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E' venuto a mancare Gianroberto Casaleggio cofondatore del Movimento 5 Stelle, dopo una lunga malattia. Il sindaco di Parma, Federico Pizzarotti, lo ricorda con parole di stima.

Parma, 12 aprile 2016 

A poche ore dalla notizia della morte di Gianroberto Casaleggio, cofondatore del Movimento 5 Stelle, il sindaco di Parma, Federico Pizzarotti, lo ricorda con parole di stima.

"Non posso nascondere gli attriti e le discussioni ma ci ha lasciati un sognatore, che con un sogno ha costruito un progetto politico di cui il Paese
aveva e ha ancora assoluto bisogno. Un progetto che sta a tutti noi, oggi, portare avanti con convinzione".
Ci sono stati, sì, attriti e discussioni, non può fare a meno di ammettere Pizzarotti, "ma non dirlo non renderebbe giustizia alla
 persona e all' uomo".

Il Sindaco, con la nota diffusa qualche minuto fa, ha ricordato il ruolo politico fondamentale di Casaleggio: "E' stato un padre fondatore, per certi aspetti un punto di riferimento. Certamente e' stato un idealista in un Movimento che oggi, piaccia o non piaccia, e' entrato nelle istituzioni italiane e ha contribuito a cambiare questo nostro amato Paese. Una marcia fatta di piccoli passi, ma di grandi intenzioni". 
Pizzarotti ha avuto, negli ultimi tempi spesso rapporti tesi con il teorico di M5S ma non può fare a meno di dare memoria di una sua, significativa ultima immagine: "Voglio ricordarlo sul palco di Roma al termine dello Tsunami Tour 2013. Io avevo parlato poco prima e inaspettatamente ha preso la parola lui. Da persona riservata e di poche parole, mi aveva sorpreso non poco, ma al tempo stesso mi aveva fatto piacere. Esprimo la mia vicinanza a tutta la famiglia".

Pubblicato in Cronaca Parma

Gli uomini dell'Arma hanno requisito documentazione amministrativa e banche dati informatiche. I reati ipotizzati sono quello di falso materiale e ideologico in atto pubblico e abuso d'ufficio. Tra gli indagati alcuni membri della Giunta e lo stesso sindaco Ferioli.

Di Manuela Fiorini

FINALE EMILIA (MO)

Non c'è pace per il Comune di Finale Emilia. Dopo l'inchiesta Aemilia, che ha portato all'arresto dell'ex direttore dell'Ufficio Lavori Pubblici Giulio Gerrini, implicato in una faccenda di appalti truccati per favorire alcune ditte legate alla 'Ndrangheta nella ricostruzione post terremoto, un'altra tegola si è abbattuta sull'Amministrazione del paese della Bassa Modenese.
Ieri mattina i Carabinieri del Nucleo Operativo di Modena sono entrati in Comune per sequestrare documenti amministrativi e accedere a banche dati informatiche. L'operazione è coordinata dal procuratore Lucia Musti e dal Sostituto Procuratore Marco Nicolini della Procura di Modena. Le circostanze dell'operazione non sono state rese note, ma i reati ipotizzati sono quelli di falso materiale e falso ideologico in atto pubblico e abuso d'ufficio contestati a undici persone, raggiunte da avviso di garanzia. Tra gli indagati ci sarebbero anche lo stesso sindaco di Finale Emilia, Fernando Ferioli e alcuni membri della Giunta Comunale.
Secondo indiscrezioni, l'inchiesta della Procura di Modena riguarderebbe alcuni appalti e la condotta dell'amministrativa dell'ultimo anno, ma non è collegata all'inchiesta Aemilia, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia. Si attendono sviluppi.

Pubblicato in Cronaca Modena

Riusciremo a difenderci senza essere puniti? Ecco cosa pensano i parmigiani della proposta di legge di iniziativa popolare che prevede l'aumento della pena per chi si introduce nel domicilio, la difesa come si vuole nella propria abitazione, la non possibilità di essere denunciati per eccesso di legittima difesa e che non sia mai previsto un risarcimento del danno per il ladro.

Di Alexa Kuhne

Parma, 8 aprile 2016

Può capitare che l'aggressore si trasformi in vittima e che la propria casa diventi il luogo più insicuro e pericoloso.
Le situazioni di questo tipo, in realtà, sono sempre più frequenti nel nostro Paese.
Paura e allarme sociale sono tangibili e i cittadini si sentono disarmati e deboli di fronte alla possibilità di essere derubati, feriti o uccisi in casa propria. O di essere considerati dalla legge come gli aggressori nel caso in cui si difendano da un rapinatore. Insomma, succede che, oltre al danno, si debba subire la beffa.
Perché la legge esiste ed è quella della legittima difesa, prevista dall'articolo 52 del codice penale, solo che andrebbe revisionata e correttamente divulgata, visto che fino a ora sembra tutelare chi, con atti di banditismo, tenta rapine con conseguenze, il più delle volte, tragiche.
Modificando questa legge i cittadini, fatte le loro valutazioni, prenderanno le precauzioni opportune e forse potrà mettersi in moto un sistema di prevenzione sociale che terrà la criminalità fuori dalle nostre case.
E' quello che sostiene Italia dei valori che sta promuovendo una campagna di sensibilizzazione che prevede la raccolta di firme per una proposta di legge di iniziativa popolare per cambiare le norme sulla legittima difesa.

L'impulso è partito alla fine di febbraio da Padova dove, recentemente, il tabaccaio Franco Birolo è stato condannato a 2 anni e 8 mesi e a un risarcimento di 325 mila euro per aver ucciso un ladro tre anni fa e ha raggiunto molti Comuni italiani.
Sostanzialmente si chiedono tre cose: un aumento della pena da due a sei anni per chi si introduce nel domicilio, che all'interno della propria casa o del proprio negozio, ciascuno debba essere libero di difendere se stesso, i propri cari e i propri beni come vuole, senza incorrere nel rischio di essere denunciati per eccesso di legittima difesa e che non sia mai previsto un risarcimento del danno per il ladro o per la sua famiglia.
La raccolta firme è effettuata attraverso banchetti in tutte le piazze italiane, ma l'Idv ha trasmesso a ogni sindaco il modulo necessario affinché sia resa possibile anche nelle sedi comunali.
La necessità di rispondere più efficacemente alla crescente domanda di sicurezza proviene, in particolare, da Lombardia, Emilia Romagna e Veneto: un territorio in cui il fenomeno dei furti in abitazione è sempre più preoccupante.
I promotori della campagna di sensibilizzazione chiedono la rimozione della fattispecie normativa che permette all'aggressore di trasformarsi in vittima: al ladro che s'introduce in casa nostra, infatti, è attualmente consentito chiedere in certi casi il risarcimento del danno.
Questo ampliamento legislativo della tutela, secondo i sostenitori, costituirebbe un forte deterrente verso la categoria di criminali dediti a furti e rapine nei luoghi di privata dimora, i quali così sapranno di non poter più beneficiare di scappatoie giuridiche e di non poter più volgere a proprio profitto norme quale la risarcibilità del danno. Chi si introdurrà nei privati domicili saprà, dunque, di pagare più severamente e di non potersi trasformare da aggressore in vittima chiedendo il risarcimento di danni. Per le stesse ragioni chi difende l'incolumità o i beni propri o altrui all'interno del proprio domicilio non potrà rispondere della propria condotta, neppure a titolo di eccesso colposo in legittima difesa.

Esasperati e impauriti, anche i parmigiani sono quasi tutti concordi nell'affermare che sia giusto difendersi in casa propria, anche sparando.

"Sono situazioni che si dovrebbero vivere e non le auguro a nessuno – dice Mario, 45 anni, di Parma -. In quei momenti hai poco tempo per pensare o agire, magari gli intimi di andare via e sparano loro a te (perchè di solito sono sempre in 2 o 3)....mors tua vita mea...".
Il rischio di difendersi è anche quello di dover risarcire il rapinatore...

"Questa nuova proposta mi pare sensata e firmerò pure io – conferma Claudio, 50 anni di Mantova, altra città tartassata - perché prevede che non vi sia alcun risarcimento a favore dei delinquenti che si introducono in casa per rubare e malauguratamente si piglino una qualche legnata sul grugno".
Il pericolo, se dovesse essere modificata la legge, è che si corra il rischio di alimentare la cultura dello "sceriffo fai da te" ma i cittadini di Parma non hanno titubanze: "Me ne frego – spiega Giordano - ...se uno viene in casa mia lo ammazzo...anche se la vita devo trascorrerla in galera ....".

E ancora: "Ormai c'è già – ammette Barbara, cremonese di passaggio a Parma -... E sono state proprio certe sentenze ad alimentarla..."
Il nodo della questione è che la dicitura "difesa proporzionata all'offesa" lascia troppi margini di discrezionalità nel giudizio, soprattutto in chi non s'intende di armi e tempi di reazione. Qual è, allora, la proporzionalità? Uno armato di coltello, mazza, cacciavite, piccone, piede di porco è meno pericoloso di chi impugna una pistola?

"Se detieni (legalmente) - continua Claudio – un'arma hai l'obbligo morale di saperla usare, indipendentemente dall'uso che pensi di farne. Ma se ti capita il delinquentone armato, non dico con la pistola, ma con un coltellaccio da cucina devi pur difenderti..."
Il problema sta anche nelle forze dell'ordine, continua Claudio: "I tempi di intervento quali sono? Tu chiami immediatamente e arrivano in tempo? I delinquenti rilasciati da questo governo sono decine di migliaia, la depenalizzazione dei reati è stata pure ampia, entrano migliaia di persone di cui non sai alcunché... penso basti!. La polizia non ha nemmeno i colpi per allenarsi. Sai quanti ne spara un poliziotto di mestiere? 50/60 ogni tre mesi, e ora mi dicono che abbiano ridotto a una 15 di colpi. Con chi si confrontano? Rischiano di trovare il militante jihadista che ha appena fatto un corso intensivo di tre mesi a Rakka e sei mesi in battaglia..."

Anche chi, di principio, come Silvia, insegnante trapiantata a Parma, è contraria alla giustizia 'faidate', ammette di essere stufa...

Pubblicato in Politica Emilia
Venerdì, 08 Aprile 2016 12:16

Giovane trovato in fin di vita a San Prospero

Un 21 enne di Bomporto è stato trovato in una pozza di sangue davanti al bar Marylin, dove aveva trascorso la serata in compagnia degli amici. La zona è spesso frequentata da individui poco raccomandabili. Si pensa a un pestaggio.

Di Manuela Fiorini

Modena, 8 aprile 2016

Lotta per la vita nel reparto di Terapia Intensiva dell'ospedale di Baggiovara, M.L, un ventunenne di Bomporto che, attorno all'una e quaranta di mercoledì notte è stato ritrovato in una pozza di sangue di fronte al Bar Marylin di San Prospero, nella Bassa modenese.
Secondo la ricostruzione dei Carabinieri, che indagano sulla faccenda, il ragazzo aveva passato la serata nel locale per festeggiare il compleanno insieme agli amici. Sono stati una trentina le persone sentite per tentare di ricostruire i fatti precedenti il ritrovamento del giovane, ormai privo di sensi. Qualcuno parla di una caduta accidentale nel tentativo di raggiungere l'auto, qualcun altro sostiene la tesi di un pestaggio da parte di almeno due individui con i quali aveva discusso poco prima.
E proprio su un probabile pestaggio sembra volgere la tesi. Il locale davanti al quale è stato trovato M.L si affaccia sulla Statale Sud e ha annessa una sala giochi. Di giorno è frequentato da gente di passaggio e abitanti del luogo che si fermano per un caffè o per sfogliare il giornale. Di sera, invece, secondo quanto raccontato da alcuni ragazzi agli inquirenti, si trovano individui dalle facce poco raccomandabili, ubriachi e spacciatori. Solo un paio di mesi fa, gli avventori sarebbero stati minacciati da un tunisino ubriaco armato di bottiglia. Mentre i Carabinieri stanno battendo tutte le piste e ascoltando altre persone, il 21 enne è ricoverato in rianimazione. La prognosi è riservata.

Pubblicato in Cronaca Modena
Giovedì, 07 Aprile 2016 15:10

Modena - Sgominata banda della truffa

Tre napoletani di 54, 43 e 32 anni avevano istituito una vera e propria associazione a delinquere finalizzata all'estorcere denaro agli anziani. La Polizia è riuscita a smascherarli dopo la segnalazione di un cassiere di banca, insospettito dalla richiesta di una cliente 84 enne di ritirare 5000 euro.

Di Manuela Fiorini

Modena, 7 aprile 2016

Un vero e proprio business della truffa quello messo in piedi da Gennaro Parisi, 54 anni, Giovanni Bonito, 43, e Gennaro Farinelli, 32, tutti e tre di origine napoletana. Le vittime erano tutte scelte tra gli anziani, sfruttando la loro buona fede, con il metodo del "finto avvocato". Il più "sgamato" dei tre contattava i nominativi e si fingeva un legale che chiedeva una cauzione per un ipotetico incidente accaduto a un figlio a un nipote del malcapitato. A questo punto, entravano in azione i due complici che si occupavano del contatto diretto con il truffato e alla riscossione del denaro.

Lo scorso ottobre, tuttavia, qualcosa è andato storto, grazie alla prontezza di un cassiere di banca che, alla richiesta di un prelievo di 5000 euro da parte di una correntista 84 enne, piuttosto agitata, ha intuito qualcosa e si è fatto raccontare le circostanze, dopodiché, ha avvertito le Forze dell'Ordine. Gli agenti della Squadra Mobile della Questura di Modena si erano recati sul posto e avevano poi seguito l'anziana lungo la strada per casa, individuando un uomo che la pedinava. Procedevano così al fermo e identificavano Bonito, che aveva con sé un telefono cellulare. E' stato proprio quest'ultimo a consentire alla Polizia di risalire a resto della banda e ricostruire la proficua attività dei truffatori. Il 32 enne faceva da "centralinista" da Cattolica per non essere individuato, componeva numeri in sequenza attingendo da un database a disposizione della banda utilizzando schede usa e getta con numero progressivo, suddivise per "lotti" di truffati. Gli agenti hanno ricostruito che, in una sola giornata, erano state tentate ben 38 truffe, tutti a danno di anziani modenesi. Dopo mesi di indagini, coordinate dal PM Lucia De Santis, si è arrivati a identificare tutti i membri della banda e sono scattate le misure cautelari. I tre si trovano attualmente confinati nei rispettivi Comuni di residenza con obbligo di firma.

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Non si è fermato all'alt della Municipale dandosi alla fuga e imboccando una strada contromano. Sanzioni per migliaia di euro e fermo del veicolo.

Modena, 7 aprile 2016

Per non essere fermato dalla Municipale, l'autista dopo aver accostato ha accelerato e si è dato alla fuga a tutta velocità, mettendo a rischio anche l'incolumità della sua famiglia.
E' successo nel pomeriggio di domenica scorsa, in via Piave, quando una pattuglia della Polizia municipale di Modena, nell'ambito di servizi di controllo finalizzati alla sicurezza stradale, ha intimato l'alt a un'automobile Opel Zafira perché il bambino trasportato sul sedile posteriore non era assicurato con i sistemi di ritenuta.

Nei pressi della rotatoria di piazzale Natale Bruni, il conducente, uno straniero che viaggiava anche con la moglie, ha in un primo momento accostato, ma all'avvicinarsi della vigilessa ha accelerato e si è dato alla fuga a tutta velocità.
L'auto ha anche percorso via Morselli contromano ed è infine stata raggiunta e fermata dalla Municipale alla rotatoria tra via Divisione Acqui e via Minutara. Al controllo degli agenti, il conducente, un marocchino 41enne residente a Castelnuovo Rangone, è risultato essere senza patente, perché mai conseguita e il suo veicolo sprovvisto di copertura assicurativa.

Per la guida senza patente gli è stata elevata una sanzione dell'importo di 5mila euro secondo quanto previsto dalla nuova normativa, mentre l'auto priva di copertura assicurativa è stata sottoposta a fermo amministrativo per tre mesi che è diventato di quattro poiché alla moglie, a cui è intestato il veicolo, è stato contestato l'incauto affidamento dell'auto a una persona sprovvista dei titoli per guidare. All'uomo sono stati anche contestati l'eccesso di velocità, il mancato utilizzo delle cinture di sicurezza per assicurare il bambino e la circolazione contromano. Il tutto per diverse migliaia di euro.

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A Bologna imponenti misure di sicurezza per la nuova udienza del processo Aemilia: ieri è stata la volta del pentito Giuseppe Giglio che, come gli altri imputati, ha richiesto il rito abbreviato.

Bologna – 06 Aprile 2016 -

Imponenti misure di sicurezza ieri per la nuova udienza relativa al processo Aemilia che si è tenuta a Bologna. Rito abbreviato richiesto dagli imputati che, in questa occasione, ha visto salire sul banco Giuseppe Giglio - accusato di essere uno degli organizzatori dell'associazione di tipo mafioso individuata dalla Dda di Bologna radicata in Emilia e risultata indipendente dalla Calabria.

Giglio ha formalizzato la richiesta di essere interrogato dal gup Francesca Zavaglia ed il suo difensore ha annunciato di voler produrre i verbali depositati con le prime dichiarazioni rese dal suo cliente.
Ancora è da valutare se potranno effettivamente essere utilizzati e considerati validi, risulta comunque che molte dichiarazioni rese dall'imputato riguardino altri coinvolti nello stesso procedimento.

Secondo quanto previsto, il processo con rito abbreviato dovrebbe esaurirsi entro il 22 aprile, data entro la quale sono attese le sentenze di primo grado, a cui seguirà il processo per dibattimento a Reggio Emilia.
Insomma, dal 20 aprile si comincerà ufficialmente il processo a porte aperte all'interno dell'aula bunker appositamente allestita nel Palazzo di Giustizia, con udienze previste fino a settembre.

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Martedì, 05 Aprile 2016 16:54

Ciao Mario, clochard gentile

Scritte, fiori, disegni: in tanti ricordano Mario Ceccon, il clochard che da anni stazionava al passaggio livello di via Valera. Si è spento il 29 marzo all'ospedale  Maggiore, ma ha lasciato nel cuore di tanti un ricordo pieno di affetto come mostra il telo bianco posizionato nel punto in cui si poteva incontrarlo, alle spalle della sua sedia rossa.

Ora è in atto una raccolta fondi partita dal bar Gulliver di via Jenner, per dare l'ultimo degno saluto al gentile e garbato clochard.

Foto di Francesca Bocchia

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Martedì, 05 Aprile 2016 11:37

Truffa online: denunciata una 50enne parmigiana

Vittima dei raggiro una studentessa reggiana che si è fidata di un allettante annuncio per l'acquisto di un cellulare. La donna è stata rintracciata e denunciata dai Carabinieri di Castelnovo Monti.

Parma, 5 aprile 2016

Una 20enne reggiana è stata vittima dell'ennesima truffa online. Interessata all'acquisto di un cellulare ha versato 150 euro su una carta prepagata ma si trattava di una trappola. A compiere la truffa una 50enne parmigiana che pubblicava annunci con offerte allettanti e una volta ricevuta la cifra non spediva nulla facendo perdere le sue tracce.
I militari sono riusciti a risalire alla donna tramite l'account di posta, l'Ip del computer da cui era stai fatto l'annuncio e i dati della carta prepagata: è stata denunciata dai Carabinieri di Castelnovo Monti con l'accusa di truffa.

Pubblicato in Cronaca Parma
Venerdì, 01 Aprile 2016 13:50

L'ultimo saluto a Don Scaccaglia

Una grande folla, questa mattina nella Chiesa di Santa Cristina, per l'ultimo saluto a Don Scaccaglia, scomparso martedì all'età di 79 anni. Tante le persone in lacrime, molte di diverse nazionalità. A testimoniare la sua grande sensibilità alle problematiche attuali, la bandiera della pace posta sul feretro e due mappamondi collocati ai piedi. Sempre accanto ai più deboli è stato ricordato dai tanti fedeli con canti e applausi all'uscita dalla chiesa. Presente anche il sindaco Federico Pizzarotti e il sindaco di Berceto Luigi Lucchi.

Parma, 1 aprile 2016

Foto di Francesca Bocchia

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