I consigli per affrontare il prima il durante e soprattutto il dopo maratona gustativa delle feste natalizie. Spunti, suggerimenti e preziose informazioni da Unika Medical Spa, il centro integrato di medicina del benessere.
di Alexa Kuhne
Milano, 24 dicembre 2016
Siamo alle solite, cioè all'irresistibile richiamo delle leccornie delle feste di Natale e, contemporaneamente, ai sensi di colpa che nascono quando l'abito per l'ultimo dell'anno non entra più, a causa del gonfiore diffuso indotto da abbuffata incontrollata.
Visto che lo sappiamo già, perché non prevenire le lacrime di coccodrillo?
Oltre al classico e sempre utile consiglio di consumare, più del solito, molta acqua, frutta e verdure, evitando tutti i piatti elaborati, le fritture e i grassi, per ritrovare l'energia indispensabile per affrontare gli impegni della routine quotidiana e per smaltire, dobbiamo scegliere vegetali ad hoc.
I broccoli, più che mai tra un cenone e l'altro, sono un toccasana, per ripulire l'organismo: ricchi di sostanze capaci di attivare enzimi, agiscono nel processo di detossificazione.
In generale, tutte le verdure a foglia verde, come l'insalata, gli spinaci, il sedano e la cicoria, essendo ricchi di clorofilla, possono disintossicare dai metalli pesanti, dagli agenti inquinanti e dalle tossine. Molto utili anche i carciofi, che esercitano un'azione depurativa nei confronti del fegato e della cistifellea e hanno un effetto diuretico, facilitando lo smaltimento delle tossine. Da non dimenticare, inoltre, le barbabietole, che abbondano di vitamine del gruppo B e C, di magnesio, calcio, zinco, ferro e betacarotene, tutti importanti per stimolare la purificazione del corpo.
Sorprende molto il potere del limone, spesso sottostimato ma prezioso: contribuendo a convertire in forma solubile le tossine nell'acqua, ne favorsice l'eliminazione.
Se si punta a una dieta depurativa, magari in vista della festa dell'ultimo dell'anno, è bene limitare i carboidrati, non rinunciare all'olio ed escludere completamente l'alcool, che ha un alto indice glicemico.
Le tisane sono l'elisir naturale per avere un effetto detox: quella al finocchio è magica. Questo ortaggio ha capacità stimolanti nei confronti dello stomaco e dell'intestino. Per questo motivo la tisana al finocchio contrasta i problemi di digestione e il dolore addominale. Possiamo mettere a punto un infuso depurativo naturale, utilizzando 30 grammi di tarassaco, 30 grammi di finocchio, 30 grammi di carciofo e 10 grammi di menta.
La tisana alla betulla non è da meno: è drenante e per preparala ci servono 50 grammi di betulla, 50 di ortica essiccata e altri 50 di gramigna. Tutti questi elementi vanno lasciati in infusione in un litro di acqua bollente.
Dieta dopo Natale: le insalate.
Le insalate hanno effetti portentosi. Oltre ad essere molto versatili, permettono abbinamenti di ingredienti ideali per depurarsi e disintossicarsi di grassi accumulati durante pranzi e cenoni. L'insalata con avocado e arance ha la capacità di far bruciare i grassi senza dover rinunciare al gusto ed è perfetta per la dieta dopo Natale. L'insalata con chicchi di melograno e mela è una ricarica di vitamine del gruppo C e del gruppo B con alte azioni antiossidanti.
Dieta dopo Natale: la frutta.
Via libera a tutta la frutta di stagione, consumata a colazione e negli spuntini di metà mattina e metà pomeriggio. Ricordatevi di non mangiare la frutta subito dopo il pranzo o la cena perché la sua tendenza alla fermentazione potrebbe crearvi una fastidiosa sensazione di gonfiore.
*Consulenza del dottor Mario Mariotti
Tutto può essere gustato, senza rinunce e senza perdere il peso forma. Basta seguire qualche regola per godere di tutto il buono di queste feste natalizie senza sentirsi appesantiti. L'esperto, il dottor Mario Mariotti, spiega cosa fare.
di Alexa Kuhne
Milano, 20 dicembre 2016 -
Si stanno avvicinando le festività natalizie e, come tutti gli anni, ciascuno di noi dovrà fare i conti con le tavole imbandite e con cibi particolarmente calorici e che metteranno a dura prova il nostro apparato digerente.
Le feste, le vacanze e gli eventi speciali (come il Natale, la Pasqua, ecc.) sono, infatti, occasioni particolarmente a rischio.
"Il mangiare in eccesso è socialmente incoraggiato - spiega l'esperto, il dottor Mario Mariotti di Unika Medical Spa, centro integrato di medicina del benessere - : infatti non solo c'è una grande abbondanza di cibo, ma anche una pressione a provare i piatti speciali preparati per l'occasione. Ecco però alcune tecniche che vi possono aiutare a non esagerare".
La vera magia del Natale è riservata soprattutto ai bambini che con il loro stupore e con tanta tenerezza ci trasmettono la gioia dell'infanzia. E non c'è attesa più bella dell'arrivo di Babbo Natale. Un'ottima occasione è quella di trascorrere qualche ora con i più piccini davanti all'albero con un bel libro ricco di illustrazioni e storie da ricordare per rendere il giorno di Natale unico e incancellabile.
Di Susanna Voliani
Mai rinunciare ai tenerissimi momenti di lettura con i nostri bambini accanto all'albero di Natale!
Potremo scoprire che cosa fa Babbo Natale durante il resto dell'anno (confessate, ve lo siete sempre chiesti...) leggendo il nuovo divertentissimo libro di Andrea Valente UN ANNO CON BABBO NATALE (Editrice Interlinea Junior), per stupirci nell'apprendere che anche lui riordina la casa (a maggio), si rilassa sul divano (a luglio), sistema la sua ricchissima collezione di francobolli (a ottobre). Lavora soltanto un giorno all'anno per distribuire i regali a tutti, è vero, ma nel resto dei giorni fa mille altre cose che non avremo mai immaginato. Nasone a patata, barba incolta e occhialetti sul naso in queste allegre illustrazioni dello stesso autore.
Potremo anche vedere che cosa combina la maialina più simpatica ed irriverente del mondo durante le feste natalizie: OLIVIA E IL NATALE, albo illustrato di straordinaria vivacità, come tutti gli altri che l'autore Ian Falconer ha dedicato a questo buffo personaggio (NordSud Edizioni), ci mostra la piccola Olivia alle prese con i preparativi per una vigilia indimenticabile. C'è l'albero da addobbare, la cena da preparare, un centrotavola da inventarsi, e c'è l'attesa della mezzanotte da trascorrere cantando, per arrivare infine a nanna e sognare i doni che scarteremo domani, oltre ad un futuro, come suo solito, da vera protagonista...
Potremo poi dedicarci ad un racconto natalizio firmato da Marie-Aude Murail, NATALE SU TUTTI I PIANI (Editrice Camelozampa), illustre ed amatissima autrice francese, che stavolta ci regala una delicatissima storia commovente ma dal lieto fine: siamo a Parigi nel 1843, due giovani orfani analfabeti scoprono l'amore per la lettura ed il potere salvifico dei libri. Un racconto che conquisterà tutti e farà riflettere grandi e piccini sul valore della generosità, della speranza e soprattutto sull' importanza di credere sempre nelle proprie capacità. Illustrazioni (di Boiry) delicate e dal sapore un po' antico, perfette pagine per l'atmosfera intima e calda di questi giorni di festa.
Dai 4 anni la prima letture, dai 6 anni la seconda, dagli 8 anni la terza.
CREDITS: - camelozampa.it - interlinea.com - salani.it - mammamogliedonna.it – donnamoderna.com – petpassion.tv – wikipedia.org – andersen.it – comeunacipolla.it – ibs.it – donnaglamour.it – foodconnection.bg
Il countdown al Natale è iniziato, e voi avete già pensato ai prossimi regali? Per il Natale 2016 largo spazio ai regali etici, no profit ed eco friendly, tutti termini che possono aiutare a comprendere quanto possiamo concretamente sostenere iniziative a favore di un basso impatto ambientale. E la vacanza eco-experiences l'avevate mai ipotizzata?
Di Renata Gorreri
L'abitudine di fare i regali per Natale può diventare una "buona" abitudine, grazie alla possibilità di scegliere qualcosa di utile per sé e anche per gli altri.
Anche regalare un gioiello può quindi diventare l'occasione per partecipare, seppur indirettamente, ad un'iniziativa di solidarietà.
È un grande piacere regalare moda griffata e magari anche vintage, alle amiche. E cosa c'è di meglio di servirsi presso un'esclusiva boutique no profit, dove grandi nomi della moda collaborano per sostenere iniziative di beneficienza? Il tutto magari ordinando comodamente online borse e capi firmati, a prezzi imbattibili, con la consapevolezza di essere utili per chi ha bisogno.
Spesso si regala un bel cofanetto di prodotti cosmetici, ma l'amica vegan e animalista gradirà? Certamente, basta saper scegliere. Ci sono tante case cosmetiche rispettose di questa filosofia sempre più diffusa. Quindi nello scegliere il regalo potremmo orientarci verso quelle aziende che hanno la certificazione Safe Formula (cruelty-free e privi di prodotti animali). I pennelli per il trucco saranno rigorosamente in setole sintetiche, oppure una parte del ricavato delle vendite andrà a sostegno di un progetto per la protezione degli animali.
Potremmo anche prediligere i prodotti di quelle aziende che sostengono la messa al bando totale dei test cosmetici su animali, sia per quanto riguarda il prodotto stesso, che per le materie prime: totally cruelty-free. Oppure quelli delle aziende che sostengono la green chemistry ponendo una particolare attenzione all'ecologia, stampando etichette e cataloghi su carta riciclata.
Anche regalare o regalarsi una bella vacanza in un luogo da sogno è un'ottima idea.
Anche in questo caso possiamo comportarci in modo eticamente ineccepibile: basta solo un po' di attenzione prima di prenotare.
È possibile trovare dei pacchetti di eco-experiences con un minimo impatto ambientale. Magari prenotando con le compagnie che dichiarano di utilizzare mezzi elettrici per gli spostamenti, oppure con quelle che hanno villaggi perfettamente e armoniosamente inseriti nell'ecosistema. Nel mondo esistono 147 strutture di lusso che aderiscono all'iniziativa Ecoluxury, quindi non è difficile scegliere.
Con un po' di anticipo......Buon Natale!
CREDTIS : - compralofferta.it – paperblog.com – vogue.it – pourfemme.it – beatydea.com – molu.it – millstore.it – luxstyle.it – eforpeople.com – nevecosmetics.it – organique.com – erbolario.com – bottegaverde.it – impressionidiviaggio.com – viaggidellelefante.it – forexinfo.it
Mai come in questo periodo la moda dei grandi brand è resa appetibile e soprattutto accessibile a tutti grazie alle nuove collaborazioni con le catene a larga distribuzione. Ne vale una su tutte OVS che ha presentato recentemente la capsule collection di Jean Paul Gaultier, ma molte altre collaborazioni si stanno concretizzando.
di Federica Fasoli
La notizia, nel corso dei mesi, era rimbalzata su siti e blog di ogni parte del globo. Tante le anticipazioni delle celebrities, da Bianca Balti a Venezia ad Amanda Lear a Berlino, tante le preview tra il backstage della campagna fotografica e le notizie trapelate circa l'uscita della capsule collection più attesa dell'anno.
E finalmente ci siamo: dal 18 novembre, infatti, è disponibile nei maggiori punti vendita OVS, e dal giorno successivo anche online, la collezione lanciata in collaborazione con Jean Paul Gaultier.
In linea con la campagna adv, che ha visto protagonista un'atmosfera sospesa tra pavimenti che ricordano scacchiere in bianco e nero e modelli in veste di re, regine e fanti mascherati; anche la collezione femminile propone due colori dominanti, il bianco e nero per l'appunto, accostati sovente ad un color merlot in fantasie che ricordano i motivi delle carte da gioco. Chiodi in pelle, abiti svolazzanti, leggings in tessuto tecnico e giochi di trasparenze caratterizzano i tratti distintivi della proposta moda Jean Paul Gaultier for OVS, una collezione che ci trasporta immediatamente in una dimensione rarefatta tra sogno e realtà, tra passato e presente, tra irriverenza e rigore.
Il brand democratico ed accessibile OVS ha così incontrato lo stile eclettico e ribelle di Gaultier, proponendo una linea assolutamente accattivante a prezzi decisamente competitivi, seguendo la tendenza che nell'ultimo decennio ha spinto colossi della moda low cost, quali ad esempio Yoox, Diadora, Topshop ed il più noto brand svedese H&M, a collaborare con i più grandi stilisti sulla scena internazionale da Balmain a Lanvin, da Versace a Kenzo (collezione ancora disponibile negli store H&M dal 10 ottobre scorso).
Lo scopo primario di una capsule collection è quello di fornire pochi ed irrinunciabili capi essenziali, quelli che non dovrebbero mai mancare nell'armadio di ogni donna. Grandi classici, sì, ma rivisitati in chiave moderna ed innovativa, trovando una comune assonanza di fondo nelle cromie o negli stili, in grado di legare la collezione e farne emergere inevitabilmente la firma dello stilista che vi è dietro. Un nuovo modo di fare moda, insomma, che ha preso ampiamente piede in un'epoca in cui la crisi globale domina purtroppo le scene ed è sempre più sentita la necessità di restare al passo con le tendenze senza dover spendere un capitale.
Grandi firme a piccoli prezzi, senza rinunciare a qualità e buon gusto che restano comunque i capi saldi delle case di moda che si accostano ormai sempre più spesso a marchi di grande distribuzione. È la moda che, in un certo senso, rinuncia per un attimo al suo "status" esclusivo, concedendo in limited edition alcune sue chicche al grande pubblico, alcune pillole irrinunciabili di stile. Sono queste le manifestazioni di una moda che sta cambiando, di una moda che non è (solo) lusso ed è sempre più immersa in una dimensione globale, intenta ad abbracciare quante più porzioni di pubblico possibile. Sarebbe davvero un peccato non farsi coinvolgere.
CREDITS: corriere.it – cosmopolitan.it – stylosophy.it – funweek.it – fashionmama.it – fashionnetwork.it – chicstyle.it – vanityfair.it – vogue.it
Il topinambur, nome bizzarro che potrebbe trarre in inganno, è un tubero dal sapore di carciofo e tipico prodotto di questa stagione invernale. Ma come cucinarlo e quale vino poter abbinare ai suoi piatti ce lo spiega CECILIA NOVEMBRI, attenta e raffinata sommelier, che abbina sapientemente i nostri ottimi vini italiani.
Di Cecilia Novembri
In attesa del Natale dal punto di vista enogastronomico offre un ampio scenario di gustosi alimenti, come il Topinambur, originario dell'America settentrionale è un tubero che racchiude il sapore e la consistenza della patata con quella del carciofo.
Molti sono i modi per degustare questo particolare tubero: cotto, crudo, fritto o ridotto a purea è ancora poco conosciuto in Italia, soltanto in Piemonte è molto diffuso dove viene consumato "in purezza" con la tradizionale bagna cauda.
Le preparazioni che sono in grado di esaltare l'originale aroma del topinambur lo vedono spesso abbinato alle patate.
Il Flan di topinambur che grazie al suo retrogusto di carciofo si sposa perfettamente con la delicatezza e la dolcezza delle patate dando vita ad una piccola delizia e il Risotto con topinambur, particolarissimo grazie al sapore di carciofo che si mescola alla cremosità della patata.
Per contrastare la tendenza amara del topinambur occorre abbinare un vino bianco morbido, ottimo l'abbinamento con un Arneis profumo fresco e delicato, invitante, con i sentori di camomilla, di frutta a polpa bianca e di erba naturale del vitigno, morbido e intenso al palato, con una leggera vena acidula che dona freschezza e persistenza.
Perfetto, poi, un Franciacorta Saten che con i suoi tipici sentori di crosta di pane, note balsamiche, sfumature di mela, fichi secchi, nocciola e mandorla, regala al Flan e al Risotto una morbidezza che ricorda le sensazioni della seta!
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L'eccellenza "moda" è senza alcun dubbio il portabandiera di una Italia vincente nel mondo. Creatività, artigianalità, stile, eleganza tipici del "made in Italy" inimitabili e amati in tutto il mondo. Tra le tantissime realtà che portano prestigio e ammirazione per il nostro Paese, Alberta Ferretti è stata premiata nei giorni scorsi a Milano quale Promotrice Internazionale della Moda italiana.
di Federica Fasoli
Ambasciatrice dell'italianità. Così è stata definita la stilista romagnola Alberta Ferretti, premiata il 29 Novembre scorso dal corpo consolare di Milano e della Lombardia nello splendido scenario di Palazzo Spinola. Il merito è quello di aver diffuso, grazie alla sua azienda internazionalmente conosciuta come uno dei brand italiani più prestigiosi, lo stile e lo spessore della moda del Bel Paese all'estero, oltre alla sua costante collaborazione con il Corpo Diplomatico.
La stilista, che avviò la sua carriera negli anni Ottanta partendo proprio da Milano con il primo showroom, ha consolidato la sua notorietà internazionale negli anni Novanta e Duemila, aprendo boutique con il suo marchio a New York e, a seguire, in tutti gli angoli del globo, confermando la sua presenza anche in Russia e in Arabia Saudita. Il suo indiscutibile gusto, abbinato ad una sempre presente raffinatezza nelle linee e nelle scelte dei materiali, ha fatto sì che fin da subito sia l'azienda "Aeffe" che la linea più giovanile "Philosophy di Alberta Ferretti" abbiano avuto un grande successo e un grande consenso da parte dei fruitori della moda.
Il suo interesse per l'italianità, tuttavia, non si limita solo al fashion: da sempre appassionata della cultura e della storia d'Italia, nel 1994 Alberta Ferretti ha dato una nuova vita ed identità architettonica al piccolo borgo medievale di Montegridolfo, con la collaborazione del comune e dell'ente Regione Emilia, guadagnandosi la laurea honoris causa in conservazione dei Beni Culturali.
Tra i prossimi eventi in programma, la stilista ha annunciato che tornerà in passerella il 13 Gennaio 2017, ultimo giorno del Pitti Uomo ed epifania delle sfilate maschili a Milano, con una collezione limited edition a metà tra Prêt-à-porter e haute couture, come massima espressione del fare artigianale italiano. Insieme ad essa ci sarà anche una pre-collection donna A/I, collezione che verrà poi mostrata in maniera integrale durante le sfilate donna a Milano in Febbraio.
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A quanti di voi è successo di non poter fare a meno proprio di quel paio di jeans che stanno perfettamente bene e che vi hanno salvato all'ultimo minuto nella scelta dell'outfit di un imperdibile invito? Guai a separarvene! RENATA GORRERI ci rivela di quel blue jeans "very special" della diva più diva di tutte, la mitica Marilyn Monroe.
Di Renata Gorreri
Se ci chiedono come mai indossiamo i blue jeans, la risposta sarà sempre e solo una: perché sono comodi, ovvio. Bé, comodi...
I jeans sono nati come indumento da lavoro, in tessuto robusto, grezzo, resistente al tempo e agli eventi. La parola jeans viene dalla pronuncia all'inglese di Gênes la nostra Genova, in francese. Infatti i primi pantaloni in denim furono confezionati da noi, in Italia. Mentre denim viene dalla pronuncia in inglese di "serge de Nîmes": serge è un tipo di tessitura del filato e Nîmes è una città francese, non lontana da Marsiglia. Questi inglesi, con il loro accento...
Come sappiamo Levi Strauss portò il tessuto denim dalla Germania agli Stati Uniti nel 1853, proprio nel periodo di massimo sviluppo della Febbre dell'Oro. Gli uomini che lavoravano nelle miniere avevano proprio bisogno di indumenti che non si distruggessero nel giro di poche settimane. Ed ecco che ebbe inizio la fortunata storia del jeans.
Curiosamente i blue jeans divennero assai popolari non solo tra i minatori e i cow boy, ma anche tra i giocatori di polo. Infatti per gli allenamenti era utile avere un pantalone non troppo delicato e resistente durante le cavalcate, mentre per le partite venivano utilizzati i ben più aristocratici calzoni bianchi. Il salto di qualità venne fatto quando i più importanti attori di Hollywood li indossarono durante i loro film. Lì si crearono veramente delle icone. Ed ora anche i capi di stato si fanno tranquillamente fotografare in blue jeans. Sono diventati sia un simbolo di uguaglianza che di tendenza.
Ma cosa hanno in comune i cercatori d'oro dell' '800 e Marilyn Monroe? Due gocce di Chanel N.5? Direi di no. Però anche lei ha contribuito a dare un'allure fashion a questo capo di abbigliamento così popolare. Li ha indossati in diversi film e in diverse occasioni mostrando la versatilità e adattabilità di questo capo: pratico con una semplice polo, raffinato con una bella camicia bianca annodata in vita, oppure romantico con un piccolo top in delizioso sangallo.
Quindi alla domanda: perché indossi i blue jeans? La risposta è sempre: perché sono comodi. Ma forse si tratta più di una comodità psicologica e spirituale. Perché tutti li indossano, al lavoro, alle serate e alle cene eleganti, nel tempo libero, per fare giardinaggio, a volte anche a teatro. Lo indossano indifferentemente persone di tutte le età e di tutte le classi sociali: operai, direttori di banca, nobili blasonati, studenti, artisti, scienziati. E ce ne sono per tutti i gusti e per tutte le conformazioni fisiche in qualsiasi modello e colore. I jeans sono per tutti e ci piacciono proprio perché è nella nostra natura desiderare di essere parte di un gruppo.
Ah, e i blue jeans di Marylin? Quelli provenienti dal suo guardaroba personale, sono stati venduti all'asta per più € 40.000,00 al paio. So cult!
CREDTIS: cooperhewitt.com – explore.levi.com – thefashionfoot.com – donnamoderna.com – fastcompany.com – meteoweb.eu – trendsylvania.net – mammeaspillo.it – lapresse.it
Nei giorni scorsi il Vaticano, o meglio la Congregazione per la Dottrina della Fede, ha ribadito che la cremazione non è vietata ma i resti non vanno dispersi né conservati in ricordi commemorativi o altri oggetti.
di LGC Parma 27 novembre 2016 - La Congregazione per la Dottrina della Fede, anche nota dal 1908 come Sant'Uffizio e in precedenza come Santa Inquisizione, organismo della Curia romana incaricato di vigilare sulla purezza della dottrina della Chiesa cattolica, sin dal 1963 aveva stabilito che la cremazione non è «di per sé contraria alla religione cristiana», indicazione poi ripresa nel 1983 tanto dal Codice di Diritto canonico che dal Catechismo della Chiesa cattolica (la cremazione dei corpi è permessa «se attuata senza mettere in questione la fede nella risurrezione dei corpi»).
Ma se fino a alcuni anni fa la cremazione era limitata a casi sporadici, l'incombere della "crisi" economica e i rapidi mutamenti degli stili di vita sono stati determinanti per sancire il boom delle cremazioni in alternativa alle più tradizionali tumulazioni.
Negli USA il momento del viraggio verso la cremazione è stato il 2011 quando, con un aumento più del doppio rispetto al 1996, il 42% dei funerali furono incentrati sulle cremazioni. Un cambiamento di rotta che gli esperti attribuiscono anche al mutato approccio religioso e spirituale alla vita e quindi alla morte, all'allentamento della condanna della Chiesa alla cremazione e, come s'è detto, alla crisi economica.
E, come quasi sempre accade, le mode d'oltreoceano, dopo qualche anno si riflettono in nuove tendenze anche in Europa, quindi in Italia, e il settore del "caro estinto" non si è sottratto a questa legge di mercato.
Ma l'elemento scatenante che, molto probabilmente, ha determinato la presa di posizione del Vaticano è stata la più laica moda di conservare le ceneri del congiunto in oggetto di arredo, piuttosto che la volontà del defunto di disperdere le ceneri nei luoghi a lui più cari e per ultimo a trasformare tutte le ceneri in "diamante".
Resta infatti per la Chiesa il divieto assoluto di "dispersione delle ceneri nell'aria, in terra o in acqua o in altro modo" oppure "la conversione delle ceneri cremate in ricordi commemorativi, in pezzi di gioielleria o in altri oggetti", oltre alla "divisione delle ceneri tra i vari nuclei familiari". Inoltre, "nel caso che il defunto avesse notoriamente disposto la cremazione e la dispersione in natura delle proprie ceneri per ragioni contrarie alla fede cristiana, si devono negare le esequie".
La ragione per la quale è stata dettata questa rigorosa norma ecclesiastica è spiegata dal concetto secondo cui, seppellendo i corpi dei fedeli defunti, "la Chiesa conferma la fede nella risurrezione della carne e intende mettere in rilievo l'alta dignità del corpo umano come parte integrante della persona della quale il corpo condivide la storia".
L'istruzione "Ad Resurgendum cum Christo" sottolinea che "la sepoltura nei cimiteri o in altri luoghi sacri risponde adeguatamente alla pietà e al rispetto dovuti ai corpi dei fedeli defunti" e "favorisce il ricordo e la preghiera per i defunti da parte dei familiari e di tutta la comunità cristiana. Mediante la sepoltura, la tradizione cristiana ha custodito la comunione tra i vivi e i defunti e si è opposta alla tendenza a occultare o privatizzare l'evento della morte e il significato che esso ha per i cristiani".
Un significato che, a partire dagli anni '60 del secolo scorso, si è drasticamente mutato trasformandosi in un Tabu'; qualcosa di cui non si deve parlare e sapere in quanto considerato l'opposto della vita e non la sua continuità nell'ambito spirituale. Il concentrarsi sull'uomo e il suo futuro terreno (mito della giovinezza eterna piuttosto che la proiezione verso un futuro programmato) tipico del dopoguerra, ha condotto l'uomo a escludere la morte dalla propria vita in un processo, come sottolineato da esperti e filosofi, antropologicamente patologico.
Basti pensare che 90.000 anni prima di Cristo già erano raffigurate sepolture in posizione fetale, quasi a significare che si ricominciava la vita.
Ecco quindi che si identifica l'era precisa in cui il tabù della morte è sorto, ovvero in pieno boom economico, dove con l'esclusione della morte si sviluppa il consumismo. Non può che venire alla mente l'affermazione provocatoria di Kenneth Boulding, economista e poeta inglese: "Chi crede che una crescita esponenziale possa continuare all'infinito in un mondo finito è un pazzo oppure un economista".
Tabù, consumismo, crisi, nuove tendenze e globalizzazione, comprendente anche i processi migratori, hanno portato, soprattutto nell'ultimo decennio a profondi cambiamenti nelle società e perciò anche nelle esequie funerarie.
"A Parma, spiega Gavino Sanna direttore del COF (Consorzio Onoranze Funebri Parmensi), circa un terzo dei funerali prevede la cremazione e la tendenza è, come si può facilmente immaginare, in aumento. Così come sono in aumento le richieste di trasferimento dei feretri sia sul territorio nazionale sia internazionale. Se un tempo si viveva e lavorava all'interno della provincia di residenza la necessità lavorative obbligano a trasferte molto più impegnative senza parlare del fenomeno dell'immigrazione che ha obbligato le agenzie a specializzarsi nei trasporti internazionali. E' infatti molto frequente che la volontà del defunto sia di venire sepolto nella propria terra d'origine, per ragioni affettive ma anche per ragioni di credo e, più laicamente, economiche. Ecco perciò che la multietnicità ci ha obbligati a perfezionare servizi sempre più diversificati e specialistici pur mantenendo i medesimi livelli qualitativi, nel rispetto della volontà del defunto e dei familiari".
Nel caso di Parma, secondo i dati del Consorzio, circa il 10% dei funerali è destinato a stranieri nonostante l'incidenza degli immigrati sia ben superiore e prossima al 16%, a conferma di una popolazione straniera più orientata all'integrazione lavorativa piuttosto che al radicamento familiare.
Su 20.595 stranieri (15,51%) presenti a Parma, i Moldovi sono la comunità più nutrita con 4.500 unità (17% degli immigrati), seguita da quella albanese (2.500) e dalla Romena 2.150 e così via con i filippini, tunisini, ucraini, indiani per concludersi con la comunità cinese (607) e anche con la più esigua compagine peruviana che conta circa 400 persone.
Per concludere questo flash statistico, Parma è al 314esimo posto (su 8.047 comuni) per popolazione straniera e al 3.838esimo per stranieri minorenni a conferma che la città è più apprezzata come un approdo lavorativo piuttosto che come luogo dove coltivare la crescita familiare.
I tempi cambiano così come anche i costumi e le cerimonie, anche quelle funebri si adeguano.
Iniziamo la settimana con un bel bicchiere di vino rosso! Non è un invito ad ubriacarvi, tutt'altro, ma con moderazione il vino rosso ha notevoli effetti benefici sulla nostra salute. Potete scoprirli nell'articolo odierno con un brindisi e alla vostra salute!
Di Paola Finardi
Cosa contiene un buon bicchiere di vino rosso oltre a tanta allegria e buon umore? Vi troviamo per un 80% circa acqua, mentre il restante 20% è fatto di zuccheri, carboidrati, proteine, alcol, sali minerali, antiossidanti come resveratrolo, melatonina, quercetina, varie vitamine.
Il vino rosso non è solo il vino migliore per i consumatori, ma anche il miglior tipo di bevanda alcolica in assoluto sulla base delle quantità di antiossidanti presenti. Uno dei punti salienti che rendono il vino rosso più vantaggioso rispetto ad altre forme di alcol è il processo di fermentazione per arrivare al quale viene utilizzata la buccia dell'uva rossa ricchissima di fitonutrienti.
Un moderato consumo di vino rosso di ottima qualità ai pasti, protegge la nostra salute. Vediamo insieme come.
PROPRIETA' ANTIAGING
Il vino rosso contiene molti antiossidanti che sono essenziali per il nostro organismo. Essi possono rallentare l'invecchiamento così come aiutare a ridurre linee sottili e rughe anche grazie al suo potere vasodilatatore che aumenta l'afflusso di sangue rendendo la pelle più bella e più sana.
Già i monaci medievali credevano che il vino riducesse il processo di invecchiamento. Oggi ci pensa la Harvard Medical School a riferirci tali straordinarie proprietà. In particolare, il resveratrolo è il composto ad avere maggiormente l'effetto benefico, in sinergia con gli altri elementi contenuti nel vino rosso. Le loro scoperte, riprese dal Cell Press journal Cell Metabolism, sono state la prima prova convincente del legame preciso tra le proprietà anti-invecchiamento del resveratrolo e il gene SIRT1, enzima strettamente correlato con la longevità.
PROTEGGE IL CUORE
Il resveratrolo è uno dei più potenti composti antiossidanti che possono contribuire a ridurre i grassi saturi accumulati nelle arterie. Il vino rosso contiene anche flavonoidi e saponine che proteggono contro le malattie cardiovascolari. Se bevuto con moderazione, contribuisce ad aumentare il "colesterolo buono" HDL.
AIUTA A RESPIRARE MEGLIO NELLA STAGIONE FREDDA
L'American Journal of Epidemiology sostiene che coloro che bevono vino rosso hanno il 44% in meno di raffreddori rispetto a coloro che non se ne bevono. Bevuto regolarmente e con cognizione, il vino rosso aiuterebbe quindi ad avere meno malanni durante la stagione fredda, ecco spiegata la diffusione di un rimedio antico come il vin brulè.
CONCILIA IL SONNO
Il lavoro vi ha regalato una notte insonne? La sera successiva coricatevi dopo aver bevuto un mezzo bicchiere di vino rosso. Il vino rosso contiene melatonina, molecola che può aiutare a dormire tranquillamente. Se siete di fronte a insonnia regolare, è necessario consultare un medico.
AUMENTO DEGLI ACIDI GRASSI OMEGA-3
Il vino rosso innalza i livelli di acidi grassi omega-3 nel plasma, secondo lo studio Immidiet che coinvolge ricercatori europei provenienti da vari Paesi. Essi hanno scoperto che moderati bevitori di vino rosso avevano più alti livelli ematici di omega-3, protettivi contro le malattie cardiache coronariche.
Chiudiamo con la consueta curiosità: gli antichi egizi erano grandi estimatori del vino rosso di cui esaltavano le proprietà nel combattere tutta una serie di malanni, abbinato a erbe mediche e oli essenziali, ma soprattutto ne esaltavano le straordinarie potenzialità nel rilasciare tutti i freni inibitori.
Dunque, tutti di corsa a stappare una bottiglia di vino rosso!
Very Important Notice:
Le informazioni fornite sono di natura generale e a scopo puramente divulgativo, pertanto non possono sostituire in alcun caso il consiglio di un medico ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari quali odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, veterinari, fisioterapisti, ecc.
L'autore non dispensa consigli medici né prescrive o diagnostica.
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Il connubio tra il brand moda Parosh di Paolo Rossello e Odilla, boutique del cioccolato, di Gabriele Maiolani è stato il pretesto dell'evento "very glamour" a Milano, organizzato elegantemente dall'instancabile Domenico Zambelli.
di Federica Fasoli
Parole d'ordine: attenzione squisita ai dettagli e manodopera unica ed esclusiva. Questi i principi chiave che hanno spinto P.a.r.o.s.h., marchio di abbigliamento fashion protagonista della moda milanese in Via Santo Spirito 14, e Odilla, boutique del cioccolato sita in Corso Garibaldi, 38, a fondersi insieme per un giorno generando un irripetibile e delizioso connubio glamour.
L'evento, svoltosi il 9 Novembre scorso presso lo store del brand di moda, ha visto protagoniste le praline al cioccolato, frutto della creatività del maître chocolatier Gabriele Maiolani, accostate in maniera innovativa ai colori della nuova collezione autunno/inverno firmata P.a.r.o.s.h, rappresentata in loco dal suo fondatore e direttore creativo Paolo Rossello. "Da subito sono rimasto colpito dalla manualità utilizzata nella realizzazione dei capi di abbigliamento di questo brand – ha affermato Maiolani durante il percorso di degustazione dei suoi piccoli capolavori – la stessa cura, minuzia, precisione che viene impiegata nell'applicazione di una singola paillette può essere in qualche modo accostata all'attenzione che dedico alle mie creazioni".
Ad unire questi due mondi così apparentemente diversi, quindi, è la passione, l'artigiana cura per le proprie opere e anche un gusto in fatto di colori e stili che in qualche modo può avvicinare le due collezioni. Nell'intervista esclusiva per FlashOn Mag continua Maiolani: "Entrambe le passioni, entrambi i brand sono formati fondamentalmente da dedizione e manualità. Io sono solito creare continuamente, le mie piccole opere sono tante e tutte diverse. È nata la necessità di dividerle in collezioni, come per la moda. Da questa necessità, poi, si è deciso di intraprendere questa collaborazione con P.a.r.o.s.h., marchio giovane, fresco, moderno che poteva esprimere l'autunno in maniera coerente con Odilla".
Durante il corso della serata, che ha visto la partecipazione di diversi influencer e vip, c'è stata la possibilità di assaporare le dolci creazioni del maître chocolatier, spaziando tra una varietà di cioccolatini ai gusti arancia e cointreau, pesca e amaretto, nocciola, frutto della passione, caramello senza dimenticare i celebri Godò, piccoli gusci di croccante cioccolato dal ripieno morbido e cremoso. "Ho cercato in qualche modo di infondere alla mia collezione un'accezione rustica, quasi insolita – ha poi affermato ancora Maiolani – senza dimenticare quali sono i sapori della stagione arricchiti dall'influenza della mia formazione francese. Come maître chocolatier e come rappresentante del marchio Odilla, ho un forte interesse a creare dei momenti di puro piacere gustativo, un percorso gastronomico unico nel suo genere."
PHOTO CREDITS: Paolo Chiesa
Special Thanks to: Domenico Zambelli –
Quando avvertiamo la voglia di cambiamento la prima cosa che scegliamo di fare su noi stesse è di darci un bel taglio! I nostri capelli sono i primi a pagare pegno, tanto poi ricrescono, e già che ci siamo scegliamo qualcosa che sia attuale e di tendenza. Ci aiuta LORETTA di Immagine Parrucchieri a scoprire il taglio perfetto di questa stagione insieme ad un trattamento per non dimenticare la salute dei nostri capelli.
Di Loretta Fogli@ IMMAGINE Parrucchieri
Nella stagione autunno-inverno 2016/17 il taglio capelli più in voga è differente a seconda della lunghezza che si vuole mantenere.
Per chi ama il taglio corto, anche quest'anno andranno i carré accompagnati da una frangia corta, gli stilosi bob cortissimi e i tagli alla garçonne.
Per chi invece preferisce il taglio medio, continuerà come l'anno scorso la moda del long bob, ma a differenza della stagione passata, sarà arricchito da una frangia scalata.
Per chi invece non vuole rinunciare al lungo, quest'anno si punterà su un taglio perfettamente pari o, al contrario, scalatissimo.
E' la frangia quello che domina l'acconciatura della stagione, saranno lunghe, corte, irregolari o asimmetriche, ma sempre presenti.
Si potranno portare drittissime nei carré, o mosse oppure a effetto frisée negli scalati per look molto chic e sensuale.
IL TRATTAMENTO CAPELLI DI STAGIONE
Per avere una cute sana e una chioma splendente il trattamento Tea Tree è particolarmente indicato per la stagione più fredda.
La linea SPA per i capelli proposta da Paul Mitchell è arricchita con olii essenziali di lavanda e menta che con lo Scalp Treatment all'argilla o allo zucchero di canna crea un trattamento di pulizia e ossigenazione del bulbo e del cuoio capelluto.
Grazie anche al massaggio eseguito durante l'applicazione crea un effetto tonificante e rilassante per la cute rendendola più elastica e recettiva.
CREDITS : cafeweb.it – italianamoda.com – beautydea.it – bellezza.pourfemme.it – bellezzapourfemme.eu – donna.nanopress.it – paulmitchell.it
La proposta moda "must have" per questa stagione autunnale. Un capo che ha segnato un'epoca, ma che è di grande tendenza tra le teen-agers e non solo. Quindi tra il richiamo delle mantelle dal vago sapore Disneyano a quelle più sofisticate in tartan lasciamoci avvolgere da un capo molto glamour in queste freddolose giornate d'autunno.
Di Mariasole
L'inverno 2016/2017 è all'insegna della rivincita delle freddolose! Le ultime sfilate hanno proposto infatti dei particolari capi che corrono in aiuto a chi soffre particolarmente il freddo.
Il poncho, ma anche il plaid scozzese o la mantella, sono tutte ottime alternative al piumino o al cappotto nelle giornate ancora tiepide e nelle giornate più fredde in aggiunta scivolati attorno alle spalle.
Una mantella tartan è perfetta sopra un paio di skynny jeans e il suo ritorno va di pari passo con un altro capo over size: il maxi cardigan. Sempre avvolgente, caldo, da indossare chiuso oppure aperto abbinato ad un collo alto, jeans e scarpe da ginnastica. O ancora stretto in vita con una cintura sottile in cuoio, il tutto sempre e rigorosamente con un paio di pantaloni skinny, ma sta benissimo anche con un vestito leggero della stessa lunghezza del cardigan!
Mantelle e cappe hanno anche un richiamo a quelle favole che da piccole ci hanno accompagnato per tanto tempo: il Principe Azzurro, Biancaneve, Aurora, Belle erano avvolti in morbide e calde mantelle!
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Avete mai immaginato una vita senza l'olfatto? Senza quegli odori e profumi che arrivano direttamente e involontariamente a contatto con il nostro cervello e che provocano reazioni di gusto o disgusto, di gradevolezza (per un profumo) o di allerta (per un gas). Sicuramente l'olfatto è il più potente, ma anche il più misterioso dei nostri sensi e RENATA GORRERI, la nostra "scent journalist", ci offre molti spunti per capire meglio la straordinaria funzione dell'olfatto.
Di Renata Gorreri
L'olfatto è un senso un po' particolare. Il tatto, la vista, il gusto, l'udito possono essere gestiti con consapevolezza e volontarietà. Possiamo decidere di toccare quell'oggetto perché ci sembra abbia una consistenza gradevole, oppure di assaggiare quella cosa che non sappiamo cos'è, ma alla vista ci sembra proprio buona. Invece non possiamo impedirci di respirare e quindi di inalare e percepire profumi e odori. Questi entrano immediatamente in contatto con la membrana olfattiva, che si trova proprio sotto il cervello.
C'è quindi una straordinaria immediatezza tra il percepire un odore, riconoscerlo e riceverne una sensazione gradevole, o sgradevole e reagire con un comportamento adeguato al tipo di sensazione. La reazione emotiva e comportamentale è talmente immediata da arrivare prima ancora della consapevolezza e del riconoscimento dell'odore. E la reazione è solamente di piace/non piace. Non esiste la mezza via nel riconoscimento degli odori.
L'odorato è talmente legato alle emozioni, che le esperienze olfattive vengono utilizzate anche a fini terapeutici. Per esempio per aiutare i militari americani di ritorno dalle zone di guerra, a superare i traumi subiti, oppure nelle carceri, o con persone affette da traumi neurodegenerativi.
Una caratteristica dell'olfatto e della memoria olfattiva è quella di essere associativa. La lavanda che usava la zia nei suoi armadi stipati di abiti anni '50 – così affascinanti, la mela e la cannella della torta della domenica, quella che preparava la nonna, l'aroma stimolante e tonificante del caffè della mattina – preludio ad una giornata di intenso lavoro, il profumo del te, che segna una rilassante pausa pomeridiana, il sentore iodato del mare alla mattina presto, quando la spiaggia è ancora deserta ed è tutta per noi, l'odore di legna bruciata nel caminetto, con quell'idea di un bel teporino che ci aspetta.
E l'odore del gas in cucina: attenzione, pericolo! Un odore metallico, di sangue che sentiamo dopo essere andati a sbattere contro quello spigolo: ci siamo forse feriti? Quell'odore acre e soffocante nell'aria, forse c'è un incendio da qualche parte. Gli odori e i profumi, sempre nella loro accezione like/dislike, ci segnalano eventi e attività della vita di tutti i giorni, ma anche i pericoli che ci circondando. Ci mettono all'erta, sulla difensiva, pronti a sfuggire da una situazione potenzialmente pericolosa.
E cosa succede se si perde, in tutto o in parte, il senso dell'olfatto?
Questo disturbo si chiama anosmia e si traduce nella perdita parziale o totale dell'odorato. Chi ne è colpito racconta di essersene accorto poco a poco, confrontandosi con gli altri, che invece continuavano a percepire gli odori e parlarne. Si sono sentiti come dentro una bolla asettica, una campana di vetro. Certo, a tavola il gusto aiuta a "ricordare" che quel primo piatto con tanto basilico è anche molto profumato, il tatto aiuta a "sentire" la piacevolezza delle lenzuola cambiate di fresco e forse gli altri sensi vengono persino sviluppati dalla mancanza dell'olfatto, però... non è certo la stessa cosa!
CREDTIS : bibenda.it – brand-identikit.it – moniquelhuillier.com – medicalday.com – nytimes.com – slideshare.net – ivanchua.com – flickr.com – gragrantica.ru – respironews.it – identitagolose.it – blog.giallozafferano.it – retaildesignblog.net – symrise.com