L'indagine del Consorzio: il 67% pensa a prodotti di origine italiana per il "parmesan" confezionato con richiami ai nostri simboli nazionali. La presentazione a Roma e a Bruxelles per sostenere i negoziati TTIP in tema di tutela delle Dop. De Castro: senza accordo sulle Indicazioni Geografiche non vi sarà accordo. -

Roma, 11 dicembre 2015 -

Il Consorzio del Parmigiano Reggiano alza il tiro nella lotta all'"italian sounding" aperta con gli Stati Uniti e oggetto anche dei negoziati TTIP tra Unione Europea e Usa.
Dopo aver denunciato alla Commissione Europea - davanti alla quale ha parlato pochi mesi fa il direttore dell'Ente, Riccardo Deserti - un fenomeno che colpisce il Parmigiano Reggiano con 100.000 tonnellate di prodotti venduti negli Stati Uniti con il termine "parmesan" e in confezioni che palesemente richiamano l'Italia, il Consorzio mette ora sul piatto gli esiti di una ricerca (sviluppata da Aicod) che evidenzia, oltre al danno per i produttori italiani, la situazione ingannevole che pesa sui consumatori americani.
I dati non lasciano dubbi, al proposito. Per il 66% dei consumatori statunitensi, infatti, il termine "parmesan" non è affatto generico - come sostengono, invece, le industrie casearie americane - ma identifica un formaggio duro con una precisa provenienza geografica, che il 90% degli intervistati indica senza alcun dubbio nell'Italia. L'indicazione spontanea è poi stata approfondita.
"Abbiamo mostrato agli intervistati due confezioni di "parmesan" made in Usa - spiega il direttore del Consorzio del Parmigiano Reggiano, Riccardo Deserti - di cui una senza richiami all'Italia e l'altra caratterizzata da evidenti richiami al Tricolore. Già nel primo caso il 38% dei consumatori ha indicato il prodotto come formaggio di provenienza italiana, ma la situazione è apparsa ancora più grave di fronte alla confezione caratterizzata da elementi di "italian sounding" (ad esempio la bandiera tricolore o monumenti e opere d'arte italiane): in tal caso, infatti, il 67% degli acquirenti americani è convinto di trovarsi di fronte ad autentico prodotto italiano".
"Un inganno - sottolinea il presidente del Consorzio, Giuseppe Alai - che negli Usa colpisce decine di milioni di consumatori e che costituisce un grave pregiudizio all'incremento delle nostre esportazioni e, conseguentemente, un danno palese anche per i nostri produttori".

da destra - Paolo De Castro e Riccardo Deserti rid

A parlare chiaro, ancora una volta, sono le cifre: gli Usa si collocano al terzo posto (dopo Germania e Francia) nella classifica delle esportazioni di Parmigiano Reggiano. Negli States, infatti, nel 2014 sono giunte 6.597 tonnellate di Parmigiano Reggiano, corrispondenti al 17,8% delle esportazioni complessive (44.000 tonnellate), e nei primi otto mesi del 2015 si è registrato un incremento del 28,8%, ed è proprio questo flusso in crescita che potrebbe letteralmente esplodere se venisse quantomeno ridotta la quantità di prodotto che negli Usa si richiama esplicitamente all'Italia.
"La battaglia aperta in sede di negoziati TTIP - afferma Alai - non sarà certo facile, perché quelle 100.000 tonnellate di prodotto che circolano negli Usa sono irregolari alla luce della legislazione europea sulle Dop, ma non vengono ancora considerate tali dall'industria e dalla legislazione americana".
"Una delle chiavi di volta per sconfiggere il prodotto che si richiama al Parmigiano Reggiano e all'Italia - conclude Alai - potrebbe essere proprio questa ricerca che a inizio 2016 presenteremo a Bruxelles e che dimostra inequivocabilmente come i consumatori americani vengano tratti in inganno da pratiche che si traducono in un palese danno per i nostri produttori, titolari della Dop più contraffatta, imitata ed evocata nelle denominazioni che circolano negli Stati Uniti".
La ricerca è stata presentata stamane a Roma nella sede di Aicig (Associazione Italiana Consorzi Indicazioni Geografiche), alla presenza dell'on. Paolo De Castro, relatore per il TTIP alla Commissione agricoltura e sviluppo rurale del Parlamento Europeo. "Va sottolineata l'importanza dell'indagine del Consorzio del Parmigiano Reggiano – ha dichiarato De Castro – perché offre una pista interessante per un possibile accordo in ambito TTIP tra la posizione delle delegazioni europea e americana. Spostando infatti l'attenzione dal produttore al consumatore, si hanno terreni reciproci di interesse che si avvicinano. In fondo noi chiediamo un'alleanza con i consumatori americani, perché vogliamo che l'accordo offra informazioni corrette sui prodotti. Questo quindi può essere un interessante terreno di dialogo su cui trovare un accordo finale che può avvicinare le posizioni di Stati Uniti ed Europa e che, nello stesso tempo, può dare una risposta concreta di un avanzamento sul tema delle Indicazioni Geografiche che è basilare in quanto, come più volte ricorda la nostra commissaria Cecilia Malmstrom, senza un avanzamento su questo capitolo non ci sarà accordo.

(Fonte: ufficio stampa Consorzio del Parmigiano Reggiano)

Raccolti 7.500 euro durante il concerto organizzato nei giorni scorsi a Bologna per celebrare il 120 esimo anniversario della banca. La cifra raccolta è stata poi raddoppiata da Emil Banca. La banca di credito cooperativo presente a Modena, Bologna e Ferrara è stata fondata nel 1895. -

Modena, 11 dicembre 2015

Emil Banca festeggia 120 anni di vita con una donazione di 15 mila euro all'Ant (Associazione nazionale tumori). I soci della banca di credito cooperativo presente a Modena, Bologna e Ferrara hanno donato circa 7.500 euro durante il concerto organizzato nei giorni scorsi a Bologna per celebrare il 120 esimo anniversario della banca, fondata nel 1895 a Baricella. La cifra raccolta in sala è stata poi raddoppiata da Emil Banca. Il presidente dell'istituto Giulio Magagni e il direttore generale Daniele Ravaglia hanno consegnato l'assegno di 15 mila euro a Raffaella Pannuti, presidente della Fondazione Ant. Tra Ant ed Emil Banca esiste da anni un rapporto di reciproca collaborazione. Quest'anno sono stati oltre 200 i soci Emil Banca che si sono sottoposti a esami diagnostici salvavita gratuiti su melanoma e tiroide presso le strutture e i medici dell'Ant.

(Fonte: ufficio stampa Confcooperative MO)

Mercoledì, 09 Dicembre 2015 10:54

Cantina di S. Croce di Carpi produce il Pignoletto

Per la prima volta nella sua storia la Cantina di S. Croce con sede a Carpi ha deciso di produrre anche il Pignoletto. Il prodotto, rivolto a un mercato prevalentemente locale, completa la gamma della cooperativa vitivinicola, formata da Lambrusco Salamino, di Sorbara, Grasparossa e Lancellotta. -

Modena, 9 dicembre 2015

Specializzata da oltre cent'anni nella produzione del Lambrusco, per la prima volta nella sua storia la Cantina di S. Croce con sede a Carpi ha deciso di produrre anche il Pignoletto. Il nuovo prodotto – un Pignoletto Doc frizzante - è stato presentato ai clienti con una degustazione. La nuova bottiglia è il risultato dell'uva conferita da un ristretto numero di soci della Cantina di S. Croce che un paio d'anni fa hanno impiantato dei vigneti a Pignoletto. Nei prossimi anni è previsto un aumento del conferimento di uve a Pignoletto e, quindi, della produzione di questo vino. Il prodotto, rivolto a un mercato prevalentemente locale, completa la gamma della cooperativa vitivinicola, formata da Lambrusco Salamino, di Sorbara, Grasparossa e Lancellotta. Ricordiamo che quattro mesi fa la Cantina di S. Croce, aderente a Confcooperative Modena, ha inaugurato i nuovi impianti per i quali ha investito due milioni di euro. Fondata nel 1907, la cantina conta oltre 300 soci e ha una potenzialità di lavorazione annua superiore ai 150 mila quintali di uva.

(Fonte: ufficio stampa Confcooperative MO)

Non accenna a rallentare la crisi del latte. Ancora in discesa, per la quarta settimana consecutiva, i listini del latte spot. Burro e crema stazionari. Le prossime festività dovrebbero contribuire a fare recuperare quotazioni al Parmigiano Reggiano.

di Virgilio Parma, 9 dicembre 2015

LATTE SPOT Non s'arresta la caduta del latte. Alla borsa scaligera il latte crudo spot nazionale replica la flessione della scorsa settimana e consolida la flessione negativa che ormai prosegue da un mese (-2,17%). Analogo andamento ha riguardato anche il latte intero pastorizzato di provenienza estera (-2,36%) mentre è precipitato (-11,11%) il latte scremato pastorizzato spot estero. Nello specifico quindi il latte nazionale si è collocato tra 34,02 e 35,57€/100 litri di latte, l'intero pastorizzato spot estero tra 31,45 e 32,48€/100 litri e infine lo scremato estero 16,04-17,08€/100 litri di latte.

BURRO E PANNA Nessuna quotazione rilevata a Milano lo scorso lunedì 7 dicembre. Invece, come era prevedibile, a Parma lo zangolato ha ceduto 5 centesimi adeguando quindi il listino alla quotazione di Reggio Emilia di martedì scorso. Invariato il listino veronese relativamente alla crema a uso alimentare.

Borsa di Milano 30 novembre:
BURRO CEE: 2,80€/Kg
BURRO CENTRIFUGA: 2,95€/Kg.
BURRO PASTORIZZATO: 1,95€/Kg.
BURRO ZANGOLATO: 1,75€/Kg.
CREMA A USO ALIMENTARE: 1,52€/Kg.

Borsa Verona 7 dicembre:
PANNA CENTRIFUGA A USO ALIMENTARE: 1,50-1,55 €/Kg.

Borsa di Parma 4 dicembre:
BURRO ZANGOLATO: 1,35€/kg.
Borsa di Reggio Emilia 01 dicembre
BURRO ZANGOLATO: 1,35 - 1,35€/kg.

GRANA PADANO Nessuna quotazione a Milano e perciò sono confermati, almeno formalmente, i listini della scorsa settimana.
Per memoria riportiamo le ultime quotazioni rilevate: 6,35-6,45 €/kg per il 9 mesi di stagionatura e 7,10-7,75 €/kg per il 15 mesi e oltre di invecchiamento.

PARMIGIANO REGGIANO Vitalità ritrovata in extremis per il Re dei formaggi. Ulteriori 10 centesimi guadagnati dal 24 mesi di stagionatura e solo 5 per il 12 mesi di invecchiamento.
Nello specifico, alla borsa di riferimento comprensoriale di Parma, il 12 mesi è stato quotato 7,70-8,00€/Kg e il 24 mesi di stagionatura tra 8,80 e 9,10€/Kg.

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Martedì, 08 Dicembre 2015 07:30

Dopo 9 anni, in ripresa anche i consumi interni

Per l'export di food made in Italy record storico nel 2015: 29,6 miliardi, Parma fa registrare un +3%, Emilia-Romagna al quinto posto per crescita. I dolci natalizi italiani "volano" all'estero: + 10,2% in 1 anno

Nella classifica delle regioni con il maggiore aumento di export alimentare nei primi sei mesi del 2015, l'Emilia-Romagna si piazza al quinto posto con un più 4,7%, prima è la Toscana con +18,4%, seguono Campania, con +14,8%, Veneto (+11,9%) e Piemonte (+5,1%). Questi dati emergano da un'analisi dell'Ufficio studi di Confartigianato che ha analizzato anche la dinamica dell'export del settore alimentare nelle 30 principali province italiane. Il record di crescita è per Napoli (+36,1%) e Bergamo (+26,1%). Sono quattro le città emiliano-romagnole che fanno registrare un segno positivo: Bologna al sesto posto con un +13,7%, Modena con +7,7%, Parma con +3% e Reggio Emilia con +0,8%. In negativo invece Ravenna con -8,1%.

«Queste sono certamente buone notizie per la nostra città e complessivamente per la regione, ma i risultati potrebbero essere migliori se ci fosse una maggior tutela del 'Made in Italy'. Basta pensare a quanto vale il giro d'affari degli alimenti che pur essendo non prodotti in Italia ingannano i consumatori con vari stratagemmi – afferma Leonardo Cassinelli, presidente di Confartigianato Imprese Apla Parma. In ogni caso sono ripartiti i consumi interni e questo non può che far ben sperare per la ripresa».

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Secondo l'Ufficio studi di Confartigianato a far crescere la passione degli stranieri per i nostri prodotti della buona tavola è anche il numero di specialità alimentari italiane riconosciute e tutelate dall'Unione Europea con i marchi Dop, Igp e Stg. L'Italia è leader nell'Ue per quantità di prodotti difesi da questi marchi di qualità: ben 277, vale a dire un quinto (21,5%) del totale dei prodotti di qualità europei.

In ripresa, dopo 9 anni, anche i consumi interni: le vendite di alimentari nei primi 9 mesi del 2015 registrano una crescita dello 0,5%, per la prima volta dal 2006. Le festività natalizie, stimolano gli acquisti: i consumi di alimenti, a dicembre, mostrano un valore di 15,2 miliardi, vale a dire 2,6 miliardi in più (+21,2%) rispetto alla media dei consumi mensili di tutto l'anno.

E se la qualità non si discute, i prezzi rimangono sotto controllo: Confartigianato fa rilevare che a ottobre 2015, a fronte di una crescita dei prezzi dei prodotti alimentari del 2%, i prezzi dei prodotti di pasticceria fresca crescono dell'1%, con una riduzione rispetto all'1,2% di ottobre 2014.

All'estero piacciono sempre di più i dolci natalizi della tradizione artigiana italiana. Nell'ultimo anno, tra panettoni, pandoro, cioccolato e prelibatezze made in Italy, sono volati nel mondo prodotti per un valore di 309,1 milioni di euro, con un aumento del 10,2% rispetto all'anno precedente.

Confartigianato ha stilato una classifica dei Paesi più 'golosi' di prodotti italiani: in testa c'è la Francia, seguita da Germania e Regno Unito. Ma l'exploit di crescita nel 2015 si registra negli Stati Uniti che hanno comprato il 45,5% di dolci in più rispetto al 2014. Secondo il rapporto di Confartigianato l'aumento dell'export di specialità natalizie è in linea con il record storico di vendite all'estero di food made in Italy registrato nel 2015: ben 29,6 miliardi.

(Ufficio stampa Confartigianato Imprese Apla Parma - 7 dicembre 2015)

SOMMARIO Anno 14 - n° 49 06 dicembre 2015 - Aboca e l'espansione Bio. Cereali, il mercato lo smuove Draghi. Torna a sorridere il Parmigiano mentre il Latte continua a soffrire. Il blocco Lactalis porta bene all'AOP Latte Italia. Vino, le novità dal Business Strategies al Wine2wine. 25 anni e ancora tanta voglia di mettersi in gioco da leader. Tra Passato e Futuro. Ekoclub: basta con le immissioni incontrollate di lepri sul nostro territorio.

(in allegato il formato pdf scaricabile)

1.1 editoriale Aboca e l'espansione bio.
2.1 cereali Mercati internazionali. Lo scrollone di Draghi
3.1 cereali Mercati dei cereali. Parola d'ordine: stabilità
4.1 Lattiero caseario Torna a sorridere il "parmigiano"
5.1 parmigiano reggiano Parmigiano Reggiano, scorte finalmente in flessione e attesa per l'impennata di vendite natalizie.
5.2 vino Vino, De Castro: su liberalizzazioni meno preoccupati dopo impegno con Hogan.
5.3 vino e ocm Vino, Boscaini (federvini) su OCM promozione gravi ritardi, imprese e importatori preoccupati.
6.1 vino e testo unico Vino, Sani: formula legislativa semplificata per il testo unico del vino
6.2 latte e aop L'AOP Latte Italia ha avuto un ruolo determinante durante il blocco di Lactalis. 5.000 quintali di latte raccolti in un solo giorno
6.3 vino e etichettatura Vino: Santandrea (ACI Agroalimentare): istituzioni al fianco dei produttori sul dossier etichettatura
7.1 agromercati Overview sui mercati: segnali di recupero nel settore bovino.
8.1 lavoro 25 anni e ancora tanta voglia di mettersi in gioco da leader. Tra Passato e Futuro.
9.1 ambiente Ekoclub: basta con le immissioni incontrollate di lepri sul nostro territorio
10.1 promozioni "vino" e partners

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La difficile convivenza tra "Bio" e "No Bio". Valentino Mercati, patron di Aboca azienda specializzata in prodotti officinali "Bio" di Sansepolcro, denuncia la difficoltà di produrre, seguendo i rigorosi disciplinari di agricoltura biologica, negli ambienti ove la agricoltura convenzionale fa uso massiccio di prodotti chimici.

di Virgilio Parma, 6 dicembre 2015.
Si è appena concluso il summit di Parigi tutto dedicato al clima #Cop21 e, al di là delle buone intenzioni, quello che è evidente è il precario stato di salute del pianeta. Senza pensare ai catastrofici scenari che, dopo ogni summit, vengono diffusi è fuori dubbio che occorre un progetto globale per riportare indietro la lancetta del tempo.

Il riscaldamento dell'atmosfera, sostengono gli scienziati, è stato di 2 gradi rispetto il periodo preindustriale e, considerando che il differenziale termico che ha condotto all'ultima glaciazione è stato di 5 gradi si può ben comprendere quanto sia importante procedere con un programma di "modernizzazione" degli impianti ma anche delle piccole e grandi consuetudini che coinvolge ciascuno di noi per i prossimi 20 anni.

Molto probabilmente anche le produzioni zootecniche entreranno nel mirino della riduzione delle emissioni e la agricoltura convenzionale dovrà anch'essa adattarsi alla nuova era.

La pratica dell'agricoltura biologica è già indirizzata a questo cambiamento appartenendo infatti a quelle misure orientate alla salvaguardia ambientale e non invece, come comunemente viene ritenuto, a una qualificazione del prodotto in quanto tale che, per entrambe delle modalità di coltivazione adottate, deve essere rispettata.
Ma si sa, l'aria ha molta difficoltà a rispettare i confini e, in balia delle correnti, funge da vettore traslocando dal polline ai virus e qualsiasi altro agente chimico che fosse stato disperso nell'aria.

Ecco quindi che le molecole chimiche possono essere facilmente rinvenute nelle produzioni "Bio" coltivate a poche centinaia di metri dalle produzioni ottenute con pratiche di agricoltura tradizionale.

Ed è su questo fattore che si incentra lo sfogo di Valentino Mercati, fondatore di Aboca, azienda toscana che fonda la sua reputazione proprio sulla rigorosa applicazione della agricoltura biologica, riportato nei giorni scorsi da repubblica.it
Come infatti riportato nell'articolo di Maurizio Bologni del 30 novembre scorso dal titolo "Lo schiaffo di Aboca: "Troppi pesticidi nelle terre toscane, ce ne andiamo"", intervenendo a Città di Castello a un convegno su tabacco e territori biologici, il patron di Aboca avrebbe gelato la platea sostenendo che «Siamo circondati da coltivazioni come quella del tabacco ad alto tasso di uso di pesticidi e chimica, incompatibili con le nostre produzioni rigorosamente biologiche» e in seguito avrebbe aggiunto che «Le regole ci sono, ma in agricoltura spesso non vengono rispettate, Comuni e Asl non intervengono».

In sintesi sarebbero queste le principali motivazioni che avrebbero indotto l'azienda toscana a espandersi con le coltivazioni biologiche addirittura in Marocco.
Una scelta strategica che è stata ben delineata anche da un comunicato stampa della azienda stessa che di seguito riproponiamo integralmente.

Menta Bio AceroBio
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Aboca e la ricerca di nuove coltivazioni biologiche
Nel merito del dibattito sull'ipotesi espressa dal Presidente di Aboca S.p.A. Società Agricola, Valentino Mercati, di delocalizzare la produzione agricola dalla Valtiberina in altre parti d'Italia e del mondo va sottolineata la particolare posizione del Gruppo nel contesto mondiale.

Aboca è infatti una grande azienda agricola che conta oltre 800 dipendenti e un fatturato previsto per il 2015 di circa 120 milioni di euro (180 milioni di euro previsti nel 2016) e che ottiene dall'agricoltura biologica i complessi molecolari vegetali per il settore farmaceutico in cui opera attraverso processi di trasformazione ad elevata tecnologia.
A supporto delle crescite previste il Gruppo prevede investimenti per adeguamenti produttivi per oltre 40 milioni di euro nei prossimi tre anni, tutti concentrati nello sviluppo del sito produttivo di Pistrino di Citerna in Valtiberina.

Di pari passo si pone il problema di adeguare la produzione agricola per continuare a garantire la qualità delle materie prime e ciò comporta la necessità di poter pianificare l'espansione delle coltivazioni in aree di produzione agricola difese dall'inquinamento esterno sia dell'aria che delle acque e in zone dove il substrato dei suoli abbia un equilibrio di microflora e microfauna tali da assicurare il perfetto metabolismo delle sostanze vegetali in coltivazione.
Queste particolari esigenze pedologiche possono essere soddisfatte solo se le singole unità di coltivazione si estendono per almeno 100 ettari al fine che possano essere difese da inquinanti esterni.

La possibilità di ampliamento, nel territorio valtiberino, non è possibile date le limitate aree territoriali disponibili per l'agricoltura biologica. Nasce da qui l'intenzione di incrementare lo spostamento delle coltivazioni sia in Valdichiana sia in altre parti del mondo.

La ricerca di questi nuovi terreni si sviluppa su due indirizzi.

Da una parte riuscire a coltivare su grandi superfici con tecniche di agricoltura avanzata, dall'altra riuscire a utilizzare terreni non contaminati da OGM né da inquinanti chimici. Queste sono due esigenze contrapposte, ovvero trovare terreni non inquinati e disporre di manodopera specializzata di cui l'agricoltura biologica necessita, ed è proprio questo quello che Aboca sta cercando di fare.

L'intento dell'azienda è infatti di eliminare l'impatto chimico nell'agricoltura italiana perché questa è la prima leva per il successo economico di questa attività nel mondo.
Il successo internazionale che l'Italia sta avendo con le sue produzioni biologiche lo stanno dimostrando.

Domenica, 06 Dicembre 2015 10:15

Mercati internazionali. Lo scrollone di Draghi

Dopo le dichiarazioni di Draghi l'euro si rafforza sul dollaro. In attesa delle mosse della Yellen, presidente della Federal Reserve, il cui annuncio è atteso tra il 16 e il 18 dicembre, i mercati sembrano avere subito un risveglio dal letargo delle ultime settimane.

di Mario Boggini e Virgilio - Milano, 4 dicembre 2015 -
A turbare la calma dei mercati cerealicoli ci ha pensato il Governatore della BCE Mario Draghi con la conferma del QE (Quantitative Easing) sino al marzo 2017 e contestualmente la BCE ha deciso per il taglio del -0,3% dei tassi sui depositi. Un annuncio che ha scosso i mercati innescando immediatamente il rafforzamento dell'euro sul dollaro che ha raggiunto quota 1,09080 nella giornata odierna.

La farina di soia, su base annua, per il 2016 quotava 325 nella giornata di giovedi per la 44 e 333 per la proteica normale 46,50%. Sono state realizzate operazioni sul 2017 con la proteica a 340 in partenza dal porto di Ravenna.

Mercato nazionale
Nessuna particolare novità per quanto riguarda il mercato interno i cui segnali positivi sono limitati al settore bioenergetico dove continuano a tenere banco il Glicerolo e le Oleine. Da segnalare inoltre una presenza consistente di grano duro deteriorato e declassato a uso energetico, per il cui utilizzo occorre rispettare rigorose procedure burocratiche.

Indicatori internazionali
l'Indice dei noli è in flessione negativo a 574 punti, il petrolio cede altri 40 centesimi 41,20 $/barile e il cambio schizza a 1,09080.

MP 4dic15

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(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.

Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore. 

Officina Commerciale Commodities srl - Milano

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Il coordinatore S&D della Commissione Agricoltura e Sviluppo rurale del Parlamento Europeo interviene al convegno Business Strategies al Wine2wine di Veronafiere: E' assolutamente necessario mantenere il livello di protezione delle denominazioni.

Verona, 2 dicembre 2015. "È chiaro che i nostri amici spagnoli e portoghesi vedono con interesse la possibilità di prendersi le nostre quote di mercato, ma stiamo lavorando perché ciò non avvenga e sembra che l'impegno preso dal commissario Hogan abbia ridotto questo rischio, anche se manteniamo la massima allerta".

Così, in riferimento alla proposta di liberalizzazione dei nomi dei vini identitari, è intervenuto oggi il coordinatore S&D Commissione Agricoltura e sviluppo rurale del Parlamento Europeo, Paolo De Castro, durante il convegno Business Strategies al Wine2wine di Veronafiere. "È assolutamente necessario – ha proseguito De Castro – mantenere il livello di protezione delle denominazioni fino ad oggi garantito. Il sistema Italia si deve muovere compatto, attivarsi per evitare che questa deriva liberista possa mettere in discussione gli sforzi di investimento fatti dai nostri consorzi".

Al seminario Business Strategies De Castro ha poi concluso con un plauso al viceministro Calenda per il "lavoro straordinario svolto con il piano straordinario Made in Italy" e sull'importanza del progetto di legge a firma del presidente della Commissione Agricoltura della Camera, Luca Sani, per il riconoscimento del vino quale patrimonio culturale: "anche perché a Bruxelles stiamo cercando di controbattere a una vera e propria deriva tra uso e abuso di alcool secondo un approccio nordeuropeo".
(Fonte Verona Fiere)

Domenica, 06 Dicembre 2015 09:15

Vino, imprese e importatori preoccupati

Vino, Boscaini (federvini) su OCM promozione gravi ritardi, imprese e importatori preoccupati. "La promozione deve avere le gambe lunghe, ma noi ne abbiamo una zoppa e così non siamo in grado di comunicare il nostro vino, al contrario degli altri Paesi europei".

Verona, 2 dicembre 2015. Lo ha detto, in merito al prossimo decreto sui fondi Ocm promozione, il presidente di Federvini, Sandro Boscaini, intervenendo al convegno Business Strategies di Wine2wine. "Dobbiamo essere messi nelle condizioni di spendere bene i soldi a noi destinati – ha proseguito il presidente dei produttori italiani –, così come lo fanno Francia, Germania, Spagna e Portogallo. Purtroppo non è così e mi dispiace che oggi il Mipaaf non sia presente a questo convegno. Le nostre aziende sono molto preoccupate per l'iter del decreto che già quest'anno ha preso il via con 8 mesi di ritardo. In questo momento – ha concluso il presidente – le imprese non sono in grado di dire cosa avranno a disposizione e pianificare l'investimento. Tutto questo rende incredibilmente difficile fare proposte e soprattutto rende sgomenti gli importatori che trattano allo stesso tempo con i nostri colleghi europei, che conoscono i programmi con mesi di anticipo rispetto a noi".
(Fonte Verona Fiere)

"Abbiamo raggiunto un testo unico base e dal prossimo anno il registro unico sarà una realtà" . Lo ha annunciato il Luca Sani, presidente della Commissione Agricoltura della Camera in occasione del convegno Strategies del Wine2wine di Veronafiere.

Verona, 2 dicembre 2015. "La prossima settimana il Testo Unico del vino passerà all'esame della Commissione Agricoltura e c'è la volontà di procedere all'approvazione attraverso la formula semplificata della legislativa". Lo ha dichiarato oggi al convegno Business Strategies del Wine2wine di Veronafiere il presidente Commissione Agricoltura della Camera, Luca Sani. "Abbiamo raggiunto un testo base – ha proseguito il presidente – e dal prossimo anno il registro unico sarà una realtà. Occorre investire su questo settore, per quello che rappresenta per il made in Italy e per l'agroalimentare più in generale".

Ma il provvedimento non parlerà solo di promozione in senso stretto: "Vogliamo inserire il riconoscimento del vino come patrimonio culturale del Paese. Il riconoscimento simbolico è già importante per un Paese con il bagaglio storico culturale come l'Italia, ma questa misura si ripercuote anche nell'inserimento dell'insegnamento di questa materia nei percorsi scolastici di attinenza al settore e nella distinzione del vino dagli altri alcolici – ha concluso Sani –. Dobbiamo pensare un programma di educazione al bere che parli di cultura e di ciò che il vino racconta della storia del nostro Paese".
(Fonte Verona Fiere)

Ottolini (AOP Latte Italia): Ora vogliamo crescere, siamo aperti ad altre OP italiane. Baldrighi (Grana Padano): programmazione fondamentale, AOP ruolo chiave in questo processo.

Montichiari (BS), 2 dicembre 2015. "Durante il blocco messo in atto da Lactalis, Latte Italia ha raccolto 5mila quintali di latte in un giorno, dimostrando il ruolo strategico di questa aggregazione nella gestione dei periodi di crisi". Lo ha detto oggi a Montichiari il direttore di AOP Latte Italia, Marco Ottolini, durante la prima assemblea programmatica dell'associazione di organizzazioni di produttori dell'Alleanza delle Cooperative agroalimentari che con 1 milione di tonnellate di latte/anno produce da sola oltre il 10% del latte italiano. "Puntiamo a crescere – ha aggiunto Ottolini - arrivando entro il prossimo triennio almeno a 2 milioni di tonnellate di latte gestito. Siamo perciò aperti ad altre OP italiane che vogliono condividere con noi questo percorso".

Ttip, accordi di filiera, programmazione produttiva e campagne di comunicazione per il consumo. Questi i temi al centro del dibattito di oggi che ha visto un'importante partecipazione ai lavori assembleari della prima grande AOP del settore, che raccoglie il latte di mille produttori conferitori, assieme agli assessori all'Agricoltura della Lombardia, Gianni Fava e del Piemonte, Giorgio Ferrero. Presenti in rappresentanza dell'Alleanza delle Cooperative agroalimentari, il presidente del consorzio Grana Padano, Cesare Baldrighi, il presidente del Gruppo Latte di Copa-Cogeca, Tommaso Mario Abrate, il vicepresidente nazionale di Fedagri-Confcooperative, Fabio Perini.

Ai lavori era presente anche il vicepresidente nazionale di Coldiretti, Ettore Pradini. 

"La programmazione produttiva è fondamentale per il settore. Siamo certi che strumenti come questa AOP possono entrare in pieno nel processo di programmazione, ad esempio con l'impegno a ritirare il latte in eccesso che non va alla produzione dei formaggi dop".

Questo il commento del presidente del consorzio Grana Padano, Cesare Baldrighi, intervenuto all'assemblea. A chiedere invece "un maggiore coinvolgimento della grande distribuzione organizzata negli accordi di filiera" è il presidente del Gruppo Latte di Copa-Cogeca, Tommaso Mario Abrate, mentre per il vicepresidente nazionale di Fedagri-Confcooperative, Fabio Perini, "occorre trovare la giusta remunerazione in tutta la filiera per dare poi un risultato al consumatore‎. Ciò si ottiene anche con la trasparenza nei rapporti".
Urgenti infine per l'assessore all'Agricoltura della Regione Lombardia, Gianni Fava, soluzioni strutturali per il settore: "Bisogna destinare le risorse comunitarie per misure di tutela del reddito come le assicurazioni, le soluzioni tampone servono a poco".
(Fonte Alleanza delle Cooperative Italiane)

Ruenza Santandrea (alleanza delle cooperative italiane) dichiara la propria soddisfazione per le iniziative messe in campo dai due rami del Parlamento. "E' segno - sottolinea la coordinatrice del settore vitivinicolo - che le istituzioni italiane si stanno via via mobilitando al fianco dei produttori sul dossier etichettatura."

Roma, 2 dicembre 2015. "Positive le iniziative messe in campo oggi dai due rami del Parlamento, a cominciare dalla risoluzione presentata dall'onorevole Fiorio e continuando con l'audizione informale dell'ufficio di Presidenza della Commissione Agricoltura del Senato sulla tutela della denominazione del vino Lambrusco. E' segno che le istituzioni italiane si stanno via via mobilitando al fianco dei produttori sul dossier etichettatura". Così la coordinatrice del settore vitivinicolo dell'Alleanza delle Cooperative agroalimentari, Ruenza Santandrea, in merito al dossier sull'etichettatura dei vini europei, tra le cui pieghe si nasconderebbe una deregolamentazione della disciplina vitivinicola, con il pericolo di vedere banalizzati alcuni dei quei principi su cui si è retta fino ad oggi la forza del nostro settore vitivinicolo.

"L'augurio – ha proseguito Santandrea - è che le iniziative messe in campo quest'oggi, che seguono quanto fatto dal ministero dell'Agricoltura già nel mese di luglio scorso e dal coordinatore per il gruppo S&D della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo, Paolo De Castro, la scorsa settimana durante un colloquio con il Commissario all'agricoltura Phil Hogan – ha concluso - diano forza al nostro governo per far sentire con determinazione le ragioni del mondo vitivinicolo italiano sui tavoli europei"
(Fonte Alleanza delle Cooperative Italiane)

Segnali di riequilibrio nel mercato dei bovini dopo lo shock causato dal crollo dei consumi. In recupero anche i formaggi grana mentre il settore cerealicolo non manifesta novità rilevanti. Oli extravergine ancora orientati al ribasso.

Roma, novembre 2015

Il graduale ritorno alla normalità, dopo lo shock causato dal crollo dei consumi delle scorse settimane, sta riportando in equilibrio il mercato nazionale dei bovini, che in alcuni casi, specificamente per i vitelloni delle razze autoctone, ha fatto anche segnare un leggero recupero delle quotazioni.

Lo rileva l'Ismea nell'Overview sui mercati agroalimentari di questa settimana, aggiungendo che di "new normal" si può sicuramente parlare nel circuito del ristallo che, dopo l'emergenza Blue tongue in Francia, sta registrando adesso volumi di scambio più regolari e prezzi in graduale assestamento. Per i broutard le quotazioni mostrano una progressiva riduzione rispetto ai livelli delle scorse settimane. Mentre il calo del bestiame da macello e dei principali tagli, associato all'allarme Oms, sembra ormai rientrato, in un mercato che sconta nelle aspettative degli operatori un miglioramento da qui a fine anno. Resta al contrario piuttosto debole il comparto suino, con prezzi che mostrano una direzione ancora ribassista sia per i suinetti da ristallo che per i capi da macello, influenzati anche da un'offerta estera pressante. La previsione di una flessione dei prezzi per alcuni tagli industriali sta influenzando le aspettative anche sul circuito del vivo, riducendo le possibilità di una ripresa delle quotazioni, mentre il quadro congiunturale resta fortemente sbilanciato dal lato dell'offerta per gli avicoli, che continuano ad accusare diffusi ribassi sia per il vivo che per le carni, anche nella prospettiva di breve termine.

Negativo il mercato delle uova, con qualche accenno di ripresa (ma sotto le aspettative) solo per i piccoli calibri destinati al circuito industriale. Anche i prezzi dei conigli registrano diffusi cedimenti sulle principali piazze nazionali determinati in questo caso da una domanda più debole dopo gli alti prezzi raggiunti le scorse settimane.
Appare in netto ritardo la campagna di commercializzazione degli ovicaprini, in un mercato ancora debole ma in progressivo miglioramento nella previsione a breve.

Per quanto riguarda i lattiero-caseari, i formaggi grana stanno recuperando alcune posizioni ed è prevedibile che l'intonazione positiva del mercato prosegua fino al termine dell'anno. I consumi interni confermano un andamento stagnante e l'unica leva resta quella dell'export, soprattutto verso gli Usa.

Circa i prodotti ortofrutticoli, il repentino abbassamento delle temperature ha impresso una spinta al rialzo ai prezzi degli ortaggi in serra (principalmente zucchine, pomodori e melanzane). Per quanto concerne le principali ortive di stagione (cavolfiori, finocchi, broccoli ed ortaggi a foglia) il clima freddo non ha determinato significative variazioni dei listini in quanto il mercato sta riassorbendo l'eccesso di offerta che si era verificato nelle scorse settimane. Per i prossimi giorni sono attese variazioni positive dei prezzi anche degli ortaggi di pieno campo.

Nel comparto frutticolo non si registrano movimenti di rilievo sui prezzi di mele e pere, mentre l'eccesso d'offerta, con una discreta interferenza anche del prodotto cileno, sta influenzando negativamente la campagna di commercializzazione del kiwi, in un mercato piuttosto critico anche per i loti.
Per le ultime partite di uva da tavola i prezzi rimangono stabili sulle quotazioni dell'ottava precedente, soprattutto per le provenienze metapontine. E' probabile che si arrivi a fine anno con volumi più contenuti rispetto alla media stagionale, una prospettiva che potrebbe alzare il livello dei prezzi in coincidenza con le festività di fine anno.

Tra i cereali, non emergono novità di rilievo sul circuito dei frumenti, mentre mais e semi di soia riflettono, nei ribassi di questi giorni, le dinamiche in atto sui mercati internazionali.

Nel comparto vinicolo non migliorano le aspettative per i vini comuni, quanto meno nell'ottica di un recupero del terreno perso nella scorsa campagna.
Restano chiaramente orientati al ribasso i prezzi degli oli di oliva sia extravergini che raffinati, mentre nel comparto floricolo gli operatori si mostrano fiduciosi per il ponte dell'Immacolata, in un mercato che resta al momento stazionario.

(Fonte ismeaservizi Roma, 30 novembre 2015)

Nonostante si registrino, oramai da tanti anni, notevoli e gravi danni ambientali, riferiti maggiormente al settore agricolo e causati dalle continue immissioni di esemplari di lepri sul territorio, l'ATC, l'Ambito Territoriale di Caccia di Brindisi – A, con un provvedimento del suo Commissario ad Acta, prof. Luigi Argentieri, ha indetto un bando di gara per l'acquisto di lepri per una spesa complessiva di 100 mila Euro.


Non solo tale decisione continua a penalizzare, dal punto di vista ambientale, il settore agricolo del nostro territorio, perché le lepri si nutrono dei frutti del raccolto dei coltivatori brindisini. ma non è in linea con un corretto percorso procedurale e normativo, dal momento che l'ATC non puo' ragionare in maniera autonoma su questo aspetto, ma deve rifarsi ad atti regolamentari e di indirizzo della Provincia di Brindisi, con riferimento alle attività di controllo extracalendario su specie faunistiche cacciabili che determinano danni all'agricoltura.
Non ci risulta, infatti, che tali procedure siano state attivate da parte della stessa Provincia, né che siano state effettuate indagini conoscitive per capire la reale situazione della presenza di lepri nel territorio brindisino. Da stime non ufficiali pare che ve ne siano 1000, appartenenti soprattutto a specie non autoctone.


Al di là del puro e gravissimo danno ambientale all'interno del Parco delle Saline di Punta della Contesa, causa di tantissime richieste di risarcimento danni da parte degli agricoltori, le lepri costituiscono un pericolo anche per la circolazione stradale, poiché molti esemplari arrivano in città, in particolare nella zona industriale, attraversando strade ad alta percorrenza veicolare.
Anche la Regione Puglia, con un investimento di 460mila euro, ha attivato alcune misure per contenere i programmi di immissione di lepri nel Parco di Punta della Contessa, come la realizzazione di una recinzione comprensoriale sui territori del parco che presentano una maggiore densità di lepri, il posizionamento di dissuasori di tipo olfattivo a base di proteine animali; l'attuazione di un piano di prelievo e successivo spostamento degli esemplari in territori esterni al parco, e tanti altri provvedimenti.


Nonostante tutto questo, il Commissario ad acta dell'ATC di Brindisi persevera nel ripopolare di lepri il territorio brindisino in maniera incontrollata. In virtù di tutto ciò, visto che i contadini continuano a lamentarsi per danni che subiscono, che gli animalisti e gli ambientalisti intervengono puntualmente con denunce all'Autorità Giudiziaria, che gli enti locali non sanno che fare, chiediamo a viva voce, interessando l'opinione pubblica, che si ponga definitivamente un freno a questi acquisti dissennati di lepri, condotti dall'ATC Brindisi al di fuori di ogni regola e sempre con i soldi della comunità.

COMUNICATO STAMPA EKOCLUB (Brindisi, 1 dicembre 2015)

Venerdì, 04 Dicembre 2015 09:16

Carpi, UniCredit inaugura la sua filiale 2.0

La banca ha inaugurato l'agenzia di piazza dei Martiri che si caratterizza per innovazione tecnologica, design e marketing esperienziale per servizi alla clientela più funzionali e interattivi. All'evento di inaugurazione hanno partecipato Stefano Giorgini, Regional Manager Centro Nord UniCredit; Letizia Sandri, Responsabile dell'Area Commerciale Carpi UniCredit; ed Enrico Gelati, Direttore di Distretto Carpi Piazza Martiri. -

Carpi, 4 dicembre 2015 -

Accessibilità, trasparenza e innovazione. Sono questi i concetti chiave alla base del progetto di rinnovamento dell'agenzia UniCredit di piazza dei Martiri, a Carpi, inaugurata dopo i recenti lavori di ristrutturazione.
Il restyling di questa agenzia rientra in un piano di investimenti destinato in tre anni a rinnovare circa 1.500 punti vendita del gruppo UniCredit in Italia, ed è un punto cardine del progetto 'Open', nuovo modello di servizio delle rete commerciale della banca.

All'evento di inaugurazione hanno partecipato Stefano Giorgini, Regional Manager Centro Nord UniCredit; Letizia Sandri, Responsabile dell'Area Commerciale Carpi UniCredit; ed Enrico Gelati, Direttore di Distretto Carpi Piazza Martiri.

"Siamo partiti dall'osservazione dei mutati comportamenti dei clienti per strutturare un modello di servizio in grado di accoglierli e accompagnarli dal momento in cui decidono di varcare le soglie dell'agenzia a quando escono - ha spiegato Stefano Giorgini - Abbiamo quindi riunito in questa nuova agenzia il risultato di oltre 20 progetti di ricerca e innovazione portati avanti in questi ultimi anni". Massima funzionalità dei servizi e alti livelli di consulenza personalizzata sono le leve su cui puntiamo per crescere sul territorio carpigiano".

"Massima funzionalità dei servizi e alti livelli di consulenza personalizzata – hanno sottolineato Letizia Sandri ed Enrico Gelati - sono le leve su cui puntiamo per crescere sul territorio carpigiano".

Nella nuova agenzia UniCredit di piazza dei Martiri 3, a Carpi è in servizio un team composto da 28 persone. La filiale è dotata di un'area self service esterna, aperta 24 ore su 24, 7 giorni su 7 e offre la disponibilità di utilizzare 2 bancomat evoluti che, oltre alle consuete operazioni di prelievo e a quelle di versamento di contanti e assegni, consentono anche di accedere a diverse funzioni di pagamento, e 1 bancomat cash out fronte strada. Gli ATM saranno inoltre più semplici da utilizzare grazie alla grafica intuitiva e alla modalità touch; oltre che più veloci grazie anche alla memorizzazione delle abitudini di utilizzo del bancomat da parte del possessore della carta, cui viene proposto nella prima schermata di scegliere con un solo click tra gli importi più frequentemente prelevati. I clienti UniCredit, inoltre, potranno attraverso i nuovi Atm accedere al servizio di Prelievo Smart che consente all'intestatario di conto corrente, collegato in via dispositiva al servizio di banca via Internet, di effettuare una prenotazione per ottenere, presso gli sportelli automatici della Banca (Banco Smart), l'erogazione di contante con addebito sul conto anche senza utilizzo di carte di debito e bancomat.

'Open', infatti, prevede un'evoluzione del ruolo delle filiali che, pur continuando ad essere un pilastro del modello distributivo di UniCredit, si trasformeranno da unico punto di accesso ai servizi bancari a luogo dove avvengono le interazioni più complesse e importanti tra banca e cliente. Il tutto nell'ambito di una sempre maggiore integrazione tra tutti i canali della banca, dall'online banking ai bancomat multifunzione, dal mobile alla consulenza in "remoto" tramite contact center o video room.

Il ridisegno organizzativo della rete è finalizzato ad accrescere il focus commerciale dei dipendenti attivi nelle agenzie, aumentandone la flessibilità, nell'ottica di offrire il massimo supporto consulenziale alla clientela. La tradizionale figura del cassiere viene sostituita da quella di consulenti che si occupano con versatilità dei bisogni di base del cliente promuovendo l'utilizzo dei canali self service e gestendo la cassa per le transazioni più complesse. Tutte le attività di controllo e amministrative, sono gestite centralmente dai ROD (Responsabile Operativo Distretto), così che tutto il personale al lavoro nelle filiali possa dedicarsi completamente al rapporto con il cliente.

Nell'ambito della strategia di sviluppo di servizi innovativi che semplifichino la vita ai clienti, UniCredit ha reso disponibile in tutte le proprie filiali il servizio FirmaMia, che consente al cliente di sottoscrivere contratti e moduli relativi alle più comuni operazioni bancarie in modalità elettronica anziché su carta. Con vantaggi sia in termini di sicurezza, grazie alla verifica immediata delle caratteristiche biometriche della firma, sia di praticità e alleggerimento burocratico.

UniCredit sta investendo, oltre che sulla tecnologia e sul rinnovamento dei propri punti vendita, anche sul rilancio dei business tradizionali (es. mutui e conti correnti) e sullo sviluppo di nuovi business. L'evoluzione del modello distributivo, infatti, prevede anche che le filiali della banca diventino punti vendita di beni e servizi complementari, tradizionalmente non veicolati tramite gli sportelli degli istituti di credito:

Intermediazione immobiliare: "UniCredit Subito Casa" è la nuova società di intermediazione immobiliare del Gruppo UniCredit nata per imprimere un nuovo slancio al settore immobiliare. Operativa dallo scorso 1 luglio in 7 città italiane (Roma, Torino, Bologna, Verona, Bologna, Napoli, Palermo), sta oggi progressivamente diventando attiva sull'intero territorio nazionale. In questo modo nelle filiali di UniCredit vengono offerte alla clientela privata proposte immobiliari e mutui per il loro acquisto, facendo così incontrare domanda e offerta.
Nuovi prodotti: "Subito Banca Store" è un modello di business con cui UniCredit offre nelle proprie Agenzie, in modo continuativo e strutturale, nuovi prodotti in partnership con brand prestigiosi. Ad oggi l'iniziativa ha consentito di vendere circa 215 mila prodotti. Le categorie della offerta riguardano l'Hi Tech, il Business, il Wellness, il Lifestyle e la Casa.
RC Auto: UniCredit, in partnership con Allianz, propone nelle proprie filiali coperture assicurative RC auto per i veicoli dei propri clienti, con l'obiettivo di raggiungere 500mila assicurati.

(Fonte: ufficio stampa Unicredit)

Gli Italiani spendono 10,2 miliardi per raccolta rifiuti: + 22,6% in 5 anni. L'Emilia Romagna è sopra la media al 9° posto della classifica delle regioni con le tariffe più alte. A Parma, l'aumento per gli artigiani, dal 2012 a oggi, è quasi del 20%. -

Parma, 3 dicembre 2015 -

In Italia le tariffe per la raccolta dei rifiuti corrono ben più dell'inflazione: secondo una rilevazione di Confartigianato, negli ultimi cinque anni sono aumentate del 22,6%, vale a dire il 14,6% in più rispetto al tasso di inflazione (+8%) e il 12,8% in più rispetto alla crescita media del costo di questo servizio (+9,8%) registrata nell'eurozona.
Confartigianato ha calcolato il costo del servizio d'igiene urbana per le tasche di famiglie e imprenditori che in media, nel 2014, hanno pagato 168,14 euro pro capite, per un totale di 10,2 miliardi. Ma con una vera e propria impennata negli anni 2012-2015 che si è tradotta in un rincaro del 12,5%, nove volte e mezzo in più della crescita del costo della vita (+1,6%) e con una differenza del 7,4% in più rispetto alla media dei rincari nell'Eurozona fermi al +5,1%.
L'Emilia-Romagna si piazza al 9° posto della classifica delle regioni con le tariffe più alte ed è sopra la media nazionale con 168,51 euro di spesa procapite.
L'ufficio studi Confartigianato Imprese Apla ha analizzato l'andamento delle tariffe, nel Comune di Parma, per categorie specifiche di attività artigianali come acconciatori ed estetiste, falegnami, idraulici, fabbri, elettricisti, carrozzieri, autoriparatori, elettrauto ma anche per le attività industriali con capannoni di produzione. Per ognuna di queste categorie, nel periodo 2012-2015, l'ufficio studi ha registrato un aumento del 19,84%.

«Ci stiamo domandando – ha dichiarato Leonardo Cassinelli, presidente di Confartigianato Imprese Apla Parma - qual è l'azienda che in quattro anni ha aumentato i propri ricavi del 20%, tenuto conto del periodo di recessione vissuto. Ma il servizio di raccolta è stato così migliorato da giustificare un aumento del genere? Per non parlare del fatto che i rincari sono ancora meno giustificati a fronte delle promesse fatte in occasione della costruzione dell'inceneritore che, secondo le teorie di tutti gli enti coinvolti, avrebbe consentito una riduzione consistente delle tariffe. Infine e lo abbiamo più volte ribadito, bisogna chiedersi per quale servizio pagano le imprese, visto che gran parte dei rifiuti che producono vengono smaltiti attraverso canali diversi dal servizio messo a disposizione dal Comune».

(Fonte: Ufficio stampa Confartigianato Imprese Apla Parma)

Unico settore vivace, anche nella settimana in corso, rimane quello energetico. L'indice di cambio prosegue nella direzione del raggiungimento della parità tra Euro e Dollaro statunitense.

di Mario Boggini e Virgilio - Milano, 3 dicembre 2015 -
Sempre calmi sia i mercati nazionali sia quelli internazionali. La costante che accomuna i prodotti è il "non calo" dei prezzi. Deboli le piazze internazionali soprattutto negli Stati Uniti.
La farina di soia, su base annua, per il 2016 quotava 335 nella giornata di martedi per la 44 e 339 per la proteica normale 46,50%. Sono state realizzate operazioni sul 2017 con la proteica a 346 in partenza dal porto di Ravenna.

Mercato nazionale
Come anticipato anche il mercato interno non mostra ancora segnali di particolare vivacità, fatta eccezione per i settore bioenergetico dove continuano a tenere banco il Glicerolo e le Oleine. Da segnalare inoltre una presenza consistente di grano duro deteriorato e declassato a uso energetico, per il cui utilizzo occorre rispettare rigorose procedure burocratiche.

Indicatori internazionali
l'Indice dei noli è in leggera ripresa a 598 punti, il petrolio torna a scendere a 41,60 $/barile e il cambio prosegue la fase discendente verso la parità come alcuni analisti ipotizzano entro fine anno 1,05860 arrivando a sfiorare anche 1,05 nelle scorse ore.

MP 2dic15

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(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.

Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore. 

Officina Commerciale Commodities srl - Milano

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Prosegue la ripresa delle quotazioni (altri 10 cent/kg alla Borsa comprensoriale) e aumentano gli ordini per il prodotto oltre i 18 mesi di stagionatura. Attesa per un'impennata delle vendite nelle festività. le scorte di Parmigiano Reggiano mostrano la prima evidente flessione. -

Reggio Emilia, 2 dicembre 2015 -

Dopo due anni di lievi ma costanti incrementi, le scorte di Parmigiano Reggiano mostrano la prima evidente flessione.
Il riferimento, in particolare, è al prodotto stagionato oltre 18 mesi, per il quale (fonte Si-PR) si registra un calo dell'1,1%; non accadeva dal novembre 2013, quando la flessione fu dello 0,2%.
"Un dato positivo - sottolinea il presidente del Consorzio, Giuseppe Alai - chiaramente determinato da un aumento della richiesta che sta proseguendo e va a consolidare quei dati che a fine ottobre parlavano di un +2,3% delle vendite nella GDO (in netta controtendenza rispetto al calo del 2,9% della vendita di formaggi duri) e di un flusso di esportazioni che a fine agosto risultava in crescita del 7,2% per il prodotto in forme o porzionato e del 14,7% per il grattugiato".
"La flessione delle scorte - prosegue Alai - è a maggior ragione significativa se si considera che si riferisce ad un prodotto marchiato e stagionato oltre 18 mesi, sul quale aumentano complessivamente quegli acquisti che in questi anni si erano già fortemente innalzati per il formaggio a lunga stagionatura (30 mesi e oltre), determinando cambiamenti profondi nella struttura delle scorte".
Alla crescita dei consumi e alla diminuzione del prodotto in stagionatura nei magazzini corrisponde anche un consolidamento della ripresa delle quotazioni all'origine, che già si era manifestata tra le metà di ottobre e la metà di novembre.
"La cautela - sottolinea il presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano - è ancora d'obbligo, ma la Borsa comprensoriale ha registrato un ulteriore incremento di 10 centesimi al chilo venerdì scorso e i segnali che giungono dalle ancor più recenti sedute dei mercati delle province interessate sono ancor più confortanti. Siamo ancora al di sotto di valori in grado di garantire reale redditività ai produttori, ma questo trend, ora accompagnato da una flessione delle scorte finalmente evidente, apre migliori prospettive di ritorno a livelli più soddisfacenti, soprattutto in vista di quelle festività che già lo scorso anno determinarono un sensibile rialzo (+7% rispetto al 2013) delle vendite sul mercato interno".

(Fonte: ufficio stampa Consorzio Parmigiano Reggiano)

Mercoledì, 02 Dicembre 2015 08:32

Torna a sorridere il "parmigiano"

In crisi profonda il latte spot che porta il segno negativo anche in questa 49esima settimana. Non va meglio per il burro che cede 5 centesimi. Creme e Padano rimangono invariati mentre il mercato del Parmigiano Reggiano sembra risvegliarsi.

di Virgilio Parma, 2 dicembre 2015

LATTE SPOT Non c'è pace per il latte. Un'altra settimana al ribasso ha contrassegnato il latte spot in tutte e tre le categorie prese a riferimento. A Verona cede il -2,13% il latte crudo spot nazionale (35,05 - 36,09€/100 litri di latte), il -3,05% il latte intero pastorizzato estero (32,48 - 32,99€/100 litri latte) e infine anche il latte scremato spot estero, dopo molte settimane di stabilità, crolla del -5,26% posizionandosi tra 18,11 e 19,15€/100 litri latte.

BURRO E PANNA Finita la fase di stasi è la volta della discesa. -5 centesimi perduti a Milano in tutte e quattro le categorie sotto osservazione. Regge invece il burro zangolato da panne fresche di Parma, almeno sino a venerdì prossimo quando, molto probabilmente, cederà 5 centesimi per allinearsi  a Reggio Emilia che, nella seduta camerale di ieri, lo zangolato si è adeguato all'andamento del mercato quotando 1,35€/kg (-5 centesimi). Invariate invece le quotazioni delle creme a uso alimentare sia sulla piazza di Milano sia in quella veronese.

Borsa di Milano 30 novembre:
BURRO CEE: 2,80€/Kg
BURRO CENTRIFUGA: 2,95€/Kg.
BURRO PASTORIZZATO: 1,95€/Kg.
BURRO ZANGOLATO: 1,75€/Kg.
CREMA A USO ALIMENTARE: 1,52€/Kg.

Borsa Verona 30 novembre:
PANNA CENTRIFUGA A USO ALIMENTARE: 1,50-1,55 €/Kg.

Borsa di Parma 27 novembre:
BURRO ZANGOLATO: 1,40€/kg.
Borsa di Reggio Emilia 01 dicembre
BURRO ZANGOLATO: 1,35 - 1,35€/kg.

GRANA PADANO Non si è replicato il rimbalzo registrato nella scorsa 48esima settimana per il Grana Padano. Il mercato delle due principali DOP sembra risvegliarsi e, con l'approssimarsi delle festività natalizie, un nuovo incremento potrebbe venire presto trascritto sui mercuriali milanesi. In particolare, le quotazioni si sono così confermate: 6,35-6,45 €/kg per il 9 mesi di stagionatura e 7,10-7,75 €/kg per il 15 mesi e oltre di invecchiamento.

PARMIGIANO REGGIANO A fare da traino alla ripresa dei formaggi duri è il Parmigiano Reggiano che, nell'ultima sessione camerale della borsa merci parmense, ha aggiornato i listini con un ulteriore incremento di 10 centesimi. 7,65 -7,90€/kg e 8,70 - 9,00€/kg i listini della borsa parmense relativamente al 12 e ventiquattro mesi di stagionatura.

 

PRRE 2dic15

A Birmingham, al World Cheese Awards 2015 – con in gara 2727 formaggi da 26 paesi – 28 medaglie ai caseifici della Nazionale del Parmigiano Reggiano con il riconoscimento di Supergold a due caseifici: Agrinascente di Fidenza e Venera Vecchia di Gonzaga. -

Parma, 1 dicembre 2015 –

"Anche quest'anno ci siamo superati; abbiamo messo in campo la squadra più numerosa, oltre il nostro precedente record di partecipazione, e abbiamo ottenuto il più alto numero di medaglie, ben 28, con due Supergold per la Nazionale del Parmigiano Reggiano, che risulta essere così il formaggio più premiato, con riconoscimenti assegnati ai caseifici di tutte le province della nostro comprensorio. Testimonianza dell'impegno e della volontà di tutti i nostri produttori di confrontarsi con altre realtà casearie e di battere tutte le strade per comunicare l'alta qualità del Parmigiano Reggiano". Così ha dichiarato Giuseppe Alai, presidente del Consorzio del Formaggio Parmigiano Reggiano, nel commentare la partecipazione al concorso World Cheese Awards 2015 di 35 caseifici, riuniti nella Nazionale del Parmigiano Reggiano, che hanno portato 78 campioni di formaggio di diverse stagionature per sfidarsi con produttori e distributori da tutto il mondo. Complessivamente erano infatti 2727 i formaggi provenienti da 26 paesi, dall'Australia agli Usa, dal Sud Africa al Nord Europa, giudicati da oltre 250 giurati provenienti da 22 nazioni.

In grande evidenza la prestazione della Nazionale del Parmigiano Reggiano. Infatti il 're dei formaggi' è risultato il formaggio Dop più premiato dell'intero concorso, con 7 ori, 11 argenti e 8 bronzi e soprattutto i due Supergold, assegnati ai caseifici Agrinascente (Fidenza di Parma) e Venera Vecchia (Gonzaga di Mantova). "I lavori della giuria sono stati assai severi in generale su tutti i tavoli – ha spiegato Gabriele Arlotti, ideatore della Nazionale – eppure siamo riusciti a ottenere il 100° trofeo in quasi quindici anni di vita. In più il grande premio sono i due Supergold che, ricordiamo, che si sommano a quello di Granadoro di Cavriago di Reggio Emilia dello scorso anno. Un lavoro di squadra che premia agricoltori, casari e famiglie così apprezzati anche a Birmigham da una platea internazionale".
Il concorso WCA si è svolto all'interno della manifestazione Bbc Good Food Show, in cui era presente uno spazio di promozione e vendita del Parmigiano Reggiano, curato dalla Nazionale in collaborazione col Consorzio, con tre diverse qualità di Parmigiano Reggiano (pianura, montagna, vacche rosse).
"Complimenti a tutti i nostri caseifici partecipanti e grandi congratulazioni ai caseifici Agrinascente e Venera Vecchia – conclude Alai – che nella squadra della Nazionale del Parmigiano Reggiano sono stati selezionati dai giudici, con il riconoscimento di "Supergold", per concorrere alla finalissima con i migliori formaggi del mondo. Siamo orgogliosi di confermare così non solo un primato di presenza e di risultati, ma la testimonianza dei nostri valori che legano il prodotto e i produttori al territorio di origine e che spingono sempre a ricercare alti livelli qualitativi, una volontà recentemente rafforzata dalle decisioni dell'assemblea dei caseifici con le modifiche del disciplinare di produzione".

concorso formaggi parmigiano rid

Di seguito il dettaglio delle 28 medaglie:
Categoria di 18 – 21 mesi:
Medaglia d'Oro per il Caseificio Venera Vecchia (Bondeno di Gonzaga, MN), che ha poi conquistato anche il Supergold della manifestazione, portando il Parmigiano Reggiano in finalissima;
Medaglia d'Argento per i caseifici Punto Latte (Concordia sulla Secchia, MO), Sociale di Ravarano e Casaselvatica (Ravarano, PR);
Medaglia di Bronzo al Caseificio Sociale di Querciola (Lizzano in Belvedere, BO).

Categoria di 22 – 29 mesi:
Medaglia d'Oro per Cooperativa casearia Agrinascente (Fidenza, PR), che ha anche conquistato il Supergold, partecipando così alla finalissima, e per la Latteria Sociale San Giovanni di Querciola (Viano, RE)
Medaglia d'Argento per il caseificio Latteria Sociale San Giovanni di Querciola (Viano, RE), Caseificio Sociale di Querciola (Lizzano in Belvedere, BO), Caseificio Sociale La Cappelletta (San Possidonio, MO), Latteria Coop. di Marano (Parma), Caseificio Caramasche (Pegognaga, MN).
Medaglia di Bronzo per il Caseificio Sociale Castellazzo (Campagnola Emilia, RE), Caseificio Sociale di Ravarano e Casaselvatica (Ravarano, PR), Latteria Sociale La Famigliare (Correggio, RE), Caseificio Sociale di Urzano (Urzano, PR).

Categoria sopra i 30 mesi:
Medaglia d'Oro per i caseifici Latteria Sociale Nuova (Bibbiano, RE), Il Battistero (Varano Melegari, PR), Caseificio sociale Allegro (Castelnovo di Sotto, RE), Caseificio sociale Fior di Latte (Gaggio Montano, BO).
Medaglia d'Argento per i produttori Caseificio Sociale di Ravarano e Casaselvatica (Ravarano, PR), Cooperativa Casearia del Frignano (Pavullo, MO), Latteria Sociale Barchessone (Reggiolo, RE), Caseificio Dismano (Montese, MO).
Medaglia di Bronzo al Caseificio Gennari Sergio e figli (Collecchio, PR), Antica Fattoria Caseificio Scalabrini (Bibbiano, RE).

La Nazionale del Parmigiano Reggiano 2015 è risultata così composta da 35 caseifici:
12 della provincia di Parma (Cooperativa Casearia Agrinascente; Il Battistero; Beretinazza; Consorzio Produttori Latte; Caseificio Gennari Sergio e figli; Società Agricola Giansanti; Latteria Coop. di Marano; Parmabio di Carpanini M. e Brugnoli F.; Caseificio Sociale di Ravarano e Casaselvatica; Caseificio La Traversetolese; Caseificio Sociale di Urzano; Società Agricola La Vittoria s.s.); 14 della provincia di Reggio Emilia (Caseificio Sociale Allegro; Latteria Sociale Barchessone; Caseificio Sociale Castellazzo; La Famigliare; Fattoria Fiori di Fiori Pierpaolo; Grana d'Oro; Latteria La Grande; Latteria Nuova Lago Razza; Caseificio Sociale del Parco; Latteria Sociale San Giorgio; Latteria Sociale San Girolamo; Latteria Sociale San Giovanni della Fossa; Latteria San Giovanni di Querciola; Antica Fattoria Caseificio Scalabrini); 4 della provincia di Modena (Caseificio Sociale La Cappelletta; Caseificio Dismano; Cooperativa Casearia del Frignano; Punto Latte); 3 della provincia di Mantova (Caseificio Caramasche; Latteria Agricola Venera Vecchia; Latteria Agricola Mogliese); 2 della provincia di Bologna (Caseificio Sociale Fior di Latte, Caseificio Sociale di Querciola). Il palmares complessivo del gruppo, dalla fondazione nel 2001, annovera così 100 premi internazionali.

(Fonte: ufficio stampa Consorzio del Parmigiano Reggiano)

Cereali ancora statici. derivati del latte in pausa e primi segnali di ripresa per il Grana Padano. Bene l'incontro tra De Castro e Hogan. Boom per le bollicine. Latte, per Mercuri occorre lavorare sulle aggregazioni. Parmigiano Reggiano punta sulla qualità. Un macigno sulla fiducia appena riconquistata.

(in allegato il formato pdf scaricabile)

SOMMARIO Anno 14 - n° 48 29 novembre 2015
1.1 editoriale Un macigno sulla fiducia appena riconquistata
3.1 cereali Cereali, all'insegna della staticità.
4.1 Lattiero caseario Derivati del latte in pausa. Primi segnali di ripresa per il Grana Padano
5.1 vino e etichettatura Mercuri: bene incontro De Castro - Hogan
5.2 latte Mercuri: le misure placano la tempesta ma serve lavorare sulle aggregazioni
6.1 parmigiano reggiano Il Parmigiano Reggiano punta sempre più sulla qualità
6.2 vino E' boom per le bollicine
7.1 agromercati Ismea, Overview sui mercati.
8.1 mais e soia Mais e Soia dati previsionali novembre 2015
9.1 promozioni "vino" e partners

Cibus 48 2015 COP

Domenica, 29 Novembre 2015 10:19

Mercuri: bene incontro De Castro - Hogan

Santandrea (Coordinatore Vino - Alleanza Cooperative Italiane): Dossier Etichettatura banalizza il nostro patrimonio vitivinicolo. "Ci auguriamo – ha concluso - che dopo l'incontro con De Castro, il Commissario Hogan sappia ascoltare e farsi interprete presso gli uffici della direzione generale Agricoltura e Sviluppo Rurale della Commissione europea

Roma, 25 novembre 2015)
"Fa ben sperare l'incontro avvenuto tra Paolo De Castro, coordinatore del gruppo S&D della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo, e Phil Hogan, Commissario europeo all'agricoltura". Queste le parole con cui il presidente dell'Alleanza delle Cooperative agroalimentari, Giorgio Mercuri, ha commentato la notizia del colloquio tra i due big dell'agricoltura europea avvenuto ieri presso la sede del Parlamento europeo a Strasburgo.

"Sappiamo – ha proseguito Mercuri - che tra i temi discussi da De Castro e Hogan vi sono alcuni dossier determinanti per la cooperazione, come la tutela dei vini identitari, ovvero tutti quei vini che prendono il nome dal vitigno, sul quale segnaliamo una forte preoccupazione del mondo della produzione per il rischio liberalizzazione paventato dall'esecutivo comunitario e che dobbiamo assolutamente scongiurare, i programmi di frutta, latte e verdura nelle scuole e l'atto delegato relativo alle AOP per il settore ortofrutticolo. Tre settori, quelli del vino, dell'ortofrutta e del lattiero-caseario, che per la cooperazione italiana valgono circa 20mld di euro l'anno. L'augurio – ha concluso Mercuri – è che il Commissario Hogan dimostri su questi temi la stessa sensibilità e capacità di ascolto con cui mesi fa decise di affrontare l'embargo russo".

Per la coordinatrice del settore vitivinicolo dell'Alleanza delle Cooperative italiane, Ruenza Santandrea: "Quello che arriva da Strasburgo è un primo segnale positivo per bloccare il dossier di riforma delle regole di etichettatura dei vini europei, tra le cui pieghe si nasconderebbe il pericolo di una vera e propria banalizzazione di alcuni dei principi su cui si regge la forza del nostro settore vitivinicolo. Queste misure – ha proseguito Santandrea - rischiano di vanificare il lavoro di anni nella promozione e nella valorizzazione di alcune tra le più importanti produzioni vitivinicole italiane e con esse le economie di quelle aree. "Ci auguriamo – ha concluso - che dopo l'incontro con De Castro, il Commissario Hogan sappia ascoltare e farsi interprete presso gli uffici della direzione generale Agricoltura e Sviluppo Rurale della Commissione europea delle ragioni di quel mondo produttivo che ha trovato nel binomio biodiversità – territorio il proprio modello di business". Nel 2014 il settore vino della cooperazione – che rappresenta il 58% della produzione nazionale - ha generato un fatturato di 4,3mld di euro, di cui 1,8mld provenienti dalle esportazioni.

Per il presidente di Alleanza Cooperative Italiane agli storici problemi del settore si è aggiunto l'aumento della produzione all'interno dell'UE, la fine del regime delle quote latte, l'embargo russo e la minore domanda cinese. Una combinazione di cause che si sono sommate a quelle strutturali.

Roma, 26 novembre 2015. "L'obiettivo era mettere a riparo il lattiero caseario dalla tempesta perfetta che sta subendo: le misure intraprese devono servire a riprendere fiato e a cambiare rotta". Lo ha detto oggi il presidente dell'Alleanza delle Cooperative agroalimentari, Giorgio Mercuri, a commento dell'accordo per la stabilità e la sostenibilità della filiera lattiero-casearia italiana, siglato oggi al Mipaaf dai principali attori del comparto.

"L'aumento della produzione di materia prima nell'Ue – ha proseguito Mercuri – la fine delle quote latte, l'embargo russo e la minor domanda cinese sono la causa combinata della crisi sul prezzo del latte agli allevatori, ma i problemi strutturali c'erano prima e ci saranno anche dopo. Perciò, se da una parte ci si è finalmente convinti dell'importanza di avviare un dialogo con tutta la filiera, dall'altra occorre stabilizzare il settore partendo dalle sue fondamenta. Per quanto ci riguarda – ricorda il presidente dell'Alleanza agroalimentare – la cooperazione ha rappresentato in questo periodo un riparo vitale per i quasi 28mila soci, con le 700 cooperative che hanno potuto pagare un prezzo sempre superiore a quello del mercato. Per questo motivo sarà sempre più importante intraprendere percorsi di aggregazione in sintonia con logiche di filiera integrate, ed è anche questo che ci impegneremo a promuovere nei prossimi tavoli".

Alleanza delle Cooperative italiane – settore agroalimentare contribuisce al sistema lattiero-caseario nazionale con un valore economico di circa 7 miliardi di euro e rappresenta il 58% della produzione e il 70% della trasformazione italiana.

Domenica, 29 Novembre 2015 09:45

E' boom per le bollicine

È sempre più a portata di mano il traguardo dei 5,5 miliardi di euro di fatturato all'estero delle cantine italiane. L'aggiornamento ad agosto dei dati dell'export vinicolo diffusi dall'Istat, indicano un incremento del 6% sul corrispondente periodo del 2014, portando gli introiti del settore a 3,39 miliardi di euro.

Roma, novembre 2015

È quanto si evince dal trimestrale Ismea tendenze relativo al Vino.

Le elaborazioni Ismea confermano la battuta d'arresto dei flussi in volume determinato essenzialmente dai vini sfusi. Prosegue al contrario il boom della spumantistica, con un quantitativo poco al di sotto di 1,6 milioni di ettolitri (+16% su base annua) per un controvalore di 556 milioni di euro (+18%). A trainare il segmento, gli "altri spumanti Dop", voce al cui interno è preponderante il Prosecco e che ha messo a segno un balzo in avanti di oltre il 30% sia a volume che a valore.
Le prime stime dell'OIV attestano la produzione mondiale 2015 a 276 milioni di ettolitri, il 2% in più sull'anno prima, con un quantitativo targato Ue di circa 170 milioni, in lieve crescita sul 2014.

In Italia, si è osservata a partire  da ottobre un prima ripresa dei prezzi all'origine dei vini, dopo un avvio di campagna molto deludente. È ancora troppo presto per parlare di un'inversione di tendenza, sottolinea l'Ismea, ma la minore pressione competitiva del prodotto spagnolo - specie nel segmento dei vini comuni, da sempre il più esposto alle dinamiche internazionali -, potrebbe influire positivamente sull'andamento futuro dei listini nazionali.

(Fonte Ismea 19 novembre 2015)

Domenica, 29 Novembre 2015 09:00

Ismea, Overview sui mercati.

Bovini e suini ancora in fase discendente. Dagli USA segnali incoraggianti per i formaggi . Stabilità nel segmento cerealicolo mentre si protrae una situazione di scambi al rallentatore per gli oli di oliva. Prezzi degli ortaggi di stagione confermano il trend negativo. Stabilità nel comparto dei vini con qualche segnale positivo.

Roma, 24 novembre 2015 -
Si prospettano ancora ritocchi al ribasso dei prezzi per i bovini e i suini, specie nel circuito del bestiame vivo, come conseguenza della pressione promozionale esercitata dalla Gdo per rilanciare il consumo di carne rossa.

È quanto si evince dall' Overview sui mercati agroalimentari dell'Ismea di questa settimana, che rileva comunque una ripresa delle attività di macellazione, segnale questo di un allentamento dei timori legati all'allarme lanciato dall'Oms e di un progressivo, seppure lento, ritorno alla normalità. Per quanto attiene più da vicino ai bovini, si segnala, dopo l'emergenza Blue Tongue, un riavvio degli scambi sui ristalli di provenienza francese. Sul fronte dei principali tagli, si replicano i valori di scambio delle precedenti settimane sia per carni di vitello che di bovino adulto, con qualche intonazione positiva solo per i quarti anteriori di vitellone. Un mercato poco brillante con quotazioni tese al ribasso dovrebbero registrarsi ancora per i principali tagli suini, ad eccezione dei prosciutti che mostrano una maggiore tenuta. Anche sui mercati avicoli, il protrarsi di un eccesso di offerta nel circuito del vivo, aggravato dai minori flussi verso l'estero, non lascia intravedere da qui a breve un incremento dei listini. Mantengono al contrario, quotazioni piuttosto elevate i conigli, nonostante qualche difficoltà di collocamento sul mercato, con prospettive di un incremento della domanda sotto la spinta delle imminenti festività natalizie.
In relazione ai lattiero-caseari, il forte impulso della domanda Usa sta alleggerendo il mercato comunitario, aprendo concrete prospettive per una risalita dei listini nazionali almeno nel segmento dei formaggi.

Passando al comparto vegetale, prosegue il trend negativo delle quotazioni medie di tutti gli ortaggi di stagione e in particolare di cavoli, finocchi, radicchi ed indivie. Le temperature insolitamente elevate registrate nell'ultimo periodo hanno accelerato i cicli produttivi, determinando un maggiore afflusso di merce sul mercato ma anche problemi di conservazione dei prodotti in campo. Il calo termico di questi giorni dovrebbe, tuttavia, riverberarsi positivamente sui listini.

Nel settore cerealicolo, le rilevazioni dell'Istituto indicano un andamento stabile per il frumento tenero e duro, a fronte di qualche spinta al ribasso per il granoturco nei principali centri di scambio del Nord Italia. Le stime sull'elevata consistenza degli stock mondiali di mais potrebbero influenzare negativamente i listini anche nelle prossime settimane.

Per lo più stabili con qualche isolata variazione al rialzo le quotazioni dei vini, nonostante la domanda senz'altro più vivace rispetto alle scorse settimane.
Si segnala, invece, il protrarsi di una situazione di scambi al rallentatore per gli oli di oliva di pressione, sia per una quantità di prodotto ancora esigua, sia per il prezzo non ritenuto sufficientemente remunerativo, a fronte di una resa che quest'anno pare attestarsi leggermente al di sotto della media. Per quanto riguarda, infine, i fiori le attività commerciali risultano piuttosto fiacche sia per i prodotti di provenienza estera che per le varietà locali, anche per effetto dei ritardi nei cicli produttivi dovuti al clima estremamente mite della stagione autunnale.


(fonte Ismea Roma 24 novembre 2015)

Per il Mais sono previsti aumenti produttivi rispetto alle indicazioni di ottobre. Il 54% degli stock globali sono collocati in Cina. In leggero aumento anche le previsioni produttive dei semi di Soia. Stock finali record per gli USA mentre sono in sensibile discesa le scorte finali globali.

Modena novembre 2015 -

MAIS
La produzione globale di Mais per la stagione 2015-16 è prevista a 974.87 Mio t, in aumento rispetto alle previsioni di Ottobre, riflettendo le stime di maggiori raccolti per i maggiori Esportatori: Stati Uniti (348.82 Mio t), Argentina (25.60 Mio t) e Brasile (81.50 Mio t).
Negli Stati Uniti la resa dei terreni è prevista in aumento di 1.3 bushel/acro a 169.3 bushel/acro, -1.7 bushel/acro rispetto al record dell'anno scorso.
Le esportazioni statunitensi sono previste in diminuzione del 2.7% rispetto alle stime di un mese fa. Le vendite sono inferiori rispetto all'anno scorso in questo periodo, principalmente a causa della concorrenza del Brasile.
Gli stock globali finali sono previsti a 211.91 Mio t, per il 54% collocati in Cina.
Infatti, sono state riviste le stime delle due stagioni passate relative all'utilizzo e alle scorte di Mais della Cina. L'impiego come mangime per animali è stato sopravvalutato e le scorte iniziali per la stagione 2015-16 sono stimate a 100.49 Mio t (+23% rispetto alle stime precedenti), mentre le scorte finali sono attese a 114.44 (+26%).

Mais Nov15

SOIA
La produzione mondiale di semi di Soia per la stagione 2015-16 è prevista a 321.02 Mio t, +0.5 Mio t rispetto alle previsioni di Ottobre.
Le riduzioni stimate per India, Sud Africa e Uruguay sono più che bilanciate dall'aumento previsto per gli Stati Uniti.
Negli USA è attesa una produzione record di 108.35 Mio t, con una resa dei terreni di 48.3 bushel/acro (+1.1 bushel rispetto alle stime del mese scorso), principalmente negli stati Iowa, Illinois e Minnesota.
Gli stock finali statunitensi sono previsti a livelli record (12.65 Mio t).
Le scorte finali globali sono invece state riviste al ribasso (-2.7%) per le riduzioni previste in molte aree: Argentina, Brasile, Sud Africa, India e Canada.
In India la produzione di Soia è attesa a 9.5 Mio t, in diminuzione di 1.5 Mio t.
Le piogge imprevedibili durante la stagione ed il caldo giunto a fine stagione hanno determinato rese sotto la media per il terzo anno consecutivo.

 

 

(Fonte CLAL 12 novembre2015)

Venerdì, 27 Novembre 2015 08:28

Cereali, all'insegna della staticità.

Prosegue la fase di staticità dei prezzi nazionali e internazionali. Unico settore vivace è quello energetico. Scambi e consumi sempre in stallo soprattutto in Italia ma anche nel resto d'Europa non brillano anche in forza del clima di terrore a seguito dei fatti di Parigi e di Bruxelles

di Mario Boggini e Virgilio - Milano, 27 novembre 2015 -
Prosegue la fase di staticità dei cereali, sia a livello nazionale sia internazionale. Le quotazioni del mercato hanno già scontato l'effetto presidenziale in Argentina sia per il possibile calo dei dazi all'esportazione sia per la probabile svalutazione della moneta.
Da due sedute il Chicago Board non dà più segni di cedimento, al contrario è da segnalare qualche segnale di ripresa. La variabile che potrebbe innescare una ripresa più marcata si avrà quando i Fondi torneranno a fare acquisti.
Certamente le tensioni interne connesse al terrorismo non stanno incentivando i consumi e nemmeno gli scambi all'interno del vecchio continente.

Mercato nazionale
Prosegue il periodo di scarsità di scambi sul mercato interno fatta eccezione per il settore bioenegetico dove hanno ripreso vitalità gli amidacei e altri energetici quali il Glicerolo e le Oleine. Da segnalare inoltre una presenza consistente di grano duro deteriorato e declassato a uso energetico.
La farina soia su base annua per il 2016 quotava mercoledi 335 per la 44 e 344 per la proteica normale 46,50%. Operazioni sul 2017 con la proteica a 340 parenza dal porto di Ravenna.

Indicatori internazionali
l'Indice dei noli retrocede ancora sino a 546 punti, il petrolio recupera quasi 3 dollari salendo a 43,10 $/barile e il cambio continua a scendere toccando 1,0606 arrivando a sfiorare anche 1,05 nella giornata di mercoledi.

 MP 25nov15

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(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.

Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore. 

Officina Commerciale Commodities srl - Milano

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            Andalini Pasta dal 1936

Andalini logo ritaglio

I volontari della Protezione Civile impegnati in diversi interventi. Puliti fossi e canali lungo le strade comunali per un totale di oltre 130 km. I volontari si sono adoperati per la pulizia di grate, fossi e tombini in via Cerreto, via Olivieri, via Marconi e in via Carroni e nell'area del cimitero di Felino. Ulteriori interventi sono previsti per ispezionare fossi e canali in altre aree del comune. -

Parma, 26 novembre 2015 -

Grazie ai volontari del Gruppo di Protezione Civile "Il Falco", fossi e canali di Felino ora sono più puliti. Nei giorni scorsi, gli operatori del gruppo felinese della Protezione Civile hanno provveduto a ripulire alcuni fossi e canali lungo le strade comunali per un totale di oltre 130 km.
"Gli interventi di riordino e rimozione dei rifiuti dai fossi e dai canali è di fondamentale importanza in un'ottica di prevenzione degli allagamenti" spiega Elisa Leoni, Vice Sindaco di Felino con delega all'Ambiente e alla Protezione Civile. "Sono proprio i cumuli di vegetazione incolta, gli oggetti ingombranti e i rifiuti abbandonati nei fossi la causa più frequente della tracimazione dei canali in caso di forti piogge. Per questo motivo, la periodica pulizia dei canali è un'attività fondamentale per la cura del territorio", aggiunge la Leoni.

sacchi immondizia rid

Come ribadisce anche Ivo Strini, coordinatore del gruppo "Il Falco", "erba secca e foglie possono fare da tappo e bloccare il deflusso dell'acqua ma anche sacchi di immondizia e materiale arboreo vario, come rami e tronchi, possono impedire la corretta circolazione dell'acqua nei fossi. E' importante monitorare costantemente le condizioni dei fossi e dei canali per evitare l'allagamento delle strade e, in alcuni casi, anche delle abitazioni".

In questa prima tranche di interventi i volontari si sono adoperati per la pulizia di grate, fossi e tombini in via Cerreto, via Olivieri, via Marconi e in via Carroni e nell'area del cimitero di Felino. Ulteriori interventi sono previsti per ispezionare fossi e canali in altre aree del comune.

volontari in azione rid

(Fonte: ufficio stampa Comune di Felino)

Mercoledì, 25 Novembre 2015 16:56

Il Parmigiano Reggiano alza il tiro sulla qualita'

Dall'Assemblea del Consorzio del Parmigiano Reggiano modifiche al disciplinare di produzione che incidono sulla tutela della qualità e sul legame con il territorio. Via a nuovi controlli per sconfiggere le contraffazioni. Ammesso alla trasformazione solo il latte di bovine nate nel comprensorio di produzione. Investimenti in crescita sul mercato interno. L'approvazione in Assemblea. -

Parma, 25 novembre 2015 -

Il Parmigiano Reggiano continua ad investire sulla qualità come leva primaria per consolidare la crescita dei consumi interni (+2,3% da gennaio a fine ottobre), il buon andamento dell'export ( crescita del 7,2% per il prodotto in forme o porzionato e del 14,7% per il grattugiato nei primi otto mesi del 2015) e i primi segnali di ripresa che si stanno manifestando sul fronte delle quotazioni dopo due anni di crisi.
Dall'Assemblea del Consorzio del Parmigiano Reggiano, cui fanno capo 363 caseifici, è venuto un segnale inequivocabile in tal senso, con l'approvazione di alcune modifiche al disciplinare di produzione che incidono proprio sulla tutela della qualità e sul legame con il territorio.
"Sono questi - sottolinea Giuseppe Alai, presidente del Consorzio - i primi elementi distintivi del nostro prodotto e, insieme all'assoluta naturalità, i fattori decisivi nella scelta dei consumatori".
"Ad essi - prosegue Alai - dobbiamo ancora associare gli esiti di una più ordinata ed efficace gestione dei flussi impostata con i Piani produttivi, ma è indubbio che sul versante della qualità si va alla riaffermazione di un primato che ha consentito di fare del Parmigiano Reggiano uno dei prodotti più conosciuti ed apprezzati nel mondo".
Con le modifiche approvate dall'Assemblea si rafforza, innanzitutto, la lotta alle contraffazioni. Grazie all'introduzione di nuovi sistemi e parametri di controllo (riguardanti isotopi, aminoacidi liberi e acido ciclopropanico), infatti, sarà possibile identificare con precisione il prodotto non originale sia per quanto riguarda la provenienza del latte che l'eventuale uso di prodotti vietati dal disciplinare nell'alimentazione delle bovine (insilati, ad esempio), ma anche svelare e contrastare possibili dichiarazioni ingannevoli sulla stagionatura del prodotto.
Quanto al legame con il territorio delle province di Mantova (destra Po), Parma, Reggio Emilia, Modena e Bologna (sinistra Reno), le modifiche al disciplinare - che già stabiliscono l'uso assolutamente prevalente di foraggi locali nell'alimentazione delle bovine - prevedono che il latte destinato alla trasformazione sia prodotto esclusivamente da vacche nate nel comprensorio di produzione del Parmigiano Reggiano.
Stop, dunque, ad animali provenienti da fuori comprensorio e dall'estero, nonché da altre filiere produttive, per i quali era comunque previsto (prima dell'utilizzo del latte per produrre Parmigiano Reggiano) un periodo di "quarantena" di quattro mesi, nel corso dei quali le bovine dovevano essere alimentate secondo le norme del disciplinare per il Parmigiano Reggiano.

La nuova norma, dunque, rafforza ulteriormente i vincoli con il territorio, e contemporaneamente genererà un effetto indotto anche sui volumi produttivi. In sostanza, si eviteranno quei repentini e troppo consistenti aumenti produttivi che sono avvenuti, in passato, nel momento in cui il buon andamento delle quotazioni apriva la via all'ingresso di bovine provenienti da altre filiere (latte alimentare o altri formaggi) e, scontata la "quarantena", ad un rialzo dei quantitativi di prodotto da destinare ai mercati.
"Sono fenomeni - sottolinea Alai - che abbiamo riscontrato, ed è evidente che la scelta che i caseifici hanno compiuto oggi è particolarmente rilevante e positiva per quei produttori che costantemente legano gli investimenti e i redditi all'andamento del Parmigiano Reggiano, senza ricorrere a forme di business occasionale che producono andamenti depressivi sulle quotazioni e, conseguentemente, danni proprio sui redditi".

Nuova e stringente norma, inoltre, sul rapporto tra grasso e caseina al momento della produzione, che va ad assicurare anch'essa il mantenimento di una qualità che non asseconda possibili cedimenti (che sarebbero a vantaggio della resa in peso) sulla percentuale di lipidi presenti in un prodotto che già nasce dall'unione tra latte scremato per affioramento (quello della mungitura serale) e latte intero (quello del mattino).
Le norme proposte dal Consiglio del Consorzio del Parmigiano Reggiano sono state approvate dall'Assemblea dei caseifici rispettivamente con 335 e 333 voti favorevoli (72 i contrari nel primo, 87 nel secondo).
Con percentuali analoghe è stata approvata anche la norma che prevede l'apposizione, sul prodotto porzionato, dell'età di stagionatura come ulteriore atto di trasparenza nei confronti dei consumatori.
Nonostante abbia ottenuto la maggioranza dei voti (223 favorevoli, pari al 51,98%) non è invece passata la riforma della marchiatura, per la quale, così come per le altre, era richiesto il 60% dei consensi.
L'assemblea ha anche approvato il bilancio preventivo del Consorzio per il 2016, nell'ambito del quale spicca un sostanziale raddoppio delle risorse destinata alla comunicazione sul mercato italiano, che si attestano a 5,5 milioni di euro.

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(Fonte: ufficio stampa Consorzio del Parmigiano Reggiano)

La crisi del settore non stenta a attenuarsi e il latte spot cede ancora qualche centesimo rispetto la precedente ottava. Burro e crema restano fermi alle quotazioni precedenti mentre il Grana Padano finalmente tira un respiro di sollievo recuperando 5 centesimi sulla lunga serie di quotazioni stazionarie precedenti. 10 centesimi invece è il valore recuperata dal Parmigiano Reggiano nelle ultime tre settimane.

di Virgilio 25 novembre 2015

LATTE SPOT Ancora un piccolo aggiustamento al ribasso per il latte spot. Il crudo spot nazionale cede il -0,70% replicando la perdita della precedente settimana fissando il prezzo, alla borsa di Verona, tra 35,57 e 37,12€/100 litri di latte. Analoga perdita (-0,76%) è stata registrata per il latte intero pastorizzato estero dimezzando la perdita della seduta precedente (33,51-34,02 €/100 litri di latte). Invariato invece da 5 settimane il listino dello scremato pastorizzato di provenienza estera che si conferma tra 19,15 e 20,18€/100 litri di latte

BURRO E PANNA Per la quarta settimana consecutiva i listini del burro, quotati alla borsa merci di Milano, non subiscono variazioni. Anche le altre piazze prese a riferimento (Parma, Reggio Emilia e Verona) hanno confermato i listini precedenti.

Borsa di Milano 23 novembre:
BURRO CEE: 2,85€/Kg
BURRO CENTRIFUGA: 3,0€/Kg.
BURRO PASTORIZZATO: 2,0€/Kg.
BURRO ZANGOLATO: 1,80€/Kg.
CREMA A USO ALIMENTARE: 1,52€/Kg.

Borsa Verona 23 novembre:
PANNA CENTRIFUGA A USO ALIMENTARE: 1,50-1,55 €/Kg.

Borsa di Parma 20 novembre:
BURRO ZANGOLATO: 1,40€/kg.
Borsa di Reggio Emilia 17 novembre
BURRO ZANGOLATO: 1,40 - 1,40€/kg.

GRANA PADANO primo segnale d'incoraggiamento per il Grana Padano. 5 centesimi guadagnati alla borsa merci milanese lo scorso lunedì consentendo perciò di raggiungere quota 6,35-6,45 €/kg per il 9 mesi di stagionatura e 7,10-7,75 €/kg per il 15 mesi e oltre di invecchiamento.

GP 24nov15

PARMIGIANO REGGIANO Una nuova boccata d'ossigeno per il Parmigiano Reggiano grazie al terzo rimbalzo registrato in 4 settimane di osservazione. complessivamente sono 10 i centesimi recuperati nel corso degli ultimi 20 giorni. Un segnale incoraggiante seppure ancora lontano dal traguardo della utile marginalità.

(in allegato i grafici CLAL)

Dal 26 al 29 novembre, presso il BBC Good Food Show, la Nazionale del Parmigiano Reggiano scenderà in campo al World Cheese Awards con una selezione di prodotto emblema di qualità. Un gruppo già pluripremiato di ben 36 caseifici di Parma, Reggio Emilia, Modena, Bologna e Mantova. -

Reggio Emilia, 24 novembre 2015 -

"Ci auguriamo il successo che i nostri caseifici e il nostro prodotto meritano, a maggior ragione in un momento in cui, nonostante si registrino primi segnali d'inversione di tendenza, sono ancora evidenti le difficoltà che persistono da quasi due anni sul versante delle quotazioni".
E' questo il commento Giuseppe Alai, presidente del Consorzio del Formaggio Parmigiano Reggiano, nell'annunciare la partecipazione al concorso World Cheese Awards, edizione 2015 di Birmingham, della Nazionale del Parmigiano Reggiano. Si tratta di un gruppo già pluripremiato di ben 36 caseifici (il 40% in più dello scorso anno) di Parma, Reggio Emilia, Modena, Bologna e Mantova che scenderà letteralmente in campo nella prestigiosa competizione, che si terrà da venerdì 26 a domenica 29 novembre presso il BBC Good Food Show di Birmingham. Oltre 3.000 i formaggi attesi all'appuntamento che richiamerà 40.000 visitatori dal mondo e i 200 esperti che valuteranno i campioni iscritti, nominando, oltre ai premi di categoria, il Campione del Mondo 2015.

Alla squadra che si cimenterà a Birmingham hanno aderito 12 caseifici di Parma e provincia (Cooperativa Casearia Agrinascente; Il Battistero; Bertinazza; Consorzio produttori latte; Caseificio Gennari Sergio e figli; Società Agricola Giansanti; Latteria Coop. di Marano; Parmabio di Carpanini M. e Brugnoli F.; Caseificio Sociale di Ravarano e Casaselvatica; Caseificio La Traversetolese; Caseificio Sociale di Urzano; Società Agricola La Vittoria s.s.), 4 di Modena e provincia (Caseificio Sociale La Cappelletta; Caseificio Dismano; Cooperativa Casearia del Frignano; Punto Latte;), 2 di Bologna e provincia (Caseificio Sociale Fior di Latte, Caseificio Sociale di Querciola), 14 di Reggio Emilia e provincia (Caseificio Sociale Allegro; Latteria Sociale Barchessone; Caseificio Sociale Castellazzo; La Famigliare; Fattoria Fiori di Fiori Pierpaolo; Grana d'Oro; Latteria La Grande; Latteria Nuova Lago Razza; Caseificio Sociale del Parco; Latteria Sociale San Giorgio; Latteria Sociale San Girolamo; Latteria Sociale San Giovanni della Fossa; Latteria San Giovanni di Querciola; Antica Fattoria Caseificio Scalabrini), 3 di Mantova e provincia (Caseificio Caramasche; Latteria Agricola Venera Vecchia; Latteria Agricola Mogliese).

"E' la più grande spedizione italiana di formaggi all'estero mai realizzata all'estero dai tempi delle esposizioni universali dell'Ottocento", spiega Gabriele Arlotti, ideatore e trainer del gruppo.
"In un mercato importante come quello Inglese - prosegue Arlotti - puntiamo a dare ulteriore visibilità e valore ad un prodotto che nel 2014, proprio al World Cheese Award, si è aggiudicato ben 22 medaglie e un Supergold".
"Il Parmigiano Reggiano affonda le sue origini in dieci secoli di storia – conclude Riccardo Deserti, direttore del Consorzio del Formaggio Parmigiano-Reggiano –, durante i quali la realtà produttiva si è sviluppata integrandosi in maniera indissolubile con le differenti realtà territoriali, ambientali e sociali che caratterizzano la zona di origine da Bologna sinistra Reno, a Modena, Reggio Emilia, Parma e Mantova destra Po. Il formaggio Parmigiano Reggiano esprime caratteristiche uniche legate al rapporto con l'alimentazione delle bovine e ad una tecnica di produzione che prevede il divieto assoluto dell'uso di additivi e conservanti. Questi tratti distintivi sono possibili in un modello produttivo che rimane essenzialmente artigianale, e in questo modello il fattore umano rappresenta un elemento essenziale".
Venerdì i lavori, attesissimi in queste ore, della giuria internazionale. Nei tre giorni della fiera, nel frattempo, la presentazione del prodotto negli stand del BBC Good Food Show di Birmingham.

Che cosa è la Nazionale del Parmigiano Reggiano?

La Nazionale del Parmigiano Reggiano è un gruppo spontaneo di caseifici, costituitosi nel 2001, uniti dalla volontà di partecipare a concorsi per conseguire risultati prestigiosi, di promozione e di solidarietà, anche oltre i confini europei.
In più occasioni ha potuto rappresentare nelle varie iniziative, di anno in anno, il comprensorio e il territorio di produzione del Parmigiano Reggiano: Parma, Reggio Emilia, Modena, Bologna e Mantova. Opera ora nel Consorzio del Formaggio Parmigiano Reggiano e nel mondo partecipa a eventi irripetibili come lo sono state tutte le edizioni dei Concorsi "Grolla d'Oro, Formaggi d'Autore", le prestigiose "Olimpiadi dei Formaggi di Montagna" o il "World Cheese Awards" in Inghilterra. La Nazionale, inoltre, è attenta anche alle iniziative di solidarietà: "La Forma del Cuore" è un progetto per aiutare persone e popoli in difficoltà, con la vendita della t-shirt "Italia" della Nazionale .
Pubblico, giurie internazionali e appassionati gastronomi con medaglie, assaggi e acquisti testimoniano il successo di questa idea nazionale: il Parmigiano Reggiano e il suo territorio, unici e veicolati nel mondo.

(Fonte: ufficio stampa Consorzio del Parmigiano Reggiano)

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