Conserve Italia FoodService si conferma grande protagonista alla 4a edizione di "RHEX– RiminiHorecaExpo". A RiminiFiere dal 23 al 27 gennaio insieme al Sigep. Cirio Alta Cucina e Valfrutta Granchef protagonisti di degustazioni e numerosi show cooking.

Bologna, 22 gennaio 2016 –

Conserve Italia FoodService si conferma grande protagonista alla 4a edizione di "RHEX– RiminiHorecaExpo" che dal 23 al 27 gennaio 2016 riunisce a Rimini il mondo della ristorazione professionale nel più completo appuntamento sulle tendenze e i consumi del "fuori casa", e che si svolge in contemporanea alla 37ma edizione di Sigep.
Nell'area espositiva di Conserve Italia (stand C021-Pad. D7) verranno illustrate con degustazioni e show cooking le ultime novità dedicate ai professionisti dell'Horeca, a conferma del suo carattere innovativo e sempre propositivo.
Cirio Alta Cucina, marchio sinonimo del miglior made in Italy alimentare in tutto il mondo e che quest'anno celebra il 160° anniversario della fondazione, partecipa all'appuntamento presentando l'ultima grande novità, Cuor di Pelato.
Dedicata agli amanti del pomodoro lungo per eccellenza, Cuor di Pelato Cirio Alta Cucina è l'esclusiva polpa già pronta, dalla consistenza densa e cremosa, che racchiude tutta la fresca e dolce bontà tipica del vero pomodoro pelato 100% italiano, selezionato e lavorato con estrema cura. Eccellente come il pelato e pratico come la polpa, Cuor di Pelato assicura una resa impeccabile in ogni preparazione ed un notevole risparmio di tempo.
Fiore all'occhiello di Valfrutta Granchef – marca da sempre protagonista della ristorazione e linea top del FoodService Conserve Italia – è la gamma di vegetali Cotti a Vapore, ottenuta attraverso un processo delicato e tecnologicamente avanzato, in grado di preservarne tutto il gusto autentico, il colore naturale ed il profumo intenso. Buoni, genuini e subito pronti senza bisogno di scolarli, i Cotti a Vapore offrono una qualità incomparabile e benefici ineguagliabili per la massima riuscita in cucina. Al Rhex i Cotti a Vapore presentano l'ultima novità della gamma, i Fagioli Red Kidney, dal caratteristico colore rosso intenso, il gusto dolce ed una consistenza tenera e compatta.
I prodotti di Cirio Alta Cucina e Valfrutta Granchef saranno utilizzati anche per l'evento Food Factor Cost (Pad. D7) "Il costo del menu: come costruirlo, come comunicarlo, i grandi chef si confrontano", con la partecipazione di stelle di prima grandezza della cucina italiana, organizzato da Rimini Fiera in collaborazione con La Madia Travelfood.
Inoltre la gamma di Cirio Alta Cucina sarà al fianco di NIP food (Sigep - stand 141 – PAD. D3) nell'ambito di numerosi eventi in programma, tra cui il primo World Pizza Contest and Innovative Cuisine, un campionato che nelle giornate del 25 e 26 gennaio vedrà concorrenti pizzaioli provenienti da tutta Italia cimentarsi in vari contest, come Pizza Classica e Gourmet, Pizza Kamut, DietPizza e Pizza Senza Glutine, Vegan Pizza e il Campionato Italiano Nuovi Pizzaioli, anche questo con tematica vegan.

(Fonte: ufficio stampa Conserve Italia)

Siglata la convenzione con Cooperativa Commercianti e Agrifidi Emilia. L'accordo operativo dai primi di gennaio, grazie al supporto tecnico di Fedemilia consente alle aziende socie e clienti di Banca di Parma di poter richiedere i finanziamenti, avvalendosi della garanzia dei confidi. -

Parma, 20 gennaio 2016

È stata firmata la convenzione tra Banca di Parma Credito Cooperativo e i due confidi provinciali: Cooperativa Commercianti di Parma e Agrifidi Emilia.

L'accordo è già operativo dai primi di gennaio, grazie al supporto tecnico di Fedemilia (la federazione regionale delle banche di credito cooperativo) e consente alle aziende socie e clienti di Banca di Parma di poter richiedere i finanziamenti, avvalendosi della garanzia dei confidi.

Le forme tecniche previste in convenzione sono mutui chirografari per le finalità di investimenti, scorte e liquidità aziendale, con fasce di spread differenziate per livello di rischiosità.

«Siamo soddisfatti di aver formalizzato, a poco più di un mese dall'apertura, queste importanti intese – afferma Lorenzo Sartori, direttore generale di Banca di Parma - che si aggiungono a convenzioni già presenti con i principali confidi regionali quali Cofiter, Unifidi, Cooperfidi Italia e Fidindustria. Con questo ulteriore tassello, riteniamo di proporci alle aziende del territorio con un'offerta che possa rispondere alle loro principali esigenze di carattere finanziario. Il supporto all'economia reale è la mission principale di una banca di credito cooperativo che reinveste sul territorio le risorse raccolte dai soci e dalla clientela – conclude il direttore –. Questo è il presupposto per creare delle relazioni improntate al lungo periodo e alla crescita della comunità».

(Fonte: Ufficio stampa Banca di Parma Credito Cooperativo)

Mercoledì, 20 Gennaio 2016 08:40

Inarrestabile Parmigiano Reggiano

Momento di pausa per i derivati del latte dopo i lungo periodo di cedimenti che hanno contraddistinto la chiusura del vecchio anno e la riapertura del 2016. Quasi tutti i listini del burro confermati con l'unica eccezione della panna di centrifuga scaligera che cede leggermente.

di Virgilio, Parma 20 gennaio 2016 -

LATTE SPOT Settimana di respiro per il latte spot. Listini veronesi stabili con un leggero recupero per per il latte scremato spot estero che guadagna il 4,55% raggiungendo quota 11,39€/100 litri di latte relativamente al valore minimo pur restando fermo a 12,42€/100 litri il prezzo massimo. Conferme quindi per il latte crudo spot nazionale (31,96-34,02 €/100 litri) e per il latte intero pastorizzato di provenienza estera (26,81-28,87 €/100 litri latte).

BURRO E PANNA Adeguamenti, peraltro prevedibili, dei listini relativamente allo zangolato contrattato alla borsa parmense rimasta chiusa per tre settimane consecutive. Analogamente all'andamento del latte spot, i listini di burro sono rimasti invariati dopo alcune settimane di cedimenti. Da rilevare una leggera flessione negativa per la panna centrifuga a uso alimentare trattata a Verona

Borsa di Milano 18 gennaio: (=)
BURRO CEE: 2,70€/Kg
BURRO CENTRIFUGA: 2,85€/Kg.
BURRO PASTORIZZATO: 1,85€/Kg.
BURRO ZANGOLATO: 1,65€/Kg.
CREMA A USO ALIMENTARE (40%mg): 1,38€/Kg.

Borsa Verona 18 gennaio:
PANNA CENTRIFUGA A USO ALIMENTARE: 1,37-1,42 €/Kg. (-)

Borsa di Parma 15 gennaio 2016: (-)
BURRO ZANGOLATO: 1,30 €/kg.
Borsa di Reggio Emilia 12 gennaio
BURRO ZANGOLATO: 1,25 - 1,25€/kg.

GRANA PADANO Nessuna variazione riscontrata nei listini del Grana Padano.
Nello specifico 6,50 - 6,60€/kg è la quotazione confermata alla borsa milanese relativamente al 9 mesi di stagionatura e 7,25-7,90 per il 15 mesi e oltre di invecchiamento.
nel complesso si è registrato un incremento di valore del 1% rispetto il mese precedente e del 3,18% rispetto la media del 2015.

PARMIGIANO REGGIANO Prosegue senza sosta la risalita del Parmigiano Reggiano. 7,95 - 8,30 (+1,56%) la nuova quotazione del 12 mesi di stagionatura registrata a Parma e tra 9,15 e 9,50 €/kg (+1,36%) l'intervallo di prezzo all'ingrosso quotato per il 24 mesi. per dare un termine di paragone, il 12 mesi di stagionatura, con una media di 8,13€/kg, ha recuperato il +2,63% sul mese precedente e il +8,15% sull'analogo periodo del 2015.

(in galleria immagini i grafici di CLAL)

 

LOGO Mulino Alimentare 

 

Nessuna particolare e sensibile variazione riguardo i prezzi delle materie prime nonostante la furiosa tempesta finanziaria. Non vi è traccia di mais a destinazione bioenergetica e il petrolio continua a toccare record storici verso il basso. Addirittura alcuni esperti si spingono a prevedere una caduta del petrolio sino a 10 euro al barile.

di Mario Boggini e Virgilio - Milano, 19 gennaio 2016 -
Lunedi mercati chiusi negli Stati Uniti per la giornata dedicata a Martin Luther King. Una pausa che giunge in un momento delicato delle borse internazionali concedendo una respiro di sollievo ai mercati.

Le chiusure di venerdi sera 15/1/2016:
Semi marzo 879,00 (-3,2) maggio 878,60 (-4,2)
Farina marzo 270,70 (-3,5) maggio 273,60 (-3,4) Olio marzo 29,65 (-0,10) maggio 29,86 (-0,10)
Corn marzo 363,20 (+5,2) maggio 367,40 (+4,6)
Grano marzo 473,60 (+5) maggio 478,40 (+4,2) luglio 484,40 (+4) dicembre 506,60 (+4)

Colpisce che la tempesta finanziaria, che sta sconquassando i mercati finanziari di tutto il mondo, incida ben poco sul mondo delle merci, segno che i prezzi sono praticamente al minimo e il confronto tra i prezzi di venerdi scorso con quelli di tre mesi si evince che le differenze sono veramente minime.
Altro discorso riguarda i noli e il cambio. Quindi noli molto più bassi rispetto a tre mesi fa il 14/10 l'indice era di 804 punti e il cambio girava a 1,1409.

Mercato nazionale
Unica nota degna di attenzione è che venerdì nel pomeriggio è partita la rincorsa alle coperture di mais sui mesi da aprile a giugno e qualcuno si è spinto sino a agosto 2016. Le posizioni dei venditori e dei compratori, al momento, sono ancora molto distanti. I primi vorrebbero spendere sui 180/183 euro arrivo i secondi pur non esponendosi vorrebbero tra gli 8 i 10 euro in più. A determinare l'incertezza pesa molto, sul mercato Europeo, il timore della siccità e la "possibile mancanza idrica per il periodo estivo".

Non c'è traccia di Mais per biodigestori.

Indicatori internazionali
l'Indice dei noli è sceso a 373 punti, il petrolio quota circa 28,90 dollari al barile e il cambio gira a 1,08877.

 

 

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(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.

Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore. 

Officina Commerciale Commodities srl - Milano

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            Andalini Pasta dal 1936

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Cereali, dopo i dati USDA verso la stabilità. Latte e derivati sempre più giù. Accordo MIPAAF e Gruppo Intesa San Paolo per le filiere agroalimentari. Bonifica Emilia Centrale verso il commissariamento? Indagine Ismea sul settore bovino. Montagna e nuove idee per Berceto (PR) ma non solo. Cambio al vertice di confcooperative di Modena.

(allegato pdf scaricabile)
SOMMARIO Anno 15 - n° 02 17 gennaio 2016
1.1 editoriale Lo sfregio di Colonia e il rischio d'imbarbarimento
2.1 cereali Cereali, verso la stabilità nonostante le incertezze geopolitiche.
3.1 cereali Cereali, ondata di rialzi a seguito dei dati USDA
4.1 Lattiero Caseario Latte e derivati sempre più giù.
5.1 imprese Conserve Italia, cresce il business nelle marche private
5.2 Contributi Filiere Mipaaf e Gruppo Intesa San Paolo insieme per lo sviluppo dell'agricoltura.
6.1 montagna "Ricchi di boschi poveri" ma tanta creatività
6.2 bonifica Bonifica emilia centrale, verso il commissariamento?
7.1 vino Nuovo record di vino italiano negli USA
7.2 nomine Modena, cambio al vertice di confcooperative
8.1 zootecnia Crisi zootecnica. L'indagine Ismea sulla redditività degli allevamenti.
9.1 promozioni "vino" e partners

Cibus 2 2016 COP

La deficienza di materiale per il settore bioenergetico potrebbe fungere da scintilla per infiammare alcuni mercati o l'occasione produttiva per alcuni segmenti della mangimistica con riflessi rialzisti su prodotti cosiddetti "poveri".

di Mario Boggini e Virgilio - Milano, 16 gennaio 2016 -
L'effetto USDA sembra essere sfumato. Dopo l'impennata dei prezzi è finalmente sopraggiunta la calma e i primi, per quanto contenuti cali. Il seme è stato supportato dai dati delle importazioni della Cina nel mese di dicembre, 9,12 milioni di tonnellate, portando i dati del 2015 a 81,70 milioni di tonnellate solo per quel paese.
Il mercato è in attesa della mossa attende dei Fondi e soprattutto che rientrino in gioco in modo continuativo. Una situazione Geopolitica sempre più complicata indubbiamente condiziona le scelte dei fondi e gli areali d'investimento.
Da segnalare che i premi relativi alla farina di soya proteica si sono stabilizzati sui 44-45 dollari sia per il 2015 che 2016.

Mercato nazionale
Sul fronte domestico l'unica nota degna di attenzione è il fatto che i produttori e detentori di cereali esteri iniziano a vendere in Italia nonostante i minori prezzi ma la nuova campagna si avvicina e nuovi cereali arriveranno il mercato. Nei primi 4 giorni della settimana ad esempio il mais estero, via camion, ha perso dai 3 ai 5 euro alla tonnellata, il reso Lombardia per febbraio è stato contrattato a 180,00 per tonnellata. Continua, quasi incredibilmente, a tenere il mais riferimento contratto 103, (sino a 20 ppb di afla B1) con valori da 165 a 170 euro partenza. Anche orzo e grano stanno cedendo sulla spinta estera.

Il settore delle bioenergie è letteralmente in crisi causa la mancanza di mais per uso bionergetico ormai stimabile a zero verso fine marzo (si eseguono solo i contratti già stipulati) quindi è in costante aumento la ricerca di amidacei ed energetici per fronteggiare le scarse rese dei trinciati.

Indicatori internazionali (15 Gennaio 2016)
l'Indice dei noli è disceso ancora a 383 punti, il petrolio prosegue la discesa sino a 30,5 $/barile e il cambio gira attorno a 1,08811.

 

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(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.

Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore. 

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La produzione di succhi di frutta e bevande, confetture e marmellate, derivati del pomodoro e vegetali per le principali catene distributive si conferma strategica per il grande gruppo conserviero.

Bologna - È un appuntamento irrinunciabile per il gruppo cooperativo Conserve Italia – leader europeo dell'ortofrutta trasformata con 12 stabilimenti, oltre 550.000 tonnellate di prodotti lavorati da più di 3.300 addetti ed un fatturato che supera 1 miliardo di euro – quello che si rinnova in questi giorni con Marca 2016 (BolognaFiere, 13-14 gennaio), il grande Salone internazionale sui prodotti a marca del distributore.

Per la manifestazione fieristica – che coinvolge il mondo industriale e distributivo, con molti eventi B2B tra espositori e buyer anche esteri, ed un ricco programma di workshop, convegni e tavole rotonde – si preannuncia un'edizione da record per la presenza di 21 grandi insegne della Distribuzione Moderna Organizzata (4 in più rispetto all'edizione 2015) e 528 aziende produttrici (+9,8%), su una superficie espositiva di 26 mila mq (+11,5%) per un totale di 3 padiglioni.

Presente fin dalla prima edizione, Conserve Italia si riconferma protagonista della rassegna bolognese con un'area espositiva rinnovata e ampliata (Pad. 25 – Stand B53-C54), dove sarà presente con i suoi prodotti – tutti di fascia alta e garantiti al 100% da un presidio costante e altamente qualificato nell'ambito del Controllo Qualità – realizzati per le principali catene distributive italiane e straniere e che offrono un elevato livello di "servizio" inteso come continuo miglioramento nei processi di selezione delle materie prime, produttivi e logistici derivanti dall'esperienza sviluppata sui marchi industriali del gruppo (Valfrutta, Cirio, Yoga e Derby Blue).

"È ovviamente sui marchi industriali – afferma Andrea Colombo, direttore commerciale retail e private label di Conserve Italia – che si concentrano i principali sforzi di ricerca e sviluppo per creare quell'innovazione di prodotto che in un mercato di 'commodity' possa realmente colpire l'interesse del consumatore; e chiaramente i benefici di tali ricerche ricadono anche sulle marche private per aiutare i distributori a sviluppare prodotti differenzianti e premianti a loro marchio, garantendo un prodotto di filiera più performante rispetto a quello degli altri competitors presenti sul mercato".

Ed è proprio grazie a questo approccio, unito ad un ferreo e costante controllo dei costi, che scaturisce il forte trend positivo registrato da Conserve Italia nel settore delle marche private, che ha permesso quasi di raddoppiare il fatturato nel corso degli ultimi 10 anni.

"Conserve Italia – conclude Colombo – esprime gli interessi della filiera agroalimentare italiana e punta quindi a individuare sempre nuovi mercati di sbocco per le produzioni dei soci. Ed è proprio in questa direzione che va il progetto di sviluppare nuove linee di prodotto 'premium' per i retailers nelle categorie dei derivati del pomodoro, delle confetture e dei succhi di frutta. In generale, la produzione a marchio privato è determinante per Conserve Italia e mantiene un ruolo di primaria importanza sia per l'assorbimento delle materie prime conferite dai soci che per l'ottimizzazione delle linee produttive, ma ancor più per consolidare quel rapporto di partnership che automaticamente si instaura con il distributore e che diventa uno dei fattori chiave per lo sviluppo commerciale dell'azienda".

(Bologna 11 gennaio 2016)

Accordo di collaborazione tra Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali e il Gruppo Bancario che stanzia un plafond di 6 miliardi di euro in tre anni e individua con il MIPAAF un nuovo pacchetto di strumenti finanziari per le imprese e le filiere produttive agroalimentari.

Roma, 13 gennaio 2016 - L'insieme di iniziative che Intesa Sanpaolo e MIPAAF hanno messo a punto per sostenere crescita, innovazione, internazionalizzazione, formazione e ricambio generazionale potranno generare:
70.000 nuovi posti di lavoro
10 miliardi di potenziali nuovi investimenti
E' stato siglato oggi a Roma un accordo triennale di collaborazione tra il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali (MIPAAF) e il Gruppo Intesa Sanpaolo a sostegno dell'agricoltura e delle filiere agroalimentari.

L'obiettivo è offrire nuove opportunità di crescita e di impiego lavorativo a un settore strategico per l'economia italiana che – grazie anche al successo di Expo Milano 2015 – può ambire a un ulteriore sviluppo.

Al fine di facilitare l'accesso al credito da parte delle imprese appartenenti al settore agricolo e agroalimentare, Intesa Sanpaolo ha reso disponibile un plafond di 6 miliardi di euro in tre anni destinato prioritariamente alla realizzazione di:

a. Investimenti per la valorizzazione e lo sviluppo delle filiere produttive italiane anche con l'obiettivo di agevolare processi di internazionalizzazione;
b. Investimenti destinati a favorire il ricambio generazionale nel settore, la digitalizzazione e l'e-commerce;
c. Investimenti per la ricerca, la sperimentazione, l'innovazione tecnologica e la valorizzazione dei prodotti.

Le iniziative messe a punto da Intesa Sanpaolo e MIPAAF potranno potenzialmente generare 70.000 nuovi posti di lavoro e 10 miliardi di nuovi investimenti.
Un primo ambito su cui si concentrerà l'attenzione saranno le imprese della filiera zootecnica e lattiero-casearia.

L'accordo si propone inoltre di facilitare l'utilizzo dei fondi comunitari previsti dai PSR (Piani di Sviluppo Rurale) per il periodo 2014-2020. A tale scopo il Gruppo Intesa Sanpaolo promuoverà una serie di interventi finanziari, consulenziali in collaborazione con i principali interlocutori del territorio, affinché le imprese agricole e agroalimentari possano cogliere opportunità di investimento e accedere più facilmente ai fondi strutturali anche attraverso prodotti finanziari specifici promossi dalla Banca.

(Allegato in pdf il comunicato stampa)

Domenica, 17 Gennaio 2016 09:24

Nuovo record di vino italiano negli USA

Vinitaly International a San Francisco, New York e Miami. Con 1,3 miliardi di dollari di vini esportati nel 2015 (oltre 1,4 miliardi di euro), l'Italia rafforza la sua leadership sul mercato americano. Da questo risultato riparte l'attività di Vininitaly International negli Stati Uniti, nell'ambito del Piano speciale Usa finanziato da Mise e Ice per la promozione dei vini e dei prodotti agroalimentari all'estero. Fitto il programma di Executive Wine Seminars della Vintaly International Academy – VIA, per approfondire la conoscenza del vino italiano nel mercato Usa.

Verona, 13 gennaio 2016 – Trainata da un export che nel 2015 ha visto l'enologia italiana mettere a segno un nuovo record con 5,4 miliardi di euro stimati dei quali 1,4 negli Usa, riparte il 17 gennaio l'attività all'estero di Vinitaly International ( www.vinitalyinternational.com ), con tappe a San Francisco (17-19 gennaio) al Winter Fancy Food, a New York (7-9 febbraio) e a Miami (10 febbraio). Si tornerà a New York a maggio, dopo Canada e Cina a febbraio e marzo, e poi a giugno sarà la volta di Chicago al Fmi Connect (20-23 giugno) e di nuovo di New York con la partecipazione al Summer Fancy Food (26-28 giugno).

La focalizzazione sul mercato statunitense è frutto di una scelta strategica di lungo periodo impostata da Veronafiere, che ha portato Vinitaly International a diventare braccio operativo del Mise – Ministero dello sviluppo economico e Ice – Agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane nel Piano Speciale Usa per la promozione dei beni di consumo e dei prodotti enoagroalimentari, lanciato nel 2015.

«Il consumo di vino negli Usa continua a crescere - afferma il direttore generale di Veronafiere Giovanni Mantovani -, ma si tratta di un mercato con due facce, come emerso durante i numerosi workshop che gli abbiamo dedicato durante wine2wine, il forum del vino svoltosi nel dicembre scorso: per certi versi è maturo e questo lo vediamo dalla curiosità espressa dai consumatori per vini meno famosi espressione di territori ancora sconosciuti; d'altro canto, però, ci sono Stati dove solo ora si inizia a consumare vino. Con Vinitaly International siamo negli Stati Uniti dal 2002 e continuiamo a potenziare la nostra attività di anno in anno, proprio per aprire sempre nuovi spazi commerciali per le cantine italiane e per attrarre buyer americani a Vinitaly, dove già rappresentano il 15% delle presenze estere».

La prossima attività di Vinitaly International negli Usa prevede la realizzazione di Executive Wine Seminar della Vinitaly International Academy – VIA, tenuti dal direttore scientifico Ian D'Agata.

A San Francisco tre saranno i seminari avanzati su Grignolino, le subzone del Chianti e l'Etna, mentre uno base realizzato in collaborazione con Fivi (Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti) sarà dedicato ai vini artigianali. Questi vini saranno disponibili in un wine bar appositamente allestito per la degustazione da parte dei buyer e pubblico.

A New York sarà ancora la volta del Grignolino e dei vini artigianali, ma si parlerà anche di tendenze di consumo di vino nei ristoranti italiani e di come queste potrebbero riproporsi negli Usa.
A Miami, oltre che di Grignolino e di vini artigianali, un terzo Executive Wine Seminar VIA sarà dedicato al Carmignano.

Su www.vinitalyinternational.com/calendar il programma dettagliato delle tappe di Vinitaly International.

Domenica, 17 Gennaio 2016 09:07

Modena, cambio al vertice di Confcooperative

42 anni, è imprenditore agricolo e vicepresidente Cantina Carpi Sorbara. Carlo Piccinini nuovo presidente di Confcooperative Modena. Piccinini succede a Gaetano De Vinco e diventa il nono presidente nella storia di Confcooperative Modena

Modena 15 gennaio 2016 - È l'imprenditore agricolo Carlo Piccinini il nuovo presidente di Confcooperative Modena. 42 anni, laureato in Economia e Commercio all'Università di Bologna, Piccinini è attualmente vicepresidente della Cantina di Carpi e Sorbara e presidente regionale di Fedagri (l'organismo che rappresenta le cooperative agroalimentari aderenti a Confcooperative Emilia-Romagna).

Il nuovo presidente è stato eletto oggi dai delegati che hanno partecipato all'assemblea congressuale di Confcooperative Modena, svoltasi a Baggiovara. Piccinini succede a Gaetano De Vinco e diventa il nono presidente nella storia di Confcooperative Modena, che rappresenta 208 cooperative le quali hanno complessivamente 31.500 soci, danno lavoro a 5.400 persone (per due terzi donne) e fatturano quasi 500 milioni di euro. «Il nostro compito è accompagnare le cooperative dentro l'economia moderna e verso il futuro tutelando il pluralismo imprenditoriale – ha dichiarato Piccinini - Noi cooperatori siamo portatori di un sogno di democrazia economica, di equa ridistribuzione della ricchezza e del valore aggiunto di cui dobbiamo essere consapevoli. In un momento di crisi economica e morale, abbiamo la responsabilità di proporre una nuova visione di società economica in cui le persone siano al centro, mentre i capitali e le organizzazioni economiche sono al servizio di un progetto di costruzione di società più giusta e a misura d'uomo. Faccio un piccolo esempio: basta con gli appalti al massimo ribasso, che penalizzano la dignità dei lavoratori». Il neo presidente di Confcooperative Modena ha sottolineato che la cooperazione non è un centro di potere, collaterale o servile alla politica, tantomeno assimilabile alla massoneria. «Dobbiamo avere più autenticità nelle nostre cooperative, tenendo sempre alta la guardia per evitare che i pochi che non rispettano le regole macchino tutta la cooperazione. In questa prospettiva si inserisce il percorso verso dell'Alleanza delle Cooperative Italiane, il soggetto unitario costituito da Agci, Confcooperative e Legacoop. Non sarà una fusione a freddo, ma una nuova rappresentanza in grado – ha concluso Piccinini - di far crescere il peso della cooperazione sana a vantaggio dei cooperatori e, quindi, dell'intero Paese».

Gaetano De Vinco lascia la guida di Confcooperative Modena 
«Spazio a una nuova generazione di cooperatori»
«Intendo favorire l'ingresso di una nuova generazione di cooperatori. Una scelta ispirata alla logica del bene comune e che vuole testimoniare con i fatti quanto scriviamo nei nostri documenti e statuti». Con queste parole il presidente uscente di Confcooperative Modena Gaetano De Vinco ha motivato la sua decisione di lasciare la guida della centrale cooperativa di Palazzo Europa. Eletto la prima volta il 13 dicembre 2003 e riconfermato nel 2008 e 2012, De Vinco è stato presidente per dodici anni: dall'anno della sua ricostituzione (1948), solo Ermanno Gorrieri (15 anni) e Dario Mengozzi (18 anni) hanno guidato Confcooperative Modena per periodi più lunghi. Nella relazione con cui ha aperto il congresso, il presidente uscente ha ricordato che oggi Confcooperative Modena rappresenta 208 cooperative le quali hanno complessivamente 31.500 soci, danno lavoro a 5.400 persone (per due terzi donne) e fatturano quasi 500 milioni di euro. «Dopo aver reagito alla crisi in modo coerente con la loro natura di imprese di persone, cioè sacrificando gli utili per salvaguardare l'occupazione, – ha sottolineato De Vinco - ora le nostre cooperative sono pronte a fare quello che hanno sempre fatto: creare lavoro per i loro soci e distribuire benessere alle comunità locali». Welfare e sanità per le famiglie, energia per produrre e produzioni per l'energia, cura dell'ambiente e nuovo ruolo sociale per chi lavora i campi, promozione del territorio e nuovi servizi per le aree più marginali. Sono questi, oltre ai settori in cui sono tradizionalmente presenti, gli ambiti che le cooperative modenesi intendono sviluppare per restituire un ruolo all'economia reale, limitare i danni di una finanza invadente, combattere la corruzione e la contraffazione, difendere la legalità «Al centro di queste battaglie ci sono i soci, il cui ruolo va tutelato favorendo una partecipazione autentica e un controllo effettivo della governance delle cooperative. Sono certo – ha concluso De Vinco - che la nuova dirigenza saprà riscattare la reputazione della cooperazione e favorire un nuovo sviluppo imprenditoriale delle cooperative, senza le scorciatoie scelte da qualcuno e che, come abbiamo visto, non hanno portato buoni frutti».

Ismea. Indagine sulla redditività degli allevamenti da ingrasso dei bovini in Italia. In quasi tutte le aziende del campione i prezzi di vendita non riescono a coprire i costi.

Roma - Ancora costi spesso superiori ai prezzi di vendita, con gli aiuti che svolgono un ruolo importante nel sostegno del reddito degli allevatori. È lo scenario che emerge da un'indagine Ismea - CRPA sugli allevamenti da ingrasso dei bovini in Italia, condotta nell'ambito dell'Osservatorio economico della zootecnia da carne finanziato dal Ministero delle politiche Agricole Alimentari e Forestali e istituito presso l'Ismea.

L'indagine analizza i risultati della rilevazione dei costi e dei ricavi di un campione di 30 aziende specializzate nel segmento del vitellone da ingrasso (razza Piemontese, Garonnese, Charolais, Limousine e incroci) e distribuite in Veneto e Piemonte.

Il costo medio sostenuto dagli allevamenti che hanno partecipato all'indagine - calcolato in riferimento all'esercizio 2014 - è compreso tra il minimo di 253,62 €/100 kg di peso vivo prodotto nel caso del campione di aziende localizzate in Veneto ed il massimo di 263,37 €/100 kg del campione di allevamenti di vitelloni Garonnesi.

Per quanto riguarda il dettaglio delle singole voci di costo, quella relativa all'alimentazione del bestiame appare meno legata alla dimensione dell'allevamento, ma piuttosto dipendente dal livello di efficienza alimentare, espresso dal rapporto tra accrescimento giornaliero e unità foraggiere somministrate. Accanto agli indici che esprimono la produttività raggiunta dall'allevamento in fase di accrescimento, i prezzi di mangimi e concentrati risultano variabili altrettanto rilevanti nel determinare il livello dei costi alimentari.

In quasi tutte le aziende del campione, sottolinea l'Ismea, i prezzi di vendita del bestiame non riescono a coprire tutti i costi.
Per tutti i gruppi, il premio specifico non è stato sufficiente ai fini di un totale recupero del costo dei vitelloni. Solo includendo l'intero ammontare dei pagamenti diretti, comprensivo del pagamento unico disaccoppiato, risulta un utile netto positivo nella misura pari rispettivamente all'1 e al 5% dei costo medio per quanto riguarda le due classi di dimensione in cui sono stati suddivisi gli allevamenti del Nord Est. Negli allevamenti di capi Blonde d'Aquitaine i ricavi della vendita dei capi e le erogazioni PAC hanno consentito invece la copertura di tutti i costi, con margini di profitto ancora negativo per le aziende di più piccole (97%) rispetto a quelle di dimensione più elevata (103%).

(fonte ismea 11 gennaio 2016  - in allegato pdf l'indagine completa)

La montagna non può salvarsi da sola. Le molteplici iniziative della amministrazione comunale di Berceto per il rilancio turistico e il mantenimento del patrimonio locale. Il salto di qualità, da luogo di villeggiatura a località turistica.

di Lamberto Colla Parma 14 gennaio 2016 -
Come ormai consuetudine, l'eclettico Sindaco di Berceto, Luigi Lucchi, riesce a incassare il plauso anche di Michele Brambilla, da pochi mesi alla guida della Gazzetta di Parma, in occasione della presentazione della miriade di progetti messi in campo dall'amministrazione bercetese per rilanciare la località sul piano turistico e non solo come luogo di villeggiatura "quando a Parma ci sono 40 gradi" ha sottolineato il Sindaco.

"Oggi ho visto lo spirito giusto, la voglia di costruire un futuro per la gente che vive qui" è la chiosa del direttore del quotidiano locale commentando l'impegnativo piano di lavoro proposto dal sindaco peraltro sostenuto da molti e qualificanti interventi.

Effettivamente di carne al fuoco Lucchi ne ha gettata. Dalla volontà di creare degli organismi consortili per la gestione del territorio e per la gestione dell'energia, ovviamente da rinnovabili, dal progetto di spostamento e riqualificazione delle aree di servizio di Tugo est e Ovest più a ridosso del casello autostradale di Berceto trasformandole, come lo sono spesso quelle francesi, in punti di promozione dei prodotti tipici locali, dal promuovere innovativi servizi di assistenza alla comunità degli anziani al recupero delle case cantoniere e delle 50 abitazioni abbandonate a rischio di crollo, dal progetto di creare un albergo diffuso al consolidamento di un progetto di valorizzazione turistica del comune che è porta strategica del Parco Nazionale Tosco Emiliano con l'obiettivo di fare rientrare anche Berceto nel riconoscimento UNESCO di Riserva di Biosfera e la contestuale valorizzazione della Via Francigena.

"Bisogna avere progetti ambiziosi" sottolinea Luigi Lucchi che conclude chiedendo il contributo e la partecipazione di tutti per portare a termine le idee proposte "perché la montagna non può salvarsi da sola".

Lucchi Luigi

E' stata la volta quindi di Giovanni Gelmini a intervenire illustrando in dettaglio il "progetto fragilità" destinato alla comunità anziana, basti pensare che Berceto ha un tasso del 20% di ultrasettantacinquenni, mentre Fausto Giovannelli - presidente del Parco Nazionale Tosco Emiliano - ha sottolineato l'importanza di Berceto e delle sue infrastrutture nel progetto di valorizzazione del Parco e del contributo che potrà derivare dalla combinazione dei riconoscimenti Unesco.

L'intervento di Giulio Gravaghi - commissione ANCI nazionale e Consulente di numerosi Comuni nel processo di riforma del servizio distribuzione gas - entra nel merito del progetto di riforma delle Reti di distribuzione del gas, del valore complessivo di 25 miliardi, che se andrà in porto "scipperà le reti del gas ai comuni" con grave danno economico per gli stessi.

Infine Rossi, UIL Emilia, si compiace con il progetto di Lucchi, invitando però il Sindaco a creare massa critica attraverso alleanze con i comuni limitrofi per meglio rafforzare le richieste da indirizzare alla Regione Emilia Romagna.

 

Mercoledì, 13 Gennaio 2016 12:13

Cereali, ondata di rialzi a seguito dei dati USDA

Una diffusa sensazione di incertezza determinata dalla situazione geopolitica sta condizionando i mercati delle materie prime. la pubblicazione dei dati USDA hanno dato una scossa al mercato con rialzi di un certo rilievo.

di Mario Boggini e Virgilio - Milano, 13 gennaio 2016 -
Pur in abbondanza di merce la scintilla in grado di infiammare i mercati è stata provocata principalmente dal grano le cui semine invernali hanno registrato un calo di oltre il 7%. Il colpo di grazia l'ha poi dato la pubblicazione dei dati Usda che ha fatto reagire il mercato che si attendeva ben di più in termini quantitativi e quindi ha promosso una azione al rialzo dei prezzi.

Ieri sera i dati USDA hanno dato una scossa al mercato.
Semi gennaio 890,60 (+9,6) marzo 874,40 (+13,2) maggio 877,20 (+13,2)
Farina gennaio 274,70 (+5,9) marzo 275,60 (+5,7) maggio 277,70 (+5,4)
Mais marzo 356,60 (+5) maggio 362,20 (+4,6)
Grano mar 481,20 (+12,2) mag 486,40 (+12) lug 492,60 (+11,6) dic 514,40 (+10,4)

Mercato nazionale
Sempre scarsi gli scambi sul fronte domestico, e scarsa disponibilità di farina di soya 44 e di polpe bietola, il cui prossimo arrivo è previsto solo nella seconda decade di febbraio. Per contro si sono registrati i primi segnali di ridimensionamento dei valori dei cruscami e, come già anticipato nelle precedenti informative, la tipologia di mais più ricercata risulta paradossalmente la 103, tanto è che ieri il mercato ha Milano ha dovuto registrare il segno + in controtendenza con le altre voci del mais che hanno avuto segno negativo, così come accaduto per gli altri cereali.

Il settore delle bioenergie conferma la tendenza in atto da alcune settimane con gli operatori alla ricerca di amidacei ed energetici per fronteggiare le scarse rese dei trinciati. La ormai accertata carenza di mais bionergetico sta spingendo le le industrie mangimistiche verso la preparazione di substrati atti alla fermentazione e le probabili alternative a questi potrebbero derivare da Cruscami e Melassi disponibili però solo da marzo.
Rimane comunque una sensazione di preoccupazione e di incertezza a causa della situazione geopolitica i cui risvolti potrebbero fare propendere i mercati sia nel segno positio sia in quello negativo.

Indicatori internazionali
l'Indice dei noli è disceso a 402 punti, il petrolio crolla a 31 $/barile e il cambio gira attorno a 1,08179.

 MP 12gen2016

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(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.

Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore. 

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Mercoledì, 13 Gennaio 2016 08:32

Latte e derivati sempre più giù.

Nulla è cambiato nelle tendenze dei prezzi rispetto alla fine del 2015. Latte spot, burro e panna in caduta libera mentre Grana Padano e Parmigiano Reggiano sembra abbiano terminato il loro lungo ciclo di crisi.

Di Virgilio Parma 13 gennaio 2016 -

LATTE SPOT Il 2016 si riapre come si era chiuso il 2015: prezzi in discesa. Un altro euro perduto nelle due settimane di sospensione delle borse merci. In particolare il latte crudo spot nazionale ha registrato una perdita del 3,3% fissando il prezzo veronese tra 31,96 e 34,02 €/100 litri di latte, 3,57% è invece la perdita riscontrata nel latte intero pastorizzato di provenienza estera (26,81 - 28,76€/100 litri latte) e ben 8,33% il crollo del latte scremato spot di provenienza estera (10,35-12,42 €/100 litri di latte)

BURRO E PANNA Anche per il burro l'apertura del 2016 è in continuità con il 2015. 5 i centesimi ceduti sulla piazza milanese per tutte le referenze trattate. Cede anche la crema auto alimentare (40% materia grassa) sia sulla piazza milanese sia su quella veronese. In attesa della riapertura della borsa parmense, a Reggio Emilia lo zangolato ha inaugurato il 2016 con una perdita di altri 5 centesimi.

Borsa di Milano 11 gennaio:
BURRO CEE: 2,70€/Kg
BURRO CENTRIFUGA: 2,85€/Kg.
BURRO PASTORIZZATO: 1,85€/Kg.
BURRO ZANGOLATO: 1,65€/Kg.
CREMA A USO ALIMENTARE (40%mg): 1,38€/Kg.

Borsa Verona 11 gennaio:
PANNA CENTRIFUGA A USO ALIMENTARE: 1,40-1,45 €/Kg.

Borsa di Parma 18 dicembre 2015:
BURRO ZANGOLATO: 1,35€/kg.
Borsa di Reggio Emilia 12 gennaio
BURRO ZANGOLATO: 1,25 - 1,25€/kg.

GRANA PADANO In controtendenza il Grana Padano che inaugura il nuovo anno con un incremento di ulteriori 5 centesimi sia per il 9 sia per il 15 mesi di stagionatura e oltre alla borsa merci di Milano.
Nello specifico 6,50 - 6,60€/kg è la quotazione registrata per il 9 mesi di stagionatura e 7,25-7,90 per il 15 mesi e oltre di invecchiamento.

PARMIGIANO REGGIANO Prosegue la risalita il Parmigiano Reggiano lasciando ormai sperare che la crisi, almeno per questo ciclo, sia finita. A Reggio Emilia il 24 mesi è stato quotato tra 9,30 e 9,50€/kg. In attesa della riapertura della borsa comprensoriale di Parma i segnali che giungono dal territorio fanno ben sperare per un ciclo positivo inaugurato lo scorso mese di novembre. Voci "di corridoio" infatti raccontano della sottoscrizione di contratti di vendita di latte tra privati, con destinazione la trasformazione nella preziosa DOP, tra 50 e 50,5€/quintale.

(in galleria immagini i grafici di CLAL)

 

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Cereali, tra tempesta valutaria e rischio siccità. tasse, ma quanto crescono? Conad ritura una farina. Pane nero, sequestri in Puglia. Coldiretti, allarme botteghe alimentari. Il Parmigiano Reggiano spinge l'Alè Cipollini Galassia.

(allegato formato scaricabile in pdf)

SOMMARIO Anno 15 - n° 01 10 gennaio 2016
1.1 editoriale 2016, primi segnali ben poco incoraggianti
3.1 cereali Cereali, tra tempesta valutaria e rischio siccità
4.1 economia Tasse, ma quanto crescono?
5.1 sicurezza alimentare  Conad ritira una farina per precauzione
5.2 sicurezza alimentare Pane nero, la nuova tendenza è sotto osservazione. Sequestri in Puglia.
6.1 dettaglio alimentare Commercio: Coldiretti, allarme per botteghe alimentari nel 2015
7.1 eventi L'Alè Cipollini Galassia spinto dal "Parmigiano Reggiano"
8.1 promozioni "vino" e partners

Cibus 1 10gen16 COP

Non si attenua il rischio di una grave siccità tale da compromettere la prossima campagna maidicola continentale. Gli operatori attendono con impazienza la seduta dell'USDA di lunedi 11 gennaio dove i fondi, molto probabilmente, dovranno dare i conti.

di Mario Boggini e Virgilio - Milano, 10 gennaio 2016 -
Le varie tempeste finanziarie e geopolitiche di inizio anno non potevano lasciare inalterato il settore delle materie prime, nel quale forse trovano sbocco i capitali in uscita dalla finanza e dove anche l'ormai certo rallentamento dell'economia asiatica, trascinata dalla crisi cinese, hanno opposto la spinta inizialmente segnata dalle ricoperture dei fondi. Sul mercato internazionale pesa anche la rottamazione delle scorte argentine, il crollo del petrolio, mentre qualche chiarimento potrebbe giungere lunedi 11 gennaio all'Usda dove i fondi dovranno fare i conti.

Mercato nazionale
Il nuovo anno si è aperto come si era chiuso il 2015 con scarsi scambi, e scarsa disponibilità di farina di soya 44 e di polpe bietola. Sul mais comincia a concretizzarsi il timore di una prossima campagna potenzialmente fortemente compromessa dalla siccità. Nei giorni scorsi sono state registrate azioni speculative di mais contratto 103 a 175 euro in partenza Bs, Cr, Mn, da ottobre 2016 a giugno 2017.

Ancora incertezze sui prezzi dei cereali derivano dalla assenza di arrivi da camion dall'estero. Il mais ucraino al porto quota 170€ spot. La tipologia di mais più ricercata risulta, paradossalmente, la 103.

Il settore delle bioenergie rimane sempre in forte movimento con gli amidacei ed energetici molto ricercati per integrare le scarse rese dei trinciati.
Anche sul fronte bioenergetico le condizioni meteo stanno giocando un ruolo di incertezza con rischio di azioni speculative sempre più probabile. Una preoccupazione comunque valida per tutte le destinazioni d'uso, zootecnico compreso.

Indicatori internazionali (7/1/16)
l'Indice dei noli è disceso a 467 punti, il petrolio crolla a 33 $/barile e il cambio scende a 1,0861.

 

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(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.

Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore. 

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La Forestale sequestra pane, focaccia e bruschette al carbone vegetale e denuncia dodici panificatori pugliesi.  La preparazione dei prodotti da forno sequestrati avveniva, infatti, attraverso l'aggiunta alle ricette classiche del pane e della focaccia del colorante E153 carbone vegetale.

di Virgilio - Parma 10 gennaio 2016 -
A chi non è capitato di provare una pizza o un boccone di pane "al carbone"?

Maggiore digeribilità, almeno è quello che mi è stato "venduto" dal ristoratore offrendomi una pizza con impasto non comune, al "carbone" appunto.
E siccome la curiosità non è solo femminile mi sono lasciato tentare ignaro che, nonostante la gustosa prelibatezza della pizza, si celasse una non conformità che addirittura potesse eventualmente configurarsi in frode.

A fare emergere il problema è stata l'operazione condotta dal Corpo Forestale dello Stato che, alla vigilia dell'Epifania, ha denunciato 12 panificatori pugliesi i quali producevano e commercializzavano "pane, focaccia e bruschette al carbone vegetale".

"I presunti responsabili - informa il Corpo Forestale dello Stato, dovranno rispondere di frode nell'esercizio del commercio e produzione di alimenti trattati in modo da variarne la composizione naturale con aggiunta di additivi chimici non autorizzati dalla Legge. La preparazione dei prodotti da forno sequestrati avveniva, infatti, attraverso l'aggiunta alle ricette classiche del pane e della focaccia del colorante E153 carbone vegetale, procedimento vietato dalla legislazione nazionale e da quella europea. Tali normative appunto non consentono l'utilizzo di alcun colorante sia nella produzione di pane e prodotti simili, sia negli ingredienti utilizzati per prepararli: acqua, farina, sale, zucchero, burro e latte. I prodotti sequestrati venivano reclamizzati esaltandone la digeribilità per la loro presunta capacità assorbente che costituirebbe un ausilio per i disturbi gastrointestinali".

Il consumo di pane, in forza dei mutati stili alimentari, è sceso a 90 grammi procapite al giorno nel 2015 contro l'1,1 kg al tempo dell'unificazione dell'Italia, ai 230 grammi consumati negli ani '80 e ai 180 grammi dell'inizio del nuovo secolo.

Secondo Coldiretti al costante decremento di consumo di pane, 88% del quale è prodotto artigianalmente, si contrappone una crescente "domanda dei prodotti i sostitutivi del pane come crackers, grissini e pani speciali".

Staremo a vedere se alla luce di questa operazione la nuova tendenza alimentare verrà alienata o se al contrario l'operazione pugliese fungerà da leva per apportare modifiche ai testi normativi.

Gli esercizi alimentari sono gli unici a non agganciare la ripresa delle vendite. A trainare la ripresa del commercio al dettaglio nel 2015 è soprattutto il comparto alimentare che cresce nelle vendite dell'1,4%. E' quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati sul commercio al dettaglio dell'Istat relativi ai primi dieci mesi dell'anno dove complessivamente l'aumento è dell'1%.

La tendenza positiva degli alimentari è confermata anche per le festività di Natale con la spesa per cibi e bevande che rappresenta il 34% del budget che le famiglie italiane destinano alle feste di fine anno, seguita dai regali con il 23%, dall'abbigliamento con il 17% mentre al divertimento è destinato il 15% e ai viaggi e vacanze appena l'11%, secondo l'indagine Coldiretti/Ixe'. A confermarlo anche i dati Istat sul fatturato industriale ad Ottobre che nell'alimentare crescono dell'1,1% anche per l'effetto ella domanda di vino e cibo made in italy sulle tavole del Natale in Italia ed all'estero. A cambiare profondamente nel dettaglio alimentare italiano nel 2015 - sottolinea la Coldiretti - sono stati i luoghi dove gli italiani fanno la spesa con i discount alimentare che sono quelli che fanno registrare il balzo positivo piu' elevato (3,6%) mentre all'opposto le piccole botteghe alimentari che sono le uniche a far registrare durante l'anno un calo delle vendite (-0,6 %) tra tutte le diverse categorie di esercizi, alimentari e non. Si evidenzia la tendenza da parte di un crescente segmento della popolazione ad acquistare prodotti alimentari a basso prezzo nei discount, a cui però può corrispondere anche una bassa qualità con il rischio che il risparmio sia solo apparente mentre il fenomeno di riduzione significativa dei negozi tradizionali determina – sottolinea la Coldiretti - evidenti effetti negativi legati alla riduzione dei servizi di prossimità, ma anche un indebolimento del sistema relazionale, dell'intelaiatura sociale e spesso anche della stessa sicurezza sociale dei centri urbani. A contrastare lo spopolamento dei centri urbani va segnalata peraltro la crescente presenza di mercati degli agricoltori e di Botteghe di Campagna Amica. Una opportunità per i produttori e per i consumatori che - conclude la Coldiretti – va anche a sostegno della storia, della cultura e della vivibilità dei centri urbani.

(Fonte Coldiretti)

Mercoledì, 06 Gennaio 2016 08:58

Tasse, ma quanto scendono?

Il Codacons ha stilato il bilancino delle tasse e la somma algebrica è a sfavore dei cittadini con ampio margine. Il 2016 si apre perciò con una maggiore dose di ottimismo e di fiducia ma una dote di imposte che anziché alleggerirsi graveranno ancor più sui consumatori.

di Lgc Parma 06 gennaio 2016 - 
Le varie indagini statistiche e di rilevamento della fiducia dei consumatori e delle imprese segnano positivo nonostante i vari indicatori sociali e economici non rispecchino questo clima di fiducia.

Fiducia peraltro indispensabile a fare innescare un processo di sviluppo economico diffuso e persistente.
Ma le nuove intraprese imprenditoriali e il consolidamento e crescita delle micro, piccole e medie imprese rimane invischiato tra le procedure burocratiche, le imposte e la stretta creditizia. Un processo di lento soffocamento aggravato dall'andamento stagnante dei consumi interni.

Eppure ci sarebbe margine per una ripresa industriale con il petrolio e i tassi di interesse ai minimi storici. Invece il prezzo del carburante rimane ancora molto elevato (37 dollari al barile il petrolio e 1,20€/litro il gasolio) superiore di 23-24 centesimi litro rispetto alla Germania ad esempio (0,98€/litro contro 1,20€/litro per il gasolio); una differenza determinata prevalentemente dalle imposte e accise sui carburanti.
Dopo tante promesse di riduzione delle tasse ecco che a conti fatti, almeno stando al movimento dei consumatori Codacons il 2016 sarà gravato di ulteriori 551€ a famiglia di imposte.

Se è pur vero, che dal 2016, non si pagheranno più Imu e Tasi sulla prima casa, arriveranno vari bonus (per diciottenni, forze dell'ordine, ecc.) e il canone Rai sarà ridotto solo per il 2016 molte altre voci aumenteranno, come i pedaggi autostradali, le tasse aeoroportuali e così via.

In realtà – spiega il Codacons – a fronte di significativi aumenti per alcuni settori, si registreranno nel corso del 2016 anche delle diminuzioni di spesa. Nello specifico, la ripresa dell'inflazione - che secondo gli analisti dovrebbe attestarsi attorno all'1% nel prossimo anno – porterà le famiglie a spendere 298 euro in più per effetto della crescita dei prezzi al dettaglio, e 189 euro in più per la sola spesa alimentare. Aumenti che si ripercuoteranno anche nel settore della ristorazione (+26 euro).
Cresceranno le tariffe per la raccolta rifiuti e i servizi idrici, per un totale di +137 euro a famiglia su base annua. Per i trasporti (aerei, treni, taxi, mezzi pubblici, traghetti, ecc.) un nucleo familiare tipo dovrà affrontare una maggiore spesa pari a 44 euro, mentre viaggiare sullo autostrade comporterà un aggravio di 27 euro. Per i servizi bancari complessivamente spenderemo 18 euro in più rispetto allo scorso anno, +9 euro per quelli postali. Discorso a parte meritano le bollette: se da un lato le quotazioni internazionali del petrolio – che secondo gli analisti saranno stabili o addirittura in discesa per il tutto il 2016 – dovrebbero portare benefici sulle fatture, dall'altro il nuovo sistema tariffario sulle bollette elettriche varato dall'Autorità per l'energia, determinerà rincari per una buona fetta di popolazione.
L'eliminazione della Tasi sulla prima casa determinerà invece un risparmio medio di 194 euro a famiglia; costerà meno il canone Rai, che scende da 113,5 euro a 100 euro, e l'assicurazione rc auto sarà più leggera mediamente di 12 euro. Fare il pieno alla macchina comporterà una minore spesa di 68 euro rispetto allo scorso anno, ma questo solo se le quotazioni del petrolio rispetteranno le previsioni degli analisti, e se il Governo non introdurrà nuove tasse sui carburanti.



Voci che aumentano

PREZZI AL DETTAGLIO +298 euro
 ALIMENTARI +189 euro 
ACQUA E RIFIUTI +137 euro
 ISTRUZIONE +79 euro
 TRASPORTI +44 euro
 TARIFFE AUTOSTRADALI +27 euro
RISTORAZIONE +26 euro
 BANCHE +18 euro 
LUCE E GAS +12 euro 
TARIFFE POSTALI +9 euro



Voci che diminuiscono


TASI (prima casa) -194 euro
 CARBURANTI -68 euro
 CANONE RAI -13,5 euro 
RC AUTO – 12 euro



Totale +551,5 euro a famiglia

Martedì, 05 Gennaio 2016 11:10

Il capodanno si è portato via l'azienda

Ancora una volta il rientro dalle vacanze si trasforma in un incubo per i lavoratori. L'ultimo in ordine temporale è il caso della cooperativa Carpigiana. Alla riapertura i lavoratori hanno trovato i cancelli chiusi e l'azienda svuotata dei macchinari.

di Redazione Modena 5 gennaio 2016 - 
Era già accaduto in almeno altre tre circostanze ma in quei casi furono le vacanze estive a lasciare un brutto ricordo. Prima furono la Firem di Formigine e la Dometic di Rimini alle quali seguì la Italia Alimentari Spa di Palliano del Gruppo Cremonini, colosso alimentare con sede a Busseto (PR).

Due anni e mezzo dopo invece è appunto il caso della Cooperativa Carpigiana a salire agli onori della cronaca e a lasciare basiti i 38 lavoratori che, al rientro delle festività natalizie, hanno trovato i cancelli chiusi, l'azienda completamente svuotata e un ingente schieramento di carabinieri e Digos a presidio del sito produttivo.

Il Comunicato FIOM CGIL 4 gennaio 2016
LA CARPIGIANA: I LAVORATORI TROVANO I CANCELLI CHIUSI

Stamattina, al rientro al lavoro dopo le feste natalizie, i 38 lavoratori della cooperativa La Carpigiana si sono trovati con l'azienda completamente svuotata del materiale di lavorazione restituito alla ditta CBM in qualità di committente unica, i cancelli chiusi e un ingente schieramento di carabinieri e Digos a presidiare il capannone. L'atto unilaterale assunto dai vertici della cooperativa di accelerare gli esiti della liquidazione coatta mentre si era avviato un tavolo di trattativa rende il gesto ancor più grave ed inaccettabile. Da stamattina 38 lavoratori si trovano in mezzo ad una strada.
La Fiom-Cgil nel proclamare lo stato di agitazione delle maestranze chiede la riapertura immediata dell'azienda, l'intervento immediato delle istituzioni, in particolare della Provincia, per ricercare una soluzione condivisa per tutti i lavoratori.
Fiom CGIL Modena
(foto repertorio da Sito CGIL-Fiom)

Nato nel 2011, il team è nelle prime posizioni della graduatoria delle migliori squadre del panorama internazionale. Una squadra di ciclismo femminile che conta di 12 atlete con palmares eccezionali

(Reggio Emilia, 4 gennaio 2016) Dopo il grande tennis (con la squadra nazionale femminile), lo sci (per anni a fianco di Giuliano Razzoli), il baseball, il rugby, l'alpinismo e l'automobilismo, il Consorzio del Parmigiano Reggiano rilancia il suo impegno a sostegno delle grandi eccellenze sportive italiane. L'Ente di tutela, infatti, sarà a fianco della squadra femminile di ciclismo Alè Cipollini Galassia, che si colloca nelle prime posizioni nel panorama internazionale del ciclismo femminile e conta su 12 atlete con eccezionali palmares.

"In questi anni - sottolinea Giuseppe Alai, presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano - abbiamo ripetutamente investito risorse per essere a fianco di grandi campioni e di sodalizi sportivi vincenti, ma anche di giovani promesse del mondo dello sport, perchè rappresentano in modo immediato alcuni dei fondamentali valori del nostro sistema produttivo e del nostro formaggio: dalla determinazione dei nostri produttori alla capacità di fare squadra, all'assoluta naturalità del Parmigiano Reggiano, al suo valore energetico abbinato ad un'altissima digeribilità che ne consente il consumo anche durante le competizioni sportive che richiedono uno sforzo prolungato nel tempo".
"Con questo nuovo abbinamento - prosegue Alai - abbiamo scelto di far rappresentare il Parmigiano Reggiano nel mondo da una squadra di assoluta eccellenza, che certo saprà far valere le indiscusse qualità di atlete che si posizionano ai vertici delle classifiche internazionali".

Alessia Piccolo, Presidente del team, esprime la sua soddisfazione: "La partnership con Parmigiano Reggiano è motivo di orgoglio; abbiamo trovato un partner che condivide i nostri stessi valori. L'importanza di questo accordo e la sicurezza che offre ci permetterà di investire ancora di più nella squadra, sempre più internazionale, grazie agli innesti di Fahlin (Svezia) e Santesteban (Spagna). Le parole chiave 2016 del nostro progetto sono novità ed eccellenza italiana e si sposano perfettamente con Parmigiano Reggiano, un brand prestigioso e made in Italy. Sono sicura che le nostre atlete sapranno onorare questa nuova partnership, insieme, riusciremo a raggiungere grandi traguardi. Abbiamo creato un ottimo gruppo, sono fiduciosa".

Il primo appuntamento per l'Alè Cipollini Galassia in abbinamento con il Parmigiano Reggiano (che tra l'altro fu sponsor delle Olimpiadi di Pechino e che nel ciclismo ha già legato il proprio nome al Giro d'Italia) è fissato per il 10 gennaio 2016, quando partirà il Tour de San Luis, in Argentina, che impegnerà le atlete sino al 15 gennaio.
Tra gli appuntamenti più importanti, in un calendario che include ben 42 competizioni, spiccano il Giro delle Fiandre, la Freccia Vallone, il Giro d'Italia, il Tour de France, i campionati europei under 23 su strada, la Vuelta in Spagna, per arrivare sino ai campionati del mondo su strada, previsti in Qatar dal 9 al 16 ottobre.
In sella, come si è detto, saliranno atlete che già si collocano ai vertici delle classifiche internazionali. In squadra, infatti, spiccano campionesse del mondo e d'Europa su strada e su pista, campionesse nazionali, vincitrici di tappa e di classifiche a punti nelle più importanti competizioni del mondo.

L'Alè Cipollini Galassia (General Manager è Alessia Piccolo, con la direzione sportiva affidata a Fortunato Lacquaniti e Fabiana Luperini) è composta da Martina Alzini, Marta Bastianelli, Francesca Cauz, Annalisa Cucinotta, Emilia Fahlin, Uenia Fernandes, Malgorzata Jasinska, Dalia Muccioli, Beatrice Rossato, Ane Santesban, Marta Tagliaferro, Anna Trevisi.

Martedì, 05 Gennaio 2016 09:15

Ferrari debutta sulla borsa italiana

La borsa di Milano da il benvenuto al marchio di lusso forse più famoso al mondo. Ferrari tiene nel giorno più nero che rosso delle borse europee. La leggenda di una casa automobilistica e di una piccola Scuderia.

di Matteo Landi 5 gennaio 2016 - Un avvio in pompa magna che ricorda per certi versi quello dello scorso 21 ottobre a Wall Street.

La facciata del palazzo della borsa di Milano si tinge di rosso con bolidi in bella mostra ad evidenziare l'evento del giorno: la quotazione Ferrari presso la borsa italiana. Marchionne, John Elkann, Amedeo Felisa ed il figlio del Drake, Piero Ferrari, aprono le contrattazioni che sanciscono lo scorporo di Ferrari da Fca, la fine di un matrimonio celebrato nel 1969. Alla presenza del Presidente del consiglio Matteo Renzi che ha dato il benvenuto della borsa italiana al marchio italiano forse più famoso nel mondo.

L'avvio, nei numeri, è risultato ben distante dal debutto americano. La giornata più nera che rossa della borsa italiana ha trascinato subito verso il basso il valore delle azioni Ferrari: dopo l'apertura a 43 euro è sceso sotto la soglia dei 42 per poi chiudere a 43,67 a fronte di una perdita del quasi 5 % per Fca.

Un avvio difficile, anche se tuttavia visto il pessimo andamento delle borse europee si può dire che Ferrari abbia retto il colpo. Intanto in America le azioni che il 21 ottobre avevano persino toccato i 60 dollari adesso oscillano fra i 46 ed i 48. Per Ferrari la strada è ancora lunga, ma il grande passo è stato fatto. Una storia di emozioni che adesso si fa di numeri.

La leggenda di un casa automobilistica e di una piccola Scuderia che prima di far correre auto proprie portava in pista vetture Alfa Romeo. Quando nel 1951 Gonzales detto El Cabezon vinse il primo gran premio di Formula 1 della storia della Scuderia di Maranello, battendo l'intera squadra Alfa Romeo, ad Enzo Ferrari sembrò di aver ucciso sua madre. Oggi la Ferrari si separa ancora, stavolta da Fiat. Una storia più di numeri che di emozioni, il naturale passaggio per un'entità che adesso si fa grande, in attesa di tornare ad esserlo anche sulle piste del mondiale di F1 come auspicato dal Presidente Marchionne, già dal prossimo 20 marzo in Australia.

 

Un lieve calo (-0,7 per cento) nel terzo trimestre 2015. La ripresa dei consumi non si manifesta in un aumento delle vendite per le piccole e medie strutture. Tendenza negativa per il dettaglio specializzato, mentre iper, super e grandi magazzini hanno incrementato le vendite. Più società di capitale, ma meno imprese del settore (-0,8 per cento): sono 47.091 imprese del dettaglio.

Bologna, 4 gennaio 2016 -

L'andamento complessivo

Partono domani in tutta l'Emilia-Romagna i saldi invernali. Per un numero crescente di consumatori le vendite di fine stagione rappresentano una occasione di acquisto a prezzi convenienti e potranno contribuire a far risalire i consumi. Nel terzo trimestre 2015 infatti, le vendite a prezzi correnti hanno accusato una leggera flessione (0,7 per cento) rispetto allo stesso periodo del 2014 per gli esercizi al dettaglio in sede fissa dell'Emilia-Romagna. La ripartenza dei consumi non si è ancora manifestata in un aumento delle vendite per le piccole e medie strutture. Nel complesso si mantengono stabili i giudizi sull'eccedenza delle giacenze. Grazie alla stagionalità, è atteso un sensibile miglioramento delle vendite nel quarto trimestre. Queste indicazioni emergono dai dati della indagine congiunturale sul commercio al dettaglio realizzata in collaborazione tra Camere di commercio e Unioncamere Emilia-Romagna.

Le tipologie del dettaglio

La disomogeneità dei risultati nel trimestre è evidente. La tendenza negativa ha interessato il dettaglio specializzato, sia quello in prodotti alimentari, che ha perso l'1,9 per cento, sia quello non alimentare, con vendite in calo dell'1,0 per cento. Al contrario la tendenza si è invertita per iper, super e grandi magazzini, che hanno realizzato un incremento delle vendite dell'1,3 per cento. I giudizi sull'eccedenza delle giacenze peggiorano per il dettaglio specializzato, ma migliorano per iper, super e grandi magazzini.
Le attese di miglioramento delle vendite del dettaglio specializzato nel quarto trimestre sono più contenute rispetto a quelle sensibilmente più forti di iper, super e grandi magazzini.

CCIAA RER tab1

La dimensione delle imprese

L'andamento delle vendite è risultato correlato con la dimensione aziendale, con un effetto soglia. La flessione è stata più ampia per la piccola distribuzione, da 1 a 5 addetti, -2,5 per cento , e più contenuta per le medie imprese, da 6 a 19 addetti, -1,1 per cento. Al contrario, le imprese maggiori, da 20 addetti in poi, hanno ottenuto un buon aumento delle vendite (+1,5 per cento). L'andamento è analogo anche per i giudizi sull'eccedenza delle giacenze, che peggiorano lievemente per la piccola e la media distribuzione, ma migliorano leggermente per le imprese maggiori. Le attese di un miglioramento delle vendite nel quarto trimestre sono diffuse in ogni classe dimensionale, ma le piccole imprese appaiono molto più incerte, mentre le valutazioni positive sono più diffuse tra quelle medie e sono decisamente prevalenti tra le strutture maggiori.

CCIAA RER tab2

Il Registro delle imprese

Continua a ridursi la base imprenditoriale. A fine trimestre erano attive 47.091 imprese del dettaglio, lo 0,8 per cento in meno (358 unità) rispetto a un anno prima. La tendenza a livello nazionale è risultata invece lievemente positiva (+0,1 per cento). Grazie anche all'attrattività della normativa delle società a responsabilità limitata, crescono rapidamente le società di capitale (+3,9 per cento, +155 unità) e all'opposto, si riducono le società di persone (-244 unità). Su queste ultime e sulle ditte individuali (-267 unità) gravano gli effetti della crisi e della restrizione del credito.

PR Viale matteotti negozi chiusi1

(Fonte Union Camere Emilia Romagna 4 gennaio 2016)

Aria (fritta), dopo le rotatorie i semafori intelligenti. Cereali in confusione. Export e la nuova frontiera vietnamita. Volano i consumi di Parmigiano Reggiano. Preoccupazioni per El Niño, i primi segnali in Gran Bretagna.

(in allegato il formato pdf scaricabile)

SOMMARIO Anno 14 - n° 53 03 gennaio 2016

1.1 editoriale Aria (fritta). Dopo le rotatorie torneranno di moda i semafori intelligenti
3.1 cereali Cereali. Fine d'anno in confusione
4.1 Buon anno 2016! Auguri di BUON ANNO
5.1 export Vietnam, una nuova frontiera per la filiera agroalimentare
5.2 mercati Parmigiano Reggiano: i consumi volano
6.1 clima El Niño, e le inquietanti analogie col 1998
7.1 promozioni "vino" e partners

Cibus 53 2015 COP

"Food Factory" progetto Destinazione Vietnam II. Ultimi giorni per le iscrizioni alla missione di febbraio-marzo. Le imprese interessate a partecipare dovranno inviare la scheda di adesione e il profilo aziendale ai riferimenti indicati entro venerdì 15 gennaio 2016.

Reggio Emilia 30 dicembre 2015 - Il Vietnam, mercato di 90 milioni di abitanti in rapida crescita anche grazie ai redditi in aumento di una emergente classe media, ha fame di prodotti agroalimentari stranieri, in particolare italiani di qualità.
Da parte sua è un esportatore di prodotti agricoli e della pesca, ma la sua filiera agroalimentare ha bisogno di tecnologie e investimenti in macchinari, catena del freddo, impianti di packaging che le aziende italiane sono in grado di fornire.

Nasce su queste basi il progetto "Destinazione Vietnam II per le imprese emiliano-romagnole: Foodfactory". L'iniziativa è dedicata alle regionali del settore agroindustriale, in particolare produttori di macchinari e attrezzature per l'agricoltura; macchine per confezionamento, lavorazione e conservazione delle bevande e degli alimenti; prodotti agroalimentari a qualità certificata, DOP, IGP, Bio e vini con priorità da vitigni autoctoni.

Nell'ambito del progetto, è in programma una missione outgoing imprenditoriale a Ho Chi Minh City e Hanoi dal 29 febbraio al 4 marzo 2016 rivolta alle imprese emiliano-romagnole operanti nel settore agroindustria e packaging (macchinari ed attrezzature per l'agricoltura, macchine per il confezionamento, la lavorazione e la conservazione degli alimenti) interessate a sviluppare nuove partnership commerciali e produttive sul mercato vietnamita.

La missione prevede l'organizzazione di un'agenda personalizzata di incontri B2B e visite d'affari con operatori vietnamiti selezionati sulla base delle esigenze delle imprese partecipanti.
Oltre agli incontri è prevista la visita alla fiera dedicata al settore del confezionamento e imballaggio "ProPak Vietnam" www.propakvietnam.com, dove ICE organizza una collettiva italiana.

Le imprese interessate a partecipare dovranno inviare la scheda di adesione e il profilo aziendale ai riferimenti indicati entro venerdì 15 gennaio 2016.

La quota di partecipazione è di 200,00 € + IVA per ciascuna tappa (400,00 € + IVA per entrambe le tappe). Per saperne di più, consultare i siti www.promecmodena.it - www.expomo.com e www.ucer.camcom.it

Per informazioni: Barbara Bisi Promec Promozione Internazionale tel. 059 208269 e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

(immagine Roof tile detail, Hue di AJ Oswald)

Domenica, 03 Gennaio 2016 09:18

El Niño, e le inquietanti analogie col 1998

Allerta della NASA sui potenziali effetti de El Niño che sembrerebbe la replica del 1998. Pochissime le differenze e perciò elevatissima probabilità di vedere replicati gli effetti distruttivi.

di Virgilio Parma 03 gennaio 2016
El Niño è un fenomeno climatico periodico che si verifica nell'Oceano pacifico centrale con le acque più calde che si muovono verso est in direzione delle Americhe, a partire da dicembre fino alla primavera, e si ripete mediamente ogni 5 anni, una volta ogni due - sette anni.

Una combinazione di fattori climatici potentissima in grado di modificare la normale e consueta circolazione d'aria del pianeta innescando fenomeni estremi in ogni parte del globo.

Molto probabilmente, i primi effetti catastrofici si sono manifestati, per quanto riguarda l'europa, con particolare forza devastante in Scozia e Inghilterra nei giorni scorsi e registrata dalle cronache come "la peggiore alluvione degli ultimi 70 anni" .

Visto dallo spazio, l'attuale El Niño è un 'gemello' di quello che nel 1998 provocò fenomeni meteorologici estremi come la 'Grande tempesta di ghiaccio' su New York e tutto il Nord Est degli Stati Uniti e, nell'estate del '98, la violenta ondata di caldo in Europa. Lo indicano le immagini catturate quest'anno dal satellite Jason-2, che rivelano come El Niño in arrivo continui a 'crescere' mostrando molte analogie con quello record di 18 anni fa.

L'unica differenza è nel fatto che nel 1997 il calore della superficie dell'oceano era più intenso, mentre nel 2015 il calore è meno intenso ma più esteso.

La maggior parte degli effetti sugli Stati Uniti è prevista all'inizio di quest'anno.
"I meteorologi del National Oceanic and Atmospheric Administration, scrive la Nasa sul suo sito WEB, prevedono un turno di El Niño in un prossimo futuro, inaugurando diversi mesi di condizioni relativamente fredde ed umide in tutto il sud degli Stati Uniti, e condizioni relativamente calde e asciutte sulla Stati Uniti settentrionali" .

Mercoledì, 30 Dicembre 2015 09:00

Parmigiano Reggiano: i consumi volano

Nel bimestre ottobre- novembre un picco in rialzo per le vendite, con un + 15% rispetto al 2014. Il dato dei primi 11 mesi dell'anno fa segnare un +3,1%, mentre prosegue la ripresa delle quotazioni.

Reggio Emilia, 29 dicembre 2015 Mentre prosegue per piccoli passi, ma senza interruzioni, la ripresa delle quotazioni, per il Parmigiano Reggiano giungono segnali decisamente buoni sul fronte dei consumi.

Gli acquisti dei consumatori nella GDO, infatti, nei primi 11 mesi dell'anno hanno evidenziato una crescita del 3,1%.
Un dato generale soddisfacente - sottolinea il Consorzio di tutela - e di segno completamente opposto rispetto a quel -5% complessivo che hanno fatto segnare gli altri formaggi duri (Dop e non Dop).
Per il bimestre ottobre-novembre, poi, si segnala un picco del 15% in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, grazie anche alla spinta promozionale impressa dalle catene distributive in relazione alle ridotte quotazioni dei mesi passati.

"Gli operatori della distribuzione e i commercianti all'ingrosso - sottolinea il Consorzio - evidenziano un andamento analogo anche per dicembre, cui va ad associarsi un incremento delle vendite dirette da parte dei caseifici (sia negli spacci che con i canali online) che va oltre il 20% rispetto al Natale 2015".
Ad incidere sull'aumento dei consumi, peraltro, non sono soltanto le festività natalizie e di fine anno, che tradizionalmente innalzano gli acquisti da parte dei consumatori.
"La forte crescita delle vendite dirette da parte dei caseifici - spiega il Consorzio - è infatti ormai una costante che si va consolidando, e seppure riferita ad una quota di prodotto ancora limitata di prodotto (si prevedono 310.000 forme nel 2015, pari a circa il 10% della produzione totale) è indicativa di un percorso che apre buone prospettive per i produttori in termini di redditività".

Al buon andamento dei consumi interni si affianca anche la progressiva ripresa delle quotazioni del Parmigiano Reggiano.
Nelle sedute della Borsa comprensoriale avvenute tra metà ottobre e metà dicembre si è infatti registrato un aumento di 45 cent/kg (+ 6,1%) per il prodotto di 12 mesi, mentre per il più stagionato l'aumento è stato pari a 60 cent/kg, con un +7,5% %.

La produzione, intanto, appare stabile rispetto al 2014: a fine novembre, infatti, i volumi dei primi 11 mesi fanno segnare un modesto -0,3%
"Lo scenario internazionale del settore lattiero caseario - sottolinea il presidente del Consorzio, Giuseppe Alai - induce comunque a prudenza nelle valutazioni di prospettiva, ma i dati legati a consumi, export, flessione delle scorte, cui si associano le nuove azioni intraprese dal Consorzio in tema di promozione in Italia e all'estero e quelle messe in atto con le modifiche apportate al disciplinare a tutela della qualità e a contrasto di ogni forma di contraffazione, inducono a prevedere - a parità di produzione - una progressiva ripresa di redditività".


(Fonte CFPR)

Mercoledì, 30 Dicembre 2015 08:33

Cereali. Fine d'anno con... confusione

Tendenze ribassiste, contro ogni previsione, per i mercato internazionali. Prezzi bassi per la soia tali da spingere alcuni spremitori nazionali a sospendere le lavorazioni. La siccità alimenta aspettative negative per la prossima campagna maidicola.

di Mario Boggini e Virgilio - Milano, 30 dicembre 2015 -
I segnali di concorrenza provenienti dall'Argentina dopo l'abbattimento dei dazi e le azioni prodromiche a una svalutazione monetaria hanno generato una ondata ribassista sui mercati internazionali in controtendenza alle previsioni degli analisti.
Da sottolineare che nel frattempo i premi sulle farine di soya si sono cresciuti a 38-39 dollari (+2) per la proteica per il 2016 mentre per il 2017 sono più fermi a 43 dollari. Nonostante questo piccolo aggiustamento i prezzi rimangono piuttosto bassi, quindi convenienti.

Mercato nazionale
Sul fronte del mercato interno la situazione rimane inchiodata alle settimane precedenti con le crusche quasi introvabili che in queste ore hanno raggiunto quota 175 euro alla tonnellata.
La vera novità sta nella decisione di alcuni spremitori nazionali di sospendere le lavorazioni sino alla fine di febbraio e forse sino alla prima decade di marzo in forza dei ridotti prezzi e conseguente abbattimento delle marginalità operative. Una decisione che presumibilmente condurrà a una riduzione della quantità di merce disponibile sul mercato, soprattutto per quanto riguarda la farina di soia 44%.

Mercato confuso anche nel segmento dei cereali stante il limitatissimo flusso di camion dall'estero con il mais ucraino che quota 175€ spot al porto.
Sta invece facendo parlare l'offerta di un importatore che offre il seme di soia estero (sud-nord America) a 342 partenza dal porto per il periodo gennaio - aprile, spiazzando la concorrenza di altri importatori che sono posizionati su quote superiori di 10-13 €.

Il settore delle bioenergie è sempre molto vivace alla costante ricerca di amidacei ed energetici per far fronte alla scarsità di trinciati e alle difficoltà di utilizzazione di mais contaminati da tossine a causa di osservazioni sollevate da parte di alcune ASL.

La persistenza del periodo siccitoso alimenta preoccupazioni generalizzate sulla prossima campagna maidicola.

Indicatori internazionali
l'Indice dei noli è nuovamente disceso a 478 punti, il petrolio rincara a 37,60 $/barile e il cambio tiene a 1,09888.

MP 53 30dic15

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(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.

Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore. 

Officina Commerciale Commodities srl - Milano

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Alessandro Raffo è il nuovo Responsabile Commerciale dell'Area di Parma per UniCredit. Coordinerà adesso l'Area Commerciale di Parma, in cui UniCredit è banca di riferimento con 30 agenzie, 2 Centri Imprese, e un team composto da 233 dipendenti. -

Parma, 2 gennaio 2016 

Alessandro Raffo è il nuovo Responsabile Commerciale dell'Area di Parma per UniCredit.

Nato a Carrara, Alessandro Raffo ha 51 anni, è sposato e ha 2 figli. E' laureato in Economia e Commercio. E' appassionato di sport, musica, lettura e cinema.
La storia professionale di Raffo è legata a UniCredit da 24 anni. Ha svolto nel tempo per l'istituto importanti incarichi in varie città italiane, soprattutto a Carrara, Milano, La Spezia, Asti e Genova, fino all'ultimo ruolo di Area Manager Toscana Ovest.

"E' con grande soddisfazione che intraprendo questo nuovo impegno professionale - spiega Raffo -, con l'obiettivo di apportare il mio contributo concreto alla crescita del Gruppo a Parma e nella provincia. Essere una banca del territorio significa interpretare bisogni e necessità di famiglie e imprese, rafforzando ed ampliando le sinergie in atto con enti e associazioni locali. Questo il percorso su cui desideriamo procedere, portando avanti l'ottimo lavoro di chi ci ha preceduto"

Raffo coordinerà adesso l'Area Commerciale di Parma, in cui UniCredit è banca di riferimento con 30 agenzie, 2 Centri Imprese, e un team composto da 233 dipendenti.

(Fonte: ufficio stampa Unicredit)

Grazie all'accordo strategico siglato tra queste due importanti realtà dell'ortofrutta Valfrutta Fresco e Colle d'Oro propongono i pomodrini siciliani con una confezione originale e festosa. Sono i coloratissimi e saporitissimi Deliziorti, coltivati in un'area particolarmente fertile della Sicilia tra le province di Ragusa e Siracusa.

Bologna,  Dicembre 2015. Importanti novità nel panorama ortofrutticolo nazionale con l'accordo strategico siglato in questi giorni tra Valfrutta Fresco e Colle d'Oro.
La società che detiene il marchio più noto e prestigioso del mercato italiano dell'ortofrutta e l'azienda siciliana di Ispica (RG) specializzata nella produzione di ortaggi, in serra e in pieno campo, hanno raggiunto un'intesa per la commercializzazione dei Deliziorti.

"Si tratta di una ricca gamma di pomodorini coltivati (in maniera ecosostenibile con le migliori tecniche rispettose dell'ambiente e dei lavoratori) in una zona particolarmente vocata della Sicilia, tra le province di Ragusa e Siracusa, dove i terreni sono molto fertili e il sole caldissimo e la vicinanza del mare regalano caratteristiche organolettiche eccezionali" – dichiara Carmelo Calabrese, direttore commerciale di Colle d'Oro.

Prodotti speciali, destinati ai gourmet di tutto il mondo, i profumatissimi pomodorini Deliziorti offrono una fantasia davvero ampia e interessante per colori e sapori. La gamma proposta spazia infatti dall'agrodolce Cherry Lemon (di colore giallo) al profumo di limone siciliano al rosso Delirio, dolce e inebriante, dal Dolcenero, scuro e misteriosamente dolce, al Dulcemiel, verde e dolcissimo, ideale per snack e insalate. Infine, il pomodorino Goloso, croccante e gustoso; caratterizzato da un attraente colore arancione, è dolce e zuccherino e si può utilizzare come snack o per preparare antipasti sfiziosi.

"Questi pomodorini arricchiscono ulteriormente la linea di ortofrutticoli freschi di alta qualità, sempre buoni e rigorosamente prodotti in Italia 'firmati' da Valfrutta Fresco" – dichiara il direttore commerciale Stefano Soli. "Grazie alle ottime caratteristiche organolettiche ed agli elevati standard qualitativi dei suoi prodotti, garantiti da numerose certificazioni quali GlobalGAP, Bio, Tesco Nurture, ecc, Colle d'Oro costituisce quindi un partner ideale per la nostra società". Nata nel 1974 come azienda agricola e oggi Organizzazione di produttori, Colle d'Oro è una delle più importanti realtà del settore orticolo siciliano e conta circa 450 dipendenti.

Coltivati su una superficie di 1.200 ettari, con un calendario produttivo che va da settembre a giugno, i Deliziorti rappresentano una selezione delle migliori varietà di pomodorini siciliani, vere e proprie specialità per buongustai, che porteranno aria di festa sulle tavole degli italiani grazie ai loro sapori sfiziosi e alla loro fantasia cromatica.

"Attraverso questo accordo – conclude Stefano Soli – in occasione delle ormai prossime Festività Valfrutta propone al mercato una originale e colorata confezione in cartone, attraversata da una fascia di colore rosso con un grande fiocco, contenente al suo interno quattro vaschette di plastica trasparente con alcune delle diverse tipologie di questi pomodorini. Allegra, di grande impatto e di estrema duttilità per tutti i format distributivi, è destinata quindi ad incontrare il massimo gradimento del trade e dei consumatori e rappresenta la soluzione ideale per chi vuole fare festa in famiglia oppure omaggiare gli amici con un regalo originale all'insegna della buona alimentazione. Questa simpatica confezione dimostra che l'ortofrutta di qualità può essere acquistata per il consumo diretto ma anche per offrire un dono insolito e salutare a parenti o conoscenti come avviene in altri Paesi quali il Giappone dove l'ortofrutta è considerata un bene prezioso".

(Fonte Centro Stampa Bologna 21 dicembre 2015)

OI Pomodoro da Industria del Nord Italia in assemblea. Annata 2015 condotta nel segno della trasparenza. Applicate regole condivise ed effettuate verifiche in tutta la filiera

Bologna, 23 dicembre 2015 - È una filiera in salute quella dell'Organizzazione Interprofessionale del Pomodoro da Industria del Nord Italia. Una filiera che, all'interno dell'OI, dialoga, si confronta, determina regole condivise nel segno della trasparenza per il consumatore, agisce compatta per migliorare il quadro normativo in cui opera e fornisce indicazioni agli enti di ricerca per indirizzare al meglio gli studi sullo sviluppo del settore.

È emerso tutto questo durante l'assemblea dell'OI nella sede del socio Apoconerpo a Villanova di Castenaso (Bologna).

"Nel 2015 l'OI ha svolto un lavoro molto consistente nel segno della trasparenza e dell'etica che porta l'intera filiera a proporre sul mercato un prodotto di assoluta qualità – il bilancio del presidente Pier Luigi Ferrari -. Dobbiamo continuare a scommettere sulle nostre capacità".

Durante l'assemblea si è sottolineata l'importanza di regole condivise dall'intera filiera. "Nel 2015 – ha spiegato il segretario dell'OI Maria Chiara Cavallo - sono state introdotte importanti novità in merito alla raccolta ed elaborazione dei dati produttivi come la congruità delle rese contrattate e delle superfici contrattate rispetto alle effettive e alla verifica dei pagamenti della materia prima dall'industria alle organizzazioni dei produttori. L'attività dell'OI acquisisce un ruolo sempre più fondamentale per l'efficacia nel raggiungimento degli obiettivi per la programmazione delle produzioni".

"Quello delle regole condivise – ha aggiunto la vicepresidente Rossella Martelli – è stato uno degli strumenti più importanti per tenere controllata la filiera".
Durante la campagna 2015 per conto dell'OI ha operato un organismo di controllo – composto da due tecnici super partes - che ha monitorato l'operato di tutte le imprese del Nord Italia, verificando in particolare la corretta applicazione di quanto stabilito tra industria e OP (Organizzazioni di produttori) nel contratto quadro stipulato con specifico riferimento alla valutazione della qualità della materia prima in ingresso agli stabilimenti riscontrando una sostanziale conformità dei processi di valutazione rispetto a quanto stipulato dal contratto quadro.

"Dal 27 luglio al 18 settembre – ha illustrato ancora Cavallo - sono stati predisposti 42 controlli in stabilimento, senza preavviso, per verificare le modalità di valutazione qualitativa e pesatura del pomodoro, il rilascio del certificato di consegna e la rilevazione del brix".
Sul piano normativo-legislativo l'OI ha lavorato per favorire l'armonizzazione dei disciplinari tra le regioni Emilia Romagna, Lombardia, Veneto e Piemonte in particolare per riuscire ad ottenere un disciplinare di produzione integrata armonizzato nei suoi contenuti per tutto il Nord Italia mentre sul piano delle politiche ambientali il grande risultato ottenuto nel 2015 è rappresentato dal fatto che la filiera dell'OI è la prima filiera agroalimentare ad avere effettuato – nell'ambito del progetto Life Prefer condotto da Lombardia ed Emilia-Romagna - uno studio di Pef (Product Environmental Footprint), ossia ad aver calcolato l'impronta ambientale prodotta come intera filiera – tramite la valutazione di 14 parametri ambientali - per la produzione di 1 kg di concentrato, di polpa e di passata.

Ma l'OI guarda anche al futuro. "È operativo un gruppo progettualità – ha concluso la vicepresidente Bruna Saviotti – che ha promosso incontri tra i soggetti economici della filiera, organizzazioni di produttori e industrie di trasformazione, per determinare le necessità di sperimentazione in base alle quali confrontarsi con i centri specializzati nella ricerca".

In allegato la foto con, da sinistra, il presidente Ferrari, le vicepresidenti Martelli e Saviotti e il segretario Cavallo.

Domenica, 27 Dicembre 2015 08:39

Agromercati, Natale senza scossoni

Nelle battute prenatalizie i mercati agricoli confermano una prevalente tendenza alla stabilità delle quotazioni, salvo sporadiche correzioni al rialzo fisiologiche del periodo.

Roma 21 dicembre 2015 - A rilevarlo è l'Ismea nell'Overview sui mercati agroalimentari di questa settimana, segnalando un quadro di calma piatta per il bestiame bovino e per tutti i relativi tagli, ad eccezione delle carni di vitello, in lieve apprezzamento. Le condizioni attuali - spiega l'Ismea - riflettono una situazione di equilibrio tra domanda e offerta che dovrebbe caratterizzare gli scambi anche nelle primissime contrattazioni del 2016. I dati relativi a tre trimestri del 2015 rivelano, nel frattempo, una crescita del numero dei bovini macellati rispetto al gennaio-settembre 2014, dinamica che riflette in particolare un maggiore afflusso di capi provenienti dalla linea latte.

Da un'analisi Ismea sui costi/partita riferiti all'intero ciclo di ingrasso emerge una redditività negativa per gli allevamenti bovini da carne, associata principalmente agli alti prezzi dei ristalli, seppure in un contesto di minori costi a carico degli allevatori per l'approvvigionamento dei mangimi.

Situazione piuttosto pesante sul mercato dei suini, con prospettive ancora al ribasso per questa settimana sia per i capi d'allevamento che per i grassi. Relativamente al solo bestiame da macello la situazione potrebbe tendere gradualmente a stabilizzarsi, mentre sul circuito delle carni le attese, in un mercato ancora debole per i tagli industriali, sono orientate a una ulteriore flessione delle cosce fresche; mantengono invece un andamento sostenuto i lombi favoriti da una maggiore domanda al consumo.
Gli sviluppi positivi sul fronte delle richieste finali stanno sostenendo invece i prezzi degli avicoli, con i polli rincarati in tutte le principali piazze nazionali e in buona evidenza anche nella previsione di questa settimana. In lento recupero anche le uova da consumo, in un mercato invece ancora stagnante per i calibri minori, destinati al circuito industriale. Stazionari faraone e tacchini, mentre restano orientati al ribasso i prezzi dei conigli, pressati da un'offerta eccedentaria.

Per i lattiero-caseari in linea con le attese le quotazioni dei formaggi grana hanno mantenuto un trend positivo, più accentuato per il Parmigiano reggiano rispetto al Grana padano, grazie soprattutto alla spinta della domanda interna in concomitanza con le festività di fine anno e i bassi livelli dei prezzi attuali. Nel contempo si è arrestata la fase calante per i prezzi del latte alla stalla, anche se la situazione permane su livelli di criticità; mercato ancora stazionario, per burro e altre materie grasse, anche nella prospettiva di breve termine.
Ovicaprini ancora a due velocità, con piccoli ma diffusi progressi al Centro Italia e ulteriori riduzioni dei prezzi nel Mezzogiorno e in Sardegna, nonostante il periodo favorevole ai consumi. In Puglia, ma anche in altre piazze del Meridione, l'offerta di agnelli locali sta subendo in questi giorni le crescenti pressioni del prodotto d'importazione, prevalentemente di provenienza greca, venduto a prezzi fortemente competitivi.

Relativamente agli ortaggi, le condizioni climatiche generalmente favorevoli hanno mantenuto l'offerta su livelli elevati, determinando ancora ribassi per alcune produzioni, cavolfiori e lattughe in particolare. In aumento solo i prezzi di talune coltivazioni sotto serra, pomodori in particolare, in un mercato invece stazionario per la frutta di stagione. Prosegue speditamente l'export di mele, sostenuto in questa fase da una maggiore richiesta soprattutto dai paesi del Nord Africa e del Medio Oriente.

Nel comparto cerealicolo a pochi giorni dalla sospensione delle lavorazioni industriali non si registrano ordinativi da parte dei molini. Il mercato ha reagito con un'ulteriore correzione al ribasso per il grano duro, debole anche nella previsione di questa settimana. Stazionari riso e frumento tenero, mentre frenano ancora i prezzi di mais e orzo.

In lieve flessione gli oli di oliva extravergini, seppure in un contesto di scambi più equilibrato. Al contrario rincarano lampanti e raffinati, in scia agli aumenti riscontrati sui mercati spagnoli, attesi anche questa settimana. Nessuna novità infine sui mercati vinicoli, con previsioni di calma piatta e scambi limitati anche nei prossimi giorni.

Circa i fiori, gli scambi sono in generale stabili sul mercato di Sanremo. Gli anemoni, invece, segnano il passo, mentre le quantità commercializzate di ranuncoli registrano un sensibile aumento. Nel bilancio del 2015, la produzione complessiva della Toscana risulta in flessione del 12%, su base annua, sia in quantità che in valore. Nel ranking delle principali produzioni, tra i primi posti si confermano il crisantemo spray, il lilium, il dianthus e l'aspidistra.

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