Le crisi identitarie ormai sono un malessere che contamina tutti, dal PD alla NATO attraversando anche i partiti tradizionali. La confusione e la banalizzazione sono i temi dominanti dell'attualità.
di Lamberto Colla Parma 10 giugno 2018 -
In attesa di poter disporre di elementi utili per giudicare il comportamento del nuovo, quanto originale, Governo Conte, non possiamo non rilevare come da parte delle "sinistre" gli attacchi siano violenti e quasi sempre imperniati sulla questione "democratica".
Una volta l'accusa è di essere una compagine di Governo con al suo interno elementi "fascisti" e un'altra volta il PD si erge a ultimo baluardo della resistenza democratica. Il segretario reggente e ex Ministro dell'Agricoltura Maurizio Martina così si esprimeva lo scorso 1 giugno: "Noi saremo l'alternativa. Noi popolari alternativi ai populisti. Noi europeisti alternativi ai nazionalisti. Serve un nuovo patriottismo democratico per battere gli estremisti. Noi siamo il popolo, noi siamo il popolo!"
Stesse corde toccate durante la discussione sulla fiducia al Governo dove l'apice fu raggiunto da Graziano Del Rio. Il filosofo Diego Fusaro, la cui collocazione "marxista" è nota a tutti, così commentò questo ennesimo sproloquio di un alto rappresentante dell'ex governo:
""Piersanti si chiamava, Piersanti!". In questo disperato e disperante grido di Graziano Delrio è racchiusa tutta la pochezza, tutta l'impotenza, tutta l'insignificanza, tutta l'irrilevanza delle sinistre. Che letteralmente nulla hanno più da dire. Esse hanno tradito i lavoratori per difendere i dominanti, hanno abbandonato la lotta contro l'imperialismo per appoggiare l'imperialismo stesso. Esse pensano di essere la soluzione al problema. E invece sono il problema stesso."
Per meglio identificare la figura di Fusaro, già nel novembre del 2014,, di sé stesso diceva: "Mi muovo nel solco della tradizione dialettica Hegel-Marx: dalla parte del lavoro contro il capitale, dalla parte dell'umanità contro le merci. Poi se uno è confuso, che sia di destra, sinistra o centro, è un problema suo".
A quanto pare di confusione identitaria è piena l'Italia così come il resto mondo che dal giorno del crollo del muro di Berlino non ha più trovato riferimenti chiari, sia nell'ambito dei valori (di destra o di sinistra come era all'epoca dei due blocchi) sia nell'ambito dell'identificazione dei nemici e degli amici, consentendo così all'allargarsi di posizioni estremiste e radicali in ogni parte del mondo.
E in questo stato confusionale diffuso, qui in Europa, buona parte della responsabilità della crisi Ucraina / Russia la si deve alla NATO e alla sua ingorda velleità espansiva verso est. Una minaccia per la Russia che Putin non ha più potuto tollerare a causa della estrema riduzione della zona franca di sicurezza a a "difesa" di Mosca. Una situazione di tensione internazionale alla quale si aggiungeva la questione tutta interna che vedeva la Crimea (regione ucraina dal 1954) opporsi alla scelta di passare nel blocco occidentale.
Una posizione antica, tant'è che la decisione del leader sovietico Nikita Chruščёv del 1954 è stata permanentemente osteggiata da gran parte della popolazione di origine russa.
Da qui la guerra civile ucraina e le sanzioni verso la Russia volute e mantenute dalla NATO ma i cui riflessi economici negativi ricadono prevalentemente sull'Unione Europea.
Comunque, nessuno del mondo occidentale si sdegnò quando,nel 1995, le forze speciali ucraine (SBU) e le forze armate ucraine (ZSU) sbarcarono in Crimea, a Sebastopoli, per ristabilire «la legge e l'ordine dell'Ucraina» prendendo con la forza la sede del Consiglio Supremo della Repubblica, nel quale si trovava il quartier generale del Presidente in carica della Crimea, Yuriy Meshkov, e chiesero che gli venisse consegnato.
Insomma oggi il PD fa opposizione dura alle ipotetiche intenzioni di un Governo che ancora deve partire e la NATO continua nel voler espandersi a EST nonostante gli accordi del 1992 e soprattutto in contraddizione con la sua istituzione che era di Difesa e non certo espansiva.
NATO prima e dopo
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Editoriale: - Habemus Imperium! - Scandali d'oltralpe - Lattiero caseari. Latte spot e burro in costante crescita. - Diga di Mignano - La visita del Prefetto - Cereali e dintorni. Continua la "Guerra Fredda" dei dazi, ma non solo. - Bacino PO - sottoscritta l'intesa che rafforza la pianificazione strategica.
SOMMARIO
Anno 17 - n° 22 3 giugno 2018
1.1 editoriale - Habemus Imperium!
2.1 lattiero caseario Lattiero caseari. Latte spot e burro in costante crescita.
3.1 VINO E SCANDALI Scandali d'oltralpe
4.1 Sport e benessere L'Osteria del Teatro in campo con la #FarmRun 2018.
4.2 Sport e benessere L'Osteria dei Servi "Tifa" #FarmRun 2018.
4.3 ACQUA Valore e tutela dell'acqua, il Caso DMV
5.2 ambiente Diga di Mignano - La visita del Prefetto
6.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Continua la "Guerra Fredda" dei dazi, ma non solo.
7.1 Indicazioni geografiche Dalle IG richiesta di maggiori controlli e sanzioni "risolutive" per chi trasgredisce
8.1 ambiente Bacino PO - sottoscritta l'intesa che rafforza la pianificazione strategica.
8.2 Giustizia Consorzio Agrario di Parma - tutti assolti perché "Il fatto non sussiste"
9.1 ambiente - acqua Collaudo della diga di Mignano Raggiunta la quota massima autorizzata: al via la tracimazione controllata
9.2 ambiente - acqua Collaudo della diga di Mignano (PC) - Prosegue la tracimazione: l'acqua è arrivata nell'Arda
10.1 crisi autotrasporto Autotrasporto - CNA FITA: L'Italia porti le imposte sotto il 50% del costo
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E' partito il triumvirato Conte, Di Maio, Salvini. Il 2 giugno, Festa della Repubblica (semi-presidenziale), si è potuto festeggiare con un esecutivo politico che, auguriamoci, potrà aprire i battenti alla terza repubblica.
di Lamberto Colla Parma 3 giugno 2018 -
Dopo 88 giorni e una settimana di sbandamento totale ecco affacciarsi all'Europa il primo Governo Populista (chissà cosa vorrà mai dire "Populista"), composto da quella strana miscela politica che combina due parti di Grillismo e Leghismo e una parte di tecnicismo (Q.B.), che dovrebbe inaugurare la terza repubblica e portare una ventata di cambiamento all'UE.
Qualche commentatore, a Otto e Mezzo (Giovedi 31/5) di Lilli Gruber, particolarmente "lecchino" (Giovanni Floris) è persino arrivato a sostenere che il Presidente Mattarella ha dimostrato grandissima lucidità "nel pilotare questa crisi che, nelle varie fasi nessuno avrebbe potuto immaginare e alla fine si capisce che ha fatto quello che voleva muovendo le pedine, muovendo le carte in una maniera di una lucidità tale da portare Salvini e Di Maio a trovare un accordo su dei nomi che una settimana fa nessuno si sarebbe aspettato".
A mio modesto parere, sarebbe bastato che negoziasse la questione domenica scorsa invece di imbastire una pantomima che ha portato ancor più i mercati a allarmarsi e a far fare una figuraccia, che non meritava, al povero Cottarelli.
Comunque, ora che tutti hanno fatto i loro errori e pareggiato i conti, Conte può dare vita alla terza repubblica e il PD a fare quella dura opposizione "nevrotica e demagogica" che accompagnerà l'esecutivo sino a fine ora, urlando in ogni occasione che dei fascisti sono al Governo, come già anticipato, con veemenza, da Vittorio Zucconi, ospite di Formigli a Piazza Pulita sempre giovedi scorso.
Non trovando altri nemici, all'infuori di sé stessi, il PD, per tentare di catalizzare il consenso scomparso, torna a inventarsi il nemico "fascista" che, dobbiamo ammetterlo, fa sempre buona presa.
Per l'Italia auguriamoci che questo esecutivo abbia vita lunga e, soprattutto, che sia capace di avviare un cambiamento positivo.
Si diede fiducia a Renzi (non eletto) e, sino a prova contraria, la daremo anche al triumvirato Salvini, Di Maio, Conte.
BUON LAVORO!
La squadra di governo del Professor Giuseppe Conte: 18 ministri, di cui 5 donne.
Il Premier sarà affiancato dai due leader di partito, Luigi Di Maio e Matteo Salvini, entrambi vicepremer.
Presidente del Consiglio: Giuseppe Conte; - Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio: Giancarlo Giorgetti - Ministro dell'Economia: Giovanni Tria - Ministro degli Esteri: Enzo Moavero Milanesi - Ministro degli Interni: Matteo Salvini (vicepremier) - Ministro dello Sviluppo Economico e Lavoro: Luigi Di Maio (vicepremier) - Ministro ai Rapporti con il Parlamento: Riccardo Fraccaro - Ministro degli Affari Europei: Paolo Savona - Ministro della Difesa: Elisabetta Trenta - Ministro della Giustizia: Alfonso Bonafede - Ministro della Pubblica Amministrazione: Giulia Bongiorno - Ministro della Salute: Giulia Grillo - Ministro degli Affari Regionali: Erika Stefani - Ministro del Sud: Barbara Lezzi - Ministro dell'Ambiente: Sergio Costa - Ministro ai Disabili e alla Famiglia: Lorenzo Fontana - Ministro dell'Agricoltura e del Turismo: Gian Marco Centinaio - Ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture: Danilo Toninelli - Ministro dell'Istruzione: Marco Bussetti - Ministro dei Beni Culturali: Alberto Bonisoli. -
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Avanti e indietro dal Quirinale passando dalle porte di servizio. La giornata politica di martedi 29 maggio si ricorderà per molto tempo. Il premier incaricato Cottarelli avrebbe dovuto annunciare la lista, molto snella, dei Ministri e poi andare a giurare. Invece è sgusciato fuori dalla porta di servizio tra lo sconcerto di decine di giornalisti.
di Lamberto Colla Parma 30 maggio 2018 - Telecamere accese sulle stanze del Quirinale e sullo Spread che non aveva nessuna intenzione di scendere, e finalmente all'orizzonte sbuca Cottarelli. Ci siamo, hanno pensato tutti, e #MaratonaMentana va in fibrillazione pronti a dare per primi la notizia per poi proseguire con i commenti sino a tarda notte.
Riflettori accesi sulla porta chiusa e presidiata dai due magnifici "Corazzieri" che, invece di aprirsi, vede un "Fianco sinist, sinist" e i due militari presidenziali andarsene. E' il segnale che Cottarelli non è più a Palazzo. Decine di giornalisti e cineoperatori nel panico per l'irritualità.
Poco dopo esce il capo della Comunicazione della Presidenza e in un laconico, quanto impercettibile, messaggio comunica che il premier è tornato alla Camera e sarà riconvocato nella giornata successiva.
Il clima è proprio da maratona politica televisiva nella quale primeggia "mitraglietta" Mentana.
E da quel momento iniziano a rincorresi le voci più disparate, dallo scioglimento delle camere e elezioni al 29 luglio (60 giorni canonici), a un nuovo incarico al Centro destra, e inifne ancora una ipotesi di tandem Salvini, Di Maio che nel frattempo si erano chiusi in conclave.
Nel Caos totale, per fortuna, è intervenuto l'idiota di turno, un commissario UE tedesco che, con la sua affermazione, è però riuscito a far tornare l'armonia tra tutti i contendenti. Per un attimo i litiganti si distraggono dalla matassa politica incasinata a più non posso e rivoltano le loro attenzioni bellicose verso il nientepopodimenoche Commissario al Bilancio UE Oettingher il quale, alla fine, si scusa per essere stato male interpretato. In sintesi aveva dichiarato che i "Mercati spingeranno gli italiani a non votare per i populisti".
Una parentesi che ha contribuito a rinvigorire un po' di amor patrio e, probabilmente, a riconsiderare i tanti errori che ognuno aveva commesso nelle precedenti 72 ore.
Vedremo cosa accadrà nelle prossime ore e se il CAOS rientrerà per lasciare spazio alla Politica con la "P" maiuscola.
Tanto lavoro per nulla. Il Presidente Mattarella fa valere la sua "Golden Share" e, con la scusa di salvaguardare i risparmi degli italiani, si piega allo spread.
di Lamberto Colla 28 maggio 2018 - Come era prevedibile il Presidente della Repubblica non poteva arretrare dalla sua posizione e accettare il diktat dei due giovani politici che stavano tentando di comporre un "Governo del Cambiamento".
Ieri mattina infatti concludevo il mio editoriale con questa frase: "Una legge, non scritta, dice di non andare mai contro il Presidente della Repubblica. La storia politica della prossima settimana è già scritta dal titolo: "Crisi di un Governo mai nato".
E così è stato. Ieri sera, a sorpresa, il Presidente Mattarella fa annunciare che stamane avrebbe convocato Carlo Cottarelli, megio noto come "Mister Spending Review" mai ascoltato.
Cremonese classe 1954, Carlo Cottarelli è uno stimato economista, che per 25 anni è stato ai vertici del FMI. Venne chiamato da Enrico Letta per occuparsi del taglio dei costi superflui della spesa pubblica subito dopo le lacrime e sangue consumate con il Premier Monti.
Un uomo che, almeno sino a ieri, andava bene a tutti come tecnico, al quale verrà dato l'incarico di comporre un Governo di transizione cercando di fare dialogare, molto probabilmente, PD e Forza Italia ma dando un contentino a Lega e M5S per poter avere qualche voto in più in Parlamento per fare approvare le norme più urgenti: dal DEF (occorre scongiurare l'inasprimento delle aliquote va previsto per ottbre) e presumibilmente la modifica alla "legge elettorale".
Intanto però lo scontro istituzionale tra M5S e altri partiti contro il Presidente Mattarella non si placherà in poco tempo e questo porterà a rallentare la formazione e soprattutto l'esecutività del "Governo del Presidente". Anche questa ipotesi era già stata ampiamente prevista!
Niente di nuovo sotto il sole.
Editoriale: - Le semplificazioni pericolose - Finalmente cade un altro Tabù! Le uova non fanno male anzi... - "Performance Forte" - Quando i "funghi" sono complici nelle prestazioni sportive - Cereali e dintorni. I Mercati riflettono le tensioni della "guerra fredda" USA - CINA - Giornalisti inglesi "stregati" dall'Emilia -
SOMMARIO Anno 17 - n° 21 27 maggio 2018
1.1 editoriale
Le semplificazioni pericolose.
2.1 lattiero caseario Lattiero caseari. Listini con il segno positivo. Stabile solo il "Parmigiano"
3.1 nutrizione Finalmente cade un altro Tabù! Le uova non fanno male anzi...
4.1 Sport e benessere "Performance Forte" - Quando i "funghi" sono complici nelle prestazioni sportive -
5.1 caccia Caccia. Via libera in commissione a Calendario venatorio regionale 2018/2019
5.2 AMBIENTE Agricoltura. Al via il piano regionale di controllo degli storni
6.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. I Mercati riflettono le tensioni della "guerra fredda" USA - CINA
7.1 UNESCO Città creativa Le Città Creative Unesco Parma e Alba a Parigi per la giornata sulla cultura del cibo
8.1 igiene alimenti E la chiamano igiene? Chiusi due esercizi.
8.2 turismo Giornalisti inglesi "stregati" dall'Emilia
9.1 Nutrizione salute Mangiare un uovo ogni giorno riduce il rischio di malattie cardiache
9.2 Nutrizione salute Per affrontare la Farm Run 2018: XS Sports Nutrition di NUTRILITE™
10.1 confcooperative emilia romagna Paolo Bono nuovo responsabile per l'agroalimentare e pesca
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Una settimana politica all'insegna del gossip da rotocalco rosa camuffato da "Tribuna Politica".
di Lamberto Colla Parma 27 maggio 2018 -
Tra una minaccia di "Spread" e una promessa di opporre resistenza in tutti i modi all'esecutivo che sarà guidato da Giuseppe Conte, molto tempo e molte risorse sono state dedicate a scandagliare il curriculum del professor Conte. Inviati della grandi testate TV che facevano bella mostra davanti agli ingressi delle prestigiose università di Yale e di Cambridge a raccontare che le segreterie degli istituti non avevano risposto alle loro domande, glissando con "le faremo sapere", piuttosto che vantare ragioni di privacy, insomma tutte informazioni che i cronisti avrebbero potuto ottenere con una semplice telefonata.
Il Gossip in tutte le salse, anche quelle teoricamente più serie, ormai fa venire il voltastomaco. Così come non se ne può più di "curriculum" troppo sovraesposti. Ma se il neo "premier" è caduto nella trappola della vanità, la Ministra dell'Istruzione Valeria Fedeli quel titolo accademico non l'ha mai avuto e la Ministra Madia sembrava fosse stata sgamata, da un giornalista con software antiplagio, per avere trovato una strada più rapida per compilare la propria tesi di laurea.
Ma in questi due casi, se non fosse stato per la "rete", i giornali, gli stessi che in questi giorni hanno sparato contro Conte, non avevano dato risalto alle notizie e tantomeno avevano riempito le prime pagine degli straordinari scoop.
Un secondo processo, alle intenzioni questa volta, che si è consumato negli ultimi giorni, è sulla figura del potenziale ministro all'economia etichettato di euroscetticismo, quel Paolo Savona (classe 1936) che già dal 1980 frequenta i dicasteri dell'industria e dell'economia della prima e seconda repubblica.
Una lunga carriera da economista e politico saldamente europeista, ricordiamo che è stato Ministro dell'Industria nel Governo Ciampi (1992-1993), fu membro dell'OCSE e Vice Presidente di Capitalia (ai cui vertici c'era il plenipotenziario Geronzi), ma anche Capo dipartimento alle Politiche comunitarie nel Governo Berlusconi (2005), e come anticipato, già nel 1980 era stato Segretario Generale della Programmazione Economica al Ministero del Bilancio, per il solo fatto di avere dichiarato che l'Europa attuale ha tradito i principi fondanti e che sarebbe opportuno riportarla all'era Pre-Maastrticht, ecco che di colpo è diventato nemico dell'Europa.
Non è che per caso l'Europa si oppone a Savona per la sua posizione contro il ruolo egemonico della Germania? Se così fosse il "teorema Savona" sarebbe verificato. E infatti, tutta la stampa tedesca che conta, ha usato toni allarmati del tipo l'uomo "che odia la Germania" o "L'Italia vuole un nemico della Germania al governo" (Ansa).
Insomma, un'ulteriore conferma che l'Unione Europea non si può nemmeno criticare (men che meno la Germania) e che questo sarebbe addirittura più grave di una consolidata appartenenza del professor Savona a quell'establishment (Banche e politica) così fortemente contrastato, almeno a parole, dai grillini, dai rottamatori renziani e dai leghisti.
Insomma, la frizione tra il Presidente Mattarella (a favore delle critiche UE) e i partiti che hanno proposto Giuseppe Conte (sostenitori incalliti di Paolo Savona) non lascia intravedere nulla di buono. Una legge, non scritta, dice di non andare mai contro il Presidente della Repubblica. La storia politica della prossima settimana è già scritta dal titolo: "Crisi di un Governo mai nato".
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La Germania può permettersi 6 mesi di tempo per comporre il nuovo governo senza che nessuno fiati, mentre l'Italia due mesi sono troppi soprattutto se son serviti a confezionare un Governo sgradito all'UE. Ecco i primi segnali di insofferenza.
di Lamberto Colla Parma 20 maggio 2018 -
Il popolo italiano ha votato ma non bisognerebbe tenerne conto. Questo sembra essere il messaggio proveniente dalla alte sfere europee e reinterpretato in Italia dalla sinistra appena sconfitta. Fin qui ci sta che il bruciore della sconfitta possa accendere la voglia di una opposizione dura sin sulle intenzioni. Meno auspicabile invece che il Presidente della Repubblica si vesta da censore e lasci intendere che possa bocciare il compitino che i due giovani leder hanno concluso di confezionare venerdi scorso. .
Così, da un lato il Presidente della Repubblica si rifà, peraltro sbagliando come ha ben evidenziato Antonio Socci su Libero.it, a Einaudi per attribuirsi la sua libertà di una scelta originale e diversa da quella uscita dalle urne, dall'altro i "padroni del mondo" che cominciano a lanciare i primi segnali di insofferenza facendo recapitare ben 4 procedure di infrazione.
Proprio nei giorni di formazione probabile di un governo "populista" come dicono a Bruxelles, ecco che alla Corte Europea di Giustizia si svegliano e, come una bomba a orologeria, lanciano i primi 4 segnali per altrettante infrazioni: il primo è per il costante superamento dei limiti di inquinamento da particolato Pm10 in diverse aree urbane; il secondo per la mancata trasmissione del programma nazionale per l'attuazione della politica di gestione del combustibile nucleare esaurito e dei rifiuti radioattivi; il terzo per il mancato recepimento della direttiva del 2012 sulle prescrizioni tecniche relative agli esami effettuati su tessuti e cellule umani (2012/39/Ue); e, infine, l'ultimo per la mancata o inefficace esecuzione nelle province di Brindisi e Taranto delle misure sul contenimento della «Xylella fastidiosa».
Un'abbondanza di segnali che si sommano al fuoco di sbarramento alzato dai giornali di regime che attribuivano all'operato di Maio e Salvini l'aumento dello spread a 150-160 (ancora molto basso rispetto al 600-650 dei tempi di Berlusconi), la perdita del -2,5% della Borsa e addirittura la risalita del prezzo del greggio britannico (BRENT).
Giusto per fare un po' di chiarezza almeno su questi ultimi punti:
- lo spread è ancora in un alveo di oscillazione "naturale";
- il cedimento della borsa registrato è stata la naturale conseguenza alla notizia del superamento della soglia di 2.300 miliardi di euro di debito pubblico (+17 miliardi sul mese precedente);
- la risalita del petrolio è un fatto naturale tant'è che da diversi mesi sta tentando di risalire dopo il crollo a 40$ dai 120 che era. Un crollo che mise in ginocchio il Venezuela avendo un costo di estrazione altissimo, prossimo a 90$/bar. Il Brent è arrivato a 80$ e il WTI a 71$/barile. Purtroppo la benzina ha subito seguito il nuovo andamento, così come le nostre originali accise.
La domanda legittima è quanto costeranno i carburanti quando il WTI tornerà a 120$/Barile come nel 2012-2013 o addirittura a 140$ come nel 2008?
Sulle quattro infrazioni contestate stendiamo un pietoso velo, mentre altrettanto non si può verso le affermazioni di Mattarella quando si paragona a Einaudi.
L'azzardo è stato ben spiegato da Antonio Socci di cui riporto una parte del suo articolo invitando a leggerlo per intero (clicca qui).
"Così Mattarella vorrebbe legittimare il singolare annuncio di un «governo neutrale» da lui stesso plasmato e così vuole pure rivendicare il potere di scelta del presidente del Consiglio e dei ministri. Ma davvero Einaudi nominò un presidente del consiglio (Pella) infischiandosene delle indicazioni del partito maggiore, la Dc, e del voto degli elettori? Nient'affatto. Anzi, Einaudi fece l'esatto contrario di quello che sta facendo Mattarella. Nelle elezioni del 1953 la Dc uscì vittoriosa, ma aveva dei problemi politici per formare una maggioranza di governo.
Einaudi dette comunque l'incarico al leader della Dc, De Gasperi, sebbene non avesse sulla carta il 51 per cento del Parlamento. Come scrive Gianni Baget Bozzo, «il nuovo governo De Gasperi si presentò alle Camere senza alcuna maggioranza precostituita» sperando di ricevere appoggi parlamentari «fuori di un'intesa generale»."
La prossima settimana dobbiamo esser pronti a tutto, anche che il Presidente Mattarella bocci il compito in classe di Salvini - Di Maio e decida per un Governo "alternativo", sostenuto dagli UEmanoidi.
Non ci resta che attendere e sperare che la volontà della maggioranza venga rispettata, altrimenti altro che euroscetticismo, si passerebbe al euroidiosincrasia ...
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Editoriale: - Il Governo "populista" - Lattiero caseari. Leggero rimbalzo delle quotazioni del Grana Padano - Speciale Cibus 2018 - "In equilibrio con l'acqua" - Cereali e dintorni. USDA del 10 maggio. - Il Team Farm Run piazza due atleti sui podi all'Inferno all'Idroscalo di Milano -
SOMMARIO Anno 17 - n° 19 13 maggio 2018
1.1 editoriale
Il Governo "populista"
2.1 lattiero caseario Lattiero caseari. Leggero rimbalzo delle quotazioni del Grana Padano
3.1 Cibus 2018 Cibus, la sfida dell'innovazione.
4.1 Sport e benessere Il Team Farm Run piazza due atleti sui podi all'Inferno all'Idroscalo di Milano
5.1 acqua e eventi "In equilibrio con l'acqua"
6.1 pomodoro bio Pomodoro Bio, la certezza è un fattore imprescindibile nel rispetto del consumatore.
7.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Cereali in fuga?
8.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Mercati in apprensione per le stime delle scorte di Corn.
9.1 nomine e consorzio parmigiano reggiano Bertinelli nuovo presidente di Coldiretti Parma. La posizione di Confagricoltura e di Cia
9.2 Cibus 2018 Cibus 2018 - Consumi sempre più orientati al wellness
10.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. USDA del 10 maggio.
11.1 export USA nuove regole Cibus 2018 - le restrizioni USA non preoccupano
11.2 contenimento corvidi Non è reato detenere una trappola per il contenimento dei Corvidi.
12.1 slow food Cibus: il Consorzio del Parmigiano Reggiano sostiene Slow Food
12.2 cibus e giornalisti Cibus 2018 - In Tour con l'ARGA
13.1 cibus 2018 chiusura Cibus 2018 - chiusa la 19esima edizione con piena soddisfazione degli ospiti.
14.1 cibus 2018 chiusura col botto Cibus 2018 - Ottimi risultati acquisiti dal Mulino Alimentare spa
15.1 ambiente Bonifica Centrale: Approvato l'elenco dei votanti
16.1promozioni "vino" e partners
17.1 promozioni "birra" e partners
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Si prospetta il "Governo Populista" che l'Europa non avrebbe mai voluto. Il silenzio degli oppositori al "Grillismo" e a Salvini è molto sospetto. Che si stia preparando un trappolone?
di Lamberto Colla Parma 13 maggio 2018 -
La minaccia di un nuovo Governo tecnico o del Presidente infarcito di burocrati in ogni dicastero ha convinto i "Vincitori" del 4 marzo a allearsi con il beneplacito di Berlusconi che, facendo un passo indietro, ha salvato baracca e burattini, coalizione compresa.
Lo spauracchio di Bruxelles, ovvero un governo dei populisti, si è invece avverato senza che particolari polemiche o paure si siano levate né dall'interno del Paese e tantomeno dalla nutrita schiera di oppositori dei grillini e di Salvini in seno all'UE.
Se fossi nei due giovani leader mi preoccuperei. Quest'assordante silenzio potrebbe essere prodromico a qualche feroce trappolone che i loro nemici, interni e esterni ai confini italici, potrebbero essere in procinto di far scattare.
Voglio accennare a come era stata particolarmente critica, all'indomani delle elezioni del 4 marzo, la stampa europea. Il quotidiano economico britannico Financial Times, in un editoriale dedicato parte dal possibile ritorno al governo di Silvio Berlusconi, dichiarava che "L'Italia si merita di meglio".
L'altra testata inglese, Telegraph, aveva affidato le sue osservazioni addirittura all'ex capo delle strategie della Casa Bianca Steve Bannon come inviato a Roma per registrare "il più grande avvenimento politico del momento" reputando come il voto italiano abbia espresso un'avanguardia e una vittoria del movimento sovranista, più della Brexit e più di quanto sia accaduto negli Stati Uniti con Trump".
La Spagna, con El Mundo parlava di confusione e instabilità, mentre l'altro giornale iberico spagnolo, Abc, auspicava una grande coalizione che vedesse emergere Gentiloni, ma soprattutto Tajani, attuale presidente del parlamento Europeo, capace, a loro dire, di porre un freno alla corrente euroscettica di Salvini e Di Maio.
Infine il tedesco Handelsblatt rimarcava sull'assenza di un vero vincitore e sulla lotta per il potere che i partiti anti-Ue si prestano a combattere.
Un gran rumore per nulla perché, dopo 60 giorni di manfrine, ecco che l'impossibile si è avverato e il profetico murales che tanto scalpore fece, oggi diventa l'icona di questo nuovo, strano e chissà, auguriamocelo, Buon Governo!
Comunque, il "bacio" definitivo è rimandato a lunedi perché, come insegna la saggezza popolare, "Né di venere, né di marte. non si sposa né si parte, né si dà principio all'arte".
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