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Diciassette veicoli privi di copertura assicurativa sequestrati nei giorni scorsi dalla Polizia Municipale. Per riottenere l'auto i titolari dovranno pagare la sanzione di 848 euro.

Piacenza, 6 luglio 2016

La sezione territoriale della Polizia Municipale, a seguito di specifici controlli effettuati nelle ultime due settimane che hanno interessato diverse zone della città (il centro storico, i parcheggi vicino alla stazione, ma anche le frazioni e le periferie), ha proceduto al sequestro di diciassette veicoli, risultati privi della prescritta copertura assicurativa per la responsabilità civile funzionale all'eventuale risarcimento di danni e/o lesioni in caso di incidenti stradali. Per riottenere l'auto i titolari dovranno pagare la sanzione di 848 euro, decurtata del 30 per cento in caso di versamento entro cinque giorni, oltre alle spese di custodia e trasporto, nonché l'assicurazione per almeno sei mesi. Dopo l'entrata in vigore della più recente normativa che non impone più l'obbligo dell'esposizione del tagliando, il controllo della mancata copertura assicurativa da parte della Polizia Municipale avviene ormai in modalità automatica, tramite interrogazione alla banca dati, aggiornata in tempo reale con i dati delle assicurazioni e delle revisioni.

Pubblicato in Cronaca Piacenza
Mercoledì, 06 Luglio 2016 12:03

Spara a due promoter di contratti porta a porta

Il 48enne non ha gradito la visita dei due promoter di contratti porta a porta e li ha messi in fuga con una scacciacani: denunciato dai Carabinieri per minaccia aggravata e detenzione illegale di munizionamento.

Bologna, 6 luglio 2016

I Carabinieri della Stazione di Pianoro hanno denunciato un 48enne italiano per minaccia aggravata e detenzione illegale di munizionamento.
Ieri mattina, intorno alle ore 11:00, la Centrale Operativa del 112 è stata informata che due promoter di contratti porta a porta, dipendenti di una società di energia elettrica, erano stati messi in fuga da un cittadino armato di pistola che non aveva gradito la loro visita a casa. I Carabinieri di Pianoro che si sono recati sul posto hanno scoperto che l'uomo, poi identificato nel 48enne, aveva allontanato i due promoter, non ancora identificati, "sparandogli" con una pistola scacciacani. La pistola è stato sequestrata unitamente a 149 proiettili veri, di vario calibro, illegalmente detenuti.
Nella circostanza, gli inquirenti hanno ritirato, a scopo cautelativo, anche tre fucili, una pistola e una carabina, veri che lo sparatore, incensurato, deteneva legalmente.

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Gravissime le condizioni della 60enne che, poco prima delle 21 di lunedì 4 luglio in via Quatto Novembre a Piacenza, è stata travolta e gettata violentemente contro un'auto in sosta.

Piacenza, 05 Luglio 2016

Gravissime le condizioni della 60enne che, poco prima delle 21 di lunedì 4 luglio in via Quatto Novembre a Piacenza, è stata travolta e gettata violentemente contro un'auto in sosta.

Ad investirla una Fiat Cinquecento che ha colpito la bici sui cui viaggiava la donna. Alla guida una 30enne piacentina rimasta illesa. La dinamica dell'incidente non è ancora chiara, la Polizia Municipale si sta occupando di comprendere cosa sia realmente accaduto. Dalle prime ricostruzioni sembra che la ciclista fosse in procinto di attraversare le strisce pedonali quando l'auto l'ha centrata in pieno buttandola contro la fiancata di una Lancia Delta parcheggiata a lato della carreggiata.

L'impatto è stato tremendo. Subito sono arrivate sul posto le ambulanze della Croce Rossa, della Croce Bianca e l'automedica del 118. La vittima ora si trova ricoverata in ospedale e le sue condizioni sono estremamente gravi. Si attendono nuovi sviluppi e aggiornamenti sull'accaduto e sulla salute della donna.

Pubblicato in Cronaca Piacenza

La Guardia di Finanza di Reggio Emilia ha sequestrato l'intero patrimonio ad un imprenditore reggiano che non solo deteneva abusivamente armi da fuoco, ma che ha evaso il fisco per 5 milioni di euro.

di Alexa Kuhne

Reggio Emilia, 4 luglio 2016 –

Deteneva abusivamente un arsenale di armi. E non solo. Perché, il noto imprenditore operante nel settore della meccanica, ha evaso il fisco per 5 milioni di euro.
Nei giorni scorsi la Guardia di Finanza e la Polizia di Stato hanno dato esecuzione al provvedimento di sequestro di beni, emesso dal Tribunale di Reggio Emilia nei confronti di B.C., imprenditore reggiano operante nel settore della meccanica.
Sono stati, nel 2014, gli uomini della Polizia di Stato, nel corso di un controllo amministrativo sul conto del noto industriale reggiano, a constatare che lo stesso aveva nella propria disponibilità 2.400 fucili e pistole e denaro contante per circa 1.000.000 (tra euro e dollari americani). In quella circostanza, l'imprenditore, ritenuto responsabile del reato di detenzione abusiva di munizionamento per armi da guerra, era stato arrestato.
Dal momento del fermo la Guardia di Finanza ha avviato un'attività di verifica fiscale nei confronti della ditta individuale riconducibile al soggetto, riscontrando la sottrazione di denaro imponibile a tassazione per circa 5 milioni di euro e ha così denunciato l'imprenditore per i dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici e per occultamento o distruzione di documenti contabili.

A garanzia del debito tributario è stata avanzata la richiesta di sequestro per equivalente per oltre 3 milioni di euro.
Stante la pericolosità economico - fiscale emersa all'esito della verifica, i militari della Compagnia della Guardia di Finanza di Reggio Emilia hanno avviavato accertamenti nei confronti dell'imprenditore e dei componenti del nucleo familiare, nei cui patrimoni è stata effettivamente evidenziata l'esistenza di una netta sproporzione fra i redditi dichiarati e le patrimonialità accumulate.

Il Tribunale di Reggio Emilia, verificata l'esiguità dei redditi leciti dichiarati (non sufficienti neppure a coprire il costo della vita determinato dall'Istat), ha fatto sequestrare tre abitazioni per un valore di circa 500.000 euro, un complesso aziendale composto da tre capannoni industriali con relativi impianti, macchinari e prodotti, nove veicoli, 2.400 armi da fuoco per un valore di circa un milione e mezzo di euro, 169 tra orologi di pregio, anelli, collane e bracciali d'oro, il saldo attivo presente nei vari conti correnti e depositi per € 1.425.142 e 3.100 dollari americani.

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La Guardia di Finanza di Parma ha sequestrato, questa mattina, un patrimonio di 11 milioni alla nota azienda alimentare parmense. Il reato è quello di truffa aggravata. Indagati i due amministratori. Si tratta di un decreto di sequestro preventivo d'urgenza emesso dalla Procura della repubblica di Parma....

di Alexa Kuhne

Parma, 4 luglio 2016

Sembrava una azienda alimentare fiorente, così sana da indurre in errore una società che finanzia le imprese che dimostrino di essere floride ad erogare soldi pubblici per 11 milioni di euro.
Sotto l'apparente stato di benessere si nascondeva invece l'inganno per il quale è stato ipotizzato il reato di truffa aggravata per l'ottenimento di erogazioni pubbliche. A commettere il raggiro sono stati i due amministratori della Parmacotto.
E' stata questa mattina la Guardia di Finanza di Parma, a seguito di una complessa indagine economico-finanziaria avviata da circa un anno e, successivamente, coordinata e diretta dalla Procura della Repubblica di Parma, ad eseguire il provvedimento di sequestro patrimoniale per 11 milioni di euro, emesso in via d'urgenza dalla stessa Procura.
Le menti della truffa sarebbero i due amministratori pro-tempore della società: attraverso artifici contabili, false attestazioni e la conseguente falsificazione di un bilancio annuale d'esercizio, erano riusciti a far apparire una situazione economico-patrimoniale talmente fiorente da indurre in errore una società di diritto pubblico - una di quelle che hanno finalità di sostenere e sviluppare investimenti produttivi e programmi di sviluppo di aziende italiane sane e redditizie – tanto da convincerla, su richiesta dell'azienda stessa, ad erogare un finanziamento di 11 milioni di euro.
Denaro pubblico concesso nel settembre del 2011 quando i due responsabili amministrativi erano stati capaci di un bilancio fasullo, non rispondente alla reale situazione economica e finanziaria dell'azienda, evitando così di far apparire una consistente perdita di esercizio.
La situazione critica latente è poi esplosa nel 2014 quando la società si è vista costretta a ricorrere, per le enormi perdite non più occultabili, alla procedura, prevista dalla legge Fallimentare, del "concordato preventivo in continuità", uno strumento che, introdotto nel 2012, permette ad una azienda che ha una situazione debitoria anche irreversibile, di proporre ai creditori un piano di rientro.
Il sequestro stabilito dalla Procura della Repubblica mira a recuperare il denaro pubblico che l'azienda ha ricevuto indebitamente sotto forma di aumento del proprio capitale sociale: le concessioni di tali forme di finanziamento pubblico hanno lo scopo di sostenere le aziende italiane in crescita, sane e redditizie, escludendo, pertanto, "salvataggi" di realtà aziendali che acquisirebbero, così, un ingiusto vantaggio sul mercato a scapito di quelle aziende che, pur in difficoltà, rispettano le leggi e continuano, tuttavia, ad improntare i loro atti e comportamenti sull'onestà e sull'etica, sia gestionale che contabile.
L'azienda non verrà chiusa: il complesso dei beni aziendali (disponibilità finanziarie, quote societarie, beni mobili e immobili, ecc), sottoposti a vincolo giudiziario, verranno utilizzati e gestiti sotto il controllo di un amministratore giudiziario professionista del settore, appositamente nominato dalla Procura della Repubblica, al fine di garantire la continuità e lo sviluppo aziendale e sino al completo recupero, da parte dello Stato, delle somme illecitamente percepite dalla società.
L'operazione di servizio si inserisce nel più ampio ambito delle funzioni demandate alla Guardia di Finanza che, quale forza di polizia economico-finanziaria, punta non solo al recupero dei tributi evasi ma anche al controllo della Spesa Pubblica e al recupero dei conseguenti illeciti impieghi di fondi pubblici.

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Mercoledì, 29 Giugno 2016 17:45

Modena, incidente fra autobus e vettura

Incidente in via M.L. King tra un autobus ed un'autovettura. A bordo del bus erano presenti 4 passeggeri: nessun ferito grave e danni lievi al mezzo di Seta. 

Modena, 29 giugno 2016

Questa mattina, alle ore 12 circa, un autobus Seta in servizio sulla linea urbana n° 14 che procedeva verso il capolinea di via Portorico si è scontrato con un'autovettura Fiat Punto che proveniva da via Gandhi.
A bordo del bus erano presenti 4 passeggeri, due uomini e due donne: una di queste ha richiesto l'intervento del 118, accusando dolori alla testa provocati dall'urto contro un pannello divisorio in plexiglass. Gli altri tre passeggeri non hanno invece lamentato conseguenze fisiche particolari, ma solo qualche escoriazione. Anche il conducente dell'autovettura ha riportato contusioni di media entità, ed è stato quindi soccorso dai sanitari prontamente intervenuti sul posto. I rilievi di legge sono stati effettuati da parte della Polizia Municipale e della Polizia Stradale.
L'autobus non ha riportato danni particolarmente seri, ed è stato quindi riportato in deposito per le opportune riparazioni. Il servizio sulla linea 14 è ripreso dopo pochi minuti con un mezzo sostitutivo.
Secondo quanto riportato dal conducente del bus, l'autovettura non ha rispettato il segnale di precedenza posto all'intersezione tra le due strade. La dinamica dell'incidente potrà essere ulteriormente chiarita sia grazie alle testimonianze dei passeggeri presenti a bordo dell'autobus, sia esaminando le immagini registrate dalla telecamera digitale posta sul parabrezza del bus, che Seta ha subito messo a disposizione della Polizia Municipale.

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All'alba di questa mattina i Carabinieri di Parma hanno fatto una retata che ha permesso di arrestare 17 persone di diversa nazionalità che spacciavano grossi quantitativi di droghe leggere e pesanti tra gli adolescenti del Parmense

di Alexa Kuhne

Parma, 28 giugno 2016 -

Erano i fornitori della droga a disposizione di alcuni studenti delle scuole del Parmense.
Li chiamavano a qualsiasi ora per essere approvvigionati di ogni tipo di droga: hashish, anfetamine, cocaina, ketamina, Mdma. E loro erano sempre pronti, veloci nelle consegne. Usavano parole in codice come 'regalo', 'pacchetto', per trattare al telefono la merce coi compratori. Poi partivano per rifornire la clientela, soprattutto dolescenti di Colorno, Fidenza e altri centri del Parmense.
L'operazione dei Carabinieri di Parma e di Colorno è stata denominata Bassa Siberia, dal nome di una strada di Colorno in cui avvenivano alcuni incontri tra spacciatori e acquirenti.
Lunghe, articolate indagini, intercettazioni telefoniche, appostamenti, partiti nel 2013 e che hanno portato, all'alba di stamane, a un blitz che ha impegnato decine di militari dell'Arma e agli arresti di 17 persone.
I Carabinieri hanno dato esecuzione ad una serie di provvedimenti cautelari (10 in carcere e 7 ai domiciliari oltre a 7 obblighi di presentazione alla P.G.), emessi dal Tribunale di Parma, nei confronti di soggetti di diverse nazionalità (italiana, albanese, marocchina, nigeriana e serba), operanti nelle provincie di Parma, Reggio Emilia e Mantova.
Gli indagati sono accusati di aver posto in essere, nell'hinterland parmense, un'attività di spaccio di sostanze stupefacenti di tipo cocaina, anfetamina, MDMA, ketamina, marijuana e hashish.
I sequestri effettuati hanno inoltre evidenziato che gli indagati vendevano molteplici tipologie di stupefacente, dalle c.d. "droghe leggere", quali hashish e marijuana, a quelle c.d. "pesanti" quali cocaina, anfetamina, MDMA e ketamina. Le cessioni dello stupefacente venivano principalmente effettuate a giovani di Colorno e dell'hinterland parmense, approfittando anche della presenza in zona di alcune importanti istituzioni scolastiche e formative.
Nel corso delle indagini sono state accertate centinaia di cessioni di stupefacente, denunciate tredici persone, di cui sei in stato di arresto, tutte condannate, e segnalati quali assuntori otto soggetti.
Le indagini hanno consentito il sequestrato di 844 grammi di marijuana, 59 grammi di MDMA, 35 grammi di hashish, 1,6 grammi di cocaina, 10,6 grammi di ketamina, 5,54 grammi di anfetamina (il tutto suddiviso in dosi).

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Partiti i lavori di riqualificazione del parco di Villa Parma, segnato dai danni dell'alluvione dell'ottobre 2014. Un nuovo anfiteatro, giochi per i bambini e un orto didattico: il quartiere degli anziani si apre a tutta la città.

Parma, 28 giugno 2016

Al via i lavori di riqualificazione di una delle aree verdi più estese della città. Il parco di Villa Parma che ha subito danni causati dall'alluvione dell'ottobre 2014, sarà uno spazio più fruibile, sia alle persone che abitano nelle residenze di Ad Personam che ai residenti del quartiere, che potranno accedere per godere del fresco degli alberi o profittare della nuova area gioco.

All'avvio dei lavori hanno partecipato il sindaco, Federico Pizzarotti, l'assessore al bilancio Marco Ferretti; l'assessore ai lavori pubblici, Michele Alinovi; l'assessore al welfare, Laura Rossi; l'amministratore unico di Asp Ad Personam Marcello Medogni, la direttrice generale di Ad Personam Stefania Miodini ed i progettisti.

Ha espresso soddisfazione il primo cittadino, Federico Pizzarotti, in merito all'avvio dell'importante intervento di riqualificazione. "Prendono oggi avvio i lavori di riqualificazione di un luogo, il parco di villa Parma, che assume una nuova veste: da luogo chiuso a luogo aperto con la possibilità di essere vissuto anche da parte della cittadinanza. L'intervento più evidente sarà l'eliminazione del muro perimetrale del parco per creare un dialogo tra area verde e parte esterna".

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L'amministratore unico di Asp Ad Personam, Marcello Medongni, ha rimarcato che: "Ripensiamo interamente alla funzione di questo parco, il quarto per estensione della città. I lavori sonno stati programmati in parte per porre rimedio ai danni dell'alluvione in parte per fare in modo che il parco diventi un parco intergenerazionale, cioè aperto al dialogo tra gli ospiti di Villa Parma ed i cittadini del quartiere".

"L'inclusione – ha proseguito l'assessore ai lavori pubblici Michele Alinovi – avviene anche attraverso questa idea di città che si concretizza con la realizzazione del nuovo parco di Villa Parma, il parco intergenerazionale, per fare in modo che questo spazio pubblico sia luogo di scambio di esperienze tra generazioni. Si tratta di un progetto di ampio respiro, che prende avvio oggi e che prevede, per il prossimo futuro, la posa della prima pietra della nuova casa protetta che sorgerà nel lato sud – ovest del complesso, una struttura pubblica a servizio della terza età che avrà un costo pari a circa 6 milioni e 500 mila euro".

"L'intervento che prende avvio oggi – ha aggiunto l'assessore al welfare Laura Rossi – è un segno tangibile della rinascita di Asp, un'azienda che avevamo ereditato nel 2012 e che era, allora, in via di smantellamento. Abbiamo fatto una scommessa che è stata vinta sia da un punto di vista aziendale che dei servizi e gli interventi messi in atto confermano che si tratta di interventi di qualità per un'azienda pubblica che può funzionare bene".

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Il direttore generale di Ad Personam, Stefania Miodini, ha ribadito il fatto che si "investe in un luogo di comunità, con attenzione verso gli spazi di tranquillità e riservatezza degli ospiti, ma non di chiusura".

I progettisti, architetto Marco Cobianchi e ingegner Annalisa Guareschi, hanno illustrato la tipologia di intervento che prevede fra l'altro l'eliminazione delle auto dall'interno del parco e la realizzazione di isole attrezzate per fasce di età.

Asp Ad Personam ha affidato alla ditta Airoldi srl di Busto Arsizio di Varese la realizzazione della prima parte di lavori, i primi tre stralci funzionali del "Progetto di ripristino e riqualificazione del Parco di Villa Parma", che interessano tutta la parte verso piazzale Fiume. Il cantiere è partito dall'area di fronte Tigli, poi nel corso dell'estate si estenderà alle zone limitrofe.

Il progetto è dell'architetto Marco Cobianchi e dell'ingegner Annalisa Guareschi; responsabile del procedimento è la geometra Lidia Geroli. I lavori verranno completati un 106 giorni. Il costo dei lavori appaltati è di circa mezzo milione di euro, a carico di Asp Ad Personam, poco più della metà per rimediare ai danni dell'alluvione e il resto per migliorare il Parco.

Le opere da realizzare sono molte. Verrà costruito un nuovo anfiteatro con palco per iniziative all'aperto per gli anziani che abitano a Villa Parma. Saranno allestite tre area gioco con altalene, scivoli e giostre, a disposizione dei bambini che vengono a trovare i loro nonni o che abitano nel quartiere. Verranno abbattuti i muri che cintano l'ingresso – danneggiati dall'alluvione – e sostituiti con una cancellata sul lato di piazzale Fiume e di via Stirone e con una rete metallica su via Taro, così da dare visibilità dall'interno all'esterno e viceversa.

A protezione delle residenze, attorno ai Tigli sarà elevata una recinzione bassa con una bella siepe, distinguendo l'ingresso pedonale e quello dei mezzi di fornitori ed emergenze e riservando uno spazio aperto al centro diurno Molinetto.

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Del parco saranno sistemate le aree verdi, con rifacimento del prato, sostituzione di alcuni alberi, in particolare per eliminare quelli con radici meno solide, e rinfoltimento degli arbusti. Ci saranno nuovi percorsi pedonali con panchine. Nascerà anche un'area con orti didattici, dove potranno lavorare gli anziani, con vasche basse utilizzabili anche da chi si muove in carrozzina.

L'elenco dei lavori comprende anche il rifacimento dell'illuminazione esterna, dell'impianto di irrigazione, della rete fognaria e dei cordoli che proteggono aiuole e prati, tutti elementi pesantemente danneggiati dall'alluvione di due anni fa.

Infine, cambierà la viabilità interna. Il progetto prevede l'apertura di più accessi e la creazione di nuovi posto auto a servizio dei visitatori e del personale, con accesso diretto da via Stirone e uscita da piazzale Fiume, un percorso che eliminerà il traffico sui viali attorno alle residenze.

Pubblicato in Cronaca Parma
Martedì, 28 Giugno 2016 12:03

Modena, trovato un cadavere nel frigo

Si tratta di Bernadette Fella, 55 anni. Il suo corpo è stato trovato in cantina in avanzato stato di decomposizione. A ucciderla l'ex compagno, che ha confessato di averla strangolata dopo una lite.

Di Manuela Fiorini

Modena, 28 giugno 2016

Un odore pungente, talmente forte da fare pensare a una fuga di gas. Così, i residenti di una palazzina di via Nazionale per Carpi 101, nel quartiere della Madonnina, hanno chiamato i Vigili del Fuoco. I miasmi provenivano da una cantina di proprietà di Bernadette Fella, 55 anni, detta Betta, che viveva sola all'ultimo piano dell'edificio. Una volta forzata la porta della cantina, però i pompieri si sono trovati davanti a una scena degna di un film horror: il cadavere della donna, ormai in avanzato stato di decomposizione, era stato messo dentro a un frigorifero. A questo punto è stata immediatamente avvertita la Polizia, che ha avviato subito le indagini per omicidio, dal momento che la poveretta non poteva essere finita lì da sola.
I primi forti indizi hanno portato al fermo di Armando Canò, 50 anni, ex compagno della Fella. Nella prime ore della mattina, la Squadra Mobile lo ha rintracciato a Castelfranco Emilia, presso l'abitazione di un conoscente. Il Canò è stato trovato in possesso sia delle chiavi di casa della vittima che di quelle della cantina dove è stato ritrovato il cadavere. Amici e vicini di casa della donna hanno poi testimoniato che si trattava proprio dell'ex convivente.
Di fronte alle prove della sua colpevolezza, il 50 enne ha confessato di avere strangolato l'ex compagna durante l'ennesima lite e di averne poi nascosto il corpo in cantina.
Dalle indagini è emerso che Betta Fella aveva già sporto diverse denunce nei confronti del compagno, pregiudicato per reati contro il patrimonio, per maltrattamenti e violenze. Denunce che però non sono servite a tutelare la vittima, il cui nome va tristemente ad aggiungersi agli altri casi di femminicidio.

Pubblicato in Cronaca Modena

I militari della Comando Provinciale di Parma, nell'ambito dell'operazione, denominata convenzionalmente "Bassa Siberia", hanno eseguito 17 ordinanze di custodia cautelare emesse dal GIP, su richiesta della procura dalla Procura della Repubblica di Parma, a seguito delle indagini condotte dalla Compagnia di Fidenza per spaccio di sostanze stupefacenti.

Ulteriori dettagli sull'attività in corso saranno forniti durante la conferenza stampa odierna presso il Comando Provinciale di Parma.

Parma, 28 giugno 2016

Pubblicato in Cronaca Parma
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