Lunedì, 11 Maggio 2020 15:48

Ristoratori: “Abbiamo voglia di ripartire, di rivedere i sorrisi dei clienti, ma servono regole certe e sostenibili. Indispensabili anche aiuti economici.” In evidenza

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Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena, Bologna, Ferrara, Rimini, 11 Maggio 2020. Primo bilancio dell’iniziativa di sensibilizzazione del movimento di ristoratori, che giovedì scorso ha toccato i capoluoghi di 7 province.

“Abbiamo voglia di ripartire, di rivedere i sorrisi dei clienti, ma servono regole certe e sostenibili. Indispensabili anche aiuti economici.”

Federico Riccò, portavoce regionale del movimento Ristoratori Emilia-Romagna, che riunisce circa 800 esercizi della regione, sottolinea l’importanza del supporto


che i professionisti del settore possono fornire nell’individuare le soluzioni concrete e compatibili con lo svolgimento del loro lavoro. Aperto un costruttivo dialogo con la Regione e con diversi amministratori locali

Preoccupazione, ansia, desiderio di ripartire, richiesta di regole certe, applicabili, compatibili con lo svolgimento dell’attività di ristorazione e sostenibili anche dal punto di vista economico. Ma soprattutto tanta determinazione e caparbietà, pur nella consapevolezza che sarà durissimo riaprire, che solo facendo gruppo non ci si sentirà soli e che, comunque, non basterà la buona volontà per risollevarsi e tornare ad accogliere i clienti con l’entusiasmo di sempre. Sono questi i sentimenti, spesso contrastanti, emersi in occasione della giornata promossa dal neonato movimento Ristoratori Emilia-Romagna per sensibilizzare l’opinione pubblica sulle criticità che riguardano il settore e avanzare proposte per agevolare e sostenere la ripresa.

Una giornata scandita da sette tappe che si sono snodate da Piacenza a Rimini, passando per Parma, Reggio Emilia, Modena, Bologna e Ferrara. In ognuno dei capoluoghi si è tenuta, circa ogni due ore, una conferenza stampa. I giornalisti hanno incontrato ogni volta un rappresentante locale del movimento: a Piacenza lo chef Emiliano Arcelloni, a Parma Andrea Nizzi, chef, presidente del Consorzio Parma Quality Restaurants, a Reggio Emilia il ristoratore Paolo Croci, rappresentante dei Ristoratori REsponsabili Reggio Emilia, insieme a Federico Riccò, portavoce regionale del Gruppo, a Modena Stefano Corghi, Presidente di Modena a Tavola, a Bologna Carlo Alberto Borsarini, presidente dell’Associazione Tour-Tlen, a Ferrara Silvia Tonioli, presidente Unione Ristoratori Ferrara e, infine, a Rimini, Diego Nanni in rappresentanza dei ristoratori locali.

Ristoratori Emilia-Romagna è un gruppo nato in modo spontaneo poche settimane; oggi può contare sull’adesione e il sostegno di circa ottocento realtà, singoli ristoratori e gruppi già organizzati a livello provinciale, come Parma Quality, OstiNati di Parma, Consorzio Modena a Tavola, Ristoratori Responsabili di Reggio-Emilia, Tour-Tlen di Bologna, Rinascita Pubblici Esercizi e Ristoratori Romagna e Unione Ristoratori Ferrara.

“Nessuna protesta chiassosa o urlata, quanto piuttosto la volontà di far sentire e ascoltare la nostra voce. L’obiettivo è semplice, mettere in rete passione e competenze e farne sintesi, per dare il proprio contributo ai soggetti decisori, nazionali, regionali e locali, affinché possano attingere suggerimenti e valutazioni da chi vedrà ricadere sulla propria pelle le decisioni assunte a livello politico e amministrativo. Questo dialogo è indispensabile per individuare le leve più adatte su cui agire a livello normativo: contributi a fondo perduto, eliminazione di alcune tasse, alleggerimento della burocrazia” spiega Federico Riccò, portavoce del Gruppo Ristoratori Emilia-Romagna.

“Il nostro è un movimento spontaneo, trasversale, totalmente sganciato da correnti di tipo politico. Stiamo agendo su due fronti: da un lato stiamo operando per allargare il numero di consensi e di adesioni al manifesto, dall’altro ci stiamo proponendo agli interlocutori politici per costruire insieme, nel rispetto dei ruoli e della sicurezza sanitaria, percorsi sostenibili per la ripresa dell’attività” prosegue Riccò.

“In entrambi i casi i riscontri sono positivi. Le adesioni sono in costante crescita e stanno arrivando, oltre che da ristoratori, anche da aziende e Consorzi della filiera in cui noi siamo inseriti. Non mancano i sostegni a livello nazionale, a partire dalla prestigiosa associazione “Gli Ambasciatori del Gusto”. Abbiamo inoltre già in calendario una seconda video conferenza con l’Assessore regionale al Turismo e al Commercio Andrea Corsini. Siamo molto contenti dell’attenzione riservataci, ora vediamo cosa emerge” conclude Federico Riccò.

UN MANIFESTO
Uno dei primi risultati è un vero e proprio manifesto che riassume una serie di richieste e proposte, volte a evitare che molti, troppi ristoratori possano essere schiantati dal peso conseguente al prolungato blocco delle attività, oltre ad introdurre e indicare alcune azioni da adottare per rendere operativa e sicura la riapertura. Ventiquattro punti, suddivisi in tre blocchi, che affrontano le diverse problematiche che l’emergenza COVID-19 ha creato nell’intero settore. Si apre con le misure ritenute vitali ed urgenti come la sospensione di leasing e mutui fino al 31.12.2020 e recupero delle mensilità congelate in coda al periodo previsto dalla relativa misura, la proroga della cassa integrazione straordinaria fino al 31.12.2020 per il personale in forza al 23.02.2020 e la richiesta di ottenere un credito d'imposta al 60% dei canoni di locazione riconosciuto al proprietario degli immobili commerciali fino al 31.12.2020 con il rimanente 40% a carico del locatore e misura semplificata (cedolare secca).

Il documento prosegue con indicazioni che riguardano interventi che possono essere adottati dalle amministrazioni locali: in questo caso l’attenzione si concentra, tra l’altro, sulla cancellazione, per l'anno 2020, delle imposte locali (ad esempio TARI, IMU, tasse d'affissione, occupazione suolo pubblico) e tariffario ridotto del 50% per i primi sei mesi del 2021, detrazioni d'imposta per chi fa turismo in Emilia-Romagna, allungamento degli orari di apertura delle attività almeno nel week end. 

SOLUZIONI PRATICABILI
Richieste, stimoli, ma anche proposte operative, con simulazioni, messe nero su bianco, per comprendere se sul campo alcune misure sono davvero applicabili, funzionali e sostenibili sul piano economico. Il tutto presentato in un ulteriore documento tecnico di quattro pagine che, ad esempio, fissa alcuni punti sulle modalità di accesso in sicurezza nei locali così come le varie possibili opzioni per i menù: digitali, usa e getta, plastificati, lavagne, tablet…. Un documento che sottolinea lo spirito che anima il gruppo Ristoratori Emilia-Romagna e che punta a porsi come soggetto che mette a disposizione l’esperienza di centinaia di professionisti della ristorazione.

LA PAROLA AI RISTORATORI

Emiliano Arcelloni, chef, portavoce Ristoratori Emilia-Romagna
provincia di Piacenza
“Piacenza è la provincia che è stata colpita per prima e in modo molto pesante. Noi siamo a due passi da Codogno e gli scambi con la provincia di Lodi sono quotidiani. Vista la situazione serve prima di tutto un aiuto economico, concreto e a fondo perduto perché pressoché tutte le attività sono inattive da febbraio, mentre le bollette continuano ad esserci addebitate.

 

Andrea Nizzi, chef, Presidente del Consorzio Parma Quality Restaurants, portavoce Ristoratori Emilia-Romagna provincia di Parma
“In questo momento di difficoltà dobbiamo far tornare la gente nei nostri ristoranti. È quanto stiamo cercando di fare unendo le nostre forze, facendo rete. Le paure non mancano, ma siamo del parere che vanno combattute, scacciate. Dobbiamo tornare ad essere quelli di prima, gente che non si stanca mai di lavorare, mettendoci il massimo impegno. Tutti devono fare la propria parte, noi come ristoratori siamo pronti a ripartire in sicurezza, in modo da accogliere i clienti in un contesto di gioia, piacere e convivialità.”

 

Paolo Croci, chef, Rappresentante Ristoratori REsponsabili Reggio Emilia e portavoce Ristoratori Emilia-Romagna provincia di Reggio Emilia
“La situazione è molto complicata, le aziende della ristorazione in molti casi sono allo stremo. Aggiungo però che se si pensa ad una riapertura che elimina la possibilità di qualsiasi relazione umana, allora forse è meglio rimandare. È difficile immaginare che un cliente vada volentieri al ristorante se non c’è un minimo di libertà di azione. Vorremmo essere messi nelle condizioni di continuare a trasmettere calore, umanità, cultura, tradizione e anche buonumore. Ci aspettiamo che sul fronte delle tasse si assumano provvedimenti utili quantomeno a sospenderle.”

 

Stefano Corghi, chef, Presidente del Consorzio Modena a Tavola, portavoce Ristoratori Emilia-Romagna provincia di Modena
“Chiediamo prima di tutto regole certe, applicabili ed economicamente sostenibili. Noi stiamo mettendo a disposizione tutta la nostra esperienza e competenza per affiancare chi sarà chiamato ad effettuare le scelte politiche. I nostri ristoranti hanno caratteristiche spesso molto differenti: piccoli, grandi, con spazi esterni o senza, per cui è indispensabile il dialogo con chi questi locali li gestisce. A ciò si aggiunge un aspetto altrettanto importante: servono aiuti economici, serve la cancellazione di almeno una parte delle tasse e, ove ciò non fosse possibile, almeno un loro contenimento significativo. E poi riduciamo la burocrazia perché a volte si rischia di morire sommersi dalle carte.

 

 

Carlo Alberto Borsarini, chef, Presidente dell’Associazione Tour-Tlen, portavoce Ristoratori Emilia-Romagna provincia di Bologna
“Dobbiamo lavorare affinché appena possibile, la ristorazione, straordinario volano per il turismo, torni ad essere quella di prima, vale a dire un biglietto da visita apprezzato in tutto il mondo. Un concetto che trova la sua sintesi migliore nella nostra regione dove si parla di food valley. Tra i primi problemi da affrontare c’è quello della liquidità. Aggiungo che per dare flessibilità e slancio sarebbe importante reintrodurre i voucher. In una città universitaria come Bologna sono utilissimi perché a noi consentono di gestire i momenti di picco con un’organizzazione leggera e gli studenti più volenterosi possono guadagnare qualcosa per mantenersi negli studi.”

 

Silvia Tonioli, ristoratrice, Presidente dell’Unione Ristoratori Ferrara e portavoce Ristoratori Emilia-Romagna provincia di Ferrara

“Rispetto al futuro del nostro settore c’è ancora troppa confusione. È davvero difficile comprendere cosa ci aspetta. Noi abbiamo voglia di ripartire, ma dobbiamo farlo in sicurezza. Ci vogliono idee realizzabili e sostenibili. Ferrara in particolare è una città che vive di turismo ed oggi è tutto bloccato. Non deve assolutamente passare l’idea che il delivery ci stia salvando. Servono aiuti a fondo perduto perché da sola la nostra determinazione potrebbe non bastare per risollevarci.”

 

Diego Nanni, ristoratore, rappresentante Ristoratori Emilia-Romagna provincia di Rimini

”Ci sentiamo traditi dalle promesse sino ad oggi non mantenute a livello centrale mentre percepiamo una maggiore attenzione e sensibilità a livello regionale e comunale. Noi romagnoli ci siamo già rimboccati le maniche e stiamo cercando soluzioni per ripartire in sicurezza senza però snaturare il senso e il valore del nostro lavoro, in cui l’elemento della convivialità e dello star bene insieme è parte integrante della qualità del servizio offerto alla clientela.”

 

RICHIESTE DI LIVELLO NAZIONALE DA CONDIVIDERE CON LA REGIONE EMILIA-ROMAGNA - I FONDAMENTALI CHE IMPATTANO SULLA SOSTENIBILITA' A BREVE TERMINE

1. Sospensione leasing e mutui fino al 31.12.2020 e recupero delle mensilità congelate in coda al periodo previsto dalla relativa misura posta in essere;

2. Proroga della cassa integrazione straordinaria fino al 31.12.2020 per il personale in forza al 23.02.2020.

3. Credito d'imposta al 60% dei canoni di locazione riconosciuto al proprietario degli immobili commerciali fino al 31.12.2020 con il rimanente 40% a carico del locatore e misura semplificata (cedolare secca).

4. Cancellazione per l'anno 2020 delle imposte nazionali e locali (ad esempio TARI, IMU, tasse d'affissione, occupazione suolo pubblico) e rateizzazione dei pagamenti degli acconti IRES e IRAP previste per giugno 2020, senza interessi.

5. Sospensione e rateizzazione delle utenze per tutto il periodo di chiusura delle attività.

6. Individuazione di risorse a fondo perduto parametrate al fatturato perso.

7. Modalità di riapertura con tempi e modalità certi e condivisi con gli operatori di settore.

ALTRE MISURE IMPORTANTI DI SOSTEGNO A BREVE TERMINE

8) Accesso al credito agevolato tramite prestiti bancari garantiti al 100% da Medio Credito Centrale di durata non inferiore a 10 anni, importo fino al 20% dei ricavi dell'anno precedente, preammortamento di minimo 24 mesi e prima rata non prima di 12 mesi. Tasso d'interesse calmierato max 0,8%.
Per le nuove attività l'importo massimo sarà uguale al 100% del ricavo medio mensile.

9) Autorizzazione delle attività di somministrazione all'asporto nei termini già previsti per altre attività quali gastronomie, forni, ecc.

10) Credito d'imposta del 100% su tutti gli articoli necessari a mettere a norma le attività di somministrazione: visiere, mascherine, guanti, gel disinfettante, strumenti per il distanziamento, ecc.

11) Innalzamento del sussidio già in essere per i titolari di partiva Iva da 600 1.000 € per tutto il periodo dell'emergenza.

12) Riattivazione di strumenti per il lavoro occasionale accessorio come i voucher.

RICHIESTE IMPORTANTI MA DI MINOR URGENZA

13) Riattivazione del fondo Eureka per investimenti sull'attività produttiva nel settore della ristorazione.

14) Possibilità per il 2020 di non effettuare ammortamenti materiali ed immateriali in bilancio (intervento a costo zero) per ridurre i costi economici ed evitare/diminuire perdite. E' comunque un dato oggettivo che le imprese coinvolte per mesi non utilizzeranno i propri beni.

15) Allungamento dell'inibizione delle dichiarazioni di fallimento (oggi con data ultima al 30 giugno 2020) fino al 30 settembre 2020.

16) Accordo per sospensione/riduzione dei costi SIAE per tutto il 2020.

RICHIESTE LOCALI PER I SINDACI
DA CONDIVIDERE CON LA REGIONE EMILIA-ROMAGNA

a) Cancellazione per l'anno 2020 delle imposte locali (ad esempio TARI, IMU, tasse d'affissione, occupazione suolo pubblico) e tariffario ridotto del 50% per i primi 6 mesi del 2021.

b) Detrazioni d'imposta per chi fa turismo in Emilia-Romagna.

c) Aumento degli spazi concessi per l'occupazione suolo pubblico e
autorizzazioni per dehor fissi tutto l'anno, dove consentito dalla Sovrintendenza.

d) Allungamento degli orari di apertura delle attività e delle distese almeno nel week end.

e) Politiche di gestione parcheggi per agevolare l'accesso alle città che soprattutto in Romagna hanno costi proibitivi.

f) Romagna - Superamento delle questioni “dehor" dove si affianchi al prerequisito estetico e di compatibilità, l'eliminazione di prerogative afflittive che nulla hanno a che vedere con la logica ed il senso di ospitalità (coperture permeabili e tamponamenti parziali, ad esempio).

g) Trasporti pubblici anche in orario notturno da e per le città e accordi speciali con gestori servizi Taxi per tariffe agevolate nei week end e notturne.