Domenica, 17 Gennaio 2016 08:24

Cereali, verso la stabilità nonostante le incertezze geopolitiche. In evidenza

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La deficienza di materiale per il settore bioenergetico potrebbe fungere da scintilla per infiammare alcuni mercati o l'occasione produttiva per alcuni segmenti della mangimistica con riflessi rialzisti su prodotti cosiddetti "poveri".

di Mario Boggini e Virgilio - Milano, 16 gennaio 2016 -
L'effetto USDA sembra essere sfumato. Dopo l'impennata dei prezzi è finalmente sopraggiunta la calma e i primi, per quanto contenuti cali. Il seme è stato supportato dai dati delle importazioni della Cina nel mese di dicembre, 9,12 milioni di tonnellate, portando i dati del 2015 a 81,70 milioni di tonnellate solo per quel paese.
Il mercato è in attesa della mossa attende dei Fondi e soprattutto che rientrino in gioco in modo continuativo. Una situazione Geopolitica sempre più complicata indubbiamente condiziona le scelte dei fondi e gli areali d'investimento.
Da segnalare che i premi relativi alla farina di soya proteica si sono stabilizzati sui 44-45 dollari sia per il 2015 che 2016.

Mercato nazionale
Sul fronte domestico l'unica nota degna di attenzione è il fatto che i produttori e detentori di cereali esteri iniziano a vendere in Italia nonostante i minori prezzi ma la nuova campagna si avvicina e nuovi cereali arriveranno il mercato. Nei primi 4 giorni della settimana ad esempio il mais estero, via camion, ha perso dai 3 ai 5 euro alla tonnellata, il reso Lombardia per febbraio è stato contrattato a 180,00 per tonnellata. Continua, quasi incredibilmente, a tenere il mais riferimento contratto 103, (sino a 20 ppb di afla B1) con valori da 165 a 170 euro partenza. Anche orzo e grano stanno cedendo sulla spinta estera.

Il settore delle bioenergie è letteralmente in crisi causa la mancanza di mais per uso bionergetico ormai stimabile a zero verso fine marzo (si eseguono solo i contratti già stipulati) quindi è in costante aumento la ricerca di amidacei ed energetici per fronteggiare le scarse rese dei trinciati.

Indicatori internazionali (15 Gennaio 2016)
l'Indice dei noli è disceso ancora a 383 punti, il petrolio prosegue la discesa sino a 30,5 $/barile e il cambio gira attorno a 1,08811.

 

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(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.

Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore. 

Officina Commerciale Commodities srl - Milano

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