Mercoledì, 08 Maggio 2019 06:20

"Di Gelo e di Fuoco", un romanzo che racconta un viaggio millenario lungo la Francigena In evidenza

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Monteriggioni  lungo la Via Francigena Monteriggioni lungo la Via Francigena

Un romanzo scritto a otto mani, che racconta l'itinerario di quattro diversi personaggi, appartenenti ad altrettante epoche diverse, lungo la via storica che attraversa l'Europa e l'Italia e che sarà presentato il prossimo 24 maggio presso il Mondadori Bookstore del Victoria Cinema. Tra gli autori c'è anche il modenese Fabrizio Fangareggi, che abbiamo intervistato.

Di Manuela Fiorini

MODENA – Storia, avventura e mistero. Sono questi gli ingredienti del godibilissimo "Di Gelo e di Fuoco", un tomo di 520 pagine che si legge tutto d'un fiato, e fa venire voglia di approfondire le vicende narrate, nonché di inforcare un paio di robusti scarponi e percorrere almeno un tratto di della via Francigena, quel fil rouge che lega i personaggi e le vicende del romanzo.

È la notte del 17 dicembre del 1899, manca una settimana alla cerimonia di apertura della Porta Santa con la quale papa Leone XIII darà inizio al Giubileo Secolare. Francesco, anziano abate dell'abbazia di San Filippo al Marta, sente che la sua vita sta volgendo al termine e lui non ha ancora ultimato il grande romanzo sulla Via Francigena. All'improvviso qualcuno bussa alle porte dell'abbazia. Guardandosi attorno con circospezione, Francesco scivola lungo i corridoi del monastero e, quando apre il portoncino, ha un moto di contentezza nel vedere chi siano i viandanti che sbucano dall'oscurità. L'abate li accoglie felice, ora sente che il suo romanzo, anche grazie alle storie che ognuno di loro gli racconterà, potrà essere terminato. Ma assieme a loro, o forse proprio a causa del loro arrivo, nel monastero è giunto anche il Diavolo che ha tentato l'abate fin da ragazzino e non può accettare di vederne il trionfo.

Questa è, in sintesi, la trama del romanzo, che sarà presentato il prossimo 24 maggio, alle 20.30, presso il Mondadori Bookstore del Victoria Cinema di via Ramelli 101. Il libro è stato scritto a otto mani da Guido Fiandra, Pierluigi Fabbri, Andrea Zauli e dal modenese Fabrizio Fangareggi, che abbiamo intervistato per farci svelare qualche "succoso" dietro le quinte, anzi, dietro le pagine.

Fabrizio, come è nata l'idea di questo libro?
Nasce una quindicina di anni fa, quando Guido Fiandra, venendo a conoscenza del viaggio di Sigerico di Canterbury nel 990 e la sua mappatura della Via Francigena, ne rimase affascinato. Dopo averne approfondita la storia e visitato alcuni tratti, paesi e città, si fece una domanda: come mai il Cammino di Santiago di Compostela è ancora così popolare e percorso da moltitudini di persone, mentre la Via Francigena – la cui rilevanza religiosa e storica è altrettanto grande, essendo stato il tracciato sul quale già dal Medioevo si è sviluppato il concetto di Europa – è molto meno frequentata? Il mio coinvolgimento è avvenuto nel 2016, quando ho contattato Guido Fiandra, che è stato mio insegnante di regia e sceneggiatura all'Accademia Nazionale del Cinema di Bologna, per chiedergli di presentare un mio romanzo all'Isola Tiberina a Roma, "Il confine del buio", un thriller medievale ambientato a York nel 1374 e scritto con l'amico e collega Pierluigi Fabbri. Guido lesse il libro e gli piacque molto, presentò la serata e a cena ci parlò del suo progetto: partire per un viaggio e scrivere un romanzo insieme che si dipanasse lungo un millennio e avesse come ambientazione la Francigena. Quattro autori per quattro personaggi, appartenenti a differenti nazioni e periodi storici che si ritrovano "magicamente" tutti insieme in un'abbazia di Viterbo il 17 dicembre del 1899 a pochi giorni dall'apertura del Giubileo.

Perché la Francigena continua ad affascinare gli autori?
Credo che la Francigena affascini ogni viaggiatore, reale o virtuale. Attraversa diverse nazioni e, oltre ad essere stata meta importante di pellegrinaggio per la cristianità, ha rappresentato nel corso dei secoli cammino e confronto tra culture, arte e commerci, ha gettato le basi sociali dell'Europa. Gli autori sono i viaggiatori per antonomasia. Chi scrive inizia sempre un viaggio, letterario e interiore. Un viaggio immaginario dove nascono personaggi e situazioni, in questo caso calati in precisi e accurati contesti storici. Per un autore l'importante è coinvolgere il pubblico nel proprio viaggio, farsi domande e porgli interrogativi. La Francigena è ricca di storia, luoghi magnifici e suggestioni, un perfetto viaggio per rivivere il nostro passato, per scoprire ciò che ci circonda e anche per mettere a nudo noi stessi. Riflessione, fatica e spiritualità. Tutti elementi comuni nel viaggio, anche in quello narrativo.

Come vi siete divisi i compiti?
Sul corpo della storia principale, ideata da Guido Fiandra, abbiamo iniziato a confrontarci per dare vita al romanzo vero e proprio. Riunioni, scalette e valutazioni sui temi e sui personaggi. Andrea Zauli, già collaboratore di Guido e primo a salire a bordo in questo progetto, alla fine di ogni incontro forniva resoconti dettagliati, così che ognuno, anche in maniera indipendente da casa, poteva sviscerare i punti trattati e produrre nuove idee e materiale per ulteriori analisi. Alla fine si è deciso che ognuno avrebbe scritto autonomamente il proprio racconto di viaggio, legato a un singolo personaggio, differenziandolo per tono e stile, mentre tutti insieme avremmo lavorato sul racconto cornice che fa da arco narrativo portante.

Quanto vi siete affidati alla storia e quanto alla fantasia?
La ricerca storica è importante, anzi, fondamentale. Nel romanzo ci sono tantissimi riferimenti storici su luoghi e persone realmente esistite. Ci siamo divertiti a inserire il più possibile eventi o personaggi reali e a farli incontrare con la fantasia, intrecciandone le vite, anche se solo per brevi tratti o scene. Il fascino narrativo unisce fin da subito la forte base storica a un tocco di fantastico. I quattro enigmatici viaggiatori, giunti da paesi ed epoche differenti sono: Sigerico, arcivescovo di Canterbury dal 990, Maria Rodriguez, vedova castigliana dal 1350, Goetz Von Berlichingen, nobile capitano di ventura dal 1550 e Jean Baptiste Fournier, ex rivoluzionario e mercante di vini dal 1825. Sigerico è un personaggio storico e nella narrazione si può leggere anche il diario scritto dall'arcivescovo, ma per esigenze narrative abbiamo immaginato che l'abbia scritto nel viaggio di andata da Canterbury a Roma, mentre i suoi appunti di viaggio con le ottanta tappe sono stati redatti durante il viaggio di ritorno in Inghilterra. Anche Goetz Von Berlichingen è realmente esistito, mentre Maria Rodriguez e Jean Baptiste Fournier sono frutto di pura fantasia, così come l'abate Francesco, colui che ospita i quattro viandanti e che unisce le loro storie al presente del 1899. Il tutto arricchito da una tinta mistery e presagi inquietanti: a minacciare le vite di tutti loro compare addirittura il Diavolo.

Quali sono state le difficoltà nello scrivere un romanzo a più mani?
Come dicevo prima, i singoli racconti di viaggio sono scritti individualmente, proprio perché si voleva dare a ogni personaggio una voce unica e riconoscibile. L'impresa, oltre alla creazione della trama, alla ricerca storica e alla successiva analisi dei dettagli per la coerenza narrativa, è stata coesistere tutti insieme nel racconto cornice, quello che unisce l'abate Francesco ai quattro viandanti. Io, Andrea e Pierluigi abbiamo scritto i capitoli della "notte magica", come la chiamavamo noi in fase di stesura, passandocela di mano, in modo che ognuno potesse arricchire o tagliare il lavoro degli altri, fino all'ultima revisione di Guido Fiandra che ha amalgamato il tutto, per rendere lo stile più fluido come se fosse di un solo autore. Per operare in questo modo è necessario avere piena fiducia nella professionalità degli altri, con entusiasmo, umiltà e mente aperta, ricercando nel lavoro sempre quello che è migliore per l'opera, a discapito del proprio ego. In realtà, c'è anche una quinta storia tra le pagine, quella relativa al passato di Francesco, scritta da Guido Fiandra. Nel complesso è stato un lavoro decisamente articolato che, però, visto il risultato finale ha dato a tutti un'enorme soddisfazione. Credo che collaborare con altri autori in progetti importanti come questo serva anche a crescere individualmente e mi sento di consigliare questa esperienza a chiunque abbia voglia di scrivere e sia disposto a mettersi in gioco.

GLI AUTORI

Guido Fiandra
Regista, scrittore, autore, docente. Nel corso della quarantennale carriera, ha esplorato svariati linguaggi della narrazione e della visione, alternando la scrittura e la regia. Ha spaziato tra cinema di finzione e documentaristico, televisione, fotografia, arte, teatro. È socio fondatore della Writers Guild Italia, il sindacato degli sceneggiatori. Cura una collana di libri di cinema per Dino Audino editore. Da due decenni è docente del Corso di Regia e Sceneggiatura presso l'Accademia del Cinema di Bologna. "Di Gelo e di Fuoco", una storia inizialmente pensata per essere una miniserie televisiva, scritta a più mani, è il suo primo romanzo.

Fabrizio Fangareggi
Da sempre innamorato di letteratura e cinema, dopo la maturità si è diplomato al Corso di Regia e Sceneggiatura all'Accademia Nazionale del Cinema di Bologna. Ha pubblicato diversi racconti su antologie e riviste; tra i suoi romanzi, "Ekhelon", vincitore del Premio Letterario Cittadella nel 2014. Nel 2016 esce "Il confine del buio" finalista al premio letterario "Un libro per il cinema" e nel 2018 "Il buio di York" secondo volume della serie "Le confessioni di Arundel".

Pierluigi Fabbri
Assicuratore, appassionato di Storia sin dall'infanzia. È stato nella giuria dei premi letterari reWritten nel 2004 e (secret) Unveiled nel 2005, organizzati da KULT Underground/KULT Virtual Press, il secondo con la sponsorizzazione di Edizioni Clandestine. Nel 2016 pubblica "Il confine del buio" finalista al premio letterario "Un libro per il cinema" e nel 2018 "Il buio di York" secondo volume della serie "Le confessioni di Arundel".

Andrea Zauli
Dopo aver fondato il trimestrale letterario Bhodinskj in Romagna e lavorato come copywriter a Milano, approda a Roma dove insegna sceneggiatura a Cinecittà. Cresciuto a pane, fantascienza e horror, finisce per scrivere tutt'altro – per esempio la comedy L'utero al dilettevole (vincitrice del 48H Film Festival 2009), il melò Il paese delle piccole piogge (in onda su Rai 1 nell'autunno 2012), il lungometraggio sull'immigrazione clandestina Carta bianca (premio per la distribuzione al RIFF 2013, uscito nelle sale italiane nell'estate 2014), la video-art Sulla nostra pelle (Premio Lenovo-Zooppa al Festival del Cinema Africano, d'Asia e America Latina 2016)

SCHEDA DEL LIBRO

Fiandra, Fangareggi, Fabbri, Zauli
Di Gelo e di Fuoco
D&MEdizioni
Pag 520 - € 24,90
www.digeloedifuoco.it 

 

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