, in sostanza), mentre gli introiti legati al diritto camerale subiranno un calo pari a 5,2 milioni".
"Le ripercussioni sul bilancio dell'Ente e sulle imprese reggiane sono evidenti", spiega Landi. "A partire dal 2015 vi sarà l'azzeramento di ogni sostegno all'economia locale, a partire dai contributi ai Confidi per l'abbattimento dei tassi sul credito e l'accesso a garanzie sussidiarie da parte delle imprese, per arrivare alla cancellazione delle risorse per le aziende che esportano, all'annullamento di ogni iniziativa di incoming e di formazione, arrivando all'annullamento di ogni risorsa per l'imprenditoria giovanile e femminile, per l'innovazione e per le reti d'impresa.

"In presenza di una pesantissima crisi – osserva Landi – abbiamo utilizzato e stiamo utilizzando risorse straordinarie per garantire sostegni alle imprese (tra gli interventi più corposi spiccano gli 1,2 milioni per il credito, 0,9 milioni per l'export, 1 milione per la promozione del territorio e dei suoi prodotti, 0,4 milioni per l'innovazione), ma è evidente che il calo degli introiti prosciugherà rapidamente anche questa fonte, consentendo la copertura – pur con alcuni tagli – delle sole spese correnti e trasformando le Camere di Commercio in enti con funzioni prevalentemente burocratiche assegnate dallo Stato".
"Comprendiamo bene – prosegue il presidente della Camera di Commercio – che oggettivamente vi sono imprese sulle quali il diritto camerale pesa eccessivamente e che il loro risparmio è ben superiore ai 100 euro che le aziende reggiane mediamente non verseranno, ma su questo terreno sono possibili rimodulazioni che nulla hanno a che vedere con un drastico taglio che non arricchisce le aziende e, contemporaneamente, impoverisce il territorio". "Per questo conclude Landi - chiediamo il sostanziale ripensamento di un decreto che non si pone neppure il problema di verificare il tasso di efficienza delle singole Camere di Commercio, come invece previsto dal progetto nazionale di autoriforma varato da Unioncamere, colpendo troppo semplicisticamente questi enti e, soprattutto, i territori in cui operano".

(Fonte: ufficio stampa Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Reggio Emilia)

Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 13 - n° 29 21 Luglio 14

(Cliccando su "allegati" è possibile scaricare in formato PDF)
SOMMARIO Anno 13 - n° 29 21 Luglio 14
1.1 editoriale Ai ripari... non certo dal sole estivo
2.1 ambiente GREENPEACE: Omini LEGO in azione contro la distruzione dell'Artico
3.1 bonifiche Fondi UE. La Regione Emilia Romagna approva il programma 2014-2020
3.2 latte e quote Il latte della discordia
4.1 Lattiero caseario Calma piatta per i "duri".
5.1 benessere Vinoterapia, un bagno di lunga vita
5.2 indicazione di origine Approvata l'etichetta di "prodotto di montagna"
6.1 comarketing Comarketing, Camoscio d'Oro e Piadina Loriana. Il Ricettario.
6.2 pomodoro 2014 Pomodoro, campagna 2014 in linea con le previsioni
7.1 consumi e crisi +10% la povertà

Cibus 29COP cibus

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Nell'ambito del ciclo di seminari "Conoscere per investire" organizzati da Unioncamere Emilia-Romagna in collaborazione con le Camere di commercio, il 16 luglio si terrà alla Camera di Commercio di Parma un incontro di approfondimento sul paese sudamericano che cresce al ritmo del 6,3% l'anno

Parma, 14 luglio 2014 -

Unioncamere regionale, in collaborazione con tutte le Camere di commercio emiliano-romagnole, organizza un ciclo di seminari territoriali per approfondire la conoscenza di nuovi mercati. Sono giornate dedicate alla presentazione e scoperta di Paesi che presentano opportunità di investimento e business per le piccole e medie imprese del territorio emiliano-romagnolo, che potranno reperire informazioni utili e analisi delle opportunità-Paese e delle problematiche societarie, doganali, fiscali, logistiche, assicurative, finanziarie e di regolamento degli scambi internazionali connesse all'avvio e alla gestione di iniziative imprenditoriali.

Il Perù è stato, nell'ultimo decennio, una delle economie a maggior tasso di sviluppo dell'America Latina, con una crescita media del 6,3% annuale. Anche in considerazione della fase di forte sviluppo che sta vivendo questo Paese, esiste certamente un ampio margine di crescita per la presenza commerciale e di investimenti italiani in Perù, a livello di commesse da parte di entità pubbliche, di fornitura di macchinari e tecnologia per lo sviluppo dell'industria di trasformazione, nonché di sfruttamento della crescente richiesta, da parte della nascente classe media, di prodotti di qualità (e in questo il marchio "made in Italy" è qui ancora visto in maniera molto positiva).

Programma evento del 16 luglio in Camera di commercio
9.30 - registrazione dei partecipanti
9.45 - Intervento introduttivo: Alberto Egaddi, Segretario Generale Camera di commercio di Parma
10.00 - Il Progetto America Latina: opportunità di business per le aziende emiliano-romagnole. Francesco Pannocchia, referente operativo del Progetto interregionale "America Latina", Promofirenze, Azienda Speciale della Camera di commercio di Firenze
10.20 - Opportunità di business in Perù. Dayana Gonzales, Desk del Progetto America Latina a Lima
11.20 - Gli strumenti assicurativi e finanziari a disposizione delle imprese. Stefano Ghirardi, Sace, area Emilia-Romagna
11.45 - Dibattito
12.00 - Conclusione

(Fonte: Ufficio stampa Camera di commercio Parma)

Domenica, 13 Luglio 2014 12:04

Nella palude UE

E' iniziato il "percorso vita" di Matteo Renzi nel campo d'addestramento UE. Saranno 6 mesi di passione.

di Lamberto Colla - 
Parma, 13 Luglio 2014 -
Dopo le adulazioni della Merkel saranno ben poche le lusinghe che raccoglierà il nostro premier durante la sua presidenza di turno al Consiglio Europeo. Gli attacchi meno pericolosi gli giungeranno dall'Italia mentre dovrà prestare attenzione alle ben più insidiose trappole disseminate lungo il cammino in terra europea. Tra sei mesi vedremo se il "selfie" dell'europa sarà ringiovanito dalla cura italiana o se invece sarà ancora quello descritto da Renzi nel suo discorso di insediamento: «con estrema preoccupazione devo dire che se l'Europa oggi si facesse un selfie emergerebbe il volto della stanchezza, in alcuni casi della rassegnazione: mostrerebbe il volto della noia».
Ma attenzione a giudicare annoiati e perditempo i "tecno-lobbisti" seduti nell'emiciclo di Bruxelles e Strasburgo. No, loro l'agenda l'hanno bene in mente e la seguiranno con riservata dedizione. Una agenda scritta dalle lobby delle multinazionali del Nord Europa e della Finanza a vantaggio dei soliti pochi Governi che le accolgono e difendono a suon di regolamenti comunitari.
L'Europa nasce per mettere in comunione popoli e risorse e si ritrova oggi a non accettare i popoli e a depredare le risorse altrui.
I pilastri di questo impero sono stati nuovamente consolidati con la riconferma di Martin Schulz alla presidenza del Parlamento (è la prima volta che un presidente viene riconfermato) e con la nomina di Jean Claude Juncker alla presidenza della Commissione UE.
Un tandem merkelcentrico di campioni di serietà, rigore e imparzialità ma anche di lungimiranza e apertura politica. Due campioni di tolleranza e cooperazione. Il primo, il presidente riconfermato Martin Schulz è riuscito nella difficile impresa di mettere d'accordo Berlusconi che lo etichettò "Kapo'" con l'acerrimo nemico Grillo che invece, a sua volta, venne bollato come "Stalin" dal rigoroso Shulz.
E che dire del giovane rampante Jean Claude Jucker, per diciotto anni alla guida del Lussemburgo, che ha accolto invece degli emigrati, la nostra FIAT a completamento di un percorso di internazionalizzazione del piccolo Paese nordico il quale, come ha ricordato il Financial Times nei giorni scorsi, e riportato da Italia Oggi il 9 luglio, Juncker sarebbe "L'architetto del più grande paradiso fiscale d'Europa, Jean-Claude Juncker dovrebbe ora trasformarsi in alfiere della lotta all'evasione". Non c'è andato giù leggero il quotidiano di finanza britannico il quale aggiunge che "Nei 18 anni in cui è stato capo del governo, il Lussemburgo è diventato il più grande paradiso fiscale d'Europa. I detrattori affermano che ha attratto miliardi di dollari e di euro da privati e imprese che puntavano a evadere il fisco dei rispettivi paesi. E dal 1980 il sistema finanziario del paese è cresciuto praticamente da zero a 3.000 miliardi di euro".
Il presidente della Commissione avrà quindi maggiore interesse nel risolvere la questione con la Gran Bretagna e il premier Cameron (si era opposto con forza alla sua nomina) piuttosto che assecondare il nostro Renzi nel processo di rinnovamento della politica europea. Meglio, per lui recuperare un alleato utile alle manovre finanziarie piuttosto che sostenere un Paese che, se dovesse riprendersi, potrebbe portare scompiglio negli equilibri di potere in seno all'Europa. Una Italia forte sarebbe una spina nel fianco all'Europa del nord.
Se solo per un attimo la Francia lasciasse perdere la sua autoreferenzialità potrebbe trovare nell'Italia il miglior alleato per recuperare i valori e le economie dei Paesi del mediterraneo di cui fa parte. Un'alleanza di peso enorme che potrebbe dare una svolta a questa europa che non può reggersi solo sul rigore, spesso più formale che sostanziale.
Non avrà vita facile il nostro buon "boy scout". Se supererà indenne le paludi UE qualche speranza di sostegno alla ripresa Italiana e per immaginare un'Europa come era nella idea dei costitutori si potranno ancora coltivare.

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L'indagine periodica condotta dal sistema camerale ed analizzata dall'ufficio Studi della Camera di commercio rileva che a ritmi meno intensi, ma prosegue il calo delle vendite nei negozi al dettaglio della provincia -

Reggio Emilia, 11 luglio 2014 -

Pur con ritmi meno intensi rispetto al passato, prosegue il calo delle vendite nei negozi al dettaglio della nostra provincia.
Lo rileva l'indagine periodica condotta dal sistema camerale ed analizzata dall'ufficio Studi della Camera di commercio.
Nei primi tre mesi del 2014, le vendite, rispetto allo stesso periodo del 2013, sono diminuite del 2,5% (era il -5,6% il trimestre precedente ed il -10,6% nel 3° trimestre 2013) e le giacenze, con una progressività che si va riducendo, sono considerate ancora tendenzialmente esuberanti.

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I due terzi degli operatori locali ed il 74% di quelli emiliano-romagnoli ritengono che l'evoluzione della loro attività rimarrà stabile nei prossimi dodici mesi mentre le vendite, dopo sei anni di caduta, sono previste in tendenziale lieve aumento.
In sofferenza, allo stato attuale, pur con un rallentamento della caduta, permangono tutte le tipologie di negozio: dai tradizionali alla Grande Distribuzione Organizzata. Le vendite dei prodotti alimentari risultano diminuite, in ragione d'anno, del 2,4% (era il -7,2% del quarto trimestre 2013 ed il -9,7% nel 1°/2013); quelle dei non alimentari del 2,3% (era il -6,7% il trimestre precedente) e la GDO che fino al 2011 registrava variazioni positive (tra l'1 e il 2%) rileva un calo del 3% dopo il -0,7% del quarto trim e il -3,3% del terzo trimestre.

Evoluzione analoga a quella che si osserva per la provincia si rileva anche per l'area dell'Appennino, per la quale l'indagine prevede un apposito approfondimento. Negli ultimi due anni il calo delle vendite in questa zona è sempre risultato superiore, anche di alcuni punti percentuali, rispetto a quello che si registrava per l'intera provincia. Nel primo trimestre dell'anno, invece, la caduta si ferma al -2% a fronte del -2,5% che si rileva per la provincia.

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(Fonte: Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Reggio Emilia)

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