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"Senza Impresa non c'è Italia. Riprendiamoci il futuro": le associazioni delle Piccole e Medie Imprese saranno a Roma, riunite sotto la bandiera di R.ETE Imprese Italia -

Parma, 17 febbraio 2014 - di Sara Bondani

E' tutto pronto ormai per scendere in piazza domani, martedì 18 febbraio e far sentire la propria voce. Le associazioni delle Piccole e Medie Imprese saranno a Roma, riunite sotto la bandiera di R.ETE Imprese Italia, per la manifestazione nazionale "Senza Impresa non c'è Italia. Riprendiamoci il futuro", che si terrà in Piazza del Popolo.
L'iniziativa, a cui aderiscono - oltre a Confesercenti - le rappresentanze di imprenditori di Casartigiani, Cna, Confartigianato e Confcommercio, è stata presentata venerdì in Camera di Commercio alla presenza di tutti i presidenti delle associazioni coinvolte, Corrado Testa, per Confesercenti Parma; Gualtiero Ghirardi per CNA Parma; Leonardo Cassinelli per Confartigianto Apla Parma e Ugo Margini per Ascom Confcommercio Parma.
Un grido di aiuto, che riporta la mente al 6 maggio 2013, quando in Piazza Garibaldi facevano capolino i sacchi di iuta colmi delle chiavi di quegli imprenditori costretti a chiudere.
"Siamo arrivati alla disperazione" - il commento di Ugo Margini, presidente di Ascom Confcommercio Parma, sottolineando una disperazione sorta da un malessere che si protrae da troppo tempo, dopo anni di crisi che hanno sfiancato le imprese.
Ora il cambiamento è obbligatorio e le Associazioni, domani, lo urleranno a gran voce, rivolgendosi a Governo e Parlamento per chiedere un'urgente svolta della politica economica del nostro Paese.
Una richiesta che non può più essere ignorata, che ha bisogno di una risposta concreta, capace di far fronte ad una crisi economica che ha visto crescere in questi anni la disoccupazione e la pressione fiscale a livelli insostenibili. Una situazione gravissima in cui versa il Paese, che vede la drammaticità di questo momento e abbisogna di risposte concrete.

Tanti i problemi da affrontare, in primis quelli legati alla burocrazia che rallenta la crescita e lo sviluppo delle aziende, con costi sempre più gravosi e che non calano al calare del fatturato - ha sottolineato Corrado Testa presidente di Confesercenti. Un grido di aiuto che è rimasto troppo tempo inascoltato, sfociando in tragici fatti che hanno riempito le pagine della cronaca nera. Imprenditori costretti a togliersi la vita, vittime di questo sistema, che domani saranno ricordati. Con le principali associazioni PMI, domani a Roma, anche un comitato formatosi a Salsomaggiore e che si allarga a tutta la provincia, il Comitato 580. Un gruppo di commercianti che scenderà in piazza e che nel suo nome fa riferimento, proprio alle 580 persone che si sono suicidate nel 2013.

"Porteremo in Piazza i disagi delle imprese che rappresentiamo, bisogna intervenire con prontezza e urgenza per fermare la recessione e dare respiro alle aziende - ha ribadito Gualtiero Ghirardi, presidente CNA Parma -. Nell'anno appena trascorso l'economia di Parma ha perso poco meno di 700 imprese, in Emilia Romagna hanno chiuso oltre 5.800 aziende, i dati nazionali confermano la cessazione di 372.000 attività e gli occupati sono diminuiti di un milione di unità. Dati allarmanti. Con R.ETE. Imprese Italia presenteremo 10 punti che rappresentano le priorità e che devono entrare al più presto nell'agenda della Politica, del Governo e dei Partiti, a partire dal tema principale del mercato del lavoro che da tempo soffre di un'enorme debolezza strutturale. A Roma vogliamo dare voce alle aziende di Parma, non per abbattere ma per costruire un futuro migliore per le nostre imprese. Serve un cambio di direzione, al più presto".

"Le nostre imprese hanno difficoltà a reperire credito dalla banche - ha proseguito Leonardo Cassinelli, presidente di Confartigianto Apla Parma -. Da un recente studio sui dati della Banca d'Italia, risulta che il credito erogato nel 2013 fino al 30 settembre, è calato notevolmente rispetto agli anni precedenti: 90 miliardi di euro erogati, per un calo del 6.3% rispetto all'anno precedente. Un segnale importante da tenere in grande considerazione. Purtroppo, di questi 90 miliardi, la maggior parte è ad appannaggio delle grandi imprese, a discapito delle piccole, di quelle cioè che hanno meno di 20 addetti e che rappresentano il 97% delle imprese, ma che ricevono circa il 20% del credito erogato".
"Abbiamo bisogno di strumenti per arginare la deriva fiscale di questi ultimi anni, per garantire la flessibilità del lavoro, per fare ripartire i consumi e l'occupazione e invertire questo ciclio economico che ci sta strozzando" - il commento di Ugo Margini, presidente di Ascom Confcommercio Parma.

A Roma domani, non solo una manifestazione di protesta, ma di proposta, con la richiesta di un intervento immediato del Governo per alleggerire la pressione fiscale, rilanciare i consumi e intraprendere una politica vera di sviluppo, perché le imprese e le famiglie hanno bisogno di risposte concrete.

 

Pubblicato in Economia Emilia

Primo Gonzaga, presidente del comitato: 3 proposte concrete 
per rimettere al centro chi lavora e produce -

Reggio Emilia, 15 febbraio 2014 -

"Grande Reggio scenderà in piazza martedì prossimo assieme a Rete Imprese Italia". Lo annuncia Primo Gonzaga, presidente del comitato Grande Reggio, che chiarisce: "Non è solo un modo di dire o retorica: molti dei promotori e sostenitori di Grande Reggio sono commercianti, artigiani e imprenditori. Siamo tutti animati dal desiderio di costruire una città amica delle imprese e dello sviluppo. Anche Reggio Emilia ha bisogno di iniziative forti e realmente efficaci, non di qualche iniziativa sporadica o una tantum".

"Nel nostro progetto per la città abbiamo proposte concrete e ben definite – spiega il presidente di Grande Reggio – come l'istituzione dell'Assessorato alle Attività Produttive e allo Sviluppo, affiancato da un comitato costituito da artigiani, commercianti, imprenditori e titolari di partita Iva, che sono i motori dello sviluppo, e che potranno contribuire efficacemente a ideare, sostenere e controllare direttamente le politiche dell'Amministrazione".

Prosegue Gonzaga: "Abbiamo anche intenzione di identificare un dirigente comunale cui affidare come compito specifico quello di semplificare, tagliare, eliminare procedure e adempimenti. Questo obiettivo dovrà essere una priorità per l'intera macchina amministrativa, e in questa direzione definiremo incentivi per gli uffici che sapranno ridurre la burocrazia a vantaggio di cittadini e imprese, scoraggiando la proliferazione di nuove procedure burocratiche".

"Inoltre, analizzeremo tasse e balzelli a carico dei cittadini, allo scopo di verificare se il costo complessivo per incamerarle e per controllarne la riscossione sia inferiore ai proventi che tali tasse comportano. Se così non fosse procederemmo senza indugio alla loro eliminazione".

"L'amministrazione deve essere al servizio dei cittadini – conclude Primo Gonzaga. Non è più accettabile che ogni volta che si verifica la necessità di reperire risorse siano i soliti noti (imprese e famiglie) a pagare. Per realizzare questo cambiamento epocale è necessario anche cambiare il governo della città. Vogliamo restituire le chiavi di Reggio Emilia a chi l'ha costruita e può svilupparne tutte le potenzialità: imprenditori, artigiani e lavoratori".

 

(Fonte: ufficio stampa Grande Reggio)

 

L'assessore Rabboni: "Risorse rese disponibili grazie ad economie di precedenti bandi". Ecco il riparto per Provincia

Bologna, 10 febbraio 2014

Nuove risorse dalla Regione per l'ammodernamento delle aziende agricole in tutto il territorio emiliano-romagnolo. Si tratta di oltre 5,2 milioni di euro che permetteranno di finanziare parte delle domande in lista di attesa nelle graduatorie provinciali relative alla misura 121 del Piano di Sviluppo Rurale 2007-2013. Potranno essere finanziati la realizzazione o la ristrutturazione di immobili aziendali così come l'acquisto di macchinari, attrezzature e impianti.

Dati


"Il nuovo plafond - spiega l'assessore regionale all'Agricoltura Tiberio Rabboni – è stato reso possibile dalla scelta della Regione di chiedere a Bruxelles una modifica del Programma di sviluppo rurale 2007-2013 per dirottare sugli investimenti aziendali economie da precedenti bandi, pari a 10 milioni di euro. Con circa 4,8 milioni euro abbiamo finanziato le domande presentate dai giovani agricoltori. Con le risorse rimanenti finanziamo ora le domande in graduatoria presso le singole Province".

Le risorse sono già state attribuite alle singole amministrazioni provinciali che stanno provvedendo alle assegnazioni.


(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)


Domenica, 09 Febbraio 2014 09:13

Termoconvertitore, tra realtà e polemica

 

 

- Comunicato stampa di Civiltà Parmigiana - 

- Parma 9 febbraio 2014 - 

 

Un dato scientificamente certo divulgato recentemente dall’ASCOM evidenzia come  “il 70% delle emissioni nocive derivi dalle esalazioni di riscaldamenti, industrie, agricoltura, etc.  mentre il restante 30% derivi dal traffico veicolare. Di questo, solo il 20% (pari dunque al 7% sulle emissioni complessive di PM10) è imputabile al traffico urbano, mentre il 30% deriva dal traffico autostradale e il 50% dalla circolazione su strade extra urbane (fonti ARPA E.R.)”.

A fronte di questi dati oggettivi l’amministrazione, e in particolare l’assessore Folli, ai già inutili ma anche problematici  provvedimenti riguardanti il blocco del traffico domenicale e infrasettimanale, intende ora riesumare la “mummia” delle targhe alterne. In sintesi l’idea sarebbe di combattere  il 7% dell’inquinamento delle emissioni complessive di PM10 appiedando il 50% dei cittadini. Una lotta anacronistica alle automobili che va nella direzione soltanto di irritare la cittadinanza piuttosto che affrontare pragmaticamente i già tanti problemi locali.

Dopo questa doverosa premessa vorremmo riportare l’attenzione al restante 70% delle emissioni nocive (scusate se è poco). Viene spontaneo suggerire, oggi ancor più di ieri, vista la pace sancita tra il Comune e Iren, che venga completata una delle funzione più utili del termovalorizzatore ovvero il teleriscaldamento. 18.000 caldaie cittadine verrebbero spente definitivamente con grande e immediato vantaggio ambientale ed economico consentendo un libero, seppure regolamentato, accesso al centro storico.

Sempre legato al tema del termovalorizzatore occorre sottolineare come la partita legale sia terminata a sfavore della amministrazione comunale la quale, se l’interpretazione verrà confermata, dovrà risarcire IREN di 7 milioni di euro dovuti al secondo blocco dell’attività e quantificati dalla multiutility in 250.000 euro al giorno.

Un danno (se confermata la sentenza) non irrilevante che graverà su tutti non essendo il comune un’entità astratta ma un ente pubblico territoriale i cui errori si ripercuotono inevitabilmente sulle teste dei cittadini. 

Considerando che un inverno è già trascorso, Civiltà Parmigiana, perseguendo invece logica e buonsenso, invita il Sindaco, anche in quanto primo cittadino di un comune socio di IREN,  a dimostrare fermezza e autorevolezza nel pretendere da parte dell’azienda il completamento delle opere e dei relativi allacciamenti per il teleriscaldamento in considerazione delle spese già sostenute e della necessità di ridurre drasticamente le emissioni di polveri sottili.

Non vorremmo mai pensare che l’amministrazione comunale si fosse troppo affezionata ai suoi slogan propagandistici elettorali in merito al “diabolico forno”, trascurandone i fondamentali aspetti di utilità.

Ci auguriamo che il Movimento 5 Stelle, dopo aver perso la sua crociata contro il termovalorizzatore, non voglia perdere anche la “guerra con l’inquinamento”.

Civiltà Parmigiana

Il coordinatore Cecilia Zanacca

 

 

 

Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 13 - n° 06 10 Febbraio 14

 

 

 

SOMMARIO

Anno 13 - n° 06 - 10 Febbraio 14

(PDF Scaricabile)

SOMMARIO

Anno 13 - n° 06 10 Febbraio 14

1.1 editoriale

A caccia di petroldollari per sconfiggere la crisi 

3.1 Lattiero Caseario

Stabili i DOP, prosegue la discesa dei listini dei derivati del latte                                    

4,1 credito imprese

Reggio Emilia, “Le opportunità di accesso al credito per lo sviluppo dell'impresa agroalimentare”

5,1 inflazione

Istat, cambia la composizione del paniere

5,2 nomine

Patfrut, Piero Emiliani  è il nuovo presidente 

5,3 eventi

BIT 2014, tre giorni invece di 4 e altre novità

6,1 ambiente

Future Build, progettare smart city. Parma 13 - 16 febbraio 

7.1 Confcooperative        

I debiti della pubblica amministrazione

 

 

Cibusonline copertina n°6 del 10 febbraio 2014

 

 

 

 

 

Pubblicato in Agroalimentare Emilia
Domenica, 09 Febbraio 2014 11:29

A caccia di petroldollari per sconfiggere la crisi

Il Primo Ministro  esporta ottimismo e importa ossigeno per la Cassa Depositi e Prestiti. 500 milioni dal Fondo Sovrano del Kuwait. Speriamo non vadano solo all’Alitalia.

- di Lamberto Colla ---

- Parma, 9 febbraio 2014 -

Altri 3 viaggetti del Premier e si potrebbero riparare i danni delle alluvioni. 

Una cifra importante ma nel complesso insignificante quella promessa dal Kuwait la cui destinazione è ignota.  Si sa che i 500 milioni andranno alla Cassa Depositi e Prestiti la quale, va ricordato, gestisce una parte consistente del risparmio italiano, il risparmio postale.   Quelle stesse Poste Italiane che, a metà dicembre, decisero di investire nel capitale Alitalia per 75 milioni di euro. Un intervento che consentì alla compagnia aerea di riprendere il volo, non solo metaforicamente. Se non fosse sopraggiunta la notizia di Poste Italiane, Alitalia avrebbe dovuto lasciare a terra i passeggeri proprio durante le festività natalizie e, probabilmente, si sarebbe interrotta la trattativa strategica con la Compagnia araba ETIHAD.  

L’accordo con il Fondo Sovrano del Kuwait chiude il cerchio. ETIHAD ha necessità di garanzie per completare l’operazione Alitalia e Alitalia ha bisogno di ETHIAD per il rilancio della compagnia stessa. Un partner ideale per Alitalia in quanto consentirebbe di sviluppare le linee di lungo raggio verso oriente e, a differenza dell’ipotesi di Air France, non possiede un Hub antagonista sul suolo europeo.  Il sospetto si sia trattato di aiuti di Stato, nonostante le rassicurazioni del Ministro Lupi, esiste e con essa il rischio di infrazione alle norme europee con le conseguenti sanzioni milionarie da un lato e il conseguente abbandono del potenziale socio Arabo. Per cui meglio correre ai ripari e il viaggio lampo in terra araba di Enrico Letta potrebbe avere avuto proprio come scopo primario l’Alitalia.

  • Meglio pensare bene - 

Niente in contrario su questo ma qualcosa da ridire si. Innanzitutto l’eccesso d’esaltazione del risultato concreto conseguito. 500 milioni non sono sicuramente sintomo di grandi investimenti. E’ senza ombra di dubbio un, seppur piccolo, segnale di fiducia che viene riconosciuto al nostro Paese. E come potrebbe essere diversamente. Siamo fortemente patrimonializzati e soprattutto abbiamo sempre pagato i nostri debiti. 

D’accordo quindi sulle espressioni di positività  ma arrivare a dire che la crisi è alle spalle  è quantomeno impudente. Non si tratta di disfattismo ma di percezione. La crisi o meglio gli effetti della crisi si stanno contabilizzando in tutte le famiglie. I risparmi si assottiglino  e 7 anni dopo l’inizio della crisi il pessimismo dilaga. Se essere fuori dalla recessione vuol dire avere una previsione di Pil dello +0,6% (crescita praticamente uguale a zero) nel 2014, allora c’è poca da essere allegri. Con questi numeri Confindustria stima per il 2021 il momento del ritorno alle condizioni pre 2007 (14 anni anni dopo). 

  • 500 milioni non sarebbero sufficienti a pagare i danni delle alluvioni in Emilia e Lazio degli ultimi 15 giorni. E del Credit Crunch cosa diciamo?- 

E’ giusto salvare l’Alitalia ma è ancor più giusto salvare L’Italia e la sua gente. Il sospetto che la trasferta del Premier sia stata organizzata, quasi esclusivamente, per l’Alitalia è forte. Intanto per la consistenza dell’incassato. 500 milioni sono, nel contesto, bruscoline. Basti pensare che i conteggi dei danni delle piogge degli ultimi 15 giorni ammontano a un miliardo di euro (400 emilia e 250 lazio e 350 liguria) e diventano 1 miliardo e 650milioni con i conti dell’alluvione della Sardegna del novembre scorso. Restano fuori dal conteggio l’alluvione in liguria del 2011 e  il terremoto in emilia 2012 solo per restare ai tempi più recenti.

Infine la stretta creditizia. Le imprese sono rese sempre meno elastiche  dal “credit crunch”, bloccate in una terribile morsa, la peggiore dal 2001. Per sopravvivere molte imprese e per riprendere la strada dello sviluppo altre avrebbero necessità di iniezioni di liquidità mentre al contrario questa è sempre meno. Meno per la difficoltà a pagare da parte dei clienti e meno per effetto della chiusura dei rubinetti degli Istituti di Credito. 

Secondo i dati diffusi da Bankitalia, i prestiti alle famiglie sono scesi dell'1,5% nell’arco di dodici mesi (-1,3% rispetto al mese precedente) mentre quelli alle società non finanziarie sono diminuiti, sempre su base annua, del 6% (-4,9% a ottobre) - Bollettino Banca d’Italia del gennaio 2014 -

  • Conclusioni - 

Se l’intenzione del Governo è fare riprendere il volo all’Italia e non solo alla sua compagnia di bandiera, occorre liberare risorse a favore delle imprese, affinché queste generino nuovo lavoro e conseguentemente nuovo impiego. 

O le banche riaprono i rubinetti o si muore di sete.

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Pubblicato in Politica Emilia

 

 

Tra i relatori il il direttore area investimenti di I.S.A. Spa, dottor Angelo Aiello. Il convegno avrà inizio alle 15,30 del prossimo 13 febbraio presso la sede di Unindustria di Reggio Emilia -

 

- Reggio Emilia, 9 febbraio 2014 -

 

Sfidare l’economia globalizzata necessita di risorse efficaci e pronte. Nell’attuale contesto recessivo in cui versa il Paese, a preoccupare gli operatori della filiera agroalimentare, è la restrizione dei crediti bancari verso le imprese. Una stretta creditizia che ormai è divenuta una “morsa terribile” e i dati, visti a medio termine, indicano che il “credit crunch” non sia mai stato così severo. Ormai la crisi di liquidità ha raggiunto il punto più critico dal 2001. Secondo i dati diffusi da Bankitalia, i prestiti alle famiglie sono scesi dell'1,5% nell’arco di dodici mesi (-1,3% rispetto al mese precedente) mentre quelli alle società non finanziarie sono diminuiti, sempre su base annua, del 6% (-4,9% a ottobre) - Bollettino Banca d’Italia del gennaio 2014 -

Per discutere di questo, ma soprattutto di opportunità,  Il Gruppo Agroalimentare in collaborazione con l’Area Credito di Unindustria Reggio Emilia e l’Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali di Reggio Emilia, ha organizzato pertanto un incontro di approfondimento dal titolo: “Le opportunità di accesso al credito per lo sviluppo dell'impresa agroalimentare”. 

A trattare lo specifico argomento del credito a tasso agevolato sarà il  dott. Angelo Aiello, Direttore dell'Area Investimenti dell’I.S.A., sul tema del credito a tasso agevolato ed investimenti a condizioni di mercato.  

I.S.A. - Istituto Sviluppo Agroalimentare Spa - è la società finanziaria con socio unico il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali (MIPAAF), che promuove e sostiene progetti di sviluppo agroindustriale. I.S.A. interviene quindi a supportare  le imprese operanti nella fase di trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli, zootecnici e silvicoli, favorendo i processi di aggregazione tra imprese in una logica unitaria di sistema.

 Alla tradizionale attività di erogazione di finanziamenti a tasso agevolato, affianca operazioni di investimento a condizioni di mercato, per dare impulso a nuove iniziative imprenditoriali, le cui caratteristiche rispondano alle esigenze di un mercato sempre più flessibile e dinamico.

ISA si propone pertanto di caratterizzarsi non solo come investitore istituzionale ma anche come elemento catalizzatore e insieme promotore di scelte strategiche, iniziative commerciali e decisioni operative volte ad accelerare il consolidamento e lo sviluppo delle imprese del settore agroalimentare italiano.

IL PROGRAMMA

ore 15.30 - Accreditamento dei partecipanti

ore 15.45 - Apertura lavori

Alberto Viappiani - Vice Presidente con delega a Credito,

Finanza e Politiche Fiscali, Unindustria Reggio Emilia

Fausto Papa - Presidente Gruppo Agroalimentare, Unindustria

Reggio Emilia

Alberto Bergianti - Vice Presidente Regionale Ordine Dottori

Agronomi e Dottori Forestali

ore 16.00 - Credito a tasso agevolato ed investimenti a

condizioni di mercato: gli interventi I.S.A. per lo sviluppo delle

imprese agroalimentari

Angelo Aiello - Direttore Area Investimenti I.S.A. Spa

ore 17.00 - Dibattito e risposte ai quesiti

ore 18.00 - Chiusura lavori

Pubblicato in Agroalimentare Emilia
Domenica, 09 Febbraio 2014 10:09

Istat, cambia la composizione del paniere

 

CODACONS, corrette le nuove entrate meno le uscite e i pesi.

 

- 5 febbraio 2014 -

Cambia, come ogni anno, il paniere dell'Istat per l'inflazione. Entrano la sigaretta elettronica, il caffè in cialde, l'edizione digitale dei quotidiani, i sacchetti ecologici per rifiuti organici, il formaggio grattugiato in confezione.
Per il Codacons si tratta di entrate corrette, che tengono conto dei nuovi consumi e delle nuove tendenze.  Sono noti, ad esempio, i dati Ads sul crollo delle vendite di quotidiani su carta a vantaggio di quelli digitali.
Quello che invece non convince sono le uscite. Escono infatti dal paniere le spese per la riparazione del televisore o del computer, che semmai sono diventate sempre più onerose con i nuovi e più tecnologici televisori. Fuori anche il tailleur, sostituito dall'abito donna (pezzo unico), scelta che sfugge alla comprensione.
In ogni caso per l'associazione di consumatori quello che conta veramente e che non va sono i pesi sballati rispetto alla spesa reale dei cittadini. Un fatto ben più grave rispetto a nuove entrate o uscite, cose più di colore che di sostanza. I pesi sballati, infatti, possono falsare il calcolo del'inflazione per tutto l'anno, con ripercussioni sulla rivalutazione di pensioni e stipendi e sulla perdita del potere d'acquisto delle famiglie.
Il Codacons, in particolare, contesta che sia aumentato il peso dei "Servizi ricettivi e di ristorazione" (decollano, ad esempio, le "Consumazioni di prodotti di gastronomia", aumentate di 4 volte) o di "Ricreazione, spettacoli e cultura" e che siano invece diminuite le spese per "Abitazione, acqua ed elettricità…".
All'interno delle singole voci, poi, ha dell'incredibile la solita discesa del peso delle "Assicurazioni sui mezzi di trasporto" (da 1,1313% a 1,084%) o quella di "Pedaggi e parchimetri" (da 0,8299% a 0,7873%), a fronte di un aumento generalizzato dei costi dei parcheggi e dei pedaggi che più che compensano la riduzione degli spostamenti. (Fonte Codacons)

Un'analisi di CNA Emilia Romagna con le proposte per migliorare la finanza pubblica locale e rilanciare lo sviluppo della regione e del Paese
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Bologna, 7 febbraio 2014 -

Il principale ostacolo alla ripresa della crescita economica in Italia è l’eccezionale livello della pressione fiscale effettiva: infatti, l’ammontare di tributi e contributi sociali a carico dei contribuenti, ha raggiunto nel 2013 la quota record del 53,3% del Pil, ben 9 punti sopra i dati ufficiali.
Che l’Emilia Romagna sia un territorio virtuoso lo dicono i numeri: il 7,3% della popolazione, il 9% del Pil, l’8,1% delle imprese e l’8,9% del gettito fiscale. Ma tutto questo non basta.
“La nostra regione – spiega Paolo Govoni presidente CNA Emilia Romagna - risulta estremamente penalizzata da un assetto della finanza pubblica locale che produce una pressione tributaria ormai insostenibile e con vincoli che provocano un costante arretramento di investimenti e competitività. Un dato su tutti: nonostante il rilevante contributo pagato, l’Emilia Romagna risulta penalizzata: occupa infatti l’ultimo posto nella graduatoria dei trasferimenti statali (1.429 euro pro capite). La carenza di risorse trasferite dallo Stato proietta l’Emilia Romagna, dove i servizi alla popolazione e alle imprese sono più efficienti che nel resto d’Italia, al terzo posto nella classifica della pressione tributaria locale, intesa come sommatoria dei tributi regionali, provinciali e comunali (1.544 euro)”. Sono questi alcuni dei dati eclatanti contenuti nel rapporto: “Osservatorio sulla finanza e l’economia territoriale 2013. I casi Veneto, Lombardia, Emilia Romagna”, realizzato dall’Osservatorio Finanza ed Economia Territoriale, promosso da CNA Emilia Romagna, Lombardia e Veneto in collaborazione con il Centro Studi Sintesi di Venezia e presentato oggi nel corso di una iniziativa organizzata a Venezia dalla CNA delle tre regioni.
Tre regioni che sono il motore dell’economia nazionale. Agganciare qui la ripresa può dare al Paese intero la chance di risalire la china; ma questo potrà avvenire solo a determinate condizioni. La CNA, sulla base dei dati emersi dal rapporto dell’Osservatorio, ha individuato alcune proposte, per migliorare l’assetto della finanza pubblica locale e favorire lo sviluppo di queste Regioni e, quindi, dell’intero Paese.
In Emilia Romagna, Lombardia e Veneto vivono 19 milioni di persone (il 32% della popolazione italiana) e operano 1,7 milioni di imprese (32% del totale) che valgono il 54% dell’export. Il Pil complessivamente generato in quest’area (620 miliardi di euro nel 2013) equivale al 40% del Prodotto interno lordo italiano.
“Questo territorio – sottolinea Alberto Cestari ricercatore di Centro Studi Sintesi - contribuisce al 39% delle entrate fiscali nazionali, destinate a finanziare livelli crescenti della spesa pubblica italiana. Infatti, nonostante i tentativi di contenimento attuati, la spesa pubblica ha proseguito la propria dinamica di crescita, portandosi nel 2013 al 51,7% del Pil. Inoltre, nell’ultimo anno, la spesa corrente primaria ha sfiorato i 672 miliardi di euro: nel periodo 2000-2013, tale aggregato di spesa è aumentato, al netto dell’inflazione, del 15,5%.”
Riduzione dei trasferimenti e inasprimento dei vincoli del Patto di stabilità sono gli strumenti con i quali negli ultimi anni i governi hanno cercato il risanamento e la sostenibilità dei conti pubblici nazionali. Complessivamente, le manovre finanziarie approvate negli ultimi anni (vedi grafico 1 allegato) hanno determinato un concorso finanziario a carico di Regioni ed Enti locali che nel 2014 sfiorerà i 25,5 miliardi di euro (tagli alla sanità esclusi).
Emilia Romagna, Lombardia e Veneto garantiranno complessivamente il 25% di tale sforzo finanziario (pari a 6,3 miliardi); nello specifico, l’Emilia Romagna ha contribuito per il 6,2% del totale (pari a 1,6 miliardi).
“La conseguenza di ciò – evidenzia Cestari - è che la maggiore autonomia fiscale concessa recentemente a Regioni ed Enti locali, di fatto è stata svuotata: infatti, è verosimile che gli attesi incrementi della tassazione locale non vadano a finanziare migliori servizi o nuovi investimenti, bensì unicamente a coprire i mancati introiti derivanti dai tagli ai trasferimenti.”
A questo va aggiunto che l’Emilia Romagna risulta ulteriormente penalizzata perché il concorso in termini di finanza pubblica richiesto a ciascuna Regione è stato determinato proporzionalmente alla spesa media degli ultimi anni, continuando così a premiare le Regioni che spendevano di più. Infatti, ai fini del Patto di stabilità, il limite massimo di spesa per il 2014 (vedi grafico sotto) è di 935 euro pro capite per la Basilicata e di 833 euro per il Molise, vale a dire quasi il triplo del tetto di spesa consentito all’Emilia Romagna (346 euro). “Le proposte della CNA per tentare di invertire la rotta - conclude Paolo Govoni - partono dalla necessità di recuperare una quantità significativa di risorse da destinare all’abbattimento del carico fiscale. Per ottenere questo risultato bisogna avviare una riforma generale della Pubblica Amministrazione (per approdare ad una organizzazione più razionale della presenza dello Stato sul territorio); operare una semplificazione degli enti intermedi di governo (con particolare riferimento alle società partecipate di Regioni ed Enti locali); applicare il metodo dei costi standard presso tutti i livelli di governo e per tutte le funzioni pubbliche (in modo tale che diventi una prassi consolidata nella fase di costruzione del bilancio pubblico). Inoltre, per eliminare le penalizzazioni attuali, sarebbe opportuno riequilibrare gli obiettivi del Patto di stabilità interno tra le Regioni, introducendo progressivamente dei meccanismi premiali e abbandonando definitivamente la pratica dei tagli lineari.”
Infine secondo CNA, va attuata con urgenza una riforma del Patto di stabilità che applichi la “golden rule” europea: in pratica, le Amministrazioni locali dovrebbero garantire l’equilibrio della parte corrente del bilancio, lasciando sostanzialmente libera la spesa per investimenti. Una proposta per la quale CNA si batte da oltre un anno e che è in linea con la recente riforma costituzionale relativa al “pareggio di bilancio”.

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Grafico 1 - Patto di stabilità delle Regioni: tetto di spesa 2014 (euro pro capite)

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(fonte: ufficio stampa CNA Emilia Romagna)

 

Giovedì 6 febbraio tutte le risposte nell'ultimo incontro con Giorgio Ziemacki -

Reggio Emilia, 4 febbraio 2014 -

Dopo aver approfondito le strategie e l'organizzazione di un'impresa vincente, giovedì 6 febbraio dalle 18.15 alle 20 presso la sede provinciale CNA in via Maiella 4, il professor Giorgio Ziemacki, Docente e Consulente di Organizzazione Aziendale e Controllo di Gestione, affronterà il tema di una gestione aziendale di successo concludendo il ciclo di incontri dedicati a: "L'impresa vincente, strumenti e azioni per essere leader" promosso da Industrie Emiliane Unite, in collaborazione con il Gruppo Giovani Imprenditori e CNA Servizio Estero.

Nel terzo incontro si parlerà di alcuni aspetti importanti della gestione aziendale per ottenere risultati eccellenti come la comunicazione, la condivisione degli obiettivi e la gestione dei collaboratori, incentrando la serata sull' importanza delle persone, da motivare e formare per ottenere ottime performance in termini di risultati.

"Nei precedenti appuntamenti – sottolinea il Presidente di Industrie Emiliane Unite, Ing. Carlo Intermite – il prof. Ziemacki ha portato alla luce i punti di forza e debolezza su cui intervenire per uno sviluppo consapevole della propria azienda. Conoscere le dinamiche e gli effetti di tre elementi importanti quali strategie, organizzazione e gestione e sapere dove intervenire e con quali azioni può essere un vantaggio competitivo enorme che CNA ha voluto mettere a disposizione degli imprenditori per favorire, come sempre, la crescita delle pmi e delle imprese industriali".

"Continueremo - ha concluso il Presidente Intermite – a promuovere una formazione costante in grado di migliorare l'approccio al mercato, favorendo la cultura di impresa, approfondendo le regole imposte dal mercato globale con un occhio di riguardo alle opportunità da sfruttare per un business intelligente".

Per ragioni organizzative, è gradita conferma di partecipazione a Daniela Nasi, tel. 0522 356380, fax 0522 356381, e-mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., o Ughetta Fabris, CNA Giovani Imprenditori Provinciale, Tel. 0522 356366 Fax 0522 356351.

(Fonte: ufficio stampa CNA RE)

 

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