Evasione fiscale milionaria scoperta dalla GDF di Parma. L'impresa edile gestita da un campano era stata trasferita fittiziamente all'estero: al nuovo indirizzo in realtà è dislocato un ristorante.
di Alexa Kuhne
Parma, 9 maggio 2016
Evadendo il fisco riuscivano ad essere più competitivi, a danno delle altre imprese del fidentino. Un pluripregiudicato campano e un calabrese avevano studiato bene il modo di frodare per milioni di euro, creando anche una fittizia sede in Gran Bretagna, dove in realtà vi era un ristorante.
Le Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Parma hanno concluso una complessa indagine tributaria smascherando una società parmense operante nel settore dell'edilizia.
Attraverso l'attività di incrocio delle informazioni delle diverse banche dati disponibili, i finanzieri della Tenenza di Fidenza hanno scoperto che l'impresa, dopo aver omesso la presentazione delle dichiarazioni dei redditi e senza aver mai versato un euro all'Erario, si era trasferita in Gran Bretagna, circostanza alquanto insolita in relazione alla tipologia di attività espletata.
Da quel momento, i finanzieri hanno deciso di approfondire i dati emersi, fino a riscontrare che all'indirizzo dichiarato come nuova sede dell'impresa, in realtà, esisteva un noto locale di ristorazione che, evidentemente, nulla aveva a che vedere con l'edilizia.
Gli approfondimenti investigativi hanno fatto emergere un sistema criminoso ben collaudato: il reale amministratore dell'impresa, infatti, è un pluripregiudicato di origini campane, il quale, dopo aver affidato l'azienda ad un prestanome nullatenente calabrese, aveva creato un consistente giro d'affari senza, però, mai presentare alcuna dichiarazione dei redditi.
Vieppiù, l'imprenditore era solito compensare i contributi previdenziali ed assistenziali dovuti all'INPS per i propri dipendenti, con crediti IVA del tutto inesistenti; così operando riusciva ad ottenere lavori in vari cantieri a prezzi competitivi, a tutto svantaggio delle imprese oneste del settore edile che venivano danneggiate da questa concorrenza sleale.
Al fine di non attrarre l'attenzione del fisco, la società era trasferita a Londra e tutta la documentazione contabile veniva fatta sparire; tutto ciò, allo scopo di far disperdere le proprie tracce ed ostacolare ogni pretesa tributaria.
Le ulteriori indagini, esperite attraverso mirate perquisizioni disposte dalla Procura di Parma ed il coinvolgimento di numerosi clienti, i cosiddetti controlli incrociati, permettevano di ricostruire un giro d'affari, conseguito sul territorio nazionale anziché all'estero, di circa 5 milioni di euro in soli 2 anni, con un'IVA evasa al bilancio nazionale dello Stato di circa un milione di euro.
Per gli amministratori che risultavano formalmente nei documenti contabili e, soprattutto, per le persone che di fatto occultamente gestivano la società senza comparire negli atti amministrativi della stessa, scattava la denuncia a piede libero per le ipotesi di reato concernenti l'omessa presentazione delle dichiarazioni annuali, l'occultamento e/o distruzione delle scritture contabili e l'indebita compensazione di tributi, che prevedono pene che vanno da diciotto mesi a sei anni di reclusione.
I carabinieri del Reparto Territoriale di Aversa stanno, infatti, dando esecuzione ad un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale di Napoli.
Parma, 9 maggio 2016
È partita all'alba l'operazione anti pizzo della Direzione Distrettuale Antimafia che interessa anche Parma, oltre a Caserta, Napoli, Latina, Sassari.
I carabinieri del Reparto Territoriale di Aversa stanno, infatti, dando esecuzione ad un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale di Napoli, nei confronti di otto indagati, ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione tentata e consumata, lesioni personali e porto di armi, tutti con l'aggravante del metodo mafioso. Destinatari dei provvedimenti affiliati del gruppo Caterino Ferriero del clan dei Casalesi.
Le indagini sono partite nel 2008 e hanno permesso di scoperchiare una fitta rete di affiliati che hanno commesso estorsioni, tentate e consumate, messe in atto dagli indagati nei confronti di imprenditori del settore edile e commercianti dell'agro aversano. AK.
Monsignor Cocchi ha guidato la diocesi di Modena – Nonantola dal 1996 al 2009. Le esequie sono previste alle ore 10 nella Cattedrale di Modena. Lunedì sera è prevista una veglia di preghiera anche nel Duomo di Parma.
di Manuela Fiorini
Modena, 5 maggio 2016
Si svolgeranno sabato 7 maggio, alle ore 10, i funerali di Monsignor Benito Cocchi, arcivescovo emerito di Modena-Nonantola, scomparso questa mattina presso la Casa del Clero di Bologna, dove viveva dopo il suo ritiro, all'età di 81 anni.
Monsignor Cocchi ha guidato la diocesi di Modena – Nonantola dal 1996 al 2009. In precedenza, dal 1982 al 1996 era stato anche vescovo di Parma. Lunedì 9 maggio è prevista una veglia di preghiera nel Duomo di Parma, presieduta da Mons. Enrico Solmi, vescovo della diocesi parmense, modenese di origine e ordinato proprio da Monsignor Cocchi nel marzo del 2008.
Si è spento a Bologna a 81 anni, dove viveva nella Casa del Clero dopo aver lasciato la Diocesi nel 2010 per raggiunti limiti di età. Era nato a Minerbio il 5 novembre 1934. Nel 1982 era stato nominato Vescovo di Parma e nel 1996 arcivescovo abate di Modena-Nonantola.
Di Manuela Fiorini
BOLOGNA - E' tornato alla Casa del Padre, all'età di 81 anni, Monsignor Benito Cocchi, arcivescovo emerito di Modena-Nonantola. Lo ha annunciato con una nota l'agenzia Sir ale 11.47. Poco dopo le 12, anche le campane della Ghirlandina, la torre campanaria di Modena, hanno dato l'annuncio della scomparsa di Monsignor Cocchi alla città.
Era nato a San Giovanni Triariom nel Comune di Minerbio, nel bolognese, il 5 novembre 1934. Compie gli studi religiosi prima nel Seminario Arcivescovile poi al Seminario Regionale di Bologna. Dopo la laurea in Diritto Canonico presso la Pontificia Università Lateranense viene ordinato sacerdote a Bologna il 14 marzo 1959. Comincia a esercitare il suo ministro nel 1963 prima presso le parrocchie dei SS Francesco Saverio e Mamolo di Bologna e di San Severino di Corticello, dove si occupa della Casa della Carità. In quell'anno diventa anche assistente diocesano della FUCI (Federazione Universitaria Cattolica Italiana); dal 1965 al 1970 è assistente delle Guide Italiane e docente del Seminario Regionale. Si dedica poi, in particolare, alle problematiche della famiglia come consulente del Consultorio Matrimoniale.
Viene ordinato vescovo il 6 gennaio 1975 dal Cardinale Antonio Poma, a Bologna. Il 22 maggio 1982 viene nominato vescovo di Parma. Dal dicembre 1994 al settembre 1995 ricopre anche il ruolo di amministratore apostolico di Piacenza –Bobbio. Nel giugno del 1995 entra nella presidenza della Caritas Italiana, di cui diventa presidente il 12 dicembre 1996 fino al maggio del 2003.
Il 12 aprile 1996 viene nominato da Giovanni Paolo II arcivescovo abate di Modena-Nonantola e fa il suo ingresso in diocesi il 9 giugno 1996, subentrando a Monsignor Bartolomeo Sant Quadri. Dell'espiscopato modenese si ricorda la visita pastorale alle parrocchie (1997-2002) e quella alle Unità Pastorali (2003-2005), il Convegno della Montagna (2002-2003) e il terzo Convegno della Chiesa di Modena-Nonantola (2007). Nel 2007, l'8 settembre, celebra in Duomo i funerali del tenore Luciano Pavarotti, mentre, nel 2009, a Parma, quelli del suo successore in quella diocesi, Silvio Cesare Bonicelli.
Il 27 gennaio 2010, papa Benedetto XVI accetta la sua rinuncia al governo pastorale dell'arcidiocesi per raggiunti limiti di età. Gli succede Antonio Lanfranchi, poi deceduto il 17 febbraio 2015.
Nel suo saluto alla città, Monsignor Cocchi ha sottolineato i valori importanti come la famiglia, la formazione nella fede e l'attenzione al tema del lavoro, soprattutto in tempi di crisi. "Tutti i cittadini di Modena sono splendidi, sempre capaci di essere aperti a tutti, capaci di accogliere quello che incontrano nel mondo". Si ritira a vivere presso la Casa del Clero di Bologna, dove è venuto a mancare questa mattina. La data delle esequie non è ancora stata resa nota.
Oltre alla diffusione dei marchi "Slot Free ER", promossi dalla Regione Emilia Romagna, il Consiglio Comunale si è pronunciato sulla limitazione dell'orario di utilizzo delle macchinette e multe per i trasgressori.
Parma, 5 maggio 2016
Il Comune di Parma vuole adottare misure che limitino la diffusione e l'abuso delle slot machine, sempre più fonte di gravi patologie.
Per questo, con il benestare di AUSL e Questura, e soprattutto per effetto dell'unanime pronunciamento del Consiglio Comunale, ha deciso di adottare misure in favore degli esercenti che non ospitano questo strumenti e di prevedere limitazioni alla diffusione agli orari di funzionamento delle macchinette.
Verranno premiati gli esercenti virtuosi che dichiarano di non ospitare slot machine nei loro esercizi pubblici, grazie all'iniziativa promossa dalla Regione Emilia Romagna con la diffusione dei marchi "Slot Free ER", da applicare sulle vetrine. Per ottenerlo sarà sufficiente presentare domanda su apposito modulo (reperibile al DUC o sul sito del Comune) dal 10 maggio prossimo. Questo permetterà anche di godere di agevolazioni fiscali.
Inoltre verranno limitati gli orari di utilizzo delle slot machine fra le 10 e le 13 e fra le 17 e le 23, prevedendo sanzioni da 300 euro per chi consente l'utilizzo oltre gli orari previsti dall'ordinanza, e di 100 euro per chi non spegne le macchine in quelle stesse fasce orarie. Allo studio c'è anche l'ipotesi di prevedere la sospensione dell'attività.
Infine l'Amministrazione ha manifestato l'intenzione di una previsione urbanistica che minimizzi l'impatto delle sale slot in luoghi in cui la loro presenza può essere fonte di impatto sociale.
Grazie alle verifiche effettuate, gli agenti hanno appurato che il mezzo circolava da oltre quattro anni senza essere stato sottoposto a revisione obbligatoria annuale.
Piacenza, 5 maggio 201
Ieri pomeriggio, nel corso della normale attività di verifica della circolazione stradale, la pattuglia del Pronto Intervento della Polizia Municipale ferma per un posto di controllo nella zona della Caorsana ha intimato l'alt a un autocarro Iveco intestato a una ditta di autotrasporti di Caserta e richiesto al conducente di esibire i documenti di guida.
Grazie alle verifiche effettuate, gli agenti hanno appurato che il mezzo circolava da oltre quattro anni senza essere stato sottoposto a revisione obbligatoria annuale. Di fronte a tale contestazione il conducente, un uomo di nazionalità marocchina residente nella provincia di Lodi, ha risposto esibendo agli agenti una denuncia di smarrimento della carta di circolazione del mezzo e alcune ricevute di prenotazione di revisione inoltrate alla Motorizzazione della provincia di Caserta.
A fronte di ulteriori accurati controlli, la pattuglia ha in seguito rilevato alcune carenze tecniche per cui il conducente è stato sanzionato secondo quanto prescritto dagli articoli 80, 142 e 180 del Codice della Strada e sospeso dalla circolazione per la ripetuta mancata revisione.
Dei dodici veicoli pesanti controllati nel corso del pomeriggio di ieri, anche un altro autocarro Om immatricolato nel 1973 è stato sanzionato ai sensi dell'art 79 del Codice della Strada in quanto, dai controlli effettuati, gli agenti della Polizia Municipale hanno rilevato anomalie nell'efficienza tecnica del mezzo.
Al cinema in centro con il contrassegno invalidi non intestato a lei per entrare e parcheggiare in ztl: sanzione e rimozione dell'auto parcheggiata davanti a un passo carraio.
Modena, 5 maggio 2016
Pensava di farla franca e potersi recare al cinema in centro a Modena parcheggiando l'auto con il contrassegno invalidi ber in vista sul cruscotto. E' successo domenica sera in via Ganaceto. Un cittadino ha allertato la Municipale per la presenza di una Kia Sportage parcheggiata davanti al passo carraio che non gli permetteva di entrare nella propria abitazione.
Per non creare eccessivi disagi all'invalido intestatario del pass, la Municiapale ha spostato l'auto solo di alcuni metri, in modo comunque da liberare il passaggio. Poi però è stata raggiunta a casa l'anziana signora che risultava intestataria del pass e qui la sorpresa nel trovarla in casa.
Ad usare impropriamente il pass durante la serata, per recarsi al cinema in centro, era stata invece la figlia, che è stata sanzionata per accesso e sosta in zona a traffico limitato senza autorizzazione e per l'uso improprio del contrassegno invalidi ai sensi dell'ordinanza comunale, il tutto per un importo di quasi 300 euro. E a questo punto i vigili le fanno anche rimuovere l'auto con il carro attrezzi.
A Modena attualmente le persone con contrassegno invalidi sono circa 4.800; il pass, di colore azzurro e recante la fotografia del titolare, consente di accedere a una serie di agevolazioni, ma è strettamente personale e può essere utilizzato solo in presenza dell'intestatario. La Polizia municipale è particolarmente attenta a contrastare l'abuso compiuto da chi utilizza impropriamente un permesso intestato a una persona diversamente abile, perché così si rischia di sottrarre ingiustamente posto a chi ne ha veramente bisogno.
Si tratta di un marocchino 30 enne, clandestino e con precedenti, che alla vista dei poliziotti ha inforcato un motorino, poi risultato rubato. Nella casa del pusher sono stati trovati 5 kg di eroina e 9000 euro in contanti.
Di Manuela Fiorini
Modena, 3 maggio 2016
Aveva fatto del suo appartamento di via Cadiane, alla periferia di Modena, un vero e proprio supermarket dello spaccio, frequentato sia da tossicodipendenti di Modena e Reggio, sia da piccoli spacciatori, che si rifornivano al dettaglio. Tuttavia, proprio il continuo via vai ha insospettito le Forze dell'Ordine che hanno messo in essere una serie di appostamenti.
Nella giornata di ieri, gli agenti della Squadra Mobile della Questura di Modena sono passati all'azione. Hanno atteso che l'uomo, M.H, 30 enne marocchino e pregiudicato, non in regola con il permesso di soggiorno, uscisse dalla sua abitazione per poi procedere al fermo. Alla vista degli agenti, tuttavia, l'uomo si sarebbe dato alla fuga a bordo di un motorino, poi risultato rubato, e ha cercato di seminare i poliziotti prima procedendo in maniera disordinata, poi tentando di investire due agenti. Alla fine, l'unione fa la forza è la Squadra Mobile è riuscita a fermare il pusher dopo una breve colluttazione, conclusasi con qualche escoriazione. Sia il magrebino che i due agenti sono stati poi medicati al Pronto Soccorso. Addosso, il pusher aveva una piccola quantità di droga, ma gli agenti non si sono fermati all'apparenza e hanno deciso di perquisire l'appartamento dell'uomo.
Proprio qui sono rinvenuti ben 5 kg di eroina, suddivisi in cinque panetti da 1 kg ciascuno, 300 gr della stessa sostanza, già pronta alla vendita e 100 gr di cocaina. Merce che sul mercato avrebbe fruttato al "grossista" circa 300 mila euro. La droga è stata così sequestrata, insieme al materiale per tagliarla e confezionarla, alcuni telefoni cellulari con i quali lo spacciatore manteneva i contatti con gli acquirenti e 9000 euro in contanti, probabile ricavo del fruttuoso commercio.
Per M.H. sono così scattate le manette. Le accuse sono di detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio e resistenza a pubblico ufficiale, a cui si aggiunge pure la ricettazione per il motorino rubato.
Agiva nell'atrio della stazione autocorriere di Modena. Giudicato colpevole è stato condannato a un anno e 4 mesi di reclusione. In caso di vendita, rischio di denuncia anche per gli acquirenti.
Modena, 3 maggio 2016
Cercava di vendere smartphone apparentemente di ultima generazione, come l'IPhone 4, ma in realtà contraffatti, nell'atrio della stazione autocorriere di Modena nell'ottobre del 2013 ed era stato sorpreso dalla Polizia municipale grazie al sistema di videosorveglianza. Nei giorni scorsi il rumeno, allora 18 enne (C.M. le iniziali), è stato condannato a un anno e 4 mesi di reclusione per la vendita di merce contraffatta, poi sequestrata, e per ricettazione. Gli è stata inflitta anche una sanzione pecuniaria di 450 euro che si va a sommare alla sanzione amministrativa di oltre 5 mila euro già comminata dalla Polizia municipale nel 2013.
Il giovane, che all'epoca risultava già noto alle forze dell'ordine, è stato condannato in contumacia. All'epoca dichiarò di essere provvisoriamente alloggiato presso un campo nomadi di Milano.
Il telefono sequestrato era all'apparenza simile a un iPhone ma gli accertamenti svolti dal personale di Polizia municipale appositamente formato nell'ambito del progetto "Modena, insieme contro la contraffazione" hanno consentito di appurare che si trattava da un apparecchio contraffatto. Qualora fosse stato acquistato, anche l'acquirente avrebbe rischiato denuncia e sanzione pecuniaria. Mentre l'utilizzo dell'apparecchio, per il quale non sono state rispettate le norme di sicurezza sull'emissione delle onde elettromagnetiche, avrebbe potuto comportare rischi per la salute. Il progetto "Modena, insieme contro la contraffazione" è sviluppato dal Comune (Polizia municipale e servizio Politiche delle sicurezze), insieme a Prefettura, Camera di Commercio e Azienda Us, in collaborazione con le associazioni dei consumatori, anche grazie a un finanziamento dell'Anci ( www.comune.modena.it/politichedellesicurezze ).
I parmigiani si riappropriano dei quartieri contro degrado e piccola criminalità. Grande partecipazione mercoledì sera alla Passeggiata organizzata dal giornalista Luigi Alfieri del movimento "Parma non ha paura", svoltasi nel quartiere San Leonardo.
Oltre alla partecipazione spontanea dei cittadini, erano presenti molte testate anche televisive. Oggi alle 11,00 su La7 la giornalista Myrta Merlino nella trasmissione "L'Aria che tira" si occuperà di "Parma non ha Paura".
Foto di Francesca Bocchia
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