Lettera di Pasquale Brescia, uno degli imputati per mafia dell'inchiesta Aemilia, al sindaco di Reggio Emilia, Luca Vecchi, per chiedere le sue dimissioni. L'assessore alla Legalità Mezzetti difende il primo cittadino: "Lo schema embra essere quello tristemente conosciuto. Piena solidarietà".
Di C.N.
Reggio Emilia, 3 febbraio 2016
Pasquale Brescia, 48 anni, imprenditore, in carcere perché ritenuto un anello di congiunzione importante fra cosche, istituzioni e forze dell'ordine chiede le dimissioni del sindaco reggiano Luca Vecchi, accusandolo di essere stato "intellettualmente disonesto".
E lo fa con una lettera indirizzata a Vecchi dal penitenziario di Bologna, dove si trova recluso con le accuse di associazione mafiosa nell'ambito dell'inchiesta Aemilia.
Brescia vuol dire la sua sulla vicenda della casa, acquistata dalla moglie da un altro imprenditore coinvolto nell'inchiesta. La lettera è stata consegnata alla redazione reggiana del Resto del Carlino dall'avvocato dell'imprenditore imputato, Luigi Antonio Combierati. Brescia ha chiesto al sindaco di dimettersi perché, secondo lui, quest'ultimo avrebbe cominciato a difendere i cutresi solo ora che è stata attaccata la moglie, Maria Sergio, originaria appunto del paese della Calabria, nel Crotonese. Accuse anche sulla sua campagna elettorale.
Pronta la risposta dell'assessore alla Legalità della Regione Emilia Romagna, Massimo Mezzetti: "Le allusioni minacciose contenute in questa lettera sono di una gravità che richiede tutta l'attenzione necessaria da parte delle autorità competenti e solidarietà da parte della comunità politica e sociale".
Mezzetti ha poi sottolineato come "lo schema sembra essere quello tristemente conosciuto: prima si getta l'ombra del sospetto su persone, uomini di legge o amministratori che siano, impegnate a far rispettare la legalità nel proprio territorio, per isolarle, poi si passa alle minacce e infine le si colpiscono. Abbiamo già visto in passato questo film – ha detto - e non dobbiamo ricadere di nuovo nell'insidiosa trappola".
L'Assessore ha poi sottolienato come "le vicende poste all'attenzione dell'opinione pubblica nei giorni scorsi che riguardano il sindaco non hanno alcun risvolto penale e saranno chiarite nei modi e nelle sedi dovute e che non possono e non devono nel modo più assoluto indurre ad alcuna debolezza o timidezza nel denunciare le minacce e gli avvertimenti di stampo mafioso giunti a Luca Vecchi e alla sua famiglia, cui va tutta la solidarietà e la vicinanza mia personale e a nome della Giunta regionale".
La giovane nigeriana ha reagito con violenza aggredendo i carabinieri per proteggere tre connazionali: due arresti e una denuncia per resistenza a pubblico ufficiale, lesioni, minacce. Dopo aver bloccato i due stranieri i militari hanno perquisito involucri in cellophane pronti per il confezionamento di dosi di stupefacente.
Di CN
Parma, 2 febbraio 2016
I Carabinieri non credevano di certo di trovarsi a dover fare i conti con una donna inferocita e manesca quando hanno tentato di acciuffare un giovane che li ha insospettiti, già noto per spaccio di droga.
Sabato notte il Nucleo operativo e radiomobile dell'Arma ha arrestato due giovani di 20 e 22 anni, entrambi di origine nigeriana ma residenti in città, e denunciato un loro connazionale 29enne per resistenza a pubblico ufficiale, lesioni, violenza e minaccia, danneggiamento.
La pattuglia del Nucleo radiomobile, transitando in via Bologna, ha notato il 29enne, già ben conosciuto per pregresse vicende, in prossimità dell'androne di un condominio. Appena avvistata l'automobile dei carabinieri, lo straniero è entrato repentinamente nel palazzo insospettendo ulteriormente l'equipaggio che ha quindi cercato di bloccarlo lungo la rampa di scale. Il giovane, vistosi quasi raggiunto, ha spintonato i militari riuscendo a rifugiarsi in un appartamento dello stabile.
Grazie all'arrivo di una pattuglia della Stazione di Parma, giunta in supporto, i militari hanno individuato l'abitazione dove si era rifugiato lo straniero ma, giunti in prossimità della porta, sono stati "accolti" da una giovane di origine nigeriana che, improvvisamente, gli si è gettata contro cercando di morderli e di colpirli con calci e pugni. La ragazza è stata imitata subito dopo dal connazionale, 20enne, appena uscito dall'appartamento.
Dopo aver bloccato i due stranieri i militari hanno perquisito involucri in cellophane pronti per il confezionamento di dosi di stupefacente e trovato la somma, in contanti, di circa € 8.000,00. Tutto il materiale ed i soldi sono stati sequestrati ed i tre stranieri accompagnati negli uffici di via delle Fonderie per la conseguente denuncia per il 29enne e l'arresto dei due più giovani. Ieri, dopo il rito direttissimo, i due sono stati condannati ad 1 anno e 4 mesi di reclusione. La donna è stata posta agli arresti domiciliari, mentre per il 20enne ha potuto beneficiare della sospensione della pena.
Il mezzo pesante si è ribaltato sulla rotatoria tra via Bellaria e la complanare Einaudi, in direzione Modena. Traffico in tilt fino a tarda sera. Il camionista, rumeno di 46 anni, è risultato con un tasso alcolemico superiore al limite.
Modena, 2 febbraio 2016
Per il camionista rumeno denuncia e patente sospesa; fermo amministrativo per il mezzo che rovesciandosi in rotatoria ha causato problemi alla viabilità della zona. L'uomo ha imboccato la rotatoria tra via Bellaria e la complanare Einaudi, in direzione Modena, ad una velocità troppo sostenuta e si è ribaltato causando molti disagi alla viabilità. L'autoarticolato, carico di prosciutti ha infatti imboccato la rotonda a 85km/h.
E' accaduto domenica scorsa, nel primo pomeriggio, alle 14.30 circa. Sul posto sono intervenute tre pattuglie della Polizia municipale di Modena per i rilievi di legge, la messa in sicurezza dell'area e le operazioni di viabilità; inizialmente con l'ausilio di una pattuglia della Stradale.
Il conducente del mezzo pesante è risultato positivo al test dell'etilometro somministrato dagli agenti della Municipale i quali hanno anche appurato la velocità al momento dell'incidente attraverso il cronotachigrafo in dell'autoarticolato. Il camionista, un rumeno di 46 anni, P.I. le iniziali, è risultato avere un tasso alcolemico pari a 1, mentre come autista professionale avrebbe dovuto essere completamente sobrio (tasso alcolemico zero). Per lui quindi sono scattate denuncia per guida in stato di ebbrezza, sospensione della patente, decurtazione di 10 punti e fermo provvisorio per 30 giorni del mezzo, con contestuale ritiro della carta di circolazione, che, una volta confermato dall'Autorità giudiziaria, si trasformerà in fermo per complessivi sei mesi. La stessa autorità sancirà la durata del ritiro della patente e dell'ammenda pecuniaria che potrebbe essere particolarmente pesante viste le circostanze in cui è avvenuto l'incidente.
Per recuperare il mezzo sono intervenute due autogru private; il traffico nella zona ha subito forti rallentamenti e le operazioni di viabilità condotte dalla Municipale si sono protratte fino a tarda sera.
Intensa attività di spaccio di cocaina scoperta grazie all'attività investigativa. La donna si serviva del bambino per non destare sospetti. Arrestati due coniugi 25enni per spaccio di stupefacenti residenti a Novi di Modena.
Modena, 1 febbraio 2016
I Carabinieri del Nucleo operativo di Carpi hanno arrestato una coppia di coniugi 25enni nordafricani residenti a Novi di Modena – frazione Rovereto, per spaccio di stupefacenti. Le attività investigative avevano fatto emergere un'intensa attività di spaccio di cocaina da parte dei due: il marito gestiva le richieste dei clienti mentre la donna, spesso accompagnata dal figlioletto di 1 anno per non destare sospetti, si occupava delle consegne. Ieri i Carabinieri hanno eseguito le 2 ordinanze di custodia cautelare emesse dal GIP del Tribunale di Modena Dott. Andrea Salvatore ROMITO, su richiesta del Pubblico Ministero dott. Sa Claudia NATALINI che ha coordinato le indagini.
Federico Bertoncini, 22 anni, di Collecchio (Pr) è stato colpito mentre si trovava nel noto locale di Taneto di Gattatico, nel reggiano. Trauma cranico e 5 punti di sutura. Il giovane ha postato sul suo profilo Facebook anche le foto che lo ritraggono in ospedale, sanguinante e con la benda in testa.
Di Manuela Fiorini
Reggio Emilia, 1 febbraio 2016
"Io pensavo che si andasse in discoteca per ballare, stare con amici e bere qualcosa. Ma ieri sera ho scoperto quale è il nuovo passatempo preferito dei cerebrolesi: lanciare sassi dai binari adiacenti al Fuori Orario addosso alla gente che sta ballando o sta prendendo da bere, tutto ciò ha comportato un trauma cranico lacero contuso alla mia testa: 3 cm di taglio profonto tanto da vedere la scatola cranica ergo 5 punti di sutura".
Così scrive Federico Bertoncini, 22 enne di Collecchio (Pr), che la sera tra il 30 e il 31 gennaio è stato protagonista di una brutta avventura mentre si trovava al Fuori Orario, noto locale di Taneto di Gattatico, nel reggiano. Secondo la ricostruzione, mentre il ragazzo stava ballando con gli amici, è stato colpito alla testa da una grossa pietra, scagliata da ignoti dai binari che passano vicino all'ingresso del locale, probabilmente per fare una bravata che poteva avere conseguenze ancora peggiori.
Il giovane ha postato sul suo profilo Facebook anche le foto che lo ritraggono in ospedale, sanguinante e con la benda in testa. Oltre al trauma cranico dovuto all'impatto, la pietra gli ha causato anche una profonda ferita lacero contusa per medicare la quale sono stati impiegati 5 punti di sutura.
I genitori avevano segnalato i fatti a novembre, preoccupati dall'atteggiamento dei piccoli, che non volevano andare all'asilo. Le intercettazioni e le indagini hanno consentito ai Carabinieri di rilevare i comportamenti aggressivi della donna, M.G, 52 anni, ora ai domiciliari. -
Di Manuela Fiorini
Modena, 1 febbraio 2016
Un altro caso di maltrattamenti, offese e ingiurie nei confronti dei più piccoli. A Pavullo, sull'Appennino modenese, le indagini compiute dai Carabinieri, coordinate dal PM Marco Imperato, hanno portato all'arresto di M.G, 52 anni, insegnante e coordinatrice di un asilo che ospitava bambini dai 3 ai 5 anni.
Frasi offensive, aggressive e minacce come "sei brutta", "stordita", "sei una pecora", "ti do una microfonata in faccia", ma anche bestemmie e punizioni eccessive sono state rilevate, anche con intercettazioni ambientali e hanno consentito al Gip di Modena Eleonora de Marco di emettere l'ordine di custodia cautelare nei confronti dell'insegnante, ora ai domiciliari.
"L'ira si scatenava all'improvviso", hanno spiegato i Carabinieri, "anche di fronte a situazioni normali, come nei confronti di un bambino che chiedeva di andare in bagno o di un altro che non gradiva il cibo. E' stato quindi necessario porre fine ai rapporti che la stessa intratteneva con i minori, per non pregiudicare ancora di più la loro crescita intellettuale e fisica".
Alle ingiurie si aggiungono anche le punizioni, vere e proprie vessazioni nei confronti di bambini così piccoli. In particolare, una bambina sarebbe stata presa di peso e sbattuta fuori dalla scuola, al freddo. Considerando che Pavullo si trova a 700 metri di altitudine, sull'Appennino, dove spesso le temperature scendono sotto lo zero e nevica, emerge tutta la violenza del provvedimento nei confronti della piccola vittima.
I genitori si sono accorti che qualcosa non andava già lo scorso novembre quando, confrontandosi tra di loro, avevano rilevato gli stessi atteggiamenti di rifiuto e paura di andare all'asilo da parte dei figli. Era così partita la segnalazione ai Carabinieri che hanno raccolto alcune testimonianze e avviato gli accertamenti servendosi anche di telecamere nascoste, che hanno rilevato le violenze, fisiche e verbali nei confronti dei piccoli alunni e portato all'arresto dell'insegnante che, alla notifica del provvedimento, avrebbe dimostrato una freddezza degna della "strega cattiva" delle favole come, probabilmente, appariva agli occhi dei bimbi maltrattati.
Proseguono le attività di controllo condotte dagli agenti dei settori Sicurezza urbana e territoriale del Comando di Polizia Municipale di Piacenza: ventuno le persone controllate e tre sanzioni comminate per commercio abusivo.
Piacenza, 29 gennaio 2016
Dai primi giorni di gennaio, sono stati effettuati 32 servizi di prevenzione e controllo per la presenza di parcheggiatori e venditori abusivi. Nel contempo, sono stati eseguiti dieci sequestri di merce di vario genere, di cui uno con rilevanza penale riferito ad articoli di pelletteria con il marchio contraffatto, ad altrettanti venditori che proponevano i prodotti ai passanti nelle aree di parcheggio adiacenti ad attività commerciali e all'Ospedale Civile. L'attività di controllo è stata estesa anche a tutta la zona del centro storico. Ventuno le persone controllate e tre sanzioni comminate per commercio abusivo.
Verbalizzato, inoltre, l'allontanamento di cinque questuanti, nei pressi del centro storico e di esercizi commerciali. Controlli a tappeto, infine, contro i parcheggiatori abusivi: uno di questi è stato sorpreso in pieno centro a Piacenza ed è stato sanzionato ai sensi dell'articolo 7 del Codice della Strada, per esercizio abusivo dell'attività di posteggiatore e guarda-macchine.
Il consigliere Bertani chiede se il Garante regionale dei detenuti si è occupato del caso messo in risalto dalla trasmissione "Le Iene" e se sia o meno a conoscenza di altre situazioni di analoga gravità. La puntata ha riportato e reso pubbliche alcune registrazioni effettuate da un detenuto nel carcere di Parma. -
Parma, 28 Gennaio 2016
La trasmissione televisiva "Le Iene", ha dedicato un servizio televisivo per parlare della situazione vigente all'interno delle carceri italiane. La puntata ha riportato e reso pubbliche alcune registrazioni effettuate da un detenuto nel carcere di Parma in merito a colloqui intercorsi fra alcuni agenti della polizia penitenziaria. Proprio queste testimonianze sono ora oggetto di un'interrogazione presentata da Andrea Bertani (M5s).
Si tratta di registrazioni ottenute di nascosto da un condannato per violenza sessuale, che dichiara di essere stato ripetutamente picchiato durante la detenzione. Secondo il consigliere, farebbero emergere "una situazione nel carcere di Parma di intimidazioni, minacce e omertà su presunti episodi di violenza perpetrati dagli agenti di polizia penitenziaria che avrebbero perfino indotto il ministro della Giustizia a inviare degli ispettori".
In base a questi presupposti, Andrea Bertani chiede alla Giunta regionale "se il Garante regionale dei detenuti si sia interessato al caso e se nel corso della sua attività di vigilanza sulle condizioni di vita e di salute delle persone detenute" abbia avuti riscontri di situazioni simili a quella di Parma.
(Tutti gli atti consiliari – interrogazioni, interpellanze, risoluzioni, progetti di legge – sono disponibili on line sul sito dell'Assemblea legislativa al link:www.assemblea.emr.it/attivita-legislativa )
Inseguimento e scazzottata da far west in via Langhirano dove un ladro è stato 'arrestato' dai clienti di un bar. Gli agenti intervenuti per la segnalazione del furto di bicicletta si sono trovati davanti a un gruppo di persone che avevano accerchiato il malvivente.
di A.K.
Parma, 28 gennaio 2016
Ha anche preso a cazzotti il legittimo proprietario, il ladro di biciclette che ieri ha tentato il furto del mezzo incustodito. Ha cercato di fuggire, ma è stato solo una vana ricerca di salvezza, perché un manipolo di persone lo ha accerchiato per consegnarlo alla polizia.
Ieri gli agenti sono intervenuti in via Langhirano per la segnalazione del furto di bicicletta, ma al loro arrivo si sono trovati davanti a un gruppo di persone che avevano accerchiato il malvivente.
L'autore del furto è un facinoroso ventenne italiano che, poco prima, aveva cercato di prendere velocemente una bici, lasciata momentaneamente incustodita.
Il suo tentativo è stato notato dal proprietario il quale non ha esitato a inseguire il ladro, raggiungendolo dopo qualche metro.
Il mariolo ha prima negato l'evidenza e poi ha colpito violentemente il viso del suo inseguitore con un pugno.
E' stato a questo punto che alcuni avventori di un esercizio pubblico nelle vicinanze, dopo aver visto la scena, non hanno esitato a intervenire in difesa del derubato bloccando di fatto il ladro fino all'arrivo delle volanti.
Il ladro è stato arrestato per rapina impropria.
E' stata trovata presso la foce del Trebbia da un uomo che stava facendo jogging ed è stata subito soccorsa dal 118. Sul caso indagano i Carabinieri e la Questura. Dai primi accertamenti la minorenne sarebbe stata vittima di una violenza sessuale di gruppo.
Di Manuela Fiorini
Piacenza, 28 gennaio 2016
Stava facendo jogging sull'argine del Po, quando, nei pressi della foce del Trebbia, gli si è presentato davanti agli occhi una scena sconcertante: una ragazza seminuda, legata con del nastro da pacchi e in stato di choc, immobile tra la vegetazione. Immediatamente sono scattati i soccorsi. La giovane, che sarebbe riuscita a pronunciare solo poche parole, è stata portata all'ospedale dagli operatori del 118, mentre Carabinieri e Polizia stanno indagando su quanto possa esserle successo e perché la ragazzina di diciassette anni si trovasse sull'argine.
Secondo le prime ipotesi, potrebbe essere stata vittima di una violenza di gruppo. Dalle sue prime dichiarazioni, ancora al vaglio delle Forze dell'Ordine, sarebbe stata violentata da tre persone.
Accanto alla giovane, oltre al nastro da pacchi utilizzato per immobilizzarla, sono stati ritrovati anche i suoi vestiti. Non si tratta di abbigliamento sportivo, quindi, è presumibile che la ragazzina sia stata abbordata altrove dai sui aguzzini, che l'avrebbero poi portata sull'argine per consumare la violenza. Ulteriori sviluppi si avranno appena la giovane si sarà ripresa dallo stato di choc e potrà parlare con gli inquirenti.