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Domenica, 19 Novembre 2017 06:28

Tanta fatica per nulla.

Mai una gioia! Anche la nazionale di calcio ci ha traditi. Il web si scatena con l'ironia ignorando una nazionale che non si è mai fatta amare.

di Lamberto Colla Parma 19 novembre 2017
Tanta fatica per nulla. Anni e anni per imparare l'inno di Mameli e ora, quando finalmente dopo 71 anni di provvisorietà, il "Canto degli Italiani" è stato nobilitato a Inno Ufficiale, gli Azzurri del calcio non potranno sfoggiare le loro doti canore sotto i riflettori mondiali di Russia.

Una qualificazione mancata che alla fine non è stata una sorpresa, almeno a giudicare dalla reazione composta del pubblico "social". Al contrario, dalle testate giornalistiche nazionali, qualcuno ha tentato di giustificare la sconfitta dell'andata con gli svedesi con una certa partigianità dell'arbitro mentre altri commentatori hanno voluto sottolineare la prestazione d'orgoglio della squadra, colpita da sfortuna negli ultimi 90 minuti del girone di qualificazione.

20171115-straordinario-IMG 8994E non hanno intenerito e tantomeno commosso le lacrime di Buffon & C. di fine partite. Troppo evidente che fossero frutto di una delusione personale, per la mancata "gita" in terra cosacca e i suoi annessi e connessi di gratificazioni, economici e d'orgoglio, piuttosto che per la delusione regalata ai propri tifosi.

A quel popolo che si riunisce sotto la stessa bandiera solo nelle occasioni dove gioca l'Italia, non resta che spegnere la lampadina dei sogni. Un popolo che ha la sola pretesa di ammirare l'orgoglio, la dignità e la forza di tentare sino alla fine di superare l'avversario.
La vittoria può arrivare o meno, ma la grande soddisfazione viene comunque dalla prestazione coraggiosa degli uomini scesi in campo e dalla loro determinazione a onorare il tricolore e la maglia "azzurra".

"Mai una gioia". Quell'orgoglio e determinazione non sono emersi dalla nazionale che meritatamente resterà in panchina.
Una nazionale brutta, presuntuosa e anche poco elegante. Giocatori più intenti al loro look (spesso discutibile) e a non farsi male per non dover rinunciare alle ben più remunerative partite di club.

Guidati da un CT più somigliante all'anziano, intento quotidianamente a commentare e criticare i lavori delle fognature sotto casa, che a un condottiero capace di scatenare le energie dei ragazzi nelle poche ore che ha a disposizione il team.

Perdere è concesso e i tifosi lo sanno. Ma perdere senza onore l'italiano non lo accetta.

Questi fortunati ragazzi non si rendono conto di quanto male hanno fatto a tanti italiani. Ai tanti che cercano di anestetizzare i propri dolori nei 90 minuti che la nazionale gioca. Pronti a riconoscere la sconfitta ma a esaltare i propri guerrieri per il coraggio e la forza dimostrata.

Quel coraggio e quella forza che molti di noi non hanno più. Che tirano a campare solo per tentare di regalare un futuro o un momento di piacere ai propri figli o nipoti, sottraendolo a loro stessi.

Queste persone non hanno più nemmeno il traguardo dei mondiali di Russia, tanto gli azzurri non ci saranno.

E il web, questa volta, invece degli insulti si è divertito con la satira e l'ironia, gli 20171114-ikea-IMG 8977 del calcio stanno già selezionando la nazionale per cui tifare tra quelle più simpatiche e meno dotate. Chissà che si porti fortuna a un'Islanda a caso.

Allora godiamoci di un po' di cotanta fantasia e simpatia tutta italica.

 

 

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Editoriale: - Federalismo, scissionismo, autoreferenzialità e informazione - Continua lo scivolone del burro - Cereali e dintorni. Dall'USDA la sorpresa del grano. - Giovani. l'Inps si ricrede sulla decontribuzione - Vino, Export: L'Italia cede alla Francia la storica leadership negli USA - Altro ...

SOMMARIO Anno 16 - n° 45 12 novembre 2017
1.1 editoriale
Federalismo, scissionismo, autoreferenzialità e informazione
2.1 lattiero caseario Continua lo scivolone del burro.
3.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Non ci sono stati grandi movimenti.
4.1 sicurezza alimentare Eurospin richiama un lotto di Filetti di Acciughe.
4.2 vino eventi Le novità del 26° Merano WineFestival (10-14 novembre)
5.1 INPS giovani Giovani. l'Inps si ricrede sulla decontribuzione.
5.2 management e organizzazione Una organizzazione aziendale realizzata ad arte
6.1 economia 4.0 Aziende 4.0. Più tecnologie e meno persone?
7.1 vino eventi Aspettando Merano Winefestival
8.1 vino export Vino, Export: L'Italia cede alla Francia la storica leadership negli USA.
8.2 vino eventi Presentato "Enologica" - Bologna dal 18 al 20 novembre
9.1 Vinitaly Vinitaly presenta gli espositori anche in Cinese.
10.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Dall'USDA la sorpresa del grano.
11.1 sicurezza alimentare Uova e derivati al fipronil, ancora segnalazioni del Ministero della salute e di RASFF
12.1promozioni "vino" e partners
13.1 promozioni "birra" e partners

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 20171110-cibus45-COP

 

Niente di nuovo sotto il sole, o quasi. La tornata elettorale di domenica scorsa ha riportato alla ribalta il solito teatrino che da oltre vent'anni accompagna i momenti di massima democrazia (sempre più rari peraltro) del nostro Paese.

di Lamberto Colla Parma 12 novembre 2017
Da un lato le strategie interne dei partiti per trovare la quadra utile a accaparrarsi il maggior numero di seggi e magari di governare, dall'altra i media e la magistratura che puntualmente entrano a gamba tesa "su una o sull'altra" determinata coalizione.

Così Berlusconi, mentre tesse la tela del centro destra per sfondare in Sicilia, il 31 ottobre (una settimana prima delle elezioni) viene raggiunto dall'ennesimo avviso di indagine, nientepopodimeno che per le stragi di mafia del '93. La procura di Firenze ha infatti ottenuto, dal giudice delle indagini preliminari, la riapertura del fascicolo, archiviato nel 2011, e delegato nuovi accertamenti alla Direzione investigativa antimafia.

Matteo Renzi, invece, se ne va oltreoceano a far visita al suo amico Barak Obama, fingendo disinteressamento o subodorando l'ennesima sconfitta del PD che, al contrario del centro destra, è alle prese con le correnti scissioniste, gli ex fuoriusciti e gli ex fondatori della grande coalizione che fu l'Ulivo, per accaparrasi le redini del partito piuttosto che delle sorti dei cittadini e nello specifico dei siciliani.

Infine il movimento grillino, sempre più autoreferenziale, insiste nella posizione di alternativa con il rischio, o forse il vantaggio, di restare all'opposizione. Meglio criticare l'operato degli altri che essere criticati per gli insuccessi dei propri rappresentanti. Da Parma, passando per Roma e Torino, probabilmente il movimento di Beppe Grillo dovrebbe fare tesoro degli errori e portare qualche significativo cambiamento se veramente intende contribuire al cambiamento di questo strano Paese.

All'indomani delle elezioni siciliane il Centro destra sfiora il 40% e porta il suo Candidato Musumeci sul trono che era di Crocetta, il M5S conferma di essere il partito di maggioranza relativa con quasi il 35% di estimatori mentre è solo terzo il partito di Renzi con un misero 19%, ben lontano dal 40% che in questi anni il plenipotenziario della politica italiana, ci ha frequentemente ricordato di rappresentare. Dal 40% alle europee del 2014 al 40% del referendum costituzionale del dicembre 2016 (peccato che il 60% abbia scelto diversamente), che peraltro avrebbe dovuto decretare l'abbandono della politica dell'ex premier.

Ma sorpresa delle sorprese, il centro destra non fa in tempo a brindare che un suo neo deputato, Cateno de Luca, viene arrestato per evasione fiscale. Chissà, se non fosse stato eletto, forse non si sarebbero accorti di questa sua dimenticanza del valore di 1,7 milioni di euro.

In questo marasma e ridondanti notizie, sempre le medesime riportate ogni 30 minuti dai notiziari radio televisivi e in prima pagina ogni mattina, passa in sordina la notizia che un gruppetto di giovinastri di Casapound ha raccolto il 9,08% del consenso degli elettori di Ostia. Quasi il 10% degli aventi diritto hanno scelto Casapound. Vero che è solo una municipalità di Roma (la X per intendersi) ma ha pur sempre una popolazione di 250.000 abitanti, come Brescia e più di Parma.

Due sarebbero stati i dati da portare all'onore delle cronache:
- che Casapound aveva deciso di portare le proprie idee nel contesto democratico partecipando alle elezioni;
- che Casapound ha ottenuto un risultato più che sorprendente. (sarebbe stato stimolante analizzare il caso sotto molteplici punti di vista).

Invece niente! Solo silenzio sulla questione salvo il tentativo di assegnare al neo movimento politico il fiancheggiamento di organizzazioni mafiose (il Clan Spada), culminata con il naso rotto del giornalista Rai che tentava il colpo grosso di fare confessare Roberto Spada, il presunto capo clan, di avere sostenuto l'ascesa di Caspound (peccato che il "boss" avesse espresso apprezzamento per il M5S).

Un episodio cruento e da condannare senza se e senza ma, quello della testata al giornalista di NEMO, trasmesso decine di volte giovedi scorso e seguenti, con annessi commenti, guarda caso, tutti orientati all'equivalenza Casapound / Spada o Casapound e criminalità o Casapound e ignoranza.

Anche questo è giornalismo. Per l'informazione equidistante restiamo in attesa.

20171112-PD elezioni

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Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 16 - n° 44 05 novembre 2017 -

Editoriale: Strategia o codardia - Il latte spot torna a scendere - Arachidi o Noccioline americane, ottimi anche per i bimbi. - Quote latte. L'UE impone di recuperare gli aiuti - Vendemmia. Calo in Regione del 24% dell'uva cooperativa - Altro...
SOMMARIO Anno 16 - n° 44 5 novembre 2017
1.1 editoriale
Strategia o codardia?
2.1 lattiero caseario Il latte spot torna a scendere
3.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Mercati sempre stabili e ai minimi.
4.1 alimentazione e salute Arachidi e Noccioline americane, ottimi anche per i bimbi.
4.2 dissesto idrogeologico Dissesto idrogeologico. Video dichiarazioni.
5.1 quote latte Quote latte. L'UE impone di recuperare gli aiuti
5.2 management L'ultimo granello di sabbia della clessidra aziendale
6.1 Pomodoro Bilancio campagna 2017 del pomodoro da industria nel Nord Italia
7.1 Siccità su La7 Siccità: "PiazzaPulita" (programma televisivo di LA7) nel piacentino
8.1 vendemmia i numeri Vendemmia. Calo in Regione del 24% dell'uva cooperativa
9.1 Codacons un nuovo amico dei consumatori Premio Amico del Consumatore a Luigi Lucchi, Sindaco di Berceto
10.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Leggero sussulto in chiusura di settimana.
11.1 Fiera cremona A Cremona si è respirata "Aria Nuova". Segnali di ripresa del settore zootecnico.
12.1promozioni "vino" e partners
13.1 promozioni "birra" e partners

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Domenica, 05 Novembre 2017 09:42

Strategia o codardia?

E' finita, almeno sino a ora, come non ti saresti aspettato. Il condottiero mancato arroccato in esilio con altri 4 dell'ex esecutivo, parla da uno sgabuzzino dell'UE e pubblica il sito web "presidente catalogna in esilio".

di Lamberto Colla Parma 5 novembre 2017 - 
Non si può dire che le carte non le abbia ben scombinate il Presidente destituito della Catalogna Carles Puigdemont scompare da Barcellona, dopo aver pubblicato una foto scattata dallo studio presidenziale forse per far credere di essere ancora in sella nonostante la destituzione di Madrid, e ricompare magicamente a Bruxelles. Da una mini sala stampa, insieme a altri 7 componenti dell'ex governo catalano, Puigdemont ha dichiarato di non voler chiedere asilo politico ma di non voler tornare in Spagna senza le opportune garanzie di un processo equo e che Madrid accetti il risultato delle elezioni che verranno indette per dicembre.

Insomma un po' di fumo per far credere di non essere scappato ma di lavorare per la causa catalana dal cuore dell'Europa.
E per rafforzare questa sua posizione "vittimistica" ecco comparire il sito president.exili.eu (il presidente in esilio) attraverso il quale proseguirà il contatto con i suoi sostenitori. Il sito ufficiale dell'ex governo autonomo della regione è stato anch'esso oscurato a seguito dell'intervento del Governo centrale spagnolo in applicazione dell'articolo 155 della Costituzione spagnola.

Accusato di ribellione, sedizione e uso improprio di fondi pubblici, Puigdemont, altri dell'esecutivo e alcuni deputati, sono stati chiamati a comparire per il 2 e il 3 novembre davanti al tribunale di Madrid.
Invito che l'esiliato presidente ha respinto al mittente e, per voce del suo avvocato belga noto per avere difeso militanti dell'ETA, si è reso disponibile a accogliere i magistrati in Belgio per rispondere alle loro domande.

Nel frattempo, si trovano già in carcere otto membri del deposto governo catalano per i quali la Procura spagnola aveva chiesto l'arresto. La giudice della Audiencia Nacional, Carmen Lamela, -come riportato dall'agenzia adnkronos il 2 novembre - ha accolto la richiesta per eliminare il "pericolo di fuga".

Il provvedimento ha riguardato l'ex vicepresidente Oriol Junqueras, Jordi Turull, Josep Rull, Carles Mundò, Raul Romeva e Joaquim Forn e due donne, Meritxell Borras e Dolors Bassa. Miglior sorte per l'ex consigliere Santiago Vila, che si era dimesso la sera prima della dichiarazione di indipendenza, al quale è stata concessa la libertà su cauzione (50.000€)

Armiamoci e partire, combattete e vinceremo.
Sembra essere stato questo il motto di Puigdemont.

Molto imprudentemente ha proclamato l'indipendenza della Catalogna in presenza di poco più della metà dei deputati e, ovviamente, 70 dei 73 presenti (su 135 deputati) avevano votato a favore.

Ma gli altri 62 assenti non rappresentavano forse l'altra metà del cielo, quella parte del popolo Catalano che, pur nell'autonomia, ama considerarsi spagnolo?

Se il buon senso non prevarrà, da entrambe le parti, il rischio che la tensione si tramuti in scontri è molto alto.
Il braciere indipendentista è stato riattivato dal "Condottiero" Puigdemont e questa nutrita parte del popolo Catalano (circa il 30%), come mi confidava un amico italiano che vive a Barcellona da molti anni, "l'indipendenza la vuole, e basta". "Gli animi sono tesi, anche nelle discussioni tra amici, e questo preoccupa", conclude l'amico.

Viene quindi spontaneo chiedersi come gli indipendentisti, duri e puri, hanno interpretato la mossa di esiliare di Pugdemont? Come una guida spirituale che lavora per la loro causa dal cuore dell'europa o solo un ignobile gesto di codardia e di irresponsabilità'?

Difficile prevedere quello che accadrà a breve, molto dipenderà da come il popolo catalano interpreterà il ruolo del loro ex presidente e ovviamente dalla pesantezza della mano di Madrid. La reclusione preventiva potevano anche risparmiarsela.

Un gesto di benevolenza verso il popolo catalano, ora che il Governo centrale ha preso in mano la situazione, potrebbe essere il primo passo verso una riconciliazione, utile per la Spagna intera, per i catalani e anche per quest'Europa così poco influente nei discorsi politici e così opprimente in quelli monetari.

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Editoriale: Verdini di rabbia - Crolla il burro. - Cereali e dintorni. Mercati in tiepida flessione. - Auchan richiama un lotto di salame felino per presenza di Salmonella SPP - Intervista a Helmuth Köcher, WineHunter e patron di Merano WineFestival. - Caporalato, l'inchiesta della procura di Lecce finisce anche sul "The Guardian".-

SOMMARIO Anno 16 - n° 43 29 ottobre 2017

1.1 editoriale
Verdini di rabbia
2.1 lattiero caseario Crolla il burro.
3.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Mercati in tiepida flessione.
4.1 sicurezza alimentare Auchan richiama un lotto di salame felino per presenza di Salmonella SPP
4.2 vino intervista Intervista a Helmuth Köcher, WineHunter e patron di Merano WineFestival.
5.1 caporalato Pomodoro Caporalato, l'inchiesta della procura di Lecce finisce anche sul "The Guardian".
5.2 etichettatura pomodoro L'etichettatura obbligatoria per il pomodoro è legge
6.1 aziende Mulino Alimentare SpA. Il nuovo stabilimento super tecnologico, adeguato alle normative UE 2030.
6.2 ceta e emilia romagna CETA, crescono gli affari dopo l'accordo. Mulino Alimentare leader del comparto.
7.1 Po viabilità economia Ponte sul Po di Casalmaggiore – Colorno: concluse le analisi
8.1 pomodoro e batteriosi Batteriosi del pomodoro. Oi approva il fondo di emergenza
9.1 Fiera cremona Bovino da latte: innovazione e capitale umano strumenti anticrisi
11.2 mela verde Pomì a Mela Verde
12.1promozioni "vino" e partners
13.1 promozioni "birra" e partners

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 20171029-cibus-43-COP

 

Domenica, 29 Ottobre 2017 09:46

Verdini di rabbia

E ora tutti carichi per la nuova campagna elettorale. Renzi è già partito in treno e Verdini gongola dopo essere stato ancora una volta determinante per la tenuta del Governo. Un sicuro e fedele puntello che qualcosa sarà costato alla sinistra di maggioranza.

di Lamberto Colla Parma 29 ottobre 2017
Otto colpi di fiducia e la legge elettorale è stata approvata. Anche il Senato ha licenziato il "Rosatellum bis", la legge elettorale frutto del miglior compromesso politico "perché scontenta un po' tutti", come ebbe da commentare dopo il passaggio alla Camera dei deputati l'on. Brunetta, grazie all'immancabile "puntello" puntualmente messo a disposizione da Denis Verdini con il suo manipoli di fedeli senatori, i "14 ministri senza portafoglio" come ama chiamarli l'astuto politico, banchiere e imprenditore di Fivizzano. Sempre pronto a intervenire, efficacemente e non per filantropica passione, per sbloccare il percorso governativo di questa legislatura "imposta" dall'alto.

L'appoggio esterno al Governo di Renzi prima e di Gentiloni poi, di ALA (il gruppo parlamentare di Verdini e legato al MAIE, il Movimento dei residenti all'estero) ha dato i suoi frutti e in soli 35 giorni, ovvero dal fatidico 21 settembre, giorno del "Vitalizio Day", tutto l'iter si è concluso, come si è concluso l'amore tra il Presidente del senato Grasso e il Partito di Renzi.

Un fulmine a ciel sereno infatti ha squarciato Montecitorio quando, a termine delle votazioni dei Senatori, il Presidente Grasso ha dichiarato di lasciare il gruppo del PD e di passare al gruppo misto.
"Non riconosco più né il merito né il metodo" del Partito Democratico, "la fiducia sul Rosatellum è stata una sorta di violenza", ha commentato il giorno seguente Pietro Grasso. D'altra parte come si fa a non comprendere la sua indignazione. La legge elettorale gli è passata sotto il naso senza poterla nemmeno discutere, soltanto approvare.

Un altro duro colpo per Matteo Renzi, il plenipotenziario del Partito Democratico, che nell'arco di poche ore ha dovuto incassare anche la riconferma di Visco, alla guida di Banca d'Italia per altri 6 anni, dopo che si era spinto a interferire sul rinnovo al vertice di Palazzo Kock, incolpando il Governatore della mancata vigilanza nelle recenti crisi bancarie.

Invece il premier Gentiloni ha proposto al Capo dello Stato proprio il nome di Ignazio Visco che Mattarella ha immediatamente confermato.

Un "uno due" in grado di tramortire anche il più coriaceo pugile e che invece il Matteo "Gianburrasca" Renzi, con ritrovata dinamicità e onnipresenza mediatica e fisica, ha incassato meravigliosamente bene, dichiarando prontamente che tra lui e Paolo Gentiloni Silveri non c'é frattura, anzi definendo il Nobil Homo Premier "un fratello" per cui, immaginiamo, potrà "stare sereno" come fu per Enrico Letta che dopo poco venne sostituito da Renzi stesso.

Chiusa la campagna per il nuovo regolamento elettorale chissà che ora le forze politiche di maggioranza e di appoggio esterno non comincino finalmente a lavorare per noi.

A trovare una soluzione ai terremotati che stanno andando incontro al secondo inverno "camperato" (solo 340 casette consegnate), a definire la manovra di bilancio sulla quale pesa la questione pensioni. A concentrarsi sulla piaga che sta minando la nostra società: il lavoro e l'occupazione e ovviamente la competitività delle Piccole Medie Imprese, oppresse come sono dalla fiscalità, dalla burocrazia e dal mercato globale sempre più invasivo.

Invece, c'è da scommetterci, da domani e sino alle elezioni ogni azione politica sarà calibrata sul reclutamento di consensi in previsione delle ormai imminenti elezioni.

Intanto Mario Draghi ha confermato l'uscita dal QE (Quantitative Easing) in modo ponderato, passando al dimezzamento (30 miliardi mese contro i 60 attuali) già dal gennaio 2018.

Un ombrello "atomico" per la nostra economia che verrà dimezzato il prossimo anno e presumibilmente accantonato alla fine del mandato di Dragi. Occorre trovare soluzioni autonome alla crisi per non restare sempre in balia dei fattori congiunturali esterni.

La Germania sta già affilando le armi per conquistare la poltrona di Francoforte e allora saranno dolori per noi e i paesi del sud.

Orsù muovetevi, il tempo sta per scadere.

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Dopo il tira e molla dei giorni scorsi la Catalogna ha deciso per l'indipendenza. Una decisione presa dal Parlament di Barcellona allo scadere dell'ultimatum di Madrid che in contemporanea ha sentenziato il commissariamento delle istituzioni e della polizia catalana.

di Lamberto Colla Parma 28 ottobre 2017 -
A Barcellona si festeggia e si ammainano le bandiere spagnole mentre a Madrid si promette di ristabilire lo Stato di diritto.
Lo scontro è pesante e se l'orologio fosse indietro di soli vent'anni la guerra civile sarebbe già scoppiata.

Carles Puigdemont e i 70 del parlamento che hanno votato a favore (10 contrari e due astenuti) rischiano sino a trent'anni di carcere.

La mozione sull'indipendenza unilaterale approvata dal Parlament della Catalogna "va contro la legge e suppone un atto criminale". Lo dice il primo ministro spagnolo, Mariano Rajoy, intervenendo in Senato. "Il governo - sottolinea Rajaoy - prenderà tutte le misure necessarie, questo stesso pomeriggio, per restaurare la legalità".

L'obiettivo catalano è sempre stato chiaro "dichiarare la Catalogna come Stato indipendente in forma di Repubblica".
Un indirizzo che si sposa perfettamente con il sacrosanto diritto all'autodeterminazione dei popoli, che comunque non vede contemplata la secessione) ma dall'altra parte c'è il Diritto Costituzionale Spagnolo, sottoscritto a suo tempo anche dalla Catalogna, che individua la Spagna un Patria unica e indivisibile.

Al momento l'Unione Europea non ha preso posizioni ufficiali e i maggiori Stati membri, Gran Bretagna compresa, hanno dato l'appoggio a Madrid, ma sarebbe forse molto utile, alla stabilità del popolo spagnolo, che l'UE intervenisse a congelare la situazione e riportare al tavolo negoziale i contendenti prima che gli animi si surriscaldino troppo portando a conseguenze poi difficilmente controllabili.

Vedremo cosa accadrà nelle prossime ore e se la soluzione di indire nuove elezioni in Catalogna sarà sufficiente a fare rientrare l'apice di crisi.

(FOTO: Barcellona dal mare durante una regata velica - "Tall Ships")

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Editoriale: Manovre elettorali - Gran rimbalzo del latte scremato pastorizzato spot estero - Cereali e dintorni. Tentativi per tornare alla normalità - Latte di pecora. Troppo piombo. Una "tegola" sui produttori italiani o sulla salute?. -

SOMMARIO Anno 16 - n° 42 22 ottobre 2017
1.1 editoriale
Manovre pre elettorali
2.1 lattiero caseario Gran rimbalzo del latte scremato pastorizzato spot estero
3.1 cereali e dintorni  Tentativi per tornare alla normalità.
4.1 irrigazione e bonifica Il Consorzio di Bonifica dell'Emilia centrale presenta i dati d'irrigazione 2017.
5.1 sicurezza alimentare Latte di pecora. Troppo piombo. Una "tegola" sui produttori italiani o sulla salute?.
5.2 sicurezza alimentare Ministero della salute richiama un lotto di vino
6.1 ambiente Acqua e valutazioni dei rischi ambientali nel Nord Italia
6.2 rischio idraulico Rischio di dissesto idrogeologico in Emilia Romagna:
7.1 Bonifica e tecnologia Il Consorzio di Bonifica è anche sviluppo e tecnologia
8.1promozioni "vino" e partners
9.1 promozioni "birra" e partners

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20171022-42-cibus 

 

Domenica, 22 Ottobre 2017 07:28

Manovre elettorali

Una manovra finanziaria 2018, oggi legge di stabilità, tutta rose e fiori per il Governo e non di trabocchetti e "prelievi" per i commentatori economici. La longevità è un punto debole di questa e delle prossime manovre.

di Lamberto Colla Parma 22 ottobre 2017
La "finanziaria" è stata licenziata con toni trionfalistici del tipo "non è lacrime e sangue" oppure "non c'è aumento delle tasse". 

I vari rappresentanti governativi pronti a sottolineare gli aspetti positivi come il lavoro giovanile e gli sgravi fiscali per le assunzioni o le regolarizzazioni di contratti a termine o nel pubblico impiego dove la Ministra Maria Anna Madia annuncia un nuovo aumento di 85 euro che va ad aggiungersi agli 80 del bonus di Renzi".

Dopo l'approvazione della legge elettorale sembra che tutti si siano svegliati di soprassalto!

Ognuno vuol dire la sua per accaparrarsi il merito di una qualche riga di "finanziaria" piuttosto che annunciare come sarà bella l'Italia con loro al Governo nell'imminente futuro.

Trascorrono le ore, i giorni e nonostante il testo della legge di stabilità 2018 non sia ancora disponibile, iniziano a trapelare indiscrezioni che, guarda caso, smorzano gli entusiastici annunci governativi.

Le "povere" banche avranno anche loro un interessante obolo che pagheranno tutti, indistintamente poveri e ricchi. Il pagamento elettronico diventa obbligatorio anche per i micro importi.

I pensionati dovranno così comprare la micca di pane quotidiana e le due uova settimanali attraverso una semplice transazione elettronica e molti di loro saranno così disincentivati dal trascorrere una giornata intera nella sala di attesa dell'ufficio postale per ritirare la pensione "Brevi manu" con tutti i rischi connessi, come quello di essere rapinati.

No, però le tasse non le hanno aumentate.
Solo una mini patrimoniale, sulle polizze vita a capitale garantito, giusto per non perdere il vizio e tenersi in allenamento per quando la BCE smantellerà il QE (Quantitatve Easing) e gli interessi torneranno a correre parimenti della crescita dello spread e il debito pubblico s'innalzerà posto che nel frattempo , nessuna misura di controllo della spesa è stata messa in campo e di spending review si è solo parlato a vanvera.

E alla vigilia delle elezioni meglio non parlarne più.
Meglio inventarsi delle scommesse sul futuro innalzamento del PIL (1,5%), in grado da assorbire i maggiori oneri. Tanto poi, se ciò non dovesse accadere, una colpa ai governi precedenti o alla sfortunata congiuntura economica si trova sempre per giustificare la necessità di una manovra correttiva.

In conclusione, qualche regalia elettorale per mantenere il consenso, qualche parola di speranza in più sul consolidamento del trend di crescita del pil e il gioco è fatto.

Resta in sospeso il nodo delle pensioni. Un problema serio che si è tentato di risolvere innalzando il tetto pensionabile, passando dal sistema contributivo a quello retributivo per finire infine nelle fauci della riforma Fornero, tanto criticata, compreso il Matteo Renzi, ma che ancora resta in piedi e nessuno si azzarda a toccare.

Tantomeno il Ministro Padoan che ama i pensionati come il fumo negli occhi.
La loro longevità gli fa sballare i conti. Infatti, dopo aver accusato i sindacati, Camusso in primis, di «non aver letto la manovra» e ammesso di non avere «la bacchetta magica», il titolare del MEF ha spiegato che l'aumento dell'età pensionabile è dovuto ad «una legge concordata in sede europea che tiene conto dell'aspettativa di vita, un meccanismo che ha a che fare con la demografia».
Si deduce quindi che la soluzione migliore sarebbe di anticipare l'incontro con le anime dei parenti e degli antenati.

Chissà che i pagamenti elettronici siano stati introdotti anche a questo scopo? Aiutare la dipartita a questi pericolosi spacciatori di liquidità nonché complici del sommerso e dell'evasione fiscale. Almeno, avranno pensato a via XX Settembre, se alla fine non vorranno tirare le cuoia, almeno saranno utili portatori sani di introiti per le banche.

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