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Martedì, 24 Settembre 2013 09:01

Vicenda Greci, per la CGIL un segnale inquietante



CGIL: "Situazioni simili alla Greci Geremia le stiamo affrontando quotidianamente"

Parma 24 settembre 2013 - -

La vicenda che vede coinvolta un'altra storica impresa parmense da un lato stupisce e sorprende dall'altro, come nel caso di CGIL, risulta essere un segnale inquietante e da monitorare.

Dal 2009, ricorda la CGIL in merito alla Greci Geremia e Figli, le occasioni di vertenze e contenziosi sindacali si sono susseguite incessantemente: ritardi continui e sempre maggiori nell'erogazione degli stipendi, utilizzo illecito di appalti in violazione di norme contrattuali, impiego di personale esterno in sostituzione di lavoratori sospesi in cassa integrazione; una lunga serie di comunicati, scioperi e denunce agli istituti di vigilanza e al Ministero del Lavoro sfociata, nei primi mesi del 2011, nell'istanza di fallimento presentata dai dipendenti, assistiti dalla FLAI-CGIL.

Dipendenti ed ex dipendenti che, oltre al danno della perdita del posto di lavoro e di retribuzioni arretrate, dovettero subire la beffa quando la Greci Geremia, diventata nel frattempo Greci Agroindustriale, continuò l'attività come se nulla fosse e nonostante venisse dichiarata fallita dal Tribunale di Parma.

Negli ultimi incontri - prosegue la nota sindacale - sindacali l'azienda, in una paradossale commedia dell'assurdo, sosteneva che mancassero le risorse per pagare i lavoratori mentre dissipava centinaia di migliaia di euro tra procedure concorsuali e consulenze legali. Attraverso una sorta di gioco di prestigio, con la costituzione di una società fantoccio ed un affitto d'azienda tra padre e figlio, continuò l'attività imprenditoriale della rinomata famiglia Greci e, ancora nel 2012, gli impianti di Gaione trasformarono pomodoro, senza dipendenti diretti, tra lo sconcerto generale degli operatori del settore.

Una simile condotta, oltre a danneggiare - sottolinea la CGIL di Parma - lavoratori e fornitori, finisce per ripercuotersi negativamente sull'intera filiera, instaurandosi condizioni di concorrenza sleale con le altre realtà del comparto. In casi simili l'impresa, invece di generare ricchezza per il territorio, espone tutto un settore ed i diversi soggetti coinvolti ad un'inevitabile deriva. In simili casi l'impresa diventa una macchina micidiale che, per il profitto di pochi, impoverisce tutti.

Il particolare e privilegiato punto di osservazione dal quale il sindacato dei lavoratori opera ha messo in evidenza come situazioni simili alla Greci Geremia siano all'ordine del giorno e conclude la nota "temiamo che questi casi di "imprenditoria spregiudicata", pronta a tutto pur di continuare l'attività e accumulare guadagno personale, non sia una eccezione così marginale come qualcuno vorrebbe credere."
Pubblicato in Lavoro Emilia
Martedì, 24 Settembre 2013 08:45

Parmalat, gli esperti dicono Sì.



La commissione di esperti indipendenti ha valutato corretto il prezzo per l'acquisizione di LAG da parte di Parmalat.

di Lgc --

Parma 24 settembre 2013 -

Il processo di valutazione seguito da Parmalat nell'acquisizione di LAG (Lactalis American Group) "risulta conforme a quello di mercato, cosi' come il processo di determinazione del prezzo finale della transazione e pertanto non ha rilevato sintomi di danno per Parmalat in relazione all'operazione esaminata". E' la conclusione alla quale sono giunti gli esperti composto dai professori Mario Cattaneo, Paolo Andrei e Marco Ziliotti di cui ha preso atto a maggioranza il cda di Parmalat.

Il consiglio di amministrazione ribadisce, attraverso un proprio comunicato, che" l'operazione e' stata condotta con l'obiettivo di creare valore per il Gruppo Parmalat nell'interesse di tutti gli azionisti, come d'altronde evidenziato dai risultati conseguiti e dal significativo miglioramento dei principali indicatori economico-finanziari a seguito dell'acquisizione, nonche' dall'aumento della capitalizzazione di Borsa cresciuta ben oltre la media dei titoli quotati contenuti nel paniere dell'indice Ftse Mib".

In effetti la borsa ha  premiato i progetti del cda portando il valore di ogni azione da circa 1,70 a circa 2,50, quindi ben oltre  l'orizzonte dei 2 euro che sembrava essere il target di riferimento.

Parmalat performance 1 anno

 

Pubblicato in Economia Emilia
Sabato, 21 Settembre 2013 10:29

Aziende, meglio in proprietà, affitto o leasing?



A confronto le tre diverse forme contrattuali di godimento del bene: proprietà, locazione e leasing.

di LGC ---

Parma, 21 settembre 2013 - -

Esistono momenti nei quali l'imprenditore o il professionista si trova di fronte al bivio della scelta, per il godimento del medesimo bene, tra l'acquisto o l'utilizzo attraverso il leasing, il noleggio o la locazione a seconda della tipologia del bene.

Innanzitutto occorre chiarire i principali elementi di distinzione tra le diverse opzioni di locazione (finanziaria e operativa).

- Leasing-
 Tra le forme alternative alla proprietà per l'acquisizione di beni strumentali la più conosciuta è la locazione finanziaria ( leasing). Il bene resta per tutta la durata del contratto di locazione, di proprietà del locatore, che lo acquista dal rivenditore prescelto dal Locatario al prezzo da quest'ultimo concordato. Il canone di locazione viene costruito secondo le esigenze del cliente (es. anticipo, durata, riscatto, ...).
Il leasing è una locazione che ha come obiettivo finale il riscatto dei beni e quindi la proprietà di essi da parte del cliente.

-Noleggio- 
La Locazione operativa, meglio conosciuta come "Noleggio a lungo termine" o "Renting", è sostanzialmente un pagamento periodico per l'utilizzo del bene e di alcuni servizi ad esso connessi.
Normalmente a fine contratto il cliente non entra in possesso del bene. Questo tipo di locazione
consente all'utilizzatore di avere un bene sempre aggiornato e dei costi programmati; 
annessi al bene vi possono essere servizi aggiunti (es. manutenzione, prodotti di consumo, ...).
Il Noleggio è una locazione che ha come obiettivo il solo utilizzo dei beni per la durata che il cliente 
ritiene più appropriata alle proprie esigenze.
E' quindi comparabile ad una utenza ove il cliente sostiene un costo predefinito per il godimento 
dei beni concessigli in locazione.

Negli ultimi anni si è assistito allo spostamento della domanda dai beni ai servizi, con la diffusione del noleggio a scapito delle tradizionali forme giuridiche di possesso dei beni. Il fenomeno ha interessato ampi settori dell'economia, tra cui quello delle auto, dei veicoli commerciali, dei camion, dei natanti, degli aeromobili, dei computer e delle periferiche da ufficio, nonché dei beni strumentali in genere.

Il fenomeno di spostamento della domanda dai beni ai servizi, con riferimento agli immobili e quindi agli uffici, si sta diffondendo attraverso forme contrattuali, che hanno come base la locazione, e si articolano con l'offerta di contenuti (servizi) attraverso i quali le offerte stesse si differenziano e gli operatori competono e si posizionano nei diversi segmenti di mercato.

All'interno del fenomeno illustrato, la tradizionale distinzione tra acquisto di un immobile in proprietà, ovvero in leasing o in locazione, perde un po' di significato, in quanto tutte e tre le forme contrattuali, pur differenziandosi per gli aspetti giuridici e le implicazioni fiscali e creditizie, possono rappresentare comunque una forma tradizionale di offerta del bene (proprietà e leasing) ovvero di un servizio elementare che consiste nella messa a disposizione del bene (locazione tradizionale).

Con riferimento alla tradizionale distinzione delle tre possibili forme contrattuali sopra individuate, possiamo tratteggiare (vedi tabella seguente) in termini distintivi gli aspetti legati alla responsabilità e tutela del patrimonio, alla copertura finanziaria e alle implicazioni fiscali.

Matrice confronto



Dal confronto sopra sintetizzato appare evidente come la forma contrattuale della locazione appaia la soluzione fiscalmente più vantaggiosa, risolve il problema del finanziamento e non incide su merito di credito e sul rating dell'operatore economico, non espone il patrimonio ai rischi d'impresa e costituisce la forma più flessibile di utilizzo del bene.

L'evoluzione dell'offerta del mercato orientata ai servizi valorizza i vantaggi competitivi sopra illustrati già propri della tradizionale forma contrattuale della locazione per inserire in essa ulteriori contenuti in termini di flessibilità e servizi avanzati.

Nelle forme più evolute di vendita del "servizio ufficio" viene messo a disposizione dell'operatore economico il contenuto di cui ha bisogno e nel momento in cui ne ha bisogno.

Nella gestione di un'impresa infatti può capitare di avere necessità di una sala conferenze, di una sede di prestigio, di un traduttore o di altri servizi o beni che se acquistati determinerebbero il sostenimento di ingenti oneri a fronte di un utilizzo solo occasionale e quindi dell'impossibilità del recupero economico dell'investimento attraverso l'uso.

Il vantaggio del noleggio del "servizio ufficio" rispetto all'acquisizione del bene ufficio consiste quindi nella maggiore flessibilità e nelle economie di scala che strutture condivise consentono.

La diffusione di offerte orientate al servizio è ancora modesta nel nostro paese ma le esigenze diffuse di riduzione di costi e maggiore flessibilità possono costituire l'abbrivio per una rapida espansione.

Temporary office

- Desidero ringraziare il dr. Stefano Marini (Commercialista in Arezzo e Parma) dell'omonimo Studio Associato per il contributo tecnico di sintesi offerto a questo articolo -

Marini Associati

Pubblicato in Economia Emilia
Domenica, 08 Settembre 2013 11:42

Almeno una volta eravamo "Poveri ma Belli".

- La fotografia della Crisi proposta da "Presadiretta" -

di Lamberto Colla ---
Parma, 8 settembre 2013 -
L'estate sta finendo e i palinsesti delle diverse reti stanno scaldando i motori per la ripresa della nuova stagione televisiva. Tra i primi a rimettersi in moto, tra le proposte di programmi giornalistici d'inchiesta, è stato, lunedi scorso, "PresaDiretta" condotto dal bravo e pacato Riccardo Iacona, con una serie di 4 puntate imperniate sulla distribuzione della ricchezza. Dopo aver raccontato l'enorme ricchezza privata del nostro paese nella prima puntata, accende le sue telecamere sulla ricchezza invisibile, quella non accertata, i soldi dell'evasione e quelli prodotti dalla grande criminalità organizzata. Questo il tema della prossima puntata di lunedi 9 settembre. Già con la prima puntata, però, Iacona ha fatto "bingo". Il confronto proposto tra ricchi e poveri del nostro Paese ha catalizzato l'attenzione di quasi 2.200.000 ascoltatori.


-Ricchezza e povertà: trend opposti-
Elemento di traino della puntata senza dubbio l'argomento: il lusso sfrenato contrapposto al l'indigenza crescente. La squadra di giornalisti Rai3, capitanata da Riccardo Iacona, è riuscita ad evidenziare dei dati allarmanti: l'Italia è una nazione dove la ricchezza privata emerge ben più che in altre nazioni, come la Francia e la Germania. Altro elemento distonico emerso sta nella tendenze registrate dei dati economici: da una parte i consumi sono in decrescita su tutti i settori, dall'abbigliamento al cibo, mentre dall'altro i beni di lusso sono in continua ascesa.
La cruda realtà dei numeri proposti da Iacona, fotografano la realtà peggiorata da tre anni di governo tecnico:
1 milione di disoccupati (3.144.000 totali)
4.200 aziende corrispondenti a 43 fallimenti al giorno
9.600.000 persone vivono in stato di povertà relativa (16% della popolazione)
5.000.000 di persone vivono in stato di povertà assoluta (+615 poveri al giorno)
+530.000 cassintegrati dall'inizio anno.
A questi dati si contrappongono quelli relativi alla ricchezza e al suo allocamento:
9mila miliardi di euro è il valore della ricchezza privata in in Italia. Quasi 5 volte il valore del debito pubblico fermo, si fa per dire, a 2000 miliardi di euro.
240.000 persone multimilionarie (media 5 milioni di euro) ai quali si aggiungono i 9 milioni di milionari che insieme posseggono il 50% del patrimonio privato nazionale. In sintesi il 10% della popolazione detiene il 50% del patrimonio.
E' appunto da questi dati che l'ex direttore generale di Intesa e ora presidente di SEA, Pietro Modiano, ripropone a Iacona la sua idea già espressa nel 2011: fare una "patrimoniale" da 20 miliardi annui per 4 anni allo scopo di ridare fiato alle trombe (consumi) .
"Abbiamo ancora adesso bisogna di una patrimoniale – spiega Modiano a Iacona – perché siamo in una fase straordinaria, non c'è mai stata una crisi lunga cinque anni. Se noi riusciamo nell'operazione di trasferire risorse da chi ha una bassa propensione al consumo, che sono i ricchi, a chi ha un'alta propensione al consumo, possiamo far ripartire l'economia."
Apparentemente una soluzione condivisibile seppure di difficile realizzazione. Difficile per il basso tasso di fiducia detenuto dagli italiani verso gli organi dell'amministrazione dello stato e del panorama politico connesso alla incertezza del buon uso di questi prelievi cospicui. Prima sarebbe opportuna una adeguata e consolidata politica di riordino dei conti pubblici e la rimozione, almeno in parte, delle cause che alimentano il continuo incremento delle spese d'apparato. Una seria "spending review" non è ancora stata proposta. Pertanto, la conseguenza più probabile alla proposta di Modiano sarebbe una nuova fuga di patrimoni verso lidi sicuri oltre confini.
-Orgoglio, dignità e buongusto-
Se quel 10% di "fortunati" volessero regalare qualcosa al Paese dal quale hanno, con abilità e fortuna, ottenuto così tanto non sarebbe un gesto sgradito. Renderebbe onore a tutta la categoria dei "paperoni" verso la quale si guarda in parte con invidia e ammirazione e in parte con rabbia e disprezzo. E' l'opulenza ostentata e la incapacità di rendersi conto della realtà da parte di alcuni di loro che fanno emergere i sentimenti negativi verso la categoria paperoniana. Alcuni esempi ben rappresentati nella trasmissione di Iacona una fra tutti la "signora dei salotti romani" Marisela Federici. Elegante e bella signora amante del "bello" e della ricercatezza. Nipote di un ex presidente del Venezuela, convolata in seconde nozze con Paolo Federici, rampollo di una famiglia aristocratica italiana Marisela Federici è riuscita a mostrare un lato della sua personalità e del suo stile di vita che forse sarebbe stato apprezzato, dai più, nell'epoca fulgida degli anni ottanta quando i piumini monclair e i paninari rappresentavano uno strato più ampio di popolazione. Buon per lei che può permettersi 6 aiutanti domestici, una stanza per i bicchieri, una per le porcellane, una per le posate e altre attrezzature destinate a arredare, di volta in volta con stili e temi diversi, le cerimonie private che si consumano nella sua lussuosa e sempre aperta dimora romana.
Quello che invece ha fatto irritare sono stati i diversi momenti di caduta di stile della signora. Una serie di occasioni perdute di regalare perle di buongusto. Affermazioni e atteggiamenti in totale contrasto con la raffinatezza dei ricevimenti che stava narrando all'intervistatrice.
Concordo pienamente con lei che sia "meglio una festa al mese che un analista alla settimana" e potrei anche concordare sul fatto che sia necessario non farsi ottenebrare dalla negatività e perseverare nella ricerca di nuovi lavori e occupazioni. Non posso però tollerare le affermazione fatte calare sull'argomento della crisi e dei suicidi. «Sono gesti disperati, - afferma la nobildonna - che non portano a nulla. Molto meglio la speranza». E poco dopo prosegue incalzata sull'argomento della crisi con un'ultima perla di saggezza «Non voglio essere cinica. Secondo me hanno un altro tipo di problemi. Hanno problemi mentali, più che economici o altro. Sono persone che hanno già una tara mentale che li porta a gesti disperati e conclude con l'invocazione all'azione come fanno i grandi manager: «Lavorassero un po' di più questi che si lamentano tanto. Che si mettessero a lavorare». Già a lavorare. Qualche scansafatiche c'è in giro ma molti, tantissimi, invece sono disponibili a qualsiasi lavoro, anche solo quello che servirebbe a pagare le sole bollette e un po' di verdura e frutta per i figli, felici di non avere nulla per sé stessi ma solo la coscienza a posto.
Mortificare l'orgoglio e la dignità sono delitti che andrebbero puniti severamente perchè minano le basi sulle quali si regge la nostra società: la famiglia. Genitori impossibilitati a reagire ai fenomeni che li opprimono che non riescono a garantire un futuro al loro frutto d'amore giovanile la dignità non può essere intaccata. Perduta quella sono precluse tutte le opzioni di speranza tanto invocata dalla signora Marisela. E senza speranza il buio diventa tenebra. Il passo successivo è l'alienazione di sé stessi se un tocco fatato non giunge prima dell'atto estremo. Si, signora, saranno stati malati ma a seguito di una grave malattia: la crisi che li ha, con mano invisibile, soffocati.

-Conclusioni-
Ammirazione invece hanno raccolto le testimonianze più umili offerte dalla trasmissione di Iacone. Donne e uomini privati di quasi tutti beni materiali e colpiti da gravi malattie che riescono ancora a tenersi attaccati alla speranza del cambiamento e lo insegnano quotidianamente ai loro figli. Figli che spesso devono "marinare" la scuola perchè non hanno la possibilità di pagarsi il refettorio. Genitori che, nella indisponibilità di quasi tutto, dedicano il loro tempo libero ad assistere altri nelle loro medesime condizioni economiche ma oppressi da peggiori condizioni d'altra natura. Donne e uomini invisibili che reggono pesi enormi che schiaccerebbero degli elefanti capaci di imprese straordinarie. Donne e uomini di cui nessuno, tranne Dio, si ricorderà del loro nome ai quali la società dovrebbe tributare onori. Donne e uomini verso i quali i fortunati dovrebbero concedere qualcosa, almeno per non fare disperdere al vento la loro dignità.
Complimenti a Iacone per come è riuscito a confezionare una trasmissione che ha toccato le corde più sensibili senza la retorica che spesso accompagna alcune inchieste giornalistiche.
Un grazie a coloro che potranno dare il loro contributo a rimettere in carreggiata la macchina Italia e tutte le sue potenzialità ancora inespresse. A voi politici l'ardua sentenza.

Riccardo Iacone di PRESADIRETTA

Pubblicato in Politica Emilia
Domenica, 25 Agosto 2013 12:28

I diversi volti della crisi

di Lamberto Colla ---
Parma, 25 agosto 2013 -
Come volevasi dimostrare la vita del governo è appeso ad un filo.

La discussione più accesa di queste ore, in seno alle forze politiche che  sostengono il governo, è sempre la stessa: Berlusconi. I due schieramenti stanno più pensando a come condurre in porto la prossima campagna elettorale e alla contabilizzazione dei voti piuttosto che alla contabilità dello Stato. Intanto il tempo passa e la decrescita infelice del PIL segna -0,2%. L'esercito dei disoccupati tende ad aumentare e, molto probabilmente, a fine anno toccherà quota 3 milioni, gli onesti si suicidano, i disonesti evadono totalmente. Molti imprenditori sognano di scappare all'estero e qualcuno ci ha pure tentato di traslocare tutta la fabbrica, all'insaputa degli operai, in Polonia durante la pausa estiva.


- 5000 evasori totali-
Sono 4.933 gli evasori totali scoperti dalla Guardia di Finanza da gennaio ad oggi. Hanno nascosto redditi per 17,5 miliardi di euro e 1.771 di loro sono stati denunciati, nei casi più gravi, per omessa dichiarazione dei redditi.
Si tratta di soggetti che, pur svolgendo attività imprenditoriali o professionali, erano completamente sconosciuti al Fisco ed hanno vissuto alle spalle dei contribuenti onesti, usufruendo di servizi pubblici che non hanno mai contribuito a pagare, intestando spesso beni e patrimoni a prestanomi o a società di comodo.
Ce n'è per tutti i gusti e alla fine a rimetterci maggiormente sono i lavoratori. Solo per citare un esempio a Treviso, sono stati scoperti due night club mascherati da associazioni culturali "no profit" che invece di occuparsi, come dichiaravano, di promozione del tempo libero attraverso iniziative di natura culturale e ricreativa a carattere volontario e senza finalità di lucro, hanno impiegato 109 lavoratori in "nero" ed evaso le imposte per milioni di euro.
Alla fine, quello che sorprende, non è la tipologia o la architettura ingegneristico fiscale dell'evasione bensì che "nessuno" se ne fosse accorto prima. Due night club mascherati da "no profit" collocati nella medesima città di provincia (86.000 abitanti meno della metà di Parma). Non si può non pensare a un sistema di collusione e complicità "multistrato". Chissà a Roma quante società "no Profit" ci saranno, se tanto mi dà tanto...


- La dignità mortifica e l'ennesimo suicidio -
Era un odontoiatra, aveva solo 52 anni e viveva in una zona non depressa, in quella iperlaboriosa Reggio Emilia, dove i servizi sociali dedicati all'infanzia sono oggetto di studi da tutto il mondo. Per effetto della crisi era stato costretto a chiudere la attività ed era alla ricerca di un lavoro da dipendente che però non trovava. In quanti sono nella situazione di Eude (nome di battesimo)? Uomini di mezza età, forti e con alle spalle molti anni di onesto impiego, esperienze da vendere e una dignità da difendere ma che via via scema col passare dei giorni e delle ore, i chiaroscuri virano verso lo scuro sino a quando il buio mimetizza le ombre. E al buio i pensieri si fanno sempre più cupi.


- Il Caso FIREM -
C'è invece chi reagisce alla crisi, tra l'altro a pochi chilometri dal caso sopra descritto, nell'altra perla emiliana, Modena. 50 anni di attività produttiva, 40 dipendenti, forse non c'erano più le soddisfazioni economiche di un tempo, fatto sta che l'imprenditore, da focoso emiliano, manda tutti in ferie e quatto quatto a ferragosto trasporta la fabbrica in Polonia. Tutta, o quasi, manca un camion che è stato bloccato dai lavoratori, ignari di tutto, rientrati (chissà con quale patema d'animo) dai posti di villeggiatura per presidiare quel che rimane della loro fabbrica.


- Conclusioni -
Alla fine la crisi si traduce in casi umani. Ogni malazione governativa è responsabile dei danni che si riversano su donne e uomini ai quali la crisi porta inesorabilmente il conto.

Pubblicato in Politica Emilia

Costi di esercizio di impresa - Ministero dei Trasporti - Luglio 2013  - costo acquisto autocarro 75.000€ - percorrenza oltre 500 km - massa complessiva superiore a 26 tonnellate.

costi minimi gde

 

Andamento ORO in confronto con il Petrolio WTI

Oro Petrolio confronto

Confronto tra i prezzi del Petrolio (WTI) e della media del gasolio nazionale scorporato tra costo industriale, accise e IVA. (Ministero Sviluppo Economico - Dipartimento per l'Impresa)

prezzo gasolio composizione

Pubblicato in Trucks Emilia
Domenica, 11 Agosto 2013 09:28

Suini, stabilità dopo fasi di ribasso



Roma, 06 agosto 2013 - -
Nel corso di questa ultima settimana nel settore dei suinetti si è registrata una totale stabilità dopo l'andamento ininterrotto al ribasso per le taglie più piccole fino a metà mese. I magroni hanno registrato, fino alla scorsa settimana, un lieve aumento trascinati dal buon andamento dei suini da macello sono risultati in aumento durante tutto il mese. Anche in questa ultima settimana la scarsa offerta ha fatto sì che il prezzo dei suini da macello sia risultato in aumento fino a toccare il valore di 1.655 a fine settimana a Parma, con Milano e Modena attestate a 1.64 e 1.647 euro/kg. Nella seduta di metà settimana la CUN non è riuscita a raggiungere un accordo per stabilire il prezzo di riferimento della prossima settimana con gli allevatori che hanno fatto richiesta di un deciso aumento fino a 1.69 euro/kg. ed i macellatori che chiedevano un prezzo di 1.635 euro/kg. Anche nella rilevazione del venerdì dei tagli i componenti della CUN non riuscivano a trovare un accordo con richieste generalizzate di aumento da parte dei venditori e di diminuzione dei prezzi da parte degli acquirenti. Gli aumenti che hanno interessato i tagli nel corso del mese non hanno comunque compensato i macellatori del maggio costo registrato dai suini. La situazione ora si presenta difficile: le prossime settimane saranno interessate dalle pause feriali con macellazioni ridotte e anche se le alte temperature incideranno sull'offerta con pesi probabilmente ridotti, le pressioni per diminuire, da un lato, e per aumentare, dall'altro, il prezzo saranno notevoli.
(fonte Ismea )

Pubblicato in Agroalimentare Emilia
Sabato, 10 Agosto 2013 10:51

Nuovi modi di fare impresa.

 

di Nomad Worker - 

Parma, 10 agosto 2013 - -

Uffici a noleggio, una risorsa, una comodità, un risparmio e un’occasione di business.

- Anche l’ufficio viaggia con il managaer -

Dapprima sono sorti nelle città metropolitane poi, pian pian, stanno diffondendosi anche nelle città cosiddette di “provincia”. E’ il fenomeno dei temporary office. Strutture professionali e attrezzate per dare ospitalità a sedi temporanee di imprese, a manager in frequente movimento e a quelle  iniziative imprenditoriali in fase di avviamento (start up).

Acquisire un ufficio temporaneo, arredato ed attrezzato vuol dire disporre, da subito, di una  struttura operativa. Un ufficio pronto all’uso proprio in prossimità degli interessi economici attuali o potenziali dell’azienda. 

I fattori di positività che hanno acconsentito l’affermarsi di queste particolari tipologie di servizio sono riassumibili in:

1. operatività immediata; 

2. flessibilità; sia in termini di spazi sia in termini di tempo. E’ possibile noleggiare un ufficio per poche ore sino a molti mesi. Ma, al crescere del business, è possibile aumentare le superfici o noleggiare le sale convegni e riunioni per il solo tempo utile all’evento.  

3. risparmio. Una parola molto attrattiva in questo tempo di crisi. Ma una parola che dovrà rimanere nel vocabolario da oggi e per sempre. Il risparmio è il primo gradino per una buona gestione aziendale. Alcuni stimano vantaggi  che possono raggiungere quota del  70%.

4. professionalità e immagine. Professionali sono gli addetti ai business center e professionale è l’immagine che l’impresa offre accogliendo i propri ospiti in queste strutture.  Strutture moderne, funzionali e di prestigio;

5. vantaggi fiscali: totale deducibilità dei costi e detraibilità dell’iva;

6Disaster recovery.  con questa terminologia vengono indicate quelle condizioni traumatiche imprevedibili che possono verificarsi nell’impresa. In un mondo fortemente connesso e globale, le interruzioni, anche di pochi giorni, della connettività o della fruibilità dei locali aziendali possono tradursi in migliaia di euro di  mancati ricavi. Costi reali che andrebbero a sommarsi ai danni diretti subiti per calamità atmosferiche piuttosto che da incendi o di inagibilità per diverse cause agli uffici aziendali.

Tutta una serie di vantaggi operativi di incommensurabile valore che, come detto,  incideranno positivamente sui conti gestionali dell’impresa.   Ma se il punto di  osservazione viene spostato, dall’interno dell’impresa verso l’esterno, ecco scoprirsi anche l’orizzonte del business, molto più prossimo a noi di quanto non si fosse sperato o immaginato. 

Un plus che questa relativamente nuova, almeno per il nostro paese, tipologia di servizi offre, e non è ancora adeguatamente promossa, sta proprio nella possibilità di “scambio” di idee, di servizi e risorse professionali con altri imprenditori ospiti del medesimo Business Center. Incontri occasionali ma anche rapporti di “buon vicinato” possono alimentare idee condivisibili e potenzialmente traducibili in occasioni profittevoli per entrambi. Come si suol dire: “da cosa nasce cosa”

A CHI CONVIENE

La soluzione dei Temporary Office è particolarmente interessante per quelle forme di impresa fortemente orientate al digitale che fanno un uso massiccio di internet e delle connessioni per relazionarsi con partner sparsi in ogni luogo. Ma anche per quegli studi professionali che fanno della “creatività” il loro core business senza escludere infine quelle imprese di servizi o commerciali che necessitino di punti d’appoggio per i propri manager o per la propria forza vendita. 

BC Ufficio carpi gde

Subito pronto all’uso. A qualsiasi ora esiste un luogo accogliente, riservato e professionale dove il manager arriva ed è subito operativo. Disporre di una linea telefonica personale, una connessione internet efficace e di un supporto di segreteria con attrezzature sempre efficienti può essere un sogno anche all’interno della propria sede principale.  - Stampanti di rete, scanner, fotocopiatrici sempre efficienti. Un luogo tranquillo e sicuro ottenuto senza sforzo. Quanto sarebbe stato il costo per ottenere tutte le autorizzazioni dai diversi uffici della pubblica amministrazione? Con l’utilizzo dei temporary office tutti questi oneri vengono bypassati. 

Utilissimo per fasi di start up.

Non solo pantofole e pigiama ma anche dignità professionale.

Molti giovani forti di idee e ex giovani, magari esodati, con energie e altrettante idee da vendere possono trovare nell’ufficio a noleggio quella soluzione a basso costo, attrezzata, professionale e soprattutto dignitosa che consenta loro di costruire o ricostruire una posizione lavorativa a basso costo  e ad alto contenuto relazionale.

Nella delicata fase di avviamento di una impresa ex novo o di una nuova fase progettuale collocata in sede diversa dall’originale, quindi vicina al nuovo interesse economico, l’utilizzo di servizi come quelli offerti dai Temporary Office, consente di dedicare totalmente e da subito l’attenzione al core business, al nuovo progetto. Tutte le preoccupazioni e i tempi “morti”, improduttivi e costosi, dovuti alle pratiche amministrative, licenze, autorizzazioni e chi più ne ha più ne metta  non sono neanche da mettere in conto. 

Nel noleggio, infatti, sono compresi gli oneri dovuti a energia elettrica, manutenzione ordinaria e straordinaria, spese condominiali, tasse smaltimento rifiuti, copertura assicurativa dei locali. 

CONCLUSIONI

E’ frequente, soprattutto in clima recessivo,  andare alla spasmodica ricerca di nuove idee e nuovi progetti. Inseguire quell’idea “vincente” che cambierà il corso aziendale o personale.  L’urgenza di realizzare nuovi fatturati e la chimera di intraprendere il percorso che ridarà vitalità all’impresa tendono, spesso, ad offuscare i contorni dei progetti trasformandoli in “miraggi”. Il risultato di un percorso, spesso non sostenuto da un lucido piano di marketing,  frutto di una pressione esterna è  di cadere in quei piccoli fallimenti che, oltre a erodere margini all’impresa, corrodono e  deprimono l’imprenditore. 

Stesso processo psicologico si presenta nei giovani in cerca di prima occupazione o in quei manager fuorisciti dalle imprese e ora disponibili sul mercato del lavoro con il loro bagaglio di esperienza da vendere.

Ognuno di questi è portatore di energia e di doti, chi di creatività e energica esuberanza come i giovani, chi di competenze e  esperienze sostenute dalla capacità relazionali e responsabilità. L’incontro di queste diverse doti a così diverso potenziale potrebbe risultare esplosiva e generare processi di successo professionale e economico per entrambi. 

Perché questo accada devono, però, realizzarsi due condizioni contestuali:

  1. Che i soggetti siano curiosi e  aperti a incontrare generazioni diverse;
  2. che esista un luogo ove questi possano scambiarsi le idee in modo professionale.

Nei Business Center o Temporary Office questo  può accadere. Attraverso il coworking (identificato nello slang anglosassone cowo) molti problemi possono risolversi e, insieme all’abbattimento dei costi, nuovi ricavi possono alimentarsi.

Provare per credere.

 

Pubblicato in Lavoro Emilia

 

Reggio Emilia, 08 agosto 2013 - -
Comunicato al pubblico ed ai creditori del concordato preventivo a carico della Cmr – Cooperativa muratori di Reggiolo – 


Contrariamente a quanto divulgato da organi di stampa e da TV locali, il Tribunale Fallimentare di Reggio Emilia intende osservare (vedi allegato pdf del tribunale) che:
(i) commissari giudiziali hanno ottenuto quanto spettava loro per legge e comunque meno di quanto prevedeva il piano concordatario proposto dalla Cmr ed approvato dai creditori;
(ii) non c'è stata alcuna sottrazione di risorse destinate ai creditori per provvedere al pagamento del compenso predetto;
(iii) alcuni articoli di stampa, servizi televisivi e blog hanno riportato dati non veritieri con contenuto diffamatorio (al riguardo i componenti della Sezione fallimentare si ri- servano di far valere i propri diritti in tutte le sedi ritenute opportune);
(iv) quanto alle ulteriori illazioni (anch'esse aventi carattere diffamatorio) circa le modalità di nomina dei curatori e dei commissari giudiziali e circa i criteri di liquidazione dei compensi (modalità che, secondo blog, articoli di stampa e servizi televisivi, sarebbero connesse ad interessi, non meglio identificati, dei giudici di questo tribunale), si rappresenta che:
(a) le nomine vengono pubblicate sul sito www.fallimentireggioemilia.com;

(b) i compensi a qualunque titolo pagati in procedure fallimentari vengono resi pubblici mediante i rapporti riepilogativi previsti dalla legge fallimentare (ex articolo 33 ultimo comma), che sono pubblicati nel registro delle imprese.
Il documento nella sua interezza e in allegato è a firma del presidente della sezione fallimentare Rosaria Savastano, del giudice delegato Luciano Varotti, del giudice Giovanni Fanticini

Pubblicato in Comunicati Lavoro Emilia


di Lgc-
Parma, 08 agosto 2013 - -
A sentire i commenti del Ministro Saccomanni, "la crisi è vicina alla finita". A guardare i dati dei tribunali fallimentari invece sembra che la crisi sia molto vicina alle imprese.
Solo negli ultimi giorni, i tribunali fallimentari di Piacenza, Parma, Reggio Emilia e Modena, hanno pubblicato una trentina di fallimenti così ripartiti:

Piacenza: 7 nuovi fallimenti dal 17 al 30 luglio;

Parma:  7 nuovi fallimenti dal 26 luglio al 2 agosto;

Reggio Emilia: 7 nuovi fallimenti dal 10 luglio al 5 agosto;

Modena: 7 nuovi fallimenti dal 25 al 30 luglio.


Artigianato, edilizia e trasporti i settori più colpiti a conferma delle indagini svolte da Unioncamere e di recente pubblicazione.
Dall'indagine Unioncamere, infatti, del numero di fallimenti e concordati aperti nel primo semestre del 2013 e confronti con lo stesso periodo del 2012 emerge che in Emilia-Romagna, da gennaio a giugno 2013 si contano 520 fallimenti (+79, il 17,9% sullo stesso periodo del 2012) e 140 concordati (+83, il 145,6% in più sul 2012).


Nella macro-regione del NordEst (che include l'Emilia-Romagna) il tasso di crescita (ottenuto dal rapporto natalità-mortalità del totale delle imprese) nel II trimestre 2013 è dello 0,26%, contro uno 0,47% dello stesso periodo del 2012. Ma c'è da dire che , in particolare, le imprese artigiane sono in sofferenza e scontano una flessione dello 0,03% nel II trimestre del 2013, mentre nello stesso periodo dello scorso anno vi era invece un leggero aumento +0,27% .
E' da segnalare che sul fronte artigiano, per la prima volta in dieci anni si registra un sostanziale stallo (-113 imprese) tra aperture e chiusure. Frutto soprattutto della forte riduzione di iscrizioni di nuove imprese (4.835 unità in meno, pari ad una riduzione del 16% nel numero di aperture rispetto a quelle registrate nello stesso periodo del 2012).
A fronte di questa caduta di vitalità, la lieve contrazione delle chiusure (849 in meno nel confronto con il secondo trimestre dell'anno scorso) non è stata sufficiente a mantenere il saldo in territorio positivo. A incidere maggiormente sullo stallo del comparto artigiano sono stati i bilanci negativi delle costruzioni (-828 imprese), dei trasporti e magazzinaggio (-568) e delle attività manifatturiere (-506).

Pubblicato in Economia Emilia
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