Venerdì, 31 Luglio 2020 16:16

PIL reggiano nel 2020, le previsioni dicono -11% In evidenza

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Ritorno alla crescita nel 2021, con +7,4%. Chi perde di più è l’industria, che recupererà quasi tutto nel nuovo anno.

Scenderà dell’11%, nel 2020, il Pil reggiano, con un andamento leggermente più critico del valore regionale (-10,6%) ed un successivo rimbalzo, nel 2021, pari al +7,4%, cioè 0,6 punti in più rispetto a quello previsto per l’Emilia-Romagna.

I dati emergono dalle stime di luglio contenute negli “Scenari per le economie locali” elaborati da Prometeia e analizzati dall'Ufficio Studi della Camera di Commercio di Reggio Emilia.

Un vero e proprio annus horribilis, dunque, questo 2020, con alcuni dati emblematici che attestano con evidenza la situazione di difficoltà del sistema economico reggiano, frenato negli scambi internazionali tanto per le vendite quanto per gli approvvigionamenti. Le esportazioni e le importazioni, infatti, registreranno una flessione rispettivamente del 21,8 e del 23% rispetto al 2019.
Ad incidere sulla contrazione dell’economia reggiana sarà principalmente l’andamento del settore manifatturiero, cui fa capo circa un terzo del Pil provinciale, avviato a perdere oltre il 15% del valore aggiunto rispetto al 2019.

All’opposto, il settore che perderà meno sarà quello agricolo, destinato a chiudere il 2020 con un -2%, mentre i servizi sacrificheranno al Covid-19 l’8,3% di valore aggiunto e ancor di più lascerà sul terreno l’industria delle costruzioni (-11,3%).

Per quanto concerne il mercato del lavoro, nell’anno corrente l’occupazione è prevista in diminuzione del 2,2%; il dato è inferiore sia a quello regionale (-2,4%) che nazionale (-2,6%), ma questo trend lascia presagire che il tasso di disoccupazione si possa portare, nel 2021, attorno al 5,4% rispetto all’attuale 4%.

Sempre nel 2021, come si è detto, il Pil reggiano dovrebbe poi tornare a crescere del 7,4%, soprattutto grazie a quelle esportazioni che sono previste in aumento del 13,6%.
I più consistenti recuperi sono indicati per l’industria (+13%), le costruzioni (+ 8,8%) e i servizi (+4,4%).