Domenica, 27 Luglio 2014 10:13

Ambiente. Aumenta il verde in città

Cresce il verde in città, in dieci anni +6 mq per cittadino

di Virgilio, Parma 22 luglio 2014

I dati sulla "Qualità dell'Ambiente Urbano" nel 2013 diffusi dall'ISTAT confermano la costante crescita che negli ultimi 10 anni si registra nella disponibilità di verde per singolo abitante. Un incremento quasi dell'1% annuo che ha portato a 32 i metri quadrati disponibili per abitante.
Non solo meno auto e più biciclette, con l'effetto di un'aria più respirabile: in città conquista terreno anche il verde urbano. Nei capoluoghi di provincia la superficie occupata da parchi, prati e giardini cresce in media di quasi l'1 per cento l'anno, guadagnando negli ultimi dieci anni 6 mq per cittadino. Con il risultato che oggi ogni abitante ha a disposizione mediamente 32 metri quadri di verde. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori, in merito al rapporto Istat sulla "Qualità dell'ambiente urbano" nel 2013.
In realtà c'è ancora tanto da fare per migliorare la qualità ambientale delle città italiane, ma l'agricoltura dimostra di aver colto questa tendenza positiva, promuovendo una nuova sinergia con l'architettura -sottolinea la Cia- e lavorando a soluzioni urbanistiche innovative in un'ottica di riduzione delle emissioni, di sostegno al "city farming" e di tutela del paesaggio contro incuria e cementificazione selvaggia.
"Il verde -ha dichiarato il presidente della Cia, Dino Scanavino - aumenta la vivibilità dentro le mura cittadine, svolgendo una duplice funzione. Da una parte contiene gli effetti dello smog, responsabile dell'11 per cento dei casi di aggravamento di asma dei bambini e del 18 per cento dei problemi acuti negli anziani affetti da problemi respiratori; dall'altro il verde pubblico può essere adibito alle coltivazioni a uso domestico con gli orti urbani. In questo modo non solo si dà un sostegno alle famiglie, ma si salvaguarda il paesaggio sottraendo all'incuria e al degrado terreni spesso lasciati incolti e abbandonati. Sono già 57, infatti, le amministrazioni comunali che nel 2013 hanno attivato gli orti urbani da dare in gestione ai cittadini, quasi l'81 per cento nelle città del Nord".
Nascono così i giardini verticali, i muri vegetali, i "garden roof" e ovviamente gli orti urbani: tutte nuove forme del verde che non sono più solo limitate ad aree circoscritte della città, ma si insinuano all'interno delle architetture in modo nuovo, penetrando negli spazi e negli interstizi ricavati nella tessitura dei palazzi. E portando con sé molteplici vantaggi, che vanno dalla riduzione del delta termico e delle polveri sottili al forte rallentamento delle acque piovane, fondamentale in un Paese come il nostro dove il rischio idrogeologico coinvolge ben 6.633 comuni. Senza contare, poi, l'importanza dell'impatto estetico e sulla biodiversità.
(Fonte CIA 22 luglio 2014)

Inflazione: i prezzi riflettono la debolezza della domanda, il 65% delle famiglie taglia anche sul cibo.

Roma, 22 luglio 2014 -

La Cia sui dati diffusi dall'Istat e relativi al secondo trimestre dell'anno: difficile immaginare uno scenario peggiore, soprattutto al Sud. Occorre un cambio di marcia con misure "ad hoc" per rilanciare il potere d'acquisto degli italiani.

Sull'inflazione è difficile pensare a uno scenario peggiore: i prezzi dei beni sono in deflazione dello 0,1 per cento e, in particolare, i listini dei prodotti alimentari freschi come frutta e ortaggi crollano ai minimi segnando -1,5 per cento. E' chiaro, quindi, che serve un deciso cambio di marcia, con interventi immediati a sostegno del potere d'acquisto delle famiglie, soprattutto al Sud dove l'incidenza di povertà tocca quasi una famiglia su tre. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori, in merito ai dati Istat nel secondo trimestre dell'anno.
La dinamica dell'inflazione continua a riflettere la debolezza della domanda interna -sottolinea la Cia- con gli italiani costretti dalla crisi persistente a tagliare i consumi, anche quelli incomprimibili come i generi alimentari. Basti pensare che nell'ultimo anno il 65 per cento delle famiglie ha dovuto ridurre quantità e qualità del cibo acquistato, percentuale che però arriva al 77 per cento nel Mezzogiorno. Non solo: ben 3,3 milioni di famiglie (oltre il 14 per cento) ormai si rivolgono agli "hard discount" - le cattedrali del prodotto low-cost indifferenziato - per la spesa alimentare, mettendo completamente da parte elementi un tempo decisivi nell'acquisto come la marca.
(Fonte CIA 22 luglio 2014)

Domenica, 27 Luglio 2014 09:43

Bene il vino italiano all'estero

Ismea, battuta d'arresto del commercio mondiale di vino nel 2014, mentre l'Italia guadagna quote di mercato. Crollo dell'import dalla Cina -20%.

Parma, 22 luglio 2014 -

L'Italia guadagna quote di mercato nonostante la battuta d'arresto subito dal commercio mondiale del vino nel primo trimestre del 2014.
A segnalarlo è l'ISMEA sulla base dei dati Gta (Global trade Atlas) secondo cui i volumi scambiati sono scesi a 22,5 milioni di ettolitri, contro i 22,8 dello stesso periodo del 2013 (-1%), nonostante il ribasso generalizzato dei listini all'origine. Il valore degli scambi internazionali si è invece attestato a 5,3 miliardi di euro, in flessione del 3% sul 2013.
Tale dinamica negativa - prosegue Ismea - è esclusivamente imputabile al vino sfuso, che ha subito una contrazione delle quantità del 7%. Risultano invece stabili a 12 milioni di ettolitri i confezionati, e in crescita gli spumanti (+15% in volume, +8% in termini monetari).

Tra i cinque grandi esportatori di vino: Francia, Italia, Spagna, Cile e Australia, solo il Paese iberico ha aumentato sensibilmente le spedizioni oltre frontiera (+18%), grazie al recupero produttivo registrato nell'ultima campagna e a listini giù anche del 30%. Per gli altri Paesi le elaborazioni Ismea indicano riduzioni quantitative comprese tra il -24% del Cile e il meno 0,2% dell'Italia. Guardando tuttavia i dati in valore l'Italia è l'unica, tra i grandi player, ad avere ottenuto un segno più, con un incremento di oltre il 3% degli introiti maturati oltre frontiera.
Sul versante dell'import, tra i principali mercati di sbocco, si evidenziano andamenti differenziati, con l'aumento dei flussi in entrata in Regno Unito (+11%), Canada (+0,3%) e Giappone (+7,7%) e una riduzione in Usa (-4,2%) e Germania (-6,7%). Da segnalare il crollo della domanda in Cina (-20%), sesto Paese nella graduatoria dei maggiori acquirenti di vino.

(Fonti Ismea 21 luglio 2014)

Domenica, 27 Luglio 2014 09:07

Mais & Soia: dati previsionali. Luglio 2014

Mais & Soia: dati previsionali. Luglio 2014.

MAIS: Dati previsionali per 2014-15

La produzione globale di Mais per la stagione 2014-15 è prevista a 980.96 Mio t, pressochè invariata rispetto alle stime formulate a Giugno e inferiore rispetto alla stagione in corso, terminante il 31 Agosto (984.45 Mio t).
Negli Stati Uniti la produzione di Mais è attesa in leggero calo (352.06 Mio t), ma la resa dei terreni si mantiene invariata a 165.3 bushels/acro (equivalenti a 10.50 tons/ettaro). Nel Corn Belt il raccolto è in ottime condizioni, ma gran parte del successo dipende dal clima durante la fase di impollinazione di metà luglio.
Nella stagione in corso è aumentato l'impiego di Mais nella produzione di Etanolo.
In Cina, secondo produttore mondiale di Mais, la produzione è prevista a 220 Mio t, in aumento rispetto alle stagioni precedenti ed alle stime formulate il mese scorso, per le maggiori aree dedicate alla coltivazione.
Anche in Unione Europea la produzione è stimata in aumento, specialmente in Germania e Francia.
Le previsioni sugli stock finali globali sono di 188.05 Mio t, con aumenti per i tre principali Paesi Produttori di Mais: Stati Uniti, Cina e Brasile.

 Le condizioni dei raccolti statunitensi sono le migliori degli ultimi 4 anni; per quanto riguarda l'area del Corn Belt (regione più intensivamente agricola del Midwest americano) le condizioni sono le migliori dal 2007.

SOJA: Dati previsionali per 2014-15

La produzione mondiale di semi di Soia per la nuova stagione 2014-15 è prevista a 304.79 Mio t, in aumento del +1.6% rispetto alle stime precedenti e in aumento del +7.4% rispetto alla stagione 2013-14, terminante il 30 Settembre.
Aumenti significativi della superficie coltivata sono attesi negli Stati Uniti, in Russia e in Ucraina.
Gli Stati Uniti si confermeranno il principale player Produttore ed Esportatore di semi di Soia. Si prevede un'area coltivata pari a 84.1 Mio acri (equivalenti a 33.64 milioni di ettari), in aumento del +4.5% rispetto alle stime formulate a Giugno.
La resa dei terreni è attesa a 45.2 bushels/acro (3.08 tons/ettaro).
Le Esportazioni Statunitensi sono stimate in aumento del +3.1%, riflettendo la maggior produzione ed i prezzi in diminuzione.
In Cina, principale Importatore di semi di Soia, la Produzione è prevista invariata a 12 Mio t, mentre le Importazioni sono attese in aumento a 73 Mio t (+1 Mio t rispetto alle previsioni del mese scorso, +4 Mio t rispetto alla stagione 2013/14 e +13 Mio t rispetto alla stagione 2012/13).
(Fonte CLAL)

Domenica, 27 Luglio 2014 08:32

Il meteo fa strage

La coldiretti stima in un miliardo di euro il danno del maltempo di questa prima metà d'estate.

di LGC - Parma, 23 luglio 2014 – Pioggia e pioggia. L'anticiclone delle Azzorre quest'anno non riesce proprio a influenzare un'estate come si deve sulla nostra penisola. Punte di caldo in cui la colonnina sfiora i 37 gradi in alcune aree del sud e delle isole per poi precipitare anche a 17 gradi nell'arco di sole 24 ore con precipitazioni, in alcuni casi, intensissime.
Un'estate pazza che coldiretti stima abbia già causato un miliardo di euro di danni.
L'inizio dell'estate è stato segnato - sottolinea la Coldiretti - dal 34% di pioggia in più caduta nel mese di giugno con punte di oltre il +200 per cento in alcune zone anche turistiche del centrosud e del tempo incerto della prima meta di luglio. Il risultato è che, anche considerando le partenze del week end, non piu' di 6 milioni di italiani - stima la Coldiretti - sono già partiti per le vacanze per concedersi almeno un giorno di vacanza fuori casa. Il maltempo che ha lasciato a casa gli italiani ha anche colpito con temporali, bombe d'acqua e grandine le coltivazioni agricole spesso prossime alla raccolta rovinando il lavoro di un intero anno di molte aziende agricole con effetti anche sull'occupazione stagionale.
La stagione piovosa ha fatto perciò ulteriormente crollare i consumi di frutta e verdura alimentando una spirale negativa tra consumi e deflazione che sta mettendo a rischio le imprese e, probabilmente la salute consumatori.
Un settore, quello dell'ortofrutta, che è al centro delle attenzioni anche del Ministro Martina il quale, secondo una nota del Ministero, ha inviato una lettera al Commissario europeo all'Agricoltura e allo sviluppo rurale, Dacian Cioloş, nel quale chiede che la Commissione "valuti, con estrema urgenza, la possibilità di attivare adeguate misure, eccezionali e transitorie" per fronteggiare la crisi del mercato italiano delle pesche e nettarine.
A pagarne le conseguenze, di quest'estate pazzerella, sono quindi prevalentemente il turismo e l'agricoltura con grave danno per l'economia dell'intero Paese.

Passa al 30 luglio la scadenza delle candidature delle aziende reggiane impegnate nella ristorazione di qualità, nella ricettività e nella produzione agroalimentare che possono candidarsi a far parte del nuovo progetto di valorizzazione dei prodotti eno-gastronomici locali sui mercati esteri -

Reggio Emilia, 23 luglio 2014 -

La Camera di Commercio ha prorogato al 30 luglio il termine entro il quale le imprese reggiane impegnate nella ristorazione di qualità, nella ricettività e nella produzione agroalimentare possono candidarsi a far parte del nuovo progetto di valorizzazione dei prodotti eno-gastronomici locali sui mercati esteri, nato dalla collaborazione tra l'Ente camerale reggiano, Unioncamere Emilia-Romagna, Regione Emilia-Romagna (Direzione Generale Agricoltura) e APT Servizi.
L'iniziativa punta alla creazione di nuove offerte – caratterizzate da alti livelli qualitativi - per lo sviluppo stabile del turismo enogastronomico sul mercato globale, anche in vista dell'importante vetrina rappresentata da EXPO' 2015.
I mercati esteri sui quali si concentreranno le azioni promozionali del progetto sono sette: Germania, Regno Unito, Russia, Brasile, Canada, Stati Uniti e Israele.
Le eccellenze locali saranno organicamente in questi Paesi (oltre che sul mercato interno) partendo proprio dalle manifestazioni d'interesse che le imprese hanno tempo d'esprimere sino al 30 luglio, alle quali seguirà poi una selezione riguardante la qualità e l'affidabilità delle strutture.
Completato anche questa seconda fase, partirà la predisposizione e la promozione di nuovi "pacchetti turistici" sia in vista dell'Expo che nell'ambito dei Paesi individuati dal progetto.
Le imprese interessate possono inviare la scheda di adesione (reperibile sul sito www.re.camcom.gov.it) alla Camera di Commercio di Reggio Emilia.
Ulteriori informazioni: Ufficio Promozione Camera di Commercio di Reggio Emilia - tel. 0522-796528/529 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

(Fonte: Dalla Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Reggio Emilia)

Fermi i listini del Burro e del Grana Padano. Il Parmigiano in leggero calo solo a Parma e relativamente al 24 mesi di stagionatura.

di Virgilio, Parma - 23 luglio 2014 -

LATTE SPOT Dopo avere perduto 2,5 € nelle ultime due settimane il Latte Crudo Spot si prende una pausa. 40,00 e 41,00 €/100 litri di latte sono rispettivamente le quotazioni minime e massime registrate lo scorso lunedì 21 luglio alla borsa di Verona, confermando perciò le quotazioni del 14/7. Inversione di tendenza per il latte intero spot pastorizzato estero che guadagna 1,35% e dopo 3 settimane di intensa flessione recupera circa 50 centesimi e si riporta entro la forbice compresa tra 38,15 e 39,18€/100 litri.

BURRO E CREMA Nulla di nuovo sul fronte del Burro. Invariate le quotazioni su tutte le piazze prese a riferimento. Unica eccezione la crema di latte a uso alimentare che a Verona, dopo due settimane di negatività (-12 centesimi al litro), lo scorso 21/7 ha mantenuto la quotazione di 1,74€/litro fissato a Verona.

GRANA PADANO La settimana appena conclusa ha mantenuto invariati i listini del Grana Padano in tutte le principali piazze e per tutte le tipologie di stagionatura. A mantova si sono confermati i prezzi compresi tra 6,65 e 6,90 e tra 7,45 e 7,70€/kg rispettivamente per il 10 e il 14-16 mesi di stagionatura. Milano invece ha confermato la forbice tra 6,85 e 6,95 per il 9 mesi e 7,45 e 8,10 €/kg per il 15 mesi di stagionatura.

PARMIGIANO REGGIANO La 29esima di calendario si è invece contraddistinta per una riduzione di valore della stagionatura 24 mesi per il Parmigiano Reggiano quotato a Parma. 10 centesimi perduti quindi per la stagionatura più apprezzata dal pubblico che si colloca tra 9,25 e 9,60 €/kg con una perdita di 1,05% sul listino precedente. Nessuna variazione invece è intervenuta sulla quotazione del 12 mesi che ha confermato il prezzo compreso tra 7,85 e 8,20€/kg. Nessuna variazione di listino è stata registrata a Milano e a Reggio Emilia.

Dallari sul Protocollo di impegni firmato dalle Associazioni aderenti a Rete Imprese Italia con il Ministero dell'Economia: "Servono certezze nell'applicazione delle procedure per il saldo definitivo dei debiti alle imprese" -

Reggio Emilia, 22 luglio 2014 -

incoraggiante lo sforzo del Governo per applicare una normativa complessa ma di vitale importanza per le piccole e medie imprese. Ci sono le condizioni per riuscire definitivamente a sbloccare i debiti della Pubblica Amministrazione verso le imprese". Così il Presidente provinciale CNA Nunzio Dallari commenta il Protocollo di impegni sul pagamento dei debiti della Pa, firmato dalle Associazioni aderenti a Rete Imprese Italia (CNA, Confesercenti, Confcommercio, Confartigianato, Casartigiani) con il Ministero dell'Economia, gli Enti locali e le altre Organizzazioni imprenditoriali.

Tra le novità positive contenute nell'intesa, c'è la possibilità per gli imprenditori, di presentare l'istanza di pagamento direttamente sulla piattaforma elettronica per la gestione telematica delle certificazioni dei crediti. Una procedura che le imprese potranno effettuare anche tramite l'assistenza dei propri consulenti e delle Associazioni di riferimento. In assenza di un riscontro da parte dell'Ente pubblico debitore entro 30 giorni dalla presentazione dell'istanza, scatterà la procedura di nomina di un commissario ad acta per accelerare i pagamenti.

"Quello che auspichiamo più di ogni altra cosa – aggiunge Dallari - è che l'intesa riesca a rendere praticabili ed effettive le procedure per estinguere definitivamente i debiti della PA. Le nostre imprese hanno bisogno di certezze sul diritto a veder finalmente onorati i loro crediti. Non dimentichiamo che secondo l'Ocse il pagamento dei debiti delle amministrazioni pubbliche può costituire un importante fattore di stimolo degli investimenti e, di conseguenza, dell'occupazione e della crescita, dando all'Italia la sferzata necessaria per la ripresa.

Inoltre, se da un lato la classifica di "Openbilanci" colloca l'amministrazione reggiana al quinto posto a livello nazionale (85.26%) tra le amministrazioni più virtuose nel pagamento dei propri debiti, dall'altro i dati dello Studio Pagamenti 2014, realizzato da Cribis D&B, fanno emergere una realtà ancora difficile in cui in media un'impresa su due paga oltre i termini stabiliti con la controparte, che in molti casi deve rivolgersi alle banche per avere liquidità immediata con lo scotto di dover pagare interessi passivi".

"Quanto di questa situazione – conclude il Presidente Dallari - è da imputare alle aziende, tartassate da pressione fiscale alle stelle, difficoltà di accesso al credito e mancanza di liquidità, e quanto la PA deve ancora fare per semplificare la vita a chi fa impresa e crea ricchezza e benessere? A partire dal saldo dei suoi debiti, ad esempio applicando la norma sui pagamenti elettronici per la Pa entro i 30 giorni indicati dalla legge e ampliando l'ambito della compensazione assumendola come principio generale per i nuovi crediti".

(Fonte: ufficio stampa CNA RE)

Lunedì 28 luglio alla libreria Feltrinelli la presentazione del libro di Rossano Ercolini "Non bruciamo il futuro", in uno scambio di opinioni con il Sindaco Federico Pizzarotti. L'incontro sarà condotto da Pietro Ferraguti, direttore di Teleducato -

Parma, 22 luglio 2014 -

Rossano Ercolini, maestro elementare in un piccolo comune della Toscana, è fondatore di Ambiente e Futuro, associazione nata con l'obiettivo di informare sui rischi ambientali dell'incenerimento e per proporre strategie alternative per la corretta gestione dei rifiuti.
Lunghi anni di battaglie lo hanno portato allo scontro aperto con gli apparati politici e i poteri economici locali e nazionali, ma alla fine ha vinto lui.
Nel 2007 il comune di Capannori è stato il primo in Italia ad adottare la strategia Rifiuti Zero, ideata dal chimico americano Paul Connett, ed è diventato in poco tempo il centro di un movimento che, da Napoli a Milano, coinvolge ora sempre più cittadini e tanti amministratori.

Nell'aprile 2013, per questo suo impegno ad affermare e diffondere una rivoluzionaria gestione dei rifiuti che salvaguardia l'ambiente e promuove l'economia, Ercolini, è stato invitato alla Casa Bianca dal presidente degli Stati Uniti Barack Obama, che gli ha consegnato il Goldman Environmental Prize.

ridnon-bruciamo-il-futuro-libro-76514

"Non bruciamo il futuro" è la testimonianza fiera e coinvolgente di questo percorso, la dimostrazione chiara e diretta delle enormi possibilità di un modo di fare politica nuovo e capace di organizzarsi dal basso. È anche uno straordinario manifesto educativo: in tutti questi anni l'autore non ha infatti mai smesso di insegnare.
Rossano Ercolini è oggi il simbolo di un ambientalismo capace di incidere in maniera efficace nello sviluppo di un territorio, andando oltre le ideologie e gli schieramenti.
Perché è solo con l'impegno di tutti a prendere parte al cambiamento che la democrazia respira e, con essa, prende vita la speranza di un futuro migliore.

Parma ha voluto seguire l'esempio di Capannori adottando nel 2013 la strategia Rifiuti Zero che oggi conta 205 Comuni italiani per un totale di 4,315 milioni di abitanti.
In queste settimana Parma ha anche aderito all'Associazione Comuni Virtuosi per indicare decisamente la strada che vuole imboccare per garantire futuro ai cittadini di domani. Oggi la differenziata è al 70%, il porta a porta è esteso a tutta la città, non ci sono più cassonetti per le strade, è calato di 15 mila tonnellate il rifiuto residuo da smaltire.

Presso la libreria Feltrinelli di via Farini, il 28 luglio alle ore 18, verrà presentato il libro di Ercolini, in un interessante scambio di opinioni tra l'attivista toscano e il sindaco 5 Stelle di Parma, Federico Pizzarotti. L'incontro sarà condotto da Pietro Ferraguti, direttore di Teleducato. La pagina facebook dell'evento: http://goo.gl/vF9XhX

(Fonte: Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR)

Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 13 - n° 29 21 Luglio 14

(Cliccando su "allegati" è possibile scaricare in formato PDF)
SOMMARIO Anno 13 - n° 29 21 Luglio 14
1.1 editoriale Ai ripari... non certo dal sole estivo
2.1 ambiente GREENPEACE: Omini LEGO in azione contro la distruzione dell'Artico
3.1 bonifiche Fondi UE. La Regione Emilia Romagna approva il programma 2014-2020
3.2 latte e quote Il latte della discordia
4.1 Lattiero caseario Calma piatta per i "duri".
5.1 benessere Vinoterapia, un bagno di lunga vita
5.2 indicazione di origine Approvata l'etichetta di "prodotto di montagna"
6.1 comarketing Comarketing, Camoscio d'Oro e Piadina Loriana. Il Ricettario.
6.2 pomodoro 2014 Pomodoro, campagna 2014 in linea con le previsioni
7.1 consumi e crisi +10% la povertà

Cibus 29COP cibus

La campagna con cui Greenpeace chiede a LEGO di abbandonare Shell è partita lo scorso 1 luglio. In soli dieci giorni sono state raccolte oltre 325 mila firma

ROMA, 11.07.2014 - Si sono arrampicati sulla torre di Pisa, hanno sfilato in corteo a Piazza San Pietro e organizzato un sit-in a Piazza Duomo a Milano. Oggi gli omini LEGO sono scesi in strada con Greenpeace per chiedere alla loro casa madre di interrompere la partnership commerciale con la Shell, compagnia petrolifera tra le più aggressive nell'esplorazione petrolifera del Polo Nord, una minaccia per gli abitanti e gli animali che vivono in questa area fondamentale per gli equilibri del Pianeta.

Ad Andria l'intero LEGO cast dei Simpson ha posato davanti a Castel del Monte, mentre a Verona davanti all'Arena i personaggi di Guerre Stellari hanno chiesto di risparmiare l'Artico dalla distruzione. A Roma, mini gommoni e attivisti si sono ritrovati a Castel Sant'Angelo lungo il fiume Tevere.

«Ogni azienda ha la responsabilità di scegliere eticamente i propri partner commerciali e i propri fornitori» afferma Mel Evans, della campagna Save The Arctic di Greenpeace. «Lego afferma che vorrebbe lasciare un mondo migliore ai nostri figli, ma stringe ancora accordi commerciali con Shell, una delle aziende più inquinanti del Pianeta, che ora minaccia la bellezza incontaminata dell'Artico. Una decisione sbagliata, una cattiva notizia per tutti i bambini. Per questo chiediamo a LEGO di abbracciare la causa per la difesa dell'Artico, rompendo il patto con Shell».
La campagna con cui Greenpeace chiede a LEGO di abbandonare Shell è partita lo scorso 1 luglio. In soli dieci giorni sono state raccolte oltre 325 mila firme e altrettante email sono state recapitate ai vertici della LEGO.

Rabboni: "l'Emilia-Romagna è stata la prima regione italiana per l'export dell'agroalimentare, superando la Lombardia".

Bologna – 16 Luglio 2014 –
L'Assemblea legislativa ha approvato a maggioranza il Programma di sviluppo rurale 2014-2020 dell'Emilia-Romagna in attuazione del Reg. (CE) 1305/2013. La proposta, nei sette anni, potrà contare su una dotazione di risorse per un miliardo e 190 milioni di euro. Le risorse: 513 milioni provengono dall'Europa; 474 milioni dallo Stato e 203 milioni dalla Regione (che raddoppiano rispetto all'anno precedente).
Tra le priorità: la competitività delle imprese con l'obiettivo di aumentare e stabilizzare la reddittività (544,6 milioni); l'ambiente (526 milioni per ridurre l'impatto delle attività agricole e sostenere la produzione biologica integrata), i giovani (130 milioni per l'insediamento di nuove imprese agricole) e lo sviluppo dei territori e delle zone rurali più fragili. Quest'ultima priorità è finalizzata a contrastare l'abbandono e il dissesto idrogeologico dei territori. Al suo interno, previsto un finanziamento regionale di 26 milioni per aumentare la dotazione di servizi socio-assistenziali nei territori.
L'assessore all'Agricoltura, Tiberio Rabboni, è tornato a sottolineare il rilievo economico, sociale e politico di questo atto di programmazione per un "settore leader in Italia e in Europa". Nel 2013 - ha ricordato- "l'Emilia-Romagna è stata la prima regione italiana per l'export dell'agroalimentare, superando la Lombardia". Il comparto, in crescita dal 2008, "ha una funzione antirecessiva e vogliamo contribuire ad una ulteriore crescita e ad un miglioramento della capacità di competere e della redditività. Riassunto in numeri, il programma- ha ricordato l'assessore- finanzierà circa 10 mila progetti di investimento da parte di imprese agricole, e poi sono previsti interventi formativi e consulenze tecniche per circa 29 mila destinatari. Mentre sono 200 mila gli ettari di terreno su cui ci saranno azioni di miglioramento ambientale". (Fonte Regione Emilia Romagna)

Domenica, 20 Luglio 2014 10:40

Il latte della discordia

I produttori ungheresi chiedono un intervento contro l'ingresso di latte a basso costo. Il Ministro Martina dice NO all'aumento delle quote.

di Virgilio, Parma 16 luglio 2014

Il latte è un alimento principe nella dieta alimentare e la sua produzione è da sempre fonte di reddito per una gran parte di imprese agricole.
Il regime delle quote latte è stato uno dei sistemi più efficaci di intervento da parte della CE prima e UE dopo per equilibrare domanda e offerta all'interno del mercato comune e, nonostante le storture italiane, il suo scopo è stato in gran parte raggiunto.
Dal 2015 tutto cambierà ma nel frattempo, anche in ragione delle differenze organizzative e strutturali dei sistemi economici e, nello specifico, zootecnici dei diversi Paesi membri, determina pressioni alle "frontiere" come sta accadendo in Ungheria in questi giorni.
A riportare la notizia per la quale i produttori magiari sarebbero sul piede di guerra è il sito EUROREGION.NET.
I produttori di latte ungheresi si dicono quindi pronti a manifestare se il loro governo non interverrà sulla questione ormai insostenibile del latte importato a basso costo che comporta una sovraproduzione di quello nazionale.
La rotta del latte - ricorda www.economia.hu- infatti procede da Nord a Sud, approdando in Italia e in Grecia, mentre quello arriva che in Ungheria proviene dall'Europa Settentrionale e Occidentale, soprattutto dalla vicina Slovacchia, ma anche dalla Polonia, dalla Germania e dall'Austria. Hegedus Imre, parlando alla tv nazionale M1 a nome associazione ungherese dei produttori di latte che presiede, ha sottolineato che il problema deve essere legato anche a questioni di Imposta sul Valore Aggiunto. La domanda che deve essere posta, sottolinea Hegedus, come possa essere rivenduto a basso costo sugli scaffali il latte straniero, ad esempio quello tedesco, che in Germania costa di più che in Ungheria.
- CHIUSO DOSSIER LATTE -
Nel frattempo, lo scorso 14 luglio, dopo 5 mesi di trattative, si è finalmente concluso il dossier latte con un No da parte del nostro Ministro Maurizio Martina sostenuto da altri rappresentanti di Paesi UE che in questi ultimi anni di regime quote latte hanno, contenuto le produzioni. Non così è stato invece da parte di Germania, Olanda, Polonia, Austria, Danimarca e Belgio che, al contrario, hanno notevolmente aumentato le proprie produzioni di latte proprio allo scopo di godere di un "vantaggio competitivo" in occasione delle nuove misure di intervento sul latte che verranno adottate a partire dalla campagna lattiera 2015-2016. La richiesta di questi Paesi del Nord, con in testa la Germania, era di modificare il tenore di grasso nel latte che, in sostanza, si sarebbe tramutato in un aumento della quota latte disponibile per i loro produttori con la conseguenza non indifferente di non dover pagare la "multe".
Questa volta non sono stati gli italiani a fare i furbetti...

Domenica, 20 Luglio 2014 10:31

Vinoterapia, un bagno di lunga vita

Antiossidante, diuretico, tonificante per il corpo e per lo spirito. Il vino si versa non solo nel bicchiere ma anche nella vasca da bagno.

Torgiano, 16 luglio 2014 -

Nata negli anni '90 in Francia, la vinoterapia ha in Italia sempre più seguaci che la scelgono come trattamento estetico contro l'invecchiamento cutaneo e come "terapia" di coppia. Vuoi per il luogo ricco di atmosfera dove si riceve il trattamento, vuoi per l'effetto rilassante che hanno acini e vinaccioli sul corpo, il vino è diventato un vero e proprio cosmetico di coppia al punto che le cantine che offrono trattamenti di vinoterapia sono diventate una meta top nell'estate 2014. Il trattamento estetico a base di uva e suoi derivati che, oltre a quella antietà, ha anche funzioni depurative, rilassanti e dimagranti, è una moda che non tramonta e che anzi rinnova le sue potenzialità cosmetiche apprezzate da un vasto pubblico. A Torgiano, sulle colline umbre tra vigneti e olivi secolari, le Cantine Lungarotti hanno una Spa che dal nome, Bella Uve, all'elenco dei trattamenti declina il vino in tutte le sue potenzialità di bellezza. In un edificio del Settecento, nel resort Le Tre Vaselle del gruppo Lungarotti, è possibile inebriarsi con Bacco: la Spa propone dai bagni nel Sangiovese alle cure per la pelle con acini e vinaccioli, massaggi di...vini alla testa e ai piedi e un particolarissimo Hammam di vinum, uno scrub purificante con sale grosso, olio d'oliva Cantico (Lungarotti) e foglie di vite rossa in preparazione al percorso emozionale dell'Hammam dove la coppia può ritrovare armonia e benessere. "Siamo tra i primi centri benessere in Italia dedicati alla vinoterapia - dice Chiara Lungarotti, amministratore unico del Gruppo Lungarotti che comprende 250 ettari vitati tra la Tenuta di Torgiano e quella di Montefalco, 2 cantine, 25 etichette e 2,4 milioni di bottiglie prodotte -. In questi anni abbiamo messo a punto un metodo all'avanguardia in Italia, forti anche della nostra tradizione enologica incentrata sulla qualità e dall'essere nel cuore di una delle zone DOC più rinomate del Paese". Alla base dei trattamenti che vanno dai 60 euro a persona per il massaggio ai vinaccioli ai 240 per il percorso completo di vinoterapia, c'è l'uva, prevalentemente nera, usata direttamente in grappoli e acini, oppure trasformata in mosto e vino, o ancora essiccata e polverizzata. "Abbiamo adottato questi trattamenti – conclude Chiara Lungarotti - per offrire ai nostri clienti il vino in tutte le sue espressioni migliori aprendo in Umbria una strada che è stata poi seguita da molti altri". Una strada percorsa ad oggi da centinaia di persone che hanno scelto il Rubesco e il Sagrantino Lungarotti (per il palato e per la pelle) come elisir di lunga vita.

Dal nuovo PSR finanziamenti, ai produttori organizzati, alle iniziative di promozione della nuova indicazione di origine.

Bologna, luglio 2014

"Finalmente i consumatori potranno riconoscere ed acquistare, con certezza, le produzioni agroalimentari di qualità del nostro Appennino. Prodotti unici per naturalità, tipicità, storia e manifattura e per un ambiente di elevata qualità ecologica e che perciò stesso scontano i limiti produttivi e i maggiori costi dei terreni posti in altura ed in pendenza. Dunque una nuova opportunità per i consumatori, ma anche per gli agricoltori di montagna che potranno così valorizzare commercialmente meglio i frutti del loro lavoro".
Così l'assessore regionale all'agricoltura Tiberio Rabboni ha commentato la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale europea del Regolamento sull'indicazione "Prodotto di montagna".
D'ora in poi dunque anche in Emilia-Romagna salumi, formaggi, miele, ortofrutta delle zone appenniniche potranno fregiarsi in etichetta di una specifica indicazione d'origine. L'indicazione prodotto di montagna è riservata ai prodotti il cui ciclo produttivo è svolto interamente nei 117 Comuni della montagna emiliano-romagnola, con la sola possibilità di derogare la fase trasformazione (macellazione, molitura, ecc.) entro i 30 chilometri di prossimità.
"Ora è importante che gli agricoltori e i trasformatori delle aree di montagna – spiega Rabboni – si organizzino per utilizzare immediatamente e nella maniera più ampia la possibilità di etichettatura. Allo scopo la Regione convocherà a breve un incontro per approfondire i diversi aspetti operativi. Nel nuovo Psr 2014-2020 abbiamo inoltre previsto la possibilità di finanziare ai produttori organizzati iniziative di promozione della nuova indicazione di origine".
(Fonte Regione Emilia Romagna 1 luglio 2014)

Camoscio d'Oro insieme a Piadina Loriana per un'azione di co-marketing digitale!

14 Luglio 2014 –
Il "Matrimonio di Piacere" sta conquistando tutti, come testimoniato dalle parole di Francesco Bombardieri, marketing di Camoscio d'Oro:
"Il Matrimonio di Piacere è un'avventura coinvolgente e stimolante...proprio come un vero matrimonio! È bello creare un'unione con un'altra marca di qualità, che ben si sposa con Camoscio d'Oro. La realizzazione di questo elegante Ricettario e delle azioni per promuoverne la diffusione è stata molto divertente. Essendo così appetitoso ed originale, il ricettario piace molto e il passaparola sui social lo dimostra: è veramente il Matrimonio dell'Anno!"
La Camoscio d'Oro, marca di formaggi d'eccellenza per trattarsi bene e godersi la vita, e Piadina Loriana hanno dato vita a una innovativa operazione di co-marketing, che coinvolge i due brand da maggio a settembre 2014. La collaborazione si articola in una iniziativa congiunta di grande originalità, il cui fiore all'occhiello è l'elegante Ricettario "Matrimonio di Piacere", scaricabile gratis. Le ricette si declinano nei quattro stili di matrimonio più attuali:
Classico: l'eleganza non passa mai di moda
Naturale: la gioia nelle cose semplici
Mare: suggestivo e romantico
Creativo: ...it's party time!
Ma come funziona l'iniziativa? Eccone l'identikit:
Nome: "Matrimonio di Piacere", a sottolineare la grande intesa fra i prodotti "fatti l'uno per l'altro".
I due innamorati: le Fette Morbidissime Camoscio d'Oro, naturali e non fuse, e la Piadina Sfogliatissima, soffice e gustosa.
Obiettivi: - sedurre i consumatori dei rispettivi prodotti: Piadina Loriana produrrà nuovi contatti provenienti dal reparto dei sostitutivi del pane per Camoscio d'Oro e, viceversa, Camoscio d'Oro produrrà per Loriana contatti provenienti dal reparto formaggi.- mostrare la versatilità dei prodotti, suggerire i mille modi di utilizzo e le nuove occasioni d'uso.
Quando: da Maggio a Settembre, il periodo ideale per i matrimoni!
Meccanica: alle fedeli consumatrici di Camoscio d'Oro basta iscriversi per scaricare gratis il prezioso album di nozze culinario "Matrimonio di Piacere".
Viralità: Camoscio d'Oro ha sviluppato anche l'aspetto virale. Gli utenti hanno a disposizione on-line delle bellissime partecipazioni da personalizzare, grazie alle quali invitare i propri amici, e quindi nuovi utenti, a non perdersi il Matrimonio dell'anno!
L'operazione gode di grande visibilità sia online, sia offline:
Punto di vendita: sui pack delle Fette Morbidissime Camoscio d'Oro e della Piadina Loriana spiccherà lo sticker "Colpo di fulmine!", che comunicherà il matrimonio dell'anno, ad oltre 1,3 milioni di contatti.
Digitale: un piano editoriale e campagne promozionali ad hoc supportano tutta l'operazione. Camosciare è un'arte da coltivare sempre, non perdetevi neanche una Camosciata seguendoci sul nuovo sito Camoscio d'Oro www.camosciodoro.com, sulla nuova pagina Facebook e sul nuovissimo profilo Pinterest (Fonte ufficio stampa Camoscio d'Oro)

cartoline ventaglio cibus 

 

www.camosciodoro.com
Facebook: www.facebook.com/camosciodoroit
Pinterest: http://pinterest.com/camosciodoro
Per contatti: BONGRAIN ITALIA SpA
Mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

L'Organizzazione Interprofessionale Pomodoro Nord Italia comunica che nonostante un calo del 3,68% delle superfici la produzione resta in linea con le previsioni. Timori per il maltempo che potrebbe incidere sulla produzione

Parma 16 luglio 2014 -
C'è un sostanziale rispetto della programmazione prevista dal contratto quadro nella campagna 2014 del pomodoro da industria del Nord Italia. L'Organizzazione Interprofessionale Pomodoro Nord Italia ha fatto il punto della situazione a pochi giorni dall'inizio della campagna 2014. .
Positivo è il segnale che arriva dall'aumento di 1,83 ettari della dimensione media per singolo produttore: 19,04 ettari in media per i 1.874 produttori delle Op associate, in aumento del 10,5% rispetto al 2013.
Guardando al dato complessivo delle superfici effettive l'Emilia Romagna si conferma leader nella produzione di pomodoro con il 68,8% delle superfici del Nord Italia (con la concentrazione maggiore nelle province di Piacenza, Ferrara e Parma) seguita da Lombardia (19,6%), Veneto (7,3%) e Piemonte (4,3%).
La produzione biologica – che si concentra soprattutto nelle province di Ferrara e Ravenna – rappresenta il 3,7% del totale, mentre il restante 96,3% delle superfici è coltivato con il metodo della produzione integrata.
I timori dell'intera filiera si concentrano ora – memori anche delle tante difficoltà presentatesi nel corso della campagna dello scorso anno - sull'andamento climatico che nelle ultime settimane ha visto il susseguirsi di piogge anche di forte intensità con qualche grandinata e un calo drastico delle temperature che rende incerti gli sviluppi della campagna soprattutto in termini di produttività delle colture.
(Fonte Ufficio Stampa OI Nord Italia)

Domenica, 20 Luglio 2014 08:42

+10% la povertà

L'aspetto più drammatico della povertà in Italia è il fatto che sempre più bambini con meno di 5 anni di età hanno avuto bisogno di aiuto per alimentarsi. Un aumento record del 13% rispetto l'anno precedente.

di LGC - Parma, 15.07.14 – Da una parte i consumi alimentari si modificano per effetto dei mutamenti negli stili di vita ma d'altra parte il perdurare della crisi dà una ulteriore bastonata ai consumi alimentari. Se all'inizio ne hanno fatto le spese i prodotti non indispensabili e perciò abbigliamento e scarpe principalmente, dopo sette anni ecco che anche i prodotti alimentari iniziano a comprimersi ivi compresi i prodotti di prima necessità.
E non potrebbe essere diversamente stando ai più recenti dati che misurano la povertà in Italia.
Secondo le elaborazioni della Coldiretti, gli acquisti di prodotti alimentari nel 2013 sono diminuiti del 3% dal'inizio della crisi nel 2008, ma è nel 2014 che si è toccato il fondo con le famiglie che hanno detto addio dalla pasta (-5%) all'extravergine (-4%), dal pesce (-7%) alla verdura fresca (-4%) nei primi due mesi rispetto allo stesso periodo del 2013.
L'aspetto piu' drammatico della povertà in Italia è il fatto che 428.587 bambini con meno di 5 anni di età nel 2013 hanno avuto bisogno di aiuto per poter semplicemente bere il latte o mangiare, con un aumento record del 13 per cento rispetto all'anno precedente. E' quanto emerge da una analisi della Coldiretti in occasione della diffusione dei dati Istat, dalla quale si evidenzia che con il record di 6 milioni e 20mila individui nel 2013 sono piu' che raddoppiate (+ 150 per cento) le persone in condizioni di povertà assoluta rispetto al 2007 quando erano 2,4 milioni.
Un'ulteriore conferma della difficoltà in cui le famiglie versano deriva dal riscontro del consumo dei cibi scaduti. Più di otto italiani su dieci (81%) non buttano il cibo scaduto con una percentuale che e aumentata del 18% dall'inizio del 2014, secondo quanto è emerso da Waste watcher knowledge for Expo.

Obbiettivo primario, il ripristino della piena operatività del reticolo danneggiato dall'alluvione e controlli straordinari sulla fauna selvatica e sullo stato delle arginature -

Modena, 18 luglio 2014 -

Sono cinquantadue gli interventi idraulici urgenti nel territorio modenese previsti nel primo stralcio di lavori per il ripristino, in seguito all'alluvione che lo scorso gennaio ha interessato il territorio della provincia di Modena. Alcuni sono già in corso, come quello di Ponte Alto, altri prenderanno il via entro il 30 luglio e saranno realizzati nei prossimi mesi. Le risorse per gli interventi, che ammontano a oltre 15 milioni 652 mila euro, sono state stanziate dal Governo e già assegnate sulla base dell'ordinanza emanata a inizio giugno dell'ex Commissario Vasco Errani.

Obiettivo prioritario del piano di azioni è il ripristino della piena operatività del reticolo danneggiato dall'alluvione prima della prossima stagione autunnale, attraverso interventi strutturali su casse di laminazione e argini, oltre che attraverso controlli straordinari sulla fauna selvatica e sullo stato delle arginature. Attenzione viene posta anche alla riduzione della vulnerabilità ed esposizione, perseguita attraverso la pianificazione della gestione delle emergenze, che consente di gestire il rischio residuo, e l'utilizzo di strumenti urbanistici o di programmazione territoriale.

Gli interventi del primo stralcio interessano i fiumi Secchia e Panaro, il canale Naviglio e il reticolo dei canali di bonifica e degli altri tratti minori. Del primo stralcio fanno parte anche le azioni volte ad accelerare alcuni interventi già programmati ma rallentati in larga parte a causa delle procedure espropriative, come la realizzazione delle casse di espansione del Naviglio presso i prati di San Clemente, interventi sul diversivo Martiniana e sul torrente Grizzaga.

Il secondo stralcio di lavori approvato avrà l'obiettivo di avviare il miglioramento strutturale e funzionale del sistema arginale del fiume Secchia oltre che intervenire sulla cassa di espansione per dotarla di sistemi in grado di consentire il superamento di situazioni emergenziali. Anche per il fiume Panaro sono previsti lavori sulla cassa di espansione, per garantire una più efficace riduzione dei colmi di piena, ed è in programma il completamento della ripresa dei movimenti franosi sugli argini. Sono inoltre previsti ulteriori interventi sul reticolo di bonifica danneggiato dagli eventi alluvionali, con particolare riferimento a Dogaro e Vallicella. È inoltre in programma il miglioramento della conoscenza del grado di resistenza delle arginature con opportune campagne di indagini preliminari, verifiche sistematiche di stabilità e realizzazione di interventi necessari tratto per tratto.

(Fonte: Comune di Modena)

All' assemblea Anbi sul valore delle acque irrigue i Consorzi di bonifica dell'Emilia Romagna citati come modello per le pratiche messe in campo a salvaguardia del territorio e del risparmio idrico -

Parma, 17 Luglio 2014 –

Citati più volte dai presenti come esempio virtuoso e come modello concreto da seguire per un possibile riordino organizzativo nazionale che tenga conto di efficienza e innovazione comprensiva di una razionalizzazione della macchina organizzativa, i Consorzi di bonifica dell'Emilia Romagna, (rappresentati a Roma alla Conferenza Nazionale dell'ANBI sulla risorsa Acque Irrigue da URBER), traggono un bilancio più che positivo sulle riforme attuate alcuni anni fa e che ora stanno regalando risultati più che concreti alla luce delle necessità strategiche da mettere in campo in termini di irrigazione e difesa del suolo.

A più riprese, nel corso della due-giorni di approfondimento che ha visto tra i relatori anche il Ministro Maurizio Martina, il parlamentare europeo Paolo De Castro e i presidenti delle associazioni agricole Moncalvo (Coldiretti), Guidi (Confagricoltura) e Scannavino (CIA), l'Emilia Romagna è stata coinvolta e citata per le pratiche messe in campo a salvaguardia di un territorio minacciato costantemente dal dissesto idrogeologico e per una collaudata forma operativa di risparmio idrico a sostegno di una agricoltura trainante per l'economia del paese e del suo export.

Il Consorzio di bonifica, la cui funzione è stata evidenziata come imprescindibile, anche da rappresentanti del Governo intervenuti (D'Angelis, Castiglione) e dal Presidente Emerito della Corte Costituzionale Cesare Mirabelli, devono svolgere una funzione strategica e moderna diventando sempre più "protagonisti attivi" del territorio facendosi carico di scelte innovative nel principio della sussidiarietà che favoriscano al contempo anche ricadute economiche di prospettiva nelle zone in cui insistono. Un territorio che purtroppo fa conti assai salati con un consumo spesso eccessivo di suolo agricolo (70ha/gg) e con un lento e progressivo dissesto montano che mette a repentaglio sia il lavoro delle imprese che la sicurezza delle comunità.
A rappresentare l'URBER a Roma il presidente Massimiliano Pederzoli, il coordinatore Sangiorgi e tutti i presidenti dei singoli Consorzi con al seguito esperti consortili dei diversi settori. Degna di nota anche la relazione su Irriframe sul risparmio idrico del direttore del Canale Emiliano Romagnolo Paolo Mannini.

(Fonte: ufficio stampa Urber)

In calo del 3,6% le superfici efettive rispetto al contrattato, ma si resta in linea con le previsioni dell' OI -

Parma, 16 luglio 2014 -

C'è un sostanziale rispetto della programmazione prevista dal contratto quadro nella campagna 2014 del pomodoro da industria del Nord Italia. L'Organizzazione Interprofessionale Pomodoro Nord Italia ha fatto il punto della situazione a pochi giorni dall'inizio della campagna 2014. "Siamo in linea con gli obiettivi di programmazione previsti dalla contrattazione – commenta l'Oi -. Infatti dalla elaborazione dei dati relativi alle superfici effettivamente coltivate pervenuti dalle Organizzazioni di produttori del pomodoro, così come previsto dalle "regole condivise", emerge una riduzione delle superfici effettive, rispetto a quelle contrattate inizialmente dalle Op del pomodoro associate all'Oi, che si è attestata al 3,68%".
Positivo è il segnale che arriva dall'aumento di 1,83 ettari della dimensione media per singolo produttore: 19,04 ettari in media per i 1.874 produttori delle Op associate, in aumento del 10,5% rispetto al 2013.
Guardando al dato complessivo delle superfici effettive l'Emilia Romagna si conferma leader nella produzione di pomodoro con il 68,8% delle superfici del Nord Italia (con la concentrazione maggiore nelle province di Piacenza, Ferrara e Parma) seguita da Lombardia (19,6%), Veneto (7,3%) e Piemonte (4,3%).
La produzione biologica – che si concentra soprattutto nelle province di Ferrara e Ravenna – rappresenta il 3,7% del totale, mentre il restante 96,3% delle superfici è coltivato con il metodo della produzione integrata.
I timori dell'intera filiera si concentrano ora – memori anche delle tante difficoltà presentatesi nel corso della campagna dello scorso anno - sull'andamento climatico che nelle ultime settimane ha visto il susseguirsi di piogge anche di forte intensità con qualche grandinata e un calo drastico delle temperature che rende incerti gli sviluppi della campagna soprattutto in termini di produttività delle colture.

(Fonte: ufficio stampa Oi Pomodoro Nord Italia)

A Guastalla, per il sesto anno consecutivo, giornata divulgativa delle prove sperimentali in campo sulla fertilizzazione ed i portainnesti dell'anguria in coltura protetta -

Reggio Emilia, 16 luglio 2014 -

Anguria Reggiana ancora una volta protagonista: sabato all'azienda agricola vivaistica Pietro Codeluppi di Guastalla, per il sesto anno consecutivo si è tenuta la giornata divulgativa delle prove sperimentali in campo sulla fertilizzazione ed i portainnesti dell'anguria in coltura protetta.
La sperimentazione - condotta dal Centro Ricerca Produzioni Vegetali regionale con il supporto del Servizio Agricoltura della Provincia di Reggio Emilia, dell'Associazione Produttori Anguria Reggiana e dell'Azienda sperimentale Stuard di Parma – è consistita nel verificare, mediante analisi e valutazione sensoriale, le caratteristiche del frutto coltivato con l'apporto di fertilizzanti naturali o di sintesi ed innestate su diversi portainnesti (di zucca, anguria da mostarda ecc.), resistenti alle avversità che colpirebbero la pianta, evitandone la successiva cura con prodotti chimici.

L'iniziativa ha registrato una straordinaria partecipazione di agricoltori, esperti del settore, esponenti di associazioni agricole ed autorità pubbliche che hanno seguito con interesse l'illustrazione delle prove accompagnati nella visita in campo da Cristina Piazza della Azienda sperimentale Stuard. Lo scopo ultimo della ricerca è di fornire dati oggettivi sulla qualità del prodotto in relazione alle diverse tecniche di coltivazione. Tutto ciò si rende utile ad accompagnare il percorso in atto per la richiesta di riconoscimento di Igp all'Anguria Reggiana, presentata nel gennaio scorso alla Regione e al Ministero.

Alla giornata hanno preso parte il sindaco di Guastalla, Camilla Verona, e i rappresentanti delle associazioni di categoria, mentre Vanni Tisselli del CRPV ha spiegato le caratteristiche del progetto biennale di prove su anguria e melone per le zone terremotate sostenuto dalla regione. Ivan Bartoli, presidente di APAR, ha illustrato quanto l'associazione sta facendo per la valorizzazione del prodotto locale nella prospettiva dell'ottenimento del marchio europeo. Roberta Rivi, assessore uscente della Provincia di Reggio Emilia, nel complimentarsi con tutti coloro che hanno contribuito alla riuscita dell'evento, ha formulato l'auspicio che la strada intrapresa insieme ai produttori ed alle rispettive rappresentanze, con il supporto dei tecnici, pur nell'attuale momento di cambiamento degli organi elettivi della Provincia, veda il raggiungimento del riconoscimento di Igp dell'Anguria Reggiana per la quale la qualificata attività di sperimentazione in atto è un utilissimo supporto.
A conclusione, gli ospiti hanno potuto assaggiare una squisita versione di gelato all'anguria reggiana confezionato nella stessa mattinata, oltre all'anguria a tocchetti nei bicchiere personalizzati con il marchio dell'Anguria Reggiana.

(Fonte: ufficio stampa Provincia di Reggio Emilia)

Mercoledì, 16 Luglio 2014 08:41

Lattiero Caseario. Calma piatta per i "duri".

 

Prezzi relativamente stazionari. Unica eccezione significativa la ridiscesa del latte spot.

di Virgilio, Parma - 16 luglio 2014

LATTE SPOT Dopo tanto risalire è venuto il tempo di scendere. Il latte spot, quotato a Verona, ha chiuso il mese di giugno in stasi per riaprire in luglio con una speculare inversione rispetto al mese precedente. Il 7 luglio, infatti, i listini hanno ceduto il 3,49% e lo scorso lunedì 14/7 un ulteriore euro è stato scalato registrando un valore minimo di 41,24 e massimo di 42,27€/100 litri di latte.

BURRO E CREMA Da fine maggio i listini di Burro si sono pressoché stabilizzati. Unica eccezione per la crema a uso alimentare che ha, seppure con leggera distonia, accompagnato le variazioni del latte spot. Tant'è che dopo la costante ascesa avviata da fine maggio, nelle ultime sedute di borsa milanesi, i listini si sono ridimensionati del 3,33% e 3,23% rispettivamente il 7/7 e il 14/7 fissando il prezzo della crema di latte a uso alimentare a 1,74€/kg.

GRANA PADANO Fermi i consumi interni ma fermi anche i listini del Grana Padano. Anche in questo inizio di luglio le quotazioni non hanno subito variazioni. Nello specifico alla borsa di Milano i listini del 9 mesi di stagionatura sono stazionari tra 6,85 - 6,95€/kg dal 9 giugno scorso così come pure il 15 mesi è dalla medesima data fissato tra 7,45 e 8,10€/kg.

PARMIGIANO REGGIANO Sensibilmente diverso invece l'andamento dei prezzi del Parmigiano Reggiano. Alla costante riduzione dei listini si è, solo da tre settimane, manifestata una certa stabilità nelle quotazioni del 12 mesi di stagionatura mentre è ben più prolungato il periodo di stagnazione rilevato nei listini del 24 mesi (6 settimane). In particolare per il 12 mesi i prezzi registrati alla borsa di riferimento comprensoriale di Parma si sono attestati tra 7,85 e 8,20 e tra 9,35 e 9,70 rispettivamente per il 12 e 24 mesi.

Sottoscritto da UniCredit, Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, Carimonte holding, Fondazioni di Mirandola e Vignola per fornire nuove risorse finanziarie a sostegno di progetti di sviluppo delle imprese modenesi. Particolare attenzione alle imprese colpite dal sisma -

Modena, 15 luglio 2014 -

Nasce "Invest in Modena", un fondo da 18 milioni di euro per sostenere la ripresa produttiva delle imprese, con particolare attenzione a quelle colpite dal terremoto del 2012. Al fondo partecipano UniCredit, che contribuisce con 10 milioni di euro, Fondazione Cassa di Risparmio di Modena (5 milioni), Carimonte holding (un milione), Fondazione Cassa di Risparmio di Mirandola (un milione) e Fondazione di Vignola (500 mila euro). Sono attese ulteriori sottoscrizioni da parte di investitori istituzionali e fondazioni bancarie.

Obiettivo del fondo "Invest in Modena", gestito da un team di Gradiente, società di private equity, è fornire nuove risorse finanziarie a sostegno di progetti di sviluppo delle imprese modenesi, con particolare attenzione agli investimenti in corso di realizzazione nelle aree colpite dal sisma. Rientrano in questo ambito i progetti di espansione internazionale; di innovazione tecnologica e industriale; gli ammodernamenti degli impianti industriali. La forma principale di investimento è l'aumento di capitale che permette piani di sviluppo in condizioni finanziarie equilibrate, migliora il rating bancario e di conseguenza facilita l'accesso ai finanziamenti bancari. All'apporto di capitale si aggiunge la possibilità di finanziare le imprese attraverso l'emissione di obbligazioni convertibili.

"L'iniziativa, alla quale partecipano le Fondazioni del territorio, assieme a UniCredit e Carimonte – dichiara il Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena Andrea Landi – mette a disposizione importanti risorse a lungo termine per le piccole e medie imprese, con particolare attenzione a quelle operanti nelle aree colpite dal sisma e impegnate nella ricostruzione e rilancio della base produttiva. Il fondo, gestito da Gradiente sgr, sosterrà programmi di investimento orientati allo sviluppo e all'innovazione assicurando il necessario equilibrio finanziario rappresentato dall'apporto di capitale di rischio".

"A Modena UniCredit ha radici profonde che derivano dalla Cassa di Risparmio di Modena. Il nostro Gruppo – sottolinea Gabriele Piccini, Country Chairman Italy UniCredit - si è sempre impegnato a valorizzare questa eredità, rafforzando il proprio legame con il territorio, dove ha mantenuto una capillare presenza operativa, ma soprattutto un costante dialogo con il mondo delle imprese e degli operatori economici. Ci rivolgiamo a un area che ha dimostrato grande capacità di affrontare anche le pesanti calamità naturali di questi ultimi anni e ha saputo rialzarsi con dinamismo e rinnovata fiducia per proseguire nello sviluppo di iniziative imprenditoriali che costituiscono vere e proprie eccellenze per tutto il Paese. Per questo abbiamo voluto partecipare a questo speciale fondo, "Invest in Modena", d'intesa con la Fondazione Cassa di Risparmio di Modena e Carimonte Holding".

''Invest in Modena – spiega l'amministratore delegato di Gradiente SGR Pietro Busnardo – rappresenta una novità nel panorama dei fondi, spesso visto dal mondo imprenditoriale come popolato da biechi speculatori. E' nato per dare ossigeno alle aziende site in un territorio provato dal sisma ma che si è rialzato con orgoglio e la sua missione è quella di sostenere gli imprenditori nel far crescere e sviluppare le proprie aziende. Il fondo accompagnerà le imprese nel percorso di evoluzione per il tempo necessario come partner e poi uscirà nelle modalità condivise con la proprietà".

(Fonte: ufficio stampa Fondazione Cassa di Risparmio di Modena)

Nell'ambito del ciclo di seminari "Conoscere per investire" organizzati da Unioncamere Emilia-Romagna in collaborazione con le Camere di commercio, il 16 luglio si terrà alla Camera di Commercio di Parma un incontro di approfondimento sul paese sudamericano che cresce al ritmo del 6,3% l'anno

Parma, 14 luglio 2014 -

Unioncamere regionale, in collaborazione con tutte le Camere di commercio emiliano-romagnole, organizza un ciclo di seminari territoriali per approfondire la conoscenza di nuovi mercati. Sono giornate dedicate alla presentazione e scoperta di Paesi che presentano opportunità di investimento e business per le piccole e medie imprese del territorio emiliano-romagnolo, che potranno reperire informazioni utili e analisi delle opportunità-Paese e delle problematiche societarie, doganali, fiscali, logistiche, assicurative, finanziarie e di regolamento degli scambi internazionali connesse all'avvio e alla gestione di iniziative imprenditoriali.

Il Perù è stato, nell'ultimo decennio, una delle economie a maggior tasso di sviluppo dell'America Latina, con una crescita media del 6,3% annuale. Anche in considerazione della fase di forte sviluppo che sta vivendo questo Paese, esiste certamente un ampio margine di crescita per la presenza commerciale e di investimenti italiani in Perù, a livello di commesse da parte di entità pubbliche, di fornitura di macchinari e tecnologia per lo sviluppo dell'industria di trasformazione, nonché di sfruttamento della crescente richiesta, da parte della nascente classe media, di prodotti di qualità (e in questo il marchio "made in Italy" è qui ancora visto in maniera molto positiva).

Programma evento del 16 luglio in Camera di commercio
9.30 - registrazione dei partecipanti
9.45 - Intervento introduttivo: Alberto Egaddi, Segretario Generale Camera di commercio di Parma
10.00 - Il Progetto America Latina: opportunità di business per le aziende emiliano-romagnole. Francesco Pannocchia, referente operativo del Progetto interregionale "America Latina", Promofirenze, Azienda Speciale della Camera di commercio di Firenze
10.20 - Opportunità di business in Perù. Dayana Gonzales, Desk del Progetto America Latina a Lima
11.20 - Gli strumenti assicurativi e finanziari a disposizione delle imprese. Stefano Ghirardi, Sace, area Emilia-Romagna
11.45 - Dibattito
12.00 - Conclusione

(Fonte: Ufficio stampa Camera di commercio Parma)

La nota stampa di Aldo Caffagnini, sull' esperimento shock sulla resa della raccolta porta a porta -

Parma, 14 luglio 2014 -

L'esperimento, perché di questo si tratta, si è protratto dal 25 febbraio 2014 al 25 giugno.
Famiglia della zona di raccolta Molinetto, 4 componenti, due adulti e due ragazzi, residenti in condominio di 20 unità immobiliari.
Per 4 mesi è stato pesato il rifiuti residuo, conferito nel cassonetto grigio individuale, esposto una volta la settimana.
Il risultato colpisce per i numeri espressi.
La somma dei 18 conferimenti porta ad un totale di 4 kg di rifiuti prodotti in 4 mesi, con una media di 222 grammi a sacchetto.
Proviamo a fare due conti stimando i dati annuali.
La produzione media annua della famiglia è di 12,27 kg.
La produzione pro capite annua è di 3,067 kg.
Prendiamo la popolazione della provincia di Parma, stimata in 414 mila persone, e moltiplichiamola per la produzione pro capite.
Il totale è un cumulo di 1270 tonnellate di rifiuti residuo all'anno, in tutta la provincia.
Ora capiamo perché l'inceneritore di Ugozzolo sia in crisi di astinenza e dal 27 giugno sia rimasto spento sulle 2 linee contemporaneamente.
Dieci giorni di stop che non possono che avere questa motivazione.
Coll'aumentare del porta a porta crolla la produzione di rifiuti residui, il carburante che consente al forno di rimanere acceso, e non si sa come alimentare l'enorme fornace, che ha una capienza complessiva di 130 mila tonnellate di indifferenziato.
Non ci sono i numeri.
Anche considerando questa famiglia atipica a particolarmente attenta, si comprende che siamo davanti ad una scenario che non ha bisogno nemmeno di una stufetta.
Siamo davanti ad un errore di valutazione enorme, abissale, incomprensibile, di cui qualcuno dovrà nel prossimo futuro rispondere ai cittadini.
Un investimento di oltre 200 milioni euro, ricadute ambientali pesantissime, alto rischio di non rientro dal capitale investito, impossibilità a proseguire senza l'apporto di rifiuti da fuori provincia.

La stima dell'organico.
Gli scarti di cucina sono stati pesati dal 12 aprile al 30 giugno, per 79 giorni complessivi.
Complessivamente si tratta di 42 sacchetti conferiti, per 48,6 kg complessivi, con una media di 1,2 kg a sacchetto.
Stimando la produzione annua andiamo a 224 kg, per una produzione pro capite di 56 kg di materia organica di altissima qualità, pronta ad essere trasformata in concime per i terreni.
Su tutto l'estrema facilità di gestione del porta a porta.
La raccolta settimanale del residuo è eccessiva, visto il peso conferito.
Il sacchetto in mater-bi e il bidoncino areato rendono efficace e senza controindicazioni la raccolta della frazione organica.
Il sacco giallo per plastica e barattolame viene ritirato una volta alla settimana, e sciacquando i barattoli non ci sono problemi in termini di odori sgradevoli.
Il vetro, anch'esso sciacquato, viene conferito nella campana stradale.
Funziona molto meglio che con il sistema precedente.
E con risultati davvero sorprendenti.

Aldo Caffagnini

(Fonte: Gestione Corretta dei Rifiuti Parma)

Cibus Agenzia Stampa Elettronica Agroalimentare: SOMMARIO Anno 13 - n° 28 14 Luglio 14

(Cliccando su "allegati" è possibile scaricare in formato PDF)

SOMMARIO Anno 13 - n° 28 14 Luglio 14

1.1 editoriale - Nella palude UE
2.1 quote latte - Never ending story
3.1 bonifiche - Nutrie, accertata la pericolosità. Corsi d'acqua troppo vulnerabili
3.2 export - Ismea. Bene il 1° trimestre, +1,9% in valore
4.1 Lattiero caseario - Stop al latte spot
5.1 sviluppo - Coldiretti. Restituire l'Europa ai popoli.
5.2 Alcool e vino - Vietare il vino in pausa pranzo. I produttori francesi non l'hanno presa bene
6.1 Filiera italiana - Barilla firma con il "Consorzio Casalasco del Pomodoro"

 

Domenica, 13 Luglio 2014 11:00

Quote Latte. Never ending story

Regime Quote Latte, 1,4 miliardi di vecchie multe da incassare per l'UE.

di LGC Parma, 11 luglio 2014 -
Una storia infinita quella delle quote latte e delle cosiddette "multe" ovvero del prelievo supplementare che spetta ai singoli produttori che superano il quantitativo di produzione lattiera annuale assegnato dalla UE.
Un sistema di contingentamento della produzione europea che avrebbe dovuto garantire maggiore equilibrio di mercato interno.
Dal 2015 finalmente, dopo trent'anni di applicazione, non sentiremo più parlare di quote anche se un nuovo sistema di regolamentazione dei mercati verrà istituito e, nonostante le vicissitudini italiane (partito male e finito altrettanto male), dovrà consentire una corretta remunerazione del latte e soprattutto evitare che Paesi con alta potenzialità e efficacia produttiva facciano la parte del leone all'interno dell'Unione.
L'ultima, in termini di tempo, è l'ingiunzione allo stato italiano, da parte della Commissione UE, di recuperare i 1,395 miliardi di euro di multe che i produttori avrebbero dovuto versare tra il 1995 e il 2009. Di fatto più del 50% (2,265 miliardi) dell'intero periodo "post prima moratoria" (1994) che autorizzò lo stato italiano a pagare 6.000 miliardi di lire al posto dei singoli produttori e con l'impegno di riallinearsi ai regolamenti. Cosa che, puntualmente, non avvenne se non parzialmente. Infatti, alle nuove assegnazioni dei singoli (in precedenza ai produttori italiani era concesso di "splafonare" in forza della possibilità di compensazione attraverso le "quote" dei vari bacini latte, dall'associazione di produttori al bacino nazionale, godendo perciò delle minori produzioni di alcuni determinate da ben precise cause (stagionalità, malattie delle mandrie, riduzione temporanea della mandria ecc...). Molti produttori dal 1994 (la gran maggioranza) quindi investì nell'acquisto di "quote" da chi cessava la produzione o affittandone per una campagna in corso da chi non riusciva a produrre il quantitativo assegnato pur di proseguire nei loro piani di sviluppo zootecnico mentre altri, i Cobas del latte, decisero di non adeguarsi e proseguirono le battaglie legali per fare valere le loro opinioni.
Così oggi, alla vigilia della conclusione di questo ciclo tormentato, la Commissione torna a richiedere il dovuto, 1,4 miliardi di euro sottolineando che l'Italia non è stata in grado di assicurare il recupero delle somme. Ma la relazione punta il dito sulle conseguenze del mancato recupero sia a livello europeo che sul bilancio nazionale. «L'incapacità dell'Italia - afferma la Commissione Ue - ad assicurare il recupero effettivo di queste multe compromette gli sforzi europei per stabilizzare il mercato dei prodotti lattieri, provocando distorsioni di concorrenza con gli altri produttori europei ed italiani, che hanno rispettato le quote di produzione o che hanno pagato le loro multe». Sulle conseguenze nazionali invece viene sottolineato che «queste somme dovrebbero essere versate al bilancio dell'Italia affinché i contribuenti italiani non ne escano perdenti». Forse alludendo al passato e alla prima moratoria. Fatto sta che questi soldi devono rientrare nelle casse dell'UE.
- Il meccanismo delle quote latte -
Il regime delle quote latte, istituito dalla U.E. nel 1984, tende ad equilibrare la produzione europea di latte bovino. Consiste essenzialmente nell'assegnazione a ciascun Stato membro di un quantitativo nazionale garantito, suddiviso in quota consegne (latte conferito a primi acquirenti cioè caseifici o latterie) e in quota vendite dirette (latte o prodotti trasformati venduti direttamente dal produttore al consumatore).
Il quantitativo nazionale garantito viene ripartito tra tutti gli allevatori, che possono pertanto produrre la quantità loro assegnata senza incorrere nel "prelievo supplementare" il ci valore viene stabilito ogni anno.
- La prima moratoria: 6.000 miliardi di lire -
Nel 1992 l'amministrazione italiana fu costretta ad approvare una normativa specifica la famosa legge 468/92, che in ossequio ai nuovi principi comunitari prevedeva l'attribuzione dei quantitativi di riferimento individuati nel frattempo nelle produzioni realizzate nei periodi 1988/89 e 1991/92 direttamente alle singole stalle. La Comunità contestando i dati produttivi comunicati dall'amministrazione avviò un contenzioso per richiedere il pagamento di un prelievo complessivamente stimato in circa 6.000 miliardi di vecchie lire (pagate dallo Stato, quindi da tutti! ndr.)
- La stretta di Alemanno del 2003 -
Dopo l'introduzione della possibilità di rateizzazione (L. 119/2003) in 14 anni e fortemente voluta dall'allora ministro Gianni Alemanno, gli "splafonatori" recidivi rimasero solo – mi sembra di ricordare – 650 sugli oltre 30.000 iniziali. Una percentuale inferiore al 2% della popolazione allevatoriale.

Sulle cause alla radice del disastro del Secchia interviene URBER (Unione Regionale delle Bonifiche) che denunciò per prima il fenomeno all'indomani dell'inondazione.

Bologna – 10 Luglio 2014 – La messa in sicurezza del territorio dalle avversità ambientali e la prevenzione attiva laddove esistano dei rischi concreti in zone nevralgiche sono prerogative del sistema di bonifica così come il monitoraggio e la conseguente segnalazione immediata delle possibili cause che li determinano.
All'indomani della conclusione del dibattito in Commissione Regionale Ambiente sulle reali cause che hanno contribuito in modo decisivo a creare lo sgretolamento dell'argine del Secchia nel modenese – attribuite in modo diretto all'erosione progressiva esercitata da nutrie, tassi, istrici e volpi – l'UNIONE BONIFICHE DELL' EMILIA ROMAGNA per bocca del suo presidente Massimiliano Pederzoli sottolinea quanto sia fondamentale un'opera di salvaguardia su tutto il territorio e come sia impellente su tutta la rete una verifica immediata volta a scongiurare ulteriori disastrose inondazioni per comunità e aziende agricole messe pesantemente in ginocchio. Pederzoli, che fu tra i primi a denunciare pubblicamente il fenomeno dell'attività grave e costante di questi animali, privi di antagonisti sul loro habitat, rimarcò in quei giorni l'importanza di fare chiarezza su un possibile piano di abbattimento per evitare la diffusione a dismisura delle specie che scavano tane profonde negli argini dei nostri corsi d'acqua, argini che devono proteggere tutti, uomini e cose.
"Quando denunciavamo apertamente il fenomeno mesi fa – rimarca Pederzoli – qualcuno sorrideva, ora che c'è la scientificità di una Commissione è un dato conclamato. La strada da percorrere resta comunque una sola e se non troviamo al più presto una soluzione preventiva sull'attività di questi animali pericolosi finiremo per ridurre ad un groviera. Basta coi dibattiti che non finiscono mai, servono soluzioni per fronteggiare efficacemente un sistema sempre più vulnerabile".
In quest'ottica va evidenziato anche come il periodo delle piogge autunnali non è poi così lontano e trovare un punto di equilibrio sulle azioni sinergiche da mettere concretamente in campo per disinnescare i rischi è quanto mai doveroso.
[Visita il sito di URBER e la pagina ufficiale Facebook "URBER" per ulteriori informazioni. Guarda i video sul nostro Canale You Tube URBER]. (Fonte Ufficio Stampa UBER)

 

Ismea, bene nel I trimestre l'export di formaggi, frutta e salumi

Roma, 4 luglio 2014

Le esportazioni italiane di prodotti agroalimentari chiudono il primo trimestre di quest'anno con uno scatto in avanti dell'1,9% in valore, sintesi dell'incremento del 2,2% della componente industriale e del più 0,6% della fase agricola.

Dalle elaborazioni Ismea dei dati Istat si evince un deciso cambio di passo per formaggi, salumi e frutta che segnano un aumento delle vendite oltrefrontiera rispettivamente del 7,9%, del 6,5% e del 7% sui primi tre mesi dello scorso anno. Tra i formaggi tornano a crescere i grana con un più 2,7%, dopo un biennio di sostanziale stabilità dei fatturati all'estero, mentre accelerano il Gorgonzola (+7,9%) e il Pecorino/Fiore sardo (+27%). Tra le preparazioni suine, invece, avanzano soprattutto prosciutti e speck, in crescita del 9%.

In linea con il dato 2013 la dinamica delle preparazioni ortofrutticole (+2,4%), mentre rallenta la marcia l'export vinicolo (+2,9%, contro il 7,4% di crescita registrato nel primo trimestre 2013), a causa di una generalizzata riduzione dei prezzi, seppure in un contesto ancora molto favorevole per gli spumanti.

La pasta cede all'estero l'1,7% sempre in termini monetari, mentre gli ortaggi freschi arretrano del 3,5%. Al contrario migliorano le vendite fuori confine dei comparti panetteria e biscotteria (+1,6%) e dei prodotti dolciari a base di cacao (+2,2%). Bene anche l'olio di oliva, seppure in crescita solo di un modesto 0,7%.

L'estero - spiega l'Ismea - resta un'importante valvola di sfogo per la produzione agroalimentare italiana, in una fase di prolungata contrazione degli acquisti alimentari sul mercato interno. Il Panel famiglie Ismea-Gfk/Eurisko rivela nei primi cinque mesi di quest'anno una flessione della spesa in generi alimentari dell'1,4%, comunque nettamente più attenuata rispetto al meno 3,1% del 2013, peggior dato da inizio millennio.
(Fonte Ismea 4 luglio 2014)

Domenica, 13 Luglio 2014 09:42

Coldiretti. Restituire l'Europa ai popoli

 

Moncalvo: "L'Italia, per crescere, deve tornare a fare l'Italia e puntare su quegli asset di distintività nazionale"

Parma, 09 luglio 2014 -

"La determinazione mostrata dal primo Ministro italiano Matteo Renzi, l'enfasi posta su una Europa da restituire ai popoli – una Europa che non parla il linguaggio delle tecnocrazie che vi si sono insediate e delle perversioni burocratiche a cui hanno dato vita - hanno rappresentato un segnale importante". E' quanto affermato nella relazione all'Assemblea dal presidente nazionale della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che "il richiamo ad una rinnovata capacita contrattuale del nostro Paese ai fini di politiche che consentano di rilanciare crescita e occupazione, ci hanno fatto sentire il premier vicino. Per troppi anni - ha sottolineato Moncalvo - le imprese sono state ostaggi dei tecnocrati piu' realisti del Re nel difendere gli interessi dei poteri forti che nell'alimentare hanno portato sulle tavole degli europei dal formaggio senza latte al vino senza uva, dal cioccolato senza cacao, alla carne annacquata, ma sul mercato c'è anche il vino zuccherato e quello in polvere mentre circa la metà della spesa è anonima. Nell'Unione dei rigore dei conti si consentono trucchi ed inganni nel momento di fare la spesa con l'appiattimento verso il basso della qualità alimentare anche a danno di Paesi come l'Italia che possono contare su primati qualitativi e di sicurezza alimentare", ha continuato Moncalvo. Rispetto al binomio "crescita e occupazione", il presidente di Coldiretti ha posto però la necessità di avviare una riflessione. "Il nostro auspicio - ha sottolineato Moncalvo - e' che la freschezza giovanile e il pragmatismo del nostro premier, aiutino noi e tutti i Paesi europei a dare inizio ad una rivisitazione dell'idea stessa di crescita e dei fattori che la compongono, di cui gli obiettivi occupazionali all'interno di logiche produttive sostenibili – a livello ambientale, sociale e etico – costituiscono gli elementi cardine. Un valore aggiunto anche in vista dell'appuntamento dell'Expo che deve rappresentare l'occasione per far conoscere – ha sostenuto Moncalvo - il vero Made in Italy". "L'Italia, per crescere, deve tornare a fare l'Italia e puntare su quegli asset di distintività nazionale che - ha concluso Moncalvo - garantiscono un valore aggiunto nella competizione globale come il territorio, il turismo, la cultura, l'arte, il cibo e la cucina".
(Fonte Coldiretti)

Un'ulteriore misura restrittiva al consumo di vino ha scatenato la protesta dei produttori francesi.

di Virgilio - Parma, 07 luglio 2014

Lo scorso tre luglio è stato pubblicato sul Journal Officiel, l'equivalente francese della nostra Gazzetta Ufficiale, il decreto legge secondo il quale le aziende potranno decidere se vietare o concedere il consumo di vino durante la pausa pranzo.
Un provvedimento che va a estendere al vino i provvedimenti sinora destinati ai superalcolici. Da questo momento saranno i datori di lavoro e i dirigenti a stabilire i confini entro i quali i loro dipendenti avranno il diritto di muoversi e intervenire in caso di mancato rispetto delle disposizioni. La disposizione del ministro del lavoro francese è stata sostenuta da uno studio condotto dall'Institut Gustave Roussy, che ha contato 49mila morti all'anno a causa dell'alcol.
In un momento di crisi economica e di calo dei consumi, questa iniziativa del Governo francese non è stata ben accolta da parte dei produttori di vino che hanno avviato una campagna di contrasto e informazione su web.
I produttori contestano che il vino debba essere messo alla stessa stregua dei superalcolici, delle droghe e dei farmaci già dal primo bicchiere.
Così, la loro preoccupazione per il decreto legge e per le norme che sarebbero in discussione, viene ben rappresentato nella campagna web cequivavraimentsaoulerlesfrancais.fr che di fatto esprime il punto di vista di 500.000 imprese vitivinicole, la ragione della protesta e le 5 più importanti azioni previste dal Governo Francese contro il Vino.

È GRATIS! Clicca qui sotto e compila il form per ricevere via e-mail la nostra rassegna quotidiana.



"Gazzetta dell'Emilia & Dintorni non riceve finanziamenti pubblici, aiutaci a migliorare il nostro servizio e a conservare la nostra indipendenza, con una piccola donazione. GRAZIE"