Di Nicola Comparato e Foto di Valentina Carpin Sala Baganza , 4 maggio 2019 - Da Castellaro, frazione del comune di Sala Baganza, arriva una nuova segnalazione alla redazione della Gazzetta dell'Emilia. Alcuni residenti della zona ci rammentano lo stato di degrado e abbandono in cui versa l'acquedotto "Ponte della nave", detto anche "Ponte Romano".
La struttura, che attraversa il "Rio Ginestra", viene attribuita ai "Sanvitale" nel XIII secolo, in seguito a portarlo alla attuale fisionomia è stato l'intervento di Ranuccio I Farnese e infine ai nostri giorni si presenta come una vera e propria "costruzione fantasma". Il primo grido d'allarme, per lo stato di degrado del prezioso manufatto, fu lanciato sin dagli anni '80 dal Centro Studi della Valbaganza ma, a quanto pare, è rimasto del tutto inascoltato.
Valentina Carpin, con i suoi scatti fotografici, testimonia l'attuale stato di abbandono e chissà che questi non servano a smuovere gli animi di qualche generoso benefattore, prima che sia troppo tardi.
Per le vostre segnalazioni alla redazione della Gazzetta dell'Emilia scrivete a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
(Foto e Gallery di Valentina Carpin)
Marina Burani - Nero – 2019 | 1969 La mostra personale dell’artista inaugurerà a Palazzo Pigorini venerdì 10 maggio alle 18. Oltre cinquanta opere esposte con una particolare attenzione alla persistenza del colore nero.
Parma -
Inaugurerà venerdì 10 maggio, alle ore 18, a Palazzo Pigorini l’esposizione “Marina Burani - Nero – 2019 / 1969”: la prima personale di Marina Burani a Parma, sua città d’adozione, è una rassegna retrospettiva dei lavori realizzati durante cinquant’anni di carriera.
La mostra, realizzata dall’associazione Alphacentauri e curata da Didi Bozzini con il patrocinio e la collaborazione del Comune di Parma, presenta il percorso multiforme dell’artista sottolineandone un aspetto particolare, che è quello della persistenza fisica e simbolica del colore nero tra disegno e pittura.
Sui due piani di Palazzo Pigorini, cinquantasette opere che vanno a ritroso dagli specchi neri degli anni 2000 alle matite degli anni ’60 e testimoniano di un universo creativo nel quale il rapporto tra la figura e la sua assenza - la sua formazione e la sua scomparsa - occupa una posizione centrale e di fondamentale importanza.
La mostra, ad ingresso libero, rimarrà aperta sino al 16 giugno.
Marina Burani, nata a Reggio Emilia, vive e lavora a Parma. Ha frequentato l’istituto d’Arte Paolo Toschi a Parma e l’Accademia di Brera a Milano.
Nel 1991 fonda l’Associazione Culturale Alphacentauri con Andrea Vettori, dal 1994 pubblica il Giornale Alphacentauri che viene presentato alla Biennale di Venezia nello stesso anno.
Pubblica due libri “Lento a tempo” e “Coleotterofobia”.
A Reggio Emilia partecipa al premio Tricolore e l’opera viene premiata ed acquistata dal Museo Civico.
Dal 1972 ad oggi partecipa a numerosissime mostre collettive e personali, in Italia e all’estero.
Marina Burani - Nero – 2019 | 1969
Palazzo Pigorini | 10 maggio – 16 giugno
Orari di apertura:
mercoledì, giovedì e venerdì dalle 16.30 alle 19.30
sabato e domenica dalle 10.30 alle 13 e dalle 16.30 alle 19.30
ingresso libero
Nuove carte di Arrigo Boito donate da Andrea Carandini al Conservatorio di musica “A. Boito”. Giovedì 9 maggio 2019, ore 17.30, Auditorium del Carmine. Ingresso libero.
Parma -
Andrea Carandini sarà a Parma giovedì 9 maggio 2019 per donare al Conservatorio di Musica “Arrigo Boito” un faldone di carte autografe boitiane, conservate dalla sua famiglia. La donazione sarà ufficializzata durante una manifestazione con interventi di studiosi ed esecuzioni musicali, che si svolgerà nell’Auditorium del Carmine alle 17.30.
Le carte donate verranno riunite ai materiali conservati nello Studio Boito, elemento centrale, insieme allo Studio Toscanini, del Museo storico “Riccardo Barilla” del Conservatorio. Durante la manifestazione – organizzata dal Conservatorio, in collaborazione con Comune di Parma-Casa della Musica e Istituto Nazionale di Studi Verdiani, all’interno delle manifestazioni promosse dal Comitato Nazionale per le celebrazioni del centenario della scomparsa di Arrigo Boito (1918-2018) – Andrea Carandini rievocherà incontri e frequentazioni con protagonisti della cultura italiana e internazionale a villa Albertini a Parella (Ivrea), dove la famiglia trascorreva il periodo estivo, e annuncerà la donazione. Interverranno Olga Jesurum, Emanuele d’Angelo ed Emilio Sala; alcuni allievi del Conservatorio, accompagnati dalla docente Claudia Rondelli, eseguiranno brani di Boito e di Verdi.
Lo Studio era l’ambiente più importante della casa di Arrigo Boito in via Principe Amedeo a Milano: qui il compositore e librettista trascorreva gran parte del suo tempo, intento a studiare, scrivere, comporre, ricevere visite. Dopo la morte fu trasferito da Luigi Albertini, esecutore testamentario di Boito, nella villa di famiglia a Parella (Ivrea). Quindi, per volontà della famiglia Carandini, fu prima depositato alla Fondazione Giorgio Cini di Venezia e infine ricostruito nel Museo storico “R. Barilla”, voluto dall’allora presidente del Conservatorio Giorgio Paini e realizzato con una donazione di Pietro Barilla. Nei diversi trasferimenti alcune carte, tra cui gli appunti per il Nerone, rimasero alla Fondazione Giorgio Cini, mentre altre, di diverso contenuto, rimasero alla famiglia.
Le carte della donazione Carandini raccolgono per lo più appunti e abbozzi per un profilo biografico su Giuseppe Verdi, una serie di annotazioni su Re Lear, alcuni abbozzi musicali e una serie di appunti sul melodramma e sull'opera dell'Ottocento.
L'ingresso è libero e gratuito.
Per maggiori informazioni: Conservatorio di Musica "Arrigo Boito", Strada del Conservatorio 27/a, www.conservatorio.pr.it; Casa della Musica, P.le San Francesco (43121 Parma), tel. 0521 031170, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..
Il Comune di Parma aderisce a “Il Maggio dei Libri 2019”. Dal 5 al 30 maggio un ricco calendario di appuntamenti per bambini e adulti tra letture, laboratori, presentazione di libri, mostre e atelier.
Parma -
Il Comune di Parma aderisce anche quest’anno a “Il Maggio del Libri 2019” con un ricco calendario di appuntamenti promossi dall’assessorato alla Cultura e dalle Biblioteche comunali, rivolti a bambini e famiglie, ma anche agli adulti.
Le iniziative in programma nelle Biblioteche Comunali della città spazieranno da laboratori creativi, dedicati al disegno e alla pittura, a presentazioni di libri, a cui si aggiungeranno letture, atelier e mostre.
Ad arricchire il calendario saranno anche gli incontri tematici, a cura della Biblioteca Pavese, organizzati nella Scuola primaria Palli di Fognano, a conclusione del progetto annuale “Crescere leggendo 2018/19” che ha visto coinvolti i bambini di questa scuola, insieme ai loro genitori, in incontri in cui si è promosso il valore della lettura ad alta voce e della narrazione in famiglia, a partire dall’esperienza del personale bibliotecario e dal ricco patrimonio librario della biblioteca stessa.
Inoltre, nella giornata di sabato 25 maggio, a conclusione del progetto di promozione della lettura “Viaggiare con gli occhi della poesia”, si terrà al Parco Ducale, attorno alla serra e alla Biblioteca Alice, una grande festa con letture poetiche in italiano, e in lingua, laboratori di manipolazione, scrittura poetica e disegno, oltre ad un workshop di illustrazione botanica a cura di un’ospite speciale: l’illustratrice Gioia Marchegiani.
Il claim del Maggio dei Libri 2019 è “Se voglio divertirmi leggo”, illustrato da Mariachiara Di Giorgio attraverso un’allegra banda di personaggi immaginari, usciti dal mondo delle fiabe e della fantasia e pronti a ispirare gli organizzatori per le iniziative più originali. L’obiettivo? Liberare la creatività in nome della lettura e cimentarsi nell’organizzazione di iniziative che coinvolgano le persone più diverse, portando i libri nella quotidianità e il più possibile fuori dai loro contesti tradizionali.
Il “Maggio dei Libri” è un’iniziativa del Centro per il libro e la lettura (Ministero per i Beni e le Attività Culturali), in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, con il patrocinio della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome e dell’ANCI – Associazione Nazionale Comuni Italiani, e la media partnership di Rai Cultura e Rai Scuola.
Gli appuntamenti sono gratuiti e ad ingresso libero, salvo dove diversamente specificato.
Segue programma completo.
Programma iniziative “Maggio Dei Libri 2019”
Incontri per bambini e famiglie
Domenica 5 maggio
Biblioteca Pavese, ore 16
"Gli occhi sul giardino" laboratorio grafico-pittorico per bambini a cura di Monica Monachesi. Dai 6 ai 10 anni. Max 15 partecipanti. Info e prenotazioni 0521-493345
Biblioteca Alice, ore 10
“Acrobazie a cavallo della poesia” incontro per bambini e bambine dai 4 ai 7 anni e loro famiglie. A cura di Cantastorie a progetto. Dai 4 ai 7 anni. Max 20 bambini.
Info e prenotazioni: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 0521-031751
Lunedì 6 maggio
Giovedì 9 maggio
Biblioteca Pavese, ore 10.30
"E' da tanto che ti aspetto", laboratorio creativo-espressivo rivolto alle mamme al 7° mese di gravidanza per la realizzazione di un libro tattile. Gli altri 4 incontri saranno concordati con le partecipanti.
Max 7 partecipanti. Info e prenotazioni: 0521-493345
Sabato 11 maggio
Biblioteca Alice, ore 16.30
“Gli occhi sulla città” a cura di Monica Monachesi. Laboratorio di disegno ideato per conoscere il patrimonio di bellezza che ci circonda e per condividerlo. Dai 7 anni. Max 20 partecipanti.
Info e prenotazioni: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 0521-031751
Lunedì 13 maggio
Scuola primaria di Fognano, dalle 16.30
Sabato 18 maggio
Biblioteca Pavese, ore 16 "Pizza Story" filastrocca scritta da Giorgio Montanari e illustrata da Marianna Salerno. Segue laboratorio di disegno condotto dall'illustratrice.
Dai 6 anni. Info e prenotazioni: 0521-493345
Lunedì 20 maggio
Scuola primaria di Fognano, dalle 16.30
"Crescere leggendo 2018/19"dalla Biblioteca Pavese alla Scuola primaria N. Palli di Fognano, una ricca selezione di racconti fantasy per bambini e famiglie. Evento aperto alla cittadinanza del quartiere
Sabato 25 maggio
Dalle 10.30 alle 20 Giornata conclusiva del progetto Viaggiare con gli occhi della Poesia
Laboratori, letture, atelier, una mostra e tanti LIBRI.
Info Biblioteca di Alice: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 0521-031751
Domenica 26 maggio
Biblioteca Pavese, ore 16.30
“Alla scoperta della tavola periodica” laboratorio scientifico per bambini a cura dell'Associazione Googol. Dagli 8 ai 12 anni. Max 20 bambini. Info e prenotazioni: 0521-493345
Lunedì 27 maggio
Scuola primaria di Fognano, dalle 16.30
Incontri per adulti
Mercoledì 8 maggio
Biblioteche del San Paolo- Guanda e Internazionale Ilaria Alpi, ore 18
"Gli uomini renna della Mongolia; Tsaatan, i Signori della Taiga" di David Bellatalla (Töpffer Edizioni, 2019). Conversano con l’autore Beppe Mecconi e Mariangela Guandalini
Giovedì 16 maggio
Biblioteca Pavese, ore 18.30
Pagine di Scienza 2019
“Molecole del gusto, ovvero la chimica dei sapori” (Mup collana Percorsi, 2018). L’autore Gianni Galaverna dialoga con Francesca Messina e Daniela Gaggiero
Biblioteca Palatina, ore 17
Presentazione del volume di Mauro Guerrini, "De bibliothecariis. Persone, idee, linguaggi", Firenze University Press, 2017.
Introduce Grazia Maria De Rubeis. Intervengono Giorgio Montecchi e Alberto Salarelli
Conclusioni di Mauro Guerrini
Venerdì 17 maggio
Biblioteche del San Paolo - Guanda e Internazionale Ilaria Alpi, ore 18
Millennial Writers- Nuove generazioni letterarie
“Clarisse” di Sara Cocconi (Gedi Editoriale, 2018)
Dialoga con le giovani scrittrici Chiara Manchi docente di Lingua e Letteratura Italiana-Liceo Scientifico “G. Ulivi” di Parma
Venerdì 24 maggio
Biblioteca Pavese, ore 18.30
Pagine di scienza 2019
“Il formicaio intelligente” (Zanichelli collana Chiavi di Lettura, 2018)
L'autore Donato Grasso dialoga con Emanuela Colombi
Sabato 25 maggio
Biblioteche del San Paolo - Guanda e Internazionale Ilaria Alpi, ore 16
"La Rivoluzione delle Api, come salvare l'alimentazione e l'agricoltura nel mondo" di Monica Pelliccia e Adelina Zarlenga (Nutrimenti, 2018)
Conversa con le autrici Antonella Ferrari, referente Slow Food Parma nell’ambito del Festival Sviluppo Sostenibile ASVIS
Mercoledì 29 maggio
Biblioteche del San Paolo - Guanda e Internazionale Ilaria Alpi, ore 18
“Per una Botanica della Poesia” da una idea di Sebastiano Adernò presentazioni e letture poetiche di autori provenienti da diverse città italiane, a cura di Luca Ariano
Giovedì 30 maggio
Biblioteca Pavese, ore 18.30
Pagine di scienza 2019
“L’eredità di Mendel” (Hoepli collana i Microscopi, 2018)
L'autore Alfonso Lucifredi dialoga con Emanuela Colombi
Tutti gli incontri sono a ingresso libero fino ad esaurimento posti salvo dove diversamente indicato.
Reggio Emilia, 28 aprile. Ha vinto il Circuito OFF di Fotografia Europea 2019 - Valerio Polici con la mostra Ergo Sum ospitata presso Spazio C21 (Palazzo Brami).
Il premio, dedicato allo storico collaboratore del festival Max Spreafico, è stato assegnato da una giuria presieduta da Walter Guadagnini, e offrirà la possibilità all'autore di realizzare una nuova mostra da presentare nello spazio dedicato, interno a Palazzo Magnani, durante la prossima edizione di Fotografia Europea.
Ergo Sum è un progetto fotografico che Valerio Polici ha realizzato tra Europa e Argentina nell' arco temporale di sei anni e che ha segnato una fase di cesura nella ricerca dell'artista, ossia il suo passaggio dal mondo espressivo dei writers a quello della fotografia.
Seguendo alcuni writers protagonisti dei suoi scatti, da lui definiti "compagni di avventura", l'artista ha catturato, in un convulso bianco e nero, i luoghi periferici e interdetti del panorama metropolitano e industriale "in cui le identità definite siperdono e lasciano il passo a infinite possibilità". È qui l'esperienza stessa, come ha sottolineato la curatrice Chiara Pirozzi, a porsi come creatrice di rapporti "culturali e sociali, sconosciuti e inaspettati".
Nonostante Polici sia materialmente dietro la macchina fotografica e quindi "testimone" degli eventi, il suo personale coinvolgimento emotivo segna in modo indelebile un lavoro in grado di restituire visivamente l'adrenalina del momento e l'imprevedibilità del suo epilogo.
Il fotografo stesso ha raccontato di fughe repentine, provocate dal suono improvviso di un allarme, e di lunghe attese, che lui stesso ha vissuto nascosto insieme agli altri street artist, nel tentativo di non farsi cogliere in flagrante dalla vigilanza, di cui si percepisce l'avvicinarsi nella velocità di una messa a fuoco instabile.
La premiazione si è svolta ieri sera ai Chiostri di San Pietro, alla presenza del Sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi.
BIO VALERIO POLICI
Valerio Polici vive a Roma e inizia la sua ricerca fotografica con il progetto Ergo Sum. Successivamente partecipa a 'LAB/ per un laboratorio irregolare' di Antonio Biasucci. In una mostra collettiva del 2017, la Galleria del Cembalo espone i suoi primi lavori, in cui emerge con forte evidenza come la fotografia sia già per Polici lo strumento privilegiato di un viaggio a ritroso, attraverso il quale sublimare le paure e riconciliarsi con il proprio io.
Ergo Sum è stato già esposto alla Biennale di Venezia nel 2016 e al MACROdi Roma nel 2017.
INFO MOSTRA SPAZIO C21
Dal 12 aprile al 9 giugno
Spazio C21, via Emilia San Pietro 21 – Reggio Emilia
Info: https://bit.ly/2WWMkYy
La nuova indagine del commissario Cataldo, uscito dalla penna del giallista modenese, si svolge tra Sestola e Modena, con incursioni in Trentino e a Roma. E al lettore parrà di riconoscere, oltre ai luoghi della città, anche qualche personaggio o, almeno, qualche sua caratteristica. Abbiamo intervistato l’autore
MODENA
Di Manuela Fiorini
Si intitola “Sporchi delitti” la nuova avventura che vede protagonista il Commissario Cataldo, il personaggio nato dalla penna del giallista modenese Luigi Guicciardi. E, anche in questa nuova indagine, non poteva mancare la città di Modena, non solo un semplice sfondo, ma una città reale, con qualche sfumatura creativa per “esigenze letteraria”, ma viva, cupa, misteriosa. Una città che il lettore riconoscerà nei quartieri, nelle vie, ma che ha comunque un elemento diverso. Tuttavia, l’azione si svolge con incursioni a Sestola, località turistica dell’Appennino modenese, in Trentino e a Roma, dove Cataldo si recherà seguendo il suo infallibile intuito per risolvere tre delitti.
Tre donne uccise da una mano misteriosa, tre donne che non si conoscevano, ma che in comune avevano l’essersi separate dai mariti, l’aver effettuato interventi di chirurgia estetica in una rinomata clinica privata della città e, soprattutto, a loro modo si assomigliavano.
Abbiamo incontrato Luigi Guicciardi per parlarci di questa nuova avventura del Commissario Cataldo.
Dopo il mondo del calcio, che faceva da cornice a Nessun posto per nascondersi, in questa nuova avventura il commissario Cataldo ha a che fare con un'indagine complessa che, oltre alla “sua” Modena, lo porterà a Sestola, in Trentino e a Roma. Come mai hai deciso di “ampliare gli orizzonti” del commissario?
“Ha contribuito indirettamente anche una ricorrenza. Cade quest'anno, infatti, il ventennale della nascita narrativa del mio protagonista, che esordì nel 1999 con La calda estate del commissario Cataldo, interamente ambientato a Guiglia: un romanzo che mi diede molte soddisfazioni, visto che fu tradotto anche in inglese e in tedesco. Ho pensato quindi di riportare Cataldo a indagare in Appennino, questa volta a Sestola, in una sorta di chiusura del cerchio. Per quello che riguarda, invece, la deviazione in Trentino, mi sono avvalso del fatto che ho un piccolo appartamento là, precisamente in Val di Fiemme, e quindi conosco direttamente quei luoghi. Anche stavolta però, come nella maggioranza delle indagini precedenti, è Modena a rivestire il ruolo di location principale: la Modena della ricca borghesia, con zone peraltro che non avevo mai trattato prima, come il Villaggio Zeta”.
Nel Prologo uno dei personaggi dice: “L'amore. È sempre questo il principio di tutte le cose. Ma quello che non ho capito è che è anche la fine di tutto.” In questa frase è racchiusa la soluzione del giallo, anche se il lettore non lo capirà fino alla fine. All'autore invece chiedo: in che modo l'amore, solitamente protagonista di racconti e romanzi “romance”, può diventarlo anche di un giallo?
“Non va dimenticato che, fin dal celeberrimo “Odi et amo” di Catullo, poeti e narratori ci hanno detto che l'odio e l'amore possono avere la medesima radice, che l'odio, cioè, può essere a volte amore rovesciato, ribaltato. E come si può maturare ed essere felici con l'amore, così si può anche uccidere per amore, se in amore si viene traditi, o se l'amore ci viene sottratto con la violenza. Infatti “nel cuore le cose non finiscono mai”: che è anche il sigillo con cui si chiude questa storia e questa indagine”.
Attraverso i tuoi libri abbiamo assistito alla “crescita” del commissario Cataldo. In questa ultima avventura, come nella precedente, lo troviamo nella sua piena maturità, “alle soglie della pensione”. In che modo Cataldo è “maturato” nel corso dei libri? Chi è il commissario Giovanni Cataldo di Sporchi delitti rispetto a quello dei romanzi precedenti?
“In tanti anni, naturalmente, Cataldo è cambiato molto. S'è trasferito da Catania a Modena, da quarantenne schivo e un po' romantico, per fare carriera e per lasciar decidere alla vita su una storia d'amore in crisi, ma condizionato all'inizio dalla nostalgia per la sua terra, di cui rimpiangeva i profumi, i colori, il mare, la cucina. Poi, via via, s'è inserito sempre più nella realtà modenese, s'è innamorato, disamorato, sposato con un'infermiera conosciuta a Carpi, ha avuto due figli, finché sua moglie l'ha lasciato per un avvocato calabrese ed è partita portandoseli via con sé. Ora Cataldo, in Sporchi delitti, è un uomo solo, al culmine della maturità professionale ma incupito da questa pena segreta: è meno dinamico, quindi, ma più riflessivo, deduttivo, esperto. Ed è un uomo, soprattutto, che cerca di tenere a bada i ricordi e i rimpianti proprio con il lavoro, di cui ha umanamente bisogno”.
Anche in questo romanzo Cataldo è affiancato da colleghi più giovani. Dobbiamo pensare a un “passaggio di testimone”? Andrà davvero in pensione il nostro commissario?
“I colleghi più giovani hanno almeno due funzioni: quella di rimarcare per contrasto, con la loro minore esperienza, la superiorità deduttiva di Cataldo (che deve restare pur sempre il protagonista), e quella di costituire la necessaria “spalla” per i dialoghi, numerosi e necessari in un tipo di Giallo come il mio, che si presenta già come “sceneggiato”. Quanto alla pensione, direi che non è ancora il momento: non tanto per l'età anagrafica del personaggio, quanto per la simpatia con cui i lettori ancora adesso lo seguono, e il piacere con cui tuttora ne scrivo”.
Ancora una volta nel libro c'è tanto di Modena e dei modenesi: i luoghi, i nomi, gli scorci... Il lettore “modenese”, leggendo, ha l'impressione di conoscere qualcuno con quel “nome e cognome”, così come riconosce i luoghi citati, anche se “c'è qualcosa di diverso”. Che cos'ha la Modena di Cataldo di diverso da quella reale?
“In Sporchi delitti c'è la Modena della ricca borghesia, di gente che ha i soldi e anche una certa cultura. E oltre al centro storico, come ti ho detto, ci sono zone che non avevo mai trattato prima, come il Villaggio Zeta, via del Sagittario e via dello Zodiaco. E circa l'impressione di conoscere qualcuno con “quel nome e cognome”, hai ragione, ci sono personaggi nuovi e in parte allusivi, come per esempio un giornalista sportivo di TRC, un politico locale d'area cattolica (entrambi con cognomi... modenesissimi), e persino una lettrice di tarocchi. Quanto ai luoghi di Modena, posso dire che ultimamente non c'è sostanziale differenza fra la città reale e quella di Cataldo: Modena si mantiene bella e attrattiva nel suo centro storico, coi monumenti e i teatri, mentre le periferie si sono imbruttite: penso alla Sacca o alla Madonnina. Nei primi romanzi della serie, invece, c'era molta differenza tra la Modena reale e quella di carta, dal momento che il punto di vista di Cataldo nel descrivere la città era quello di un siciliano “esterno”, che doveva quindi vederla necessariamente con curiosità, stupore e un po' di ignoranza. Ora invece, dopo vent'anni, l'ottica di Cataldo coincide del tutto con la mia, e realtà e fiction combaciano quasi completamente”.
Infine... una curiosità da lettore. Come nasce un'avventura del commissario Cataldo? A che cosa ti ispiri? C'è già qualcosa di nuovo che... bolle in pentola e che ci puoi rivelare?
“Le mie storie nascono da uno spunto imprevedibile, offerto di volta in volta da una notizia di cronaca, dai fotogrammi di un vecchio film, dal ricordo di una pagina letta, da una vecchia memoria di famiglia... Poi, una volta presa forma la trama, giro per Modena per trovare le location più plausibili per le storie. Quanto alla classica “pentola”, qualcosa di nuovo sta già “bollendo”. Nel prossimo romanzo Cataldo indagherà nei ricordi di un gruppo di vecchi amici che hanno fatto la maturità classica insieme; un cadavere li riporterà a confrontarsi col loro passato. Il titolo potrebbe essere, appunto, Un conto aperto con il passato, adatto a questa atmosfera memoriale di indagine a ritroso, ed è anche un verso che mi ha colpito di una canzone di Giusy Ferreri”.
E, se volete conoscere di persona il Commissario Cataldo e il suo autore, “Sporchi delitti” sarà presentato mercoledì 22 maggio, alle ore 17, presso la Sala Campori della Biblioteca Estense, a Modena; sabato 15 giugno, alle 18.30, presso la Libreria Ubik di via dei Tintori, sempre a Modena; domenica 7 luglio, alle 20.30, presso il chiostro della Biblioteca di Guiglia, nell’ambito della rassegna “Un chiostro di autori e libri”.
SCHEDA DEL LIBRO
Luigi Guicciardi
Sporchi delitti
F.lli Frilli Editore
Pag 272 - € 14
CNA per Fotografia Europea promuove letture portfolio con esperti e critici negli ateliers Viaduegobbitre. Sabato 27 e domenica 28 aprile i portfolio saranno giudicati da Loredana De Pace, Massimo Mazzoli e Erik Messori.
Reggio Emilia -
A Fotografia Europea 2019 tornano le letture portfolio promosse dagli Ateliers Viaduegobbitre e CNA Comunicazione e Terziario Avanzato con esperti e critici di fotografia. Sabato 27 e domenica 28 aprile gli Ateliers Viaduegobbitre, presi d’assalto durante le giornate inaugurali di Fotografia Europea, si confermano la cornice ideale per ospitare confronti e dibattiti stimolanti sulla fotografia aperti ad amatori e professionisti.
“Le letture portfolio si confermano un grande richiamo per tutti. Non si smette mai di imparare e avere consigli da esperti del settore è un’opportunità allettante per migliorare la propria tecnica. CNA partecipa da sempre attivamente alle iniziative culturali della città ed è socio della Fondazione Palazzo Magnani. Naturale quindi sostenere l’iniziativa degli Ateliers Viadeiduegobbi che hanno dimostrato di essere un punto di riferimento importante per gli artisti reggiani e non solo”. Questo il commento di Giuliano Ferrari, Presidente provinciale CNA Comunicazione e Terziario Avanzato.
Gli appassionati di fotografia potranno mostrare i propri scatti (sabato 27 aprile dalle 10.30 alle 13 e dalle 15.30 alle 18 e domenica 28 aprile dalle 10.30 alle 13) a Loredana De Pace, giornalista e critica fotografica, Massimo Mazzoli, lettore e docente Fiaf, Erik Messori, fotogiornalista.
Alle 17 di domenica 28 aprile ci sarà la proclamazione dei portfolio vincitori. Il vincitore assoluto potrà esporre negli spazi degli Ateliers durante la prossima edizione di Fotografia Europea, mentre al primo e secondo classificato andranno dei buoni acquisto per libri fotografici da spendere presso la libreria All’Arco a Reggio Emilia.
Per partecipare alle letture portfolio si consiglia la prenotazione scrivendo a Laura Sassi, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.oppure cell. 335 8015629.
Letteratura e Cultura in un contesto originale: IL COMPLESSO MONASTICO DI SAN PIETRO.
L'Associazione di scrittori I SEMI NERI interviene dopo la sua partecipazione a BUK e le polemiche sollevate da alcune case editrici. Le dichiarazioni della Presidente Daniela Ori. L'Associazione di Scrittori I SEMI NERI ha partecipato anche quest'anno a Buk, Festival della Piccola e media editoria, su invito del direttore artistico dottor Francesco Zarzana.
"Siamo stati soddisfatti ancora una volta e ringraziamo Zarzana per la fiducia che accorda da anni alla nostra Associazione. Abbiamo presentato il nostro ultimo libro collettivo "La casa dei segni" e questa è stata forse la migliore presentazione del tour, che stiamo conducendo in varie location per questo libro" – così ha commenta Daniela Ori, Presidente dell'Associazione I Semi Neri.
L'Associazione ha proposto quest'anno un reading con la conduzione del giornalista Francesco Folloni, coinvolgendo gli studenti del Liceo delle Scienze Applicate Fermo Corni e gli studenti-attori che hanno preparato le letture si sono molto divertiti e il pubblico li ha seguiti con attenzione ed emozione. Per questo ha destato un po' di dispiacere leggere di qualche polemica di alcune case editrici sulla location e sull'organizzazione di questa manifestazione.
Certo è che il Chiostro delle Colonne del Monastero di San Pietro è un luogo di certo non progettato per ospitare manifestazioni di grande affluenza di pubblico, ma indubbiamente si tratta di una location insolita e di assoluto fascino, che ha purtroppo sofferto del maltempo, che ha impedito di godere appieno della bellezza del luogo.
Tuttavia, vedere il Chiostro pieno di libri e di gente ha di certo consentito a far conoscere un luogo di grande bellezza della nostra città anche a chi, magari, non lo conosceva. E se pure qualche disagio può esserci stato, resta il fatto che BUK, il Festival della Piccola e Media editoria di Modena, da dodici anni costituisce ormai un appuntamento fondamentale nella vita culturale della nostra città, che consente a tanti autori ed editori indipendenti la possibilità di farsi conoscere e presentare i propri lavori.
L'Associazione I Semi Neri ringrazia pertanto Buk per l'invito e il Padre Priore del Monastero, don Stefano De Pascalis, per la grande disponibilità e per aver acconsentito di aprire le porte di un luogo così bello a questa manifestazione e alla cultura dei libri.
Il ritrovo è all’ingresso della Ghirlandina, via Lanfranco, alle 14.15 per l'acquisto dei biglietti. La visita organizzata da Archeosistemi col Servizio Promozione città e Turismo del Comune inizia dalla Torre coi suoi 200 gradini e dall'alto, nella “Sala dei Torresani” dove abitavano le guardie, si possono ammirare i tetti del centro storico, la piazza e il panorama.
La guida accompagnerà quindi il gruppo a Palazzo Comunale, nelle Sale Storiche. In queste Sale un tempo si riuniva il Consiglio Comunale, vi erano gli archivi civici e lo studio del sindaco. Ospitano splendide decorazioni pittoriche di Ludovico Lana, Nicolò ed Ercole dell'Abate, Bartolomeo Schedoni, Francesco Vellani, Girolamo Vannulli, Francesco Vaccari e Adeodato Malatesta.
La visita dura circa un'ora e sarà riproposta giovedì 25 aprile e mercoledì 1 maggio con le stesse modalità di partecipazione e negli stessi orari.
Per partecipare servono i biglietti della Ghirlandina (3 €, ridotto 2 € per studenti da 6 a 26 anni, over 65, gruppi di almeno 10 persone) e delle Sale Storiche (2 €, gratuito fino a 5 anni, guide turistiche e interpreti, giornalisti, insegnanti che accompagnano classi, disabili e accompagnatori). Oppure biglietto Unico Unesco a 6 € senza scadenza, che include Ghirlandina, Sale Storiche, Musei del Duomo, Acetaia Comunale (visitabile venerdì pomeriggio, sabato e festivi mattina e pomeriggio, previa prenotazione allo Iat in Piazza Grande, 14).
La Ghirlandina apre da martedì a venerdì 9.30-13 e 15-19. Sabato, domenica e festivi 9.30 - 19. Dal 29 aprile a tutto luglio anche lunedì 9.30-13 e 15-19. La biglietteria chiude sempre mezz'ora prima dell'orario di chiusura indicato.
Sabato 27 aprile è in programma una vista tematica dedicata tutta alla Torre simbolo di Modena.
La prenotazione è obbligatoria via mail (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.) per massimo 25 persone.
Per informazioni: IAT, Informazione e Accoglienza Turistica, piazza Grande 14 sotto i portici del Municipio, tel. 059 2032660 www.visitmodena.it.
Villa Levi a Reggio Emilia, una delle più affascinanti dimore storiche seicentesche della regione, a rischio crollo e abbandono: la denuncia di Gabriele Arlotti.
Reggio Emilia -
Sette milioni, presunti, di valore abbandonati a se stessi. Ma, soprattutto, uno dei beni immobiliari, storici e affettivi dei reggiani. Infiltrata d’acqua e muffe, vittima dei ladri, abbandonata al suo destino è una delle più affascinanti dimore storiche seicentesche della regione.
E’ Villa Levi che nel Settecento sarebbe passata proprio alla storica famiglia ebrea di cui porta ancora il nome. Una villa che comprende i due fabbricati annessi (Guado e Augusta), terreni per 20 ettari, l’oratorio Besenzi del 1840, ma che soprattutto ha un meraviglioso corpo centrale neoclassico e le dipendenze attorno.
Ieri, 17 aprile, sono andati via per sempre i pochi tecnici di laboratorio rimasti, con rientro all’Università di Bologna.
Villa Levi ha ospitato per quasi mezzo secolo il Corso di Laurea in Scienze della Produzione Animale (il triennio applicativo finale).
Nel 1968, in piena contestazione studentesca, i presidi delle facoltà di Veterinaria e di Agraria dell'Università di Bologna, fondarono per la prima volta in Italia il corso di Laurea di Scienze della Produzione Animale, collocando il biennio propedeutico a Bologna e quello applicativo a Reggio Emilia, con sede a Villa Levi-Coviolo. Nel 1970 la Villa venne acquista, con firme dei professori Zucchi e Zambonelli, dall’ultimo proprietario del tempo, l’avvocato Pelosi.
All'inizio, tutte le attività reggiane di Scienze della Produzione Animale si svolsero per diversi anni in una sede provvisoria, successivamente all’acquisto, operato dall'Università di Bologna con anche un contributo della Cassa di Risparmio di Reggio, si trasferirono qui definitivamente nel maggio del 1978 con il restauro fatto dall’Università di Bologna con contributi per la gestione degli enti locali reggiani Camera di Commercio, Provincia, Comune di Reggio Emilia.
Da allora fino all'aprile del 2011 in cui venne chiusa definitivamente, (per trasferire tutte le attività presso la sede di Bologna) ha laureato oltre 1500 professionisti.
Negli ultimi anni però è stata completamente trascurata per motivi economici dall'Università di Bologna, “fino a renderla a quasi un rottame”- commenta un ex docente, come dimostrano le diverse foto. Acqua infiltrata nei tetti, grondaie in rame rubate e sostituite con quelle in plastica, alberi monumentali caduti nel meraviglioso parco accanto.
“lo spreco di danaro pubblico equivale a un furto aggravato, perché trattasi di quattrini degli italiani. La morte di Villa Levi non é un danno economico solo per Coviolo, ma per tutta l'Università italiana”.
Perché Villa Levi venne abbandonata? “Ai primi anni Duemila a Reggio Emilia c’erano 3 facoltà di agraria oltre a questa di Produzione Animale di Bologna, con Modena e Parma. Nel mentre a Reggio Emilia era iniziata già a fine anni Novanta la battaglia per essere sede di Università e non solo distaccamento. Creata la nuova Università di Unimore risultava superfluo mantenere a Reggio un distaccamento di Bologna”.
Nel 2011 a Villa Levi cessarono funzioni didattiche, col rientro di ricercatori, insegnanti e studenti a Bologna, che, qui a Coviolo, erano svolti negli istituti di allevamenti zootecnici, di zooeconomia, microbiologia e industrie agrarie, istituto di produzione foraggere e di edilizia zootecnica. Qui sono nate, oltre a numerose analisi economiche, alcune tra le più grandi scoperte scientifiche del tempo, ad esempio, su Parmigiano Reggiano e suinicoltura.
Inutilmente, per 7 milioni di euro, l’Università di Bologna ha cercato di vendere questo luogo che è protetto da vincolo della Soprintendenza.
Gabriele Arlotti
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