Mercoledì 5 febbraio si conclude il ciclo di incontri di educazione finanziaria promossa dalla Provincia di Reggio Emilia, dall'Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia e da FedeRisparmiatori - Azionariato Diffuso -
Reggio Emilia, 3 febbraio 2014 -
Mercoledì 5 febbraio '14, ore 18,00 presso la sede reggiana dell'Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia (Aula 1) a conclusione del decimo ciclo di lezioni d'educazione finanziaria incontro pubblico con
MARCO ONADO che dialogherà con RICCARDO FERRETTI
MARCO ONADO - Docente nel Dipartimento di Finanza dell'Università Bocconi di Milano e editorialista di quotidiani (il Sole 24 Ore, Il Fatto Quotidiano, Lavoce.info). Membro del Comitato Scientifico di PROMETEIA e di numerose riviste economico-finanziarie è stato Commissario CONSOB dal '93 AL '98
RICCARDO FERRETTI - Prorettore dell'Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, professore ordinario di Economia degli Intermediari Finanziari nel Dipartimento di Comunicazione ed Economia
La partecipazione all'incontro è libera. E' gradita la prenotazione inviando una mail a: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. o all'indirizzo: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. , oppure telefonando allo 0522.444666 dell'Assessorato Agricoltura, Promozione Territoriale, Tutela dei Consumatori, Benessere Animale Provincia di Reggio Emilia.
(Fonte: ufficio stampa FedeRisparmiatori - Azionariato Diffuso)
Export +5%, tenuta dei consumi interni e produzione e scorte in calo.
Il “barometro” volge al bello per il Parmigiano Reggiano”. Tra i segnali migliori si collocano ancora quelli provenienti dai mercati esteri. Obiettivo del Consorzio, raggiungere quota 50% d’export.
di Lamberto Colla - Bologna, 29 gennaio 2014 -
Se lo scorso anno fu il terremoto a tenere banco alla tradizionale conferenza stampa del Consorzio di Tutela del Formaggio Parmigiano Reggiano, quest’anno lo sono stati i fattori di positività che hanno cominciato a manifestarsi nel corso del 2013. La soddisfazione del presidente Giuseppe Alai, affiancato dai due vicepresidenti Monica Venturini e Adolfo Filippini, traspare evidente soprattutto in relazione ai tempi di crisi vissuti dal Paese. E’ stato il responsabile del Centro Stampa, Gino Belli, a avviare i lavori e a sottolineare come l’elemento rilevante del 2013 sia stato l’istituzione del Piano di Regolazione dell’Offerta. Piani, sottoscritti dai produttori, che vanno nella direzione di consolidamento del rapporto tra il prodotto con il territorio di origine. Una assunzione di responsabilità da parte di ciascuno che ancor più rafforza la filiera produttiva. Un elemento di distintività che andrà a arricchire gli elementi identificativi di un prodotto sempre più orientato all’export.
- Sintesi annata 2013 -
In breve sintesi, l’annata 2013, ha registrato un Calo della produzione dello 0,85% e delle giacenze del 4,3%, buona tenuta dei consumi interni, export ancora in forte crescita (+5%), quotazioni in lieve flessione su base annua e in netta ripresa negli ultimi cinque mesi: è segnato da questi valori il consuntivo 2013 del Parmigiano Reggiano, che nel corso dell’anno ha superato pressoché interamente anche le drammatiche conseguenze del terremoto del maggio 2012.
“Sul versante delle quotazioni – spiega il presidente del Consorzio di tutela, Giuseppe Alai – abbiamo vissuto un 2013 a due velocità. La media annua dei prezzi all’origine, che si è attestata a 8,74 euro/kg, con una flessione del 4,2% rispetto al 2012, nasce infatti da quotazioni che nei primi sette mesi si sono mantenute largamente al di sotto di quelle del 2012 (la media del periodo è stata pari a 8,60 euro/kg), mentre da agosto si è via via consolidata una ripresa che nel mese di dicembre ha fatto segnare il migliore risultato dell’anno (9,05 euro/kg), ulteriormente confortato dalle quotazioni della Borsa comprensoriale (che ha sede a Parma), che in quest’avvio di 2014 hanno segnato punte massime di 9,40 euro/kg e con minimi mai al di sotto dei 9 euro/kg”.
“Siamo dunque su valori – aggiunge il presidente del Consorzio – che non si toccavano dall’ottobre 2012 e che, associati a diversi altri elementi positivi, lasciano intravvedere un futuro più soddisfacente per i produttori, alle prese con rilevanti aumenti di diverse voci che incidono sul costo di produzione complessivo”.
A guardare gli indicatori di produzione molti sono i segnali positivi da registrare e tra questi, Alai indica il calo delle giacenze (-4,3% nel 2013, con una ulteriore accelerazione a partire dall’agosto scorso), la flessione produttiva (3.279.156 forme prodotte nel 2013 contro 3.307.221 del 2012), le difficoltà di prodotti similari d’importazione che cozzano contro un elevato prezzo del latte a livello mondiale, il superamento delle difficoltà legate al terremoto 2012, la forte crescita dell’export e la buona tenuta dei consumi interni. “In un anno di grandissima difficoltà per le vendite alimentari al dettaglio – spiega al proposito Alai – le vendite di Parmigiano Reggiano nella GDO sono scese solo dell’1% e sono state ben compensate dall’incremento di quelle effettuate direttamente dai caseifici e da altri canali, tanto che il nostro risultato è positivo nonostante un calo delle vendite di formaggi duri pari al 2,3%”.
“Oggi – prosegue il presidente del Consorzio – il nostro primo obiettivo è dare stabilità ai redditi dei produttori e da questo punto di vista riteniamo che proprio il 2013 sia stato un anno di svolta per il Parmigiano Reggiano”. “Con decisione assembleare pressoché unanime – sottolinea Alai – a settembre è stato dato il via a quel “Piano di regolazione dell’offerta” che lega il nostro sistema, e individualmente ciascuno dei suoi 3.500 allevatori, ad un governo della produzione che ne sancisce un più diretto legame con il territorio ed il mercato, proprio per esercitare una tutela attiva dei redditi, altrimenti impossibile senza una ordinata crescita che ponga fine ad oscillazioni che anche nel recente passato (il 2011 sul 2010) hanno determinato crescite annue superiori al 7%”. Proprio il piano approvato nel settembre scorso prevede, per il 2014, una produzione di 3.250.000 forme (29.000 in meno rispetto al 2013).
Le esportazioni
Il barometro sembra dunque volgere al bello per il Parmigiano Reggiano e tra i segnali migliori si collocano ancora quelli provenienti dai mercati esteri.
“Nel 2013 – sottolinea il direttore del Consorzio del Parmigiano Reggiano, Riccardo Deserti – sui mercati esteri sono state collocate 45.800 tonnellate e grazie a questo rilevante incremento è salita al 34% (e raddoppiata in cinque anni) la quota di prodotto destinato all’export”.
E qui si innesta uno dei grandi obiettivi del Consorzio: “per il 2020 – afferma Deserti – puntiamo a portare la quota delle esportazioni al 50% sul totale”.
Ai vertici delle classifiche dell’export restano la Francia (con una quota del 19%), il Regno Unito (17,1%), la Germania (16,9%) e gli USA (16,5%), seguiti da Canada, Giappone e Svizzera.
“È in massima parte a questi Paesi – spiega Deserti – che si lega la nostra crescita, anche se si sta consolidando un flusso sempre più consistente verso altre aree”.
“Pur partendo da quote complessivamente ancora modeste – prosegue Deserti – l’export al di fuori dei Paesi citati registra un +25%, con crescite percentuali molto rilevanti in Brasile (+130%), Indonesia (+140%), Arabia Saudita (+93%), Kuwait (+30%, Messico (+25%), India (+19%), Russia (+16%), Corea del Sud (+16%)”.
Nuovi investimenti
Un’affermazione internazionale, unita al buon andamento dei consumi interni, che sarà sostenuta dai nuovi rilevanti investimenti programmati dal Consorzio, che per il 2014 mette in campo 13,7 milioni di euro equamente suddivisi su Italia ed estero.
“Il nostro obiettivo primario – spiegano Alai e Deserti – è quello di far percepire meglio le caratteristiche e l’unicità del nostro prodotto, grazie ad azioni informative/formative molto articolate che valorizzino al meglio il Parmigiano Reggiano sia laddove vi sono margini di crescita legati ai suoi tratti distintivi, sia laddove è necessario sottrarlo ad una dinamica di consumi globali in recessione”. Specifici progetti – con un ulteriore investimento per quasi 1 milione di euro – sono poi in campo con gli esportatori, la GDO e sul canale horeca.
Buona parte del bilancio del Consorzio (complessivamente 22,9 milioni) sarà poi assorbita dalle attività di controllo e vigilanza. “Nel 2013 – sottolinea il direttore Riccardo Deserti – sono state singolarmente controllate 3.500.000 forme nei caseifici, cui si sono aggiunti i controlli effettuati all’interno degli esercizi commerciali, che complessivamente hanno coinvolto 1.748 punti di vendita”. “Un sistema oneroso – conclude Deserti – ma necessario per assicurare ai consumatori e ai produttori quella tutela che non si può semplicemente rivendicare o delegare ad altri, ma richiede un ruolo attivo da parte di chi rappresenta un sistema così importante per l’agroalimentare italiano, per migliaia di imprese e decine di migliaia di operatori”.
- Bilancio Post Terremoto -
Ottocentomila posti forma ricostruiti, 1 milione di famiglie, 6 catene distributive e 59 caseifici coinvolti in acquisti e vendite solidali, 380 caseifici impegnati con un contributo straordinario, oltre 4.800.000 euro ripartiti tra i caseifici colpiti: sono questi – ad oggi – i grandi numeri che stanno alle spalle della ricostruzione avvenuta nel comprensorio del Parmigiano Reggiano dopo il devastante terremoto del maggio 2012.
Dalle vendite solidali effettuate dai caseifici del comprensorio aderenti all’iniziativa “1 euro per rinascere” sono arrivati 513.950 euro, cui si sono aggiunti quelli legati alle vendite nelle catene
distributive e nel canale horeca per 486.614 euro, i contributi di altri operatori commerciali per 31.064 euro e le donazioni dirette al Comitato caseifici terremotati, pari a 167.664 euro. La cifra complessiva di 1.199.429 euro è stata distribuita ai caseifici in proporzione al numero delle forme danneggiate (complessivamente ne sono cadute quasi 600.000).
L’impiego della prima tranche del contributo straordinario deciso dall’Assemblea dei caseifici del Parmigiano Reggiano nel luglio 2012 ha poi già consentito di assegnare alle strutture danneggiate un’altra rilevante cifra, pari a 3.624.000 euro, consegnati ai caseifici danneggiati tenendo conto non solo del danno subito, ma anche delle diverse misure di tutela alle quali individualmente hanno potuto fare ricorso (contributi pubblici e rimborsi assicurativi, essenzialmente).
In totale, dunque, sono stati ad oggi erogati 4.823.429 euro, in attesa di completare il percorso delle istruttorie per la quantificazione dei danni e risarcimenti.
Più che flessione si tratta di vero e proprio crollo dell’edilizia residenziale: -37,2%
- Roma gennaio 2014 --
Nel primo semestre del 2013 l'edilizia residenziale presenta una rilevante flessione rispetto allo stesso periodo del 2012 (-37,2% le abitazioni e -35,5% la superficie utile abitabile). A comunicarlo è l’ISTAT nella periodica rilevazione. Anche l'edilizia non residenziale - prosegue il comunicato dell’istituto statistico - ha una consistente diminuzione con quasi un terzo di superficie in meno rispetto al primo semestre del 2012 (-31,6%).
Il numero di abitazioni dei nuovi fabbricati residenziali risulta in forte calo, presentando, nel primo trimestre, una variazione tendenziale del -38,2% e nel secondo del -36,2%. Significative sono anche le diminuzioni della superficie utile nel confronto con gli analoghi trimestri del precedente anno: -36,6% per il primo trimestre 2013 e -34,3% per il secondo.
Nel primo trimestre del 2013, l'edilizia non residenziale presenta una superficie in netta contrazione rispetto allo stesso periodo del 2012 (-37,3%). Meno accentuata è la flessione nel secondo trimestre 2013, con un calo della superficie non residenziale pari al 25,6% rispetto allo stesso periodo del 2012.
(Fonte ISTAT)
Cresce la spesa low cost nel 2013.
- gennaio 2014 -
Le famiglie italiane inseguono sempre di più risparmi e promozioni: 3 su 5 hanno provato almeno una volta i discount nel 2013. La recessione ha ormai radicalmente alterato le abitudini al supermercato: gli italiani fanno economia e così lo scorso anno sono cresciuti dell’72% rispetto al 2012 gli acquisti di offerte speciali. Aumentano le persone che fanno shopping “per mangiare” nei negozi “a basso costo”. Dagli alimenti alle bevande, ma anche prodotti per la casa e abbigliamento, gli sconti fanno gola a tutti e sono la risposta fai-da-te delle persone alla crisi. Questo il risultato di un rapporto del Centro studi Unimpresa, che ha condotto un’analisi a campione tra i 18mila esercizi commerciali associati.
Nel carrello della spesa degli italiani, secondo quanto emerge dalla ricerca di Unimpresa, finiscono con sempre maggiore frequenza rispetto al passato prodotti offerti sugli scaffali con sconti, specie quelli con ribassi dei prezzi superiori anche oltre il 30% rispetto al listino ufficiale. Lo studio conferma e mette in luce una tendenza in atto da tempo, peraltro già rilevata negli ultimi due anni dall’associazione. Confermato il dato più rilevante, secondo cui l’attenzione alle offerte speciali porta i consumatori a fare una vera e propria “incetta” di beni a basso costo: i cittadini sono diventati super esperti dei volantini, puntano le promozioni e nelle buste della spesa finisce solo quanto è proposto in offerta, mentre restano sugli scaffali dei supermercati e dei piccoli negozi su strada tutti gli altri prodotti. Obiettivo che si raggiunge soprattutto con la lettura ormai quotidiana di volantini: gli italiani li leggono sempre di più alla ricerca di sconti e prezzi bassi.
Tutto ciò, però, ha inevitabili conseguenze negative sui ricavi degli esercenti: secondo prime stime l’impatto sui conti potrebbe arrivare ad avere un’incidenza negativa del 55-60%. Elemento che aggraverebbe un quadro già profondamente depresso: del resto, nel 2012 i consumi sono scesi del 4,3%. E nel 2013 (dato di ottobre) sono risultati in calo dell’1,6% su base annua precipitando al livello degli anni ’90. I dati indicano che i piccoli negozi sono sempre meno frequentati (-3,2%) e il trend è negativo anche per i supermercati (-1,6%). Solo i discount segnano una tendenza positiva (+2,9%)
“Lanciamo l’allarme rosso: l’inasprimento tributario sta facendo chiudere a catena i piccoli negozi e anche la grande distribuzione organizzata, già colpita dalla bufera economica, potrebbe accusare un colpo tremendo” dice il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi. “Serve una cura da cavallo – aggiunge Longobardi – per far ripartire l’economia. Giù le tasse, subito. Senza indugi o tentennamenti di sorta. Il Governo di Enrico Letta non può perdere altro tempo”.
Ufficio Stampa Unimpresa
All’inaugurazione hanno presenziato Giuseppe Schena, sindaco di Soliera e presidente dell’Unione Terre d’Argine, Maria Cecilia Guerra, viceministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Federico Tusberti, presidente della Cooperativa sociale Eortè, capofila e coordinatrice delle associazioni e dei volontari coinvolti e Angelo Morselli, presidente provinciale dell’Auser.
Soliera 11 Gennaio 2014 -- - -
Di Manuela Fiorini -
Si chiama “Il Pane e le Rose” (www.ilpaneelerosesoliera.it) il nuovo social market inaugurato questa mattina in via Serrasina 93 a Soliera, in provincia di Modena. Si tratta del primo market solidale presente in un comune che non è capoluogo di provincia e si propone di rispondere ai bisogni delle persone in difficoltà a causa della crisi economica attraverso la filosofia del welfare di comunità. Il nuovo social market sarà aperto due volte a settimana: il mercoledì pomeriggio dalle 15 alle 18 e il sabato mattina dalle 9 alle 12. I prodotti sugli scaffali, generi alimentari di prima necessità o per l’igiene della persona e della casa, sono donati dalla grande distribuzione o attraverso collette alimentari, secondo una logica che mette in rete gli esercizi commerciali, la distribuzione organizzata, i laboratori artigianali, le attività industriali e agricole, l’associazionismo e i privati cittadini. Potranno essere ritirati dalle famiglie residenti nel territorio comunale che ne avranno i requisiti, secondo un regolamento elaborato dai Servizi Sociali dell’Unione Terre d’Argine e condiviso con gli altri soggetti promotori. A ogni famiglia sarà conferita una tessera punti a scalare, che consentirà di scegliere i prodotti a seconda dei gusti, della composizione del nucleo familiare e delle necessità. Accanto a ogni prodotto, infatti, non compare il prezzo in denaro, ma il suo valore in punti.
All’inaugurazione hanno presenziato Giuseppe Schena, sindaco di Soliera e presidente dell’Unione Terre d’Argine, Maria Cecilia Guerra, viceministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Federico Tusberti, presidente della Cooperativa sociale Eortè, capofila e coordinatrice delle associazioni e dei volontari coinvolti e Angelo Morselli, presidente provinciale dell’Auser.
Nel suo intervento, il viceministro Guerra ha sottolineato come, in seguito alla crisi economica, siano raddoppiate le famiglie in difficoltà, in particolare i nuclei in cui sono presenti minori.
“Entro la seconda metà del 2014 – ha preannunciato il viceministro – sarà varata una misura nazionale di contrasto alla povertà. L’intervento, per il quale saranno messi a disposizione 500 milioni di euro e prevede l’utilizzo del Fondo Europeo per gli indigenti, sarà gestito direttamente dai Comuni, attraverso la rete dei Servizi locali, delle scuole e dei Centri per l’Impiego e sarà rivolto alle famiglia con minori in cui gli adulti hanno perso il lavoro o ne hanno uno precario”.
Il nuovo social market è ospitato in un capannone condiviso con la Croce Blu e altre associazioni di volontariato solieresi. Gli allestimenti sono stati forniti da Coop Estense, mentre i lavori di ristrutturazione sono stati realizzati senza alcuna spesa grazie al contributo di Auser e dell’architetto Cristiano Rinaldi. La gestione del market, poi, è affidata a volontari che, attualmente, sono circa una ventina e si occupano della gestione del magazzino, della sistemazione dei prodotti sugli scaffali, della pulizia dei locali e del carico e scarico delle merci.
Si può sostenere il progetto offrendo un po’ del proprio tempo come volontario, oppure promuovendo una colletta alimentare. Si può anche donare una sporta della spesa con 15 euro, un carrello con 30 euro o effettuare una donazione con bonifico presso Banca Popolare Etica (IBAN IT 14 R 05018 02400 000000166403) con la causale “Progetto Il Pane e le Rose”.
Un danno al mercato interno che il presidente di 'Sistema Moda Italia' Claudio Marenzi stima in tre anni potrebbe arrivare a "120mila posti di lavoro a livello europeo, 40mila dei quali in Italia" -
Modena, 9 gennaio 2014 -
Un'iniziativa nata per ragioni umanitarie offre lo spunto per una riflessione economica più vasta su certe iniquità dell'economia globale. In particolare si parla dei rapporti commerciali tra il Pakistan e l'Unione Europea, riferiti a un settore strategico soprattutto per l'Italia e già fiaccato dalla crisi come quello tessile.
Che cosa è successo: nel recente passato l'UE ha inserito il Pakistan nel cosiddetto 'sistema generalizzato delle preferenze' per consentire alle fabbriche del Paese – nelle quali le condizioni di lavoro sono ancora disumane – di vendere prodotti sul mercato europeo senza pagare dazi doganali, o pagandoli in misura molto ridotta. Il provvedimento, in scadenza lo scorso 31 dicembre, è stato prorogato al 31/12/2017 per voto unanime dell'Europarlamento: 75 prodotti provenienti dal Pakistan continueranno a entrare in Europa attraverso una corsia preferenziale, il 70% con un dazio doganale molto basso e un 20% senza alcun dazio. Peccato che, nel frattempo, il dazio pagato dalle aziende europee in Pakistan rimarrà lo stesso: il 25%.
Non sono le tanto barriere all'ingresso nel mercato pakistano a preoccupare le imprese italiane del tessile: preoccupa, semmai, la persistente concorrenza di un Paese che proprio attraverso lo scarso rispetto delle norme di tutela dei lavoratori pratica già prezzi estremamente competitivi.
Questo trattamento di favore produrrà un danno al mercato interno che il presidente di 'Sistema Moda Italia' Claudio Marenzi stima in "120mila posti di lavoro a livello europeo, 40mila dei quali in Italia". Il Pakistan è il quindicesimo fornitore dell'Italia nell'industria tessile e moda, e quindi un competitor già forte per il mercato interno. Inoltre l'UE premia con dazi minimi anche altri Paesi, quali Armenia, Bolivia, Capo Verde, Costa Rica, Ecuador, Georgia, Mongolia, Paraguay e Perù.
"Tra queste 40.000 posti a rischio, ovviamente ce ne sono anche sul nostro territorio – osserva Tamara Gualandi, presidente di CNA Federmoda Modena – Non sfuggiamo certo alla responsabilità di contribuire all'emancipazione di Paesi economicamente meno fortunati, ma viene da chiedersi perché l'Europa decida di farlo con una norma che penalizza la libera concorrenza tra le aziende e, in ultima analisi, le aziende stesse. Le imprese italiane del settore tessile-abbigliamento, che proprio dall'Europa attendono da tempo segnali sulla tutela di un marchio di qualità assoluta come il 'Made in Italy', si trovano invece a fronteggiare un nuovo ostacolo a una più equa concorrenza".
(Fonte: L'Ufficio Stampa CNA Modena)
Costi di esercizio di impresa - Ministero dei Trasporti Novembre 2013 costo acquisto autocarro 75.000€ - percorrenza oltre 500 km - massa complessiva superiore a 26 tonnellate.
Andamento ORO in confronto con il Petrolio WTI
Confronto tra i prezzi del Petrolio (WTI) e della media del gasolio nazionale scorporato tra costo industriale, accise e IVA. (Ministero Sviluppo Economico - Dipartimento per l’Impresa)
Finalmente siamo giunti al capolinea di questo 2013, quinto anno di crisi. La seconda recessione di questo ciclo sta volgendo a termine e 16.000 padroncini sono rimasti sul campo.
Altri, tanti altri cadranno sotto i “bombardamenti” di questa crisi che ci ha riportati rapidamente indietro di quasi trent’anni in termini di produzione industriale (1986), di 16 anni in ricavi pro-capite e al 2007 in PIL nazionale.
Numeri e valori che descrivono una “nuova Italia”. Dobbiamo abituarci a vivere diversamente che non vuol dire solo in modo più sobrio ma cambiare radicalmente gli stili di vita. Siamo in una nuova dimensione.
Ma di questa nuova situazione sembrano immuni i nostri politici e i privilegiati dei loro staff.
L’ultima viene dalla Regione Liguria che è riuscita a quantificare il “costo dello stress” dei suoi dirigenti in 13,02€ al giorno che all’anno diventano oltre 4.000€
Buone Feste a tutti e che il 2014 porti “buoni consigli” ai nostri “poco amati” amministratori. Altrimenti ... altro che “forconi”.
di Carlo Alberto Sala
(Allegato pdf di "Truck News 12/2013")
-16.000 padroncini dall’inizio della crisi
di redazione -
Secondo i dati presentati dalla CGIA, tra il primo trimestre 2009 e il terzo trimestre 2013 hanno chiuso quasi 16.000 imprese (-14,7%) del settore dell’autotrasporto merci su strada.
Le ragioni dello stato di agonia in cui versa l’autotrasporto sono molteplici. Secondo uno studio presentato dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti nel 2011, l’Italia presenta il costo di esercizio per chilometro più alto d’Europa: se da noi è pari a 1,542 euro, in Austria è di 1,466 euro, in Germania 1,346 euro, in Francia 1,321 euro. Ma in Slovenia è di 1,232 euro, in Ungheria di 1,089 euro, in Polonia di 1,054 euro e in Romania è addirittura di 0,887 euro.
“Abbiamo i costi di esercizio più alti d’Europa – sottolinea il segretario della CGIA, Giuseppe Bortolussi – per colpa di un deficit infrastrutturale spaventoso. Senza contare che il settore è costretto a sostenere delle spese vertiginose per la copertura assicurativa degli automezzi, per l’acquisto del gasolio e per i pedaggi autostradali. Il che si traduce in un dumping sempre più pericoloso, soprattutto per le aziende ubicate nelle aree di confine che sono sottoposte alla concorrenza proveniente dai vettori dell’Est Europa. Questi ultimi hanno imposto una guerra dei prezzi che sta strangolando molti piccoli padroncini. Pur di lavorare – conclude Bortolussi – si viaggia anche a 1,10-1,20 euro al chilometro, mentre i trasportatori dell’Est, spesso in violazione delle norme sui tempi di guida e del rispetto delle disposizioni in materia di cabotaggio stradale, possono permettersi tariffe attorno agli 80-90 centesimi al chilometro. Con queste differenze non c’è partita. Nonostante il legislatore abbia imposto i costi minimi a beneficio dei piccoli trasportatori, l’apertura del mercato italiano ai vettori e agli autisti provenienti dall’Est sta mettendo in seria difficoltà il nostro settore”.
A novembre molto male il mercato auto sia per quanto riguarda i passaggi di proprietà che le radiazioni.
I passaggi di proprietà delle autovetture, depurati delle minivolture (i trasferimenti temporanei a nome del concessionario in attesa della rivendita al cliente finale), a novembre registrano -10,3% rispetto allo stesso mese del 2012; i motocicli -7,6%. Ogni 100 autovetture nuove ne sono state vendute 199 usate a novembre e 190 nei primi undici mesi dell’anno.
Da gennaio il mercato dell’usato ha registrato una lieve crescita dello 0,2% per le autovetture ed una diminuzione del 4,3% per i motocicli.
I dati sono riportati nell’ultimo bollettino mensile “Auto-Trend”, l’analisi statistica dell’Automobile Club d’Italia sui dati del PRA, consultabile sul sito http://www.aci.it
Negative anche le radiazioni: -15,5% per le auto e -18,9% per le due ruote. Le auto eliminate dalla circolazione sono state 98.231 contro le 116.194 del 2012. Ogni 100 autovetture nuove ne sono state radiate 96 a novembre e 107 nei primi undici mesi del 2013.
Le radiazioni da gennaio ad oggi sono diminuite dell’1,3% per le autovetture ed aumentate del 5,9% per i motocicli.
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