Arrestato algerino di 32 anni responsabile di violenza sessuale in danno di una giovane nigeriana di anni 19. L'uomo era stato scarcerato dalla Casa Circondariale di Reggio Emilia ieri.
Modena, 13 luglio 2016
E' stato arrestato ieri notte, alle due circa, un sedicente cittadino algerino di anni 32 responsabile di violenza sessuale in danno di una cittadina nigeriana di 19 anni.
Intorno all'una di notte, è giunta una telefonata di richiesta di soccorso al 113 da parte di un uomo, un nigeriano amico della vittima, per lo stupro della sua amica intenta prostituirsi nei pressi della rotatoria dell'Ospedale di Baggiovara.
L'equipaggio di volante dopo aver prestato le prime cure del caso alla donna ha raccolto le prime testimonianze che hanno indicato un giovane magrebino, giunto in bicicletta, autore della presunta violenza.
Inoltre, da un immediato sopralluogo è stato rinvenuto un borsello contenente dei documenti riconducibili all'arrestato, nei pressi del luogo ove si sarebbe consumata la violenza e proprio le immediate ricerche effettuate dalle Volanti della Polizia di Stato hanno permesso di individuare, nascosto sotto le foglie, un giovane successivamente indentificato per A.N., sedicente algerino, clandestino, con precedenti per reati di vario genere tra cui atti osceni in luogo pubblico.
L'uomo, scarcerato dalla Casa Circondariale di Reggio Emilia ieri, è stato sottoposto ai provvedimenti di espulsione dal territorio nazionale ed Ordine del Questore emessi, rispettivamente, dal Prefetto e dal Questore di Reggio Emilia.
L'episodio, sulla base dei primi accertamenti, sembra ricondursi all'azione delittuosa frutto di un raptus dell'arrestato.
La giovane donna, refertata con 5 giorni di prognosi, per le lesioni subite è risultata una richiedente lo status di protezione internazionale dal settembre del 2015 con istanza presentata presso la Questura di Bologna e dimorante in provincia di Verona.
Dopo le cure del caso ha preferito non avvalersi di strutture di accoglienza, per le vittime di violenza sessuale ed è rientrata presso il proprio domicilio.
Aveva allestito un minimarket di stupefacenti in auto: il giovane studente di un istituto professionale di Carpi, è stato ritenuto responsabile di coltivazione e detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti e arrestato dai carabinieri.
Modena, 8 luglio 2016
I Carabinieri del Nucleo Radiomobile di Carpi hanno arrestato ieri sera un 20enne per detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti, proveniente dalla Provincia di Reggio Emilia. I Carabinieri in servizio perlustrativo nella zona industriale, transitando nei pressi dell'Unieuro, hanno notato un'auto, già individuata qualche giorno prima e pertanto considerata sospetta, a bordo della quale c'erano 2 giovani. Sottoposti a perquisizione, l'autista del veicolo è stato trovato in possesso di 10 grammi di marijuana, tre dosi di cocaina e un'anfetamina. Nel portaoggetti i Carabinieri hanno trovato un portafoglio contenente 800 euro (verosimile provento di spaccio) e un bilancino di precisione. A seguito di successiva perquisizione domiciliare sono stati trovati altri 40 grammi di marijuana e 6 piantine del medesimo stupefacente, nonché una serra completa di tubi di areazione e luci per la crescita delle piante. Il giovane, risultato essere uno studente di un istituto professionale di Carpi, è stato ritenuto responsabile di coltivazione e detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti e pertanto arrestato. Questa mattina il GIP di Modena ha convalidato l'arresto e ha disposto l'obbligo di firma in attesa del processo.
Confermata la diagnosi di malattia da Zika virus in due viaggiatori residenti rispettivamente nei comuni di Modena e di Correggio (RE). Le condizioni delle due persone che hanno contratto il virus non destano preoccupazione.
Reggio Emilia, 7 luglio 2016
Due nuovi casi di virus Zika. A darne informazione, le Direzioni delle Aziende USL di Reggio Emilia e Modena. Ieri è stato confermata la diagnosi di malattia da Zika virus in due viaggiatori residenti rispettivamente nei comuni di Modena e di Correggio (RE). Le condizioni delle due persone che hanno contratto il virus non destano preoccupazione.
Dalle verifiche effettuate da personale dei Dipartimenti di Sanità Pubblica delle Aziende sanitarie è emerso che l'infezione è stata contratta nel corso di un viaggio all'estero in area già nota per presenza di virus Zika e si è manifestata al rientro in Italia.
La malattia non è pericolosa per l'adulto e si manifesta di solito con una sintomatologia lieve: febbre, dolori ossei e muscolari, oppure con manifestazioni cutanee che ricordano quelle da morbillo, a volte accompagnate da prurito; può però dare conseguenze gravi nel caso sia contratta in gravidanza: il neonato potrebbe infatti poi risultare affetto da disturbi neurologici e cognitivi, da microcefalia, da disturbi al sistema nervoso periferico.
L'infezione si può trasmettere principalmente con due modalità: tramite la puntura di zanzare tigre infette oppure in caso di rapporti sessuali con partner maschile infetto.
Finora tutti i cittadini italiani che hanno contratto Zika virus si sono infettati durante un viaggio all'estero; si tratta quindi di casi importati di malattia.
Per impedire la diffusione a livello locale quando viene segnalato un caso, anche solo sospetto, vengono effettuati trattamenti di disinfestazione nell'area di 100 metri attorno al domicilio e a eventuali altri luoghi di soggiorno dell'ammalato per eliminare tutte le zanzare tigre presenti. In questo modo si evita che qualche zanzara che si può essere infettata pungendo la persona malata possa poi trasmettere la malattia ad altre persone residenti in quella zona.
I Comuni di Correggio, Reggio Emilia e Modena, in collaborazione con il Servizio di Igiene Pubblica delle Aziende Sanitarie si sono prontamente attivati per organizzare tempestivamente i trattamenti nei luoghi di residenza e di lavoro delle due persone che hanno contratto il virus.
Si richiama l'importanza, per prevenire il rischio di introduzione nel nostro Paese di malattie un tempo presenti solo in aree tropicali, di mettere in atto tutti gli interventi tesi a ridurre la presenza e diffusione di zanzare anche da parte dei cittadini.
Per chi viaggia all'estero verso uno dei tanti paesi dove Zika virus è ampiamente diffuso, è importante informarsi sulle misure di protezione personale da adottare: gli ambulatori del Servizio Igiene e Sanità Pubblica sono a disposizione per effettuare consulenze individuali gratuite utili per preparare bene il proprio viaggio
Si raccomanda inoltre alle donne in età fertile se possibile di evitare viaggi nei paesi dove il virus è diffuso e osservare norme prudenziali qualora il partner abbia effettuato recentemente un viaggio nei paesi a rischio.
Per saperne di più, è possibile consultare il sito regionale specifico: www.zanzaratigreonline.it
L'eroina è la più ricercata. Anche fra i più giovani. Lo spaccio, anche in pieno giorno, è ormai frequente nei borghi del centro cittadino. L'Antidroga ha arrestato nei giorni scorsi un pusher tunisino già noto alle forze dell'ordine. Nella sua casa 640 grammi di questo tipo di droga.
di Alexa Kuhne
Parma, 7 luglio 2016 –
E' l'eroina la nuova fonte di sballo per i ragazzi.
Dall'inizio di quest'anno, nella sola Parma, sono stati sequestrati 5 chili e mezzo di questo tipo di droga, dopo che, per anni, erano stati utilizzati, altri tipi di stupefacenti, soprattutto cocaina e altre droghe sintetiche.
All'origine di questa scelta c'è probabilmente il costo ridotto dell'eroina. Si va dai 25 ai 30 euro al grammo per una sostanza che non viene più solo iniettata ma fumata o inalata. Ma l'elemento che allarma è che a usarla sono sempre di più giovanissimi in cerca di sballo a prezzo abbordabile.
A riferirlo è la Polizia che ha arrestato, nei giorni scorsi, uno dei pusher già noti alle forze dell'ordine: Moutia Raddadi, 25 anni, tunisino, clandestino, disoccupato.
Era lui il punto di riferimento della zona di Oltretorrente. Era conosciuto per la sua capacità di rifornire velocemente i suoi clienti, per la sua organizzazione e per la sua roba.
Non solo droghe leggere, ma anche, più di tutte, eroina. I compratori erano anche giovanissimi.
Raddadi era già noto alla Squadra mobile in quanto arrestato nel 2014 per fatti analoghi e, nell'ultimo periodo, si era sparsa la voce che era tornato a spacciare, e che fosse uno dei principali punti di riferimento dei consumatori di eroina nei borghi del centro storico di Parma.
Le modalità di contatto con i clienti erano quelle comuni a molti spacciatori che gravitano in zona: un incontro nei piccoli borghi dove Raddadi si muoveva in bicicletta, l'accordo e poi l'appuntamento per la cessione ed il pagamento in un luogo concordato.
Fino a qualche giorno fa era ignoto il posto in cui custodiva la sua scorta di stupefacente. Dopo appostamenti e pedinamenti gli uomini dell'Antidroga hanno individuato l'appartamento, in via Zarotto, dove il pusher dimorava insieme alla sua compagna italiana che ha detto di essere estranea ai traffici illeciti del convivente e di essere convinta che le continue uscite dell'uomo fossero per cercare lavoro.
Nell'abitazione sono stati trovati, nascosti in diversi punti, come sopra un armadio e dentro un lampadario, 640 grammi di eroina, parte ancora in 'sasso' e, parte, confezionata in involucri di cellophane termosaldato, pronti per lo smercio.
Raddaddi, arrestato per spaccio, è tuttora recluso nel carcere di Parma.
Diciassette veicoli privi di copertura assicurativa sequestrati nei giorni scorsi dalla Polizia Municipale. Per riottenere l'auto i titolari dovranno pagare la sanzione di 848 euro.
Piacenza, 6 luglio 2016
La sezione territoriale della Polizia Municipale, a seguito di specifici controlli effettuati nelle ultime due settimane che hanno interessato diverse zone della città (il centro storico, i parcheggi vicino alla stazione, ma anche le frazioni e le periferie), ha proceduto al sequestro di diciassette veicoli, risultati privi della prescritta copertura assicurativa per la responsabilità civile funzionale all'eventuale risarcimento di danni e/o lesioni in caso di incidenti stradali. Per riottenere l'auto i titolari dovranno pagare la sanzione di 848 euro, decurtata del 30 per cento in caso di versamento entro cinque giorni, oltre alle spese di custodia e trasporto, nonché l'assicurazione per almeno sei mesi. Dopo l'entrata in vigore della più recente normativa che non impone più l'obbligo dell'esposizione del tagliando, il controllo della mancata copertura assicurativa da parte della Polizia Municipale avviene ormai in modalità automatica, tramite interrogazione alla banca dati, aggiornata in tempo reale con i dati delle assicurazioni e delle revisioni.
Il 48enne non ha gradito la visita dei due promoter di contratti porta a porta e li ha messi in fuga con una scacciacani: denunciato dai Carabinieri per minaccia aggravata e detenzione illegale di munizionamento.
Bologna, 6 luglio 2016
I Carabinieri della Stazione di Pianoro hanno denunciato un 48enne italiano per minaccia aggravata e detenzione illegale di munizionamento.
Ieri mattina, intorno alle ore 11:00, la Centrale Operativa del 112 è stata informata che due promoter di contratti porta a porta, dipendenti di una società di energia elettrica, erano stati messi in fuga da un cittadino armato di pistola che non aveva gradito la loro visita a casa. I Carabinieri di Pianoro che si sono recati sul posto hanno scoperto che l'uomo, poi identificato nel 48enne, aveva allontanato i due promoter, non ancora identificati, "sparandogli" con una pistola scacciacani. La pistola è stato sequestrata unitamente a 149 proiettili veri, di vario calibro, illegalmente detenuti.
Nella circostanza, gli inquirenti hanno ritirato, a scopo cautelativo, anche tre fucili, una pistola e una carabina, veri che lo sparatore, incensurato, deteneva legalmente.
Gravissime le condizioni della 60enne che, poco prima delle 21 di lunedì 4 luglio in via Quatto Novembre a Piacenza, è stata travolta e gettata violentemente contro un'auto in sosta.
Piacenza, 05 Luglio 2016
Gravissime le condizioni della 60enne che, poco prima delle 21 di lunedì 4 luglio in via Quatto Novembre a Piacenza, è stata travolta e gettata violentemente contro un'auto in sosta.
Ad investirla una Fiat Cinquecento che ha colpito la bici sui cui viaggiava la donna. Alla guida una 30enne piacentina rimasta illesa. La dinamica dell'incidente non è ancora chiara, la Polizia Municipale si sta occupando di comprendere cosa sia realmente accaduto. Dalle prime ricostruzioni sembra che la ciclista fosse in procinto di attraversare le strisce pedonali quando l'auto l'ha centrata in pieno buttandola contro la fiancata di una Lancia Delta parcheggiata a lato della carreggiata.
L'impatto è stato tremendo. Subito sono arrivate sul posto le ambulanze della Croce Rossa, della Croce Bianca e l'automedica del 118. La vittima ora si trova ricoverata in ospedale e le sue condizioni sono estremamente gravi. Si attendono nuovi sviluppi e aggiornamenti sull'accaduto e sulla salute della donna.
La Guardia di Finanza di Reggio Emilia ha sequestrato l'intero patrimonio ad un imprenditore reggiano che non solo deteneva abusivamente armi da fuoco, ma che ha evaso il fisco per 5 milioni di euro.
di Alexa Kuhne
Reggio Emilia, 4 luglio 2016 –
Deteneva abusivamente un arsenale di armi. E non solo. Perché, il noto imprenditore operante nel settore della meccanica, ha evaso il fisco per 5 milioni di euro.
Nei giorni scorsi la Guardia di Finanza e la Polizia di Stato hanno dato esecuzione al provvedimento di sequestro di beni, emesso dal Tribunale di Reggio Emilia nei confronti di B.C., imprenditore reggiano operante nel settore della meccanica.
Sono stati, nel 2014, gli uomini della Polizia di Stato, nel corso di un controllo amministrativo sul conto del noto industriale reggiano, a constatare che lo stesso aveva nella propria disponibilità 2.400 fucili e pistole e denaro contante per circa 1.000.000 (tra euro e dollari americani). In quella circostanza, l'imprenditore, ritenuto responsabile del reato di detenzione abusiva di munizionamento per armi da guerra, era stato arrestato.
Dal momento del fermo la Guardia di Finanza ha avviato un'attività di verifica fiscale nei confronti della ditta individuale riconducibile al soggetto, riscontrando la sottrazione di denaro imponibile a tassazione per circa 5 milioni di euro e ha così denunciato l'imprenditore per i dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici e per occultamento o distruzione di documenti contabili.
A garanzia del debito tributario è stata avanzata la richiesta di sequestro per equivalente per oltre 3 milioni di euro.
Stante la pericolosità economico - fiscale emersa all'esito della verifica, i militari della Compagnia della Guardia di Finanza di Reggio Emilia hanno avviavato accertamenti nei confronti dell'imprenditore e dei componenti del nucleo familiare, nei cui patrimoni è stata effettivamente evidenziata l'esistenza di una netta sproporzione fra i redditi dichiarati e le patrimonialità accumulate.
Il Tribunale di Reggio Emilia, verificata l'esiguità dei redditi leciti dichiarati (non sufficienti neppure a coprire il costo della vita determinato dall'Istat), ha fatto sequestrare tre abitazioni per un valore di circa 500.000 euro, un complesso aziendale composto da tre capannoni industriali con relativi impianti, macchinari e prodotti, nove veicoli, 2.400 armi da fuoco per un valore di circa un milione e mezzo di euro, 169 tra orologi di pregio, anelli, collane e bracciali d'oro, il saldo attivo presente nei vari conti correnti e depositi per € 1.425.142 e 3.100 dollari americani.
La Guardia di Finanza di Parma ha sequestrato, questa mattina, un patrimonio di 11 milioni alla nota azienda alimentare parmense. Il reato è quello di truffa aggravata. Indagati i due amministratori. Si tratta di un decreto di sequestro preventivo d'urgenza emesso dalla Procura della repubblica di Parma....
di Alexa Kuhne
Parma, 4 luglio 2016
Sembrava una azienda alimentare fiorente, così sana da indurre in errore una società che finanzia le imprese che dimostrino di essere floride ad erogare soldi pubblici per 11 milioni di euro.
Sotto l'apparente stato di benessere si nascondeva invece l'inganno per il quale è stato ipotizzato il reato di truffa aggravata per l'ottenimento di erogazioni pubbliche. A commettere il raggiro sono stati i due amministratori della Parmacotto.
E' stata questa mattina la Guardia di Finanza di Parma, a seguito di una complessa indagine economico-finanziaria avviata da circa un anno e, successivamente, coordinata e diretta dalla Procura della Repubblica di Parma, ad eseguire il provvedimento di sequestro patrimoniale per 11 milioni di euro, emesso in via d'urgenza dalla stessa Procura.
Le menti della truffa sarebbero i due amministratori pro-tempore della società: attraverso artifici contabili, false attestazioni e la conseguente falsificazione di un bilancio annuale d'esercizio, erano riusciti a far apparire una situazione economico-patrimoniale talmente fiorente da indurre in errore una società di diritto pubblico - una di quelle che hanno finalità di sostenere e sviluppare investimenti produttivi e programmi di sviluppo di aziende italiane sane e redditizie – tanto da convincerla, su richiesta dell'azienda stessa, ad erogare un finanziamento di 11 milioni di euro.
Denaro pubblico concesso nel settembre del 2011 quando i due responsabili amministrativi erano stati capaci di un bilancio fasullo, non rispondente alla reale situazione economica e finanziaria dell'azienda, evitando così di far apparire una consistente perdita di esercizio.
La situazione critica latente è poi esplosa nel 2014 quando la società si è vista costretta a ricorrere, per le enormi perdite non più occultabili, alla procedura, prevista dalla legge Fallimentare, del "concordato preventivo in continuità", uno strumento che, introdotto nel 2012, permette ad una azienda che ha una situazione debitoria anche irreversibile, di proporre ai creditori un piano di rientro.
Il sequestro stabilito dalla Procura della Repubblica mira a recuperare il denaro pubblico che l'azienda ha ricevuto indebitamente sotto forma di aumento del proprio capitale sociale: le concessioni di tali forme di finanziamento pubblico hanno lo scopo di sostenere le aziende italiane in crescita, sane e redditizie, escludendo, pertanto, "salvataggi" di realtà aziendali che acquisirebbero, così, un ingiusto vantaggio sul mercato a scapito di quelle aziende che, pur in difficoltà, rispettano le leggi e continuano, tuttavia, ad improntare i loro atti e comportamenti sull'onestà e sull'etica, sia gestionale che contabile.
L'azienda non verrà chiusa: il complesso dei beni aziendali (disponibilità finanziarie, quote societarie, beni mobili e immobili, ecc), sottoposti a vincolo giudiziario, verranno utilizzati e gestiti sotto il controllo di un amministratore giudiziario professionista del settore, appositamente nominato dalla Procura della Repubblica, al fine di garantire la continuità e lo sviluppo aziendale e sino al completo recupero, da parte dello Stato, delle somme illecitamente percepite dalla società.
L'operazione di servizio si inserisce nel più ampio ambito delle funzioni demandate alla Guardia di Finanza che, quale forza di polizia economico-finanziaria, punta non solo al recupero dei tributi evasi ma anche al controllo della Spesa Pubblica e al recupero dei conseguenti illeciti impieghi di fondi pubblici.
Incidente in via M.L. King tra un autobus ed un'autovettura. A bordo del bus erano presenti 4 passeggeri: nessun ferito grave e danni lievi al mezzo di Seta.
Modena, 29 giugno 2016
Questa mattina, alle ore 12 circa, un autobus Seta in servizio sulla linea urbana n° 14 che procedeva verso il capolinea di via Portorico si è scontrato con un'autovettura Fiat Punto che proveniva da via Gandhi.
A bordo del bus erano presenti 4 passeggeri, due uomini e due donne: una di queste ha richiesto l'intervento del 118, accusando dolori alla testa provocati dall'urto contro un pannello divisorio in plexiglass. Gli altri tre passeggeri non hanno invece lamentato conseguenze fisiche particolari, ma solo qualche escoriazione. Anche il conducente dell'autovettura ha riportato contusioni di media entità, ed è stato quindi soccorso dai sanitari prontamente intervenuti sul posto. I rilievi di legge sono stati effettuati da parte della Polizia Municipale e della Polizia Stradale.
L'autobus non ha riportato danni particolarmente seri, ed è stato quindi riportato in deposito per le opportune riparazioni. Il servizio sulla linea 14 è ripreso dopo pochi minuti con un mezzo sostitutivo.
Secondo quanto riportato dal conducente del bus, l'autovettura non ha rispettato il segnale di precedenza posto all'intersezione tra le due strade. La dinamica dell'incidente potrà essere ulteriormente chiarita sia grazie alle testimonianze dei passeggeri presenti a bordo dell'autobus, sia esaminando le immagini registrate dalla telecamera digitale posta sul parabrezza del bus, che Seta ha subito messo a disposizione della Polizia Municipale.