La protesta simbolica e solidale con il Segretario Generale del SAP Gianni Tonelli che da 36 giorni sta facendo lo sciopero della fame, vuole denunciare la condizione in cui si trovano a lavorare i poliziotti italiani.
Di Manuela Fiorini
Modena, 25 febbraio 2016
Anche i poliziotti modenesi protestano contro i tagli e le conseguenti carenze dell'apparato di sicurezza, che li porta spesso a lavorare in condizioni precarie, con mezzi obsoleti e una formazione non adatta alla situazione che si sta vivendo in questo periodo. Lo annuncia il SAP (Sindacato Autonomo di Polizia) che nella giornata di oggi ha indetto uno sciopero della mensa, simbolico, per dimostrare solidarietà al Segretario Provinciale Gianni Tonelli, che da 36 giorni sta facendo lo sciopero della fame.
"I motivi alla base dell'estrema protesta", si legge nella nota, "sono da ricercare nella volontà di mettere in luce quali sono le reali condizioni dell'apparato della sicurezza ormai debilitato da anni di tagli. A seguito degli attacchi terroristici di Parigi sono venute alla luce con forza quali sono le pesanti lacune in cui versa l'apparato e le reali condizioni nelle quali i poliziotti italiani sono costretti a lavorare".
Secondo quanto sostenuto dal SAP, le carenze riguarderebbero diversi aspetti: "Anche a Modena ci sono giubbotti antiproiettile in uso già scaduti, autovetture di servizio logore con più di duecentomila chilometri, vestiario insufficiente e inappropriato, personale sempre più vecchio con una media che rasenta i 50 anni, pulizie degli Uffici e delle caserme pressoché inesistenti e lezioni di aggiornamento professionale non all'altezza del periodo storico di allarme che stiamo vivendo. Si parla tanto di terrorismo e non si riesce se non con enormi sforzi ad allenarsi in poligono".
E le carenze, influirebbero anche sul controllo del territorio, ora più che mai necessario per l'aumento di episodi di microcriminalità.
"Non si riescono a organizzare più di tre volanti per turno senza la possibilità di dotare il personale in servizio di radio portatili perché quasi tutte guaste; lo stesso, se non peggio, dicasi per i commissariati di P.S. dislocati sulla provincia che sempre più spesso sono costretti a sopprimere turni di volante per carenza di personale e in alcuni casi effettuano servizio di controllo del territorio a turni alterni e il Dipartimento continua a non inviare nuovi uomini e risorse nonostante gli allarmi lanciati e ripresi con forza anche dalla stampa. A riprova di quanto detto basta leggere le pagine di cronaca dei quotidiani modenesi. Tutto ciò è' inaccettabile. Si continua a voler dare un'immagine di una polizia moderna, al passo con i tempi, quando invece spesso si sopperisce alle mancanze con iniziative personali poiché mancano fondi anche per le necessità più banali".
Grazie alla segnalazione del sito monopattinoelettrico.eu diffondiamo la notizia dal mercato USA di molti hoverboard ritirati dagli scaffali dei principali centri commerciali.
Come segnalato dal sito monopattinoelettrico.eu, tutto questo sta accadendo in quanto l'Agenzia di sicurezza federale degli Stati Uniti, pare avesse richiesto una certificazione apposta per evitare che si verificassero fenomeni di auto combustione. Questo problema è legato soprattutto alle batterie che si potevano incendiare a causa del surriscaldamento e alla vicinanza del motore elettrico.
Per questo motivo le grosse catene di negozi hanno ritirato questi hoverboard dalla circolazione e anche ad Amazon è toccato bloccare le vendite dei prodotti privi di questa certificazione.
In Europa invece tutto tace ma altre certificazioni sono state richieste dai produttori di queste tecnologie si innovative, ma che possono diventare pericolose. Inoltre molti di questi prodotti sono utilizzati da bambini e per tale motivo è obbligatorio un occhio di riguardo in più.
Vedremo come andrà a finire questa storia, per ora Amazon USA ha ritirato numerosi hoverboard e la Comunità Europea ha richiesto normative e certificazioni più rigide per la diffusione nei mercati.
Il ragazzo ha trovato il telefono fuori da scuola e anziché consegnarlo all'Ufficio Oggetti Smarriti, ha deciso di usarlo, ma il legittimo proprietario aveva già presentato la denuncia di smarrimento.
Piacenza, 25 febbraio 2016
Trova un cellulare e lo tiene per sé, rimediando così una denuncia per ricettazione: questo l'amaro epilogo per un 17enne residente in città, che nel novembre dello scorso anno, all'uscita da scuola, vicino al cancello del proprio istituto aveva notato a terra un telefonino. Anziché consegnarlo all'Ufficio Oggetti Smarriti, ha deciso di utilizzarlo, inserendo una nuova scheda telefonica senza considerare, però, che il legittimo proprietario aveva già presentato denuncia consegnando gli indicativi informatici necessari a rintracciare il dispositivo.
La sezione di Polizia Giudiziaria della Polizia Municipale ha potuto così procedere alle verifiche del caso, nonché all'individuazione della persona che utilizzava illegittimamente lo smartphone, che il giovane – vistosi scoperto – ha consegnato spontaneamente agli agenti presentatisi a casa sua.
Sembrava un normale ciclista amatoriale, con tanto di divisa sportiva e bicicletta costosa. Così un ventottenne spacciatore tunisino "commerciava" indisturbato nella zona di Bomporto. Nonostande il travestimento è stato però fermato dai Carabinieri.
Di Manuela Fiorini – foto di Claudio Vincenzi
Modena, 25 febbraio 2016
Completo da ciclista e bicicletta da corsa costosa. Così un pusher tunisino di 28 anni, con precedenti specifici e già in prova ai servizi sociali, spacciava eroina e cocaina al dettaglio nella zona di Bomporto e, in particolare, nella frazione di Sorbara, sperando di passare inosservato.
I suoi spostamenti sospetti, però, non sono sfuggiti ai Carabinieri della stazione di Bomporto che, dopo vari appostamenti, lo scorso giovedì lo hanno arrestato, cogliendolo sul fatto. Gli uomini dell'Arma, appostati nei pressi dell'abitazione del tunisino, lo hanno visto scendere di casa. Ad aspettarlo c'era un 50 enne della zona, giunto anch'egli in bicicletta. Dopo una breve conversazione, i due sono saliti sull'auto del pusher, parcheggiata nel giardino in una zona nascosta. La prima parte dell'operazione ha consentito poi di fermare anche l'acquirente di una dose di eroina, che è stato fermato e segnalato alla Prefettura.
Dopo avere accontentato il "cliente", lo spacciatore è poi uscito di casa in tenuta da ciclista e ha inforcato il velocipede per completare il suo giro di affari. Poche ore dopo, però, è stato fermato dai Carabinieri e la perquisizione ha confermato i sospetti. L'uomo, infatti, nascondeva nella tuta da ciclista 40 dosi di cocaina e 23 di eroina, per un totale di 50 grammi. Nascosti nei calzini, invece, c'erano 2.750 euro in contanti, probabile frutto dell'attività di spaccio. Sono stati sequestrati anche due telefoni cellulari, attraverso i quali il pusher manteneva i contatti con i suoi clienti e che saranno utili per avere un quadro della sua clientela e dei suoi fornitori.
La perquisizione successiva nell'abitazione dell'uomo, invece, ha dato esito negativo. Non è stata trovata altra droga tranne quella che l'uomo aveva addosso, né proventi dello spaccio. Il pusher è stato arrestato.
"La sfida delle mamme" su Facebook è una trappola, avverte la Polizia postale. Bisogna interrompere un gioco che potrebbe rivelarsi un pericolo per i bambini immortalati nelle foto pubblicate...
Parma, 23 febbraio 2016
Quale mamma, in questi giorni, non è stata 'nominata' da un suo contatto di Facebook e invitata ad accettare una sfida a suon di foto con prole?
Quasi nessuna, a giudicare dall'invasione di immagini che vogliono essere la testimonianza dell'orgoglio materno.
Il gioco ha preso la mano, tanto da far intervenire la Polizia postale che ha indagato e ha scoperto che dietro questa catena c'è un reale pericolo: quello della pedofilia.
L'invito è quello di smettere. Non solo perché si devono rispettare i bambini che ora non hanno facoltà di decidere se apparire su un social ma soprattutto perché le foto potrebbero finire in siti pedopornografici.
L'orgoglio di una mamma che espone il proprio figlio potrebbe trasformarsi in un vero e proprio incubo, perché quelle immagini amate potrebbero essere rubate e poi utilizzate per fini loschi.
Il gioco, dietro cui si potrebbe nascondere un orco, è semplice: una mamma posta sul proprio profilo tre foto che la "rendono felice di essere mamma" e poi invita altre amiche a fare altrettanto.
E così è bello che fatto un immenso 'vivaio' da cui attingere immagini di inconsapevoli e innocenti creature. Ed è per questo che sul proprio profilo Facebook la Polizia postale ha invitato alla prudenza. "Se i vostri figli sono la cosa più cara al mondo, non divulgate le loro foto in Internet - si legge nel post -. O, quanto meno, abbiate un minimo di rispetto per il loro diritto di scegliere, quando saranno maggiorenni, quale parte della propria vita privata condividere. Se questo non vi basta, considerate che oltre la metà delle foto contenute nei siti pedopornografici provengono dalle foto condivise da voi".
A pensarci, è roba da far accapponare la pelle e, se le forze dell'ordine prendono posizione rispetto a questo fenomeno, è perché il pericolo è davvero dietro l'angolo, anche quando si ritiene che i bambini siano protetti, lontani anni luce da quello che accade in certi siti.
Qualcuno non ha preso bene l'intervento al punto che la stessa Polizia postale ha in seguito specificato che si trattava di "un consiglio" facendo comunque notare che la loro casella di posta è intasata dai "messaggi di aiuto per il furto di foto".
La richiesta di intervento di un cittadino e l'arrivo dei Carabinieri hanno permesso di evitare un colpo ai danni di una filiale di Massa Finalese. Per attuare il furto la banda di ladri si voleva servire del mezzo rubato a Modena.
Modena, 23 febbraio 2016
A Finale Emilia i Carabinieri della locale Stazione sono riusciti a evitare un furto di bancomat, mettendo in fuga i ladri. Verso le 2.00 del mattino di domenica scorsa un cittadino, insospettivo che stesse accadendo qualcosa, ha telefonato al 112 per la presenza di un carro attrezzi nei pressi di una banca a Massa Finalese, dove alcuni malviventi infatti, stavano tentando di abbattere un bancomat per asportarlo, senza riuscirci. L'immediato arrivo della pattuglia in servizio perlustrativo notturno ha messo in fuga la banda che ha lasciato sul posto il carro attrezzi, risultato rubato poco prima a Modena.
I Carabinieri della stazione di Carpi si sono accorti di un calzino nero sospetto, abbandonato sul ciglio della strada, nelle aree rurali comprese tra Carpi e Limidi. All'interno vi era nascosta la cocaina. I militari si sono appostati in attesa del "proprietario".
Modena, 23 febbraio 2016
Una modalità ben studiata per passare inosservato. Durante un servizio perlustrativo mattutino nelle aree rurali comprese tra Carpi e Limidi, la pattuglia dei Carabinieri si è accorta di un calzino nero abbandonato in un cespuglio sul ciglio della strada. Incuriositi, i Carabinieri lo hanno aperto trovando 20 grammi di cocaina già suddivise in dosi. Avendo intuito che presto qualcuno si sarebbe fatto vivo, lo hanno riposto dove l'avevano trovato e si sono nascosti nell'attesa che il "proprietario" andasse a riprenderlo.
Nel tardo pomeriggio infatti, un magrebino si è fermato in auto nel punto esatto, ha prelevato il calzino e lo ha direttamente messo in tasca, sapendo perfettamente cosa contenesse. I militari sono subito intervenuti e il 36enne è stato immediatamente bloccato e arrestato per detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti. Ieri mattina il giudice di Modena ha convalidato l'arresto condannandolo a 1 anno e 2 mesi e 3000 euro di multa.
Maltrattamenti, minacce e lesioni. L'uomo, 45 anni di Novi di Modena è evaso dai domiciliari per recarsi a casa della donna e minacciarla nuovamente. E' stato rintracciato dai Carabinieri mentre ritornava a casa e arrestato.
Modena, 23 febbraio 2016
Non si dava per vinto all'idea di stare lontano dalla ex moglie: l'uomo 45enne di Novi di Modena è stato arrestato dai Carabinieri nella notte fra sabato e domenica.
Tratto in arresto già tre volte nel 2015 per maltrattamenti, minacce e lesioni verso la donna, benché collocato agli arresti domiciliari, si è allontanato dall'abitazione per recarsi dalla ex compagna, minacciandola nuovamente e dandosi poi alla fuga. I militari della Stazione di Novi, allertati dalla vittima, si sono recati presso l'abitazione in cui dimora l'uomo e non avendolo trovato lo hanno aspettato lungo la strada, dove lo hanno intercettato mentre rincasava. Ieri mattina l'arresto è stato convalidato durante la direttissima e l'uomo tradotto direttamente in carcere.
La Polizia Municipale ha fermato un autotrasportatore ungherese: il trasporto in corso era abusivo. L'autista è stato sanzionato per cabotaggio stradale abusivo e il mezzo è stato scortato al deposito giudiziale per il fermo di tre mesi.
Piacenza, 22 febbraio 2016
Cinquemila euro di multa e fermo del veicolo per tre mesi. È questa la sanzione contestata nei giorni scorsi a un autotrasportatore di nazionalità ungherese, alla guida di un camion in transito lungo via Coppalati e incappato in un posto di controllo sul traffico pesante internazionale attivato da una pattuglia della sezione di Pronto Intervento della Polizia Municipale di Piacenza.
Oltre alle consuete verifiche documentali, gli agenti hanno infatti effettuato controlli anche sul rispetto delle norme che regolano il corretto svolgimento del trasporto su gomma, e in particolare di quelle in materia di cabotaggio stradale (la possibilità per un vettore stabilito in un Paese membro dell'Unione Europea di svolgere, a titolo temporaneo, attività di autotrasporto per conto terzi all'interno di un altro Stato Ue). Grazie a un minuzioso controllo dei documenti e delle risultanze dei viaggi effettuati dal mezzo, la pattuglia ha appurato che il trasporto in corso era abusivo, in quanto la merce caricata nel porto di Genova e diretta a Mantova era trasportata da un veicolo che non rispettava quanto previsto dalla normativa comunitaria. L'autotrasportatore è stato quindi multato e il mezzo è stato scortato al deposito giudiziale per il fermo di tre mesi.
Il gruppo era stato segnalato per molestie e "alloggiava"in un edificio diroccato nei pressi del nosocomio cittadino. Blitz della Polizia per identificarli. Alcuni di loro erano già destinatari di un provvedimento del foglio di via obbligatorio.
Di Manuela Fiorini
Modena, 19 febbraio 2016
Di notte alloggiavano in un edificio diroccato situato vicino alla ferrovia che passa nei pressi del Nuovo Ospedale Civile Sant'Agostino Estense di Baggiovara, di giorno si recavano al "lavoro" nel parcheggio del nosocomio, chiedendo l'elemosina e molestando i cittadini che si dimostravano restii a lasciare loro qualche euro.
Il gruppo di questuanti molesti è stato segnalato e, nel pomeriggio di ieri, il personale della Divisione Anticrimine della Questura di Modena ha effettuato un blitz nel parcheggio dell'ospedale.
Gli agenti della Questura, coadiuvati da un equipaggio della Volante, hanno così identificato una decina di persone, tutte di nazionalità rumena. Le successive verifiche hanno fatto emergere che alcuni di loro erano già destinatari di un provvedimento del foglio di via obbligatorio, mentre, per uno di loro, era anche stato emesso un decreto di allontanamento dal territorio nazionale emesso dal Prefetto di Modena.
Gli agenti hanno anche verificato che il gruppo alloggiava abusivamente nel casolare diroccato nei pressi del nosocomio, vicino al luogo dove, l'estate scorsa, era stata smantellata una tendopoli occupata da stranieri dediti all'accattonaggio presso parcheggi e semafori.