La Renault Megane Grand Coupé si caratterizza da una carrozzeria a tre volumi, linee dinamiche e generosa sagoma, materiali pregiati e qualità delle finiture. Negli interni dal tachimetro agli aeratori passando per la consolle centrale, Renault Megane Grand Coupé sfoggia tanti dettagli in autentico cromo satinato.
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Eccezionale in ogni prova, al punto da meritarsi il massimo punteggio possibile, pari a 20 punti sui 20 a disposizione: l'ultimo test che ha messo sotto esame gli pneumatici per moto non ha riservato nessuna sorpresa e ha visto trionfare ancora una volta il Metzeler Roadtec 01, che si è così confermato anche nel 2017 come miglior gomma Sport Touring, battendo anche prodotti più nuovi.
Una nuova vittoria
Commercializzato ormai da alcuni anni e disponibile in differenti misure, come si può vedere nella pagina di euroimportpneumatici dedicata alla gamma Metzeler, il Roadtec 01 era già considerato uno dei migliori esemplari sul mercato, ma si poteva pensare che la concorrenza di pneumatici di più recente introduzione potesse scalfire il suo primato. Niente di più sbagliato, come appunto sancito anche dall'autorevole magazine inglese MCN, che nella comparativa sulle gomme Sport Touring 2017 pubblicata agli inizi di questo mese di giugno ha per l'appunto premiato la casa produttrice tedesca.
Il test inglese
Per la precisione, la rivista ha organizzato una giornata di test presso il circuito Bruntingthorpe Proving Ground di Leicester, provando una decina di modelli di vari costruttori (e misura fissa 120/70 ZR 17 anteriore e 180/55 ZR 17 posteriore) in condizioni di asciutto con tempo nuvoloso e una temperatura media di 14 gradi, montati su una Yamaha Tracer 700 ABS del 2017 guidata da Bruce Dunn, MCN Performance tester con oltre 26 anni di esperienza alle spalle. Secondo la redazione della testata giornalistica, la scelta di girare in circuito non deve trarre in inganno: il manto stradale dell'impianto di Leicester riproduce infatti in maniera fedele il fondo che si riscontra nelle normali strade che un motociclista può percorrere quotidianamente.
I metri di giudizio
Sono stati quattro i parametri in cui è stato valutato ogni set di pneumatici, e ovvero comfort, feedback restituito dal pneumatico anteriore (prendendo in considerazione anche l'aspetto dell'agilità), feedback del posteriore e stabilità; a ogni valore di giudizio è stato assegnato un punteggio, che andava da un minimo di 1 a un massimo di 5, portando così a 20 il massimo assegnabile a ogni gomma.
La classifica delle gomme Sport Touring 2017
Ebbene, come accennato, la gomma Metzeler Roadtec non ha semplicemente vinto la comparativa, ma ha stracciato la concorrenza, ottenendo il punteggio massimo in ciascuno dei quattro valori presi in considerazione e portando a casa di conseguenza un voto definitivo ottimo, di 20 punti su 20. Secondo, comunque a poca distanza, il Pirelli Angel Gt (che ha ricevuto 19,5 punti), mentre completa il podio un'altra gomma tedesca, la Continental Road Attack 3 (a 19 punti); più indietro invece le proposte di Avon, Dunlop, Bridgestone, Michelin e Maxxis.
La Metzeler sbaraglia gli avversari
Anche i giudizi per gli pneumatici Metzeler sono ugualmente elevati, con un comfort definito "eccezionale" e parametri altissimi in ogni altra prova. Bruce Dunn, ad esempio, ha detto che grazie a questi pneumatici "sembra quasi che la Yamaha Tracer abbia fatto un upgrade delle sospensioni da 3000 sterline"; molto buona anche la risposta dell'anteriore, che offre un livello di sportività molto alto che permette di scendere molto rapidamente in piega, così come quella del posteriore, che garantisce un ottimo livello di grip che aumenta la sensazione di estrema sicurezza per il motociclista.
Raggiunta l'eccellenza
In definitiva, il pilota inglese ha sintetizzato che i Metzler Roadtec 01 sono riusciti "a mantenere lo scettro di migliori pneumatici Sport Touring grazie alla loro abilità complessiva di saper trasformare in modo impressionante le prestazioni di una motocicletta in termini di maneggevolezza e qualità della guida".
Incidenti, colpi bassi e sorpassi. E' successo di tutto sul cittadino azero. Si incendia la lotta mondiale fra Vettel ed Hamilton, con la complicità di maldestri commissari. Che Formula 1!
di Matteo Landi
Dagli abbracci, e dolci parole dei primi Gran Premi dell'anno, alle parole pesanti volate durante e dopo la gara azera. Da "che bello combattere per il mondiale con un campione vero come Vettel" a "Seb mi dimostri che è un uomo, faccia a faccia". Il rapporto fra Vettel ed Hamilton e le parole dell'inglese hanno avuto una brusca inversione di rotta. Non poteva essere altrimenti. Un rapporto di amicizia ad uso e consumo dei media, diventato finalmente quello che è, com'è naturale che sia quando due piloti con quel carisma si giocano un mondiale. A Baku è successo di tutto. Anche troppo. Dal rallentamento ingiustificato e pericoloso di Hamilton in regime di safety car - con conseguente lieve tamponamento di Vettel quando i due si trovavano in prima e seconda posizione - alla ruotata di Vettel inflitta al rivale dopo averlo affiancato chiedendogli spiegazioni. Un incidente senza conseguenze per entrambi, dettato dal nervosismo di Vettel, caduto nella trappola appena gettatagli da Hamilton. Difficile stabilire se il pilota Ferrari abbia volontariamente "speronato" il rivale, mentre gesticolava come un qualsiasi automobilista arrabbiato ad un incrocio.
Vettel perde la testa, ma i commissari vedono solo rosso
Ai commissari è sembrato un vero e proprio "fallo di reazione" ed al tedesco, dalle reazioni decisamente latine, è stato comminato uno stop and go di 10 secondi. Una penalità decisamente pesante, scarsamente utilizzata in tempi recenti, che però ci poteva stare. Peccato siano stati quegli stessi commissari, che hanno ritenuto pericoloso il comportamento di Vettel, a non pensare lo stesso dell'atteggiamento tenuto da Hamilton e che siano stati clementi persino con Bottas, reo di aver distrutto il fondo vettura e la gara di Raikkonen pochi metri dopo la partenza. Così le parole rilasciate da Arrivabene a fine gara "nel dubbio si penalizza sempre la Ferrari" sembrano molto più di uno sfogo dettato dalla delusione di una gara terminata con il quarto posto di Vettel ed il ritiro di Raikkonen, tartassato dalla sfortuna e costretto alla resa dopo varie vicissitudini. Tuttavia la squadra di Maranello dovrebbe gioire per i 2 punti guadagnati da Vettel su Hamilton, arrivato alle spalle del rivale dopo che il karma ha deciso di colmare la lacuna lasciata dai commissari, troppo benevoli nei suoi confronti: l'inglese ha rischiato di perdere la protezione-appoggio della testa ed è stato costretto ad un ulteriore pit stop.
Vince Ricciardo, Stroll a podio, Bottas secondo in volata. Che Gran Premio!
Safety car, bandiera rossa, incidenti, il Gran Premio di Azerbaijan ci ha riconsegnato la "magia" delle gare cittadine della Formula 1 che fu. Infuocando la battaglia mondiale Ferrari-Mercedes, messa quasi in secondo piano a vantaggio del primo podio di Stroll, fino ad ora sbeffeggiato da giornalisti ed addetti ai lavori, superato sul traguardo da Bottas, il quale dopo il contatto con Raikkonen si era addirittura ritrovato ultimo. Ma fra le litiganti Ferrari e Mercedes il terzo, Ricciardo, gode. Costretto ad una sosta ai box anticipata ha mantenuto i nervi saldi, è rimontato con tanto di triplo sorpasso ai danni delle due Williams e di Hulkenberg e mentre alle spalle i suoi colleghi se le davano di santa ragione ha tagliato il traguardo per primo consegnando un'insperata vittoria alla Red Bull, in un anno in cui la squadra austriaca sembra non trovare il bandolo della matassa della competitività. E dell'affidabilità, vedi il ritiro di Verstappen.
Force India: che duello in famiglia! McLaren a punti.
Dopo le incomprensioni dell'ultimo Gran Premio del Canada la coppia Force India è arrivata definitivamente allo scontro. Le capacità di Ocon sono ormai chiare a tutti, ma in futuro dovrà dosare la sua aggressività nei confronti del suo compagno di squadra: i due sono arrivati al contatto e Perez stretto al muro dal francese non ha potuto far altro che abbandonare la gara. Ocon è poi riuscito a risalire fino alla sesta posizione ma i punti conquistati dalla squadra indiana potevano essere di più. In mezzo a tanto clamore s'è fatto rivedere anche Fernando Alonso, capace di conquistare il nono posto ed i primi punti mondiali per la McLaren. Risultato magro se si pensa al blasone della squadra ma che rappresenta una piccola boccata d'ossigeno in un momento in cui fra la stessa McLaren ed la Honda non scorre più buon sangue. Chissà cosa riusciranno a fare su una pista più tradizionale, come quella che il Circus della massima Formula incontrerà fra due settimane in Austria. Sicuramente vivremo un'altra vicenda della lotta al vertice Ferrari-Mercedes giunta decisamente ai ferri corti.
Alzi la mano chi non ha mai trascorso un weekend in Emilia Romagna. Le sue spiagge unite ai divertimenti sono la meta per i giovani di oggi e lo sono state per quelli di ieri. Tra tutte spiccano Rimini con i suoi stabilimenti tutti ordinati, e Cesenatico.
Ora, una ricerca di Omnio, portale turistico online, ha messo in evidenza che queste due località rientrano tra le migliori cento europee su oltre mille prese in considerazione. Lo studio ha comparato le mete estive europee più conosciute su diversi punti: tipo di spiaggia, temperatura media e temperatura dell'acqua in estate, offerta di sport acquatici, vita notturna e accessibilità con i mezzi di trasporto. Il risultato è l'ottimo piazzamento delle due mete dell'Emilia Romagna.
La prima città della regione in classifica è Cesenatico, che ottiene il 52° posto con un punteggio di 86,68/100 grazie all'intesa vita notturna dove ottiene il punteggio di 4,6/5, e all'accessibilità delle spiagge (3,6/5). Meta per giovani e adulti, la piccola cittadina a pochi chilometri da Cesena si conferma un'ottima meta per il weekend sulla Riviera Romagnola.
Rimini ottiene il 57° posto con un punteggio 85,66, ma è prima tra le italiane nella classifica della vita notturna, ottenendo il podio con il terzo posto, poco sotto a Barcellona, vincitrice del trofeo, e sopra a Ibiza. La capitale del divertimento romagnolo ottiene ottimi punteggi anche sull'accessibilità alle spiagge, ossia sul tempo necessario per raggiungere il centro città dall'aeroporto e la spiaggia dalla città e dalla quantità dei tipi di mezzi di trasporto disponibili, e sulla varietà di sport acquatici praticabili. Per quanto riguarda, invece, la vita notturna, il punteggio è stato calcolato grazie ai dati ricavati da TripAdvisor e Numbeo sulla quantità e la tipologia di intrattenimenti notturni offerti e sul prezzo medio di 0,5 ml di birra e di una bottiglietta d'acqua di 0,33 ml.
La classifica mostra una grande presenza delle mete estive italiane, eguagliata solo dalla Spagna, che piazza al primo posto Alicante, la città della Comunitat Valenciana che offre una distesa di 7km di sabbia dorata, raggiungibile con il tram e a poco più di mezz'ora dall'aeroporto e una vasta scelta di sport acquatici. Nella top 10 delle mete consigliate si ritrovano Catania al 2° posto con 97,71 punti, Palermo (6°) e prima tra le italiane per sport acquatici, Genova (7°) e Alghero (8°).
La bellezza delle spiagge italiane viene a volte penalizzata dalla difficile accessibilità delle spiagge, infatti, solo due città del Belpaese si ritrovano nella top 6 dell'accessibilità, Bari (5°) al 20° posto della classifica generale e prima tra le italiane, e Catania (6°).
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L'estate oramai è quasi alle porte e la temperatura in sella alla propria motocicletta inizia a farsi sempre di più elevata e, proprio per questo, è fondamentare scegliere i giusti capi d'abbigliamento, così da non ritrovarsi in qualche località troppo accaldati per una scelta fatta in malo modo.
A tal proposito, quindi, è fondamentale rivolgersi a un professionista, facendosi consigliare tutti i migliori capi d'abbigliamento moto estivo, così da poter viaggiare freschi, ma allo stesso tempo proteggendo le aree più importanti del nostro corpo come le mani, la schiena e le gambe.
Iniziamo parlando proprio di un accessorio utile a rendere impeccabile il nostro abbigliamento: stiamo parlando dei guanti, che nella variante estiva sono progettati con materiali da uno spessore compreso tra lo 0.6 e 0.8 mm quando si tratta di prodotti in pelle oppure sono sintetici con tessuto areato, così da non far sudare la mano. I guanti, come potrete ben immaginare, svolgono un ruolo importante per la protezione del dorso, del palmo, nonché delle nocche della mano. In base alla stagionalità potrete decidere di avere sempre con voi due paia di guanti, così da affrontare al meglio il viaggio con la motocicletta.
Per quanto riguarda l'abbigliamento vero e proprio, invece, parliamo di giacche, pantaloni e tute: i primi due elementi possono essere sostituiti dalla tuta, ma qui è solo questione di gusti! Ad ogni modo, quando si acquistano questi capi d'abbigliamento per l'estate è necessario fare attenzione ai materiali scelti per la loro realizzazione. In tal caso, dovrete preoccuparvi anche delle protezioni: difatti, molte giacche sono già equipaggiate con la tasca per il paraschiena, così da proteggere correttamente la spina dorsale. Durante la stagione estiva, però, vi sono molte persone che preferiscono muoversi sul proprio mezzo, indossando solamente la protezione per la schiena, rinunciando così a una giacca vera e propria.
Il nostro consiglio è quello di selezionare una giacca, meglio ancora se con zip di raccordo con i pantaloni, così da sentirvi comodi e allo stesso tempo protetti. Potrete anche acquistare un bel giubbotto in poliestere e mesh, così da ottenere il massimo del confort in fatto di areazione durante i vostri spostamenti più lunghi per andare verso le spiagge per una gita al mare. Ricordatevi, comunque, di controllare se tutti i capi di abbigliamento per l'estate siano dotati di protezioni con omologazione CE, perché solo in questa maniera potrete essere realmente certi di indossare un prodotto ottimo e, soprattutto, sicuro per le articolazioni.
Infine, ultime nella lista ma ugualmente importanti, ci sono le scarpe che dovranno consentire ai piloti – uomini o donne che siano – di potersi muovere agevolmente e avere un'ottima presa su freno e cambio. In commercio si trovano sia scarpe basse che stivaletti e vi sono anche calzature rese più femminili per via dei colori e dei modelli, dotati addirittura di tacco. Una buona scarpa deve avere una suola di ottima qualità, in grado di proteggerei e far traspirare bene il piede, così da non sudare troppo durante gli spostamenti in moto.
Non dimentichiamoci neppure che le scarpe dovranno essere waterproof: spesso, durante le traversate più lunghe, si può incappare in qualche temporale estivo e, quindi, è meglio evitare di ritrovarsi con i piedi a mollo nel bel mezzo del viaggio. Ricordatevi che sarà fondamentale far attenzione anche ai capi d'abbigliamento che indossiamo: se sono in grado di proteggervi dalla pioggia non ci saranno problemi, ma in alternativa potrete acquistare anche delle protezioni specifiche per ripararvi dalla pioggia e dal freddo.
Doppietta Mercedes nel giorno nero della Ferrari. Vettel, sfortunato al via, arriva quarto dopo una bella rimonta. Raikkonen sbaglia e arranca.
di Matteo Landi
Dopo la pole position Hamilton era visibilmente commosso. Una zampata al termine delle qualifiche aveva consegnato all'inglese la prima posizione, battendo Vettel, in un sabato in cui Mercedes e Ferrari si erano equivalse. Per Hamilton significava la 65esima pole position della carriera, al pari del mito suo e di molti, Ayrton Senna. Epoche diverse, vetture diverse, paragoni improponibili se non a livello puramente statistico. Da una parte un pilota che ha scritto la storia, battendosi in pista con vetture non al top come Toleman e Lotus prima della lunga parentesi vincente targata McLaren, dall'altra un pilota che la storia la sta scrivendo ma che ha avuto la fortuna, e per certi versi anche il merito, di correre sempre con vetture da vertice. Comunque la si guardi Hamilton è un pilota destinato ad essere ricordato come uno dei migliori di sempre. Lo ha ribadito in gara, dominando dall'inizio alla fine. Senza esitazioni ha condotto la sua Mercedes ad una vittoria divenuta doppietta grazie al secondo posto di Bottas. Stavolta le Mercedes hanno avuto vita facile nel giorno nero della Ferrari.
Ferrari, che giornataccia! Vettel regala comunque spettacolo
Come più volte accaduto nel 2016 Verstappen ha fatto infuriare i tifosi della Rossa quando al via è letteralmente salito sopra l'ala anteriore di Vettel. Un normale contatto di gara che è bastato a guastare la domenica della casa di Maranello. Vettel, ritrovatosi ultimo dopo la sosta ai box necessaria per la sostituzione del muso, è risalito furiosamente con tanto di lotta finale al cardiopalma con le due Force India, mai così in palla quest'anno, conquistando un quarto posto che gli permette di mantere la testa della classifica del mondiale con 12 punti di vantaggio su Hamilton. Senza un problema al fondo della sua auto, conseguenza indiretta del contatto iniziale, avrebbe sicuramente raggiunto il podio ma vista come si era messa la gara dopo pochi metri il tedesco ha quasi da sorridere.
Raikkonen, torna in versione Monaco per cortesia!
Raikkonen, dopo la bella gara monegasca, ha mostrato stavolta il suo lato peggiore. Pasticcione in qualifica, quarto dopo alcune sbavature nel giro decisivo, ha fatto peggio in gara quando dopo pochi giri ha danneggiato la sua vettura mettendo in piena accelerazione due ruote sull'erba. Superato da Perez è caduto nell'oblìo, non trovando il ritmo necessario per avvicinarsi alla zona podio se non nell'ultima parte di gara, quando la sua vettura ha iniziato a fare i capricci e si è dovuto arrendere tagliando il traguardo in settima posizione. Se il quarto posto di Vettel va accolto con gioia per la grinta messa in mostra dal tedesco, in difficoltà per colpe non sue, il settimo di Raikkonen è il risultato di una prestazione che ci riconsegna il pilota abulico e svogliato già visto nel recente passato.
Sorride Ricciardo, terzo. Force India corre fra i grandi
Sul podio, insieme ai piloti Mercedes, è salito Ricciardo. L'unico pilota Red Bull al traguardo, visto l'abbandono per problemi tecnici di Verstappen, ha ben resistito alle veloci Force India ed il sorriso mostrato sul podio è più che lecito se si considerano le prestazioni messe in mostra quest'anno dalle Red Bull. Sorpresa positiva di giornata è la prestazione dei due piloti Force India: Perez ed Ocon. Per loro tuttavia la festa è rovinata da ordini di squadra impartiti a Perez e disubbediti dallo stesso, che non ha voluto farsi passare dal giovanissimo compagno di squadra, in quel momento più veloce di lui. Per qualche giro si è rivisto il Perez dei tempi McLaren, veloce ma indisciplinato, pronto a fare a ruotate con il compagno di squadra Button. Non una bella pubblicità per un pilota che aspira a correre nuovamente per un top team.
Alonso, il calvario chiamato McLaren-Honda
A proposito di top team, anzi top team decaduti, continua il periodo buio McLaren e quell'intesa con la Honda che stenta a decollare. Dopo l'avventura in Indycar, con Alonso velocissimo alla 500 miglia di Indianapolis ma costretto alla resa con il motore Honda in fumo, sorte analoga ma meno scenografica è toccata in Canada al forte pilota spagnolo, costretto alla resa a pochi km dall'arrivo quando era in zona punti. Alonso si è poi regalato un bagno di folla, salendo in tribuna tra i tifosi. La sfortuna continua a colpire il pilota McLaren ma l'esperienza americana gli ha dato nuovi spunti per ridergli in faccia.
Uno-due delle Ferrari con Vettel davanti a Raikkonen. I due ferraristi dominano in modo principesco nel giorno della debacle Mercedes. Ora Hamilton è a -25.
di Matteo Landi
Correva il 2001, e Michael Schumacher al volante della sua Ferrari tagliava per primo il traguardo del Gp di Monaco. Un bellissimo trionfo per la squadra di Maranello che colse addirittura una doppietta grazie al secondo posto di Barrichello. Poi il Principato di Monaco divenne stregato per le Rosse, fra incidenti clamorosi, come nel 2004 quando Schumi subì la tamponata di Montoya in regime di safety car, penalità inaudite, il colpito fu sempre il tedesco campionissimo della Ferrari al quale nel 2006 annullarono la pole position conquistata sul campo ritrovandosi costretto a partire ultimo, e qualche podio dal sapore di occasione persa, vedi l'edizione 2011 con Alonso ad un passo dalla vittoria e battuto da Vettel. 16 anni dopo l'ultima vittoria la Ferrari ritrova il gradino più alto del podio proprio con quest'ultimo dopo una gara alla....Mercedes.
Ferrari, che dominio!
Un weekend completamente dominato dai piloti di Maranello, che si sono contesi prima la pole position e poi la vittoria. Sabato Raikkonen ha ritrovato quella pole che gli mancava dal Gp di Francia del 2008, domenica Vettel ha chiuso il periodo nero della Ferrari nel Principato. Al via della gara il finlandese ha mantenuto la prima posizione davanti a Vettel e fino al primo ed unico pit stop le prime due posizioni sono rimaste invariate anche se il tedesco, con l'avanzare dei giri, si faceva sempre più pressante alle spalle del miglior Kimi Raikkonen degli ultimi anni. Veloce ed affidabile ha subìto prima la strategia Ferrari, che lo ha fermato ai box prima del compagno di Scuderia, poi il ritmo forsennato di Vettel, il quale dopo la sosta ai box è scappato dai radar dell'ultimo campione del mondo Ferrari. Ma occhio a parlare di gioco di squadra, per altro eventualmente legittimo: normalmente chi si ferma prima trae un vantaggio, ma Montecarlo non è una pista normale (vedi il "traffico" dei doppiati e l'asfalto decisamente "gentile" con gli pneumatici) ed in questo caso è successo esattamente il contrario. Per la gioia di Ricciardo, terzo alla fine, il quale è riuscito a beffare Bottas e Verstappen, ed appunto Vettel che ha avuto la meglio su un Raikkonen visibilmente abbacchiato a fine gara. Una vittoria avrebbe significato molto per il finlandese, a secco da Marzo 2013. Tuttavia, se Kimi continuerà ad avere questo rendimento, siamo certi che tornerà presto ad assaporare il sapore del successo. Dal canto suo Vettel non ha rubato niente ed anzi ha mostrato un rendimento perfetto in una domenica, per lui, perfetta. La Ferrari è tornata principesca!
Mercedes, che batosta!
Non hanno gioito in Mercedes. Bottas ha dato il massimo e nonostante non abbia commesso errori non è riuscito ad andare oltre la quarta piazza finale, soffrendo il passo lungo della propria monoposto parsa a disagio nelle strette stradine del cittadino monegasco. Peggio è andata ad Hamilton, solo settimo al traguardo dopo una delle sue peggiori qualifiche di sempre: impreciso, nervoso ed anche sfortunato, vedi una bandiera gialla proprio durante il suo ultimo giro veloce, poi abortito. Promosso di una posizione, 13esimo in griglia di partenza, solo grazie alla penalità inflitta al rientrante Button. Il rientrante pensionato, autore per altro di una gara decisamente negativa terminata anzitempo con il ritiro, lascerà ad Alonso una vettura con una power unit quasi fresca, viste le sostituzioni delle componenti operate dai suoi meccanici.
Alonso, niente Monaco. Per lui c'è Indianapolis
Lo spagnolo ha deciso con il coraggio del campione di affrontare la 500 miglia di Indianapolis sacrificando la presenza al Gran Premio di Monaco. Ad esser maligni potremmo dire che tutto sommato non sa quel che trova in America, ma sicuramente sa quel, poco, che lascia in Europa. Perchè la McLaren è una nave che sta affondando. Schettino o eroe dei due mondi? In ogni caso un grande in bocca al lupo a Fernando perchè servono gli attributi per disputare una delle gare più pericolose del pianeta con alle spalle solo pochi chilometri al volante della Dallara che piloterà.
Debacle Mercedes, Red Bull è la sfidante della Rossa
In concomitanza con una Mercedes che soffre ed un Hamilton vittima sì della sfortuna, ma per una volta anche di inusuale arrendevolezza, si è quindi rivista una buona Red Bull. Di questa Montecarlo Ricciardo conserverà il trofeo riservato al terzo classificato ma anche il ricordo di una gara in cui non ha mai mollato, sembrando a tratti anche capace di attaccare le due Ferrari. La safety car entrata in pista nel finale ha dato una speranza in più all'australiano ma niente ha potuto contro i due alfieri della Rossa. La Ferrari ha così finalmente rotto l'incantesimo del Principato ed adesso può veramente sognare. Vettel alla sesta vittoria in Rosso consolida la sua leadership iridata. Chi l'avrebbe mai detto pochi mesi fa? Se è un sogno non svegliatevi.
Kentucky Kid ci ha lasciato. Se ne va dopo 5 giorni di coma. Forse gli unici giorni della sua vita in cui non ha sorriso.
di Matteo Landi
Il motociclismo è uno sport ipercompetitivo, individualista, e pochi corrono per il solo gusto di partecipare. Quando vinci i rivali spesso ti odiano. Un odio chiaramente sportivo ma pur sempre un sentimento negativo. Quando Hayden arrivò in MotoGp come compagno di Valentino Rossi tanti nutrivano dubbi sulle reali capacità del campione americano Superbike. Poi il giovane del Kentucky si fece strada, a modo suo. Macinò esperienza, punti su punti e nel 2006 vinse addirittura il mondiale battendo proprio la leggenda di Tavullia. Eppure nessuno lo odiò. Non ebbero il tempo: avvolto nella bandiera americana, piangeva, piangeva a dirotto come chi afferra qualcosa che ha inseguito per tutta la vita. Non potevi odiarlo, seppur "sportivamente" parlando. Si aggirava nel paddock bello come il sole, sorridente, anche quando l'avventura vincente marchiata Honda finì. Divenne un pilota simbolo Ducati ed anche quando si ritrovò alla guida di mezzi poco performanti lo vedevi sorridente, come qualcuno che corre per il piacere di farlo. Mai sofferente come un campione decaduto. Passato alla Superbike aveva accettato una nuova grande sfida. Sempre con il sorriso. Nicky aveva 35 anni, nato a Owensboro, una città di 55.000 anime del Kentucky. Si stava allenando in bicicletta sulla provinciale Riccione-Tavoleto, dopo lo scontro con un'auto è stato trasportato all'ospedale di Rimini per poi ricevere cure più importanti presso il Bufalini di Cesena. Oggi Kentucky Kid ci ha lasciato. Una vita vissuta andando sempre di fretta, veloce come il vento. Nuvolari corse in moto, divenne una leggenda delle corse automobilistiche in un periodo in cui era più probabile lasciare la pelle in pista che giungere a fine carriera per anzianità. Ma come per Nicky il destino aveva scelto qualcosa di diverso. "Correrai ancor più veloce per le vie del cielo" campeggia sulla tomba del grande "Nivola". Siamo convinti che valga anche per Nicky, mentre vestito della sua bandiera americana piange commosso dopo un'altra gara. Ciao Kentucky Kid.
Hamilton torna alla vittoria dopo un duello d'altri tempi con Vettel. La Ferrari va sul podio con Vettel, secondo ma ancora in testa al mondiale
di Matteo Landi
Spagna 2016, la Ferrari masticava amaro nonostante il podio conquistato, i suoi piloti non erano riusciti ad avere la meglio su baby Verstappen, vincitore alla sua prima gara in Red Bull dopo la debacle dei piloti Mercedes. Dodici mesi dopo la Ferrari sfiora ancora la vittoria ma le sensazioni sono completamente diverse. Come al solito le squadre hanno aprofittato della prima gara europea dell'anno per introdurre i primi importanti sviluppi alle vetture e lo stupore fra gli addetti ai lavori è stato grande quando durante le prove libere del venerdì la Mercedes ha svelato le sue carte. Così tanti aggiornamenti da farla sembrare una vettura completamente diversa e rivitalizzata dopo un inizio di stagione vissuto quasi all'ombra della Ferrari. Con questo "mostro" Hamilton è tornato alla vittoria, ma nonostante le modifiche aerodinamiche e di motore portate la squadra tedesca ha dovuto giocare di strategia per avere ragione su una Ferrari che non ha affatto sfigurato. Una strategia resa vincente anche dalla gara opaca di Bottas, il quale lontano dal ritmo dei primi, si era ritrovato in testa solo grazie al "gioco dei pit stop" ed ha dato un senso alla sua domenica rallentando drasticamente Vettel. Questi, uscito con gomme fresche dal pit stop, stava cercando di guadagnare terreno su Hamilton, ancora alle sue spalle ma con il jolly delle gomme morbide da giocare nell'ultima parte di gara. Vettel si è liberato di Bottas con un sorpasso da antologia, mettendo persino due ruote sull'erba mentre si avviava verso la staccata decisiva in piena velocità sul rettilineo principale. Una gara perfetta quella del tedesco, alla partenza ha sopravanzato Hamilton, partito in pole position, ed ha resistito caparbiamente all'inglese quando questi gli si è fatto sotto nella seconda metà gara. A Barcellona si è finalmente arrivati a quella lotta in pista tanto attesa da Hamilton, desideroso di confrontarsi ruota a ruota con un pilota, Vettel, che reputa al suo livello.
Hamiton-Vettel: la battaglia si infiamma
E che lotta! Vettel, con gomme più dure e meno prestazionali rispetto a quelle del rivale, ha respinto l'attacco di Hamilton, accompagnandolo addirittura fuori pista, ma niente ha potuto quando in pieno rettilineo l'inglese lo ha passato di potenza (e DRS). A quel punto il tedesco ha sperato in una resa delle gomme morbide di Hamilton che però non è arrivata. La Ferrari archivia così un Gran Premio di Spagna battuta, ma consapevole che i 3 secondi e mezzo che separano Vettel dalla vittoria sono in parte dovuti a particolari eventi di gara, come il "rallentamento" di Bottas ed una Virtual Safety Car che ha lievemente facilitato Hamilton, ed alla capacità di quest'ultimo di gestire le gomme, più in palla lui della sua Mercedes modificata.
Mercedes e Ferrari: entrambe a due velocità
Che la musica è cambiata rispetto allo scorso anno si nota anche dalla velocità delle due Mercedes, mai allo stesso livello. Se a Sochi Bottas era sembrato rinato, in Spagna è tornato nei panni del buon pilota che le prende sonoramente dal blasonato compagno di squadra. La gara del finlandese è poi terminata anzitempo con il motore in fumo. La musica non cambia mai per Raikkonen. Se è vero che la fortuna è cieca, nel suo caso la sfiga ci vede benissimo: fuori alla prima curva, dopo essersi ritrovato a sandwich fra Verstappen, anch'egli subito ritirato, ed il connazionale Bottas. Certo, se per una volta Kimi si qualificasse meglio....
Ricciardo, primo podio nella mediocrità Red Bull. Sauber in festa
Delle sventure dei piloti appena citati ha beneficiato Ricciardo, al primo podio dell'anno, ma il suo terzo posto è poco confortante per la Red Bull. La squadra austriaca, nonostante gli aggiornamenti portati in Catalunia, non riesce a cambiare passo e Ricciardo ha rischiato addirittura di subire l'onta del doppiaggio. Chi ha gioito come e forse più di Hamilton è la Sauber ed il suo pilota Wehrlein, addirittura ottavo all'arrivo seppur con una penalità di 5 secondi sul tempo finale. Peccato invece per Alonso: dopo un settimo posto conquistato in qualifica non è riuscito a conquistare la zona punti. Lo spagnolo potrà comunque rifarsi fra due settimane sul catino di Indianapolis, alla ricerca di una vittoria che in Formula 1 non arriverà in tempi brevi. Per farlo sacrificherà addirittura il Gran Premio di Monaco, che si correrà lo stesso giorno della 500 Miglia dell'Indiana. Chissà se riuscirà a coronare il suo sogno, ma soprattutto chissà come volgerà la battaglia fra Vettel ed Hamilton sul cittadino monegasco dopo che la sfida fra i due si è accesa di colpo.
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La nostra amica Benedetta Mazza ci racconta la fantastica esperienza ad Imola, dove ha avuto il piacere di presenziare al Campionato Italiano Gran Turismo e conoscere Riccardo Agostini, del team Antonelli Motorsport.
Parma, 2 maggio 2017
Siamo al Campionato Italiano Gran Turismo di Imola. È il 28 Aprile e con grande curiosità mi trovo ad osservare da vicino questo mondo, fatto di auto spettacolari come BMW, Ferrari, Audi e Lamborghini. Osservo questa realtà pazzesca dalla prospettiva di un vero Campione: Riccardo Agostini.
Finalmente lo conosco di persona; poco più di vent'anni (quasi 23), concentrato ma dal sorriso gentile. Si percepisce subito la determinazione che lo ha portato ad avvalersi di due titoli importanti: Formula 3 Italiana (2012) e Porsche Carrera Cup Italia (2015).
Mentre mi fa provare l'emozione di viaggiare su una stupenda Lamborghini Huracán, mi racconta qualcosa in più di Lui e della sua passione nata per caso quando aveva cinque anni, dopo il giro sul go kart di un compagno. Una passione che non lo ha mai abbandonato. Anche nei momenti più difficili, ha sempre creduto alle sue potenzialità e raggiunto con ambizione i suoi obiettivi!
Il Motosport è adrenalinica pura. Riccardo non si limita a fare il pilota, mi racconta che frequenta corsi come istruttore e consiglia a tutti di provare l'emozione di guidare una Lamborghini. Entrato nel 2016 nello GT3 Junior Program di Lamborghini Squadra Corse, è stato protagonista con la Huracán GT3 del team Antonelli Motorsport del Campionato Italiano Gran Turismo, centrando due vittorie (al Mugello e Vallelunga) e rimanendo in lotta per il titolo fino all'ultimo appuntamento, chiudendo quarto nella classifica della Super GT3 e confermandosi come il migliore dei piloti Lamborghini.
Alla vista della super sportiva pronta per la gara del giorno seguente resto stupita: la Lamborghini Huracán GT3 sembra una navicella spaziale!
Appena terminate le prove libere, la squadra ha provato sulla macchina assetti diversi che hanno portato Riccardo a staccare nella seconda sessione di qualifica, ottenendo così la possibilità di partire dalla seconda fila in Gara 1.
Il giorno seguente Daniel Zampieri ha lasciato il posto a Ricky nel pit stop obbligatorio durante la Gara 1 e si sono qualificati nella "TOP 5".
Nella giornata di Domenica, durante la Gara 2, per Riccardo e Daniel è arrivato il quarto posto sfiorando il podio. Si combatterà per quest'ultimo il 3 e 4 Giugno in pista a Misano. Di certo è stato un weekend carico di emozioni, grinta e tanta energia e di certo Riccardo Agostini da oggi ha una fan in più.
Bottas nega la doppietta alla Ferrari che si conferma al vertice. Prima vittoria del finlandese che umilia Hamilton. Vettel e Raikkonen bravi ma non basta.
di Matteo Landi
Un sabato da leoni, di quelli che alla Ferrari non capitavano da tempo, dal Gran Premio di Francia del 2008 per l'esattezza. Vettel non conquistava una pole position dal Settembre del 2015 e Raikkonen staccato di pochi millesimi dal compagno di squadra era finalmente tornato ai livelli che gli competono. Due piloti gasati da una vettura finalmente velocissima anche sul giro secco, dopo che Vettel aveva già dimostrato quanto lo fosse sulla distanza con due vittorie su tre gran premi disputati. Ma Vettel e Raikkonen non avevano ancora fatto i conti con Bottas. Il finlandese dopo un inizio di stagione in cui ha mostrato solo a tratti di valere il sedile che occupa, condito da una bella pole position ma anche da un imbarazzante testacoda in Cina, aveva l'occasione di prendersi la rivincita su una pista in cui ha sempre ben figurato nei suoi anni in Williams. E così dopo la terza posizione conquistata in qualifica, ben mezzo secondo più veloce del compagno Hamilton, Bottas ha rotto i sogni ferraristi quando allo spegnersi dei semafori è balzato addirittura in testa alla gara, beffando i piloti della squadra di Maranello. Con la Ferrari nei panni della....Mercedes 2017 vista nelle prime tre gare: veloce in qualifica ma meno incisiva in gara. Vettel ha poi compiuto un'esaltante rimonta nell'ultima parte di gara, arrivando a lottare per la vittoria, finita però nelle mani di Bottas.
Bottas, un'attesa quasi infinita
81 Gran Premi dopo il suo debutto nella massima formula il finlandese corona finalmente il suo sogno ed ora che ha la chance di correre con una vettura da vertice punta direttamente al bottino grosso, il titolo mondiale. In barba a chi lo vedeva come destinato al ruolo di gregario di Hamilton. E' ancora presto per dire se la carriera di Bottas prenderà le sembianze di quella di Rosberg, di certo il tre volte campione del mondo Hamilton inizierà a vedere il compagno di squadra sotto un altro aspetto. I 40 secondi di distacco rimediati dal vincitore bruciano ad Hamilton più del podio lasciato ai due piloti Ferrari Vettel e Raikkonen, rispettivamente secondo e terzo al traguardo. E sono forse più difficili da digerire dei 13 punti di distacco che adesso separano l'inglese dal leader del mondiale Vettel.
Hamilton, e quel Bottas che sa di Rosberg
Una rondine non fa primavera e sicuramente fra due settimane in Spagna Hamilton tornerà fra i protagonisti ma il weekend russo ha messo in evidenza tutte le crepe caratteriali del forte pilota inglese, incapace di accettare la superiorità mostrata una tantum dal compagno Bottas. Continui team radio hanno animato la gara di Hamilton, parzialmente rallentato da temperature della power unit ai limiti della norma, innervosito dal distacco che progressivamente lo allontanava dai primi tre. Imparare a perdere lo consacrerà definitivamente fra i grandi di questo sport, non solo a livello statistico e prestazionale ma anche umano.
Raikkonen di nuovo sul podio. Vettel quasi perfetto
In alto è tornato Kimi Raikkonen. In gara, dopo la pole position sfiorata, ha persino conquistato il giro più veloce, vera specialità della casa se si pensa che nella classifica di tutti i tempi è secondo solo a Michael Schumacher. Gli è mancata tuttavia la costanza del compagno di squadra Vettel il quale è stato quasi perfetto per tutto il weekend. Il tedesco avrebbe probabilmente vinto se in partenza non si fosse rivelato meno incisivo di Bottas, ma forse questa domenica niente avrebbe potuto ostacolare la prima vittoria di quest'ultimo, un vero maestro del circuito di Sochi. Per la Ferrari il bicchiere è quindi mezzo pieno: la velocità mostrata in prova ed in gara è sicuramente più positiva rispetto alla sconfitta rimediata più dal pilota Bottas che dalla Mercedes.
McLaren-Honda, la crisi infinita
Chi ha veramente deluso, ancora una volta, è la McLaren. Neanche partita con Alonso, 14esima con Vandoorne. Ormai letteralmente fagocitata dalla grave crisi Honda, incapace di puntare alla zona punti, relegata a quelle posizioni che generalmente occupano team con un budget infinitamente inferiore a quello del binomio anglo-nipponico. Alonso, a secco di titoli mondiali dopo i due conquistati nel 2005 e 2006, sta bruciando gli ultimi anni di una carriera che avrebbe potuto essere più gloriosa se il suo limpido talento fosse stato accompagnato da più saggezza. Fra due domeniche i tifosi spagnoli saranno in grado di addolcirgli l'amarezza della lotta di centro classifica. Su una pista, quella di Barcellona, che siamo certi regalerà ancora spettacolo nella lotta al vertice fra Ferrari e Mercedes.
Circa 30 auto rare passeranno da Parma nella mattinata di sabato 29 aprile, per proseguire sulla via Emilia in direzione Modena.
Parma, 28 aprile 2017
Passerà anche da Parma il raduno motoristico Alfa Brera – Touring Cup, organizzato da Alfa Brera Privilege Owners Club, di circa 30 auto rare, coupé e spider, Alfa Romeo (Brera e Spider 939), provenienti da oltre 6 paesi europei che si ispira alla Mille Miglia.
La manifestazione, patrocinata dal Comune di Parma, si svolgerà sabato 29 e domenica 30 aprile e attraverserà la nostra città nella prima giornata, rievocando l'emozione di una grande classica sportiva attraverso le località italiane più belle e automobilisticamente famose (Brescia, Parma, Modena, Firenze, Ferrara e Verona).
Un evento di rilevanza culturale e turistica, anticipatore della Mille Miglia che, anche quest'anno, farà tappa a Parma a maggio.
Ecco l'itinerario previsto nella nostra città nella mattina di domani, sabato 29: arrivo ai parcheggi di viale Luigi Anedda (verso le ore 10.30), ripartenza per località Paradigna, viale Europa, viale IV Novembre, viale Toschi, viale Mariotti, via Mazzini, passaggio per piazza Garibaldi, strada Della Repubblica, viale Tanara, via Toscana, sosta al parco ex Eridania; ripartenza (verso le ore 11,30) dal parco ex Eridania, via Toscana, via Tanara, piazzale S. Allende, viale Mentana, via Emilia Est, via Emilio Lepido per proseguire sulla via Emilia in direzione Modena.
A meno di un anno dalla nascita il Club Alfa Brera Privilege è già al suo secondo appuntamento internazionale. Dopo il successo dell'incontro ad Arese al Museo Storico Alfa Romeo, il Club propone per il 2017 questa Coppa Turistica in due giorni, sulle stesse strade percorse nella prima edizione della competizione (1927) dalle grandi Alfa Romeo.
Se lesionati o rotti i vetri dell'auto devono essere sostituiti con la massima urgenza. La spesa deve avere la priorità su tutto affinché non sia messa a repentaglio la sicurezza alla guida.
Come effettuare la riparazione vetri auto? Quando richiederla e quanto costa? Parabrezza e lunotto posteriore hanno prezzi ed importanza differenti rispetto ai quattro finestrini laterali anche se è ovvio come tutti costituiscano una delle parti più fragili che ci possano essere su un veicolo. Un piccolo colpo, anche fortuito, può causare un danno irreparabile e richiedere la sostituzione di tutto il vetro. Da un lato i finestrini laterali, secondo le ultime statistiche, si rompono soprattutto a causa di vandali e ladri che li mandano in frantumi per rubare borse, borselli, cellulari o computer lasciati incustoditi dentro all'abitacolo dell'auto. Dall'altro il lunotto posteriore e il parabrezza possono danneggiarsi per colpa di un qualche sasso schizzato via da altre macchine o di una pigna caduta da un albero sotto al quale si è parcheggiato, non serve per forza un incidente stradale.
Attenzione alle piccole crepe
Una piccola crepa sul parabrezza o sul lunotto posteriore può, molto facilmente, estendersi durante la marcia. Sollecitata dai vari sobbalzi, infatti, può allargarsi pian piano e interessare un'aria sempre più vasta rischiando di compromettere la visuale del guidatore e creare strani giochi di luci. Durante la marcia l'autista non deve essere distratto da nulla. La visuale deve essere sempre delle migliori. Un vetro danneggiato mette pertanto a repentaglio la sicurezza di chi guida, dei passeggeri e degli altri automobilisti.
Una piccola crepa su uno dei finestrini laterali, invece, pur essendo un danno e comportando una determinata spesa a livello economico, non preclude la sicurezza alla guida.
Lunotto e parabrezza devono essere riparati o sostituiti con tempestività. Non è sempre detto che per una piccola crepa si debba sempre sostituire per forza tutto il vetro. Ormai, grazie alle tecniche più moderne, i professionisti del mestiere sono in grado di riparare il danno e prevenire che la situazione si aggravi.
Rivolgersi sempre a dei professionisti
Quando c'è bisogno di effettuare la riparazione dei vetri dell'auto è sempre bene rivolgersi a dei professionisti del mestiere cercando informazioni su internet e chiedendo diversi preventivi in giro per poter valutare bene e per poter così decidere di affidarsi al migliore su piazza. Effettuare questo tipo di riparazioni nel migliore dei modi è molto complicato. Effettuare una corretta sostituzione dei vetri, invece, è quasi impossibile, nonostante tutti i video tutorial che si possano trovare su internet. Il lavoro richiede un know how specifico che non tutti hanno, ma anche l'utilizzo di strumenti che solo i professionisti possiedono.
Costo della riparazione dei vetri dell'auto
Il prezzo della riparazione o della sostituzione dei vetri dell'auto cambia a seconda che si possieda o meno una copertura assicurativa ovvero una polizza cristalli. La riparazione del parabrezza potrebbe variare dai 50 ai 150 euro mentre un parabrezza nuovo, il vetro più costoso dell'auto, rischia di aggirarsi anche sui mille euro a seconda del tipo di auto e del modello.
Vettel vince davanti a Hamilton e Bottas. 2 a 1 fra Ferrari e Mercedes, è festa Rossa!
di Matteo Landi
Buona Pasqua Ferrari! Lo dice via radio Vettel al termine di un gran premio combattuto ed emozionante. Una gara in cui il pilota tedesco ha messo in mostra tutte le sue caratteristiche migliori: costanza di rendimento, velocità ed affidabilità. Talvolta gli sono mancate lo scorso anno ma adesso che sente di avere fra le mani una monoposto competitiva è tornato il Vettel cannibale dei tempi Red Bull, quello che vinceva 4 mondiali consecutivi. Ancora è presto per sapere quale sarà l'esito di questo campionato ma la Ferrari c'è. 2 vittorie su 3 gare disputate, ottenute senza sfruttare sfortune altrui. Anzi, il bottino poteva essere addirittura pieno senza l'incidente di Giovinazzi in Cina. La Mercedes imbattibile, la dominatrice dell'era ibrida, fa per la prima volta i conti con un'avversaria di pari livello. Hamilton si ricorda di essere vulnerabile e, nella fretta di recuperare, commette un errore che gli condiziona la gara ma, a conti fatti, non la vittoria.
Hamilton sbaglia. Ma avrebbe perso comunque
Accade al 13esimo giro quando tutti i piloti di testa, ad eccezione di Vettel che già aveva sostituito le sue gomme, rientrano per eseguire il loro pit stop approfittando della presenza in pista della safety car. Hamilton sa che si sarebbe dovuto accodare a Bottas e decide quindi, con malizia, di rallentare in pit lane facendo perdere tempo a Ricciardo, subito dietro al pilota inglese. I commissari si accorgono subito della mossa del tre volte campione del mondo e lo sanzionano con 5 secondi di penalità da scontare alla sua prossima sosta ai box. Hamilton, con una strategia diversa rispetto ai principali rivali, nel finale rinviene come una furia su Vettel che tuttavia taglia il traguardo con più di sei secondi di vantaggio sul pilota inglese: anche senza la penalità avrebbe comunque battuto Hamilton. Ma non sono solo i numeri a far gioire gli uomini in Rosso.
Ferrari, adesso sa come vincere. Vettel, quando è così non si batte
A Maranello hanno dimostrato di saper vincere grazie alle performance della loro vettura e ad un mix di bravura e follia, come dichiarato da Arrivabene al termine della gara. Il team manager ha lasciato intendere che la squadra di Maranello abbia in qualche modo rinunciato alla pole position a vantaggio della prestazione in gara: considerando che fra qualifica e gara sono vietati interventi sulle monoposto è ragionevole pensare che in Ferrari abbiano preparato le loro vetture privilegiando la prestazione con il pieno a bordo. Dopo la qualifica infatti, con Vettel terzo battuto non solo da Hamilton ma anche da Bottas, sembrava di essere tornati agli anni scorsi. Una prima fila tutta argento preludio di una passerella trionfale dei piloti Mercedes, con Bottas nei panni del nuovo Rosberg capace di battere Hamilton sul giro secco e di impensierirlo in gara. E Ferrari, fuoco di paglia, pronta a doversi difendere dagli attacchi dei critici. Allo start della gara Vettel ha invece immediatamente soffiato la seconda posizione ad Hamilton, mettendosi a caccia della prima Mercedes, quella di Bottas. Dopo la prestazione incolore della scorsa settimana ci si attendeva una riscossa del pilota finlandese che invece non è riuscito a prendere il largo alla partenza, facendo da tappo al compagno Hamilton che di fatto ha perso la corsa anche a causa del passo piuttosto "lento" tenuto da Bottas nella prima parte di gara. Neanche la safety car ha stavolta compremesso la gara di un Vettel che nel finale ha resistito con autorevolezza alla rimonta di Hamilton, lottando con il rivale ed il cronometro in attesa di un duello ruota a ruota che prima o poi, nel corso del campionato, avverrà. Hamilton, dopo la coltellata subita al sabato quando ha lasciato la pole position al neo arrivato Bottas e l'errore già citato commesso durante la gara, si è dimostrato tutt'altro che imbattibile. Come il campionato 2016 ha già evidenziato, non basta essere il più veloce per vincere. Lo scorso anno Rosberg ha mostrato le crepe caratteriali di un campione che adesso dovrà abbandonare tutti i suoi nervosismi se vorrà stare davanti all'Armata Rossa.
Vettel-Ferrari: l'uno trascina l'altra e viceversa
Anzi, al solo Vettel, perchè l'altro pilota Raikkonen ancora stenta a raggiungere il livello del suo compagno: in qualifica non è andato oltre la quinta posizione ed in gara è giunto quarto dopo aver a lungo duellato con Massa, quest'ultimo al volante di una Williams non certo al livello della Ferrari. Il distacco di 22 dal vincitore Vettel non può soddisfare gli uomini di Maranello che, al momento, si trovano a lottare contro le Mercedes con il solo Vettel. E' Raikkonen sottotono, o Vettel che con il suo talento riesce a portare in alto la squadra di Maranello? Una domanda che riporta la mente ai primi anni in Rosso di un certo Schumacher, che al volante di una Ferrari ben più modesta di quella attuale, riusciva in imprese inimmaginabili ai suoi compagni di squadra. Ed allora come oggi l'inno tedesco suonava prima di quello italiano di fronte a meccanici in festa, commossi in mezzo ad un tripudio di bandiere tricolori. Epoche diverse, uomini diversi, sogni simili. Riusciranno la Ferrari e Vettel a continuare questa striscia positiva? Il tempo dirà. Intanto, tanti auguri e Buona Pasqua Ferrari!
L'inglese torna alla vittoria con una gara impeccabile. Vettel combatte ed è secondo. Il Gran Premio di Cina regala spettacolo.
di Matteo Landi
Nel 2007 il Gran Premio di Cina coincise con il momento più basso della sua carriera. L'allora leader del mondiale Hamilton gettò all'ortiche il suo primo titolo, insabbiandosi mentre cercava di rientrare ai box con gomme ormai sulle tele. A circa dieci anni di distanza sulla stessa pista Hamilton regala la prima vittoria del 2017 alla Mercedes, ed il pilota britannico si riprende la vetta della classifica a pari punti con un altro grande di giornata, Sebastian Vettel. Il campionato è ancora in fase embrionale ma già si intuisce quelli che sono i valori in campo. Dopo un gran premio di Australia lineare, in cui i top team Ferrari e Mercedes si sono sfidati a viso aperto in condizioni di pista "normali", in Cina le condizioni atmosferiche hanno condizionato l'intero fine settimana ad eccezione del sabato, quando Hamilton ha nuovamente stabilito la pole position ricordando che sul giro secco il migliore è lui.
Weekend condizionato dal maltempo ma che gara!
Venerdì la nebbia ha portato la direzione gara all'annullamento della seconda sessione di prove libere e domenica i piloti hanno fatto i conti con una partenza bagnata e le incognite relative all'utilizzo di gomme intermedie poco provate nei test invernali. Ne è venuta fuori una gara emozionante, con Vettel costretto ad inseguire quando si è ritrovato dietro al compagno Raikkonen ed alle due Red Bull. Era della partita anche Bottas, fino a quando non si è girato in regime di safety car ed è sprofondato a centro classifica. In Australia il finlandese di casa Mercedes non aveva affatto sfigurato nei confronti del plurititolato Hamilton. In Oriente ha invece mostrato tutti i suoi limiti. Quei limiti che dividono un ottimo pilota da un top driver. Al di là del brutto errore, non accettabile da un pilota che guida l'astronave Mercedes, Bottas non è mai stato incisivo rimanendo sempre lontano dal ritmo del suo caposquadra. Il momento chiave della gara è avvenuto dopo pochi giri, quando è entrata in pista la safety car, necessaria per permettere la rimozione della vettura di Giovinazzi rimasta gravemente danneggiata sul rettilineo di partenza. A quel punto la direzione gara ha saggiamente deciso di far transitare tutte le vetture all'interno della pit lane, visti i numerosi detriti che invadevano la pista.
L'incidente di Giovinazzi scompagina i piani Ferrari
L'incidente del terzo pilota Ferrari ha compromesso la gara del team di Maranello che aveva saggiamente deciso di far entrare Vettel prima di tutti gli altri piloti di vertice per fargli montare pneumatici da asciutto. La scelta non ha pagato: chi gli era davanti ha potuto svolgere l'operazione di cambio gomme approfittando della scelta della direzione gara, rimanendo davanti al tedesco. Se tante volte in tempi recenti si è crocefisso, non sempre a torto, il muretto box Ferrari per scelte inadeguate, stavolta senza l'incidente di Giovinazzi Vettel si sarebbe ritrovato davanti a tutti al momento delle loro soste ai box, necessarie in quanto la pista andava ormai asciugandosi.
Vettel: secondo posto e tanta grinta
Dopo la vittoria di Melbourne un secondo posto avrebbe potuto togliere il sorriso agli uomini di Maranello ma, per come è maturato, così non è stato. Vettel, decisamente più incisivo di un abulico Raikkonen, ha mostrato gli artigli del campione con sorpassi memorabili. Uno su tutti quello su Ricciardo: i due sono arrivati persino al contatto ma Vettel, forte di una Ferrari veramente performante su pista asciutta, non si è fatto intimorire dalla difesa dell'ex compagno di squadra e lo ha passato. Già, i sorpassi. Con le nuove vetture dotate di tanto carico aerodinamico dovevano essere i grandi assenti del 2017. Vetture veloci sì, ma lo spettacolo avrebbe potuto risentirne. Ebbene, sono calati, ed in Cina nonostante un lunghissimo rettilineo e l'artifizio del DRS i piloti faticavano a prendere la scia della vettura che seguivano. Così si sono dovuti ingegnare e sono venute fuori manovre di qualità: staccate al limite, ruote fumanti, contatti e quindi spettacolo. Meno quantità, più qualità. Il momento più bello rimane comunque il duello fra Ricciardo e Vettel, il quale una volta liberatosi delle Red Bull si è gettato all'inseguimento del leader Hamilton, ormai lontano oltre 10 secondi. La Ferrari a questo punto ha mostrato la sua velocità ed il tedesco ha rosicchiato parte dello svantaggio accumulato arrivando poi al traguardo a soli 6 secondi da Hamilton. I due ora sono appaiati in testa alla classifica di un mondiale che si preannuncia veramente interessante dopo anni di dominio teutonico incontrastato.
Verstappen show, va sul podio. Haas a punti. McLaren, ma ha corso?
Dietro ai due è arrivato Verstappen. Poderosa la sua rimonta se si pensa che partiva addirittura 16esimo dopo un sabato da incubo. L'olandese ha compiuto un primo giro da urlo, passando piloti in ogni punto della pista quando questa era ancora bagnata. Negli ultimi giri si è difeso dal rimontante Ricciardo, mostrando tuttavia il lato debole della sua giovane età quando ha ripetutamente chiesto via radio l'intervento dei commissari verso Grosjean che, a suo dire, non gli facilitava il doppiaggio. In realtà Verstappen faticava a raggiungerlo ed il francese della Haas non poteva certo smaterializzarsi. A proposito della squadra americana è da rimarcare la prestazione convincente di Magnussen, il primo pilota, Grosjean a parte, a portare punti alla squadra di Kannapolis da quando questa è in Formula 1. Il danese è giunto ottavo riscattando la deludente prestazione di Melbourne. Ha continuato a deludere invece la McLaren, ancora incommentabile.
Giovinazzi, che peccato!
Fra le note negative del weekend, come detto, vi è la prestazione di Raikkonen, solo quinto, e la gara di Giovinazzi. In Cina è arrivato il suo primo grave errore. Anzi, i primi, se si considera la scontro contro il muretto del sabato. Alle prese con problematiche per lui nuove da affrontare con queste potenti monoposto, si è lasciato ingannare dall'asfalto ancora parzialmente bagnato e si è schiantato contro il muro a lato del rettilineo. Tutta esperienza per l'italiano di Martina Franca che potrà rifarsi domenica prossima in Bahrain se dovrà ancora sostituire Wehrlein. Altrimenti continuerà il suo processo di maturazione da terzo pilota Ferrari, all'inseguimento di un sogno tutto Rosso. Intanto a Maranello possono godersi l'inizio di stagione decisamente positivo di Vettel, nell'attesa che anche Raikkonen si svegli dal torpore.
Risveglio dolce per i tifosi ferraristi. Vettel batte le Mercedes e trionfa al volante di una Ferrari ritrovata. A Maranello si torna a godere ed a guardare tutti dall'alto.
di Matteo Landi
Un 2016 deludente, iniziato con toni trionfalistici e promesse non mantenute. Poi un inverno difficile, le critiche verso una squadra dal nome leggendario che non sa più vincere, dubbi sulle capacità del Team Principal Maurizio Arrivabene, perplessità su una Ferrari rivoluzionata in virtù di una nuova organizzazione orizzontale senza ingegneri star, come voluta da Marchionne. Il Presidente lo scorso anno si lanciò in previsioni che poi si rivelarono tutt'altro che azzeccate. Il periodo intercorso fra l'ultima gara 2016 e la prima del 2017 è stato lungo a Maranello. Ed in silenzio. Un silenzio che si è fatto "assordante" quando nei test in preparazione della nuova stagione la Rossa viaggiava bene, eccome. Con tanto di record della pista di Barcellona. Anche un anno prima però la Ferrari non se l'era cavata affatto male nel pre-campionato. Ferrari veloce, quindi, o solo fumo negli occhi?
Alba Rossa
La risposta è arrivata decisa, come un fulmine nel sereno cielo australe. Inno cantato a squarciagola dai meccanici Ferrari, Vettel quasi commosso sul podio guarda dall'alto verso il basso i rivali d'argento battuti da una Ferrari assolutamente perfetta, almeno con Vettel. Ferrari, una bandiera che torna a sventolare fiera, bagnata dallo champagne del suo campione che ha corso in maniera assolutamente impeccabile. Dopo un buon avvio dalla seconda posizione, alle spalle del poleman Hamilton confermatosi formidabile sul giro secco, Vettel è rimasto fino al primo pit-stop costantemente entro i 2 secondi di distacco dal leader. Hamilton, in crisi con le gomme, è rientrato ai box prima del rivale rimanendo poi bloccato dietro a Verstappen, quest'ultimo al volante di una Red Bull lontana dal ritmo dei primi, e perdendo tempo prezioso nei confronti di un Vettel abile nel gestire delle gomme prossime al loro termine di utilizzo. Verstappen, tanto odiato dai tifosi ferraristi dopo i bruschi duelli dello scorso anno con i piloti di Maranello, si è questa volta trasformato in un "alleato" fondamentale. Vettel è così riuscito ad eseguire la sua unica sosta ai box ed uscire dalla pit lane davanti ad Hamilton.
Strategia giusta, vettura veloce, Vettel perfetto
La gara era ancora lunga ed il pilota Mercedes avrebbe spremuto tutto il potenziale dalla sua vettura, come spesso non ha dovuto fare nei recenti anni di dominio Mercedes, se non contro il pensionato compagno di squadra che stavolta assisteva a tutto questo dal suo divano di casa. Sarebbe riuscito Vettel a rimanere davanti al missile d'argento? Si, perchè in questo inizio di 2017 il missile s'è tinto di Rosso ed è decollato fino ad assicurarsi un margine di ben dieci secondi sul rivale. A parità di gomme, di strategia, di condizioni quindi. Dopo un inverno di silenzi, la Ferrari ha fatto parlare la pista. E che dolci parole!
Raikkonen in ombra. Bottas, niente male
Alla gioia di Vettel ha fatto da contraltare la faccia perplessa di Raikkonen, uscito sonoramente battuto dal suo compagno di squadra. Il finlandese non è mai entrato in sintonia con la pista di Melbourne, non riuscendo a rendere la monoposto adatta al suo stile di guida. A differenza di quanto mostrato nei test invernali a Barcellona, una pista completamente diversa dal cittadino australiano. Ha comunque limitato i danni arrivando quarto, dopo aver contenuto nel finale di gara la rimonta di Verstappen, e consegnando punti preziosi per la classifica costruttori. Al volante di questa Ferrari avrebbe però dovuto, e potuto, fare certamente di più. Almeno infastidire Bottas. Sembrava un debutto incolore del neo pilota Mercedes, finalmente al volante di una vettura top è parso in difficoltà ad inizio gara, quando davanti a sé ha visto il retro della Ferrari di Vettel solo per pochi giri prima che quest'ultimo gli fuggisse via a svariati secondi di distacco, poi nella seconda parte di gara ha recuperato terreno fino a tagliare il traguardo a poco più di un secondo da Hamilton. Primo esame superato quindi per il sostituto di Rosberg. Chissà che Hamilton, più avanti nella stagione, non debba preoccuparsi di nuovo della velocità di un suo compagno di squadra.
Gara contesa da due squadre, vetture velocissime, sorpassi in calo: è la nuova Formula 1
Seppur senza sorpassi, al vertice la lotta è dunque tornata elettrizzante. Una Ferrari al top che sfida sui millesimi di secondo i piloti Mercedes ha riportato la mente a quegli anni in cui la Formula 1 contava, solo in Italia, 10 milioni di telespettatori che talvolta si lamentavano della mancanza dei sorpassi ma che, al tempo stesso, rimanevano davanti al televisore. Quei tifosi che, almeno fino allo scorso anno, rimpiangevano gli anni delle sfide Ferrari-McLaren prima e del dominio Rosso poi. Come ci si attendeva l'incredibile miglioramento prestazionale delle monoposto, ottenuto con uno stravolgimento regolamentare più unico che raro, ha portato a sorpassi meno numerosi ma più di “qualità”, vetture con velocità consone alla massima espressione dell'automobilismo ed ha apparentemente azzerato la superiorità della Mercedes. Almeno per il momento questa è la sensazione. Almeno per il momento solo nei confronti della Ferrari, perchè gli altri a Melbourne sono rimasti molto lontani dalle due squadre top.
Ferrari contro Mercedes. Gli altri? Lontani
Red Bull ha subito il weekend nero di Ricciardo, contro il muro sabato e costretto a partire due giri dopo gli altri, ma anche una vettura non in grado di competere con i primi. Della McLaren, attesa al riscatto dopo due stagioni orrende, è meglio non parlarne. In Williams la nota positiva è stata la prestazione di Massa, sesto, solido, costante: gallina vecchia fa buon brodo. Perchè la nuova, il debuttante Stroll, dopo delle prove disastrose, ha mostrato grinta ma anche incostanza di rendimento prima del ritiro per problemi ai freni.
Giovinazzi: un italiano torna finalmente in Formula 1
Debutto assolutamente gradito ed inaspettato è stato quello di Antonio Giovinazzi: chiamato in Sauber sabato mattina dopo il forfait di un Wehrlein a corto di preparazione fisica, si è qualificato ottimamente 16esimo con la vettura più lenta del gruppo, appena dietro all'esperto compagno di squadra Ericsson. Antonio ha poi corso con solidità, guadagnando velocità al trascorrere dei giri e concludendo 12esimo. Bello rivedere in pista un pilota italiano, nazionalità non rappresentata nelle ultime 5 stagioni di Formula 1. Wehrlein tornerà probabilmente a guidare la sua vettura già dalla prossima gara ma Giovinazzi, dopo i successi ottenuti in GP2, ha mostrato ancora una volta di che pasta è fatto. La Ferrari dovrà tenersi stretto questo gioiello di pilota. Intanto la squadra di Maranello è tornata a frequentare i piani alti della Formula 1 e Vettel ha fugato, se mai ce ne fosse bisogno, ogni dubbio sulle sue capacità, quelle di un quattro volte campione del mondo. Ferrari, avanti così, piedi per terra e vediamo come va perchè potrebbe essere proprio un bel vedere.
La nuova Lamborghini Huracan Performante ha fatto salire l'adrenalina agli appassionati di motori. Sul circuito di Imola, grazie ai servizi offerti da Rse Italia, c'è la possibilità di essere protagonisti di un'esperienza da sogno a portata di clic.
12 marzo 2017
Il video della Lamborghini Huracan Performante che gira sulla pista di Imola ha fatto salire l'adrenalina agli appassionati di motori, che hanno apprezzato le performance di due miti italiani. Eppure, questa possibilità non è così esclusiva, come si può scoprire grazie al Web.
Si chiama Lamborghini Huracan Performante, ed è una nuova versione della splendida coupé lanciata sul mercato dal marchio del Toro nel 2014; dopo tanta attesa (e qualche immagine "spia"), gli appassionati ne hanno finalmente potuto vedere le prime immagini ufficiali grazie a un video pubblicato da Sport Auto.
Le novità della Performante. Questo nuovo modello, presentato per l'occasione con una originale livrea camouflage che ne maschera le forme definitive, ha girato sul tracciato "Enzo e Dino Ferrari" di Imola agli inizi di febbraio, mettendo subito in chiaro le sue qualità più forti, a cominciare dal rombo del motore 5.2 litri V10, dalla potenza incrementata a 640 cavalli e 618 Nm di coppia grazie a nuovi collettori e a un rinnovato sistema di aspirazione.
La dieta dell'auto. Cambia anche il peso dell'auto, che nella sua versione sportiva appare molto alleggerita, con quasi 40 chili in meno rispetto a quella tradizionale: il solo sistema di scarico, ad esempio, garantisce un risparmio di 11 kg, mentre l'impiego di materiali compositi (e soprattutto il carbonio, con cui è stato realizzato anche lo spoiler posteriore) collabora allo snellimento definitivo.
Ancora più veloce. Il tratto più distintivo dell'auto, però, è la cosiddetta Ala, la Aerodinamica Lamborghini Attiva che consente, attraverso motorini elettrici, di aprire e chiudere i flap all'istante, gestendo i flussi aerodinamici in base alla direzione dello sterzo e alla velocità. Un sistema che migliorerà grip, trazione e in definitiva la velocità nella percorrenza della curva. Al momento non ci sono molte altre informazioni sulla Performante, ma si vocifera sul web che la supercar abbia girato al Nurburgring in circa 6,52 minuti, battendo i tempi sia di Aventador SV (che ha completato il percorso in 6'59") che di Porsche 918 (6'57").
Protagonisti a Imola. In attesa di avere a disposizione ulteriori dettagli sulle caratteristiche di questa vettura, si può aggiungere un'altra informazione importante per tutti gli appassionati: grazie ai servizi offerti da Rse Italia, la possibilità di essere protagonisti di un'esperienza da sogno è a portata di mano, anzi di clic. Acquistando uno dei pacchetti a disposizione sul sito, infatti, si può prenotare un giro sul circuito di Imola al volante proprio di una Lamborghini o di una Ferrari, vivendo tutti i brividi della velocità e della guida su un tracciato storico come quello romagnolo.
L'accordo tra Lamborghini e circuito. D'altra parte, soltanto a novembre scorso l'Autodromo "Enzo e Dino Ferrari" di Imola e la Lamborghini, due simboli dell'eccellenza della motorvalley emiliano-romagnola e del Made in Italy, hanno firmato un accordo di collaborazione per animare la pista con eventi e test drive.
Un calendario ricco. Nello specifico, per circa 60 giorni l'asfalto del tracciato sul Santerno sarà calcato dalle vetture del Toro, e in particolare 15 giorni complessivi sono dedicati alla presentazione e sviluppo dei nuovi modelli della casa di Sant'Agata Bolognese, 10 all'Academy (ovvero, corsi di guida intensivi propedeutici alla partecipazione alle competizioni), 4 per i giovani piloti, 21 per prove dei clienti, mentre a metà novembre ci sarà l'evento clou con i test delle finali mondiali che richiameranno un centinaio tra i migliori piloti di tutte le attività sportive della Lamborghini svoltesi nel mondo. Un modo per rendere più dinamico il calendario di una delle piste più affascinanti e complesse di tutto il panorama internazionale.
La nuova Mini Countryman si presenta 20cm più lunga, con abitabilità per cinque passeggeri e vano bagagli molto capiente. Realizzata sulla piattaforma della Bmw serie 2, è ancora meglio assemblata della precedente e più equipaggiata.
Da circa 27.500 euro a più di 41mila euro.
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La Ferrari accende la passione con la SF70H. La Scuderia svela la vettura che ha il compito di cancellare i brutti ricordi di un 2016 avaro di soddisfazioni in un contesto regolamentare radicalmente cambiato
di Matteo Landi
Si chiama SF70H, a ricordare i 70 anni dalla fondazione di Auto Costruzioni Ferrari. Un video introduce la nuova nata e ricorda in pochi secondi la storia della Casa di Maranello. 70 sfumature di Rosso, la tinta della passione, il colore dell'Italia che corre in Formula 1 e che tanto ha vinto, nonostante un 2016 da incubo e zero vittorie. La "H" del nome ricorda che la Ferrari è tradizione che abbraccia l'era moderna, quella della Formula Hybrid, in cui la squadra di Maranello ha fino ad ora conquistato ben poco e faticato tanto. La nuova nata dovrà essere la sterzata vincente per una squadra che negli ultimi anni ha vissuto di guerre politiche intestine e poca stabilità. Partorita dalla nuova struttura orizzontale voluta da Sergio Marchionne - il quale dopo l'addio di James Allison, ora Direttore Tecnico Mercedes, ha dichiarato che alla Ferrari non servono superstars - è il frutto di un gruppo di lavoro capitanato da Mattia Binotto e supportato dalla super consulenza di Rory Byrne, 73enne realizzatore di tutte le vetture vincenti di Michael Schumacher.
La Ferrari del cambiamento
Un aiuto necessario vista la scarsa esperienza da direttore tecnico di Binotto, da sempre impegnato nell'area motori ma solo da pochi mesi nelle nuove vesti. Una mano indispensabile viste le pesanti novità regolamentari che hanno obbligatoriamente definito l'aspetto estetico della nuova vettura: alettone posteriore più largo e basso, ala anteriore a freccia, vettura più larga, diffusore posteriore più generoso e gomme Pirelli più larghe del 25% rispetto agli pneumatici 2016. Queste le caratteristiche di tutte le vetture 2017 intorno alle quali ogni progettista ha messo del suo alla ricerca di un differenziale di competitività. Andando ad analizzare la SF70H si nota subito all'anteriore la presenza dell'S-Duct, un condotto che serve a portare aria dalla parte inferiore della vettura a quella superiore, utile ad alleviare l'alta pressione presente sotto il muso e pulire i flussi aerodinamici. Subito davanti le pance laterali il gruppo di lavoro di Maranello si è sbizzarrito con deviatori di flusso articolati che danno all'entrata delle pance un aspetto particolarmente aggressivo. Non si può non notare l'enorme pinna posta sul cofano motore, coperta da una vernice bianca che in tempi recenti non ha portato particolarmente bene alla Scuderia: la Ferrari bianco-rossa 2016 ricordava cromaticamente la vettura del 1993, due anni particolarmente avari di soddisfazioni per la casa di Maranello, conditi da zero vittorie.
Mercedes e Red Bull da battere? Tutto è possibile
Tuttavia non è la cabala a dover preoccupare Arrivabene e compagni quanto le capacità degli avversari: Mercedes è ormai un'armata quasi imbattibile e Red Bull può contare su Adrian Newey, un genio che nei momenti di grandi cambiamenti regolamentari che interessano più l'aerodinamica del veicolo che la parte propulsiva è in grado di spiazzare la concorrenza con qualche intuizione impensabile per gli altri. Vedremo se l'organizzazione orizzontale del Presidente Marchionne, molto più cauto nelle dichiazioni dopo la brutta figura rimediata lo scorso anno, sarà in grado di contrastare gli avversari. Tenendo presente anche che fra i competitors diretti della Rossa potrebbero essercene altri. Il passato insegna: il 2009, anno di grandi cambiamenti, ci consegnò una Brawn, nata dalle ceneri della Honda ed a corto di budget, al top grazie soprattutto alla geniale intuizione del "diffusore con il buco" che spiazzò la concorrenza. Guai quindi a sottovalutare. Ad esempio McLaren, rivoluzionata dopo lo storico allontanamento di Ron Dennis. O Renault, che dopo un 2016 da record negativo vuole vedere i primi frutti del suo investimento. E un occhio alla Williams, squadra che tuttavia dovrà affidarsi al debuttante Stroll ed al rientrante dalla pensione più breve della storia, Massa. Non sarà facile per la Scuderia tornare al vertice, ma come ci ricorda il nome della nuova creatura la Ferrari è una signora di 70 anni sulle spalle, si è saputa ringiovanire e come le grandi attrici ha tanta grinta per aggiudicarsi un altro Oscar. A Maranello la determinazione non manca, i prossimi test in pista e soprattutto la gara inaugurale di Melbourne, domenica 26 marzo, ci daranno i primi responsi. Vettel e Raikkonen sono chiamati ad un'altra sfida: il primo a tornare a mostrare tutte le sue qualità di campione assoluto dopo un 2016 di alti e bassi ed il secondo ad un ultimo anno di carriera (?) da raccontare un giorno ai suoi nipoti. A dargli man forte ci sarà il collaudatore, nuovo arrivato, Antonio Giovinazzi, vice campione Gp2, un italiano che ha saputo stupire gli addetti ai lavori e che adesso aspetta la sua grande chance.
Un Suv che unisce le doti dinamiche all'indubbia eleganza delle linee. Grande tecnologia, tetto panoramico e i-Cockpit preponderante all'interno, in cui tutto è ottimizzato per il piacere e la concentrazione del conducente in uno scrigno decisamente high-tech. La plancia si caratterizzata da grandi display.
Ampia la scelta di motori diesel e benzina, con potenze da 120Cv a 185Cv, con dispositivo stop and start e cambio manuale o automatico EAT6.
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Renault Twingo nella versione GT celebra l'arrivo del nuovo motore da 110Cv. Per la piccola cinque porte francese un'importante sfida affrontata dal reparto sportivo perché gli ingegneri di Renault Sport hanno lavorato su una leggera vettura a motore e trazione posteriore. Aspetto aggressivo da rapporto ottimale peso potenza di 8,5 kg/CV.
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Tante le innovazioni applicate alla Mitsubishi ASX 2017. La casa giapponese punta sul restyling che si nota subito nel frontale ridisegnato e ispirato alla Outlander. All'interno un nuovo sistema di infotainment con schermo 7pollici: SDA, Smartphone Link Display Audio che si connette agli smartphone iOS o Android.
Prezzi da 20.190 euro per il 1.6 benzina da 117Cv.
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Un design più moderno grazie alla nuova firma luminosa, nuovi interni, nuovi vani portaoggetti ed equipaggiamenti, ad un prezzo sempre più accessibile.
Cinque comodi posti, ampio bagagliaio, la nuova Dacia Sandero è la city car ideale per ogni giorno. Le nuove luci diurne a led studiate appositamente creano la firma luminosa, che caratterizza il nuovo design.
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Inizia una nuova era: regolamento stravolto e vetture da record. La Formula 1 si rifà il look, più veloce che mai.
di Matteo Landi
Saranno le Formula 1 più veloci di sempre. Circa cinque secondi al giro più rapide delle vetture 2016, un'enormità. Sarà come assistere alla nascita di una nuova categoria se si pensa che, in tempi recenti, spesso un distacco analogo ha diviso le migliori F1 dalle prime vetture della serie cadetta Gp2. Il terzo stravolgimento tecnico in meno di dieci anni che potrebbe significare l'ennesima rivoluzione dei valori in campo. Come accadde con le pesanti modifiche aerodinamiche volute dalla Federazione nel 2009 per aumentare i sorpassi e rinvigorire lo spettacolo in pista. Al tempo Ross Brawn neo-proprietario della Honda, mai in lotta per il titolo nonostante gli importanti sforzi economici profusi, vinse il mondiale con la sua squadra nell'unico campionato disputato dalla Brawn Gp, grazie soprattutto ad un'intuizione, il diffusore "con il buco", che aggirava in modo geniale il regolamento tecnico appena entrato in vigore. Brawn vendette poi la squadra campione del mondo, nel corso dell'anno ridimensionata nell'organico per poter sopravvivere nonostante risorse economiche estremamente limitate, alla Mercedes, lasciando strada libera all'antagonista del 2009 Red Bull che grazie al direttore tecnico Adrian Newey, geniale ingegnere aerodinamico ed aerospaziale, vinse tutti i titoli in palio dal 2010 fino alla recente rivoluzione tecnica del 2014 che ci ha consegnato la grande Mercedes dominatrice dell'era "power unit". Le prestazioni delle vetture del primo anno del periodo "turbo-elettrico" risultarono piuttosto contenute rispetto agli standard della massima Formula, tanto che in diverse occasioni una vettura di Gp2 avrebbe potuto tranquillamente qualificarsi per un Gran Premio di Formula 1, seppur nella seconda parte dello schieramento. Proprio quell'anno ai piani alti del grande Circus iniziarono a pensare ad un regolamento che avrebbe riportato le Formula 1 a volare, lasciandole a quel livello di eccellenza tecnica a cui già era arrivata con power unit dotate di piccoli motori turbo capaci con l'ausilio di due sistemi di recupero di energia a sprigionare 800 cavalli pur consumando il 30 per cento in meno di carburante. Nel corso dei tre anni appena trascorsi gli ingegneri hanno sviluppato la nuova tecnologia portando le power unit a potenze prossime alla soglia dei 1000 cv che, nel 2017, sarà ampiamente superata.
Gomme, ali, passo lungo: i cambiamenti saranno evidenti
Nel mese di Febbraio vedremo per la prima volta le nuove vetture, capaci di velocità record in curva grazie ad un'aerodinamica estremamente più efficace ed al grip meccanico elevato garantito da gomme del 25% più larghe rispetto a quelle fornite nel 2016 da Pirelli, che rimane forniture unico. Saranno vetture più larghe, con ala anteriore a freccia, alettone posteriore più basso e largo ed un diffusore più grande ed efficace. Avranno inoltre un passo leggermente più lungo, dettato anche dalle dimensioni di un serbatoio che potrà ospitare 105 kg di carburante in luogo dei 100 concessi nelle ultime tre stagioni. Avranno un aspetto più "racing" e saranno sicuramente più impegnative per i piloti che si troveranno ad affrontare sforzi fisici da F1 d'altri tempi.
Ferrari si affida a piloti d'esperienza. Mercedes anche. Williams richiama Massa
In Ferrari non sarà uno shock per Vettel e Raikkonen, che hanno corso con valori di carico aerodinamico ben superiori a quelli generati dalle ultime Formula 1. Non lo sarà neanche per Massa, autore di uno dei più brevi ed emozionanti abbandoni della massima Formula, con la lunga camminata in lacrime sotto la pioggia di Interlagos mentre vestito da una bandiera brasiliana salutava il pubblico di casa. Il brasiliano correrà in Williams anche nel 2017, al fianco del giovane Lance Stroll, dato che Bottas se ne è andato in Mercedes per colmare il vuoto lasciato dal campione del mondo Rosberg. A Brackley, dopo l'addio del tedesco, avevano due opportunità: dare una chance al collaudatore Pascal Wehrlein, nel 2016 anche pilota titolare della Manor, oppure optare per Bottas, pilota Williams gestito da Toto Wolff. Alla fine la scelta è ricaduta sul secondo, seppur per un contratto di un solo anno di durata, a dimostrazione della fiducia non proprio illimatata verso un buon pilota che tuttavia le ha spesso "prese" dal quasi pensionato Massa, top driver ormai a termine carriera che ha dato il meglio di sé in Ferrari fra il 2006 ed il 2008. Wehrlein sarebbe stata una scommessa ma in Mercedes avrebbero potuto contare comunque sul talento di Hamilton, a sua volta scommessa McLaren nel 2007 quando lo ingaggiò da assoluto debuttante, in attesa di vedere sbocciare definitivamente un pilota che comunque ha ben figurato nel 2016 al volante della Manor, regalandole anche il suo unico punto iridato dell'anno.
Manor: sarà al via?
Proprio la piccola squadra inglese rischia di non essere della partita nella stagione che verrà: gli attuali amministratori, subentrati a Stephen Fitzpatrick dopo che il 6 gennaio è stata messa in amministrazione controllata la "Just Racing Services Ltd", società che segue la gestione in pista della squadra di Banbury, cercano dei compratori. Vedremo se riusciranno ad essere in pista per i primi test pre-stagionali che si disputeranno a fine febbraio quando si terranno a cascata tutte le presentazioni delle nuove vetture: per la Ferrari la data fissata è il 24, un giorno dopo la Mercedes.
Ferrari, Mattia Binotto al comando ed una mano da Rory Byrne
Vedremo se la Ferrari riuscirà a risorgere dopo una delle stagioni più negative della sua storia. Il nuovo regolamento potrebbe essere l'occasione giusta per invertire la tendenza. L'esperienza inesistente di Mattia Binotto come direttore tecnico, già ottimo "direttore motori" ma al debutto a stagione 2016 in corso nelle nuove vesti in sostituzione di James Allison, desta qualche perplessità. Per la progettazione della nuova vettura la Ferrari si è avvalsa della consulenza di Rory Byrne: 73enne, creatore delle Ferrari della Golden Age di Schumacher e Todt. Basterà? Lo scopriremo probabilmente solo nella seconda metà della stagione quando le squadre "comprenderanno" del tutto le nuove monoposto che abbatteranno i tanti record sul giro che risalgono a più di dieci anni fa. I missili stanno arrivando. Siete pronti?
Renault raddoppia l'autonomia di Zoe che diventa l'auto elettrica con autonomia più estesa. Già dalla metà del 2017 partendo dalla Francia dovrebbe essere possibile trovare le colonnine di ricarica rapida anche nei distributori autostradali. Zoe offre oggi un'autonomia di 400 km in condizioni ideali.
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Con la nuova Ford Fiesta arriva la settima generazione della storica compatta. Dopo otto anni, la Ford punta tutto sulla tecnologia. Con il sistema Ford SYNC 3, si può gestire una serie di funzionalità, quali musica, navigatore, chiamate e lettura sms mediante semplici comandi vocali o schermo touchscreen da 8". Inoltre, con la funzione Applink, puoi accedere ad alcune tra le app per smartphone più note, come Spotify. Quattro le versioni con esclusivi pacchetti di personalizzazione e un'ampia gamma di nuovi stili e modelli: "Titanium", "ST-Line", "Active" e l'elegante "Vignale".
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Il modello più grande e più versatile della storia del brand, la Mini Countryman, migliora abitabilità, funzionalità sportiva e caratteristiche premium. Divertimento di guida assicurato anche sullo sterrato grazie al sistema a trazione integrale ALL4 che calcola la coppia ottimale per ciascuna ruota in funzione del tuo stile di guida e dell'aderenza al terreno.
Più nuova e più lunga, con vano bagagli di 850 litri, la nuova Mini Countryman è anche ibrida plug-in.
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La nuova Suzuki Ignis si caratterizza per i suoi 3,70m di lunghezza, quattro ruote e quattro posti spinta da 1.2 4cilindri benzina da 90 Cv con cambio manuale o automatico. Da 14.050 euro a 19mila euro, verrà proposta fino a fine mese con uno sconto di 2.100 euro su tutte le versioni.
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Una gamma sempre meglio articolata e pronta a soddisfare le esigenze degli automobilisti. Copia in formato ridotto della GLE Coupé, la Mercedes-Benz GLC Coupé è una sportiva a quattro porte con abitabilità da vettura più grande. In Italia sarà disponibile solo con la trazione integrale 4matic. Per quanto riguarda i motori il più potente tra i benzina sarà disponibile nella versione AMG.
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