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Passano le ore e si fa strada l'ipotesi che i due italiani uccisi in Libia possano essere due dei 4 tecnici della azienda parmigiana Bonatti, sequestrati lo scorso luglio. La notizia arriva dalla Farnesina ma non c'è ancora certezza, in assenza dei corpi.

Parma, 3 marzo 2016

Non c'è ancora certezza, in assenza dei corpi, ma solo supposizioni, basate su testimonianze.
A comunicarlo è stata questa mattina la Farnesina, dopo un esame di alcune immagini di vittime di una sparatoria nella regione di Sabrata in Libia, "apparentemente riconducibili a occidentali".
Potrebbe trattarsi di due dei quattro italiani, dipendenti della società di costruzioni 'Bonatti', e precisamente di Fausto Piano e Salvatore Failla. Ma "in assenza della disponibilita' dei corpi", sono in corso verifiche.
Gino Tullicardo, Fausto Piano, Filippo Calcagno e Salvatore Failla erano stati rapiti lo scorso 20 luglio mentre rientravano dalla Tunisia nella zona di Mellitah, a 60 km di Tripoli, nei pressi del compound della Mellitah Oil Gas Company, il principale socio dell' Eni.
L' intelligence italiana aveva accreditato quasi subito l' ipotesi che gli italiani fossero stati sequestrati da una delle tante milizie della galassia criminale che imperversa nel Paese. Un sequestro a scopo di estorsione, dunque, opera di criminali "comuni".
La preoccupazione, quindi, e' stata sin da subito di scongiurare che venissero ceduti, in ' blocco' o, peggio ancora, singolarmente, ad uno o piu' gruppi legati all' Isis, ormai infiltrato in diverse aree della Libia e molto interessato a gestire i sequestri, anche per i notevoli risvolti mediatici.
Secondo una delle ipotesi accreditate nei mesi scorsi da fonti militari libiche, i quattro italiani sarebbero finiti "nelle mani di gruppi vicini ai miliziani di Fajr Libya", la fazione islamista che ha imposto un governo parallelo a Tripoli che si oppone a quello di Tobruk, l' unico riconosciuto a livello internazionale. Secondo questa ricostruzione, i miliziani avrebbero proposto uno scambio: i nostri connazionali con sette libici detenuti in Italia e accusati di traffico di migranti.
Ma non c'é mai stata alcuna conferma e per mesi non ci sono state notizie.
Secondo un testimone libico rientrato a Tunisi da Sabrata, i due italiani uccisi sarebbero stati usati come scudi umani dai jihadisti dell' Isis, negli scontri con le milizie di ieri a sud della citta', nei pressi di Surman.
La Bonatti di Parma, invece, per ora tace, limitandosi a un ''non siamo autorizzati a rilasciare alcun commento''.
L' azienda attende di avere maggiori riscontri prima di esprimersi.
Anche per i referenti degli italiani scomparsi c'è ancora poco da dire. "Ho sentito in mattina la moglie di Salvatore Failla: e' una donna disperata che chiede che il suo dolore venga rispettato. Non c' e' ancora assoluta certezza che sia proprio suo marito uno dei due italiani morti, per questo sta vivendo queste ore con infinita angoscia", ha detto l' avvocato Francesco Caroleo Grimaldi, legale della famiglia
Failla.

Pubblicato in Cronaca Emilia

La vittima è Alberto Savigni, 83 anni, di San Cesario (MO). La tragedia al culmine di un diverbio con il figlio 47 enne Alberto per questioni legate alla gestione del podere. Disposta l'autopsia.

Di Manuela Fiorini

Modena, 3 marzo 2016

Stava discutendo con il padre per una questione legata alla gestione del podere, quando, all'improvviso, la lite è degenerata. Davide Savigni, 47 anni, ha dato una spinta al padre Alberto, 83, che ha perso l'equilibrio. L'anziano ha battuto la testa contro il muro ed è morto sul colpo. La tragedia è avvenuta a San Cesario, in località San Bernardino. E' stato proprio il figlio a chiamare i soccorsi, ieri mattina verso le 9.30. Quando il personale del 118 è giunto sul posto, tuttavia, non ha potuto fare altro che constatare il decesso dell'83 enne.
I soccorritori, tuttavia, si sono resi subito conto che Savigni non poteva essere morto per cause naturali ed hanno allertato i Carabinieri. Portato prima in caserma a Castelfranco, il figlio Alberto, sotto choc, continuava a ripetere che si era trattato di un incidente e che non aveva intenzione di fare del male a suo padre. L'uomo è poi stato trasferito nel carcere di Sant'Anna in stato di fermo con l'accusa di omicidio.
Sul corpo della vittima è stata disposta l'autopsia, per capire se il decesso è dovuto al colpo in testa causato dalla caduta, oppure se ci sono altri segni o ferite non riconducibili alla dinamica dichiarata dal figlio. Gli uomini del Ris già dai primi momenti hanno effettuato rilievi nel cortile e nella casa a due piani dove Alberto e il padre vivevano soli. E' stata sentita anche la sorella di Davide, che vive poco distante, per capire quali fossero i rapporti tra padre e figlio e se c'erano state tensioni tra di loro anche in precedenza.
Davide Savigni rimarrà in carcere fino all'interrogatorio di garanzia. Dopodiché il giudice deciderà quali misure cautelari adottare. Con ogni probabilità, date le circostanze, la difesa chiederà per Davide Savigni gli arresti domiciliari. L'indagine è coordinata dal procuratore Luca Guerzoni.

Pubblicato in Cronaca Modena

L'uomo, un 38 enne di nazionalità marocchina, stava coprendo le buche sulla tangenziale. Nonostante i colleghi ne segnalassero la presenza, è stato travolto da un Ducato ed è morto sul colpo.

Di Manuela Fiorini

Formigine (MO) 2 marzo 2016

Tragico incidente sul lavoro, ieri alle 16, all'altezza di Corlo di Formigine. Un uomo di 38 anni di nazionalità marocchina, residente a Spilamberto e operatore della ditta "Boschiva srl", specializzata in manutenzione stradale, stava effettuando lavori di ripristino dell'asfalto sulla Strada Statate 724, la tangenziale che da Modena porta a Sassuolo per conto di Anas.
Nonostante la presenza dei colleghi, che con il mezzo della manutenzione stradale stavano segnalando la presenza dell'uomo, intento a ricoprire con il catrame le buche tra gli svincoli 30 "Formigine – Ponte Fossa" e 29 "Casinalbo", un furgone Ducato condotto da un 57 enne ha travolto e ucciso operatore.
Immediato l'intervento del personale del 118, che ha tentato di rianimare il 38 enne, che purtroppo è spirato poco dopo l'arrivo dei medici. Sul posto anche la Polizia Stradale e la Municipale di Formigine che hanno proceduto a effettuare i rilievi del caso. Pesanti i disagi al traffico dovuti alla chiusura del tratto della tangenziale interessata dall'incidente. La circolazione è tornata regolare verso le 21.

Pubblicato in Cronaca Modena

Dopo aver picchiato la compagna per l'ennesima volta e minacciata con un coltello da cucina ha cercato di sdrammatizzare l'accaduto. Arrestato dai Carabinieri, per il 38enne è scattato il "Divieto di avvicinamento".

Bologna, 2 marzo 2016

I Carabinieri della Stazione di Budrio, in provincia di Bologna, hanno arrestato un 38enne salernitano per maltrattamenti in famiglia.

E' successo lunedì sera, poco prima delle ore 20:00, quando un Carabiniere addetto alla ricezione del pubblico, presso la Stazione dell'Arma di Budrio, ha ricevuto la richiesta di aiuto di una donna terrorizzata dal compagno che poco prima, colto da un raptus di gelosia, l'aveva presa a schiaffi. La notizia è stata comunicata velocemente a una pattuglia di Carabinieri che si trovavano in zona per un servizio di controllo del territorio. Immediatamente, i militari sono andati a bussare a casa della vittima. La dona, italiana, sulla quarantina, oltre a confermare quanto detto telefonicamente, ha raccontato che il compagno, dopo averla picchiata sul volto, per l'ennesima volta, e minacciata con un coltello da cucina, dicendole: "Io ti ammazzo!", si era allontanato a piedi.

Pochi istanti dopo, il 38enne ha telefonato alla compagna suggerendole di chiamare subito i Carabinieri, perché aveva deciso di tornare a casa e uccidere lei e la figlia minorenne che la donna aveva avuto con l'ex marito. Gli inquirenti hanno impedito che l'azione fosse portata ad ulteriore conseguenza, intercettando l'uomo, pochi istanti dopo, sotto casa della donna e arrestandolo per maltrattamenti in famiglia.
"Sono cose che capitano tra conviventi", è quanto il violento ha dichiarato ai militari che lo stavano ammanettando, cercando di sdrammatizzare quello che aveva fatto.

In sede di rito direttissimo, celebratosi ieri mattina nelle aule giudiziarie del Tribunale di Bologna, l'arresto è stato convalidato e il 38enne è stato rimesso in libertà con la Misura cautelare personale del "Divieto di avvicinamento ai luoghi normalmente frequentati dalla persona offesa", con obbligo di mantenere una distanza di almeno 100 metri dalla stessa, art. 282 ter del C.P.P.

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Martedì, 01 Marzo 2016 15:13

Carpi: quattro arresti per spaccio in due mesi

È il quarto arresto per droga eseguito nei primi due mesi del 2016 dai militari di Carpi. I Carabinieri della Stazione di Carpi hanno eseguito una carcerazione per l'espiazione di una pena definitiva di 1 anno e mezzo a carico di un nordafricano.

Modena, 1 marzo 2016

I Carabinieri della Stazione di Carpi hanno eseguito una carcerazione per l'espiazione di una pena definitiva di 1 anno e mezzo a carico di un nordafricano per spaccio di stupefacenti avvenuto a settembre del 2015: l'uomo, un 40enne, era stato arrestato perché trovato in possesso di 100 grammi di cocaina pronta per essere smerciata. È il quarto arresto per droga eseguito nei primi due mesi del 2016 dai militari di Carpi. Gli altri sono rispettivamente due nordafricani sorpresi a spacciare cocaina ed un italiano trovato con più di mezzo chilo di marijuana.

Pubblicato in Cronaca Modena

All'aggressore era già stato vietato di avvicinarsi alla ex moglie per i suoi atteggiamenti violenti. L'ennesimo alterco è stato più feroce degli altri. L'ex marito respinto ha tirato fuori un coltello e a pagarne le spese è stato il nuovo compagno di lei.

Di A.K.

Parma, 1 marzo 2016 

L'ennesima storia di violenza su una donna. Solo che questa volta, a pagarne le spese, è stato il nuovo compagno di lei che, per difenderla e per difendere se stesso, è stato accoltellato a una mano.
All'aggressore, in realtà, era già stato vietato di avvicinarsi alla ex moglie per i suoi atteggiamenti violenti. Il tribunale lo aveva ritenuto responsabile di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali da quando la coniuge, stanca di dover subire soprusi e mani addosso, aveva trovato la forza di denunciarlo, per poter cominciare, finalmente, una nuova vita con un altro compagno.
Ma il 52enne di Parma non ha voluto sentire ragioni. Acciecato dalla gelosia, ha continuato a seguire la donna, a imporre la sua presenza, insistente e minacciosa, prendendo di mira anche il convivente della ex coniuge.
L'ennesimo alterco è stato più feroce degli altri. L'ex marito respinto ha tirato fuori un coltello e ha colpito la vittima a una mano.
La Procura di Parma, informata dalla Stazione Carabinieri di San Pancrazio, ha richiesto la custodia in carcere dell'arrestato poi concessa dal Tribunale. 

Pubblicato in Cronaca Parma

Esselunga ritira "salsiccia punta di coltello" con il proprio marchio dagli scaffali dei punti vendita di tutta Italia per possibile presenza di frammenti di metallo, invita "i consumatori che avessero acquistato il prodotto a riportarlo in negozio e a non consumarlo".

Parma, 29 febbraio 2016

Esselunga ha ritirato dagli scaffali dai punti vendita di tutta Italia la "SALSICCIA PUNTA DI COLTELLO" con il proprio marchio. L'avviso riguarda esclusivamente le confezioni di salsiccia fresca di puro suino a macina grossa, imballata in vaschetta con film plastico trasparente, peso netto 300/400 g ca. che sull'etichetta indica come data di preincarto dal 12/2/16 al 23/2/16.

C'è la possibilità che nella salciccia, prodotta per la catena di supermercati dall'azienda AGRICOLA TRE VALLI SOC. COOP. nello stabilimento IT 207 M CE, successivamente porzionato e preincartato da ESSELUNGA presso i punti vendita, siano finiti dei frammenti di metallo. L'annuncio è stato rilanciato anche sul sito internet dell'azienda. Nel comunicato ufficiale si invitano "i consumatori che avessero acquistato il prodotto a riportarlo in negozio e a non consumarlo".

Per ulteriori chiarimenti o segnalazioni contattare il numero messo a disposizione da AIA 045/8794111. Il suo consumo può portare a lesioni. Pertanto chi ha già acquistato il prodotto o chi ne avesse a casa delle confezioni, spiega Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti", può riportarlo in negozio dove il prezzo d'acquisto sarà naturalmente rimborsato anche in assenza dello scontrino di cassa.

Pubblicato in Cronaca Emilia

La pattuglia della Polizia Municipale era stata oggetto di insulti e colpita durante un normale controllo stradale. Denunciati l'autore dell'aggressione, un ragazzo di 23 anni e il padre di nazionalità macedone. Per altre tre persone è scattata la denuncia per diffamazione a seguito dei commenti sull'accaduto pubblicati su Internet.

Piacenza, 26 febbraio 2016

Svolta nella indagini sull'aggressione ai danni di quattro operatori della Polizia Municipale, avvenuta lo scorso 13 febbraio in via La Primogenita. Nella giornata di mercoledì 24, la sezione di Polizia Giudiziaria del Corpo ha infatti depositato presso la Procura della Repubblica gli atti relativi alla denuncia di cinque persone, che a diverso titolo risultano implicate nei fatti.
L'autore dell'aggressione, un ragazzo di 23 anni e il padre di nazionalità macedone, sono stati denunciati per oltraggio, resistenza e minacce a pubblico ufficiale, mentre nei confronti di altre tre persone è scattata la denuncia all'autorità giudiziaria per diffamazione a mezzo stampa, a seguito dei commenti sull'accaduto pubblicati su Internet.

La pattuglia della Polizia Municipale era stata oggetto di insulti e colpita durante un normale controllo stradale, dopo aver intimato l'alt a un'utilitaria che viaggiava in via La Primogenita. Alla semplice contestazione di aver violato il codice della Strada a causa delle gomme lisce, il conducente del veicolo aveva reagito violentemente, sputando e rivolgendosi agli agenti con tono ingiurioso: a verbale le parole "Sei uno sbirro di m***a, mi avete rotto il c***o, fate così perché sono straniero".

Ne era seguita, con l'arrivo del padre del ragazzo, una colluttazione con la chiara intenzione di impedire agli agenti di portare a termine la propria attività. Pur riuscendo, infine, a contenere la forza aggressiva dei due uomini, gli operatori della Polizia Municipale erano dovuti ricorrere al Pronto Soccorso per le cure del caso e non hanno ancora potuto riprendere servizio a causa degli infortuni subiti.
Di qui la denuncia ai due uomini per oltraggio, resistenza e minacce, mentre le successive verifiche su vari siti web e social network hanno rilevato alcuni commenti diffamatori nei confronti della Polizia Municipale: gli autori, rintracciati, sono risultati completamente estranei all'episodio di violenza, ma nei loro confronti è scattata la denuncia per diffamazione.

Pubblicato in Cronaca Piacenza

Auto parcheggiata in Piazza Garibaldi, proprio sotto la statua. Il conducente con altre persone hanno detto che stavano girando un video per un film prodotto a Monaco di Baviera. L'utilitaria con targa straniera è stata multata per la sosta sul marciapiede e per il transito in zona pedonale. 

Parma, 26 febbraio 2016

Una utilitaria blu con targa tedesca, parcheggiata in Piazza Garibaldi proprio sotto il monumento di Garibaldi. L'episodio, che sembra inverosimile, è accaduto ieri pomeriggio verso le 16.45. La pattuglia della Municipale di servizio in centro ha notato l'auto con targa tedesca, parcheggiata proprio sotto il monumento dell'eroe dei due mondi.

Nei pressi vi era il conducente con altre persone che asserivano di aver parcheggiato in quel punto in quanto stavano girando un video del monumento e della piazza per un film prodotto a Monaco di Baviera. Ma di autorizzazione nemmeno l'ombra.

Così il conducente, dopo aver spostato il veicolo all'imbocco di via Farini, è stato sanzionato per la sosta sul marciapiede e per il transito in zona pedonale, ed essendo straniero ha conciliato immediatamente per evitare il sequestro del mezzo.

Pubblicato in Cronaca Parma

Anche grazie alle segnalazioni dei cittadini, la Polizia municipale di Modena lo ha arrestato per spaccio di sostanze stupefacenti. Il pluripregiudicato, per numerosi e reiterati crimini legati allo spaccio di stupefacenti, oltre che furto e rapina, terminato il periodo detentivo sarà rimpatriato.

Modena, 25 febbraio 2016

Processato per direttissima, è già in carcere un magrebino pluripregiudicato arrestato dalla Polizia municipale di Modena per spaccio di sostanze stupefacenti. Il nordafricano doveva infatti già scontare un residuo di pena che si somma a quella per il nuovo reato imputatigli; terminato il periodo detentivo, lo straniero, con numerosi precedenti penali, sarà rimpatriato.
All'arresto, avvenuto martedì 23 febbraio verso le 18 nella zona di Modena ovest, il Nucleo Problematiche del Territorio della Municipale è giunto attraverso un'attività investigativa che si è svolta durante diversi servizi di controllo finalizzati alla prevenzione e repressione del consumo e spaccio di droga, e anche grazie alle segnalazioni dei cittadini residenti nelle vie limitrofe a via Emilia Ovest.
Martedì gli agenti, in borghese, che tenevano sotto controllo l'individuo sospetto, sono riusciti a cogliere sul fatto E.E., 41 anni tunisino, mentre cedeva eroina a due giovani italiani nel tratto ciclo pedonale che collega via Emilia Ovest con via Scacciera. Non appena concluso lo scambio, gli agenti sono intervenuti arrestando lo spacciatore in flagranza di reato e deferendo alla Prefettura gli acquirenti quali assuntori di sostanze stupefacenti.
Il nordafricano è stato quindi portato nelle celle del Comando di via Galilei in attesa del processo per direttissima e dagli accertamenti sono emersi i ventisei "alias" che nella sua ventennale permanenza in Italia l'uomo aveva fornito a Forze dell'Ordine di diverse città italiane, che lo hanno fermato o arrestato per numerosi e reiterati crimini legati allo spaccio di stupefacenti, oltre che per furto e rapina.
Il processo per direttissima è iniziato mercoledì 24 febbraio e per il pregiudicato si sono aperte subito le porte del carcere, perché deve ancora scontare cinque mesi di detenzione per reati pregressi passati in giudicato. A questo periodo di detenzione si sommerà la pena per l'ultimo reato commesso. Al termine della detenzione, lo straniero sarà rimpatriato nel paese di origine, la Tunisia, il cui consolato ha, infatti, provveduto a comunicare le reali generalità dell'uomo che, in Italia, dagli anni '90 ad oggi aveva fornito ben 26 false identità e diverse nazionalità.

Pubblicato in Cronaca Modena
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