Di Andrea Caldart Cagliari, 16 ottobre 2022 (Quotidianoweb.it) - Detenuto nel carcere di Belmarsh a Londra denominato, la Guantanamo europea, prigioniero in un regime di 41 bis, Assange ha rivelato al mondo i crimini e i criminali delle guerre in Afghanistan e in Iraq, commessi degli Stati Uniti a danno dei civili.
Un uomo giusto, punito e recluso in una stanza con l’aria filtrata, scollegato da ogni realtà del mondo, sul quale si compie un vero abominevole crimine umano, un omicidio in silenzio.
Una lunga storia ormai quella di Julian Assange, padre di due figli, marito di Stella Moris che, se Londra decidesse per la sua estradizione negli Stati Uniti, gli attribuirebbe una pena di 175 anni di carcere, l’equivalente di una condanna a morte.
Come dice la giornalista Sara Chessa: “Se guardata da coloro che hanno iniziato la battaglia contro l’estradizione di Assange nel 2019, l’imminente maratona di ventiquattro ore del 15 ottobre a favore della sua liberazione è una sorta di miracolo”.
Forse però, un altro piccolo miracolo per Assange sta avvenendo; infatti, il Parlamento europeo ha annunciato i nomi dei finalisti del premio Sakharov 2022 e Julian Assange, è fra i tre finalisti.
Oltre ad Assange, tra i finalisti si trovano il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e l'attivista brasiliana Sonia Guajajara.
Appresa la notizia Stella Assange ha dichiarato: “Il lavoro di Julian incarna la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, ma invece di essere lasciato libero sta pagando per questo e rischia 175 anni di carcere se dovesse essere estradato negli Stati Uniti”.
Ha poi proseguito dicendo: “Sostenere la Carta significa prendere posizione a sostegno della libertà di Julian. Sono profondamente grata a tutti gli eurodeputati che hanno proposto il suo nome e in particolare a Sabrina Pignedoli che ha guidato questa iniziativa”.
Il vincitore del premio Sakharov, istituito dal Parlamento europeo nel 1988, sarà annunciato il 19 ottobre, mentre la cerimonia di consegna avverrà il 14 dicembre prossimo.
Le parole della moglie di Assange, Stella, fanno capire quanto importanza assuma, questa mobilitazione internazionale.
Le città italiane e nel mondo che hanno aderito alla maratona.
Nel sito ufficiale troviamo diverse città italiane come quelle di: Acquedolci (ME), Asso (CO), Bagno a Ripoli (FI), Bari, Bologna, Cagliari, Como, Fabriano, Faenza, Firenze, Livorno, Luino (Va), Milano, Milazzo, Montebelluna, Novara, Palermo, Pinerolo, Potenza, Reggio Emilia, Roma, Roma Monteverde, Rovato (BS), Torino, Trapani, Tregnago (VR), Trento, Treviso, Val di Susa, Venezia.
Nel mondo invece le città che hanno aderito sono:
Austria: Vienna
Australia: Byron Bay, New South Wales, Melbourne, Sidney, Tasmania
Danimarca: Roskilde
Gran Bretagna: Belmarsh Prison, Londra, Manchester
Francia: Toulouse, Saint Girons
Spagna: Barcellona
Grecia: Atene
Venezuela: Caracas
L’evento mondiale ha voluto porre l’attenzione sul rispetto dei diritti umani, sulle violazioni subite da Assange, sulla libertà di stampa e di opinione perché, fare il giornalista non è un crimine.
Assange incarna il modello di un mondo vero e pulito, una voce libera che è stata messa a tacere, imbavagliata e incatenata.
Difendere la libertà di Julian Assange, corrispondente a difendere la libertà di tutti noi e, l’unica sentenza possibile è: ASSANGE LIBERO!!!