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Mercoledì, 05 Settembre 2018 09:43

Chiacchierata a tutto campo con Bobo Craxi.

Dalla solidarietà e sostegno agli operai della Ferrarini a uno sguardo critico al sistema Italia. Bobo Craxi: "Sono fuori dalle istituzioni, ma la politica si può anche esprimere fuori da esse. Se esiste un progetto convincente certamente non mi sottrarrò dall'impegno diretto".

Di Lamberto Colla Parma 5 settembre 2018 -

Bobo Craxi ha la responsabilità di portare un cognome importante, per certi versi pesante, ma indissolubilmente legato al Socialismo e al Garofano, ma anche il dovere, per uno che la "Politica" con la "P" intende onorare, di proporre una linea autonoma e adeguata ai tempi che mutano, dell'ideale di fede politica, socialista in questo caso.

Cogliendo l'occasione di un video messaggio, indirizzato al socialista Nicola Comparato, nel quale esprimeva la sua solidarietà agli operai della Ferrarini e alla "lotta alla Cassa di espansione del Baganza" intrapresa dell'esponente socialista locale, abbiamo rivolto alcune domande a Bobo Craxi il quale, col noto garbo che lo contraddistingue, ha risposto e perciò lo ringraziamo, così come ringraziamo Nicola per avere fatto da tramite con la nostra redazione.

Di seguito l'intervista a Bobo Craxi.

1. "Voglio esprimere e reiterare la mia solidarietà agli operai della Ferrarini". In un recente video messaggio Lei è intervenuto per portare il suo sostegno agli operai della Ferrarini dimostrando di avere particolare attenzione verso le vicende locali. Come interpreta quindi la situazione economica, politica e sociale attuale?

Conosco da tempo il dinamismo e la forza del tessuto industriale parmense che è un vero e proprio orgoglio nazionale. La crisi della Ferrarini tuttavia rappresenta un caso paradigmatico della sofferenza dell'industria italiana con le conseguenze tragiche per l'occupazione. Esprimere un'attenzione per me significa non perdere sensibilità verso quelli che considero veri e propri drammi umani del nostro tempo. Non posso che augurarmi che vi possa essere una soluzione utile per i lavoratori e per l'azienda.

2. La seconda e la terza repubblica, sempre che ci siano state, sono di fatto abortite. Quale potrebbe essere l'evoluzione della quarta fase della nostra storia politica?

Tecnicamente siamo in costanza della Prima Repubblica, a Costituzione Invariata non è nata alcuna Seconda Repubblica. Per propaganda e Convenzione dovremmo essere in presenza di una Terza, ora lei mi dice Quarta Repubblica. La verità è che c'è stato un approccio molto partigiano Alle Riforme Istituzionali e per ben due volte si è abortita una Revisione Costituzionale.
Non mi auguro affatto che siano queste due forze dominanti a mettere mano alla Revisione Costituzionale ci troveremmo di fronte a disegni pericolosi come quelli di Casaleggio o comunque bislacchi come queste due forze appaiono ai miei occhi.

3. A fine novembre scorso si era avvicinato a "Articolo 1 MDP" e a metà estate invece, in tandem con il Governatore della Toscana Enrico Rossi, ha lanciato l'idea di "Una nuova formazione politica nel nome del socialismo italiano e internazionale".
- Quali sono gli obiettivi e dove si collocherebbe all'interno dell'arco costituzionale

Io non ho mai abbandonato il partito socialista; ho avuto delle franche discussioni con una guida del Partito che ho ritenuto inutilmente personalistica, visti i risultati, ed ora penso da nuovamente riaggiornare.
Nella Sinistra vi è un certo affollamento di sigle e movimenti, posto innanzitutto che siamo in presenza di una crisi di prospettiva del Partito Democratico, rilanciare la Questione Socialista penso sia una delle necessità per la sinistra italiana ma anche per lo stesso equilibrio della democrazia italiana. Quindi la discussione è aperta e gli interlocutori possono essere molteplici in un perimetro che può benissimo andare da Art.1 fino alla Bonino. Ma il rilancio programmatico ed organizzativo riguarda anche e soprattutto l'area socialista che credo possa avere più orecchie attente che nel recente passato. Io penso che la fase che stiamo vivendo che unisce diverse crisi nello stesso momento necessiti di un periodo più lungo perché si possa preparare una alternativa al governo giallo-verde nazional-populista di carattere politico e programmatico. Allo stato ragionerei sul breve e concentrerei le nostre spinte in direzione del ravvicinato appuntamento elettorale europeo che sarà un vero e proprio spartiacque per tutta l'Unione.
I nemici dell'Europa hanno puntato le loro Fiches sullo sfascio della stessa. Penso che noi dovremmo esser capaci di difendere questa conquista riuscendo a riqualificarne obiettivi e vocazione.

4. Dobbiamo supporre che ci sarà una nuova discesa in campo da protagonista attivo della politica nazionale e / o Europea? Nel qual caso, cosa vorrebbe dire ai suoi potenziali elettori per convincerli a seguirla?

Io non ho in programma di "scendere" in un campo che per la verità non ho mai abbandonato continuando a scrivere ed a dire il mio pensiero quando richiesto.
Sono fuori dalle istituzioni, ma la politica si può anche esprimere fuori da esse.
Se esiste un progetto convincente certamente non mi sottrarrò dall'impegno diretto. In quel caso penso che i cittadini sono in grado di distinguere fra un professionista ed uomini politici improvvisati.
Posto che ci dovrebbe esser spazio per tutti senza distinzioni. La dannazione verso la "Vecchia Politica" ha finito per essere un danno e non un vantaggio per la democrazia e per il Paese.

5. A proposito di Europa, oggi i rapporti con l'UE sembrano tesi. Come vede la UE, così divisa tra europeisti e sovranisti, e come la immagina nel prossimo futuro , ma soprattutto come immagina il ruolo dell'Italia nello scenario euro-mediterraneo?

L'Europa penso di vederla come molti: una grande incompiuta, burocratizzata e spinta da interessi parziali che hanno danneggiato milioni di cittadini. Però al tempo stesso vedo la prospettiva di una Nuova Europa allargata al Mediterraneo la sola che possa rispondere alle insidie dell'oggi; paesi confinanti che si fanno concorrenza sleale e faccia feroce presto o tardi riprodurrebbero i conflitti che la Storia ha già conosciuto. Quindi lo sforzo é quello di cambiare quello che non va e fare quello che ancora non c'è. Questo impiegherà del tempo e l'impegno di generazioni ma sono convinto che alla fine di questa costruzione i vantaggi non potranno che essere notevoli. L'Italia è d'altronde un grande Paese in Europa ed è giusto che ponga le sue condizioni per restarci con dei vantaggi concreti. Nel mondo globale paesi di piccolo taglio diventano irrilevanti ed esposti al rischio vero di perdita definitiva di Sovranità.
Quindi in questo guado non dobbiamo perdere la speranza di correggere gli squilibri e le iniquità che non sono mancate su molti terreni a partire da quello Sociale.

 

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(Nel Video Messaggio. Bobo Craxi esprime solidarietà agli operai della Ferrarini e saluta il socialista Nicola Comparato, dipendente dell' azienda che si batte contro la cassa d'espansione sul torrente Baganza)

https://youtu.be/Fi5Mqt_kAxY 

Pubblicato in Politica Emilia
Martedì, 04 Settembre 2018 09:55

Crisi Ferrarini. Forse qualcosa si muove.

Crisi Ferrarini, diverse imprese di Parma e Cremona avrebbero manifestato interesse per alcuni asset del gruppo e i Commissari vorrebbero accelerare i tempi. Il tempo stringe e la pazienza, dei dipendenti, langue.

di LGC Parma 4 settembre 2018 - Da indiscrezioni riportate da Reggio Report, lo scorso 1° settembre, i Commissari Giudiziali Bruno Bartoli e Franco Cadoppi, rispettivamente del gruppo alimentare Ferrarini e di Vismara, avrebbero intenzione di accelerare "i tempi per il piano industriale e lo scorporo di rami d'azienda destinati ad essere venduti per alleggerire la situazione debitoria del gruppo alimentare Ferrarini di Reggio-Rivaltella, leader nazionale del prosciutto cotto (debito olte gli 280 milioni di euro) e soddisfare gradualmente i creditori."

"Tenete duro" era stato infatti invocato dal Commissario Giudiziale Bartoli, presente il 20 agosto scorso a Langhirano in occasione del "Tavolo della Politica locale" convocato proprio per discutere della Cisi Ferrarini, e oggi sembra che qualcosa in effetti si muova.

"Sarebbe imminente l'arrivo di una importante società di consulenza tedesca, - prosegue Reggio Report - con filiale a Milano, per la stesura dei business plan da presentare al giudice delegato Stanziani Maserati entro 120 giorni (dal 27 luglio scorso, più il periodo feriale del tribunale)."

150 giorni complessivi quindi sono quelli a disposizione per predisporre le proposte di piano che sostanzialmente dovrebbero mantenere in capo al gruppo Ferrarini la sola attività storica del prosciutto mentre "Negroni Spa", secondo la GDO News, avrebbe messo gli occhi su "Vismara", mentre "Per la produzione di prosciutto crudo, di cui si sta occupando direttamente Lucio Ferrarini, sarebbero in corsa tre possibili acquirenti: Ugo Annoni Spa, industria alimentare di Collecchio, la Cav. Umberto Boschi di Felino e Casale Spa."

C'è da augurarsi che ben presto si possa vedere la luce in fondo al tunnel. La situazione di crisi sta esasperando i dipendenti i quali, nella riunione del 20 agosto scorso, avevano già dimostrato, oltre alla plausibile apprensione, la rabbia per i comportamenti dell'azienda ma che nonostante tutto stanno, come invitati dal commissario, "tenendo duro" ben oltre il lecito.

Pare infatti che alcuni dipendenti si portino da casa i guanti di lattice, la carta igienica e addirittura la corda per legare i salumi.

Ora tocca alla proprietà e ai Commissari "premiare" i loro tenaci e fedeli dipendenti.

 

Ferrarini_20ago18-dipendente_con_commissario_giudiziale.jpg

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(nelle foto alcune immagini della riunione del 20 agosto 2018 a Langhirano - una dipendente parla con il Commissario Giudiziale e uno scorcio sul pubblico. In copertina il Tavolo della politica locale)

(Nel Video il Commento del Sindaco di Lesignano, Giorgio Cavatorta, a seguito dell'incontro a Langhirano del Tavolo della Politica Locale in merito alla Crisi Ferrarini)
https://youtu.be/8Dyy5NLXjPE 

Immagini e video di Nicola Comparato

Pubblicato in Agroalimentare Emilia
Martedì, 04 Settembre 2018 08:08

L'attesa Pace Fiscale

Parrebbe identificarsi pian piano il piano di Pace Fiscale 2019 distaccandosi dalle previsioni iniziali che indicavano nel condono tombale dei debiti fino a 100mila euro la soluzione ottimale per fare cassa aiutando i cittadini in difficoltà.

di Mario Vacca Parma 3 settembre 2018 - La nuova proposta consegnata al Ministro dell'Economia, Giovanni Tria, prevede un intervento più strutturato sulle cartelle esattoriali, fiscale per tutti i livelli del contenzioso tributario: rottamazione ter ma con sconti anche su imposte oltre che su interessi e sanzioni.

Dunque, più che altro sarà una rottamazione ter. che andrà ad utilizzare gli strumenti deflattivi del contenzioso tributario già esistenti e rafforzando il ravvedimento operoso. Si otterrà quindi una misura di riduzione di imposte dovute e relative sanzioni e interessi a carico di privati e imprese che hanno pendenze con l'Agenzia delle Entrate Riscossione (AeR, ex Equitalia).

Il piano che garantirà riduzioni del debito basati su capacità economica del debitore ed importo della lite e probabilità di chiusura del contenzioso, prevedrà tre stadi - che indicano i livelli di operatività - che coinvolgeranno cartelle esattoriali, accertamenti fiscali in corso o liti potenziali, le liti tributarie nei tre gradi di giudizio:

1. Pre-accertamento: si regolarizzerà versando tramite ravvedimento operoso il 15% sulla parte incrementale delle imposte dirette dovute e saldando l'IVA;
2. Accertamento: nei processi verbali di constatazione della Guardia di Finanza e negli avvisi di accertamento ci si metterà in regola utilizzando l'accertamento con adesione, pagando quindi il debito ma senza cancellando sanzioni e interessi di mora;
3. Contenzioso tributario: non si pagheranno sanzioni e interessi di mora e si concorderà uno sconto forfettario sulle somme dovute in base al parere del giudice.

Pubblicato in Economia Emilia

Editoriale: -. La grande scissione, ma alla fine verremo narcotizzati. - Burro e "Parmigiano" in zona positiva - Pomodoro da industria Nord Italia: il punto di metà campagna - Diabete, a colazione il latte è meglio dei farmaci - La spergola fa sistema e continua la sua ascesa -

SOMMARIO Anno 17 - n° 35 2 settembre 2018
1.1 editoriale
La grande scissione, ma alla fine verremo narcotizzati.
2.1 lattiero caseario Borse merci in recupero. Burro e "Parmigiano" in zona positiva
3.1 pomodoro Pomodoro da industria Nord Italia: il punto di metà campagna
4.1 bonifica crisi idrica il Consorzio dell'Emilia Centrale chiede la deroga per evitare danni alle colture
4.2 bonifica centrale Bonifica Emilia Centrale: tutto sulle elezioni consortili
5.1 salute e benessere Diabete, a colazione il latte è meglio dei farmaci
6.1 vino spergola La spergola fa sistema e continua la sua ascesa
7.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Verso la normalità, salvo la volatilità del cambio.
8.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Notizia flash!
9.1 eventi co-brand Gin Mare e Parmigiano Reggiano
9.1promozioni "vino" e partners
10.1 promozioni "birra" e partners(per seguire gli argomenti correlati clicca QUI)

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Cittadini e poteri sono sempre più distanti. La nenia che 24 ore al giorno sentiamo da ogni canale e giornale, finirà per narcotizzarci tutti

di Lamberto Colla Parma 02 settembre 2018 -

Ormai la frittata è fatta. La scissione tra la stragrande maggioranza dei cittadini e quella minoranza politica sostenuta dal 99,99% dei giornali e delle televisioni ha raggiunto il suo culmine.

La donna e l'uomo della strada, i semplici onesti (ce ne sono ancora tanti, troppi per quel che si merita questo Paese) "tifa" Salvini e la sua politica della sicurezza e dell'immigrazione in contrapposizione al tamburellante e incessante attacco al Ministro dell'Interno apoastrofato con infamanti aggettivi quali "razzista", "xenofobo" e "fascista".

Alla pari di tutti i suoi predecessori di centro destra che vinsero alle urne, o meglio di "non sinistra", da Craxi, a Cossiga per arrivare a Berlusconi tutti sono stati accusati di tali nefandezze. La maggioranza degli italiani era con loro ma alle sinistre questo non importava, "erano solo pochi e malati da rinchiudere".

Giornali,TG, e la miriade di talk show d'intrattenimento politico, ormai presenti a ogni ora alla pari degli Chef, rincorrono sempre le solite notizie e cantano il medesimo refrein contro Salvini e contro Di Maio e talvolta aggiungono qualche commento sull'"inutilità" del premier Conte.

E' palese il distacco dal sentimento comune e non ci vengano a dire che è una sola e esclusiva sensazione personale. Basta parlare con la gente di tutte le età, frequentare i bar e i locali pubblici per rendersene conto.

Invece, per tutta risposta al sentimento dominante, anche i magistrati, giusto per attizzare un fuoco già troppo invasivo entrano a gamba tesa nel dibattito politico, arrivando persino a indagare il Ministro dell'Interno per sequestro di persona (e altri tre o quattro capi d'imputazione tra i quali "Ricatto all'Unione Europea") dopo avere fatto anch'essi la loro bella passerella sulla nave "Diciotti".

La "Diciotti" nei giorni scorsi sembrava la "Mecca" della politica italiana. Un via vai di politici impressionante a assicurarsi dello stato di salute degli eritrei tratti in salvo dalla nave militare italiana, in contrasto con le presenze ai funerali delle vittime del ponte di Genova, anche perché i pochi che si presentarono alle esequie furono sonoramente fischiati o addirittura completamente ignorati dai genovesi raccolti a pregare e dare l'ultimo saluto terreno alle 43 vittime del crollo del Ponte Morandi.
Una tragedia che, al contrario dei migranti, ancora non vede alcun indagato.

Una posizione giusta, prudente e condivisibile quella dei magistrati di Genova, ma che contrasta pesantemente con quanto intrapreso dalla magistratura di Agrigento verso una alta carica dello Stato, quella peraltro preposta alla sicurezza, e che automaticamente fa pensare a una iper protezione verso i "Benetton", dimenticando che la presunzione di innocenza è un caposaldo della nostra giustizia, troppo spesso dimenticata, come il diritto alla riservatezze e all'oblio.

Troppo grande è il distacco tra popolo e potere.

La nenia che 24 ore al giorno sentiamo da ogni canale e giornale, finirà per narcotizzarci tutti.

Macron avrà la meglio e il popolo italiano tonerà sotto la dominazione estera di quell'europa che non è minimamente parente con quella che ci avevano promesso sarebbe stata.

E' qui il punto.
Non si tratta di essere sovranisti, più semplicemente si tratta di non riconoscere l'europa attuale e la strada che gli UEmanoidi vogliono percorrere.

La Grecia  dovrebbe aver insegnato qualcosa!

Invece tutto l'Establishment è compatto ai piedi dell'Europa e in favore degli sbarchi, senza curarsi delle conseguenze.

Le conclusioni le lascio al profetico Marcello Veneziani: "Per questo so come andrà a finire. Il consenso a Salvini prima o poi si sgonfierà, quando vedranno che non potrà dare i frutti sperati, che il loro Tribuno sarà isolato, le sue decisioni saranno sistematicamente smantellate dai Palazzi. Allora gli italiani si adatteranno, come sempre hanno fatto, abbozzeranno perché non vogliono mica imbarcarsi in una guerra civile. Si rifugeranno nelle tv e negli smartphone. E quello stanno aspettando gli sciacalli e le iene variamente disseminati nei media, nei tribunali, nei palazzi di potere."

(Nella foto: generazioni lontane tutte vicine a Salvini - Parma 2016)

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Pubblicato in Politica Emilia

L'attuale contesto economico, sempre più caratterizzato da una concorrenza di tipo internazionale e da mercati globali, spesso impone all'imprenditore di allargare la propria area strategica d'affari oltre i confini nazionali.

Di Mario Vacca Parma 1 settembre 2018 - I colossi dell'E-commerce che si occupano delle "vendite a distanza" il più delle volte sono grandi società estere con sede in Unione Europea fuori da essa o nei cosiddetti "paradisi fiscali".
Nel caso in cui tali vendite superino precise soglie di fatturato fissate da ciascuno Stato membro dell'Unione Europea, questi soggetti sono obbligati a tassare i beni venduti nel paese di destinazione.
Si dovrà quindi scegliere alternativamente se identificarsi ai fini IVA oppure nominare un rappresentante fiscale (la nomina è obbligatoria nel caso in cui le vendite vengano effettuate prevalentemente nei confronti di acquirenti privati).
Potrà essere nominata come rappresentante fiscale una persona fisica oppure una persona giuridica che abbia residenza o sede in Italia.

CONFRONTO TRA STABILE ORGANIZZAZIONE, SOCIETA' E UFFICIO DI RAPPRESENTANZA

Misurarsi con la normativa e la burocrazia di un altro paese, oltre che con un nuovo mercato, comporta notevoli difficoltà che possono scoraggiare anche la più forte delle motivazioni. Generalmente l'imprenditore che desidera oltrepassare i confini nazionali ha di fronte a sé diverse opzioni, ognuna delle quali risponde ad esigenze strategiche specifiche, e ognuna delle quali comporta problematiche diverse. Prendendo, ad esempio, in esame il caso di un imprenditore intenzionato, non solo ad entrare in un mercato straniero con i propri prodotti, ma a stabilire una propria presenza fisica oltreconfine, si può concentrare l'analisi sulle seguenti tre possibilità:

1. Istituzione di un ufficio di rappresentanza;
2. Costituzione di una società di diritto locale.
3. Costituzione di una stabile organizzazione;

1. L'UFFICIO DI RAPPRESENTANZA L'ufficio di rappresentanza rappresenta la soluzione più veloce, semplice e meno costosa per stabilire una minima presenza oltreconfine. Non presenta criticità o problematiche particolari, né dal punto di vita normativo né dal punto di vista operativo; esso infatti non gode di autonomia giuridica, neanche dal punto di vista fiscale non è soggetto al pagamento di imposte nel Paese in cui viene stabilito. Naturalmente l'ufficio di rappresentanza, non può esercitare alcuna attività di tipo gestionale, industriale o commerciale; esso deve limitare la propria operatività all'ambito promozionale, informativo e, per l'appunto, di rappresentanza; esso potrà, ad esempio, mostrare i prodotti ai potenziali clienti, ma non potrà concludere contratti. Può solo svolgere attività di natura preparatoria rispetto all'attività svolta dalla casa madre.

2. LA SOCIETA' DI DIRITTO LOCALE La costituzione di una società di diritto locale rappresenta sicuramente la soluzione più radicale per l'imprenditore che desideri estendere i propri affari oltreconfine. La società di diritto locale, controllata dalla casa madre estera, ha ovviamente piena soggettività giuridica e tributaria nel Paese in cui viene costituita; essa cioè rappresenta un soggetto giuridico totalmente distinto dalla casa madre, ed in quanto tale pienamente soggetta alla normativa locale. Ciò significa che prima di poter trasferire la ricchezza prodotta, sottoforma di dividendi alla controllante estera, dovrà assolvere pienamente a tutte le obbligazioni tributarie del Paese in cui è stabilità, compresa l'eventuale imposizione sui dividendi in uscita. Il dividendo trasferito all'estero, poi, sconterà la tassazione secondo la normativa tributaria del Paese di destinazione, il quale potrà concedere un credito per le imposte pagate all'estero su tale dividendo. Nella quantificazione degli aspetti fiscali relativi alla distribuzione di dividendi dalla società straniera alla madre italiana, si dovranno considerare, oltre alle norme interne dei due Paesi interessati, anche l'eventuale presenza di una Convenzione contro le doppie imposizioni sottoscritte dai due Paesi e l'eventuale applicabilità della c.d. Direttiva Madre-Figlia, la quale trova applicazione per i rapporti tra paesi UE allo scopo di eliminare la doppia imposizione sui dividendi transazionali.

3. LA STABILE ORGANIZZAZIONE (BRANCH) La stabile organizzazione viene descritta dalla normativa tributaria italiana, derivata a sua volta dalla normativa convenzionale OCSE, come una sede fissa di affari per mezzo della quale l'impresa non residente esercita in tutto o in parte la sua attività sul territorio dello stato. La stabile organizzazione, quindi, può essere costituita, ad esempio, da una sede direzionale, una succursale, o anche da uno stabilimento produttivo, situato in un Paese diverso dal Paese di residenza dell'impresa. Da un punto di vista giuridico la stabile organizzazione non costituisce un soggetto autonomo dalla "casa madre"; a tal proposito si dice che la stabile organizzazione non ha personalità giuridica. Da un punto di vista tributario, invece, la stabile organizzazione costituisce un vero e proprio soggetto passivo di imposta, del tutto autonomo dalla "casa madre", tenuto al pagamento delle imposte nel paese in cui è presente. Ciò significa che un'impresa non residente che eserciti la sua attività nel territorio dello Stato italiano per mezzo di una sede fissa di affari sarà tenuta al pagamento delle imposte per i redditi prodotti in Italia. Come precedentemente detto, la norma italiana ha ereditato il concetto di stabile organizzazione dalle Convenzioni contro le doppie imposizioni (Modello OCSE), mantenendo, però, alcune importanti differenze; per questo motivo è sempre di fondamentale importanza, prima di costituire una stabile organizzazione, verificare eventuali differenze tra la normativa interna ed estera e l'eventuale presenza di una Convenzione contro le doppie imposizioni sottoscritta dai due Stati; in quest'ultimo caso, è bene ricordare, la norma convenzionale prevale sulle norme interne
La stabile organizzazione consta, principalmente, di due elementi: la stabilità dell'insediamento e la rappresentanza stabile.
Deve, infatti, essere nominato un soggetto preposto all'esercizio della sede (ovvero la stabile organizzazione) che ha anche autonoma rappresentanza ed autonomia gestionale.
La società estera con sede secondaria in Italia è, obbligata ad iscriversi presso l'Ufficio del Registro Imprese della Camera di Commercio italiana competente per il territorio, e la sede secondaria è soggetta alle norme sulle scritture contabili, sui rapporti di lavoro e sulla necessità di eventuali autorizzazioni amministrative per lo svolgimento dell'attività.

Quindi, in definitiva è possibile affermare che:
1) una società di diritto estero può lavorare in Italia a condizione che ivi istituisca una stabile organizzazione e si assoggetti alle normative tributarie e fiscali italiane.
2) ogni altra ipotesi di attività di una società estera in Italia, se basata su stabilità e continuità lavorativa non è lecita.

 

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Pubblicato in Economia Emilia

Imprenditori o dipendenti? Per i giovani reggiani perde appeal l'idea di fare impresa, mentre resiste il lavoro alle dipendenze.

Le imprese "under 35" della provincia di Reggio Emilia, secondo l'analisi dell'Ufficio Studi della Camera di Commercio provinciale, sono scese – a giugno 2018 - a 4.596 unità, portando all'8,4% la loro incidenza sulla struttura imprenditoriale reggiana. Per le imprese guidate da giovani si tratta della percentuale più bassa degli ultimi sette anni; nel 2011, infatti, la quota era al 10,7%.

A fronte di 198 imprese giovanili nate nel trimestre aprile-giugno di quest'anno, le aziende che hanno espresso la volontà di non proseguire l'attività sono 91, con un saldo ancora positivo, ma che progressivamente si è ridotto dal +210 aziende del 2012 - anno in cui aveva raggiunto la punta più alta – all'attuale +107 unità, con un sostanziale dimezzamento.

Anche i dati relativi alle persone con cariche amministrative disaggregati per classe di età evidenziano una progressiva diminuzione dell'incidenza dei giovani al comando delle aziende insediate in provincia di Reggio Emilia, andamento che si osserva anche a livello nazionale. I titolari e amministratori di imprese reggiane che non avevano ancora compiuto 30 anni, nel 2011 erano 3.950 e rappresentavano il 5,2% del totale; dopo sette anni sono scesi a 2.667 e l'incidenza percentuale sul totale degli imprenditori/amministratori è scesa al 3,8%.

A fare da contraltare alla flessione dei giovani amministratori d'impresa arrivano invece buone notizie dal tasso di disoccupazione dei giovani appartenenti alla classe d'età 15-29 anni. Dopo aver raggiunto il valore massimo, pari al 17,4%, nel 2014, a fine 2017 è infatti sceso al 14,8%.
Contemporaneamente il tasso di occupazione giovanile, ovvero gli occupati nella classe d'età 15-29 anni rapportati alla popolazione totale di quella stessa classe d'età, prosegue nella sua seppur lenta ripresa. Dopo aver toccato il valore minimo nel 2014 con il 36,6% ed essersi scostato di poco nel 2015 (36,7%), nel 2016 si è portato al 38,9% e, nel 2017, si è attestato al 39,1%.

Una conferma in tal senso viene anche dai dati - forniti dall'Agenzia regionale per il lavoro dell'Emilia-Romagna tramite i servizi per l'impiego di Reggio Emilia - relativi agli avviamenti al lavoro e alle cessazioni disaggregati per classe di età. Sebbene il numero dei contratti non corrisponda al numero delle persone entrate nel mondo del lavoro (sulla stessa persona, infatti, può essere attivato anche più di un contratto nello stesso anno), nel 2017 gli avviamenti di giovani appartenenti alla classe d'età 15-29 anni sono stati 38.832 a fronte di 34.143 cessazioni con un saldo positivo di 4.489 unità

 

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Editoriale: - La Grecia festeggia, ma cosa? la vittoria degli UEmanoidi. - Fra il Diavolo e lo Scoltenna, alla scoperta dell'Appennino modenese - Cereali e dintorni. Danni in mezza europa e sostegni agli agricoltori. - Settembre, probabile rincaro del pane. -

SOMMARIO Anno 17 - n° 34 26 agosto 2018
1.1 editoriale
La Grecia festeggia, ma cosa? la vittoria degli UEmanoidi.
2.1 ambiente eventi Fra il Diavolo e lo Scoltenna, alla scoperta dell'Appennino modenese
3.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Danni in mezza europa e sostegni agli agricoltori..
4.1 Consumi Settembre, probabile rincaro del pane.
5.1promozioni "vino" e partners
6.1 promozioni "birra" e partners

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«La politica fiscale è stata più rigida del dovuto», ha ripetuto nel suo rapporto di fine luglio il Fondo monetario Internazionale. Il rientro nei parametri ha comportato un costo sociale altissimo e 500.000 espatriati.

di Lamberto Colla Parma 26 agosto 2018 -

Gli UEmanoidi e i loro compagni di merende del FMI (Fondo Monetario Internazionale), i tecnici, quelli bravi, illuminati e con competenze che tutto sanno, quelli che da qualche decennio contrastano i "politici" perché incapaci di default, escono sconfitti dal test greco.

Dopo 7 anni di lacrime e sangue, imposti dal governo capitanato dalla Troika, la Grecia è ufficialmente uscita dalla crisi economico - finanziaria avendo riportato gli indicatori, che tanto piacciono ai tecnocrati e alle tanto inutili, quanto influenti, agenzie di rating, a posto.

Peccato che il Paese è stato distrutto e la strada per uscire dalla crisi sarà ancora lunga e difficoltosa.

Tutto era noto e prevedibile ma l'arrogante presunzione degli UEmanoidi non voleva sentire ragione sopratutto da parte dei politici.

Tanta era la voglia di sperimentare sulla Grecia la efficacia della cura dei dotti, di quelli che ne sanno di finanza e che "san far di conto".

E così oggi la Grecia è salva.
Sono salve le Banche Francesi e Tedesche in via prioritaria, il bilancio pubblico è in surplus, l'avanzo primario è abbondante (anche se la Grecia dovrà conservarlo fino al 2060).

Purtroppo però il riequilibrio finanziario non si è trasformato in una ripresa: il pil reale cresce appena, la stessa produttività (pil per ora lavorata) langue ed è ai livelli del '92. La disoccupazione è al 21%, mentre il rischio di povertà e di esclusione è sempre elevatissima e pari al 35% della popolazione, contro il 23% medio di Eurolandia (30% italiano).

UN COSTO SOCIALE ALTISSIMO
"La disoccupazione, - scrive Riccardo Sorrentino dalle colonne del Sole 24 Ore - che dal 12% del '99 era scesa al 7,8% nel 2008, è balzata fino al 27,5% nel 2013, mentre le spese per la protezione sociale si sono contratte del 17%. L'economia, in assenza di una svalutazione esterna, ha risposto secondo manuale. L'indice dei prezzi si è leggermente contratto, mentre le retribuzioni (e il costo del lavoro) sono calate del 16% rispetto al 2010 (la flessione è stata del 10% nel solo 2013)."

Alla fine, il valore dei tre bailout della Grecia toccherà i 310 miliardi di euro: un valore più alto dell'intera economia di Hong Kong, più alto del PIL del Portogallo (313 mld di dollari) o di quello danese (330 mld dollari).

Insomma la guida a trazione amministrativa è stato un gran dispendio di energie e l'aver preteso una soluzione esclusivamente tecnica equivale alla pretesa di curare la febbre con il termometro.

Quello greco è stato un bell'esercizio di guida amministrativa di un Paese i cui risultati sono ben poco positivi e, come era da aspettarsi, gli ultimi a essere presi in considerazione sono stati i cittadini e le loro esigenze collettive, quella comunità armoniosa tra liberi cittadini POLIS, che proprio nel Peloponneso prese origine.

A meno che gli Uemanoidi non abbiano confuso il Polish con la Polis.

I Governi tecnici, in Italia ne abbiamo avuti diversi in ogni fase, sin dalla prima Repubblica, non sono mai riusciti a portare risultati positivi.

Ecco perché sono dell'idea che sia sempre meglio un politico mediocre piuttosto che un buon tecnico alla giuda una nazione.

 

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Pubblicato in Politica Emilia

Editoriale: - L'Italia bombardata dall'incuria. Trent'anni di saccheggi - Casting aperti - AAA cercasi "Volto dell'emilia bella! - Buon Ferragosto! Qualche giorno di pausa anche per noi per scongiurare la sindrome da "August Blues". - Trovato il glifosato in molte famose marche di cereali. -

SOMMARIO Anno 17 - n° 33 19 agosto 2018
1.1 editoriale
L'Italia bombardata dall'incuria. Trent'anni di saccheggi
2.1 turismo emilia Casting aperti - AAA cercasi "Volto dell'emilia bella!"
2.2 Bacino del PO Nota osservatorio adbpo: stato idrologico del distretto
3.1 ferragosto 2018 Buon Ferragosto! Qualche giorno di pausa anche per noi per scongiurare la sindrome da "August Blues".
3.2 febbre west nile Interrogazione su infezione da West Nile
4.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. USDA, inspiegabilmente al ribasso.
5.1 sicurezza alimentare Trovato il glifosato in molte famose marche di cereali.
6.1promozioni "vino" e partners
7.1 promozioni "birra" e partners

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