Il palazzo resta sorvegliato dai militari dell'Esercito che presidiano la sede dell' Efsa di viale Piacenza. Nella tarda mattina è scattato l'allarme bomba negli uffici dell'Autorità Europea della Sicurezza Alimentare e artificieri sono al lavoro. A mezzogiorno una circolare ha avvisato che la mensa era stata chiusa. Probabilmente il presunto pacco bomba è stato rinvenuto all'interno dello spazio adibito alla ristorazione. Per ora i dipendenti sono tutti rientrati nell'edificio.
A.K.
Seguiranno gli aggiornamenti.
Artificieri, militari dell'Esercito e Carabinieri stanno effettuando i controlli presso la sede dell'Efsa di viale Piacenza. Nella tarda mattina è scattato l'allarme bomba negli uffici dell'Autorità Europea della Sicurezza Alimentare.
Parma, 7 giugno 2016
L'auto è stata fermata dalla Polizia Municipale in piazza Duomo. A carico del veicolo 125 verbali da notificare, tutti per ingresso abusivo in Ztl, per un totale di 7.100 euro.
Piacenza, 7 giugno 2016
Ieri pomeriggio, gli agenti della sezione territoriale Centro Est della Polizia Municipale hanno fermato, in piazza Duomo, una Audi A8 con targa della Romania, guidata dalla proprietaria – una giovane donna di 27 anni – con residenza nello stesso Paese.
Effettuato il controllo con l'ufficio Vigile Elettronico, sono risultati a carico del veicolo 125 verbali da notificare, tutti per ingresso abusivo in Ztl, per un totale di 7.100 euro, da pagare in forma ridotta e immediata ai sensi dell'articolo 207 del Codice della Strada.
Poiché la conducente non ha proceduto al pagamento, il veicolo è stato recuperato dalla Polizia Municipale e ricoverato in un deposito autorizzato.
Si chiude un nuovo capitolo della vicenda Marusi Guareschi. Il noto imprenditore parmigiano è stato condannato a 4 anni e 4 mesi per bancarotta fraudolenta, su ordinanza emessa dalla Procura di Cagliari. Già noto perché la sua era stata la prima azienda a Parma a fallire per esplicita richiesta di Equitalia. La Maguro spa non aveva pagato allo Stato 214.118.700,57 euro.
Parma, 6 giugno 2016
Rodolfo Marusi Guareschi aveva già fatto parlare di sé quando la sua fu la prima azienda a Parma a fallire per esplicita richiesta di Equitalia. La Maguro spa vantava ben 214.118.700,57 euro di tasse e contributi non pagati allo Stato.
Marusi Guareschi classe, 66 anni e residente in Parma, è stato rintracciato dalle squadre mobili di Parma e Reggio Emilia presso il suo domicilio in Sant'Ilario d'Enza, dove vive con la famiglia, per essere tradotto nel carcere di Reggio Emilia.
Gli agenti hanno dato esecuzione ad un ordine di carcerazione emesso dalla Procura di Cagliari.
Per la bancarotta fraudolenta commessa nel 2002 dovrà scontare una condanna definitiva di 4 anni e 4 mesi di reclusione. Nel medesimo provvedimento sono state applicate, per una durata di 5 anni, le pene accessorie dell'inabilitazione all'esercizio di imprese commerciali, dell'interdizione dai pubblici uffici e dell'incapacità di esercitare uffici direttivi presso qualsiasi impresa.
La notizia del suo arresto, avvenuto nella mattinata dello scorso 1 giugno, riporta alla mente i suoi trascorsi gravati da precedenti per reati finanziari e contro il patrimonio.
Il noto imprenditore parmigiano finì sulla cronaca locale per non aver pagato allo Stato 214.118.700,57 euro di tasse e contributi.
Ma non sono le uniche volte in cui la Maguro finisce nel mirino del fisco. Fondata a metà degli anni '90, con 600 milioni di capitale sociale versato, era specializzata nella progettazione e produzione di beni strumentali, con un fatturato, nel 1999, equivalente a 850 milioni di euro.
Dieci anni fa Marusi Guareschi senior venne accusato di truffa ai danni dello Stato dopo aver chiesto al ministero dell'Industria 5.588 miliardi di lire, dichiarando di possedere società con capitale versato per 16mila miliardi di lire. Allora, il fisco notificò a Sant'Ilario una cartella con la richiesta di pagamento di 1,2 miliardi di euro. Marusi Guareschi fu arrestato nel 2001 per truffa alla Regione Sicilia. Già coinvolto in una bancarotta e in alcune inchieste di carattere finanziario, fu condannato dalla Corte di Appello di Bologna. Nel 2011 aveva fatto ancora parlare di sé chiedendo il sequestro di tutti i beni di Silvio Berlusconi, sostenendo che la sua storia con Ruby gli aveva fatto sfumare un affare enorme. AK
Il 202° Anniversario della Fondazione dell'Arma dei Carabinieri è stato celebrato questa mattina negli spazi antistanti il Palazzo Ducale. Alla presenza di rappresentanti istituzionali, pubblico e tante scolaresche, sono stati conferiti riconoscimenti ai carabinieri di Parma. Il messaggio del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è stato affidato al Generale dell'Arma dei Carabinieri, Tullio Del Sette.
di Alexa Kuhne
Parma, 6 giugno 2016
E' stato un anno, quello trascorso, contrassegnato da un contributo importantissimo alla sicurezza dei cittadini, alla lotta a ogni forma di criminalità e al contrasto del terrorismo.
L'Arma è stata, ancora una volta, un punto di riferimento sicuro per il Paese. Un inossidabile simbolo dello Stato.
E' stato questo il messaggio del Comandante generale dei Carabinieri, Tullio Del Sette, nella giornata celebrativa del 202° Anniversario della fondazione dell'Arma, "consegnando alla storia un altro anno segnato da generosi eroismi e da una quotidianità vissuta con grande dedizione al dovere, al servizio della nostra Repubblica, nata 70 anni fa...".
Sono stati tanti i risultati operativi conseguiti nel 2015: assicurate alla legge 362 persone, soprattutto per violazioni in materia di stupefacenti (98), le cui quantità sequestrate arrivano a 22.160 kg, per furto (85), associazione a delinquere (34), rapina (25), violenze su donne e minori (24).
Di rilievo anche alcune indagini, come Aemilia, grazie alla quale sono state eseguite 25 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di esponenti della cosca Grande Aracri, operante in particolare in Emilia Romagna.
Ci sono voluti tre anni, invece, per sgominare una banda di moldavi specializzata in furti di moto e biciclette che venivano spedite all'estero. L'indagine "Centauro" ha permesso di arrestare 17 persone e di recuperare la refurtiva, per un valore di un milione e 200mila euro.
Non meno importante l'attività antidroga; basti ricordare l'operazione "Grande fiume" che ha permesso di scovare nove tra italiani e albanesi che avevano allestito la propria base logistica nella bassa parmense, tra i comuni di Zibello, Polesine, Busseto. In quel frangente sono stati sequestrati 225 grammi di cocaina e 70 di hashish. Altri 300 grammi di cocaina sono stati requisiti nel corso dell' indagine "Orlando", che ha portato gli uomini dell'Arma fino a sei albanesi dediti al traffico di droga, estorsioni e detenzione di armi, nella zona di Borgo Val di Taro.
Solo qualche numero che fa parte di una lunghissima serie di risultati.
Nel corso della cerimonia sono stati attribuiti due encomi semplici, concessi dal comandante delle Unità mobili e specializzate carabinieri "Palidoro" al maresciallo ca. Martino Modica e al maresciallo ord. Luigi Marciano, del Reparto investigazioni scientifiche di Parma, perché "analisti di laboratorio addetti alla sezione Biologia del reparto investigazioni scientifiche, con altissimo senso del dovere, elevatissima professionalità e non comuni capacità tecnico- investigative...".
Encomi sono andati anche all'app. sc. Andrea Angelo Massaro e al car. Sc. Francesco Carbone, delle Compagnie di Parma e Salsomaggiore, al ten. Col. Matteo Donghi, al cap. Fabiano Gentile, al mar. ca. Francesco Cannone, ai mar. ord. Stefano Orsenigo e Alessio Altigieri e all'app. sc. Luigi Manna, del Reparto investigazioni scientifiche di Parma, al cap. Giovanni Mura, al lgt. Nazzareno Necci, ai mar. ca. Fabio Braiato e Luigi Palla, al mar. ca. Damiano Novetti e al brig. Raimondo Masia, al lgt. Salvatore Ingrao, al mar. a. s.ups. Pietro Barbara, ai mar. ord. Alessio Ferrara e Valeria Pirocchi.
Il generale Del Sette ha voluto ringraziare l'Associazione nazionale carabinieri, che ha celebrato, quest'anno, i 130 anni di vita e gli organismi di rappresentanza del Co.Ce.R.
Bancarotta fraudolenta in serie. La Guardia di Finanza di Parma arrestato un noto imprenditore e sequestra immobili e oltre 3 milioni di euro. denunciati altri 6 corresponsabili.
di Alexa Kuhne
Parma, 3 giugno 2016 -
Acquisiva aziende solide per condurle al fallimento.
Il noto imprenditore parmigiano, con l' aiuto della compagna sudamericana e la connivenza di sei prestanome, si era specializzato nella gestione della bancarotta fraudolenta, tanto da aver costruito un patrimonio di svariati milioni di euro.
È stata la Guardia di Finanza di Parma a portare a termine la complessa indagine durata oltre un anno e mezzo, coordinata dalla locale Procura della Repubblica, che ha permesso di fermare il conosciuto professionista.
L'operazione è scattata l'altro ieri nelle province di Parma e Reggio Emilia: all'alba una decina di finanzieri parmigiani hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Tribunale di Parma e proceduto alla perquisizione di 7 abitazioni.
Un profilo criminale di tutto rispetto: secondo la Polizia tributaria l'imprenditore non é nuovo a reati del genere, stando a quanto scoperto. L'articolato progetto illecito era infatti collegato ad altri reati fallimentari, oltre a diversi delitti contro il patrimonio.
Per ricostruire esattamente tutte le complesse dinamiche illecite, oltre a mesi di intercettazioni telefoniche e ambientali, è stato necessario analizzare i bilanci di diverse società e la documentazione contabile e di gestione delle stesse. Sono stati anche ascoltate decine di operatori del settore edile che hanno avuto contatti con l'azienda fallita ed i dipendenti della stessa.
L'imprenditore arrestato agiva con varie modalità fra cui quella di procedere all'espoliazione patrimoniale della società mediante l'appropriazione di somme di denaro, attrezzature, beni mobili ed immobili nonché simulando finte vendite di appartamenti e terreni edificabili a controparti consenzienti; tra queste ultime, la propria convivente di origine sudamericana, la quale, pur avendo una posizione reddituale insignificante, è risultata parte acquirente di ben 4 appartamenti.
Nell'ambito dell'operazione la Guardia di Finanza di Parma ha anche eseguito, contestualmente, specifiche indagini patrimoniali e finanziarie, seguendo i flussi e le "tracce" del denaro, allo scopo di ricostruire l'ammontare dei proventi accumulati, nel tempo, dagli indagati: il tutto allo scopo di ristorare le imprese creditrici danneggiate dal fallimento fraudolento della società. Oltre all'ordinanza di custodia in carcere per l'imprenditore, è stato emesso anche un provvedimento di sequestro dell'intero patrimonio individuato tra gli indagati, stimato in circa 3 milioni di euro e consistente in 4 appartamenti, 2 box auto ed un terreno edificabile.
Il soggetto arrestato non era nuovo a simili illeciti: è stato infatti riscontrato che, in passato, aveva analogamente "svuotato" altre aziende del territorio parmense e, attualmente, era intenzionato a procedere nei confronti di un'ulteriore società.
Le sei persone, di cui l'imprenditore si era avvalso in qualità di "prestanome" al fine di evitare responsabilità penali, sono indagate a piede libero.
Tutti gli indagati dovranno ora rispondere dei reati di concorso in bancarotta fraudolenta distrattiva, documentale e patrimoniale, puniti con pene oscillanti tra i tre e i dieci anni di reclusione.
Fenomeni illeciti e gravi simili all'operazione appena conclusa, minano il tessuto economico sano della provincia di Parma in quanto alterano le regole di funzionamento del libero mercato e la leale concorrenza dei vari settori economici. Prevenire e reprimere l'"inquinamento" dell'economia legale rimane uno dei prioritari obiettivi dell'attività della Guardia di Finanza: nel caso di specie, significa anche restituire quanto dovuto agli imprenditori onesti che sono stati truffati dalla società fallita.
La Guardia di Finanza di Modena ha scoperto una holding del crimine che traghettava all'estero beni di imprese in fallimento per sottrarli ai creditori. A capo un commercialista residente a Parma. Molti i reati tributari contestati all'associazione a delinquere: bancarotta fraudolenta, riciclaggio internazionale, autoriciclaggio, truffa....
di Alexa Kuhne
Modena, 1 giugno 2016
Erano dei colletti bianchi, coordinati da un noto commercialista residente fra Parma e Portogallo, a far sparire i beni di decine di aziende prima del fallimento, lasciando i creditori a bocca asciutta.
Il Comando provinciale della Guardia di Finanza di Modena ha arrestato sei persone - di cui tre sono finite in carcere e tre ai domiciliari - e ha congelato un patrimonio, mobiliare ed immobiliare, del valore stimato di circa 11 milioni di euro.
Sono molti i reati tributati contestati all'associazione a delinquere: bancarotta fraudolenta, riciclaggio internazionale, autoriciclaggio e truffa.
Una organizzazione capillarmente strutturata era capace di gestire beni di decine di aziende in fallimento del Nord Italia, delocalizzandoli all'estero, soprattutto in Portogallo e in Slovenia, riuscendo poi a farli rientrare in Italia sotto forma di denaro in contanti. Non solo si cedevano capitali per restituirli in mano agli imprenditori in un secondo momento ma anche falsi crediti IVA che venivano dati a titolo oneroso con formale atto notarile a imprenditori terzi che li usavano per compensare proprie reali posizioni debitorie, creando un danno alle casse dello Stato di diversi milioni di euro. I crediti transitavano da conti sloveni per poi finire nelle casse di società, gestite dalla mente dell'organizzazione, in Portogallo.
Le imprese in procinto di fare bancarotta avevano la possibilità di 'ripulirsi' grazie ad un commercialista reggiano, che faceva spola tra Parma e Portogallo, e ai suoi soci che provvedevano a far tornare nelle mani degli imprenditori italiani coinvolti i capitali illeciti.
Tra le persone coinvolte, un altro commercialista e un ex bancario esperto del settore, un pregiudicato, latitante in Albania, che è stato raggiunto da un ordine di estradizione e arrestato grazie alla collaborazione della Polizia Albanese.
Quaranta perquisizioni, eseguite in diverse regioni italiane ed all'estero, coinvolti oltre 100 finanzieri, con l'ausilio di unità aeree del Corpo, e le forze di polizia di Portogallo, Slovenia e Spagna, con il supporto di Eurojust, Agenzia dell'Unione Europea che si occupa della cooperazione giudiziaria tra le varie Autorità nazionali degli Stati: numeri e dati di una operazione dalla vasta portata.
Otto le società sequestrate e svariati conti correnti utilizzati per far transitare il denaro. Tra le strutture confiscate anche due ristoranti, un bar e un complesso alberghiero. Le perquisizioni hanno interessato anche le province di Modena, Reggio Emilia, Parma, Bologna, Firenze, Milano, Bergamo, Como, Monza-Brianza, Udine, Perugia, Venezia, Padova ed Agrigento.
L'indagine delle Fiamme Gialle è stata coordinata dal procuratore della Repubblica di Modena, Lucia Musti, e dal sostituto procuratore Marco Imperato.
La ministra delle Riforme arriva a Parma per parlare e promuovere la riforma costituzionale. Durante il suo intervento fa un appello agli industriali per sensibilizzarli sulla necessità di dare più stabilità al Paese. Non è mancata una nota critica al M5s.
Di CM -
Parma, 28 Maggio 2016 - Foto di Francesca Bocchia
Continua il tour del Governo per promuovere la riforma costituzionale e, questa volta, la ministra per la Riforma Maria Elena Boschi arriva a Parma e fa appello agli industriali per sensibilizzarli sulla necessità di dare più stabilità a Paese: "siamo di fronte all'ultima chiamata per il Paese, perchè dopo trent'anni di discussione su questi temi se dovessimo perdere questa occasione non so quando se ne ripresenterà un'altra - e ha aggiunto - il referendum è una scelta di grande responsabilità non più rinviabile che riguarda anche chi verrà dopo di noi".
"L'obiettivo delle nostre riforme è dare più stabilità al paese - ha precisato la Boschi -. Se continuiamo ad avere un sistema politico-istituzionale instabile è difficile affrontare le scommesse del nostro futuro. Avere un nuovo sistema dove solo la Camera dei Deputati avrà un rapporto di fiducia con il Governo è un elemento di stabilità, perché maggiore semplicità significa ottenere un sistema più efficiente".
Durante il suo intervento non è mancata la stoccata al M5s, una critica che è partita proprio dal sibolo che contraddistingue il Movimento: "Il simbolo del M5s è di proprietà del figlio di Casaleggio e del nipote di Beppe Grillo. In altre parole sarebbe come dire che da noi il simbolo del Pd è nelle mani del nipote di Bersani e del figlio di Renzi". Inoltre, la ministra ci ha tenuto a sottolineare che il Pd rappresenta una "comunità" che per il prossimo referendum costituzionale dovrà lavorare insieme e unito: "Da noi uno conta veramente uno, dagli altri conta zero".
Nel frattempo,in Piazzale Rondani, si è fatta sentire la protesta pacifica attivata dal Comitato in difesa della Costituzione che, però, ha incontrato il blocco della polizia senza riuscire ad attraversare il ponte e raggiungere la sede dell'Upi.
La Municipale ha trovato decine di pacchi indirizzati a destinatari residenti in Moldavia e Ucraina, segno di un'attività di trasporto internazionale per conto terzi.
Piacenza, 24 maggio 2016
Nell'ambito dell'attività di controllo della circolazione stradale, la Polizia Municipale nei giorni scorsi ha fermato nella zona della Stazione ferroviaria due veicoli commerciali leggeri con targa straniera e sanzionato i relativi conducenti in quanto privi delle necessarie autorizzazioni all'autotrasporto internazionale conto terzi. Gli agenti hanno infatti trovato nel vano di carico e sul rimorchio dei due mezzi decine di pacchi indirizzati a destinatari residenti in Moldavia e Ucraina, segno di un'attività di trasporto internazionale per conto terzi che prevede specifiche autorizzazioni delle quali però i due conducenti erano sprovvisti. I due "titolari" dell'attività irregolare sono stati quindi sanzionati per trasporto internazionale abusivo con un verbale di importo pari a 4130 euro ciascuno, mentre i due veicoli sono stati sottoposti a fermo amministrativo di tre mesi.
Il primo cittadino di Parma si difende, dopo la sospensione dal M5S in seguito ad una indagine della Procura a suo carico per abuso d'ufficio. La decisione è scaturita dopo che sono state avviate delle indagini per abuso d'atti d'ufficio.
di Alexa Kuhne
Parma, 23 maggio 2016
Controdeduzioni del sindaco di Parma, Federico Pizzarotti, all'indomani della sospensione dal Movimento 5 Stelle, che lo ha accusato di 'mancanza di doverosa trasparenza'.
La decisione è scaturita dopo che sono state avviate delle indagini per abuso d'atti d'ufficio a suo carico in relazione alle nomine del Teatro Regio.
Pizzarotti ha indetto, oggi pomeriggio, una conferenza stampa per chiarire, punto dopo punto, la sua posizione.
"CORRETTO CHE LA MAGISTRATURA INDAGHI", ha esordito. "Un esposto sottende delle possibili irregolarità ed è giusto che la magistratura faccia il suo dovere. Il nostro primo pensiero è stato quello di collaborare e chiarire".
"UNICI AD AVER PUBBLICATO L'AVVISO DI GARANZIA". "E' stata scaricata la colpa su di noi mentre l'inchiesta era uscita a dicembre. Era evidente la probabilità di essere io indagato, visto che sono il presidente della Fondazione Teatro Regio".
"NON ABBIAMO AVUTO LA POSSIBILITÀ DI AVER CONTATTI CON IL DIRETTORIO PER MESI", ha sottolineato dopo aver cercato più volte di avere dei contatti con Di Maio per chiarire: "Siamo stati anche derisi. Abbiamo cercato tutti i vertici a Imola, una occasione in cui eravamo vicini, organizzata per parlare e per porre in essere confronti necessari. 'Non ne vedo la necessità' è stata la risposta".
"MANCANO COESIONE E AIUTO RECIPROCO". Questo il terzo dei numerosi punti affrontati.
"Aiutarci nei momenti di difficoltà, dovrebbe essere fondamentale. Siamo un movimento che viene attaccato da tutte le parti e sarebbe utile fare fronte comune, essere uniti, dimostrare la coesione e la capacità di un gruppo di amministrare". Invece è dimostrabile, secondo Pizzarotti, che ci sono stati "casi di archiviazione, ma tutti i vertici hanno cercato di gettare fango su di noi. Sono stati utilizzati metodi diversi con sindaci diversi".
ASSENZA DI CONTATTO DIRETTO E DI REGOLE. "Serve chiarire rifondare trovare modalità con cui cambiare le regole e renderle uguali per tutti. Non abbiamo possibilità di appellarci a regole chiare. Manca un contatto diretto. Non abbiamo mai avuto e voluto la forma dei responsabili regionali proprio per cercare una relazione non mediata".
I RISULTATI DELL'AMMINISTRAZIONE PIZZAROTTI. "Ho avuto il beneficio e il privilegio di essere a guida di città sull'orlo di default. Il Partito democratico diceva di arrendeterci, che non c'era possibilità. E invece, abbiamo ottenuto quasi un 50 per cento di debito estinto. Siamo un esempio per gli altri Comuni per quanto riguarda la raccolta differenziata; abbiamo smaltito l' amianto dalle scuole; abbiamo rispettato l'ambiente e abbiamo creato stabilità economica. Tutto questo viene sottaciuto".