Sabato, 03 Dicembre 2016 19:15

Rosberg, dal titolo mondiale all'addio shock! In evidenza

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Rosberg, dal titolo mondiale all'addio shock! Fotografia tratta dalla pagina Facebook "Nico Rosberg"

Il neo campione del mondo dice basta con effetto immediato. La meravigliosa storia di un uomo che ha saputo fermarsi una volta raggiunto l'Olimpo.

di Matteo Landi

"Voglio cogliere l'occasione per annunciare che ho deciso di interrompere la mia carriera in F.1 in questo momento. È difficile da spiegare, è da quando avevo sei anni che il mio sogno era quello di diventare campione del mondo di F.1. Ora ci sono riuscito”. Undici stagioni nella massima serie, 25 anni nelle corse. Una carriera iniziata come il figlio di Keke, campione del mondo di F1 nel 1982, terminata come Nico Rosberg. A pochi giorni dalla conquista del suo primo titolo mondiale il tedesco, a Vienna per ricevere il trofeo riservato al primo classificato nella massima serie, coglie tutti di sorpresa con l'annuncio shock del suo immediato ritiro dal Circus. Tutti tranne Toto Wolff, venuto a conoscenza della decisione del suo pilota dopo il Gran Premio di Abu Dhabi, e Lewis Hamilton, a cui Rosberg aveva deciso di rendere nota la sua scelta prima di rivelarla al mondo intero, in segno di rispetto verso il rivale di sempre.

La storia di Nico, nel nome del padre

Una vita vissuta con l'unico obiettivo di diventare Campione del Mondo di Formula 1, raggiunto all'undicesima stagione nella massima Formula. Il figlio di Keke è arrivato ai vertici per gradi. Non è entrato in Formula 1 dalla porta principale come successo ad altri figli d'arte come Jacques Villeneuve, al debutto nel 1996 sulla Williams, nello stesso anno vincitrice del mondiale con Damon Hill, e come Michael Andretti, che ha corso la sua unica stagione di Formula 1 al volante della stessa McLaren con la quale Senna conquistò 5 gran premi. Rosberg, vincitore del primo campionato di GP2 della storia, ha mosso i primi passi in Formula 1 al volante di una delle Williams più modeste di sempre. A centro gruppo si è fatto le ossa, prima di arrivare nel 2010 alla Mercedes, proprio quell'anno al ritorno nel mondiale dopo il ritiro avvenuto alla fine del lontano 1955. Al fianco di Michael Schumacher, rientrato nelle corse dopo tre anni di inattività, ha imparato a lavorare al meglio con ingegneri e meccanici, a compimento di un processo di maturazione che gli ha permesso nel 2013 di combattere alla pari con il nuovo compagno di squadra Lewis Hamilton. Doveva essere la vittima sacrificale prima di Schumacher poi di Hamilton ed invece il figlio di Keke era ormai pronto a brillare di luce propria, dopo aver vissuto di quella riflessa del padre. Le sconfitte del biennio 2014-2015, quando al volante della migliore monoposto del lotto si è dovuto inchinare a Lewis Hamilton, avrebbero potuto spegnere le sue ambizioni iridate. Rosberg ha invece trovato in esse nuova linfa, caricandolo per un 2016 “la va o la spacca”. Un anno in cui ha dato tutto, focalizzato verso l'obiettivo di una vita. Un anno in cui ha, per sua stessa ammissione, sacrificato persino la famiglia. Con l'attenzione rivolta verso il suo lavoro, ha vissuto quasi con distacco il primo anno di vita di sua figlia. Una stagione terminata con la gioia di Abu Dhabi, ma che è costata molto a Nico. Così tanto da non voler più ripetere tanti sacrifici. Adesso che Rosberg ha coronato il grande sogno Vivian ha di nuovo un marito.

Analogie con il passato, ma Nico è una storia a parte

Rosberg se ne va da campione del mondo, come Mansell nel '92, Prost l'anno dopo, Stewart nel '73 ed Hawthorn nel '58. Lasciando stare gli ultimi due esempi, correvano in epoche in cui era un privilegio quasi raro terminare le corse per scelta personale e non del destino (fra l'altro Hawthorn lo anticipò di poco, morì al volante della sua Jaguar pochi mesi dopo il suo ritiro dalla Formula 1), le storie di Mansell e Prost si avvicinano solo apparentemente a quella di Rosberg. Prost si ritirò appagato ma di mondiali ne vinse ben 4, Mansell lo fece dopo la conquista del suo primo ed unico titolo rimanendo però nel mondo delle corse ed arrivando l'anno successivo al titolo Cart. Il "leone" inglese non seppe poi resistere alla nostalgia e fra il '94 ed il '95 tornò sporadicamente in F1, giungendo addirittura ad un'inaspettata vittoria in Australia, ma questa è un'altra storia. Quel che fa notizia è anche l'età alla quale ha scelto di ritirarsi il fresco campione del mondo, 31 anni. Alla stessa età Michael Schumacher conquistò il terzo dei sette titoli vinti, il primo al volante della Ferrari. L'età della piena maturità agonistica. Una scelta coraggiosa quella Rosberg che merita rispetto perchè non dev'essere stato facile dire basta. Anche se Nico ha rivelato che “l'unica cosa che ha reso difficile la decisione è che così facendo sapevo di mettere in difficoltà la mia altra famiglia, quella delle corse”. Ed effettivamente adesso la Mercedes è spalle al muro.

Mercedes, e ora?

Dopo esser arrivata ai ferri corti con un pilota, Hamilton, che ha messo in imbarazzo la squadra ad Abu Dhabi fregandosene delle indicazioni che gli arrivavano dai box, mettendo a rischio anche la conquista del Gran Premio, adesso la Mercedes dovrà trovare un degno sostituto di Rosberg. Impossibile considerando che i top driver attuali sono legati da contratti di ferro. Dunque a meno di sorprese la squadra tedesca avrà la possibilità di far crescere uno dei piloti del suo vivaio ed il principale indiziato è il collaudatore Pascal Wehrlein, campione DTM nel 2015 e pilota titolare Manor in Formula 1 nella stagione appena trascorsa. Per la squadra che ha vinto gli ultimi tre campionati non sarebbe del tutto un salto nel vuoto ma sicuramente una scelta sottotono. Comunque meno coraggiosa di quella che fece la McLaren nel 2007 quando scelse di farsi rappresentare nel mondiale da Hamilton, un debuttante che poi avrebbe vinto tre mondiali.

Grazie Nico

Con l'abbandono di Rosberg se ne va un altro della vecchia guardia, in un anno che ha visto l'addio di Button e Massa. Non sappiamo se Nico un giorno ci ripenserà. Se cadrà di nuovo nella tentazione di tornare al volante di una Formula 1 come successo a tanti grandi del passato. Non sappiamo se il suo sarà solo un primo addio e se ci sarà un ritorno. Certamente non si può che ringraziarlo, per quanto ci ha mostrato in pista, per i suoi duelli con Hamilton, per l'umanità che ci ha mostrato proprio con questo addio. Dopo 25 anni di corse in cui da figlio di Keke, è divenuto Nico e poi un vero campione.

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