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Insulti e minacce con riferimenti alla vita privata e professionale di Benedetta Salsi, cronista de Il Resto del Carlino, hanno determinato la decisione del tribunale di Reggio Emilia di oscurare la pagina e il relativo gruppo chiuso sul popolare social network. Nei guai il reggiano Luca Aleotti.

Reggio Emilia, 10 marzo 2016

Una raffica di insulti e minacce, poi quella definizione "islamofoba", e accuse di atti "punibili severamente secondo lo statuto giuridico islamico", accompagnate da riferimenti alla vita privata e professionale di Benedetta Salsi, 31 anni, giornalista di cronaca giudiziaria per il quotidiano Il Resto del Carlino.
Per questo il reggiano Luca Aleotti, 33 anni, convertito all'Islam, è indagato per minacce gravi e diffamazione per mezzo della pagina Facebook Musulmani d'Italia. Tra i provvedimenti presi da gip del Tribunale di Reggio Emilia c'è stato l'oscuramento della pagina del social network e del relativo Gruppo Chiuso.
Ma perché Aleotti ce l'aveva tanto con la giornalista del Carlino? Da cronista di giudiziaria, la Salsi era venuta a conoscenza di un provvedimento a carico di Aleotti, disposto dal pm Maria Rita Pantani, che ne disponeva limitazioni della libertà personale, come non poter uscire la sera, lasciare la città o frequentare luoghi affollati. Questo a causa delle sue prese di posizioni anti occidentali pubblicate all'indomani della strage al Bataclan di Parigi proprio sulla pagina Facebook oscurata. La giornalista aveva riportato la notizia in un articolo. Da qui, le minacce e gli insulti di Aleotti, che l'aveva presa di mira.
Al 31 enne reggiano e al suo avvocato Nicola Gualdi ieri, oltre al provvedimento di oscuramento delle pagine Facebook, è stato anche notificato l'atto di fine indagine per l'inchiesta di Bologna in cui il giovane era indagato per associazione a delinquere di tipo terroristico. L'accusa però è stata derubricata ad apologia di reato, ma con l'aggravante legata al terrorismo.

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La signora stava attraversando in sella alla sua bici sulle strisce pedonali ed è stata presa in pieno da un'auto che arrivava nella corsia di marcia opposta su via Emilia Est. Il conducente del veicolo poi fuggito, omettendo il soccorso alla donna investita.

Di A.K.

Parma, 9 marzo 2016

Chi si è trovato in via Emilia est ieri pomeriggio verso le 18 ha raccontato di aver sentito un botto fortissimo e poi di aver visto proiettata in aria una persona che è poi caduta sull'asfalto, di fianco alla sua bici. In lontananza, di aver avvistato un'auto scura fuggire a grande velocità.
A terra, prona, immobile, c'era una signora di mezza età. I primi soccorritori, i passanti e chi ha dovuto frenare davanti al corpo della donna investita, hanno prestato i primi soccorsi. O meglio, hanno cercato di capire se la vittima, visto l'impatto molto violento e la caduta e la sua immobilità, fosse ancora viva. Altri hanno cercato di ricostruire l'incidente e di ricordare le caratteristiche e la targa dell'auto in fuga per la polizia municipale.
La signora era sbucata su via Emilia Est, attraversando in sella alla sua bici sulle strisce pedonali. Nell'arrivare nella corsia di marcia opposta è stata presa in pieno da un automobilista che non andava piano e che non ha nemmeno frenato, prendendo in pieno l'anziana e facendola sbalzare di qualche metro. Il conducente del veicolo, una Ford Fiesta scura, vecchio modello, targata 'BB', è fuggito, omettendo il soccorso alla donna investita.
La vittima, dopo circa dieci minuti, ha ripreso conoscenza ma non ricordava nulla. Ha tentato di alzarsi malgrado i suoi soccorritori le dicessero di non muoversi, in attesa dell'ambulanza.
La donna è stata poi portata all'ospedale e, nel frattempo, si è presentato alla polizia l'uomo che ha investito la passante, un extracomunitario di etnia africana che, spaventato, ha cercato di dare spiegazioni sulla sua fuga senza aver prestato aiuto

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L'incidente è avvenuto questa mattina attorno alle 13.20 all'incrocio tra viale Barozzi e via Vincenzi, a Modena. L'automobilista non avrebbe rispettato uno stop. 

Di Manuela Fiorini

Modena, 8 marzo 2016

Violento scontro, questa mattina, attorno alle 13.20, tra una Fiat Punto vecchio modello e un autobus Tper adibito al trasporto scolastico. L'incidente è avvenuto all'incrocio tra la centralissima viale Barozzi e l'incrocio con via Vincenzi.
Dagli accertamenti sembra che l'automobilista si stesse immettendo su viale Barozzi, strada a senso unico, da via Vincenzi, ma non avrebbe rispettato uno stop. In quel momento, sulla corsia preferenziale, stava sopraggiungendo il mezzo pubblico, che trasportava gli studenti dal Polo Scolastico Leonardo alla stazione della Autocorriere.
Impossibile per il conducente dell'autobus, un mezzo di quelli doppi, evitare l'impatto, che è stato piuttosto violento. La Fiat Punto è stata sbalzata contro il muretto di un'abitazione. Il giovane alla guida è stato estratto sanguinante dalla vettura e medicato dal personale del 118 per poi essere trasferito al nosocomio di Baggiovara. Le sue ferite sarebbero serie. Ferita, anche se in modo lieve, anche una studentessa che si trovava a bordo dell'autobus, che è stata medicata e trasferita al Policlinico per accertamenti. Via Vincenzi è stata chiusa al traffico per consentire alla Polizia Municipale di effettuare i rilievi.

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E' successo ieri sera a Castelvetro, nel modenese. I quattro amici, tutti minorenni, sono saliti da una scala antincendio sul tetto dell'asilo comunale. La ragazzina è ricoverata a Baggiovara in prognosi riservata.

Di Manuela Fiorini

Modena, 3 agosto 2016

Una "ragazzata" che poteva costare molto cara, quella che ha visto protagonista un'adolescente di 15 anni e altri tre coetanei, tutti originari dell'Est Europa, che ieri sera, attorno alle 19, hanno pensato bene di scavalcare la recinzione e di raggiungere il tetto dell'asilo comunale salendo da una scala antincendio.
Dalla ricostruzione, pare che la ragazza sia passata sopra a un lucernaio di vetro, che avrebbe ceduto sotto al suo peso. La giovane è quindi precipitata per sei metri, prima di finire sul pavimento interno della scuola. Nella caduta la minorenne avrebbe anche urtato alcuni armadietti. Gli amici hanno chiamato subito i soccorsi e sul posto sono giunti i Vigili del Fuoco di Vignola e il personale del 118. La ragazzina era cosciente, ma le sue condizioni sono risultate subito gravi. E' stata quindi trasportata all'ospedale di Baggiovara, dove è tutt'ora ricoverata in prognosi riservata, anche se non sarebbe in pericolo di vita.

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In occasione della Festa della Donna il Comune di Fontevivo ha promosso una particolare iniziativa in difesa del mondo femminile: l’8 marzo non più mimose in regalo ma bombolette spray anti-aggressione.

Parma, 08 Marzo 2016 -

Mimose in regalo per la Festa della Donna? No grazie, molto meglio bombolette spray anti-aggressione.

Una scelta controcorrente quella dell’iniziativa promossa dal Comune di Fontevivo, in provincia di Parma, in occasione della Festa della Donna. Un progetto guidato dal sindaco della Lega Nord Tommaso Fiazza e nato dall’idea del vicesindaco Matteo Agoletti, appena nominato assessore alle Pari opportunità. 

Una risposta netta - dichiara il sindaco Fiazza a tutti i fatti violenti che riempiono tribunali e prime pagine dei giornali. Un esempio per il resto d’Italia, perché siamo il primo a portare avanti un’iniziativa di questo tipo – e continua - I fondi sono quelli che sono - per questo abbiamo scelto di investirli in modo utile per le nostre concittadine. Sarà una delle tante iniziative in materia di sicurezza, che andrà a implementare il progetto Fontevivo Sicura. I fiori sono bellissimi, ma troppe donne vengono calpestate, rapinate o violentante nel corpo e nella dignità, e noi vogliamo mandare un segnale forte, mettendole in condizione di difendersi. per questo il Comune omaggerà ogni cittadina fontevivese con una bomboletta di spray al peperoncino per l’autodifesa”.

La frase sulla confezione recita: “l’auspicio che non debba mai servire, ma che nel caso serva, si riveli utile”. Le bombolette verranno distribuite presso lo sportello al cittadino del Comune di Fontevivo che per l'iniziativa sarà aperto da martedì 8 marzo fino a venerdì 11 marzo tutte le mattine.  A poter usufruire del dono, nella misura di uno a testa, tutte le signore purché maggiorenni e residenti nel Comune.

L’obiettivo è quello di mandare un messaggio a tutte le donne e a tutta l’Italia, come spiega il vice sindaco Agoletti: “Un secco no alla violenza, un secco sì alla volontà e possibilità di difendersi. Ogni Amministrazione dovrebbe dotare le proprie signore di uno strumento di difesa, e noi speriamo, essendo i primi, di dare l’esempio”.

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Sabato sera è stato preso di mira un negozio gestito da un bengalese in via Medaglie d'Oro. Malmenato il gestore, un 26 enne. L'uomo è poi fuggito con l'incasso di 500 euro. E' il terzo colpo in tre settimane. 

Di Manuela Fiorini

Modena, 7 marzo 2016

Aveva già avuto modo di sperimentare il suo metodo in altre due rapine, avvenute nella stessa zona nelle scorse tre settimane, il rapinatore che, sabato sera, attorno alle 21.30, è entrato nel negozio Riadda Alimentari di via Medaglie d'Oro, all'incrocio con viale Muratori. Prima ha prelevato dal frigorifero una bottiglia di vodka e due birre, poi, all'atto di pagare, anziché tirare fuori il portafoglio, ha estratto uno spray urticante al peperoncino e lo ha spruzzato in faccia al titolare, Ali Asad, 26 enne originario del Bangladesh. Non contento, gli ha anche sferrato un pugno tra il collo e la spalla, approfittando poi dello smarrimento del giovane per prelevare dalla cassa 500 euro e fuggire a piedi.

Dopo essersi ripreso, dal bruciore agli occhi, dal dolore del pugno e dallo spavento, il giovane commerciante ha chiamato la Polizia, che è intervenuta sul posto con una volante. Dalla ricostruzione dei fatti, pare che il malvivente fosse già stato nel negozio di alimentari nei giorni precedenti, insieme a un amico, probabilmente per un sopralluogo. Si tratterebbe di un magrebino, sul quale si indaga anche per capire se si tratti della stessa persona che ha messo a segno altri due colpi con modalità simili.

Lo scorso 20 febbraio, infatti, in viale Carlo Sigonio, un altro commerciante bengalese era stato rapinato dell'incasso di 1000 euro e aggredito con lo spray urticante. Tre giorni dopo, in via Luosi, un cittadino straniero di passaggio era stato avvicinato da una persona che, con la scusa di chiedergli un'informazione, lo aveva poi aggredito con il solito "getto" al peperoncino e lo aveva poi derubato di portafogli e cellulare. La Polizia indaga per capire se dietro alle rapine, dal modus operandi così simile, ci sia la stessa persona, oppure se lo spray al peperoncino sia diventata una "moda" tra i rapinatori, dato il successo del suo impiego nei crimini.

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Il ragazzo è stato bloccato dal titolare di un'officina, ubicata sulla via Buffolara, che lo aveva visto fuggire, inseguito dalla vittima del furto e da una ragazza: arresto un ventisettenne trapanese. 

Parma, 4 marzo 2016

Il tentativo di borseggio gli è costato caro.
Pochi metri di fuga e poi l'arresto del ventisettenne trapanese, tossicodipendente e senza fissa dimora, che non si aspettava certo di essere inseguito e placcato dalla vittima, una veloce e coraggiosa sessantenne.
Nella tarda mattinata di mercoledì la squadra volante lo ha arrestato in flagranza di reato per il reato di furto con strappo.
Il ragazzo è stato definitivamente bloccato dal titolare di un'officina, ubicata sulla via Buffolara, che lo aveva visto fuggire, inseguito dalla vittima del furto e da una ragazza, la quale, attirata dalle urla della derubata, si era messa anche lei a rincorrere lo scippatore.
La vittima ha raccontato ai poliziotti che, poco prima, mentre riponeva un quotidiano appena acquistato presso un edicola di via Savani, nel cestino anteriore della sua bici, era stata avvicinata dall'uomo - con precedenti penali - che, con una mossa fulminea, le ha strappato dalle mani la borsa, dandosi poi alla fuga in direzione di via Buffolara. Senza perdersi d'animo, la derubata si è messa ad inseguirlo, gridando per attirare l'attenzione dei passanti. Durante la fuga a piedi il malfattore si era liberato della borsa scippata, che poi è stata recuperata dalla proprietaria, la quale non ha riportato lesioni.
Questa mattina l'uomo è stato processato per rito direttissimo.

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Venerdì, 04 Marzo 2016 16:36

Fiere di Parma, arrestata banda di borseggiatori

I tre sono stati notati al Mercanteinfiera mentre pedinavano e osservavano le persone nel padiglione numero 5. Sono stati bloccati dai Carabinieri mentre salivano a bordo dell'auto con l'intento di scappare.

Parma, 4 marzo 2016

Due uomini e una donna peruviani di 36, 30 e 46 anni sono stati arrestati ieri, durante la manifestazione Mercanteinfiera, per furto in concorso. I Carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile, grazie a controlli "discreti" svolti in abiti civili, hanno notato, nel padiglione numero 5, un uomo e una donna che pedinavano e osservavano le persone.
I militari hanno seguito la coppia che si stava dirigendo verso l'uscita del padiglione dove c'era un terzo uomo con cui hanno lasciato l'area espositiva avviandosi verso l'uscita.
Giunti in prossimità della loro autovettura, grazie anche al supporto di altro personale in divisa, i tre sono stati fermati per un controllo. Appena compresa la situazione la donna ha cercato di disfarsi di una borsa di colore nero gettandola in un fossato, mentre i due uomini sono stati bloccati mentre salivano a bordo dell'auto con l'intento di scappare. Dopo aver recuperato la borsa dal fossato i militari hanno verificato che al suo interno vi erano ancora i documenti della legittima proprietaria, a cui era stata asportata, oltre a 500,00 euro in contanti, carte di pagamento ed oggetti vari. Individuata la vittima del furto, un'espositrice della fiera, i Carabinieri hanno proceduto alla formalizzazione della denuncia ed alla ricostruzione dei movimenti dei tre arrestati tramite il sistema di telecamere di videosorveglianza interno ai padiglioni. I tre stranieri sono quindi stati arrestati per furto in concorso e trattenuti presso le camere di sicurezza di via delle Fonderie in attesa del processo.

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L'incubo è finito per due italiani rapiti in Libia ma contemporaneamante si piangono gli altri due sequestrati, giustiziati mercoledi da un gruppo affiliato all'Isis. Filippo Calcagno e Gino Pollicardo, ha spiegato la Farnesina, non sono più nelle mani dei loro rapitori.

Di A.K.

Parma, 4 marzo 2016

I due tecnici della azienda parmigiana Bonatti, rapiti in Libia lo scorso luglio, sono Filippo Calcagno e Gino Pollicardo. Purtroppo non è toccata la stessa sorte agli altri due sequestrati, Salvatore Failla e Fausto Piano, che invece sono stati uccisi mercoledi a Sabrata.
La moglie di Pollicardo, Ema Orellana, in lacrime ha fatto sapere di averlo sentito al telefono. La liberazione dei due ostaggi è stata in ogni caso confermata dalla Farnesina.
Calcagno e Pollicardo, ha spiegato la Farnesina, non sono più nelle mani dei loro rapitori e si trovano sotto la tutela del Consiglio militare di Sabrata. Sarebbero in buona salute. 

I due ostaggi italiani sarebbero stati liberati con un blitz delle forze di sicurezza libiche "dopo irruzioni in diverse case a seguito di informazioni ricevute". 

Versione contrastante invece quella del capo del Consiglio municipale di Sabrata, Hussein al-Zawadi, che ha sostenuto che Pollicardo e Calcagno sono riusciti a sfondare da soli la porta principale della casa in un cui erano tenuti prigionieri nella parte nord-ovest della città libica, fuggendo dal gruppo affiliato all'Isis che li teneva prigionieri. 



"Io sono Gino Pollicardo e con il mio collega Filippo Calcagno oggi 5 marzo 2016 siamo liberi e stiamo discretamente fisicamente, ma psicologicamente devastati. Abbiamo bisogno di tornare urgentemente in Italia". Questo l'ultimo messaggio scritto in stampatello su un foglietto di quaderno pubblicato da "Sabratha Media Center". 
Pollicardo e Calcagno, stando a fonti di intelligence, sarebbero nelle mani della "polizia" locale e presto saranno trasferiti in una "zona sicura" e presi in consegna da agenti italiani che li riporteranno in patria. 
Purtroppo questa liberazione corrisponde alla tragica scomparsa dei due colleghi che potrebbero anche essere stati giustiziati con un colpo alla nuca, forse a scopo dimostrativo, e non usati come scudo, come si era pensato in un primo momento.
Questa brutta storia apre la possibilità di coinvolgimenti dei servizi di sicurezza italiani in Libia.

Pubblicato in Cronaca Emilia

Una banda armata di pistola è entrata nella storica Gioielleria Galli, in pieno centro a Vignola, e hanno legato con le fascette il titolare disabile, una commessa e un cliente. Indagano i Carabinieri.

Di Manuela Fiorini

Modena, 4 marzo 2016

Hanno approfittato del giorno di mercato per pianificare una rapina e fuggire mescolandosi tra la folla. Erano da poco passate le 10 quando, ieri mattina, una banda formata da tre banditi, armati di pistola, sono entrati nella storica Gioielleria Galli di via Garibaldi, in pieno centro storico, a Vignola. Dopo aver minacciato e strattonato il titolare disabile, una commessa e un cliente, li hanno legati ai polsi con delle fascette da elettricista e li hanno rinchiusi in una stanza accessoria dell'esercizio. A quel punto, hanno potuto agire indisturbati, rubando tutto quanto di prezioso era a portata di mano nelle vetrinette del negozio. Il bottino è ancora da quantificare. Sono poi fuggiti a piedi, mescolandosi alla gente che, a quell'ora, visitava il locale mercato cittadino. Per fortuna, nessuna delle persone sequestrate è rimasta finita. I Carabinieri di Vignola, intervenuti poco dopo sul luogo della rapina, hanno aperto un'indagine. I rapinatori sarebbero italiani.

Pubblicato in Cronaca Modena
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