#agricoltura #pomodoro - L’OI del pomodoro da industria del Nord Italia e l’associazione Terra! insieme contro lo sfruttamento lavorativo e il caporalato in azienda
Al via la campagna 2019: l'impegno di Princes per il futuro del pomodoro pugliese tra innovazione, legalità e trasparenza.
- L'Azienda incontra i propri partner agricoli: anche quest'anno saranno lavorate più di 300.000 tonnellate di pomodoro.
- La collaborazione con l'Università di Foggia, Sevi: "Princes dà fiducia ai nostri neolaureati"
- Il messaggio dell'Arcivescovo Pelvi contro lo sfruttamento nelle campagne: "Il pomodoro è un dono di Dio"
Foggia, 18 luglio 2019 – Alla vigilia nuova campagna del pomodoro, Princes Industrie Alimentari, società che gestisce a Foggia il più grande stabilimento in Europa per la trasformazione del pomodoro, ha invitato i propri partner agricoli a un momento di confronto reciproco sui temi che vedono direttamente impegnata l'azienda: innovazione, legalità e trasparenza lungo tutta la filiera.
"Riteniamo sia molto importante incontrare periodicamente tutti i nostri partner e confrontarci in maniera diretta e trasparente con loro. Princes lavora costantemente per rafforzare la propria presenza nel Sud Italia e per garantire un futuro sostenibile nel lungo termine per tutta la filiera del pomodoro - commenta Gianmarco Laviola, Amministratore Delegato di Princes Industrie Alimentari - Siamo convinti che ciò sia possibile solo attraverso il rispetto della legalità, l'innovazione e una politica di piena collaborazione con la parte agricola, che permetta di guardare al futuro puntando alla crescita del settore e allo sviluppo del territorio."
Azienda di rilievo per l'economia della Capitanata, Princes Industrie Alimentari assume ogni anno durante la campagna circa 1000 operai, che vanno ad aggiungersi ai circa 500 lavoratori fissi.
Si prevede, inoltre, che da fine luglio fino alla fine di settembre saranno lavorate più di 300.000 tonnellate di pomodori.
"Siamo soddisfatti dei risultati ottenuti in questi ultimi anni, ma continuiamo a guardare avanti per raggiungere sempre nuovi traguardi – sottolinea Laviola – dal 2012 ad oggi sono stati investiti circa 60 milioni di euro in innovazione, sicurezza degli impianti ed adeguamento della capacità produttiva".
Con l'occasione, Princes ha presentato i nuovi uffici, risultato di un ampliamento dello stabilimento di Foggia come testimonianza della volontà del Gruppo ad investire nel Sud Italia e contribuire allo sviluppo del territorio.
Princes ha illustrato inoltre le soluzioni innovative messe a disposizione della parte agricola. Fondamentale sarà per quest'anno l'accesso a nuove tecnologie digitali, presentato da Princes, per proiettare l'intera filiera del pomodoro pugliese nel panorama competitivo internazionale e migliorare la qualità del prodotto.
Grazie alla collaborazione con l'Università di Foggia, ad esempio, il gruppo ha implementato una serie di sistemi per contrastare i parassiti del pomodoro e ridurre drasticamente i trattamenti con fitofarmaci. L'85% della produzione 2018 di Princes è stata totalmente priva di residui chimici, ed il restante 15% con valori ampiamente al di sotto degli standard fissati dalla legge.
"Sono estremamente compiaciuto del fatto che Princes abbia avviato una serie di collaborazioni con il nostro Dipartimento per partecipare a progetti in corso e per farsi promotrice, anche con risorse finanziarie dedicate, di altri progetti con il duplice obiettivo di investire sulla formazione di giovani laureati e dottori di ricerca, valorizzare con spirito innovativo ciò che oggi viene ritenuto scarto dell'industria attraverso un approccio di economia circolare – fa sapere Agostino Sevi, direttore del dipartimento di Agraria dell'Università degli Studi di Foggia - Questo potrebbe avere importanti ricadute non solo per il Dipartimento SAFE (Scienze Agrarie, degli Alimenti e dell'Ambiente) e la Princes, ma anche e soprattutto per il territorio". Il Professore ha poi sottolineato l'importanza di dare una prima possibilità lavorativa ai giovani laureati, investendo su di loro: "L'azienda ha ospitato presso la sua sede 9 studenti tra agronomi tecnologi ed ingegneri tutti provenienti dal Dipartimento SAFE, che hanno condotto per sei mesi uno stage retribuito post-lauream, per loro estremamente formativo, dando così prova di fiducia nella nostra Università e soprattutto nei nostri progetti formativi." – conclude il Direttore Sevi. Princes ha anche attivamente partecipato al Salone del lavoro e della creatività ed in quella sede ha stipulato 77 contratti con giovani laureati dell'Università di Foggia.
A inizio anno, Princes e Coldiretti hanno siglato un rivoluzionario Accordo Nazionale di Filiera che garantisce produzioni eccellenti e sostenibilità economica ambientale e sociale. Infatti, grazie all'accordo, i coltivatori si vedranno riconosciuto un prezzo di acquisto "equo", basato sugli effettivi costi sostenuti e su una equa pianificazione degli investimenti. Un impegno che Princes ha assunto già da tempo con tutti i propri partner agricoli. Nel contesto dell'Accordo, PIA e Coldiretti svilupperanno inoltre un'innovativa piattaforma digitale basata sulla tecnologia blockchain che garantirà la tracciabilità del prodotto lungo tutta la filiera con forti benefici in termini di sicurezza, efficienza e automazione delle transazioni interaziendali.
Princes riconosce l'eccellenza del territorio della Capitanata lavorando esclusivamente pomodoro pugliese coltivato da fornitori che hanno ottenuto le più alte certificazioni internazionali in tema di lavoro etico - "Global G.A.P. GRASP" o "SA8000". Questi standard garantiscono l'adozione delle migliori pratiche del settore agricolo e a livello sociale, in termini di salute, sicurezza e welfare, contratti, salari e libertà di rappresentanza per i lavoratori. L'azienda è concretamente impegnata a migliorare le condizioni lavorative di coloro che potrebbero finire nella rete di chi sfrutta la manodopera a basso costo, compreso il caporalato.
A tal proposito è toccante il messaggio augurale inviato dall'Arcivescovo di Foggia, Mons. Vincenzo Pelvi: "Inizia la campagna del pomodoro 2019 e desidero ringraziare il Signore per il dono della terra e per le donne e gli uomini che si impegnano a coltivarla. Il mio pensiero augurale di ammirazione e congratulazione va a Princes Industrie Alimentari, azienda orientata allo sviluppo di un'agricoltura più sostenibile e un'alimentazione più responsabile, unitamente ad una efficace politica contro il caporalato, attraverso il progetto "Lavoro senza frontiere". Sua eccellenza ha paragonato il pomodoro alla carezza di Dio: "Il pomodoro invita a riflettere sulla nostra esistenza, perché alimento semplice e utile, che non va privatizzato ma offerto a tutti coloro che possono accedere al suo uso. Anche il pomodoro è carezza di Dio per tutti, nessuno escluso. Ne deriva che un vero approccio ecologico incorpora un riferimento alla giusta distribuzione dei beni della creazione e ai diritti fondamentali della persona. Prospettiva ambientale e prospettiva sociale risultano in relazione di complementarietà. Il mio auspicio è che Princes e i vari partener agricoli contribuiscano insieme e sempre più concretamente perché il nostro meraviglioso territorio possa fruire di questa risorsa naturale che allieta le tavole delle famiglie".
Princes Industrie Alimentari
Princes Industrie Alimentari (PIA) è una società italiana leader in Europa nella lavorazione del pomodoro, costituita nel 2012 e con sede a Foggia. PIA impiega oltre 500 lavoratori durante tutto l'anno; il personale coinvolto nelle attività supera le 1600 unità al culmine della campagna del pomodoro. PIA fa parte del gruppo internazionale Princes, leader europeo nel settore del food&beverage. In Princes lavorano 7.000 persone distribuite in 14 siti produttivi distribuiti principalmente in Europa.
Tutti sanno, vedono e nessuno interviene. La piaga del caporalato è sotto la luce del sole al sud e mimetizzata dai “colletti bianchi” al nord.
di Lamberto Colla Parma 12 agosto 2018 -
Chiunque abbia avuto occasione di percorrere nei mesi estivi la litoranea pugliese non può non aver intercettato i raccoglitori di pomodoro che, chinati a terra, sradicano e gettano nei cassoni il pregiato prodotto estivo. Percorrendo le strade più interne invece capita di intravedere le baraccopoli, anch’esse alla luce del sole.
Quello che sorprende, scusate il gioco di parole, è la sorpresa delle istituzioni e dei politici ogni qualvolta che, a seguito di un incidente sul lavoro o nel percorso per andare o tornare dai punti di raccolta, ci scappa il morto.
Sorpresa da un lato e pronta soluzione, peraltro mai messa in atto, dall’altra. L’ex Ministro dell’agricoltura Martina fa la voce grossa oggi come la fece da capo del dicastero quando nella torrida estate del 2015 le morti sul lavoro furono quasi venti e non tutti di coloro. C’era anche “una 39enne, deceduta il 21 agosto con disturbi cardiaci e con estrema necessità di lavorare”. Tanto estrema che le facevano comodo i 27 euro al giorno che si portava a casa e con i quali sosteneva la famiglia.
Una “bianca” che, come quelli di “colore”, invece di rubare mette in gioco la propria salute e accettano qualsiasi condizione lavorativa.
Sorprende la sorpresa posto che, solo un anno fa, fece scalpore l’inchiesta giornalistica di The Guardian, che partendo dalle indagini della Procura pugliese, aveva puntato il dito contro le industrie di trasformazione del nord e messo in cattiva luce i loro prestigiosi marchi.
Ma se è facile osservare la tratta dei lavoratori i “nero” al sud, meno semplice è intercettare la sua evoluzione moderna; il “caporalato 2.0” così ben diffuso al nord e applicato in diverse varianti.
Prendiamo ad esempio Ferrara, la provincia italiana più agricola. Solo dalla morte di un tassista, che trasportava altri 12 ragazzi di colore, anch’essi morti nel tamponamento, si è giunti a intercettare una organizzazione dedita al caporalato, come riportato dalla Nuova Ferrara lo scorso mese di aprile.
Poi ci sarebbe da aprire il capitolo sulle cooperative di lavoro che operano presso i grandi centri commerciali e della distribuzione organizzata o nei salumifici dove, ogni anno, vengono rifatti i contratti di appalto e le carriere lavorative riprendono da zero, nonostante i medesimi operai siano in forza in quella impresa da decenni (Castelfrigo, Cantiere Sassi ecc...).
E che dire della polemica tra CGIL, quella che ha portato i lavoratori in nero foggiani a fare sciopero e protestare in piazza, e i Consulenti del Lavoro accusati di gestire nuovo caporalato, «una filiera di consulenti del lavoro in giacca e cravatta che gestisce ingegneristicamente le responsabilità delle imprese che si affidano ad una catena di appalti e subappalti apparentemente regolare». Così infatti si esprimeva il segretario generale della Flai-Cgil, Umberto Franciosi, in occasione della marcia della solidarietà indetta per i 16 braccianti deceduti nei due scontri stradali avvenuti nella provincia di Foggia
Non è quindi la Raccolta Meccanica a risolvere il problema del caporalato, perché non è esclusiva del settore del pomodoro e tantomeno del Sud, come alcuni tenterebbero, di fare credere.
Invece tutto viene strumentalizzato. Un gran polverone per lasciare tutto come prima e scaricare le responsabilità. Promettere l’assunzione inutile di nuovi ispettori, che alla fine, per paura, non andranno a ispezionare le imprese del sud o saranno così sfortunati da non incappare quasi mai in momenti di piena attività illegale. Non nascondiamoci dietro un filo d’erba, i meticolosi e giusti, controlli che vengono operati nelle campagne del nord sono impensabili a quelle latitudini.
All fine, quindi, è un problema di lavoro, che non c’è, e quando c’è è sottopagato. Ma non si pensi che il problema sia limitato agli imprenditori, alcuni sicuramente sfrutteranno l’occasione, ma moltissimi altri tentano di far sopravvivere le aziende in attesa del ritorno al futuro, e il loro stesso lavoro è spesso remunerato meno dei loro operai sottopagati.
Per risolvere il problema del caporalato, in tutte le sue declinazioni, occorre risolvere il problema dell’economia ridando energia alle MPMI e agli artigiani che sono sempre stati e dovranno tornare ad esserlo, la spina dorsale dell’economia nazionale.
(per restare sempre informati sugli editoriali)
http://www.gazzettadellemilia.it/economia/item/10820-morire-di-fatica-per-27-euro-al-giorno.html
Mutti: position paper - Sostenere condizioni di lavoro eque nell'industria italiana del pomodoro.
È iniziata da qualche giorno la campagna di trasformazione del pomodoro 2018, un momento decisivo per Mutti, che da oltre cent'anni produce pomodoro di qualità.
Vogliamo cogliere quindi questa occasione per inviarle in allegato il position paper Mutti "Sostenere condizioni di lavoro eque nell'industria italiana del pomodoro - Il nostro impegno e un invito all'azione.", realizzato dall'Azienda con l'obiettivo di condividere l'approccio e le iniziative intraprese, per garantire che le sue attività siano condotte con la massima responsabilità e nel pieno rispetto dei diritti umani e dei lavoratori.
Con questo documento Mutti lancia anche un invito all'azione rivolto a tutti gli attori della filiera, per aprire un dialogo progettuale, consapevole che nelle sfide complesse la collaborazione è cruciale.
(allegato il documento: Mutti )
La Guardia di Finanza di Cesena ha scoperto un'organizzazione che sfruttava lavoratori, di nazionalità pachistana, per l'attività di distribuzione di volantini pubblicitari effettuata in diverse province della regione Emilia Romagna.
A capo del gruppo criminale vi erano 3 soggetti di nazionalità pachistana, appartenenti ad uno stesso nucleo familiare, che avevano costituito delle ditte individuali che reclutavano i lavoratori, privi di regolare contratto ed anche (in un caso) del permesso di soggiorno, per l'attività di volantinaggio.
Le indagini svolte dal Reparto della Guardia di Finanza nell'ambito di un procedimento penale acceso presso la Procura della Repubblica di Forlì hanno permesso di documentare lo sfruttamento cui erano sottoposti i numerosi cittadini pachistani - reclutati illecitamente dai soggetti denunciati - che erano costretti a vivere, in condizioni igienico-sanitarie precarie, in un'abitazione di Gambettola (FC) presa in affitto dai "caporali". Per poter soggiornare ammassati in quell'appartamento i lavoratori pagavano un canone di locazione mensile (tra i 100 ed i 200 euro) che veniva defalcato dalla paga mensile.
Tutti i lavoratori venivano sottoposti illecitamente (in assenza di autorizzazioni richieste dallo Statuto dei Lavoratori) a continua sorveglianza da parte dei "caporali" attraverso sistemi di localizzazione satellitare (gps) dei cellulari che ne monitoravano tutti gli spostamenti, così limitandone la libertà
personale.
Al termine delle indagini è stato anche dimostrato che i "caporali" erano in realtà dei dipendenti di altre società operanti nel riminese per le quali reclutavano quotidianamente distributori di volantini e per le quali emettevano fatture per operazioni inesistenti, quantificate in oltre 1,9 milioni di euro.
Pertanto sono stati denunciati complessivamente 8 soggetti che rispondono, a vario titolo, dei reati di natura tributaria e di sfruttamento della manodopera lavorativa e sono state eseguite attività di natura fiscale che hanno portato alla rilevazione di violazioni connesse all'emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti per oltre 1,9 milioni di euro e l'individuazione di n. 9 dipendenti "in nero".
"Altro che decreto dignità, il voucher in agricoltura è la legalizzazione del caporalato". Lo afferma il segretario generale della Fai Cisl Emilia Centrale, Vittorio Daviddi, sottolineando che nel settore agricolo il voucher si è dimostrato fallimentare.
"Lo dicono i dati, è uno strumento che danneggia gravemente il lavoro. A suo tempo lo avevano già ribadito anche i tanti lavoratori scesi nelle piazze di tutta Italia - dice~Daviddi - Come sottolineato dalla nostra segretaria nazionale Annamaria Furlan, nel settore ci sono già i contratti stagionali e in passato c'è stato un grande abuso dei voucher. Prima di parlare di dignità e lotta al lavoro nero, sarebbe utile che il ministro Di Maio incontrasse i sindacati per capire di cosa si discute.
I voucher comportano gravi sacrifici per migliaia di lavoratori agricoli. Per questo ci appelliamo ai parlamentari modenesi, ritenendo che occorra guardare avanti, non indietro, nel ripristinare strumenti che – conclude il segretario generale della Fai Cisl Emilia Centrale - hanno portato più problemi e sfruttamento che benefici e produttività".
Editoriale: Verdini di rabbia - Crolla il burro. - Cereali e dintorni. Mercati in tiepida flessione. - Auchan richiama un lotto di salame felino per presenza di Salmonella SPP - Intervista a Helmuth Köcher, WineHunter e patron di Merano WineFestival. - Caporalato, l'inchiesta della procura di Lecce finisce anche sul "The Guardian".-
SOMMARIO Anno 16 - n° 43 29 ottobre 2017
1.1 editoriale
Verdini di rabbia
2.1 lattiero caseario Crolla il burro.
3.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Mercati in tiepida flessione.
4.1 sicurezza alimentare Auchan richiama un lotto di salame felino per presenza di Salmonella SPP
4.2 vino intervista Intervista a Helmuth Köcher, WineHunter e patron di Merano WineFestival.
5.1 caporalato Pomodoro Caporalato, l'inchiesta della procura di Lecce finisce anche sul "The Guardian".
5.2 etichettatura pomodoro L'etichettatura obbligatoria per il pomodoro è legge
6.1 aziende Mulino Alimentare SpA. Il nuovo stabilimento super tecnologico, adeguato alle normative UE 2030.
6.2 ceta e emilia romagna CETA, crescono gli affari dopo l'accordo. Mulino Alimentare leader del comparto.
7.1 Po viabilità economia Ponte sul Po di Casalmaggiore – Colorno: concluse le analisi
8.1 pomodoro e batteriosi Batteriosi del pomodoro. Oi approva il fondo di emergenza
9.1 Fiera cremona Bovino da latte: innovazione e capitale umano strumenti anticrisi
11.2 mela verde Pomì a Mela Verde
12.1promozioni "vino" e partners
13.1 promozioni "birra" e partners
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