Tanto lavoro per nulla. Il Presidente Mattarella fa valere la sua "Golden Share" e, con la scusa di salvaguardare i risparmi degli italiani, si piega allo spread.
di Lamberto Colla 28 maggio 2018 - Come era prevedibile il Presidente della Repubblica non poteva arretrare dalla sua posizione e accettare il diktat dei due giovani politici che stavano tentando di comporre un "Governo del Cambiamento".
Ieri mattina infatti concludevo il mio editoriale con questa frase: "Una legge, non scritta, dice di non andare mai contro il Presidente della Repubblica. La storia politica della prossima settimana è già scritta dal titolo: "Crisi di un Governo mai nato".
E così è stato. Ieri sera, a sorpresa, il Presidente Mattarella fa annunciare che stamane avrebbe convocato Carlo Cottarelli, megio noto come "Mister Spending Review" mai ascoltato.
Cremonese classe 1954, Carlo Cottarelli è uno stimato economista, che per 25 anni è stato ai vertici del FMI. Venne chiamato da Enrico Letta per occuparsi del taglio dei costi superflui della spesa pubblica subito dopo le lacrime e sangue consumate con il Premier Monti.
Un uomo che, almeno sino a ieri, andava bene a tutti come tecnico, al quale verrà dato l'incarico di comporre un Governo di transizione cercando di fare dialogare, molto probabilmente, PD e Forza Italia ma dando un contentino a Lega e M5S per poter avere qualche voto in più in Parlamento per fare approvare le norme più urgenti: dal DEF (occorre scongiurare l'inasprimento delle aliquote va previsto per ottbre) e presumibilmente la modifica alla "legge elettorale".
Intanto però lo scontro istituzionale tra M5S e altri partiti contro il Presidente Mattarella non si placherà in poco tempo e questo porterà a rallentare la formazione e soprattutto l'esecutività del "Governo del Presidente". Anche questa ipotesi era già stata ampiamente prevista!
Niente di nuovo sotto il sole.