Vince Rosberg. Hamilton sbaglia ed è secondo. Tutta l'attenzione ricade però sull'idolo di casa: Massa con una gara maiuscola ottiene un fantastico terzo posto. La Ferrari raccoglie le briciole: sesta e settima -
Parma, 10 novembre 2014 - di Matteo Landi -
Una settimana dopo un Gran Premio degli Stati Uniti disputato su una bella pista, moderna ma senza tradizione, la Formula 1 torna su un circuito che ha fatto la storia della categoria. Tradizionalmente posizionato all'inizio del campionato, in tempi recenti è stato teatro di duelli al cardiopalma per l'assegnazione del titolo. Nel 2007 un Kimi Raikkonen al primo anno in Ferrari vinse gara e mondiale al di là di tutti i pronostici, lottando contro il debuttante Hamilton ed il già due volte campione del mondo Alonso. L'anno dopo la stessa impresa non riuscì d'un soffio a Felipe Massa: il ferrarista vinse la gara ma un arrendevole Glock a pochi metri dall'arrivo lasciò la quinta posizione ad Hamilton che vinse così un titolo idealmente di Massa. Da allora Felipe ne ha passate di tutti i colori, fino a quando, lasciando al termine della scorsa stagione la Ferrari per la Williams fu visto da tanti come un pilota ormai sulla via del tramonto. Quasi un anno dopo i suoi ultimi giorni in Rosso, Felipe ha colto il suo secondo podio, dopo quello di Monza. Un terzo posto ottenuto davanti al suo pubblico, così entusiasta da non rendersi quasi conto della fantastica lotta al vertice fra Rosberg ed Hamilton, autori dell'ennesima doppietta.
Quella del Brasile si può definire la gara delle rivincite. Quella di Massa, appunto, capace di dimostrare al mondo di essere ancora capace di fare gare di primissimo piano, e quella di Rosberg: il tedesco, scattato dalla pole position, ha sostanzialmente dominato una gara che poteva benissimo non essere sua. Un Hamilton sprecone è stato costantemente più veloce del compagno di squadra ma è finito fuori pista in un momento in cui stava chiedendo troppo alla sua vettura ed alle sue gomme giunte ormai al limite di utilizzo. Uno svarione che ha ricordato quello che lo privò del titolo mondiale nel 2007, esattamente alla stessa curva. Allora come adesso sempre per una questione di nervi. Ora, con 17 punti di vantaggio sul compagno di squadra e la sola gara di Abu Dhabi, dal doppio punteggio, da disputarsi, Hamilton dovrà fare i conti con le sue debolezze più che con il compagno Rosberg: se anche quest'ultimo dovesse vincere all'inglese basterà arrivare in seconda posizione per aggiudicarsi un mondiale che, anche in virtù delle 10 vittorie ottenute, sarebbe stavolta davvero meritato.
Una piccola rivincita se l'è presa anche Kimi Raikkonen. Per il ferrarista si è trattato di un anno veramente travagliato, fra problemi di adattamento alla vettura e disavventure tecniche di ogni tipo. In Brasile, il finlandese ha chiuso il cerchio di tutti i possibili inconvenienti con anche un pit stop disastroso a causa di un errore dei meccanici durante la sosta. Tuttavia, sentendosi finalmente a proprio agio con la monoposto, ha incantato con una guida delicata nei confronti delle gomme che gli ha permesso di eseguire una sosta in meno rispetto ai principali avversari. A fine gara, senza l'inconveniente avuto al pit-stop, non avrebbe probabilmente perso la posizione nei confronti del compagno di squadra Alonso, giunto sesto dopo una gara di sostanza.
In Sud America non c'è stata invece rivincita per Marussia e Caterham. La prima ha ormai chiuso i battenti, la seconda ha lanciato una raccolta fondi on line per sopravvivere e tornare in pista per l'ultimo Gran Premio stagionale. Il 23 novembre ad Abu Dhabi vedremo se saranno riusciti nell'intento ma soprattutto scopriremo quello che sarà il campione del mondo 2014. Augurandoci una gara bella almeno quanto quest'ultimo Gran Premio del Brasile.