Quante persone giocano d'azzardo in Italia e quanto spendono? La risposta a questi quesiti arriva da alcune ricerche effettuate dal Politecnico di Milano in tutto il nostro Paese. I risultati sono inquietanti, non solo per quanto riguarda la diffusione dei casino in Italia, ma anche riguardo alla diffusione delle problematiche correlate al gioco d'azzardo.
Quanti casino ci sono nel nostro Paese
In Italia, sul territorio nazionale, sono presenti solo 4 casinò tradizionali, nel senso che ci sono solo 4 case da gioco con i croupier e i classici tavoli verdi, dove è possibile giocare d'azzardo. Ecco, queste realtà sono in crisi e ni molti di essi lo Stato è dovuto intervenire con prestiti e finanziamenti, perché l'italiano medio non ama più andare al casinò. Il controsenso è reale ma non del tutto: ci sono sempre più persone che spendono sempre di più per il gioco d'azzardo ma i casinò sono in crisi. La motivazione è sotto gli occhi di tutti: il gioco d'azzardo oggi non si pratica più nelle tradizionali sale del casinò. Sul territorio sono infatti presenti altri tipi di sale da gioco, dove sono disponibili dei videoterminali, dai quali si accede a uno o più tavoli da gioco, o anche a giochi come le slot machine. Questo tipo di realtà sono molto diffuse in tutto il Paese, sia come vere e proprie sale da gioco, sia con alcuni videoterminali posizionati in bar, tabaccai, stazioni di benzina e così via. Del resto stiamo parlando di terminali del tutto legali e autorizzati dallo Stato.
Altri tipi di gioco d'azzardo
Dalle ricerche sull'argomento circa il 50% degli italiani giocano d'azzardo almeno una volta all'anno, spendendo in totale più di 90 miliardi di euro. Ma questi soggetti vanno tutti al casinò, o si divertono tutte con le slot machine? La risposta è no, perché una buona fetta di mercato è rappresentata dalle lotterie istantanee, da quelle meno istantanee, dal lotto, dal totocalcio e così via. Molti giocatori prediligono giochi meno complicati, come ad esempio i gratta e vinci o l'ormai classico superenalotto. Stiamo quindi parlando di un gioco d'azzardo che ha dei contorni ben diversi rispetto a quello tradizionale, anche dal punto di vista del controllo sociale. Nessuno guarda con atteggiamento ostile una persona cha acquista un gratta e vinci, anche se questo costa più di 10 euro. Mentre in molte realtà chi gioca alle macchinette tipo slot machine viene ancora stigmatizzato come un appassionato di un passatempo poco chiaro e poco "pulito".
L'avvento di internet
I casinò fisici, quelli tradizionali, sono in crisi, ma nonostante questo gli italiani spendono tantissimo in questo tipo di mercato. Lo fanno solo con le lotterie istantanee? Certo che no, un'altra voce che contribuisce a rendere positivo il bilancio del gioco d'azzardo riguarda l'offerta della rete. Dal 2009 infatti anche nel nostro Paese è possibile consentire ai cittadini di giocare d'azzardo in internet, su appositi siti, autorizzati e controllati dall'AAMS, l'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Questo ente non solo controlla le società che gestiscono i casinò, ma anche i software utilizzati, per dare la certezza ai giocatori di avere le corrette probabilità di vincita, senza essere truffati. Internet sta soppiantando altri metodi per giocare d'azzardo grazie alla sua ampia versatilità. Per giocare in rete basta avere qualche euro e una connessione, anche da smartphone poco importa. Molti siti infatti permettono di puntare anche meno di un euro, portando così anche i soggetti che un tempo non avrebbero potuto avvicinarsi alt avolo verde a riuscire a dedicare del tempo a questo passatempo, senza dovrà spendere una fortuna. Il tutto senza uscire di casa.
Gioco d'azzardo. L'Emilia-Romagna promossa dall'Osservatorio nazionale, via libera al Piano regionale da 3,7 milioni di euro: più prevenzione, assistenza e recupero dalla dipendenza, salvaguardia dei luoghi sensibili come le scuole. I fondi ripartiti ai territori
Fra le quattro Regioni il cui Piano è stato approvato integralmente dall'Osservatorio, via libera che autorizza l'utilizzo della quota del Fondo nazionale. L'assessore Venturi: "Il nostro obiettivo è favorire un approccio consapevole e critico. Vogliamo tutelare le persone più deboli e vulnerabili"
Bologna – Ancor più prevenzione, avvicinando le persone a rischio e le loro famiglie ai servizi sanitari, sostenendo progetti e iniziative con ragazzi e studenti e tutelando i luoghi sensibili come scuole e ospedali. E rafforzare la qualità dell'assistenza per i soggetti con problemi di dipendenza dalgioco d'azzardo patologico, rendendo definitivamente omogeneo, efficace e di qualità il percorso diagnostico e terapeutico. Sono solo alcuni degli obiettivi contenuti nella proposta di Piano d'azione regionale contro la ludopatia approvato dalla Giunta dopo il via libera ottenuto dall'Osservatorio nazionale per il contrasto della diffusione del gioco d'azzardo.
L'Emilia-Romagna è infatti tra le quattro regioni italiane - insieme a Friuli Venezia Giulia, Basilicata e Umbria - il cui Piano regionale contro il gioco d'azzardo è stato approvato integralmente dall'Osservatorio, ottenendo così l'autorizzazione da parte del ministero della Salute all'utilizzo della quota del Fondo per il gioco d'azzardo patologico già attribuito alla Regione: 3 milioni e 712 mila euro per il periodo 2017-2018. Le risorse serviranno in gran parte (3,6 milioni) a realizzare interventi di carattere territoriale, e per questo verranno trasferite alle Aziende Usl dell'Emilia-Romagna sulla base della popolazione residente al 1^ gennaio 2017 (in quanto titolari di competenze in tema di prevenzione e cura del Gioco d'azzardo). A livello territoriale, le risorse vengono distribuite tra le Aziende sanitarie nel seguente modo: Romagna 909.512 euro; Bologna 708.661 euro; Modena 568.092 euro; Reggio Emilia 431.065 euro; Parma 362.221 euro; Ferrara 282.605 euro; Piacenza 232.140 euro; Imola 107.915 euro. La Regione si riserva una quota residua delle risorse - 110 mila euro – per le attività di formazione dei soggetti che a vario titolo si occupano del problema.
"Si tratta di un atto fondamentale, che permetterà sia di promuovere azioni di prevenzione contro il gioco d'azzardo patologico sia di potenziare quelle di cura- spiega l'assessore alle Politiche per la salute, Sergio Venturi-. Il piano ha la finalità di tutelare le fasce più deboli e maggiormente vulnerabili. Non solo, puntiamo anche ad aumentare la consapevolezza sui fenomeni da dipendenza e a favorire un approccio consapevole e critico al gioco, con particolare riferimento al mondo della scuola e alle famiglie. Si tratta di uno strumento che oltre a confermare le azioni già adottate dalla Regione per la prevenzione, il trattamento delle persone con dipendenza, la riduzione dei rischi correlati all'uso e la riduzione del danno, mette in campo percorsi differenziati per popolazione e tipo di dipendenza. Fondamentale- chiude l'assessore- è il lavoro di rete tra le istituzioni e il territorio, che nel tempo abbiamo rafforzato e diversificato, senza mai abbassare la guardia su un problema vero, che mai va sottovalutato".
Dipendenza patologica dal gioco d'azzardo, quasi 1.400 persone seguite dai Servizi in Emilia-Romagna
Nel 2016, le persone affette da tale dipendenza patologica seguite dai Servizi per le dipendenze sono state 1.382: una attività assistenziale fortemente cresciuta se si pensa chenel 2010 i giocatori trattati erano 512. Vanno poi considerati quelli che si rivolgono direttamente ai gruppi di auto-mutuo-aiuto dei 'Giocatori anonimi' e i familiari che frequentano i gruppi 'Gamanon'. Con queste due associazioni la Regione ha sottoscritto un protocollo di collaborazione che riconosce loro il ruolo di risorsa per il sistema dei servizi di cura.
Gli interventi
Promuovere tra i cittadini, compresi gli esercenti di locali, la cultura del gioco responsabile, la conoscenza del fenomeno e dei rischi correlati alle pratiche del gioco patologico e il loro recupero sono gli obiettivi principali delle azioni che verranno realizzate a livello locale. Rientrano tra queste le azioni di avvicinamento delle persone con dipendenza da gioco d'azzardo e delle loro famiglie ai servizi sanitari, la promozione del marchio etico SlotFreeER, voluto dalla Regione per gli esercizi commerciali liberi da slot, la collaborazione con le scuole che sperimentano progetti di prevenzione, la limitazione dell'offerta di giochi d'azzardo, anche salvaguardando i luoghi sensibili quali scuole e ospedali. L'applicazione del Piano di azione regionale riguarda, per i progetti di natura regionale, l'attività di indirizzo, sostegno e coordinamento alle Ausl e ai Comuni, l'organizzazione di eventi formativi su base regionale per diversi target, l'elaborazione di strumenti di monitoraggio sui progetti locali e il collegamento con i Centri anti-usura e gli altri soggetti che si occupano di sovra indebitamento. /Ti.Ga.
Epifania e tutte le feste si porta via! Parma invece ha ancora una appendice di festa il 13 gennaio quando si celebrerà il Patrono, Sant'Ilario.
Donne alla guida? Sono una sicurezza. Statistiche sugli incidenti e osservazioni degli psicologi del traffico sfatano il detto "donne al volante, pericolo costante". A parità d'incidenti, in base ai chilometri percorsi, quelli causati dagli uomini sono più gravi.
Il vecchio adagio "donna al volante pericolo costante" è da tempo un falso mito già soppiantato dalle statistiche sulle strade di mezzo mondo. Perchè quello che veniva chiamato "gentil sesso" rappresenterebbe una sicurezza alla guida più degli uomini, secondo i dati rivenienti dagli incidenti, ma anche dalle osservazioni degli psicologi del traffico.
A tal proposito, lo "Sportello dei Diritti" ritiene molto interessante quanto riportato dall'Ufficio prevenzione e infortuni (Upi) svizzero, il centro elvetico che ha mandato federale per la prevenzione degli infortuni al servizio della popolazione, secondo cui le donne al volante sarebbero più disciplinate e si assumerebbero meno rischi rispetto agli uomini, e ciò benché abbiamo meno esperienza. Rispetto agli uomini, rileva in particolare la psicologa Uwe Ewert dell'Upi, le donne non amano la velocità e sono meno spesso sotto l'influenza dell'alcool. Questi due fattori di rischio distinguono chiaramente, a dire degli esperti, i due sessi quando sono al volante.
Il numero di incidenti è più o meno uguale quando vengono messi in relazione ai chilometri percorsi, con però una differenza fondamentale. «Gli incidenti causati dagli uomini risultano molto più gravi rispetto a quelli provocati da donne», evidenza la Ewert. La possibilità di ferirsi gravemente o di morire è nettamente più alta tra gli esponenti del sesso "forte". Le donne guidano molto di meno sulle autostrade, dove il rischio di incidenti è più basso. Mentre causano numerosi incidenti agli incroci.
Da un punto di vista statistico, gli uomini sono due volte più numerosi rispetto alle donne ad essere coinvolti in incidenti gravi, secondo un'analisi dell'Upi. In Svizzera, nel 2016, si sono registrati 2600 uomini coinvolti in incidenti gravi rispetto a 1400 donne. Gli incidenti gravi causati da donne sono dovuti in buona parte al non rispetto della precedenza: sono due volte più frequenti degli incidenti causati da disattenzione o eccessiva velocità, e otto più elevati rispetto agli incidenti provocati dall'alcool. Tra gli uomini, il mancato rispetto della precedenza è la causa principale di incidenti, ma tale dato è solo due volte più elevato rispetto alla disattenzione, la velocità o l'alcool che per Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti", si confermano le cause principali di sinistri stradali sulle strade europee e per le quali è corretto l'incremento di misure dei governi tesi sanzionare i comportamenti che mettono a repentaglio la sicurezza e l'incolumità dei cittadini.
di Guido Zaccarelli 23 dicembre 2017 - Il bullo è una figura carismatica che illumina gli angoli anche più remoti di ogni paese o città. Lo puoi trovare in ogni luogo e in ogni momento attorniato da persone che ne esaltano le qualità, oppure essere al centro di una contesa irridente per i comportamenti assunti e gli atteggiamenti messi in atto nella quotidianità.
È il riferimento positivo per alcuni, da cui trarre esempio, e negativo per altri, da cui tenersi "alla larga", per non essere inclusi nella stretta cerchia dell'amicizia.
Un personaggio, quello del bullo, che si colloca tra l'eroe del momento che riesce a compiere gesta impossibili e il tesoro di casa perché dotato di uno spirito buono e avvolto dall'aria di bravo ragazzo. "un bell'eroe, l'eroe del giorno". Un mito accomunato agli Dei quale frutto dell'amore tra una divinità e una creatura mortale alla perenne ricerca dell'attenzione, e un debole da ricondurre a stili di vita e comportamenti sociali condivisi. Un artista che esprime il desiderio della gloria soffocato dall'IO incapace di dare un senso compiuto alla sua esistenza.
Anche l'etimologia aiuta a descrivere con un'ampia accezione positiva il bullo, boel, che in olandese significa fratello. Il tempo ha cambiato il senso originale del termine riconducendo il bullo ad assumere una accezione negativa, un eroe, da cui tenersi "alla larga".
L'evoluzione dei tempi ha aggravato la sua posizione sociale soprattutto innanzi alla spavalda presenza della tecnologia capace di nascondere nell'intimo del bit le emozioni e i sentimenti di chi subisce l'ingerenza del bullo digitale.
Nel mondo analogico il bullo prendeva di mira il malcapitato e esprimeva in bella vista l'immagine del bellimbusto con azioni dirette o condivise con alcuni amici di quartiere. In paese, tutti sapevano e vedevano. Il dito era il gesto che accomunava la comunità per indicare il bullo, spesso apostrofato nel linguaggio corrente del dialetto locale, che completava l'identità del personaggio, conferendogli una etichetta indelebile per tutta la vita. Sapevano chi era e come si muoveva. Molti in quel mondo hanno sicuramente subito la sua influenza mettendo a dura prova la propria serenità. La presenza della famiglia e il grado di relazione esistente con i figli hanno contribuito, in molti casi, a superare le difficoltà e il disagio del momento e accedere ad una via di fuga, per non rimanere imbrigliati nella sua stretta morsa. La famiglia il punto da cui partire.
Nel mondo digitale tutto cambia. La tecnologia mette a disposizione delle persone una scatola nera che contiene il DNA di ogni singolo individuo. I dati e le informazioni raggiungono le profondità marine dei bit fino a sprofondare nelle tenebre lontane dalla luce del giorno, dove tutti sanno e conoscono. Il bullo si muove nelle ramificazioni sotterranee e invisibili delle connessioni digitali che mettono in contatto le scatole nere di ogni individuo. Approfitta della debolezza altrui e in modo lucido sferra l'attacco, attraendo l'intima curiosità di altri individui disposti a prestare il fianco in forma anonima, dietro la maschera dei bit.
Tutto quello che poteva rimanere confinato all'interno di una comunità analogica, che vedeva, sapeva e poteva intervenire, ora è confinato all'interno di una comunità digitale che promuove nell'ombra, e senza controllo, le attività del bullo. La tecnologia da sola non è in grado di arginare il bellimbusto e confinarlo in un territorio oltre confine.
Serve la presenza forte della famiglia in grado di mantenere un dialogo aperto e costruttivo tra gli stessi membri, evitando di comunicare al proprio interno, con la tecnologia. Serve riconquistare il dialogo scuola – famiglia per godere della stima e della fiducia reciproca e avviare piani di comunicazione orizzontali orientati alla crescita del benessere personale, sociale e culturale.
Il dialogo scuola – famiglia è un faro a cui puntare per ricondurre il bullo alla etimologia iniziale di bravo ragazzo e di eroe per la vita. Non è facile arginare il comportamento dell'eroe digitale quando si muove nell'ombra della caverna di Platone e appare in tutta la sua evidenza il contrasto tra il sole e le tenebre, che s'incontrano camminando nei cunicoli sotterranei della grotta privi di luce. Innanzi alla possibilità di illuminare passaggi interrati e riportare il bullo alla luce della comunità, il legislatore ha ravvisato la necessità d'intervenire con una legge per contrastare i comportamenti messi in atto dal bullo, e i fenomeni da essi derivati, con azioni preventive unite a piani educativi integrati a tutela nei confronti, dei minori.
La Senatrice Elena Ferrara è stata la prima firmataria della Legge 29 maggio 2017, n. 71: disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione ed il contrasto del fenomeno del cyberbullismo che agisce sul versante della scuola e del trattamento dei dati coinvolgendo i gestori dei siti web.
Il bullo e il fenomeno ad esso associato, il bullismo, diventato cyber-bullismo, per la sua esistenza a contatto con il mondo digitale del bit, può trovare una risposta chiara e precisa solo agendo sul recupero della fiducia, della stima e del dialogo tra genitori e figli, aperto alla capacità di ascolto e di intesa con tutte le istituzioni, intente ad elevare fronti comuni per osteggiare l'avanzata di episodi che ledono l'immagine, la serenità e la vita individuale e sociale di molte persone e, spesso, di un intero paese. Serve riconquistare il dialogo famiglia¬ – scuola – istituzioni per accerchiare e isolare il bullo e il bullismo, come fenomeno di massa in continua evoluzione, al quale è necessario rispondere con fermezza cercando tutti di volgere lo sguardo oltre la nostra personale linea di confine che separa la luce dall'oscurità perché «l'essenziale è invisibile agli occhi.»
Campionato Regionale di arco storico. Il foulard della Contrada parmense donato, durante il pranzo annuale, alla Maestà.
Domenica 3 Dicembre una rappresentanza di Porta S. Francesco (unica presenza cittadina) ha partecipato al pranzo conclusivo del Campionato di Tiro con l'Arco per la stagione 2017; il convivio in abito medievale si è svolto presso l'ampia ed accogliente sede del Circolo Arci Maestà della Battaglia a Quattro Castella (RE).
Il "Campionato Emilia Romagna di Tiro con l'Arco Storico" è un circuito di gare che coinvolge gli arcieri appartenenti a compagnie ed associazioni di tutta la Regione. E' strutturato in una serie di tornei che si svolgono da Marzo ad Ottobre, in location sempre diverse, i partecipanti gareggiano singolarmente guadagnando punti in funzione del piazzamento di ogni singola gara. Questi punti vanno poi a comporre la classifica finale; infatti proprio Domenica scorsa sono state assegnate le premiazioni per i primi posti di ogni categoria.
Le categorie ammesse sono 3: arco storico, foggia storica e tradizionale. Maschile, femminile e paggi (ragazzi dai 14 ai 18 anni).
Gli amici della Maestà della Battaglia, oltre ad annoverare tra le proprie fila celebri musici, sbandieratori (abbinati alla nostra Porta per accompagnarci nei cortei del Palio di Parma) e costumanti, sono tra gli arcieri più presenti e propositivi: durante il 2017 hanno organizzato ben 3 gare del circuito emiliano, condividendo la passione per la Rievocazione Storica.
"Per rinnovare questa amicizia che ci lega da anni - sottolinea il presidente Fabio Bernazzoli - abbiamo deciso di consegnare ufficialmente il nostro nuovo foulard, con il Lupo rampante ed i colori sociali, proprio al sodalizio castellese."
L'associazione S. Francesco ripropone uno spaccato della società parmense del primo '300 attraverso i personaggi che popolavano la contrada che fu "Porta San Francesco": il Priore, il Capitano, gentili donzelle, potenti marchesi, uomini d'arme ed abili arcieri per l'appunto, intraprendenti mercanti, popolane e religiosi. Vengono, infatti, presentate con passione e nel rispetto delle fonti documentali le frequentazioni della Porta quale luogo di scambi commerciali quotidiani, di insoliti passaggi e relazioni fra varia umanità. Proprio per questo ci contraddistingue la voglia di far festa e di contagiare il pubblico con una sana allegria attraverso la ricostruzione dell'abbigliamento e degli usi medioevali.
"Assieme all'intrattenimento, a volte giocoso altre emozionante, - prosegue Bernazzoli - mettiamo in scena la nostra peculiarità di divulgazione storica e rivisitazione degli avvenimenti legati ai feudi ed alla nobiltà dell'epoca."
Le attività dell'Associazione, che è attiva tutto l'anno, sono in modo specifico l'addestramento al tiro con l'arco, i corsi ludico-sportivi di bandiera, gli eventi benefici e i momenti di aggregazione tra i soci che sono sempre pronti ad accogliere nuovi contradaioli, soprattutto ragazzini e giovani, purché ci sia la volontà di impegnarsi seriamente per il proprio territorio.
"Cerchiamo infatti di facilitare l'ingresso di nuove leve - conclude il presidente - nella contrada fornendo in prestito l'abito storico gratuitamente. Per tutte le informazioni del caso e per sostenerci www.portasanfrancesco.org " .
Nell'immagine sul palco:
partendo da sinistra Maurizio Barotti vice pres. Porta S. Francesco, (al centro con il foulard) Mauro Grasselli vice pres. Maestà della Battaglia, (a destra con il microfono) Fabio Bernazzoli pres. P. S. Francesco.
Nell'altra immagine a fondo articolo: un momento di intrattenimento e spettacolo della Maestà durante il pranzo.
Scommesse e gioco d'azzardo. Se ne parla sempre più negli ultimi tempi perché, è sotto gli occhi di tutti gli italiani, il fenomeno è in costante crescita e lo dicono anche le statistiche: negli ultimi tre anni, l'industria del "gambling" è costantemente cresciuta in tutte le regioni del nostro paese con la tipica eccezione che conferma la regola rappresentata dal virtuoso Piemonte.
Il dibattito sulle possibili forme di regolamentazione è di strettissima attualità visto che Governo ed enti locali stanno varando delle misure restrittive in fatto di orari di apertura, numeri di postazioni da gioco e divieti di apertura in prossimità di vari luoghi sensibili.
E non mancano mai neppure le polemiche sulle presunte mani della criminalità organizzata sul business.
I fatti di cronaca nel corso degli anni hanno evidentemente accertato tali infiltrazioni ma al tempo stesso, non si può certo dire che anche gli altri settori industriali e commerciali del nostro paese (e non solo...) siano purtroppo immuni dal virus delle mafie.
Il gioco, soprattutto quando diventa patologico, purtroppo spesso porta anche a problemi di usura e questo è un altro aspetto su cui le istituzioni stanno cercando di intervenire per aiutare le vittime con strumenti sempre più incisivi nello sradicare questo malcostume.
Spesso comunque si fa anche confusione e si mette nello stesso calderone ogni tipo di gioco e si considera azzardo erroneamente ogni attività ludica in cui sia in palio una posta in denaro.
In realtà un gioco per essere veramente d'azzardo non dovrebbe dipendere dalle decisioni prese dal giocatore ma esclusivamente dalla sorte. Se giocassimo a soldi ad esempio tirando una moneta e puntando su testa o croce staremmo parlando di gioco d'azzardo puro. Tale definizione è stata data anche in ambito legislativo con l'articolo 721 del Codice Penale che recita "sono giuochi di azzardo quelli nei quali ricorre il fine di lucro e la vincita o la perdita è interamente o quasi interamente aleatoria".
Diventano così di più difficile definizioni giochi come il poker, soprattutto quello hold'em ed organizzato a tornei oppure chi gioca a BlackJack Online con le tante statistiche capaci di indirizzare l'esito vincente di una o più mani.
In realtà però la normativa vigente non fa molte differenze da questo punto di vista e non fa distinzione quando comunque una componente di fortuna, più o meno maggioritaria, è presente dove al tempo stesso, c'è una somma di denaro da vincere.
Quello che comunque più sorprende è che, nonostante le possibilità di giocare d'azzardo e scommettere siano di facile accesso sia nel mondo reale che in quello virtuale di Internet tramite qualsiasi dispositivo portatile e fisso, abbia ancora una certa diffusione il gioco clandestino controllato completamente da organizzazioni criminali.
Scommesse su corse ugualmente illegali di cavalli o cani, combattimenti non regolamentati e vari altri tipi di attività tutt'altro che lecite, sembrano ancora convivere con il gioco legalizzato.
Di certo i numeri sono drasticamente diminuiti del giro d'affari ma ci si augurava che la possibilità di giocare "pulito" facesse scomparire un fenomeno ancor più grave.
Stevenson scrisse l'ultimo dei Moicani, io vi segnalo l'ultimo dei "librai" C'erano una volta... Carlo Tonini, Barbieri Renzo... i suoi predecessori e antenati.
Carlo Tonini libraio editore con la sigla CARROCCIO, Renzo barbieri, contitolare alla libreria estense, ecc. era il libraio.
Giancarlo Barbieri è da oltre un anno il "libraio" di Corso Duomo, "Libreria Sagittario" ti assiste nelle richieste impossibili, con la memoria o con il suo strumento, IL COMPUTER, Ma il grande pregio di Giancarlo è che sa dove trovare i libri d'occasione, viaggia si reca sul posto da vari "distributori" alla ricerca del libro perduto, e trova per noi innumerevoli occasioni di libri recenti o del recente passato, libri fuori catalogo, esauriti dallo stesso editore e presente in Corso Duomo.
E' un conoscitore e un coraggioso quando trova dallo stesso editore titoli di "suo" interesse cerca di acquistare le ultime copie, che siano poche unità o alcune centinaia. LIBRAI CORAGGIOSI!
La figlia è la sua spalla, esperta di libri per i più piccoli e ottima conduttrice quando Giancarlo è assente. Per fortuna che Giulia c'è!
Negli ultimi anni molte librerie storiche hanno chiuso la saracinesca. Ultima, per ordine di tempo, la chiusura, nel giugno scorso e dopo quasi sessant'anni di attività, della storica libreria "Muratori" capitanata da Franco Rossi. Qualche anno prima l'antica Libreria Vincenzi 1796 sotto il portico del collegio, Borelli, Panini.
Ci dice Barbieri: "Sono stato contagiato da piccolo dalla passione per i libri. Le stanze della mia casa natale in via Torre a Modena erano piene di libri, così l'amore per la lettura e le storie si è sviluppata naturalmente e ben presto ho deciso di fare dei libri la mia professione".
"Quello dei libri a Modena è un mondo ricco e articolato che ha subito, negli ultimi anni, un drastico mutamento. La crisi ha sicuramente colpito il mondo editoria e spesso si dice che nel nostro Paese i lettori sono pochi e in fase calante. La mia testimonianza, tuttavia, non corrisponde però ai soliti luoghi comuni. Sono sempre a contatto con persone che amano leggere. Nella SAGITTARIO, e credo sia questo il segreto, punto sull'unicità e su una forte identità del libro che non è solo quella commerciale. Investo soprattutto su libri particolari, rari e introvabili, stampe e libri antichi che scovo nei magazzini editoriali".
"Cosa cerca la gente quando entra in una libreria? ci fai un ritratto delle "categorie", se così possiamo chiamarle, di clienti/lettori?"
I modenesi amano leggere saggi e romanzi, sia classici che contemporanei. Vanno per la maggiore i libri di Oriana Fallaci, Vittorio Sgarbi e Philip Daverio. Se parliamo di under 30, funzionano molto i romanzi fantasy moderni.
Le signore meno giovani amano leggere i romanzi in genere o preziosi libri d'arte, mentre numerosi sono gli intenditori d'arte alla ricerca di libri in edizioni rare e di pregio.
Si è svolta ieri mattina presso l'aula Magna del Liceo Classico e Linguistico Muratori il convegno/dibattito, con la proiezione di due docufilm del regista, giornalista e scrittore Luca Pagliari, sul tema del cyberbullismo.
Scopo della campagna itinerante "#cuoriconnessi", promossa dalla Polizia di Stato in collaborazione con Unieuro, è quello di sensibilizzare i giovani sul fenomeno del cyberbullismo e di prevenirlo.
Gli oltre 220 studenti delle scuole secondarie di 2° grado, che hanno partecipato attivamente all'iniziativa, sono rimasti coinvolti dai racconti di vita di Luca Pagliari, che con un linguaggio semplice, giovane e diretto ha cercato, soprattutto, di responsabilizzare i giovani sulle conseguenze di azioni e parole.
Il messaggio è rivolto non solo ai cyberbulli e alle loro vittime, ma anche a tutti coloro che "fanno finta di non vedere" e che "non tendono una mano verso i più deboli".
Personale della Polizia Postale e delle Comunicazioni ha poi fornito utili consigli per un uso consapevole e responsabile delle tecnologie e importanti informazioni sui rischi che nasconde il web: messaggi, immagini e video, infatti, una volta caricati in Rete si diffondono senza nessun controllo con il rischio di drammatiche conseguenze.
Presenti all'iniziativa anche una rappresentanza di Bikers Against Child Abuse (B.A.C.A.), una organizzazione di motociclisti che portano sostegno ai minori vittime di abusi, di cui fa parte lo stesso Luca Pagliari.
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Arriva a Modena il progetto educativo itinerante contro il cyberbullismo promosso da Polizia di Stato e Unieuro
Il docufilm #cuoriconnessi a sostegno della campagna di sensibilizzazione fa tappa all'Aula Magna del Liceo "Muratori" di Modena
Approda a Modena il 1 ° dicembre 2017 la campagna teatrale di sensibilizzazione sul delicato tema del cyberbullismo. La Polizia di Stato scende in campo insieme a Unieuro, con l'obiettivo di sensibilizzare bambini, adolescenti, ragazzi e famiglie, sui rischi e pericoli di un uso distorto della rete internet.
all'Aula Magna del Liceo "Muratori"
Sarano presenti presso l'Aula Magna del Liceo Classico e Linguistico Muratori circa 250 studenti degli Istituti scolastici di Modena ai quali l'autore, Luca Pagliari, farà capire l'importanza delle parole in tutte le sue sfumature attraverso filmati e testimonianze dirette.
L'iniziativa vuole fornire ai giovani internauti consigli utili per un uso consapevole e responsabile della tecnologia, dagli smartphone, ai pc, ai tablet, per far comprendere le conseguenze che questo fenomeno può generare nella vita di un ragazzo: i messaggi, le immagini e i video caricati in rete oggi si diffondono in maniera incontrollata e restano presenti nel web per sempre, creando problematiche che in alcuni casi possono avere anche conseguenze drammatiche.
Il progetto vuole infatti sia informare, sia dare gli strumenti per prevenire episodi di cyberbullismo, attraverso un'opera di responsabilizzazione in merito all'uso della "parola".
La campagna, che prevede la proiezione del docufilm #cuoriconnessi e le testimonianze di persone direttamente toccate da azioni di cyberbullismo, farà tappa, dopo Milano e Genova, Reggio Calabria, Scalea, Brescia, Torino, Collegno, Cremona, anche nei teatri e nelle scuole di Mestre, Padova, Modena, Senigallia, Parma, Rovigo e Roma.
L'iniziativa non lancia accuse, ma vuole offrire uno spunto di riflessione per avviare importanti considerazioni sul peso delle parole, sul loro valore e sulla loro potenza, ma anche sulle responsabilità degli adulti.
"Felicissimo e onorato di ospitare una delle tappe della campagna itinerante #cuoriconnessi - dichiara il Questore di Modena Filippo Santarelli - una iniziativa di sensibilizzazione e prevenzione che vede la Polizia di Stato sempre più vicina alla gente e, soprattutto, alle esigenze delle giovani generazioni. Una campagna che toccando la sensibilità di ciascuno stimola ad una riflessione profonda sul tema del cyber-bullismo e sulle sue tragiche conseguenze, promuovendo nel contempo lo sviluppo della cultura della legalità in Rete".
"L'iniziativa rappresenta per la Polizia di Stato un ulteriore spunto di osservazione ed analisi per svolgere al meglio la fondamentale attività di prevenzione a cui è deputata."- segnala Geo Ceccaroli, Primo Dirigente della Polizia di Stato "Infatti, il dialogo con i giovani consente di comprendere le origini dei loro disagi e delle loro preoccupazioni per adottare gli accorgimenti volti ad educarli ad un approccio più responsabile e consapevole verso gli strumenti informatici, dal cui uso distorto scaturiscono gravi comportamenti antisociali ed in particolare il fenomeno del cyberbullismo."
"Si tratta di un fenomeno terribile" afferma Giancarlo Nicosanti Monterastelli, Amministratore Delegato di Unieuro. "È inaccettabile che il web, utilizzato con superficialità, possa provocare traumi. Per noi era impossibile rimanere indifferenti: siamo un'azienda che vende tecnologia e ci siamo sentiti in dovere di sostenere una campagna che sensibilizza i ragazzi a un utilizzo responsabile dei dispositivi elettronici quali computer, smartphone e tablet. Il progetto, partito nel 2016, ha già incontrato migliaia di studenti in moltissime città d'Italia e riprende con questa importante tappa milanese, con l'intento di incontrarne altrettanti nel corso del nuovo anno scolastico".
"La campagna di sensibilizzazione di Unieuro, oltre al tour #cuoriconnessi, prevede una formazione specifica rivolta al personale sul punto vendita. Un'azienda è fatta innanzitutto di persone – dichiara Marco Titi, Direttore marketing di Unieuro – per questo anche i nostri 480 negozi sono stati coinvolti grazie a una campagna informativa rivolta ai nostri clienti. Il progetto rispecchia perfettamente il cuore pulsante, simbolo distintivo non solo del nostro logo ma anche dei valori della nostra azienda, primo fra tutti la vicinanza al cliente. Nei nostri punti vendita presenti in tutta Italia vendiamo quotidianamente quei device che fanno sempre più parte del quotidiano dei ragazzi e che possono "abilitare" i comportamenti di cyberbullismo che vogliamo contrastare: vogliamo coinvolgere più piazze possibile, sempre con il supporto prezioso della Polizia di Stato che ci sta affiancando in ogni passaggio."
Di seguito un prospetto riassuntivo dei dati dal 1° gennaio al 30 settembre 2017
Per vedere il trailer di #cuoriconnessi:
Purses&I è attualmente uno dei 10 personal style blog più seguiti in Italia, molto apprezzato per la qualità delle immagini e la cura dei contenuti. La sua autrice è Laura Comolli, fra le tre importanti influencer scelte dal marchio Coccinelle come icona di stile.
Una blogger fuori dagli schemi e dagli stereotipi che ieri sera è stata ospite d'eccezione presso lo store di Parma. Fra scatti e dirette live sui social ha condiviso con tutti i suoi followers - oltre 320 mila solo su instagram - l'evento esclusivo #CoccinelleLovesParma.
Numerosi gli invitati al restyling dello store che hanno potuto ammirare borse e accessori del noto brand, ma anche scattarsi selfie ricordo con foto stampata sul momento e avere in omaggio deliziosi portachiavi in pelle personalizzati a mano per l'occasione.
Durante la giornata Laura è stata inoltre protagonista di uno shooting fotografico in giro per la nostra città.
Qui sotto le foto della serata!
WhatsApp: il nuovo aggiornamento consente di registrare messaggi vocali senza il dito. Basta un tocco verso l'alto e si potrà parlare senza tenere premuta l'icona del microfono.
29 novembre 2017
Gli sviluppatori di WhatsApp, la celebre e diffusissima applicazione di messaggeria istantanea, lanciano una novità per gli amanti dei messaggi vocali. Con il nuovo aggiornamento basterà tenere premuto qualche secondo all'inizio e poi con un tocco verso l'alto si bloccherà la registrazione.
Sarà così possibile registrare messaggi audio senza tenere premuto il dito sull'icona del microfono.
In molti gioiranno per questa vera e propria rivoluzione dell'App di messaggistica, altri si staranno già mettendo le mani nei capelli. Anche su Twitter gli utenti si sono divisi. C'è chi esulta perché, grazie all'aggiornamento, "finisce l'era dei mille messaggi di 9 secondi", ma c'è anche chi commenta ironicamente: "È un piccolo passo per l'uomo e un grande passo per la logorrea". La novità non ha alcuni paletti, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti": per avere ripensamenti si avranno, anche per i messaggi vocali, a disposizione i 7 minuti per cancellarli. La procedura per rimuoverli è sempre la stessa, si selezionano e si cancellano tramite l'icona del cestino.
di LGC 25 novembre 2017 - Si moltiplicano, in ogni comune, le iniziative per sensibilizzare l'opinione pubblica su questo atroce delitto che le statistiche nazionali contano in 114 femminicidi da inizio anno. Di fatto un assassinio ogni 3 giorni che ha come vittima la donna. Nella stragrande maggioranza dei casi a compiere il delitto sono le persone che erano state amate e dalle quali tutto si potevano aspettare tranne che l'amore si potesse trasformare in odio mortale.
Origine della giornata
La giornata mondiale dedicata al contrasto alla violenza sulle donne è stata istituita dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite (con la risoluzione numero 54/134 del 17 dicembre del 1999). L'intento dell'Onu era quello di sensibilizzare le persone rispetto a questo argomento e dare supporto alle vittime. Così, ogni anno, a partire dal 2000, in tutto il mondo, a partire dai governi e via via sempre più giù sino a giungere ai comuni e alle associazioni e enti non governativi, si pianificano manifestazioni e iniziative per ricordare chi ha subito e subisce violenze.
Il 25 novembre è stato scelto in ricordo dell'uccisione delle sorelle Mirabal, avvenuta nel 1960 a Santo Domingo perché si opponevano alla dittatura del regime di Rafael Leónidas Trujillo. Da quel momento in poi, il 25 novembre è stato riconosciuto come la data per ricordare e denunciare il maltrattamento fisico e psicologico su donne e bambine.
Non solo femminicidio
Infatti, se statisticamente si contano una media di oltre 2 femminicidi a settimana, sono ben 1 su 3 le donne aggredite dal partner (l'allarme sta coinvolgendo anche le bambine), e nel mondo ben 200 milioni hanno subito mutilazioni genitali.
Una giornata dedicata all'argomento non è sufficiente. Il problema è radicato nella nostra società e le manifestazioni, mostre, cortei, sit-in, convegni e installazioni (Scarpette rosse ad esempio) per ricordare le vittime e per affrontare il tema della violenza di genere potrebbero restare elementi "folkloristici" autoreferenziali, se non si interviene con programmi seri, profondi e efficaci, a partire dall'educazione infantile.
Qualcosa però si sta muovendo a livello istituzionale.
E di 48 ore fa la notizia che è stato dato il via libera a Roma al primo Piano strategico nazionale (2017-2020) sulla violenza alle donne e alle Linee guida nazionali per le aziende sanitarie e ospedaliere in tema di soccorso alle donne.
La Conferenza delle Regioni e delle Province autonome ha dato infatti parere favorevole al progetto che mette in campo azioni concrete per sostenere le donne, contrastare la violenza di genere e favorire percorsi di piena autonomia.
Un risultato che la Regione Emilia-Romagna commenta con soddisfazione, attraverso le parole dell'assessora alle Pari opportunità, Emma Petitti, presente a Roma anche in qualità di componente della Cabina di regia nazionale per il contrasto alla violenza di genere, guidata dalla sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio, Maria Elena Boschi.
"Oggi abbiamo aggiunto un altro tassello importante nel contrasto alla violenza di genere – sottolinea l'assessora-. La Regione Emilia-Romagna ha fatto la propria parte e siamo orgogliosi di aver contribuito a questo passaggio. Determinante è stato il lavoro di rete tra istituzioni, enti pubblici, associazioni di volontariato, servizi sociali e sanitari. Con questo Piano non solo viene data risposta all'emergenza e offerto sostegno alle donne vittime di violenze, ma si punta soprattutto alla prevenzione. Sono certa- aggiunge Petitti, che questo importante lavoro continuerà a portare frutti, soprattutto ora che il Piano antiviolenza avrà piena operatività. Adesso- chiude l'assessora- dobbiamo impegnarci per raggiunge un altro obiettivo fondamentale: cambiare l'approccio culturale, scommettendo soprattutto sui giovani, affinché si facciano portatori del cambiamento".
La stessa sottosegretaria Boschi ha sottolineato l'importanza del lavoro svolto e ringraziato la Cabina di regia per l'intesa raggiunta anche sulle Linee guida nazionali alle Aziende sanitarie in tema di soccorso alle donne che subiscono violenza.
Cosa prevede il Piano
Il piano antiviolenza articola una serie di proposte per superare le discriminazioni e le violenze di genere in tutti gli ambiti in cui avvengono, a partire dal mondo del lavoro, ma anche nel linguaggio o nell'istruzione, fino ad arrivare a settori come la salute.
Tra le azioni previste, figurano: reddito di autodeterminazione per le donne che decidono di uscire dalla violenza; nessun obbligo di denuncia nei Pronto soccorso senza il consenso della donna; più fondi per i centri antiviolenza; garanzia d'indipendenza e laicità dei centri; politiche per la genitorialità condivisa, come l'estensione dei congedi di paternità a tutte le tipologie contrattuali, non solo nel lavoro subordinato e non solo in presenza di un contratto di lavoro; investimenti sulla formazione e su percorsi di educazione nelle scuole e nelle università che superino gli stereotipi di genere; specifica formazione nel mondo del giornalismo e dell'informazione per usare una terminologia appropriata quando si affrontano queste tematiche; finanziamenti ai consultori per garantire l'accesso alla contraccezione, all'informazione e alla prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili; apertura delle case pubbliche della maternità per evitare la violenza ostetrica durante il parto; riconoscimento della protezione internazionale per le donne di origine straniera che si sottraggono alla violenza, come ad esempio la tratta degli esseri umani; istituzione di banche dati sulle molestie nei posti di lavoro, sulle differenze di retribuzione salariale e sull'applicazione della legge 194/78 che regolamenta l'interruzione volontaria di gravidanza.
(Foto di copertina di Francesca Bocchia)
Novità importante tra le modifiche da pochissimo pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana per la legge regionale dell'Emilia Romagna sul "contrasto, la prevenzione, la riduzione del rischio della dipendenza dal gioco d'azzardo patologico, nonché delle problematiche e delle patologie correlate."
Ha già fatto discutere molto infatti il divieto ai minori di utilizzare slot o altri tipi di macchine da gioco che distribuivano ticket. In pratica invece di premi in denaro e quindi vietati per legge a tutti coloro sotto i 18 anni di età, sono state inventate delle apparecchiature che fino ad oggi potevano essere utilizzati anche dai minorenni che come vincita davano dei ticket. Vinti in un certo numero, potevano poi essere consegnati al gestore della sala giochi e ricevere un premio più o meno grande a seconda dei ticket consegnati.
Secondo tanti, le macchine da gioco con "ticket redemption" erano le sorelle minori delle slot machine con vincita in denaro e dunque propedeutiche per i minori ad essere conquistati dalla febbre del gioco. La questione minori e gioco d'azzardo è uno tra gli aspetti più importanti per prevenire la ludopatia ed il gioco d'azzardo patologico.
Moltissima dell'attività di prevenzione viene per questo fatta nelle scuole e nelle università ma spesso si minimizzano alcuni giochi d'azzardo che vengono spesso comprati dai genitori stessi per farli giocare. Il riferimento in particolare è ai gratta e vinci, il gioco con cui vengono per primi a contatto la maggior parte dei minori italiani.
E poi ovviamente c'è Internet dove i siti specializzati ci bombardano con ogni tipo di codice bonus per invogliarci a cominciare a giocare ma dove vige ugualmente il divieto assoluto di partecipazione al gioco d'azzardo e alle scommesse per i minori. I genitori dunque, soprattutto se anche loro sono giocatori, devono con attenzione monitorare i device in casa collegati ad Internet e predisporre i dispositivi ad essere utilizzati solo con l'immissione di una password per evitare che i loro figli minorenni possano incautamente iniziare a giocare.
Anche il mondo dei videogiochi "tradizionali" è stato al centro di alcune polemiche con alcuni paesi europei che hanno iniziato a prendere in seria considerazione che i potenziamenti per giochi di corse o combattimento tramite un sistema casuale stile slot machine, previo pagamento nella valuta del gioco, possa venire considerato ugualmente gioco d'azzardo.
Dunque la decisione della regione Emilia Romagna indubbiamente farà discutere ancora a lungo ma senza ipocrisie sottolinea come alcuni dispositivi siano stati appositamente creati per sviare la normativa ma al tempo stesso avevano pessime ripercussioni sui minori.
In tutta Italia attualmente si stanno prendendo provvedimenti da parte degli entri locali per regolamentare in modo più restrittivo il gioco d'azzardo e le scommesse.
Le polemiche non mancano dappertutto, da una metropoli come Napoli ad un piccolo paese come Appignano in provincia di Macerata in merito ai nuovi orari di apertura e chiusura delle sale slot. Segno che l'argomento è molto sentito sia nella cittadinanza che tra le forze politiche così come ovviamente tra i diretti interessati coinvolti nell'industria del settore di quello che gli anglosassoni definiscono gambling.
Il Centro Commerciale Eurotorri è stato letteralmente preso d'assalto da centinai di giovani, ordinatamente in fila, per strappare un autografo o un selfie a Max Pezzali.
Ieri sera Max Pezzali ha fatto tappa a Parma per promuovere il suo ultimo album, "Le canzoni alla radio", e celebrare i 25 anni degli "883".
Un disco "speciale", disponibile negli store dal 17 novembre, che raccoglie 7 pezzi inediti e il remix 2017 di "Tutto ciò che ho" oltre a ben 30 successi del passato.
(Foto di Francesca Bocchia)