Indubbiamente è una ragazza attraente, dai bei lineamenti e con il plus di avere un colore esotico che da sempre ha scatenato le fantasie degli italiani. Nonostante tutto ciò  è stata rifiutata da un ristoratore veneto a causa del colore della pelle, come la ragazza stessa ha denunciato in video social ripreso da moltissime testate giornalistiche e televisive. 

di LGC Parma 8 ottobre 2018 -  Judith Romanello, è una ragazza che non può passare inosservata e tantomeno non piacere pensando, per di più, alla attrazione che esercitano sui maschi italiani. le sinuose e statuarie bellezze creole, caraibiche o carioche. La nostra storia televisiva, cinematografica e musicale è colma di esempi,  a partire da Lola Falana per passare a Zeudi Araya, a Amii Stewart o a Jnifen Afef per citarne alcune di particolare fama.

Judith è una di quelle bellezze, come si può facilmente apprezzare dai suoi account social (vedi) e dalle foto riprese da Instagram, che ama giustamente farsi guardare e indubbiamente al suo lato B manca solo la parola.

Ma qualche dubbio sulla autenticità dell'episodio denunciato sorge quando non viene indicato il titolare o almeno il nome del  ristorante, quando, cosa inconsueta, il colloquio sarebbe stato effettuato in un luogo pubblico e che la stessa ragazza non avrebbe registrato il numero di telefono del suo interlocutore.

C'è da augurarsi che sia solo una trovata pubblicitaria e che prima o poi una agenzia lanci le scuse, altrimenti sarebbe da condannare la stessa Judith alla pari delle condanne che sono fiondate sui social all'indirizzo del ristoratore razzista anonimo.

Purtroppo la ragazza è già stata segnata da un abuso sessuale, denunciato via social nell'estate scorsa, di cui vi è rimasta solo una misera traccia (vedi sotto) giustificata dal fatto che "lo stronzo faccia qualcosa". Una sfortuna che sembra inseguire Judith come in diversi hanno sottolineato nei commenti facebook.

Stiamo a vedere se nelle prossime ore si riuscirà a vedere questo razzista.  Intanto Judith l'abbiamo vista e apprezzata e pare che un importante ristoratore abbia già deciso di offrirle un posto di lavoro "riparatore".

Personalmente ritengo comunque che un datore di lavoro possa avere ancora la possibilità di decidere senza che venga etichettato come razzista, sessista o omofobo nel caso non ritenga che il soggetto incontrato sia all'altezza dell'incarico.

 

 

 

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É proprio l'Italia (62%) a guidare la classifica delle donne Cougar, quarantenni che vogliono un uomo giovane, alla ricerca un partner con queste caratteristiche, seguono Spagna (58%), Francia (53%), Regno Unito (40%) e Germania (37%).

Secondo CougarItalia.com, il portale che promuove incontri tra donne Cougar e uomini più giovani, il nostro Paese è quello con la maggiore propensione verso la ricerca dell'anima gemella da parte delle donne quarantenni che vogliono un uomo giovane e ancora inesperto.

É proprio l'Italia a guidare la classifica con il 62% delle Cougar che cerca attivamente un partner con queste caratteristiche, seguita dalla Spagna (58%), Francia (53%), Regno Unito (40%) e Germania (37%).

Il primo portale in Italia a specializzarsi nel promuovere incontri tra donne più grandi e uomini più giovani ha inoltre osservato come questo tipo di relazione sia in crescita in tutti i Paesi europei: le previsioni di CougarItalia.com indicano un giro d'affari che salirà a 200 milioni di euro nel 2018.

In quanto ad intensità dell'impegno, secondo quanto ha rilevato CougarItalia.com, più che le quarantenni degli altri Paesi sono le Cougar italiane ad essere all'assidua ricerca della loro anima gemella: nel 2017 ognuna di loro ha mediamente avuto 38 appuntamenti.

«Così nel 2017, considerando che in Italia le donne Cougar disposte a rimettersi in gioco alla ricerca di qualcosa di speciale sono ben 2 milioni, si è avuto un totale di 76 milioni di incontri Cougar» puntualizza Alex Fantini, fondatore di CougarItalia.com e quindi portavoce del primo e più importante sito di incontri Cougar in Italia.

Come incontrarsi? Per cercare con discrezione un uomo più giovane o una donna più grande, sia per un'amicizia che per la ricerca di un amore o di un'avventura, il canale preferito rimane il web e CougarItalia.com si conferma anche nel 2018 il principale punto di riferimento per conoscere ed incontrare gente nuova.

Mercoledì, 12 Settembre 2018 07:08

Un Selfie di troppo. Arrestato

Arabia Saudita, fa un selfie mentre mangia in un luogo pubblico con una donna: arrestato. Un uomo è finito in manette dopo avere postato un video sui social per aver fatto colazione in un Hotel. Nel Paese arabo le femmine sole non possono sedersi allo stesso tavolo di uomini single.

Un lavoratore alberghiero egiziano, è stato arrestato in Arabia Saudita dopo che un suo video e un selfie che mostrano mentre fa colazione con una donna, è diventato virale sui social media. La clip di 30 secondi mostra l'uomo non identificato che stava mangiando alla sua scrivania accanto a una collega che indossava un velo a figura intera. Nel firmato di circa 30 secondi l'uomo, con un forte accento egiziano, riprende la scena mentre fa colazione con la donna, ricoperta con un velo che le lascia scoperti soltanto gli occhi che sembra imboccare l'uomo. Se ne dà notizia sui media arabi, presentando un video pubblicato sui social media dallo stesso uomo prima di essere arrestato. 

In Arabia Saudita, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti, le donne sole non possono sedersi allo stesso tavolo di uomini single. In ogni spazio ci sono aree riservate alle "famiglie", incluse donne sole, dove gli uomini possono entrare solo se assieme alle loro rispettive "famiglie", ma non da soli. Il video, su Twitter è stato visualizzato più di 130mila volte in poche ore. Ora l'uomo, è stato arrestato dal ministero del lavoro e dello sviluppo sociale. Secondo il comunicato del ministero, l'uomo ha commesso "gravi violazioni e ha occupato un posto a sedere riservato ai cittadini sauditi".

(11 settembre 2018)

Cerca l'anima gemella e non la trova, tribunale condanna agenzia matrimoniale in Gran Bretagna. Troppi pochi uomini negli elenchi: l'impresa dovrà risarcire una manager per 13mila sterline. Lo "Sportello dei Diritti": prestare sempre attenzione perché in questo settore la truffa o l'inadempimento contrattuale sono dietro l'angolo

Cercare l'anima gemella non è mai facile, e ai tempi di internet c'è chi ancora ricorre alle agenzie matrimoniali per trovare il partner della propria vita. Un'attività che dovrebbe richiedere professionalità e correttezza secondo quanto anche stabilito da un tribunale inglese che con una sentenza esemplare ha deciso di condannare un'impresa britannica a risarcire una donna manager di Londra per ben 13.100 sterline, oltre 14.600 euro, a titolo di rimborso per quanto corrisposto e per i danni subiti per essere stata ingannata. L'agenzia, secondo quanto stabilito il giudice, le avrebbe infatti erroneamente promesso di disporre di un numero «considerevole» di uomini che potessero corrispondere ai suoi desideri, un'affermazione rivelatasi poi non veritiera. Tereza Burki, questo il nome della donna d'affari, 47 anni e madre di tre figli, aveva deciso di fare ricorso ai servizi della "Seventy Thirty" nel 2013, dopo il divorzio dal marito.

Cercava «un uomo sofisticato», possibilmente attivo nel settore finanziario, con uno «stile di vita agiato», che fosse «disponibile a viaggiare all'estero» e, soprattutto, desiderasse avere dei figli perché lei ne voleva un quarto.

Richieste «per niente modeste», ha sottolineato il giudice Richard Parkes dell'Alta Corte di Londra, per le quali però la donna si era rivolta appositamente a un'agenzia «esclusiva»: prometteva «la crème de la crème» dei single disponibili. E aveva tariffe... importanti. Per i suoi servizi Burki aveva infatti sborsato ben 12.600 sterline (circa 14mila euro al cambio di allora). Senza riuscire a trovare un marito. Come riporta il Guardian, ora il giudice ha stabilito che Seventy Thirty ha ingannato la 47enne quando le ha assicurato di avere un numero «considerevole» di uomini facoltosi iscritti. Il numero reale dei suoi membri di sesso maschile si è infatti rivelato di 100 in totale: «In nessun modo» definibile come «considerevole», ha sottolineato il giudice. I criteri di individuati dalla donna, ha aggiunto, avrebbero del resto ridotto ulteriormente questo numero. Il tribunale ha accordato alla 47enne il rimborso del prezzo versato di 12.600 sterline oltre a 500 sterline per danni.

Tuttavia, la signora Burki, ha dovuto subire la beffa di dover pagare a sua volta 5mila sterline all'agenzia: il giudice ha riconosciuto infatti che la donna ha diffamato la Seventy Thirty in una sua recensione su Google del 2016.

Al di là del caso che è diventato di pubblico dominio in Gran Bretagna e non solo, per Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti", lo stesso costituisce l'occasione per invitare coloro che ricercano il proprio partner a prestare la massima attenzione ai soggetti cui ci si rivolge. Occorre, infatti, adottare tutte le cautele a partire dall'individuazione delle imprese cui ci si affida e cui si mettono in mano dati sensibili assai importanti e spesso molto delicati oltreché il nostro denaro, specialmente adesso che la gran parte di queste aziende operano in rete ed è difficile interloquire fisicamente coi loro addetti. In questo settore, è noto, la truffa o quantomeno l'inadempimento contrattuale o ancora la possibilità di rimanere completamente delusi o con un pugno di mosche in mano sono dietro l'angolo.

(16 agosto 2018)

Giovedì, 02 Agosto 2018 09:48

Noi... figli di un social minore

di LGC 2 agosto 2018 - Il bullismo e soprattutto la sua declinazione più insidiosa, il cyberbullismo, sono una piaga dilagante difficilmente contrastabile dai soli genitori spesso, e sempre più frequentemente, isolati dal mondo dei "social" e delle nuove APP, invece così familiari ai giovani e giovanissimi.

Le forze dell'ordine stanno operando su più fronti, dalla prevenzione e informazione scolastica, al controllo della rete, darkweb compreso, ma l'insidia è sempre presente, così come la preoccupazione dei genitori.

E' per questa ragione che pubblichiamo la lettera aperta di un genitore, pervenuta nei giorni scorsi in redazione. Un pezzo che dimostra l'ansia e la preoccupazione di un genitore in ragione della diffcoltà di controllo, ma soprattutto di protezione verso le proprie "creature".

"Ad oggi noi genitori camminiamo su in filo e intorno il buio.
Premessa: E' opportuno ricordare che l'Osservatorio nazionale adolescenza monitora anno dopo anno tutte le problematiche degli adolescenti italiani e, l'indagine svolta nel corso del 2017 su un campione di ottomila ragazzi, ha evidenziato come, nella fascia tra i 14 e i 18 anni, il 28% sia stato vittima di bullismo tradizionale e l'8,5% di cyberbullismoI dati allarmavano già dal 2013-2014, anno in cui l'associazione "Telefono Azzurro" aveva calcolato che su 3.330 consulenze sui problemi dei giovani il 14,6% degli intervenuti afferma di essere stata vittima di bullismo. Nel 2014, secondo l'indagine "Osservatorio adolescenti", presentata da "Telefono Azzurro", rivolta ad un campione di 1500 studenti tra gli 11 e i 19 anni, il 34% dei ragazzi hanno affermato di aver subito bullismo.

LETTERA APERTA DI UN PADRE

'Figli di un Social Minore'

Potrei scrivere frasi fatte o pensieri gia' espressi,ma c'e' una luce negli occhi di un figlio che diventa una strada percorribile ad ostacoli anche se il suo cammino deve ancora iniziare,chiamatela speranza,immaginazione,il punto e' che quella parte di te che continua in lui ci sara' anche quando tu non ci sarai piu' e allora ti fermi a riflettere.
Fateci caso,poesie pensieri e canzoni sui propri figli o figlie hanno un comune denominatore,l'affetto,l'amore e molto altro sciroppo mieloso,la realta' e' che c'e',certo,subito stupore e felicita' per un pargoletto tuo ma poi...crescono e nasce una naturale competizione padre/figlio o una fine tattica di rincoglionimento figlia/padre,perche' le donne cominciano a saperne una piu' del diavolo gia dalla nascita..pero' il sorriso incantevole della mia principessa non mi distoglie da quei pericoli nascosti dietro ad una tastiera che potrebbero spegnere per sempre un entusiasmo ed una curiosita' positiva alla vita segnandola per sempre...

Mia figlia e' talmente bella che rimanere incantato senza pronunciar parola e' oramai consuetudine e al pensiero che in Rete chi colpisce senza pieta' potrebbe usufruire di PERDONI GIUDIZIARI o di assurde INFERMITA' MENTALI cavandosela, mi terrorizza.

Il rapporto con mio figlio? Beh..lui ha 13 anni e a volte prenderci a sbadilate sarebbe legittimo e normale, il punto e' che l'errore umano e' il bambino che c'e' in tutti noi, nel mio caso viene fuori ogni volta che mi confronto con lui, con una sostanziale differenza, viviamo in un era tecnologica che imposta sin dai primi anni di vita' i ragazzini ad essere esperti Social e invadenti spacciatori di incomprensibili App, poi ci sono io, ritenuto un TRex mummificato che si esaltava negli anni 80 ad un giochino monotono e ipnotico chiamato Space Invaders, quindi perdo senza neppure riuscire a spiegare le mie ragioni che diventano ricordi in dissolvenza in 2 secondi netti.

Quando mi arrabbiavo con mio padre uscivo di casa e andavo dal classico amico che il piu' delle volte era messo pure peggio di me... e nessuno sapeva nulla... ora tutto viene scritto, umori, rabbia, incomprensioni amori ....e ovviamente visualizzato con annessa foto, detto LINK, quindi in teoria leggi e ti illudi che tutto sia sotto controllo ma... i pericoli di una Rete allo sbando sono altri.

Camminare in un enorme campo fiorito o lasciarci andare sulla neve scimmiottando un improbabile farfalla ubriaca mentre sdraiati di schiena guardando il cielo ridiamo come invasati?

FATTO!
Quindi ho speranza che dopo di me... lui non sia un carnefice oppure una vittima o solo un account sterile in un Social pieno di NIENTE!
Firmato... un papa'. A Marco e Marzia!"

 

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Nicola Comparato, classe '82, originario della provincia di Matera, è l'attuale Segretario della Consulta del Poggio di Sant'Ilario Baganza nel comune di Felino (Parma). La crisi "Ferrarini" è stata l'occasione d'incontro, l'intervista un modo per conoscerlo meglio. Un socialista che dopo tanti sbandamenti ha messo la testa a posto. 


1) Chi pensa di conoscerti afferma che sei un tipo camaleontico, quanto ti riconosci in questa descrizione?
- Beh diciamo che sono un artista e mi diverto a calarmi in tanti panni.
2) Ad esempio?
• Ho cominciato a farmi conoscere con la musica rap, ma a lungo andare la musica mi ha stufato. Col tempo mi sono avvicinato alle religioni e alla politica. Ho studiato con i Testimoni di Geova e ho praticato l'Islam. Politicamente ho avuto un periodo brevissimo con la Lega, per protesta contro una sinistra in cui non mi identificavo più. Ma le mie idee sono sempre state socialiste. Infatti al contrario di molti, alla fine sono ritornato a casa. Il PSI è l'unico partito che mi rappresenta da sempre.
3) Lega e Islam non legano molto non credi?
• Io sono appassionato di religioni, cultura e storia. Ho voluto approfondire il discorso perché non mi sentivo preso in considerazione da quel partito. Ma poco dopo sono uscito dall'Islam perché mi sono reso conto che non faceva per me. Posso dirti che comunque credo molto in Dio. Poi per dirla tutta il mio avvicinamento all'Islam è stata anche una cosa studiata a tavolino per fare un po' di polemica. Infatti poi la Lega mi ha annullato la tessera. Ed è stato un bene secondo me. Quello non era il mio ambiente. 
4) Come mai ora sei nel PSI?
- Io nasco con idee Socialiste. Ho una grande ammirazione per Bettino Craxi. Gli ho anche fatto visita al cimitero di Hammamet in Tunisia. Il PSI non è più quello di un tempo, ma è l'unico partito di sinistra che rispetto e che amo perché si batte sul serio per i lavoratori e per i più deboli. Non riesco invece ad identificarmi nel Pd, anche se penso che sia un partito ben strutturato, con elementi molto validi.
5) Perché cos'ha che non va il PD?
• Riguardo al Pd, poteva essere il primo partito in Italia, ma non ha saputo forse giocare al meglio le sue carte. Non è riuscito a gestire l'ondata populista in arrivo. È giustissimo occuparsi delle minoranze, sono favorevole, ma bisogna saper anche affrontare l'avversario.
6) Che consiglio daresti al Partito Democratico ?
• Non ho nulla di personale contro il PD. Ma il partito deve capire che a molti, purtroppo, non gliene frega niente di diritti ai gay e tantomeno di aiutare i migranti, anche se é giusto difendere i più deboli. Forse dovevano farsi sentire più vicini ai lavoratori che si sono sentiti abbandonati. Ci sarà un motivo se i lavoratori votano Lega e non Pd! Confido comunque in un miglioramento.
7) Ma quindi tu non sopporti gli stranieri?
• Ho tanti amici stranieri ed ex ragazze straniere, poi come ti ho detto all'inizio io ho fatto rap. Ho frequentato ambienti dove spesso l'unico italiano ero io. Ce l'ho con gli stranieri che delinquono, ma lo stesso discorso vale anche per gli italiani che commettono reati. Ok, la clandestinità è un reato, quindi tolleranza zero per gli immigrati clandestini come si usa dire al giorno d'oggi, ma è anche vero che in mare abbiamo il dovere di salvare tutti.
8) Sei favorevole alla chiusura dei porti ?
• Non è chiudendo i porti che si risolvono i problemi.
9) Sei d'accordo sul fatto di aiutarli a casa loro?
• Assolutamente si! Ma quando arrivano qui dobbiamo aiutarli qui.
10 ) Secondo te oggi Bettino Craxi, sarebbe più d'accordo con Salvini o col PD ?
• Forse con Salvini o forse col PD. Probabilmente con nessuno dei due. Craxi dava valore agli italiani, ma nel caso della Lega lui andava contro i forti, non contro i deboli. Vedi Sigonella.
11 ) Hai mai pensato di candidarti ad una carica politica ?
• Si , ci ho fantasticato, ma io sono un tipo solitario, troppo solo per essere eletto. Non avrei mai i voti di nessuno. Però chissà...
12 ) L'alternativa quale potrebbe essere ?
• Mi piacerebbe fare il sindacalista. Sento che la strada giusta è quella. O magari il giornalista. In entrambi i casi mi piacerebbe far conoscere tutte le minoranze linguistiche presenti in Italia: Rom, Sinti, Arbereshe, Grecanici, Croati Molisani, Caminanti Siciliani, Occitani etc...
13 ) Ritornando a Salvini, che ne pensi di lui ?
• Senza ombra di dubbio è un' ottimo comunicatore. Ha il popolo dalla sua parte . Ok per il discorso della sicurezza e della legalità, ma gli contesto il modo di agire. Prima di lui Minniti ha ridotto gli sbarchi senza chiudere i porti.
14 ) Un pensiero sul PSI Parma ?
• Ho un ottimo rapporto col segretario Cristiano Manuele. È una persona umile che si batte per la classe operaia e per il bene della sezione. Sempre pronto ad aiutare i più deboli. Numerosi sono i suoi interventi nei confronti dei lavoratori. Ho molto rispetto e fiducia verso di lui .
15 ) In conclusione, ma un giorno tornerai a fare rap?
• Assolutamente no! Io non credo nella musica e non ci ho mai creduto. È stato solo un passatempo, costoso e fine a se stesso. Grazie per l'intervista.

 

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Sabato, 12 Maggio 2018 08:55

300 ragazze in coda per il casting...

OVS e Marie Claire: oltre 300 le partecipanti al casting di Parma. Oltre 300 ragazze in coda oggi presso il negozio OVS di via Mazzini a Parma per partecipare al casting per scovare i nuovi volti della moda in Italia, organizzato da Marie Claire in partnership con OVS e in collaborazione con l'agenzia Brave Models.

L'appuntamento si svolge ogni mese in una città diversa con l'obiettivo di ricercare aspiranti modelle dai 14 ai 25 anni da introdurre nel mondo della moda per poi promuoverle anche sul palcoscenico internazionale. I casting daranno la possibilità alle partecipanti di essere selezionate per diventare protagoniste del servizio moda Future Visioni, realizzato da stylist e fotografi professionisti, pubblicato ogni mese su Marie Claire.

Tra tutte le selezionate nei 12 casting del 2018, Brave Models sceglierà i volti più interessanti a cui proporre un contratto da modella professionista.

Tra le novità di questa edizione, anche un casting Curvy per diventare protagoniste di un servizio moda su Marie Claire e la possibilità di diventare uno dei nuovi volti OVS per campagne pubblicitarie, e-commerce, lookbook.

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Con la parola d'ordine "consapevolezza" quale antidoto, per usare le parole del capo della Polizia Franco Gabrielli, "da inculcare nei tessuti sani della nostra società come si sta facendo qui a Reggio", si è chiuso questa mattina (ieri ndr) "Noicontrolemafie", il Festival della legalità promosso per l'ottavo anno dalla Provincia di Reggio Emilia in collaborazione con i Comuni e la Corte Ospitale di Rubiera.

Relatori_Gratteri_e_pubblico_ufficiali_armi10_1.jpgUn gran finale che ha portato in città i vertici nazionali della lotta alla criminalità organizzata: oltre a Gabrielli, un altro "caro amico" di Reggio come il procuratore capo del Tribunale di Catanzaro Nicola Gratteri e i comandanti dei reparti speciali di Carabinieri, il generale Pasquale Angelosanto che guida il Raggruppamento operativo speciale (Ros), e Guardia di Finanza, il generale Alessandro Barbera, al vertice del Servizio centrale di investigazione sulla criminalità organizzata (Scico).
Per oltre due ore si è fatto il punto della situazione nel contrasto alla criminalità da parte di istituzioni e cittadini.

Lo si è fatto insieme a loro - a partire dai tanti amministratori pubblici e soprattutto dai tanti studenti che hanno gremito l'Auditorium del Credem – e lo si è fatto proprio qui a Reggio Emilia, a tre anni di distanza dall'indagine Aemilia. E alla consapevolezza che cosa nostra, 'ndrangheta e camorra non sono un fenomeno circoscritto al Sud Italia, può oggi unirsi anche la consapevolezza che questa città e questa provincia hanno saputo reagire, nel modo giusto, al ciclone Aemilia.

Lo ha certificato, chiudendo la mattina, proprio il capo della Polizia (che tra l'altro, dal 2010 al 2015, ha guidato anche la Protezione civile italiana): "Quando si passerà dalla cronaca alla storia, si dirà che qui in Emilia, nel secondo decennio del nuovo millennio, ci sono stati due terremoti - uno naturale ed uno antropico – ma che ad entrambi avete saputo reagire con l'atteggiamento giusto". Ed eliminando, per l'appunto, quella "non consapevolezza che è elemento di debolezza in ogni azione di contrasto".

"Nel 2012 non eravate consapevoli di essere un territorio sismicamente delicato e il maggior numero di vittime si verificò perché molti capannoni erano stati costruiti in maniera non adeguata: ma avete fatto tesoro di quella esperienza, c'è stata una generale presa di coscienza del fenomeno e avete saputo costruire un percorso che oggi vi rende più sicuri. E in questo stesso modo avete reagito all'inchiesta che nel 2015 vi ha dato contezza dell'infiltrazione della 'ndrangheta in questa terra", ha aggiunto il capo della Polizia invitando i reggiani a "proseguire su questa strada perché i tentativi delle mafie di infiltrarsi al Nord non avranno comunque mai fine: quello che dobbiamo fare è evitare che rimanga una patologia e non si trasformi in fisiologia".

Quello di Gabrielli è stato l'ultimo di una lunga e qualificata serie di interventi aperta dal presidente della Provincia di Reggio Emilia, Giammaria Manghi, che ha spiegato come "siano ormai 40.000 gli studenti che abbiamo coinvolto in questi otto anni sui temi della legalità". "Questo costante impegno sul fronte culturale per sviluppare la formazione e la conoscenza della generazione che cresce è uno dei pilastri fondamentali sui quali si regge la nostra azione di contrasto alle mafie - ha proseguito – Poi ci sono le istituzioni, a partire dal quotidiano lavoro del Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica; dalla decisione, non scontata, di far comunque celebrare il processo Aemilia a Reggio facendo scendere direttamente in campo tanti amministratori pubblici, attraverso la costituzione di parte civile, per chiedere il ristoro dei danni anche morali patiti dalle nostre comunità; dalla lunga e proficua stagione dei protocolli antimafia che nessun altro territorio può vantare e che rende oggi le pubbliche amministrazioni più solide nell'evitare i rischi di infiltrazione mafiosa".

Dopo i saluti del prefetto Maria Forte – che ha tra l'altro ricordato "i 108 provvedimenti interdittivi antimafia emessi in questi ultimi anni" e sottolineato "la speciale sinergia tra istituzioni e società civile che hanno saputo fare fronte compatto" - del sindaco Luca Vecchi e del presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, è stato il direttore scientifico di "Noicontrolemafie", il saggista e storico dei fenomeni criminali Antonio Nicaso, ad introdurre i relatori sottolineando a sua volta l'importanza della consapevolezza. "Anche negli Stati Uniti la lotta alla mafia fece il decisivo salto di qualità quando Robert Francis Kennedy, dopo anni di negazionismo, fece capire al Paese che non si era davanti ad una cospirazione aliena, riconoscendo per la prima volta che il fenomeno era interno e non esogeno – ha detto – Finalmente anche in Italia abbiamo smesso di dare la colpa al soggiorno obbligato, ma abbiamo compreso che la criminalità organizzata si radica al Nord perché c'è una reciprocità funzionale tra imprenditori, certi politici e mafiosi: come ci ricordano le intercettazioni "se vengono da noi, significa che hanno bisogno di noi"...".

Dal generale Pasquale Angelosanto, comandante del Raggruppamento operativo speciale (Ros) dei Carabinieri è quindi arrivato un invito a "non generalizzare – sarebbe un errore, perché se tutto è mafia alla fine nulla è mafia" e a prestare particolare attenzione alla 'ndrangheta, "perché quella calabrese è oggi la punta più avanzata delle mafie, quella dall'agire più evoluto e sofisticato e rappresenta, dunque, la minaccia maggiore". Cosa può fare la società civile? "Atti concreti, perché la legalità va praticata, non può essere solo pronunciata e tanto meno delegata" e dunque – ha aggiunto rivolgendosi ai ragazzi – "bisogna osservare sempre non solo le leggi, ma anche le regole organizzative della scuola, dei concorsi, del codice stradale: e non chiedere mai favori a nessuno, perché finireste per doverli ringraziare per tutta la vita rinunciando alla vostra dignità e libertà".

Anche il generale Alessandro Barbera, comandante del Servizio centrale di investigazione sulla criminalità organizzata (Scico) della Guardia di finanza, ha voluto "approfittare di questa bellissima occasione per parlare con il cuore al vostro cuore: la mafia è il cancro della società, ma possiamo sconfiggerlo facendo anche noi rete come loro e comprendendo il fenomeno, perché conoscere significa poter prendere le necessarie precauzioni". "Oggi la priorità è il contrasto all'economia illegale, agli enormi patrimoni illeciti che vengono riciclati e abbiamo bisogno di voi, dell'apporto delle scuole e delle istituzioni, e che siate consapevoli del pericolo che la mafia rappresenta – ha concluso – Per fortuna in Italia abbiamo il sistema giuridico di contrasto più avanzato al mondo contro il crimine organizzato, un patrimonio che tutti ci invidiano che è frutto della nostra esperienza e anche del sacrificio di molte persone che hanno dato la vita nella lotta alla mafia: ed è soprattutto per loro che dobbiamo avere questa consapevolezza".

Come sempre estremamente coinvolgente per i ragazzi, ma anche denso di proposte operative, l'intervento del procuratore Nicola Gratteri, una delle presenze storiche del Festival della legalità reggiano. "Purtroppo prevedo che aumenteranno sensibilmente i Comuni sciolti per mafia, a causa della sempre più forte commistione tra criminalità organizzata e politica e al ribaltamento dei ruoli che si è verificato: oggi sempre più candidati vanno a cercare i mafiosi perché purtroppo il politico, sul territorio, si vede il mese prima delle elezioni, poi per 4 anni sparisce, e così è la mafia ad occupare sistematicamente una città o una provincia e a dare, a modo suo, risposte ai cittadini", ha esordito. "Però oggi il commissario prefettizio viene percepito come una sorta di congelamento della vita amministrativa del paese e noi uomini delle istituzioni non dobbiamo dare questa impressione – ha aggiunto - Servono prefetti che stiano in Comune sette giorni su sette, non a scavalco, e abbiano pieni poteri pieni, compreso quello di annullare le delibere, gli atti, anche le assunzioni compiuti da quella amministrazione, perché il comandante dei vigili urbani potrebbe essere anche la figlia del capomafia del paese".

Dopo essersi detto "molto confortato dal livello qualitativo della nostra polizia giudiziaria, perché nella loro testa è rimasta la cultura del controllo e della conoscenza del territorio, ed è un patrimonio che dobbiamo tenerci e insistere a potenziarlo", Gratteri ha rivolto un accorato appello ai ragazzi: "State lontani dalla mafia, anche perché delinquere non conviene: la ricchezza è tutta nelle mani dei capimafia, dinastie che si comportano come i regnanti del Settecento, tutti gli altri sono utili idioti morti di fame...".

 

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Autovelox da ridere. A 52 km/h quando il limite era di 30. Ma niente multa: era un'anatra. Il volatile è stato immortalato da un radar mentre volava radente al suolo nei pressi di una strada belga del comune di Köniz

Beccata a 52 chilometri orari dove il limite era fissato a 30. Un bel guaio se fosse capitato a una persona alla guida. Ma così non è stato. Perché ad essere immortalata da un radar, lo scorso weekend in Belgio su una via residenziale di Oberwangen nel comune di Köniz, non è stata una "pirata della strada" bensì dell'aria.

Il dispositivo installato dalla polizia comunale in zona 30, ha infatti ripreso un'anatra che volava radente al suolo oltrepassando il limite di velocità di ben 22 chilometri orari. Un superamento che per un conducente avrebbe comportato una multa (salata) e in Italia la decurtazione di tre punti dalla patente di guida. Ma non per il volatile ovviamente.

Nessuna sanzione per la velocissima anatra, solo uno "scatto" (di radar) verso la celebrità che alla stampa nordica ha voluto dare alla risibile notizia ma, che per Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti", la dice ancora tutta su quanto continuino ad essere fallaci i sistemi di rilevazione elettronica delle infrazioni, nonostante i progressi della tecnica. Insomma, un motivo in più per continuare nella lotta contro l'abuso che si fa di questo tipo di accertamenti, tra la risata che inevitabilmente ingenera la notizia e la miriade di ricorsi che continuiamo a predisporre contro le rilevazioni effettuate con queste macchinette infernali.

(20 aprile 2018)

 

Commissari sulle tracce del male. Conduce Giuseppe Rinaldi. Sabato 10 marzo, in seconda serata su Rai3.

Un nuovo progetto di Rai3 in onda il sabato in seconda serata. "Commissari - sulle tracce del male" un programma nato da un'idea di Pino Rinaldi e che si avvale della collaborazione della Polizia di Stato. Un racconto delle indagini svolte da alcuni investigatori della Polizia su alcuni casi di cronaca giudiziaria che hanno segnato profondamente il loro lato umano. Delitti, omicidi e violenze avvenuti in diverse città italiane, risolti grazie al lavoro di un gruppo di esperti investigatori.
Protagonista di ogni puntata e' l'investigatore che ha trattato il caso seguendone l'attività d'indagine. Sarà lui, intervistato da Pino Rinaldi, il volto e la voce portante di un racconto che sarà arricchito da immagini, materiale documentaristico e dal ricordo dell'esperienza diretta vissuta da alcuni dei collaboratori che hanno seguito il caso specifico al fianco dell'investigatore: colui che alla fine si è trovato faccia a faccia con il responsabile del reato.

EFFETTO DOMINO
La Quarta Puntata

Nel 2011 le strade di Lamezia Terme sono insanguinate da omicidi frutto di rivendicazioni tra clan che controllano il territorio.
Rodolfo Ruperti all'epoca capo della Squadra Mobile di Catanzaro e i suoi, a seguito di un'importante operazione sulle estorsioni nel territorio lametino, riescono ad arrestare un rampollo di mafia e alcuni degli appartenenti alla 'ndrina.
Uno di questi si pente svelando alcuni dei segreti della cosca scatenando in poco tempo un inaspettato effetto domino tra gli arrestati che decidono di collaborare con la giustizia.

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"COMMISSARI - Sulle tracce del male" è un programma di Giuseppe Rinaldi, Sara Lorenzini, Giuseppe Ghinami Produttore esecutivo Giovanna Canosa Delegato Rai Barbara Paolucci Regia di Giuseppe Ghinami. Una produzione Magnolia per Rai.

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