Visualizza articoli per tag: politica

Non ci interpellano per "regalare" il mare alla Francia, non ci interpellano per decidere la composizione del Parlamento, non ci interpellano per eleggere la Commissione Europea lasciandoci in balia di UEmanoidi ma chiedono il parere popolare per una semplice clausola di rinnovo. Un bel MA VAFFA ci starebbe proprio bene.

di Lamberto Colla Parma, 20 marzo 2016.
Nulla! E' quanto il referendum sulle trivellazioni marine potrà decidere. Al cittadino perciò sarà concesso di decidere per il nulla ma almeno avrà la sensazione di contare ancora qualcosa, di vivere in un Paese democratico. Mentre invece viviamo in un Paese a democrazia sospesa. Governati dagli UEmanoidi NON ELETTI di Bruxelles e Strasburgo e da un premier anch'egli NON eletto che si permetterebbe di autorizzare l'arretramento delle acque territoriali italiane a favore dei francesi senza interpellare nessuno, come non interpellerà nessuno in merito alle concessioni balneari ovvero la decadenza anticipata al 2017 e la apertura alla gara di tutti i paesi europei, veniamo chiamati a decidere "sulla durata di un contratto".

Per la prima volta, forse per dimostrare l'importanza delle inutili e costose Regioni, il referendum abrogativo a cui siamo chiamati a esprimerci il 17 aprile è stato autorizzato su richiesta delle Regioni invece della tradizionale raccolta di firme popolari, al quale peraltro è stato assegnato un acronimo, NO-TRIV, discutibile (richiama le violenze NO-TAV) e fuorviante.

Infatti non si dovrà decidere sulla concessione delle trivellazioni e perciò sulla salvaguardia delle coste marine o dell'ecosistema, bensì soltanto su una specifica, chiamiamola per semplicità, "clausola contrattuale".

Nel referendum Infatti, si chiede agli italiani se vogliono abrogare la parte di una legge che permette a chi ha ottenuto concessioni per estrarre gas o petrolio da piattaforme offshore entro 12 miglia dalla costa di rinnovare la concessione fino all'esaurimento del giacimento.

Il quesito del referendum, letteralmente, recita:
"Volete voi che sia abrogato l'art. 6, comma 17, terzo periodo, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, "Norme in materia ambientale", come sostituito dal comma 239 dell'art. 1 della legge 28 dicembre 2015, n. 208 "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilita' 2016)", limitatamente alle seguenti parole: "per la durata di vita utile del giacimento, nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale"?"

Un argomento ghiotto e inutile che i media nazionali hanno già iniziato a propinarci quotidianamente, elevandolo così a importanza vitale, distraendo l'opinione pubblica dai veri problemi che si chiamano: lavoro, tasse e disoccupazione.

Un bel "Ma VAFFA" ci starebbe proprio bene.

.

Pubblicato in Politica Emilia

Pietro Adrasto Ferraguti: "Il suo erede Parma lo sta ancora aspettando. "Era della generazione che ha apportato" (Walter Le Moli). Andrea Zanlari: "Elvio aveva un sogno, sapeva sognare con molta intensità e era attento ai fatti delle persone". Carmelo Panico, "Con oggi si chiude definitivamente e formalmente l'esperienza politica di Civiltà Parmigiana."

di Lamberto Colla Parma 13 marzo 2016 - (galleria immagini allgata) - 
Più che un convegno un mosaico di testimonianze nel tentativo di comporre la complessità di un uomo e di un politico che ha servito, ininterrottamente per 35 anni, la sua città.

"Oggi (sabato 12 marzo ndr) è un giorno particolare - introduce Carmelo Panico, amico , collaboratore politico di Elvio Ubaldi e moderatore in rappresentanza del Comitato Organizzatore - siamo insieme per ricordare soprattutto un amico e un uomo."

In molti hanno voluto essere presenti nella Sala Aurea messa a disposizione dalla Camera di Commercio per la presentazione del libro "Elvio Ubaldi una città in testa", scritto dal giornalista Gian Luca Zurlini, voluto dagli amici di sempre e autorizzato dai familiari.

libro Locandina

Molti hanno voluto portare la loro diretta testimonianza, amici e oppositori politici, come ad esempio il Senatore Giorgio Pagliari, assente per ragioni familiari, che però ha chiesto che si leggesse il suo pensiero, "Elvio è stato un sindaco vero e quindi importante per Parma. Certamente alcune mie scelte hanno visto la mia ferma opposizione ma questo non può essere di ostacolo a riconoscere che l'impronta di Elvio è stata forte, tra le più forti del dopoguerra".

"Non poteva esserci riflessione - prosegue Panico - nel convegno senza questo libro e non poteva esserci questo libro senza riflessione. L'una sostiene l'altra."

Carmelo-Panico Gianluca-Zurlini

Quindi, dopo l'intervento di Gianluca Zurlini che ha raccontato della complessità nel ricostruire la storia politica, iniziata negli anni '70 e mai interrotta, di Elvio Ubaldi e realizzarne una sintesi, uno dopo l'altro si sono succeduti sul palco Andrea Zanlari, Luigi Prati, Andrea Gambetta, Oriano Tini, Walter Le Moli, Pietro Adrasto Ferraguti, Enver Bardulla, Marco Capra e Enzo Petrolini. Ognuno con aneddoti e testimonianze della vita politica, amministrativa e di vita privata dell'uomo che, è stato da tutti riconosciuto, ha sempre agito strategicamente, con elevate doti manageriali, intelligente, colto ed elegante e con una spiccata capacità di persuasione. Come quella volta che si dovette sgomberare il campo nomadi di Marano, "le ruspe, ha raccontato Oriano Tini , ex dirigente comunale, entrarono solo per la costruzione della cassa di espansione" della cui utilità ci si è definitivamente accorti solo pochi mesi fa.

Gruppo amici scrittore

"Non è un convegno politico - sottolinea Panico - ma è un convegno per consegnare alla storia la figura di un amico, la figura di un sindaco, la figura di Elvio che ha speso la sua vita politica per migliorare la qualità di questa città. Questo convegno è per consegnare alla storia un movimento politico, "Civiltà Parmigiana" che ha dato corpo e sostanza alle idee di Elvio Ubaldi. Non è un convegno politico ma per consegnare alla storia la fine di un'epoca. Con oggi si chiude formalmente e definitivamente l'esperienza politica di Civiltà Parmigiana. Naturalmente questo convegno non vuole esse nè esaustivo nè completamente definitivo anzi il primo passo per andare a analizzare la figura di quest'uomo e di quello che ha fatto per la sua città. Altri momenti ci saranno".

Infine, prima di lasciare spazio al giornalista della Gazzetta di Parma Gabriele Balestrazzi al quale è stato demandato il compito di intervistare su quei formidabili anni 1998-2007 gli ex assessori Maria Teresa Guarnieri, Arturo Balestrieri, Daniele Galvani, Roberto Lisi, Stefano Spagnoli, Carmelo Panico ha voluto togliersi un sassolino dalla scarpa nei confronti di quei "Capitani Coraggiosi", estensori del manifesto "Parma io ci sto" che inclusero, "distorcendo la realtà", anche Elvio Ubaldi tra i tre Sindaci che determinarono il declino di Parma.

"Allora mi permetto di fare una critica - conclude Panico - e chiedo dove eravate in tutti questi anni, Capitani coraggiosi. Se volete rappresentare il nuovo fatelo, ma nel rispetto e nel dovere della memoria. Io vi auguro buon lavoro Capitani Coraggiosi ma non è questo il modo di approcciarsi alla realtà".

Famiglia ubaldi

(Foto di Francesca Bocchia)

Pubblicato in Politica Parma

Si apre uno spiraglio e subito viene richiuso. Sembra proprio che le norme che funzionano non debbano avere vita lunga. L'incremento dell'occupazione non è l'effetto diretto dell'incremento del PIL registrato nel 2015.

di Lamberto Colla Parma, 13 marzo 2016.
Dopo sette anni il tasso di disoccupazione inverte la tendenza. L'anno scorso la stima dei disoccupati è calata "in maniera significativa", di 203mila unità (-6,3%), soprattutto nella seconda metà dell'anno. Il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) è sceso invece al 40,3%, giù di 2,4 punti percentuali, registrando la prima diminuzione annua dal 2007. Per la fascia tra i 25 e i 34 anni il tasso di disoccupazione è al 17,8%, 0,8 punti in meno sul 2014.

A rilevarlo è l'ISTAT spiegando che è la prima diminuzione dopo sette anni e che con un +0,8%, corrispondente a una media di 186.000 unità, il tasso di occupazione è salito al 56,3% corrispondenti a 22.465.000 lavoratori contro una disoccupazione ridotta a 3.033.000 unità.
Vero che ancora il divario tra Nord e Sud rimane elevato e che comunque nel complesso si tratta di piccoli valori ma comunque apprezzabili perché vanno a incidere positivamente sulle famiglie e quindi sul tasso di fiducia e sui consumi domestici.

L'apprezzabilità di questo risultato sta nel fatto che è stato raggiunto proprio nel corso dell'anno in cui, seppure sensibilmente inferiore le stime, anche il PIL dell'Italia si è mosso in zona positiva (+0,8%).
Verrebbe perciò spontaneo accostare la leggera ripresa economica registrata nel 2015 con la crescita dell'occupazione.

Invece così non è.

Infatti a ben osservare la tempistica dei picchi di assunzione questi denotano che siano stati concentrati, almeno in larghissima parte, nell'ultimo bimestre dell'anno (82,2% addirittura in dicembre 2015), ovvero in prossimità della decadenza dei benefici fiscali non riconfermati pienamente con la legge di stabilità approvata lo scorso novembre.
Dal primo gennaio 2016, l'incentivo è infatti stato ridotto al 40% dei contributi a carico del datore, il tetto massimo di sgravio è sceso a 3.250 euro annui (contro gli 8.060€), mentre l'operatività della decontribuzione è stata ridotta a soli 2 anni (invece di tre).

Ecco quindi la corsa all'assunzione a conferma della necessità, da parte delle imprese, di assumere in un quadro organico e stabile i propri lavoratori e collaboratori ma nella chiara e esplicita difficoltà a sostenere un costo del lavoro e delle imposizioni fiscali così alto. Tant'è che, appena uno spiraglio si è prospettato, la finestra si è spalancata.

E per non prendersi una polmonite il Governo ha deciso di richiudere subito la porta.

Avrebbe dovuto essere un segnale forte per convincersi che la strada unica per fare ripartire il paese è quella del taglio delle tasse ma così non è stato.

Purtroppo, ancora una volta, nonostante il chiaro, limpido e forte segnale fatto registrare dalla nostra micro piccola e media industria non è stato sufficiente a fare procrastinare in toto le misure sul lavoro del 2015 e tantomeno a far prendere il coraggio di applicare un taglio significativo alla pressione fiscale diretta e indiretta, magari andando nella direzione della FLAT TAX che in altri Paesi, a partire dalla Russia di Putin, ha così ben funzionato.

Peccato che, le rare volte che c'azzeccano, se ne pentono immediatamente; proprio non vogliono bene ai loro sudditi questi nostro moderni monarchi neo liberisti.

.

Pubblicato in Politica Emilia

Il convegno "Elvio Ubaldi una città in testa" organizzato da Civiltà Parmigiana si terrà sabato 12 marzo presso la Camera di Commercio di Parma, ad ingresso libero. Di seguito il programma. 

programma convegno civilta parmigiana

Domenica, 06 Marzo 2016 12:23

Sempre meglio di niente...

Finalmente il dato è ufficiale. L' Italia è in crescita e il PIL del 2015 ha registrato il segno positivo. Un +0,8%, ben al di sotto della media UE (+1,4%), ma pur sempre in crescita. Chi si accontenta gode, recita il detto popolare più diffuso in casi di immobilismo.

di Lamberto Colla Parma, 06 marzo 2016.
Condivido che sia necessario cospargere l'Italia di ottimismo sfruttando ogni occasione positiva e il dato di crescita del Paese non poteva non essere cavalcato. Un dato addirittura migliore delle stime di fine anno quando, passata l'illusione di traguardare una crescita superiore all''1% d'inizio anno, venne stimato un +0,7% .

Quindi ancora meglio.
Un risultato indubbiamente migliore dei governi dei "Professori", tutto "loden" e austerity, che fecero registrare un bel -2,3% e -1, 9% (Monti e Letta rispettivamente).

Certamente la congiuntura sfavorevole ha contribuito, e non poco, sul risultato del PIL. la crisi delle Borse, dei Paesi emergenti, la caduta dei prezzi del petrolio e l'embargo russo sono stati fattori indubbiamente limitanti la crescita complessiva. Ma chi si accontenta gode, è il motto che giustifica i propri insuccessi. Chi si accontenta gode lo dice uno che nella vita ha saputo solo raccogliere ciò che gli è caduto dal cielo, che non si è spinto mai oltre il proprio naso, che non ha realizzato i sui sogni e forse nemmeno ci ha provato. Chi si accontenta gode è la filosofia dei finti soddisfatti, degli infelici camuffati, dei depressi sorridenti e dei falliti pseudo ignari.

Questa è la condizione che, chi sta ai vertici dello Stato e dell'UE, gradirebbe fosse diffusa nei cittadini. E allora forza a spingere sulle illusioni, sulle speranze che "tra breve la crisi passerà e l'Italia è pronta a ripartire".

Balle e fandonie, perché la crisi non può passare in quanto non vi è crisi. Dopo otto anni di guerra finanziaria lo stato di crisi è diventato uno status, è la normalità, e dalle macerie occorre ricostruire ma, prima di tutto, è indispensabile che tutti si faccia un passo indietro.
Invece, il passo indietro viene fatto fare solo alla popolazione più o meno attiva (lavoratori, pensionati e ex risparmiatori), attraverso frequenti ma piccoli salassi, stordita dall'oblio e dalle speranze, incantata dai magici illusionisti al Governo capaci di fare vedere anche quello che non c'é, come ad esempio la riduzione delle tasse.

Il Ministro Padoan, a sottolineatura positiva del dato di crescita, ha esaltato il fatto che la pressione fiscale è scesa al 43,3% del Pil e promette "Nuovi tagli alle tasse se compatibili con i conti". Ecco questa è l'ultima illusione del magico Ministro. In cuor suo, infatti, già sa che verso la fine dell'anno, salvo un vero e proprio miracolo, dovrà dar seguito all'aumento dell'aliquota IVA e inventarsi qualche altra diavoleria per far quadrare i conti.

E non potrà che esser così perché, quello che ben poco è stato sottolineato dai rappresentanti del Governo e dai più autorevoli divulgatori (TV e Giornali), sono due elementi ben poco rassicuranti che hanno accompagnato questo dato di crescita minimalista:
1. il debito pubblico è aumentato di oltre 30 miliardi (33 miliari e 800 milioni). Interessante è leggere chi è stato meno virtuoso e addirittura più spendaccione (L'amministrazione centrale dello Stato!);
2. le entrate tributarie del 2015 sono aumentate del 6,4% a fronte di una crescita del solo 0,8%.

A fine 2014, svelano i dati comunicati da Bankitalia, il debito ammontava a 2.136 miliardi (132,4 per cento del Pil), mentre alla fine di novembre era sopra 2.200 miliardi.
La "ripartizione per sottosettori", sottolinea la nota di Palazzo Koch, vede un comportamento virtuoso delle amministrazioni locali, mentre nel cuore dello Stato cresce l'indebitamento: "Il debito consolidato delle Amministrazioni centrali è cresciuto di 40,5 miliardi, a 2.077,5, mentre quello delle Amministrazioni locali è diminuito di 6,6 miliardi, a 92,3; il debito degli Enti di previdenza si è ridotto di 0,1 miliardi".

Insomma il Governo ancora una volta non si è smentito predicando bene e poi razzolando male. Impone rigore ai cittadini e alle istituzioni a loro più prossime (Comuni), architetta quindi norme in grado di ottenere il risultato che di fatto viene perseguito (aumento delle imposte e riduzione dei servizi) ma quando si tratta di toccare il portafoglio alla "Galassia Romana", dalle indennità dei parlamentari alla spending review il risultato non solo non si consegue al contrario si ottiene un inasprimento dei costi.
Per concludere, lo Stato arraffone è riuscito nella titanica impresa di incrementare di ben il 6,4% le entrate a fronte di un miserrimo +0,8% di PIL.

E' e sarà sempre più difficile, perseverando su questa strada, essere ottimisti di fronte a questi dati ai quali dobbiamo aggiungere i furti bancari perpetrati grazie al Bail-In e alle novità introdotte sui mutui ipotecari: 18 insoluti e la casa passerà di proprietà della banca che potrà venderla a qualsiasi prezzo pur di fare cassa lasciando legalmente i proprietari a ripararsi sotto i ponti.
Ma dove andremo a finire?

Bankitalia-via Nazionale Palazzo Koch-Foto-Lalupa


(Foto di Palazzo Kock: Di Lalupa - Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=1384251)

.

Pubblicato in Politica Emilia
Domenica, 28 Febbraio 2016 12:37

Grecia sottomessa e GB a Statuto Speciale

Le due facce dell'UE: altissima tensione in Grecia con scontri durissimi tra polizia e manifestanti taciuti da tutti i media e trionfalistici toni per l'accordo raggiunto con il Regno Unito.

di Lamberto Colla Parma, 28 febbraio 2016.
C'è da chiedersi dove andrà questa Europa senza idee e senza guida. Senza strategie condivise di lungo periodo ma soltanto in balia dei ragionieri contabili e degli affaristi più cinici e spregiudicati.

L'anarchia regna sovrana nell'UE, barricate ai confini degli Stati membri per impedire i flussi dei migranti erti nonostante le raccomandazioni della Commissione UE, chiusura delle frontiere interne, statuti speciali, paradisi fiscali a cielo aperto da Londra a Lussemburgo, interventi militari compiuti in segretezza, o quasi e spionaggio alle stelle.

La Gran Bretagna che minaccia l'uscita dall'UE e ottiene uno status speciale che garantisce una notevole indipendenza, consapevole che l'uscita sarebbe stato un maggior danno per il regno di Sua Maestà più che per l'Europa, considerato che la Gran Bretagna mai è entrata totalmente nell'UE.

Giustamente David Cameron esce gaudente dalla maratona dei premier e dichiara soddisfatto che "non farà mai parte del super Stato europeo", né mai di "un esercito europeo". E ancora, sostiene che il Regno Unito ha costretto l'Europa a "tagliare la burocrazia", anche se è esattamente uno dei punti del programma di Jean-Claude Juncker. E assicura che Londra ha "riconquistato il controllo" sulle sue frontiere, riuscendo a bloccare gli abusi dei lavoratori europei che "sfruttano il nostro sistema di welfare".

Elegante Cameron, le sue esternazioni somigliano molto a quelle di chi "sputa nel piatto in cui mangia".

Ma mentre si trattava per "accontentare i britannici", quelli che non sono mai entrati nel sistema euro, quelli che viaggiano in auto a sinistra, quelli che non hanno mai accettato il sistema metrico decimale, quelli che hanno inventato i prodotti derivati intossicando la finanza mondiale con la complicità dei loro alleati statunitensi, quelli che comunque ricevono i contributi PAC di cui ha goduto ampiamente anche la loro famosa agricoltrice, Regina Elisabetta (è stata la più grande beneficiaria d'europa dei contributi), quelli che spiano gli alleati con il loro ECHELON per conto degli americani, ebbene mentre si vuole accontentare questi tignosi pseudo alleati, in Grecia si combatte per non morire di fame ma nessuno ne parla. Sottomessi dalla Troika, come molti avrebbero voluto anche per l'Italia, ai Greci non è nemmeno consentito di far conoscere la loro situazione di crisi e il prospettato ulteriore inasprimento della pressione fiscale accompagnato dal taglio delle pensioni voluto, ovviamente, dall'UE.

A ben guardare, pur non obbligati dalla Troika, anche in Italia il Governo Renzi (in clima di continuità con i suoi predecessori Letta e Monti), sta percorrendo i medesimi sentieri; la pressione fiscale è aumentata e le pensioni di reversibilità sono nel mirino del Governo, delle indennità dei Consiglieri Regionali e dei Parlamentari invece è ancora prematuro parlarne.

Però in Italia questi sono argomenti tabù!
Tutti concentrati a sviare l'attenzione su più marginali discussioni che invece riempiono a ogni ora i notiziari di radio, Tv e giornali; tra stepchild adoption e la maratona politica che ha portato alla rivendicazione d'indipendenza del Regno Unito di Sua Maestà la Regina Elisabetta II, passando magari da qualche rigurgito riferito al Festival di San Remo e qualche indispensabile aggiornamento della crisi tra Belen e Stefano De Martino.

Infine, giusto per non farci mancare nulla e per confermare l'anarchia diffusa nel vecchio continente, corre voce che la Francia abbia mandato truppe speciali a fare operazioni militari segrete in Libia mentre è invece certo che abbia ripristinato le frontiere interne, ma nessuno che protesti in modo palese, anche perché mezza europa l'aveva già fatto prima dei cugini transalpini.

Intanto la non notizia che Berlusconi fu intercettato torna di moda giusto per dare un po' di peperino ai sudditi "italioti" con addirittura la complicità di Obama che finge di cospargersi il capo di ceneri creando, dalla notte alla mattina, una legge di tutela della privacy anche per i cittadini stranieri fingendo di essere estraneo, proprio lui il capo di tutte le forze armate statunitensi, a questa macchinazione.

Ma dove andremo a finire? Dove ci porterà quest'europa inutile e così lontana dall'Europa sognata e progettata nel dopoguerra ma, purtroppo, che ha preso forma e concretezza nel nuovo millennio?

Grecia3 rivolta.

Pubblicato in Politica Emilia

Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 15 - n° 07 21 febbraio 2016
Cereali, segnali tenui di ripresa. Il "Parmigiano" di segatura è USA. Il patrimonio di DOP e IGP. il caffè piace e fa bene. italian Sounding. Il consorzio del Parmigiano Raggiano ricorda il senatore Mora.Editoriale, la doccia fredda della Corte dei Conti.

SOMMARIO Anno 15 - n° 07 21 febbraio 2016 (prodotto in allegato scaricabile in formato pdf)
1.1 editoriale La doccia fredda della Corte dei Conti
2.1 formaggio e sicurezza Se il "parmigiano" ha la segatura, allora è statunitense
3.1 cereali Cereali, verso la ripresa?
4.1 Lattiero Caseario Latte e derivati, sempre in crisi.
5.1 DOP e IGP, un patrimonio Dop e IGP, un patrimonio da 13,4 miliardi
6.1 salute e benessere Boom di celiaci e il settore agroalimentare torna al passato
6.2 agricoltura Produzione integrata: l'agricoltura sempre più attenta all'ambiente
6.3 export Export, Alleanza cooperative: agroalimentare sulla strada giusta. recuperare deficit bilancia commerciale (-6 mld)
7.1 gestione allevamenti Allevamenti, la rete rivoluziona la gestione di stalle e imprese del settore
7.1 caffè Il caffè piace e fa bene
7.3 italian sounding Italian Sounds better, in Colombia e Messico spopola il sounding legale
8.1 Lutto Il Consorzio del Parmigiano Reggiano ricorda il Senatore Giampaolo Mora
8.2 cereali Cereali, tenui segnali rialzisti
9.1 latte Latte, eccesso di produzione e mercato al ribasso. La risposta di Alleanza Cooperative
11.1 promozioni "vino" e partners

Cibus 7 21feb16 COP

Domenica, 21 Febbraio 2016 12:25

La doccia fredda della Corte dei Conti

Anno bisesto, anno funesto. I nodi stanno venendo al pettine. Dalla Corte dei Conti e dall'OCSE segnali poco incoraggianti per l'Italia e l'Europa. Il tasso di povertà stimato da Actionaid è altamente preoccupante.

di Lamberto Colla Parma, 21 febbraio 2016.
Nemmeno il tempo di "gongolarsi" dei trionfalistici dati resi noti dall'INPS sullo stato occupazionale del 2015 che a raffica, nelle 48 ore successive, la Corte dei Conti e l'OCSE piazzano un "uno due" da tramortire un peso massimo.

Invece niente, il domatore di leoni al Governo italico, non solo non fa una piega, ma si diletta a ammaestrare i suoi "canguri" nel tentativo di fare passare, interamente e senza danni, la proposta DDL della collega Cirinnà riguardo alle unioni civili e la questione controversa della "Stepchild adoption". Una questione sicuramente importante quella dell'utero in affitto che rischia però di fare abortire il Governo e lo stesso partito di maggioranza relativa, dove la componente cattolica si scontra con quella laica e, c'è da augurarselo, con la individuale posizione etica di ciascun deputato.

Così, mentre in Parlamento ci si azzuffa per la "stepchild adoption - utero in affitto" al punto che la Cirinnà ha seriamente minacciato di abbandonare la politica causa il tradimento dei pentastellati, minaccia prontamente ritirate per dovere di responsabilità, passa sotto sordina che l'OCSE ha ridotto la stima di crescita dell'UE di quasi mezzo punto percentuale e ovviamente anche la stima dell'Italia di altrettanto.
Uno 0,4% di PIL che verrà meno e che cagionerà molti dolori agli italiani che pagano le tasse e i consumatori che rilasciano il 22% su quasi ogni prodotto che acquistano e che potrebbe passare entro breve sino al 25,5% nel caso di mancato raggiungimento di determinato equilibrio tra PIL e debito pubblico. Un inasprimento delle aliquote scongiurato negli ultimi due anni in forza di una maggiore flessibilità concessa dall'UE e dai dati di PIL che, matematicamente parlando, avevano temporaneamente disinnescato la bomba.

I primi segnali che il Governo fosse in pre-allarme erano già pervenuti a più riprese negli ultimi giorni, dalla proposta del "taglio delle pensioni di reversibilità" alla proposta della "tassa sull'ascensore". Nessun segnale pervenuto sulla riduzione dei vitalizi dei parlamentari e dell'esercito dei consiglieri regionali o di alienazione degli ENTI Inutili e via dicendo.

Niente di tutto ciò!

E allora ecco che a innescare nuovamente l'ordigno ci ha pensato la Corte dei Conti richiamando pesantemente il Governo reo di non avere realizzato una politica di contenimento delle spese minimamente sufficiente. Il presidente della Corte, in occasione della apertura dell'anno giudiziario, è stato categorico: Squitieri infatti "è dell'avviso che il parziale insuccesso o, comunque, le difficoltà incontrate dagli interventi successivi di revisione della spesa siano anche imputabili a una non ottimale costruzione di basi conoscitive sui contenuti, sui meccanismi regolatori e sui vincoli che caratterizzano le diverse categorie di spesa oggetto dei propositi di taglio".

Una tirata di orecchie non indifferente che spiana definitivamente la strada all'aumento dell'aliquota iva e un ulteriore inasprimento della pressione fiscale.
Nessuno ha voluto metter mano alla "Spending Review" (contenimento delle spese dell'apparato statale) ed oggi la macchina Italia è troppo onerosa, un tenore di vita che il padrone (cittadino) non può più permettersi.

A dare la misura dello stato di decadimento della "proprietà" ci ha pensato, proprio nelle stesse ore dell'OCSE e della Corte dei Conti, l'organizzazione Actionaid, stimando in ben 4 milioni di cittadini ricadenti nella classificazione di "povertà assoluta" e di ben 17 milioni che spingono alla porta della povertà.

L'incremento delle tasse potrà solo alimentare questi due raggruppamenti e sottrarre risorse anche al sistema di volontariato e assistenza così ben diffuso nei cuori degli italiani e ancora di salvezza per molti, immigrati compresi.

Temo che così procedendo, sia a livello internazionale e ancor peggio a livello domestico, il 2016 sarà l'anno della resa dei conti.
Anno bisesto, anno funesto...

PARMAOTTOBRE2015 033-1

.

Pubblicato in Politica Emilia
Domenica, 14 Febbraio 2016 12:48

Epidemia Si, Epidemia No. Zika contro meningite

Zika contro meningite. Come l'informazione ha trattato le due notizie. Allarmismo globale quasi terroristico per Zika e una malattia quasi convenzionale e circoscritta (Toscana) per la meningite. Confrontate numeri e intensità giornalistica e giudicate se non c'è il sospetto di manipolazione e circonvenzione (di incapaci o sospettati tali)

di Lamberto Colla Parma, 14 febbraio 2016.
Dove sta la verità?
Allarme mondiale per Zika. Rischio pandemia e l'OMS che consiglia addirittura l'aborto per le signore sud americane. Un'azione preventiva molto forte soprattutto se messa in relazione al fatto che non vi è certezza del rapporto causa effetto; non è accertato scientificamente che il virus incriminato sia responsabile della microencefalia.

Il mondo intero è però pronto a combattere e i migliori istituti di ricerca sono stati chiamati a rapporto per trovare il nuovo vaccino. Una mossa un po' tardiva posto che il virus fu scoperto quasi sessant'anni fa, era il 1947 e isolato due anni dopo.

Per contro, i luminari italiani, rassicurano sul problemino che si è manifestato nella sola regione toscana: nientepopodimeno che la meningite.
Una cosa di cui non v'é di che preoccuparsi, "nessun pericolo di epidemia" esclamano in coro i medici e i rappresentanti delle istituzioni. Nel frattempo però già 300.000 vaccinazioni sono state fatte e l'obiettivo è di obbligare alla vaccinazione un milione di toscani (vaccini gratuiti sino a 45 anni) per un controvalore di 30 milioni di euro.
Ma continuano a rassicurare, in fondo sono deceduti solo, si fa per dire, due persone nel 2016.
Solo nel 2016 nella regione interessata, con una localizzazione individuata soprattutto lungo la valle dell'Arno, i casi di meningite sono stati 12, di cui 10 da meningococco C. Dal 2015, nel complesso, si sono verificati 50 casi e 9 sono state le morti.
Intanto, di recente, tra le persone colpite dal meningoccoco C c'è anche chi ha avuto progressivi miglioramenti, come i ragazzi ricoverati di recente nel Fiorentino, una ventiduenne americana e un ventitreenne di Bagno a Ripoli, che tra l'altro era stato già vaccinato nel 2008.

Lungi quindi dal pensare a qualsiasi rischio di epidemia, dicono le fonti autorevoli di informazione riportando le opinioni di chi se ne intende.

Tornando invece all'allarme mondiale causato da Zika, a tutt'oggi, non si registrano decessi a livello continentale, solo sporadici casi di persone infettate di rientro da paesi sudamericani e solo nove malati in Italia. I primi tre morti sono stati registrati in Brasile pochi giorni fa ai quali si sono aggiunti altrettanti in Venezuela.
Il confronto, al di là dei dei freddi numeri, è inquietante soprattutto se messi in relazione alle dimensioni territoriali che si contrappongono e al battage informatico che sta dietro ai due fenomeni.

Da profano posso considerare che non comprendo la ragione di tanto accanimento terroristico sul virus Zika soprattutto se contrapposto al flebile respiro mediatico riservato al ben più esplosivo rischio meningite, per ora, allocato nella vicina toscana ma che in tempi recenti aveva già colpito in Veneto e in Sicilia.

A chi giova distribuire il terrore sul primo fenomeno, statisticamente irrilevante, e soffocare invece un più chiaro segnale epidemiologico così pericolosamente localizzato?

Vero é che le temperature sono alte, in questo strano inverno, ma la stagione delle zanzare è ancora relativamente lontana e c'è tutto il tempo per avviare una buona prevenzione intervenendo, da subito sulle prime larve (in genere a marzo), inibendo quindi il processo di moltiplicazione della zanzara, il vettore principale del virus Zika.

Informazione manipolata al servizio dei soliti noti.
Cresce perciò il sospetto che l'informazione ufficiale, quella rappresentata dalle reti televisive, istituzionali e commerciali, e i quotidiani a diffusione nazionale, siano sottoposte al controllo diretto o indiretto, dei medesimo burattinai.

Quei pochi che riescono a far muovere volumi finanziari immensi, capaci di mettere in crisi le borse di tutto il mondo. Quei pochi che hanno in mano la stragrande maggioranza dei marchi alimentari, quei pochi che stanno riuscendo nell'obiettivo di annientare le politiche nazionali sostituendo un governo globale costituito dai detentori della finanza. Quei pochi che, con la complicità dei politici arruolati, per mezzo dei trattati internazionali si sostituiscono ai governi nazionali inibendo i loro poteri, ceduti ad agenzie internazionali e finanziarie.

David Rockefeller, nel giugno del 1991, durante l'incontro del gruppo Bilderberg a Baden Baden, pare avesse così sintetizzato l'obiettivo dei potenti della terra: "una sovranità sovranazionale esercitata da una èlite intellettuale e da banchieri mondiali è senza dubbio da preferirsi senza esitazioni alla tradizionale autodeterminazione delle nazioni."

A ben osservare quanto sta accadendo in Europa e nella nostra cara Penisola, sembra confermare il successo di questa loro strategia.
Il loro potere si è così finemente infiltrato nella società civile che ormai è difficile liberarsi da questo "tenero abbraccio mortale".

Marchi alim Oxfame
_____________________________
Foto di copertina: Comparazione di un cranio normale con uno microcefalico. U.S. Centers for Disease Control and Prevention
Foto interna: infografica Oxfame - concentrazione dei marchi alimentari

.

Pubblicato in Politica Emilia

Cereali volatili. Scivolone dei derivati del latte. Quanto vale una "Cicca frusta"? Zucchero: S.Quirico rimarrà chiuso. Esselunga, accordo per la domenica lavorativa. Additivi sotto accusa. il Parmigiano Reggiano tra tutela in USA e i minibond. L'uso dei droni.

(in allegato é scaricabile il formato pdf)

SOMMARIO Anno 15 - n° 05 07 febbraio 2016
1.1 editoriale Una cicca frusta!
3.1 cereali Cereali, mercato disturbato da fattori esterni
4.1 cereali Cereali, mercati volatili
5.1 Lattiero Caseario Scivolone dei derivati del latte.
6.1 prezzo del latte Latte: c'è l'accordo per un sistema di indicizzazione condiviso
6.2 zucchero Zucchero: Confermata la sospensione della campagna nello stabilimento di S. Quirico (PR)
7.1 lavoro Esselunga: siglato l'accordo sperimentale sul lavoro domenicale
8.1 imprese Ital-frutta diversifica: ceci e fagioli insieme a pomodoro e pere
8.2 nuove tecnologie Droni sugli oliveti italiani
8.3 rifiuti Ambiente: siglato accordo tra Regione e Iren
9.1 salute sicurezza Additivi sotto accusa per le malattie autoimmuni
9.2 consumi Ismea, consumi alimentari: la ripresa c'è ma è debole
9.3 intimidazioni mafiose Cia solidarietà e sostegno al Sindaco di Reggio Emilia
10.1 Tutela in USA Alai a Linea verde
11.1 finanza Minibond per il parmigiano
12.1 promozioni "vino" e partners

Cibus 5 2016-COP

È GRATIS! Clicca qui sotto e compila il form per ricevere via e-mail la nostra rassegna quotidiana.



"Gazzetta dell'Emilia & Dintorni non riceve finanziamenti pubblici, aiutaci a migliorare il nostro servizio e a conservare la nostra indipendenza, con una piccola donazione. GRAZIE"