Di Andrea Caldart Cagliari, 20 Marzo 2023 (Quotidianoweb.it) - Questa volta però il laboratorio non è composto da alambicchi e provette, ma viene concepito nelle “segrete” stanze dei governi che hanno disseppellito una legge fatta da Renzi nel 2015, quella del payback sanitario.
Renzi e Draghi hanno considerato extra profitto quanto in più hanno pagato le Regioni sulle forniture ospedaliere, ma non perché qualcuno ci abbia marciato sopra, bensì perché le regioni non erano state in grado di redigere correttamente i Forecast budget, le previsioni d’acquisto dei materiali sanitari, e quindi sono dovute ricorrere ad altri acquisti extra capitolato di spesa per far sì che la sanità continuasse a funzionare.
Da qui la richiesta alle aziende fornitrici di dispositivi sanitari di rendere l’extra profitto chiamato payback.
Una legge tenuta chiusa nel cassetto di Palazzo Chigi per ben 7 anni e poi riesumata da quel “facilitatore di interessi altrui” Mario Draghi, nel luglio scorso pochi giorni prima di mollare il suo governo.
È davvero faticoso capire perché nei governi del nostro Paese si lavori contro l’impresa privata o forse come in questo caso, la risposta potrebbe essere più semplice della domanda.
Infatti, si vogliono ammazzare 4.000 imprese e oltre 110.000 lavoratori di questo comparto, probabilmente per far spazio ad un progetto molto più ampio di sanità, che prevede l’eliminazione di quella pubblica a favorer di quella privata.
Questa trappola punta ad espropriare il diritto di curarsi perché non è che colpisce solo le aziende delle forniture, ma tutti noi cittadini che potremmo verderci rifiutare, per mancanza di attrezzature e dispositivi medici, le prestazioni richieste comprese quelle denominate salva vita.
Un provvedimento retroattivo di questa entità viene da chiedersi se sia davvero legittimo perché, dietro l’indiscutibile impossibilità per le aziende coinvolte di poter fornire i materiali ospedalieri, si sta già configurando lo spettro del fallimento per la maggior parte di esse.
Ancora una volta il Governo si troverebbe per condizioni create dal precedente
“governo dei migliori” a dover penalizzare non solo queste imprese fondamentali del nostro Paese, ma l’intera collettività dei cittadini italiani.
Sarebbe meglio risolvere queste urgenti problematiche piuttosto che sacrificare una quota del PIL italiano, inviando armi all’Ucraina, servendo gli ordini dell’appartenenza atlantista, contro il volere del Popolo italiano.
Il payback è una palese violazione dei diritti e dei fondamenti basilari sanciti dalla Costituzione, per la costante e corretta funzionalità dei servizi sanitari per i cittadini italiani.
Va compreso che è una norma che grava sulle sole aziende di fornitura dei dispositivi medici, che oltre tutto, hanno già pagato anche le tasse sugli importi
incassati, e c’è il concreto rischio che, mandino in paralisi l’apparato pubblico sanitario e, che ci si debba rivolgere a quello privato per curarsi.
Forse è proprio questo l’obiettivo a cui si vuole arrivare, attraverso questa oppressione di Stato?