Di LGC Bologna 19 settembre 2021 – L’Italia sembra ben impostata per soffiare il primato di locomotiva d'Europa alla Germania. Purtroppo, la zavorra del debito pubblico condiziona maggiormente il Bel Paese rispetto alla possibilità di manovra del partner tedeschi, ed è perciò che la vera zattera di salvezza, se ben conservata, sarà una oculata e non “visionaria” gestione del gruzzoletto derivante dal Recovery Fund, da quel PNRR così ben accolto dai vertici UE.
Non si potrà sbagliare. Il futuro, economico e sociale passa, in larga parte, da quelle risorse e da una particolare attenzione ai fattori produttivi, Lavoro in modo prioritario.
Ne è assolutamente convinto anche l’avvocato Francesco Scrivano (Anche Tu Conti) il quale pone l'accento proprio su questo fattore per costruire quella che sarà la sua azione politica nel caso gli fosse concessa l'occasione di entrare nella compagine di Giunta comunale del capoluogo emiliano romagnolo.
“La situazione del mercato del lavoro in Italia, - sottolinea Francesco Scrivano - mi induce continue riflessioni e spesso un atteggiamento reattivo rispetto a vicende paradossali i cui aspetti mi appaiono evidenti data la professione che svolgo.
Mi spiego: come avvocato sono spesso portato ad occuparmi di controversie di lavoro, individuali o collettive, determinate da dinamiche che vedono sempre più frequentemente come protagoniste cooperative di lavoratori da un lato ed aziende dall'altro (ed il fisco quale - talvolta - terzo interessato, non sempre ragionevole).
Variabili importanti dei problemi sono date dall’impatto del Covid sul mercato del lavoro, con la recente attivazione della possibilità di far cessare il rapporto di lavoro.
In alcuni casi purtroppo questi licenziamenti sono determinati dalla reale crisi di imprese che dopo tentativi di concordato giungono al fallimento; esistono tuttavia comportamenti determinati dal profitto e dall’interesse a risparmiare sul costo del lavoro anche attraverso penose delocalizzazioni invano contrastate.
Gli strumenti di sostegno per fronteggiare l'emergenza della pandemia e delle altre situazioni che danno origine alla perdita dell’impiego hanno determinato una spesa che a fine 2020 ammontava ad oltre 27 miliardi.
Trascurando questi aspetti macro-economici del problema di cui dovrebbe (il condizionale è d’ obbligo) farsi carico lo stato, dal mio modesto osservatorio mi sembra che questi aspetti perniciosi possano essere mitigati ove si determinasse un incontro più snello e facilitato fra aziende e lavoratori.
In effetti appare paradossale che in questi ultimi giorni in cui sembra che il PIL del paese sia in crescita tanto da mettere alcune aziende in crisi per la mancanza di dipendenti mentre le statistiche relative alla disoccupazione redatte da Istat, inail ed inps danno luogo ad oscillazioni poco confortanti.
Il dramma che più preoccupa (non trascurando comunque la grave situazione del lavoro femminile e dei giovani, specialmente nel meridione) è la perdita del lavoro subita da persone che attorno ai cinquant'anni di età perdono il lavoro, con carichi di famiglia e spesso, impegni verso istituti di credito.
Causa principale di questa situazione (che perpetua e aggrava le conseguenze della legislazione sul prepensionamento) – in base a rilievi statistici più che condivisibili è data dalla mancanza di capacità tecniche, ivi compreso l'uso della tecnologia informatica, sempre più necessaria nelle industrie a forte tecnologia (metalmeccanica, chimica ecc,) .
Una mitigazione di questa situazione potrebbe essere costituita da una maggior capacità di incontro fra questa massa di persone prive di lavoro e queste aziende a loro volta in cerca di lavoro qualificato.
Sarebbe possibile una intermediazione che faciliti attraverso benefit la possibilità di riassumere o evitare di licenziare questo personale attribuendo allo stesso un'istruzione possibilmente all'interno della stessa azienda, trascurando centri per l'impiego demandati alla periferia, fortemente burocratizzati.”
Chi è Francesco Scrivano
Classe 1983, Francesco Scrivano, nasce, studia e svolge l’attività professionale a Bologna.
Radicato nel mondo sportivo, si appassiona al tennis partecipando a competizioni di livello regionale.
Dopo la laurea magistrale conseguita all’Università di Bologna ed un master in diritto tributario, nel 2013 ottiene il titolo di Avvocato e intraprende quindi la via della libera professione forense seguendo le orme di suo padre, Luciano, e specializzandosi in diritto tributario e del lavoro.
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