Domenica, 08 Dicembre 2013 12:05

Siamo ridicoli! Sveglia popolo! In evidenza

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di Lamberto Colla ---

Del caso Cancellieri non v’è più traccia nelle cronache. Tutti i riflettori accesi sull’inutile disfida “democratica” e, mentre la “coldiretti” blocca i camion al Brennero, il “Made in Italy” viene massacrato a Prato insieme a 7 morti e centinaia di schiavi sotto gli occhi di tutti.  

Parma, 8 dicembre 2013 -

Tanto rumore per nulla. Sono ferme al 20 di novembre le ultime cronache sul caso Cancellieri_Ligresti. Poi più nulla. Tutto caduto nel silenzio e ognuno è tornato a fare il proprio mestiere. Certamente più importante era la notizia della decadenza da Senatore di Silvio Berlusconi e del suo “dudu” che gioca con Putin. 

Ancor più importante, perchè sul risultato si giocherà il futuro del Paese, la sfida che si consumerà proprio oggi 8 dicembre tra il “dotto” Cuperlo, il “trendy” Renzi e l’”outsider” Civati che manco l’onore di essere intervistato da Fazio ha avuto.

E mentre tutto questo bel “fumus”, ottenebrante e rincoglionente, è calato sulle teste di tutto il popolo italiano ci infilano una  IMU mascherata, tagliano quasi tutte le pensioni d’oro tranne, ovviamente, quelle dei 2700 parlamentari a riposo. 

Ma grande risonanza mediatica, invece, ha avuto la legge che punisce gli incendiari.  Uno sforzo intellettuale impressionante per il quale gli estensori dovranno farsi almeno almeno un mesetto di ferie in qualche centro termale o villaggio benessere. 

Vogliamo scommettere che troveremo in galera il contadino che ha dato fuoco alle sue stoppie e non i camorristi che sotterrano i rifiuti tossici?

  • Made in Slavery” - Al Brennero le cosce di maiale a Prato un intero mondo sconosciuto, o quasi - 

Migliaia di agricoltori con Ministra di sostegno al seguito a bloccare e controllare i camion provenienti dal nord europa con derrate “Italian Sounding”.  Più che una protesta una operazione mediatica per riproporre la necessità di difendere i prodotti nazionali. Quasi un rituale e una colorata messinscena ma ci sta sia nei modi che nella sostanza. Peccato che negli stessi giorni il Made in Italy venga mortificato proprio dal centro Italia. Ci sono voluti 7 morti arrostiti per “scoprire” che a Prato, la vera China Town d’Europa, si produce  e etichetta Made in Italy solo esclusivamente con i nuovi schiavi. Cinesi anch’essi che dormono ammassati e a turno sul medesimo giaciglio in camerate poste sopra i locali di lavoro. 

Si scopre che nel bel mezzo di un Centro Commerciale all’ingrosso “cinese” (vedi link a PadovaOggi) c’era addirittura una scuola per bambini cinesi, perfettamente attrezzata con aule, gessetti e lavagna con l’identificazione della aule ovviamente in caratteri cinesi. Una decina di aule per centinaia di studenti.

Centro Ingrosso Cina - Padova Oggi

Una società, quella cinese, che vive e prospera all’interno della nostra ma applicando le loro leggi e la loro giustizia. Una società invisibile di cui raramente si parla e soprattutto si contrasta. 

Perché quel tipo di “società” deve essere contrastata e perseguitata. E’ un tumore per la nostra società, la nostra economia e un insulto alla nostra morale.

  • “Made in Slavery” “Fatto in Schiavitù” -

Vengono perseguitati i “Vu Cumprà” sulle spiagge per lo spaccio di qualche “firma” falsa e non si ferma una intera industria del “made in Italy”  anzi no, “Made in Slavery”

Centinaia di schiavi moderni lasciati morire, proprio da noi che ci reputiamo la culla delle civiltà! Non ci sono scuse bisogna agire e stroncare questi illeciti e la prossima volta, invece del Brennero, prendete la strada di Prato e invece della Ministro dell’agricoltura vada la Ministra della Giustizia Cancellieri. 

La comunità cinese ha colonizzato tutto il distretto produttivo dell’abbigliamento di Prato. Produce con etichette “Made in Italy” utilizzando personale IN SCHIAVITU’. E’ inaccettabile anche moralmente che non vengano perseguitati i responsabili e irresponsabili comandanti cinesi e i fiancheggiatori di qualsiasi nazionalità essi siano.

Gli ispettori dell’INAIL e del Ministero del Lavoro ti piombano in due per contestare una ritardata comunicazione di un giorno e ti appioppano 116€ di multa mentre sfugge al controllo di centinaia di aziende produttive e commerciali condotte da un dipendente soltanto ma coadiuvato da decine di irregolari. 

E’ allucinante ma purtroppo questa è la cruda realtà che nessuno vuole vedere.

E allora continuiamo a seguire le storie di DUDU che ora ha anche la sua pagina Facebook... 

(ultima ora. Il profilo di Dudù è sparito. E pensare che in poche ore aveva  raccolto ben 800 amicizie).

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