F1, Abu Dhabi: Lewis Hamilton vince il suo secondo mondiale dopo quello conquistato nel 2008. Per la Ferrari si chiude un anno senza gioie e vittorie. Non accadeva dal 1993 -
Di Matteo Landi - Parma, 24 novembre 2014 -
Tagliato il traguardo da campione del mondo Lewis Hamilton è scoppiato a piangere. Undici vittorie e sette pole position sono il suo bottino 2014. I numeri parlano di supremazia schiacciante, la realtà dei fatti racconta qualcosa di diverso. Il suo campionato è iniziato con un ritiro, contro una netta vittoria del compagno di squadra Nico Rosberg ed un secco 25 a zero nella classifica di campionato. Lewis si era ripreso subito passando attraverso quattro vittorie consecutive. Rosberg, meno veloce ed incisivo rispetto al compagno di squadra, mostrava un rendimento costante arrivandogli sempre a ridosso, merito anche di una vettura decisamente superiore rispetto alla concorrenza. Proprio quando il campionato sembrava aver preso una direzione precisa sono iniziate le sventure del campione inglese. I guasti a ripetizione, l'ipotesi di complotto della tedesca Mercedes a favore del tedesco compagno di squadra (del tutto infondate), le sirene della Ferrari, con la quale era effettivamente entrato in contatto in vista di un possibile avvicendamento Alonso-Hamilton a bordo della Rossa in vista del 2015, hanno destabilizzato l'ambiente Mercedes e lo stesso Hamilton che, a metà stagione, sembrava avviato a perdere la guerra psicologica con Nico Rosberg che, nel frattempo, si stava involando in classifica.
Quando sembrava tutto perso sono venuti fuori il carattere e la forza di Hamilton insieme a sei vittorie nelle ultime sette gare e la conquista del secondo titolo in carriera, alla faccia dell'assurda regola dei doppi punti attribuiti per l'ultima gara di campionato. Alla fine Ecclestone è riuscito nell'intento di mantenere viva la lotta per il titolo piloti fino alla fine ma se l'avesse vinto Rosberg adesso la gioia del tedesco sarebbe sovrastata dalle polemiche. Invece è andato tutto come doveva andare, viste le 11 vittorie di Hamilton contro le "sole" 5 conquistate dal compagno di squadra. Tuttavia ci si augura che questa regola venga abolita il più in fretta possibile. Anche perché fra gomme progettate ad hoc da Pirelli per creare spettacolo, ala mobile posteriore "apribile" solo da chi insegue ed a determinate condizioni e lo stesso punteggio che di per se premia più la regolarità che la vittoria, di altri artifizi creati al fine di aumentare lo spettacolo a discapito dello sport la Formula 1 di oggi proprio non ne ha bisogno.
Tutto è andato come doveva, anche se il "quasi ritiro" di Rosberg, giunto 14esimo a causa di gravi problemi alla componente elettrica della power-unit, apparso comunque poco combattivo dopo esser scattato dalla pole position ed aver subito perso la prima posizione, ha tolto pepe a questo finale di stagione oltre a non rendere merito ad un pilota che seppur sconfitto si è comunque sempre battuto a testa alta col suo compagno di squadra.
La suspense per la vittoria di tappa c'è stata però grazie a Felipe Massa: velocissimo per tutta la gara e giunto in seconda posizione a ridosso del nuovo campione del mondo. Se la Williams lo avesse fatto rientrare ai box per l'ultima sosta un giro prima avrebbe probabilmente privato la Mercedes di un nuovo record: 16 vittorie stagionali. Meglio di Ferrari nel 2002 e nel 2004 e di Mclaren nel 1988, anche se a livello percentuale il record risulta ancora imbattuto essendo stato il campionato 2014 uno fra i più lunghi della storia con le sue 19 gare. Se si pensa che dieci anni fa la Ferrari si aggiudicava 15 delle 18 gare in calendario, fa tenerezza pensare ai risultati conseguiti dalla Scuderia di Maranello nel 2014: zero vittorie, zero pole position ed un solo giro veloce, quello conquistato a Monaco da Raikkonen.
Era dal 1993 che la Ferrari, giunta ad Abu Dhabi solo nona e decima, non chiudeva il mondiale a secco di vittorie. Una situazione drammatica per la squadra più vincente di sempre che ha vissuto nel 2014 uno degli anni più turbolenti della sua esistenza sotto tutti i punti di vista: l'addio di Montezemolo, le dimissioni di Domenicali, l'influenza sempre più importante della dirigenza Fiat-Chrysler sulle sue strategie aziendali ed adesso anche l'addio di quello che per tanti è il miglior pilota del momento, Fernando Alonso. La Ferrari, tuttavia, sul fronte piloti può stare tranquilla. L'arrivo di Vettel, il pilota in attività più vincente con i suoi quattro titoli mondiali e la conferma di Kimi Raikkonen, l'ultimo campione del mondo Ferrari che dopo un anno difficile vorrà sicuramente riscattarsi, pongono le vetture di Maranello in ottime mani. Preoccupa, invece, quello che potrebbe succedere presso la Gestione Sportiva: Mattiacci sarà in grado di completare la rivoluzione portando delle nuove vittorie o, come sostengono alcuni quotidiani, è a sua volta pronto ad andarsene? Riusciranno Nicholas Tombazis e James Allison a progettare una Ferrari vincente? Il campionato 2015 ci darà le risposte. Intanto complimenti a Lewis Hamilton ed alla Mercedes, i nuovi campioni del mondo di F1!