Una ricerca di CougarItalia.com dimostra che la felicità ha un andamento ad «U»: il culmine dell'entusiasmo si ha a 24 anni, il punto più basso si tocca a 40 anni e poi dai 42 si inizia a risalire. A 42 anni una donna è di nuovo «felice» e va alla ricerca di un partner più giovane.
19 novembre 2017 - «Ci si volta indietro e ci si ritrova a fare i conti con i rimpianti. Si prova anche a guardare avanti, ma non è affatto consolante». Così Alex Fantini, fondatore di CougarItalia.com, il portale di riferimento delle donne mature sopra i 35 anni che prediligono la compagnia di uomini più giovani, spiega la crisi di mezza età, un fenomeno che riguarda 9 donne su 10.
Proprio una ricerca di CougarItalia.com dimostra che la felicità ha un andamento ad «U»: il culmine dell'entusiasmo si ha a 24 anni, il punto più basso si tocca a 40 anni e poi dai 42 si inizia a risalire.
«A 42 anni una donna è di nuovo felice e va alla ricerca di un partner più giovane» commenta Alex Fantini.
Lo studio di CougarItalia.com si è concentrato sull'universo femminile, ma la crisi di mezza età colpisce tutti: uomini e donne, in coppia o single, con o senza figli. E neppure un alto reddito o una grande carriera lavorativa fanno alcuna differenza.
«La crisi di mezza età inizia quando l'individuo arriva alla soglia minima di soddisfazione di sé. Un fenomeno che quindi non ha molto a che vedere con la realtà, quanto piuttosto con le aspettative deluse: il rimpianto per quel che non è stato» puntualizza Alex Fantini.
Il portale di riferimento delle donne mature sopra i 35 anni ha constatato l'esistenza di un elevato grado di correlazione tra benessere e aspirazioni, osservando per quello che riguarda l'universo femminile che fino a 24 anni le donne sono portate ad immaginare un futuro luminoso. Fino a quell'età il cervello elabora le informazioni tendendo a non ridimensionare le aspettative ed anzi ad attendersi un futuro più promettente della realtà.
«E vero è infatti che a 20 anni vivere in una camera in affitto, condividendo lo stesso appartamento con altri mentre si frequenta l'università, rende spesso le donne molto felici, perché attendono che i loro sforzi saranno presto ricompensati» precisa il fondatore di CougarItalia.com.
A 20 anni siamo insomma portati a immaginare un futuro luminoso. A 40 anni invece ci si accorge maggiormente degli errori commessi proprio perché ci eravamo aspettati troppo e ci sembra di avere sbagliato quasi su tutto: salute, lavoro, famiglia.
Secondo la ricerca di CougarItalia.com nei primi anni della maturità si tende a sottovalutare la possibilità di eventi negativi: le donne si aspettano ad esempio di avere una vita più sana rispetto alla media oppure non si aspettano di perdere il lavoro e sottovalutano perfino la probabilità di un futuro divorzio.
«Così, al di là delle loro reali condizioni di vita, la loro percezione di benessere inizia a declinare fino a toccare il punto più basso quando si trovano a dovere fare i conti con tutto ciò che non è andato come esse pensavano, con l'aggravante che non avranno mai più le stesse opportunità» conclude Alex Fantini.
Ma non tutto è perduto. I risultati ottenuti dalla ricerca di CougarItalia.com ci consolano: una volta toccato il fondo non si può che risalire: la reazione emotiva alle occasioni mancate diminuisce con l'età e già a 42 anni le donne sono nuovamente felici: la loro vita migliora all'improvviso e molte di loro vanno perfino alla ricerca di un partner più giovane.
I killer passionali quasi sempre sono persone di sesso maschile molto vicine alla vittima. Mariti, figli, padri. Ma perchè un uomo uccide una donna?
di Paolo Mario Buttiglieri Piacenza 9 novembre 2017 - Quasi sempre è il rifiuto della donna a fare qualcosa che il maschio pretende da lei. E cosa pretende il maschio killer da una donna? Disponibilità a fare sesso, soldi, proprietà immobiliari, comportamento da schiava e disponibilità totale a fare da badante tuttofare per il maschio padrone possibilmente gratis cioè per vocazione innata.
Questi maschi con queste attitudini al killeraggio sono stati allevati in genere da madri a loro volta succubi di maschi padroni. E' la catena della schiavitù psicologica.
Ma una donna può evitare di imbattersi in un maschio killer?
Si, deve innanzitutto evitare di essere troppo disponibile, non assecondare il proprio senso del dovere. Qualunque cosa le chieda un maschio non deve automaticamente dargliela e ricordarsi che se una cosa piace al maschio non deve automaticamente piacere anche a lei. Il maschio comincerà a maltrattare la donna che si mostra troppo disponibile e paurosa delle sue reazioni. La paura femminile, l'ansia di accontentarlo, eccita la violenza maschile e il maschio pretenderà sempre di più e si mostrerà sempre più insoddisfatto di quello che la donna farà per lui.
Consiglio fondamentale per una donna: lasciate prima possibile la famiglia dei vostri genitori, costruite una vita autonoma economicamente, e soprattutto scegliete sempre il meglio per voi stessi. Il cibo migliore, i ristoranti migliori, una bella casa e così sarà facile scegliere il miglior uomo per voi. L'uomo va scelto tra quelli che sono attratti da voi. Da scartare subito quello che vi corteggia. Chi corteggia è falso e vi deluderà quando vi avra conquistato. Siate voi stesse, esprimete la vostra creatività seguite ciò che veramente vi interessa, non reprimetevi quasi mai e se dovete reprimervi scaricate subito la tensione in una attività fisica in mezzo alla natura dove possiate respirare profondamente. Non costringetevi a frequentare persone noiose e sgradevoli, che parlano di se senza preoccuparsi se vi interessa quel che dicono.
Gli uomini migliori sono quelli che non vi chiedono di rinunciare a esprimere quello che sentite e a fare quello che più vi piace. Pericolosi sono anche gli uomini che una volta iniziata una relazione affettiva con voi vogliono fare sesso anche quando voi non lo desiderate.
Semplicemente non vi amano. L'amore comporta sempre rispetto dei bisogni dell'altro, pazienza ma non repressione. Se non vi va di fare sesso con il vostro partner vuol dire che non siete più attratti anche se continuato ad amarlo.
Paolo Mario Buttiglieri, sociologo
(Foto tratta dalla Fiaccolata in ricordo di Arianna Rivara - Parma gennaio 2017 - Scatto di Francesca Bocchia)
Questa mattina, presso la sala "Scantamburlo" della Legione Carabinieri Emilia Romagna, alla presenza del Comandante Provinciale dei Carabinieri di Bologna, Colonnello Valerio Giardina, si è svolta la presentazione del Calendario Storico e dell'Agenda 2018 dell'Arma dei Carabinieri.
Il Calendario, divenuto ormai un oggetto di culto, ha raggiunto una tiratura di 1.300.000 copie, di cui quasi 11.000 in altre lingue (inglese, francese, spagnolo, tedesco, arabo e quest'anno anche giapponese, cinese e russo), indice sia dell'affetto di cui gode la Benemerita, sia del valore dei suoi contenuti, che ne fanno un prodotto editoriale apprezzato, ambito e presente nelle abitazioni e nei luoghi di lavoro, a testimonianza del fatto che "in ogni famiglia c'è un Carabiniere".
Nato nel 1928, dopo l'interruzione post-bellica dal 1945 al 1949 il Calendario tornò a vivere nel 1950 e da allora è stato puntuale interprete, con le sue tavole, delle vicende dei Carabinieri e della stessa Storia d'Italia.
La pubblicazione ha una rilevanza particolare per la famiglia dell'Arma, costituendo motivo di coesione attorno a un oggetto semplice eppure significativo, poiché ispirato ai valori nei quali si riconosce ogni carabiniere, da un capo all'altro d'Italia.
Il Calendario 2018 è incentrato sul tema "I valori etici e sociali dell'Arma", una rappresentazione visiva dell'essenza dell'Istituzione che rende omaggio all'attività svolta dall'Arma in Italia ed all'Estero a favore di tanti Paesi e delle loro Forze di Polizia.
L'"impegno per l'ambiente", la "sicurezza personale e sociale", la "tutela delle categorie deboli", l'"integrazione multiculturale", il "valore della tradizione", la "libertà di espressione", la "libertà di riunione", la "cooperazione internazionale", la "tutela del patrimonio culturale", la "tutela dei minori", l' "ordinata convivenza civile", l'"identità culturale", dodici temi per dodici mesi dell'anno che dodici affermati pittori contemporanei, ognuno proveniente da un'area del mondo dove l'Arma dei Carabinieri è intervenuta oppure ha avviato collaborazioni con le forze locali, hanno espresso e raffigurato.
L'Agenda 2018, in un formato moderno e funzionale, ha dedicato il proprio inserto allo "Sport nell'Arma" ed ai Gruppi Sportivi dell'Istituzione. Sport come espressione dei valori universalmente riconosciuti: rispetto di persone e regole, disciplina, impegno, sacrificio, lealtà, tenacia, correttezza, emulazione, valori che devono essere patrimonio di ogni Carabiniere.
Calendario Storico dell'Arma 2018
Il filo conduttore che lega i mesi dell'anno è costituito dal tema "I valori etici e sociali dell'Arma".
Dalla Prefazione al Calendario del Comandante Generale Tullio Del Sette.
"Il 25 aprile del 1855, settanta Carabinieri prendono parte al corpo di spedizione in Crimea. Per la prima volta l'Arma si proietta oltre i confini nazionali. Da allora decine di migliaia di Carabinieri sono stati impegnati all'estero, durante gli eventi bellici e, sempre di più negli ultimi vent'anni, in missioni a sostegno della pace, di addestramento e di cooperazione internazionale. Il Calendario di quest'anno rende omaggio a questa difficile attività svolta dall'Arma all'estero e in Italia a favore di tanti Paesi e delle loro Forze di polizia; un'attività prestigiosa, che ha reso l'Istituzione riconosciuta eccellenza italiana nel mondo per professionalità, efficienza e umanità dei suoi Carabinieri. Rende al contempo omaggio a questi Paesi offrendo uno spazio a giovani ma affermati pittori contemporanei di alcuni di essi.
Proseguendo nel percorso iniziato nel 2016 con l'omaggio all'arte pittorica e proseguito nel 2017 con l'omaggio all'arte grafica del bicentenario di vita dell'Arma, il Calendario del 2018 vuol diffondere la conoscenza di altre forme di espressione di culture diverse dalla nostra. Culture anch'esse portatrici di valori importanti, con le quali i Carabinieri si confrontano quotidianamente.
Per aree omogenee, comprendenti più Paesi, sono stati individuati autori di riconosciuto talento e scelte opere di forte testimonianza. E' stata preziosissima la consulenza di Bartolomeo Pietromarchi, Direttore del MAXXI Arte di Roma e raffinato conoscitore dell'arte contemporanea, che ha affiancato Philippe Louis Daverio, Carabiniere Benemerito.
Mese dopo mese, viene richiamato un tema dal valore universale, espressione dei diritti e delle libertà che l'Arma è impegnata a sostenere nel mondo insieme alle rappresentanze diplomatiche e, nelle missioni internazionali, alle altre Forze Armate.
Il filo conduttore è costituito dalle colorate e vivide opere del Maestro Ugo Nespolo, tra i migliori artisti contemporanei: dalla copertina, un album di famiglia a rappresentare tutti i centodiecimila Carabinieri in servizio nelle tante specialità dell'Arma, alle pagine di sinistra di ogni mese, dedicate a nostri compiti istituzionali, dove, insieme al giudizio artistico di Pietromarchi sulle pitture a fronte, compare un richiamo ad attività svolte a favore di Paesi dell'Area.
Scorrendo le pagine interne e con esse i dodici mesi dell'anno, a Gennaio, la fusione con la natura del congolese Steve Bandoma, espressione del Centro e Sud Africa, evoca l'impegno per l'ambiente; nella pagina di sinistra, i Carabinieri del ruolo forestale, che hanno implementato responsabilità e impegno dell'Arma a difesa dell'habitat umano. Nel mese di febbraio, dedicato all'Europa dell'Est, il volto severo dipinto dal rumeno Adrian Ghenie interpreta il tema della sicurezza personale e sociale; di fianco, tre operatori del GIS, le forze speciali dell'Arma, pronti a effettuare un intervento risolutivo. In Marzo, per i Balcani, l'albanese Adrian Paci esalta, dipingendo l'affannosa corsa di un ragazzo verso la libertà, il tema della tutela delle categorie deboli; si accompagna, a sinistra, la plastica immagine di un Carabiniere che offre premurosa attenzione ad alcune persone in stato di bisogno. Ad Aprile, per il Nord America, lo statunitense Mark Bradford, scelto a rappresentare gli USA all'ultima Biennale di Venezia, esprime con un'esplosione di colori e forme la sua visione dell'integrità multiculturale; a lato, Nespolo rappresenta un Corazziere e due altri Carabinieri di origine straniera, esempi di concreta integrazione. Per Maggio, dedicato al Centro e Sud America, una fantasiosa architettura indigena del messicano Curiot esalta il valore della tradizione; a sinistra, l'immagine di una processione religiosa, con i classici due Carabinieri in G.U.S. ai lati della Vergine Maria. In Giugno, per la Mesopotamia, i colorati microfoni della conferenza stampa immaginata dall'iracheno Adel Abidin plaudono alla libertà d'espressione; di fianco, i Carabinieri colti nell'atto di informare la pubblica opinione attraverso i media.
Segue il paginone centrale, nel quale Silvia Di Paolo, nostra valente e fedele art director, ha raccolto le Bandiere delle Organizzazioni Internazionali e degli Stati con i quali i Carabinieri collaborano quale espressione dello Stato italiano, rappresentato dal tricolore, sul quale sottile, ma netta e chiara, si staglia la nostra Fiamma.
Nella tavola di Luglio, dedicata al nord Africa, un gruppo di persone dipinte dal marocchino Nabil El Makloufi evoca la libertà di riunione; a sinistra, alcuni Carabinieri, sereni ma attenti, vigilano sull'ordinato svolgimento di una pubblica manifestazione. In Agosto, per l'Africa Centrorientale, la multiforme composizione del kenyota Paul Onditi richiama la cooperazione internazionale; la tavola di Nespolo abbina la stretta di mano tra un Carabiniere in missione e un commilitone straniero. A Settembre, per l'Oriente, la sovrapposizione di scritti antichi dell'artista afghano Mohsem Taasha Wahidi valorizza la tutela del patrimonio culturale; di fianco, alcune delle innumerevoli opere d'arte recuperate dal nostro Comando Tutela Patrimonio Culturale con in primo piano un Carabiniere dei Caschi blu della cultura. Ottobre, per il Medio Oriente, dà spazio all'israeliano Gideon Rubin che richiama l'importanza della tutela dei minori raffigurando un bambino in posa; a sinistra, un Carabiniere che fraternizza con un bimbo. In Novembre, dedicato all'estremo oriente, lo scorcio urbano della pittrice indiana Reena Saini Kallat sottolinea la necessità dell'ordinata convivenza civile; di fianco, un Carabiniere all'ingresso di una Stazione, capillare presidio di legalità e di prossimità italiano da oltre duecento anni. Nel mese di Dicembre, per l'Africa Sahel, le sagome colorate del maliano Abdoulaye Konaté evocano il tema dell'identità culturale; di lato, a identificare la presenza continua e il pronto intervento dell'Arma, i Carabinieri di un reparto Radiomobile.
Nelle ultime due tavole interne, i simboli del nostro Stemma Araldico rendono il tradizionale, doveroso omaggio al sacrificio e al valore degli eroi che tanto lustro hanno dato all'Arma e al Paese. Silvia Di Paolo, con il suo estro, proietta questi simboli fuori dallo scudo bucranico, esaltandone il significato araldico.
Agenda dell'Arma 2018
L'Agenda dell'Arma dei Carabinieri, rinnovata nel formato e nella veste grafica nel 2017, arriva al trentanovesimo anno di pubblicazione (risale infatti al 1979 la prima edizione).
Il "diario è su base settimanale, con possibilità di rinvio a un'ampia parte destinata alle note.
Le informazioni sui Comandi dei Carabinieri e sui reclutamenti sono rese fruibili attraverso codici QR, leggibili con smartphone e tablet che rimandano alle pagine del sito www.carabinieri.it e dei social network istituzionali.
Altri codici QR consentono l'accesso ad altre notizie sull'Arma, sulla sua storia e sui periodici: il nuovo #Natura, il "Notiziario Storico" introdotto lo scorso anno, e i tradizionali "Il Carabiniere" e la "Rassegna dell'Arma".
Vi è poi l'ampia rubrica sulle date importanti dell'Arma.
L'inserto monografico quest'anno è dedicato allo Sport nell'Arma dei Carabinieri, e in particolare al centro Sportivo Carabinieri che, con i successi dei propri atleti, ha contribuito significativamente alla grande tradizione sportiva dell'Italia, quinto Paese al mondo nel medagliere olimpico di tutti i tempi.
Un contributo accresciuto nel 2017 con l'apporto degli atleti già appartenenti al Gruppo Sportivo Forestale.
Curato dal Colonnello Gianni Massimo Cuneo, Comandante del Centro, e dal Colonnello Mauro Capone per gli atleti provenienti dal corpo Forestale dello Stato, è arricchito dalla prefazione di Giovanni Malagò, Presidente del Coni, dal saggio di Gianni Mura, giornalista sportivo figlio di un Maresciallo dei Carabinieri Comandante di Stazione e dal contributo di alcuni miti dello sport: da Dino Zoff a Giorgio Cagnotto, da Novella Calligaris a Stefania Belmondo e Armin Zöggeler.
Una sessantina di ragazze di Reggio Emilia e di Modena pensavano di aver messo al sicuro alcuni centinaia di scatti privatissimi e invece, per ragioni ancor da comprendere, sono stati diffusi in rete.
Modena 8 novembre 2017 - Protagoniste e vittime dell'incidente tecnologico sono una sessantina di lieceali di Modena e Reggio Emilia le quali, avendo deciso di "blindare" le loro foto "HOT" in una APP per smartphone all'interno di un contenitore segreto, all'improvviso si sono viste comparire in rete quello che avrebbe dovuto restare visibile solo al loro gruppo.
A darne la notizia è il QN/Il Resto del Carlino il quale racconta che "Un gioco intimo che, vissuto nel segreto da una sessantina di ragazze, ora rischia di diventare più grande, molto più grande di loro: un incubo".
I sospetti sono caduti su di un fidanzatino di una delle vittime che però avrebbe giurato di averle solo scaricate sul suo PC ma non diffuse, dando invece la colpa a un hacker che avrebbe decriptato le informazioni di sicurezza.
Un altro fidanzato di una 17enne, invece, avrebbe contattato l'associazione anti pedofilia La Caramella Buona mentre le foto hot saranno presto rimosse dalla polizia postale.
Insomma, prosegue "QN" ,"qualcuna ha tradito la fiducia del gruppo, e passato tutto quel materiale a qualche amico o fidanzatino, che lo ha catalogato sul proprio computer in cartelle, con nome e cognome di ognuna delle ragazze" e, così ben classificate, distribuite in internet.
Nuova bufera su "Lidl" per i pigiami «sessisti»: quello per bambina recita "Papà è il mio supereroe". I maschi, invece, sono "supereroi di sé stessi"
Una vera e propria bufera mediatica ha investito in queste ore Lidl, la catena europea di supermercati di origine tedesca. Dopo quella per aver fatto sparire le croci dal tetto di una chiesa rappresentata sulla confezione di un prodotto alimentare, Lidl salta di nuovo alla ribalta delle cronache per un'altra scelta quantomeno dubbia. Nel Regno Unito e in Germania ha infatti deciso di proporre dei pigiami per bambina e per bambino che si sono subito guadagnati l'accusa di essere sessisti. Preso da solo il pigiama per le femminucce, a parte lo stereotipico colore rosa, può quasi fare tenerezza.
La scritta sul davanti della maglia recita infatti in inglese "Daddy is my superhero", "Papà è il mio supereroe". Il confronto con la versione per maschietto, però, ha fatto trasalire diversi consumatori. Sul pigiama sui toni del blu si legge infatti il messaggio "Be your own superhero", "Sii il supereroe di te stesso".
«I maschi sono degli eroi mentre le femmine hanno bisogno di eroi. La risposta non si è fatta attendere e, nel giro di poche ore, numerosi internauti da tutto il mondo hanno esternato la propria solidarietà alla denuncia del collettivo, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti". Comunicare questo messaggio ai bambini è problematico», sottolinea perplessa un'utente tedesca di Twitter. «I maschi possono essere i supereroi di sé stessi mentre le ragazze hanno bisogno del papà? Questi pigiami andrebbero fatti sparire», gli fa eco sul social l'attrice britannica Nicola Thorp. Come riporta la Welt, c'è anche chi non afferra il sessismo dietro la scelta di Lidl e chi invita a non farla lunga: «Basta comprare alle bambine il pigiama da maschio, non vedo il problema», commenta per esempio @bontenmaru. Resta il fatto che sulle confezioni, però, il pigiama rosa è chiaramente indicato come per femminucce, quello blu per maschietti. Il pigiama Lupilu sarà proposto a partire dal 2 novembre almeno nel Regno Unito e in Germania, dove costerà 4,99 euro. Intanto
Lidl Italia non ha fatto sapere se il prodotto sarà distribuito nel nostro Paese.
Un'anteprima del rapporto ICity Rate 2017, il rating delle smart city italiane che sarà presentato il 24 ottobre a ICity Lab, l'appuntamento nazionale sulle città organizzato da FPA con il patrocinio del Comune di Milano.
I social media sono ormai a pieno titolo strumenti di comunicazione delle amministrazioni locali, ma è ancora poca l'interazione con la community. Torino, Bologna e Ferrara le città più presenti sui social. Roma e Milano quelle con più fan/follower. Venezia, Rimini e Firenze quelle con i maggiori utenti in relazione alla popolazione.
Milano 16 ottobre 2017 - I social network piacciono alle nostre città, che però li usano con grande cautela e sono ancora distanti dall'interagire con i loro followers considerandoli come una vera e propria comunità. Questo è quanto emerge dall'indagine sulla presenza, l'uso e la performance sui social network di 106 comuni capoluogo condotta da FPA. L'indagine sui social rientra nel più ampio Rapporto "ICity Rate 2017" che, oltre a questa dimensione, prende in esame ogni anno oltre 100 indicatori per tracciare il rating delle città più smart e sostenibili d'Italia. Il Rapporto completo verrà presentato il 24 ottobre prossimo a Milano alla manifestazione ICity Lab (BASE Milano, 24-25 ottobre, http://www.icitylab.it ).
Per quanto riguarda la dimensione social, su 106 Comuni capoluogo analizzati da FPA, 94 hanno attivato almeno uno strumento "social", mentre sono 12 le grandi assenti sparse un po' in tutto il Paese. Il social media più amato dalle città è senz'altro Facebook, scelto come canale di comunicazione da 85 comuni capoluogo, seguito da Twitter e YouTube.
Le tre città più presenti sui social sono Torino, Bologna e Ferrara. Quelle con il maggior numero di cittadini virtuali sui profili Facebook e Twitter sono Roma e Milano, ma se guardiamo al numero di Fan e Follower rispetto alla popolazione residente la demografia dei social urbani cambia un po'. In proporzione alla propria cittadinanza le città più popolate di Facebook e Twitter sono Venezia (con una community pari al 39,3% della sua popolazione), Rimini (17,8%) e Firenze (17,6%).
"Ma essere presenti non basta - commenta Gianni Dominici, Direttore Generale di FPA - dare informazioni in maniera più rapida è ancora poco ambizioso, alle città serve acquisire le competenze e il coraggio di aprire i propri enti alle funzionalità realmente 'social' dei nuovi media: ascoltare e rispondere, accorciare la distanza tra la macchina amministrativa e chi vive la città. Per fare questo ci sono alcune regole da seguire, senza il rispetto delle quali l'apertura dei canali social non è che un omaggio tutto formale al 'popolo dei selfie', non certo un cambio di passo della governance".
Per esempio, se guardiamo a Twitter, una buona indicazione sullo "stile di comunicazione" dell'amministrazione ci viene dal rapporto tra following e followers. Se si hanno solo followers, alla base della strategia di presenza sui social dell'amministrazione c'è uno sbilanciamento verso l'informazione. Per le 73 città presenti su Twitter il rapporto tra following/followers è in media di "1 a 10", con un ancora basso livello di interazione e di capacità di engagement della propria cittadinanza virtuale.
(In allagato il documento di maggior dettaglio)
Crescita record di giocatori in Italia. L'anno scorso l'insieme delle puntate hanno raggiunto i 96.1 miliardi. Anche il gioco d'azzardo coinvolge sempre più giocatori
Cresce la raccolta dei giochi nel 2016 in Italia. Da oggi l'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli a messo a disposizione di tutti gli interessati una base conoscitiva istituzionale sul gioco legale in Italia, a livello nazionale e regionale.
Per il periodo 2006-2016 sono stati ricostruiti i dati nazionali per ogni categoria di gioco relativi alla Raccolta, alle Vincite, alla Spesa (ovvero alle perdite dei giocatori), agli introiti erariali e al fatturato della filiera commerciale.
Il trend emerso è che lo scorso anno l'insieme delle puntate effettuate dalla collettività dei giocatori italiani ha raggiunto i 96,1 miliardi, in aumento di 7,9 miliardi rispetto all'anno precedente.
Anche la grande lotteria dell'azzardo non si è mai fermata in questi anni di crisi, osserva Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti": le cifre sono impressionanti del giro di affari in Italia.
Tra le regioni la Lombardia è in testa alla classifica per la raccolta complessiva: 14 miliardi e 65 milioni sono stati "bruciati" nelle macchinette dai cittadini. Il gioco on-line, per esempio, è diventato il secondo segmento del mercato, superato le lotterie istantanee come il "Gratta e vinci" che non può essere direttamente abbinato ad un territorio geografico e che quindi i dati delle regioni potrebbero avere dei numeri "veri" diversi e ridefinire questa "classifica dell'azzardo".
Pirillo, un simpatico meticcio, era sparito insieme al padre Romeo da un'azienda agricola del modenese nel 2010. Quando ormai le speranze si erano del tutto annullate, alla proprietaria è arrivata la telefonata dal canile di Modena.
Modena – Sembra la trama del celebre film "Torna a casa Lassie".
Non ci credeva nemmeno lei quando la figlia le ha detto di avere ricevuto una telefonata dal canile di Modena in cui le si diceva che il loro cane, Pirillo, si trovava presso la struttura.
Sì, perché il simpatico e vivace meticcio era scomparso da casa nell'ottobre del 2010, all'età di quattro anni. Insieme al padre Romeo si era allontanato dal terreno di un'azienda agricola nel modenese senza più fare ritorno. I due cani, forse "innamorati" di qualche cagnolina, non avevano più fatto ritorno, sembravano scomparsi nel nulla. Inutili gli appelli e le segnalazioni. Con il tempo, la famiglia si era rassegnata a non vedere più i loro amici a quattro zampe, struggendosi al pensiero del destino che poteva essere stato riservato ai due animali.
Finché, nell'agosto di quest'anno, una chiamata del Canile di Modena. I volontari si erano accorti che uno dei cani ospitati nella struttura aveva il microchip e il numero di telefono corrispondeva a quello della figlia della proprietaria, che ora abitava a Modena nell'ex casa della madre, trasferitasi a tempo pieno nell'azienda agricola di famiglia.
Per non dare alla madre false speranze, la figlia si precipita al canile, dove, con sorpresa e immensa gioia si trova davanti proprio il loro Pirillo. Il cane è potuto così fare ritorno tra le braccia della sua "mamma", che ha riconosciuto subito, tra feste e saltelli.
Se il cagnolino potesse parlare forse potrebbe raccontare dove è stato e che cosa ha fatto in questi sette anni.
Probabilmente, date le sue buone condizioni di salute e il tempo trascorso qualcuno si è preso cura di lui. Di sicuro deve ringraziare la sua "umana", che da cucciolo gli ha applicato quel microchip che gli ha permesso di tornare a casa dopo tanto tempo.
Le donne curvy piacciono, e anche molto! Le forme generose sono altamente apprezzate dagli uomini e se una amante cercano, l'85% sceglie la Curvy. I gusti delle donne, almeno il 75% delle intervistate, amano la «beard design».
Redazione 16 settembre 2017 -
Tinto Brass le bellezze formose le ha sempre esaltate e scoperte, in tutti i sensi. Da Serena Grandi a Francesca Dellera, solo per citarne alcune, sono state così ben dirette dal maestro del cinema erotico italiano, tanto da farne quasi assaporare tutte le armonie dei profumi dei personaggi interpretati dalle splendide attrici.
Le "curvy" come vengono modernamente etichettate le signore con le forme arrotondate, di fatto non sono mai cadute di moda.
Già alcuni anni fa una ricerca scientifica promossa dalla prestigiosa università britannica Westminster , aveva confermato l'ipotesi.
Le donne "burrose" sarebbero quindi sensuali, divertenti e perché no, rassicuranti, aspetti capaci di ingabbiare anche l'uomo più "difficile.
Il successo del "Burlesque" (Spettacolo di varietà costituito da canzoni, balletti, caricature, spogliarelli) e della sua musa Dita Von Teese (in copertina) ne è un'ulteriore prova, capace di guadagnarsi spazi nei palinsesti televisivi con il "bollino verde".
Secondo l'85% degli uomini le donne in carne sono le preferite per tradire il partner.
Considerate più affascinanti, più sensuali e più sexy e rassicuranti, le bellezze mediterranee hanno sbaragliato la concorrenza.
Per tradire le donne preferiscono invece la «beard design».
Questo è quanto emerge dall'ultimo sondaggio di Incontri-ExtraConiugali.com, il portale dedicato a chi cerca un'avventura, su un campione di mille uomini e mille donne di età compresa tra i 18 e i 48 anni.
Niente magre dunque ma solo tante curve.
Come mai? «Le motivazioni sono tante. In primo luogo la carica di energia che queste donne emanano risultando estremamente attraenti agli occhi degli uomini che le guardano. Una donna in carne è sinonimo di felicità e di benessere. Un seno abbondante e fianchi generosi, dunque, non rappresentano un problema, ma una risorsa per piacere agli uomini. E poi c'è anche il sorriso: le donne «tonde» non sono quasi mai tristi, sono quasi sempre positive ed allegre» risponde Alex Fantini, fondatore di Incontri-ExtraConiugali.com, il sito più sicuro dove cercare un'avventura in totale discrezione e anonimato.
E gli uomini? Secondo il medesimo sondaggio per tradire le donne non vogliono maschi con il volto liscio ma neanche quelli troppo barbuti.
Il 75% delle donne preferisce l'uomo con la barba rasata come se fosse disegnata sul viso dell'uomo.
Una barba dunque corta e ben curata, capace di dare equilibrio al viso, oppure una barba semi-folta ma scolpita che consente ai visi più rotondi di allungarsi ed avere un effetto più accattivante.
Perché le donne amano l'uomo con la barba super definita? «La cura del viso - sottolinea Alex Fantini -rende l'uomo più ordinato, ma soprattutto più affidabile nella percezione delle donne». Insomma, l'uomo con il volto ordinato dà l'idea di quello che si prende cura di sé e quindi dei suoi affetti personali, di una persona metodica che non lascia nulla al caso.
Nelle giornate tra il 12 e 15 agosto, oltre ai consueti servizi di prevenzione e repressione reati in ambito ferroviario, in previsione del consueto esodo di viaggiatori diretti in varie località in occasione del week end di ferragosto, su disposizione del Compartimento di Polizia Ferroviaria dell'Emilia Romagna, sono stati effettuati controlli straordinari in ambito con particolare riguardo ai bagagli dei viaggiatori nelle stazioni di Parma ed agli obiettivi sensibili lungo le linee ferroviarie.
Il personale impiegato ha sottoposto a controllo di polizia n.53 persone e, mediante l'uso di metal detector, ha controllato e ispezionato complessivi 72 bagagli. Anche in considerazione del fatto che tali controlli, anche se con minore intensità, vengono ormai effettuati, con cadenza quotidiana, da circa due anni, i viaggiatori presenti hanno dimostrato particolare spirito di collaborazione.
L'attività principale si è verificata nelle giornate prefestive nel corso delle quali, come previsto, si è verificato un notevole aumento di viaggiatori diretti nelle varie località turistiche
Nel corso dei servizi, particolarmente intensa si è rilevata l'attività di identificazione di persone sorprese a viaggiare da personale ferroviario sprovvisti dei prescritti titoli di viaggio.
Tra questi è stato denunciato, in stato di liberta, per rifiuto di indicazioni sull'identità personale, un cinquantenne straniero, residente in provincia di Piacenza ed in posizione regolare in relazione al soggiorno nel Territorio Nazionale, poiché, alla richiesta di un capo treno che lo aveva sorpreso senza titolo di viaggio a bordo di un convoglio diretto a Rimini, si era rifiutato di pagare il corrispettivo dovuto ed altresì, ripetutamente, di declinare le proprie generalità finalizzate alla redazione della prevista sanzione amministrativa. Il Capo Treno si è visto quindi costretto a richiedere l'intervento degli Agenti della Polizia Ferroviaria di Parma che hanno provveduto ad identificare compiutamente il soggetto ed a segnalarlo all'autorità giudiziaria per il reato descritto.
Nelle stesse giornate un giovane straniero è stato segnalato all'autorità amministrativa in quanto sorpreso in evidente stato di ebbrezza alcolica.
Nel corso delle giornate destinate ai controlli non sono stati segnalati, sia informalmente che a mezzo denunce, reati avvenuti in ambito ferroviario, sia all'interno della stazione ferroviaria che a bordo di convogli in arrivo a Parma.
(polizia ferroviaria parma)
Il viaggio che va per la maggiore? Il 68% preferisce una vacanza all'insegna dell'avventura e il 28% opta per attività estreme: a metterlo in evidenza è CougarItalia.com.
«Nella vita si arriva ad un punto in cui si ha voglia di allontanarsi dalla routine quotidiana per perdersi in un luogo all'insegna dell'avventura, un luogo dove è possibile vedere un leone appostato in attesa della sua preda, oppure più semplicemente andare al mare in una meta immersa nella natura più selvaggia, oppure ancora scegliere una destinazione in cui è possibile dedicarsi ad attività estreme» così Alex Fantini, fondatore di CougarItalia.com, il portale di riferimento delle donne mature sopra i 35 anni che prediligono la compagnia di uomini più giovani, commenta i risultati dell'ultimo sondaggio condotto dal portale da egli creato.
Scorporando i dati relativi proprio alle Cougar, il sondaggio, condotto su un campione di 2.000 coppie, ha infatti consentito di appurare che il 68% di loro ha optato od opterà per delle vacanze all'insegna dell'avventura e dell'imprevisto. Nell'ambito di questo gruppo il 28% ha dichiarato che in vacanza opterà per attività estreme.
Addio dunque alle mete romantiche per partire verso vere e proprie mete avventurose. Tra chi ha dichiarato un'interesse per le attività estreme, il 32% afferma inoltre di preferire il rafting, il 27% dichiara di voler provare l'esperienza di un volo aereo con lancio dal paracadute ed il 18% un'avventura a cavallo.
Secondo il sondaggio condotto da CougarItalia.com, il numero di "coppie Cougar" è in aumento: il 32% delle coppie risulta oggi essere costituito da una donna più grande dell'uomo.
Questo spiega la maggiore propensione all'avventura. E sì, perché è proprio questa tipologia di donna particolarmente sicura di sé, indipendente ed in carriera, a spingere verso questo tipo di scelta, sia per un weekend fuori dal comune che per una vacanza più lunga.
Niente più viaggi romantici: quest'estate 2017 vanno di moda le mete avventurose e sono in crescita le coppie dove lei è una donna Cougar. A metterlo in evidenza è proprio CougarItalia.com, il portale che promuove incontri tra donne mature e uomini più giovani.
Quest'estate l'amore va in controtendenza. Le coppie dicono addio alle mete romantiche per partire verso vere e proprie mete avventurose. Lo rivela una ricerca di CougarItalia.com, il portale di riferimento delle donne mature sopra i 35 anni che prediligono la compagnia di uomini più giovani, che evidenzia come questo tipo di coppia è in aumento nel nostro Paese.
Secondo il sondaggio, condotto da CougarItalia.com su un campione di 2.000 coppie, il 32% di loro risulta essere costituito da donne Cougar e, quindi, da uomini più giovani. Ed è proprio il fatto che il numero di "coppie Cougar" sta aumentando a determinare una maggiore propensione all'avventura. Sì, perché è proprio questa tipologia di donna particolarmente sicura di sé, indipendente ed in carriera, a spingere verso questo tipo di scelta, sia per un weekend fuori dal comune che per una vacanza più lunga.
Così, tra viaggi verso mete lontane e meraviglie da esplorare anche vicino casa per un weekend adrenalinico, l'estate diventa sinonimo di avventura.
Cougar, infatti, non vuol dire solo sesso sfrenato e divertimento, ma anche uno stile di vita legato alla capacità delle donne di sapere dominare le situazioni e di comportarsi al di fuori degli stereotipi. E gli uomini, anche per la scelta delle loro vacanze, si lasciano orientare dai desideri di queste donne d'esperienza che sanno sempre rendere il rapporto qualcosa di veramente speciale.
«Nella vita tutti arrivano ad un punto in cui si ha voglia di allontanarsi dalla routine quotidiana per perdersi in un luogo all'insegna dell'avventura, un luogo dove è possibile vedere un leone appostato in attesa della sua preda, oppure più semplicemente andare al mare in una meta immersa nella natura più selvaggia, oppure ancora scegliere una destinazione in cui è possibile dedicarsi ad attività sportive estreme o comunque inconsuete» spiega Alex Fantini, fondatore di CougarItalia.com.
Sono proprio gli sport più "avventurosi" a riscuotere più successo tra le donne Cougar ed è soprattutto il fine settimana il momento in cui loro preferiscono dedicarsi ad attività "estreme".
Scorporando i dati relativi proprio alle coppie Cougar, il sondaggio di CougarItalia.com ha infatti consentito di appurare che il 68% di loro ha optato od opterà per delle vacanze all'insegna dell'avventura, del cambiamento, dell'imprevisto. E nell'ambito di questo gruppo il 28% dichiara che in vacanza opterà per attività estreme.
Concentrandosi su chi ha dichiarato un'interesse per le attività estreme, il sondaggio ha poi consentito di stilare una graduatoria delle preferenze.
Tra le attività considerate "estreme" o comunque "fuori dalla routine", il 32% afferma di preferire il rafting, il 27% dichiara di voler provare l'esperienza di un volo aereo con lancio dal paracadute ed il 18% un'avventura a cavallo.
Un viso d'angelo dal sorriso radioso. La bellezza genuina di chi, nonostante la tv, non si è montata la testa. Benedetta Mazza, sempre pacata e sorridente, non ha perso l'umiltà della ragazzina che nel 2008, dopo Miss Parma, si è affacciata al mondo dello showbiz, arrivando tra le finaliste di Miss Italia. Attrice e conduttrice, è stata uno dei volti di Rai Gulp e Professoressa de L'eredità condotta da Carlo Conti.
Nonostante la vita lavorativa sia ricca di impegni, si presta sempre con entusiasmo per progetti che valorizzino Parma, città in cui è cresciuta e a cui è molto legata. Per noi, si è divertita a realizzare le riprese di un video in giro per la città - nella galleria a fondo pagina tutte le foto di backstage.
Ci siamo fatti raccontare un po' di più su di lei, sull'esperienza all'ultima edizione di Pechino Express, andata in onda lo scorso settembre su Rai 2 e sui suoi progetti futuri, senza farci mancare qualche consiglio di stile.
Ti abbiamo vista fra i concorrenti dell'ultima edizione di Pechino Express nella coppia delle naturali con Raffaella Modugno. Cosa ti è rimasto di quella avventura?
Io adoro viaggiare e aver avuto la possibilità di unire questa passione con il mio lavoro è stata una grande occasione. Seppure, purtroppo, la mia esperienza sia durata poco, ne sono uscita molto arricchita. A livello personale ho potuto affrontare un viaggio in cui ho messo alla prova me stessa in una situazione completamente diversa rispetto alla realtà quotidiana. Senza orari e senza la possibilità di comunicare, si perde la concezione del tempo e le giornate sono scandite da eventi inaspettati. L'esperienza in Colombia resterà sempre unica. Amo viaggiare e credo che nulla arricchisca di più le persone.
Come si fa a districarsi in un mondo complesso come quello dello show-business senza montarsi la testa?
Al di là delle piccole soddisfazioni che ho avuto, non mi sento arrivata e mantengo i piedi per terra sapendo che ho ancora tanto da fare. Dedizione, impegno, buona volontà e anche fortuna sono le uniche cose che rendono possibile la realizzazione personale. Il fatto di essermi guadagnata tutto con fatica mi fa restare a contatto con la realtà. In primis il merito è della mia famiglia. Grazie ai valori che mi sono stati dati cerco di affrontare con la giusta umiltà e perseveranza le occasioni che mi si presentano.
Come ci si sente ad essere una Fashion Icon? Hai voglia di consigliarci qualche must have di stagione da avere assolutamente nell'armadio?
Mi lusinga che il mio gusto personale possa essere di ispirazione, anche se non mi sento una fashion icon. Il mio abbigliamento rispecchia il mio stile, che rappresenta anche il mio atteggiamento. Non seguo le mode ma scelgo qualcosa che mi dia emozioni. Amo mischiare stili diversi e cercare pezzi vintage. Amo i colori ma anche un retrogusto rock sia nell'abbigliamento che negli accessori. Punto alla sobrietà mai volgare e cerco oggetti che mi facciano sentire a mio agio.
Per l'estate non possono mancare gli accessori: braccialetti e collanine dorate e colorate sono perfette con l'abbronzatura. Per quanto riguarda l'abbigliamento, nella mia valigia non mancano mai dei pantaloncini corti di denim, molto versatili, sono perfetti sia per il giorno che per la sera con un tacco alto.
Ti va di svelarci qualche progetto futuro?
Attualmente sto studiando recitazione e sono sempre in giro per l'Italia per provini legati sia al mondo della tv che del cinema. Credo che il mio cammino sia solo all'inizio e per quanto mi sia tolta già qualche piccola soddisfazione mi sto impegnando con tenacia per raggiungere i prossimi obiettivi. Vi svelerò presto le novità!
Amanda Maselli ha conosciuto suo marito Ulrik a Venezia, dove entrambi studiavano, lei architettura, lui all'Accademia di Belle Arti. Si sono ritrovati parecchi anni dopo ed è scattata la scintilla. Si sono trasferiti vicino a Copenaghen dove oggi Amanda insegna la nostra lingua ai danesi. Ma il lungo inverno della Danimarca gli ha portati anche in Sicilia, dove la coppia vive per sei mesi l'anno.
Di Manuela Fiorini
MODENA – Amanda Maselli è una persona solare, piena di vita. Ha un sorriso contagioso e colori mediterranei. Fisicamente è l'opposto di suo marito Ulrik, capello biondo e lineamenti nordici. Amanda è modenese e, nella vita, voleva fare l'architetto, Ulrik è danese e ha studiato all'Accademia di Belle Arti di Venezia. Proprio la città più romantica del mondo li ha fatti incontrare, come nella più bella delle favole. Per amore, Amanda si è trasferita in Danimarca, dove Ulrik ha un atelier in cui nascono le sue sculture, pezzi artistici unici, che ha esposto in prestigiose sedi europee ed eventi internazionali. Il cambiamento per Amanda è radicale: una nuova lingua, nuove abitudini, un clima assai diverso e più freddo, anche in estate. Lei, però, è ottimista. Impara il danese, anzi, lo impara talmente bene che il suo bilinguismo la porta a insegnare l'italiano agli stessi danesi.
Ci siamo fatti raccontare questa splendida storia dalla protagonista.
Sei originaria di Modena, ma oggi vivi in Danimarca, ci puoi raccontare il perché di questa scelta?
"Sono nata e cresciuta a Modena, ma dopo il Liceo Classico Muratori sperimentale, mi sono trasferita a Venezia per studiare Architettura. A Venezia, nell' estate del 1995, ho conosciuto Ulrik, un ragazzo danese, che studiava all'Accademia di Belle Arti. Ci siamo persi di vista per un po', ma poi, il destino ha voluto che ci ritrovassimo a condividere lo stesso appartamento proprio nei pochi mesi che mancavano alla mia laurea. In quei quattro anni di permanenza a Venezia, Ulrik aveva imparato l'italiano, così abbiamo avuto la possibilità di conoscerci meglio. Il destino, però, aveva deciso di tenerci separati ancora per un po'. Sebbene Ulrik avesse già avuto diverse soddisfazioni come scultore e alcune sue opere fossero già esposte nella Galleria Leone alla Giudecca di Venezia, alla fine degli studi sarebbe tornato in Danimarca. Io, invece, una volta laureata sono tornata a Modena, dove ho iniziato a lavorare. Durante una visita a Venezia, tuttavia, ho rivisto Ulrik e gli ho lasciato un mio biglietto da visita. Proprio quel pezzetto di carta ci ha fatto incontrare di nuovo, dopo dieci anni. Nel 2010, dopo aver chiuso una storia con una ragazza danese, lui ha trovato per caso il mio biglietto da visita. Si è ricordato delle nostre chiacchierate, di come ridevamo insieme e...mi ha telefonato. Lui si ricordava ancora bene l'italiano, a quella telefonata ne sono seguite altre. Poi Ulrik mi ha invitata in Danimarca. Quando ho incontrato il suo sguardo in aeroporto, ho sentito nascere quel sentimento indefinibile, che si chiama Amore. La cosa era reciproca, ma io aveva casa, lavoro, famiglia e amici in Italia. In più, non parlavo danese. Però, ero innamorata ed ero davvero curiosa di vivere un'esperienza all'estero. Così, mi sono buttata. Ci siamo sposati e ora viviamo in Danimarca, anche se part time".
Quali sono state le principali difficoltà che hai affrontato in un paese straniero con una lingua così diversa dalla nostra?
"All'inizio, pensavo che l'inglese potesse bastare, ma non era così. Siamo andati a vivere a Næstved, a 60 km da Copenaghen, in una cittadina circondata dai fiordi, dai boschi e dal mare. Ma la maggior parte delle persone parlavano solo danese e comunicare non era facile. Per fortuna, in Danimarca viene offerta la possibilità agli stranieri di andare a scuola gratuitamente per imparare la lingua per due anni. Così, ho cominciato a frequentare i corsi. Ero l'unica italiana e i miei compagni, di tutte le età, venivano da ogni angolo del pianeta. Mi sono anche iscritta in palestra e ho lavorato come cameriera per migliorare il mio danese, ma i rapporti sociali continuavano a essere distaccati, perché i danesi sono molto chiusi, timidi, riservati. Per fortuna Ulrik aveva degli amici che parlavano inglese. La svolta, tuttavia, è avvenuta quando, finita la scuola, il Comune mi ha proposto di insegnare italiano ai danesi. E questo, ancora oggi, è il mio lavoro. Per me le difficoltà sono state anche integrarsi, farsi degli amici e adattarsi alla diversa cultura e alle abitudini. Per esempio, per i danesi è normale andare a cena alle 18, se ti metti d'accordo per uscire a cena, ti danno appuntamento dopo tre mesi.
Parlaci dei tuoi studenti. Che cosa piace ai danesi dell'Italia?
"Non avrei mai pensato che i danesi amassero così tanto la nostra lingua e che, dopo essersi alzati all' alba e aver affrontato un giorno lavorativo, trovassero la forza di venire a lezione di italiano. La verità è che ai danesi piace l'Italia, ma soprattutto amano gli italiani. Questa per me è stata una sorpresa. Siamo così diversi da spaventarli un po', al primo impatto ma, sotto sotto amano la nostra capacità di arrangiarci, la nostra innata allegria e la voglia di vivere, il nostro calore, il nostro cibo. Non capiscono la nostra politica e i perenni problemi con la spazzatura, questo no, ma del resto non li capiamo nemmeno noi...".
Che cosa ti manca di più di Modena e dell'Italia in generale?
"Di Modena mi manca soprattutto la mia famiglia, mia sorella e i miei amici. Mi mancano gli aperitivi, i primi giorni di primavera, i luoghi conosciuti. Anche se di tanto in tanto torno a fare loro visita. Dell'Italia, ho trovato il modo di non farmi mancare nulla, perché per circa sei mesi all'anno io e Ulrik viviamo a Ortigia, in Sicilia, dove abbiamo comprato casa".
Raccontaci di questo tuo secondo "colpo di fulmine" per Ortigia.
"Avevo la sensazione che mi mancasse qualcosa. Dopo tre anni in Danimarca, dove gli inverni sono lunghi, a maggio ci sono 8°C, a fine agosto si riaccende il riscaldamento e la socialità è ridotta al minimo, sia a me che a Ulrik mancava il respiro internazionale di Venezia, confrontarsi con gli altri, conoscere gente. Così, non avendo figli ed essendo Ulrik un artista, abbiamo pensato che, in fondo, potevamo vivere dove ci pareva. Così, quando, mio marito mi ha chiesto: "Dove ti piacerebbe vivere in Italia?", il mio pensiero è corso subito alla Sicilia, dove ero stata in vacanza da studentessa. Ulrik ha cominciato a navigare su internet e, una sera, mi ha mostrato un luogo che non avevo mai visto: l'isola di Ortigia. Gli piaceva perché gli ricordava Venezia. Abbiamo iniziato a informarci e, tramite Facebook, abbiamo scoperto che una ragazza di Carpi aveva aperto lì un locale, il Moon. L'abbiamo chiamata e siamo andati là per una settimana. Era la fine di maggio, il sole batteva e illuminava i templi greci e il duomo con la sua facciata barocca, e poi lo splendido lungomare con la brezza serale e tanta, tanta gente da tutto il pianeta. È stato amore a prima vista. Un anno dopo, siamo tornati per un mese intero, insieme a una decina dei miei alunni danesi per continuare il corso di italiano proprio là, mentre Ulrik ha organizzato una mostra. Tornati in Danimarca, abbiamo messo in affitto l'appartamento e siamo tornati in Sicilia per altri quattro mesi con l'idea di comprare una casa a Ortigia. Abbiamo infine trovato una sistemazione a 50 metri dal mare, nello splendido e vivo quartiere ebraico. Ulrik si è messo d'impegno e ha costruito con le sue mani gli armadi, il letto e le decorazioni. Oggi abbiamo la residenza in Danimarca, dove viviamo per sei mesi e un giorno, per altri sei mesi, meno un giorno, invece, abitiamo in Italia. Ortigia, in realtà, è un po' un mondo a sé. Ogni giorno si viaggia per il mondo stando fermi: abbiamo conosciuto filosofi turchi, artisti inglesi e americani, pensionati svedesi e siberiani, architetti danesi, musicisti israeliani, studenti di architettura cinesi, capitani di nave di Tallinn, insegnanti di tennis russi, manager australiani, restauratori francesi, cantanti norvegesi, ambasciatori tedeschi, un melting pot incredibile! Per mio marito e per me la vita è anche questa: esperienza. In Sicilia ci ubriachiamo di stimoli e contatti, in Danimarca ci rilassiamo, progettiamo e pianifichiamo, a Modena torniamo per riabbracciare i nostri affetti."
INFO
Amanda e Ulrik in estate tornano in Danimarca e affittano la casa di Ortigia nei mesi estivi. Per visionare l'appartamento e per i contatti: abnb.me/EVmg/d1yziTh93C