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Mercati agricoli e le dichiarazioni di Draghi. Burro in recupero, il latte-bio in controtendenza. I dati previsionali di mais e soia. Ismea, settembre alza l'asticella dei prezzi agricoli. Eventi a Expo e promozioni.

(in allegato il formato pdf scaricabile)
SOMMARIO
Anno 14 - n° 43 25 ottobre 2015
1.1 editoriale Ci manca solo la roulette russa
3.1 agro-mercati Le borse volano sulle ali di Draghi e gli effetti si sono notati anche sui cereali.
4.1 Lattiero caseario 10 centesimi guadagnati dal burro CEE.
5.1 Bio Il latte Bio viaggia in controtendenza
5.2 prezzi agricoli Ismea, settembre alza l'asticella dei prezzi agricoli
6.1 pomodoro e ambiente Pomodoro e ambiente: cinque temi sottoposti al ministro Galletti
7.1 fiscalità agricola Imu agricola non si paga, oppure sì?
7.2 ambiente e innovazione Consorzio di Bonifica di Piacenza e l'innovazione lunedì prossimo ad EXPO
8.1 eventi expo 2015 Parmigiano Reggiano, a Expo apertura della forma Kosher
8.2 giovani agricoltori Nuova linfa ai giovani agricoltori dell'Emilia Romagna
9.1 Mais e soia Mais e Soia dati previsionali 2015 - 2016
10.1 promozioni "vino" e partners

Cibus 43 2015 COP

Domenica, 25 Ottobre 2015 11:50

Ci manca solo la roulette russa

La legge di stabilità corre sull'azzardo. Sono in costante aumento i giocatori compulsivi che, ipnotizzati dalle luci e dagli scampanellii, tentano il riscatto della propria vita nella chimera di una vincita milionaria, mettendo invece in gioco salute, soldi e soprattutto il patrimonio affettivo.

di Lamberto Colla - Parma, 24 ottobre 2015 -
Siamo alle battute finali per la legge di stabilità, ex legge finanziaria, e alcune indiscrezioni trapelate hanno scatenato reazioni indignate a vari livelli di quella che è ancora una società civile.

L'anticipazione giornalistica secondo cui sarebbe stato concesso l'apertura di nuove 22.000 sale da gioco nel corso del 2016, notizia male interpretata prima e in parte ridimensionata nel testo definitivo, è ugualmente servita per tornare a riaccendere i riflettori sul fenomeno del gioco d'azzardo e la progressione geometrica della ludopatia.

Inizialmente, così riportavano le agenzie stampa, sembrava che venisse aperto il bando per l'assegnazione di nuove 22.000 concessioni per l'apertura di altrettante sale da gioco. Un'enormità se si considera che attualmente, tra agenzie e corner, sono attivi 17.000 punti. E difatti, pochi giorni dopo, è stato il sottosegretario all'Economia Pierpaolo Baretta, a fare chiarezza sottolineando che "la legge di stabilità non prevede alcuna nuova concessione per sale giochi, si tratta di un abbaglio" e scendendo in maggior dettaglio ha spiegato che "nel 2016 andranno in scadenza le gare e pertanto dobbiamo fare nuovi bandi. Ma non si tratta di nuovi punti gioco, si tratta della conferma di quelli esistenti, anche se secondo me sarebbe opportuno procedere a una loro riduzione. Attualmente, sono nel complesso 22mila, considerando le 17mila legali e le circa 5mila non in regola, duemila delle quali ormai emerse".

S'interpreta perciò che il tetto inizialmente esposto servisse a "recuperare" i 5.000 punti non in regola.

Una sorta di sanatoria come spesso accade in Italia e di cui il settore del "Gioco" ha già ampiamente goduto.

Vale perciò la pena di ricordare che circa tre anni fa, in piena epoca d'austerità inaugurata da Mario Monti e proseguita con il Governo Letta, la miliardaria evasione fiscale condotta dal settore a scapito delle casse statali venne infine ridotta a poche centinaia di milioni. Dai 90 miliardi conteggiati dalla Guardia di Finanza si giunse ai 2,5 miliardi della Corte dei Conti che accolse il ricorso delle 10 società attive nel business del gioco per finire ai 610 milioni frutto della benevolenza di Enrico Letta.

Una dose di buonismo che potrebbe essere connessa, il condizionale è d'obbligo, al sostegno ricevuto dalla Fondazione dello stesso ex Premier, VeDrò, da parte di alcuni "big" delle case di gioco. Il servizio mandato in onda dalle "Iene" ha evidenziato la stortura che vedeva, la legittima sponsorizzazione a favore di una fondazione, che però annoverava ben 7 tra parlamentari e ministri del Governo Letta, e le concessioni governative di cui avrebbero potuto godere gli sponsor stessi.

Letta Lobby Gioco Iene

E guarda caso qualcosa del genere avvenne. Alla fine si negoziò uno sconto del 70% di quanto calcolato dalla Corte dei Conti e meno di 1/10 rispetto al conteggio realizzato dalla Guardia di Finanza (90 miliardi) a sanatoria del mancato all'allacciamento delle macchine alla rete dei Monopoli che ne avrebbe dovuto controllare l'attività. Una dimenticanza, si fa per dire, andata avanti per anni, che prevedeva multe pari a 50 euro per ogni ora di attività 'non collegata'.

Una lobby, quella del gioco, che non ama farsi pubblicità, schiva e riservata, quasi invisibile ma che annovera il Gruppo De Agostini, che con la Gtech (ex Lottomatica), è il leader mondiale del gioco. Una riservatezza tale che ha portato il colosso, alla pari di FIAT, a espatriare oltre Manica godendo perciò dei privilegi fiscali inglesi e degli sconti amministrativi italiani.

Una comodità invidiabile, quella condivisa dalle due importanti famiglie, entrambe piemontesi, Agnelli-Elkann da Torino e Boroli-Drago da Novara azionisti di maggioranza del gruppo De Agostini e quindi di Gtech.

In casa nostra quindi rimangono solo i cocci.
Le ricchezze espatriano dopo avere rastrellato il rastrellabile in Italia mentre al Bel Paese rimane il degrado lasciato, da disoccupazione e cassa integrazione da un lato e ludopatia dilagante dall'altro (intervista al Presidente del CONAGGA).

I numeri che descrivono il fenomeno del gioco sono inquietanti ai quali occorre aggiungere i costi sociali e i drammi familiari conseguenti:
- 16.000.000 i giocatori in Italia
- 790.000 i malati di ludopatia
- il 50% dei ludopatici ha un reddito annuo intorno ai 10.000€
- tra 84,5 e 100 miliardi di euro il volume di gioco
- 7,9 miliardi introitati dallo Stato nel 2014 a fronte di un volume di 84,5 miliardi
- Allarme giovanissimi e bambini. Si stanno diffondendo le sale giochi anche per i minorenni. Le vincite si chiamano "ticket redemption" e consentono di accumulare punti per ritirare Ipad o piastre per capelli ecc... Piccoli giocatori crescono!

Gioco Azzardo infografica

 

(Infografica tratta da Corriere.it del 19 ottobre 2015)

Per la cronaca "buffa" il Presidente Mattarella, tre giorni prima dell'approvazione da parte del Governo della legge di stabilità che prevedeva l'incremento delle concessioni (+5.000), aveva insignito dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana il sociologo Maurizio Fiasco noto per la lotta al fenomeno dei giochi d'azzardo. Chissà quali riconoscimenti verranno attribuiti quando verrà liberalizzata la roulette russa.

Appendice -
E' di poche ore fa la notizia secondo la quale che le sale gioco autorizzate nella definitiva stesura delle legge di stabilità sono scese a 15.000 dalle 17.000 attuali e alle 22.000 inizialmente prospettate.

Pubblicato in Politica Emilia

Cecilia Zanacca e Gianpaolo Lavagetto: "Risposta tardiva ed incompleta. Dal Consiglio Comunale mortificata l'iniziativa di oltre 2000 parmigiani." -

Parma, 19 ottobre 2015 -

Riceviamo e pubblichiamo la nota stampa a firma Cecilia Zanacca e Gianpaolo Lavagetto -

"In merito alla mancata risposta alla petizione "Città Sicura", lunedì scorso abbiamo incontrato il Prefetto di Parma, che ringraziamo per la disponibilità ed attenzione, per esporre la nostra incredulità e le nostre preoccupazioni al riguardo.
Forse una semplice coincidenza, ma nei giorni successivi, dal presidente del Consiglio di Parma, dopo oltre un anno di attesa, è arrivata la risposta del Consiglio.
La risposta comunque, oltre che eccessivamente tardiva, appare non dare completa soddisfazione a quanto previsto dall' Art. 58 comma 4 dello Statuto Comunale; comma che, altra coincidenza, il presidente del consiglio, nella la sua lettera, omette di citare.
Tale comma, oltre che sancire il diritto dei firmatari ad ottenere una precisa risposta, ribadisce che nell'eventualità le petizioni non siano accolte, la relativa pronunzia deve essere adeguatamente motivata.
La risposta del presidente del Consiglio Comunale invece, non è altro che una cronistoria dell'iter amministrativo, tra l'altro proposto proprio dallo stesso Vagnozzi, con allegata copia della delibera di una mozione in cui i contenuti, così come si legge anche nel documento presente nel sito istituzionale, poco o nulla hanno a che vedere con quanto proposto dagli oltre 2000 parmigiani con la petizione "Città Sicura".
A questo punto non possiamo che stigmatizzare un comportamento dell'intero Consiglio Comunale che, in mancanza di una obbligatorietà di tempistica certa, ha atteso oltre un anno per poi assumere una posizione che riteniamo essere scarsamente gratificante per tutti coloro che hanno creduto in questa iniziativa. Che tale petizione potesse ricevere un simile trattamento da chi dovrebbe essere al servizio dei parmigiani, sinceramente non lo avevamo preventivato. Disattendere o peggio schernire, come qualche consigliere di minoranza ha fatto, una iniziativa di oltre 2000 cittadini, non solo mortifica i firmatari, ma soprattutto fa riflettere sull' impegno di chi dovrebbe rappresentarli nelle Istituzioni."

 

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Domenica, 18 Ottobre 2015 12:44

Tutti pazzi per le Poste

La rivoluzione postale si è avviata. Le azioni di Poste Italiane s.p.a. sono andate letteralmente a ruba a conferma del tradizionale rapporto fiduciario che lega le "poste" ai cittadini. Ma a chi giova l'ingresso in Borsa di P.I.?

di Lamberto Colla - Parma, 18 ottobre 2015 -
E' all'ufficio postale che i nostri anziani andavano a ritirare la pensione e sempre alle poste affidavano i loro risparmi stringendo con "le poste" un rapporto fiduciario quasi indissolubile perché, nel vissuto più remoto, Poste Italiane era sinonimo di Stato con tutte le garanzie che ne seguivano.

Una fiducia che si è radicata per effetto della prossimità degli uffici postali così ben distribuiti sul territorio nazionale da fare concorrenza, in termini numerici, solo ai campanili delle chiese.
Una diffusione che ha contribuito a saldare il rapporto con i più anziani e non solo, anche dopo l'avvento di internet, soprattutto nelle zone marginali, di profonda campagna o sperduta montagna. Pochi minuti e l'ufficio postale era comunque raggiungibile per ritirare i soldi della pensione, spedire il vaglia al figlio emigrato oppure studente in città o in servizio di leva, a volte per trasmettere un telegramma, l'antesignano dell'sms e di WhatsApp.

Tutto questo si inquadra in quello che è identificato "Servizio Universale", per svolgere il quale le "Poste" ricevono un contributo di 270 milioni di euro.

Non sono bazzecole e, alla pari del canone della RAI, serve o almeno dovrebbero servire, a garantire un servizio pubblico a tutti i cittadini, anche ai residenti nei villaggi più decentrati.

Questo legame con lo Stato, sfruttando perciò una posizione di privilegio e dominante, ha determinato, col trascorrere degli anni, una sempre più profonda obsolescenza delle tecnologie, dell'organizzazione e purtroppo, è brutto da dirsi, anche del tasso di qualificazione del personale agli sportelli.
Nonostante le inefficienze che si sono accumulate negli ultimi decenni "Le Poste" sono sempre rimaste, almeno questo è il diffuso sentimento in certuni strati della popolazione, un approdo sicuro, confermato anche quando la componente bancaria si è, un po' troppo rapidamente, evoluta e spregiudicatamente affacciata al campo minato dei titoli speculativi o verso le trappole dei prodotti derivati.

Una posizione di "privilegio", per di più in posizione di dominanza del mercato, che mal si coniuga con la spregiudicatezza finanziaria e con la corretta competitività commerciale.
Vero è che la privatizzazione dovrebbe condurre a confrontarsi liberamente con gli altri attori del mercato ad armi pari e diventare perciò uno stimolo al miglioramento della efficienza generale e dei servizi di cui dovrebbe, alla fine, goderne anche il consumatore finale.
Ma in queste condizioni, con la protezione del Tesoro, gli elementi di rischio vengono fortemente attenuati, se non addirittura annullati, e il regime di monopolio (protetto) di molti servizi potrebbero pregiudicare la corsa all'efficientamento dichiarato e prospettato.

PT Buono ED Postale Fruttifero 100 lire 1927

"Cui Prodest?"
E' una domanda legittima che sorge spontanea, soprattutto quando si tratta di una società pubblica.

A chi giova perciò questa "pseudo privatizzazione" di Poste Italiane, detenuta ancora per il 60% dal Ministero del Tesoro?
Giova certamente all'azienda stessa che, attraverso il collocamento in borsa del 38% del capitale, rastrellerà sul mercato della finanza circa 4 miliardi, ma gioverà anche ai suoi concorrenti del sistema bancario che avranno a disposizione dei "Bond" paragonabili, per solidità, a quelli di Stato da dare in pasto alla propria clientela.

I tradizionali Titoli di Stato infatti sono merce sempre meno disponibili sul mercato del risparmio a seguito dell'operazione "Draghiana" denominata Quantitative Easying (QE) , una misura straordinaria con cui la Banca Centrale Europea effettua degli acquisti programmati di titoli finanziari - in particolare di bond, cioè di obbligazioni - negoziati sul mercato, immettendo perciò nel sistema finanziario una massiccia dose di liquidità che serve appunto per comprare i titoli.

Ecco quindi che l'operazione di privatizzazione di Poste Italiane apre uno spiraglio di mercato finanziario potendo offrire un "surrogato garantito".

Così le poste, di fatto fiduciarie del Tesoro, con la quotazione in borsa hanno garantito nuovi portafogli d'investimento che le Banche potranno vendere ai risparmiatori loro clienti, orfani ormai da qualche mese degli affezionati BOT.

Questo potrebbe essere un buon motivo per avere architettato, in fretta e furia, la privatizzazione di Poste Italiane spa cercando di mostrare, con una perfetta operazione mediatica e di camouflage, l'efficienza di una grande e moderna impresa pur mantenendo un solido rapporto col Tesoro e i privilegi che ne derivano dalla posizioni di dominanza e addirittura monopolistica di alcuni servizi.

PT Wifi uffici postali

E' difficile abbandonare i privilegi e gli ammortizzatori soprattutto se sono sorretti dalle spalle possenti del Ministero del Tesoro ma proprio per questa ragione, il management, dovrebbe orientare le sue attenzioni all'efficienza dei servizi verso l'utente cosa che invece sembra non essere ai primi posti nella scala degli interessi.

Oggi alle poste si può comperare di tutto, dai giochi, ai libri, dalle schede telefoniche ai fondi pensione. Una macedonia di servizi che rallenta le operazioni di sportello e mette a dura prova la pazienza dei tanti obbligati a servirsi degli uffici postali.

Un esempio per tutti, le contravvenzioni. Il solerte vigile lascia sul parabrezza dell'auto sia il rilevamento dell'infrazione sia il bollettino postale per agevolare l'incauto automobilista al pagamento della sanzione, magari entro i 5 giorni che consentono una sensibile riduzione dell'importo, e nessun'altra diversa modalità di pagamento.
Per quanto il pagamento, in teoria, sarebbe più semplice e comodo effettuarlo attraverso l'Home Banking, nell'avviso "giallo" non vi è l'indicazione dell'Iban di riferimento dell'Amministrazione alla quale fare pervenire quest'obolo straordinario.
Invece si è invitati a procedere attraverso lo sportello postale che per i due minuti d'operazione incassa 1,5 euro.

E così, il Comune ti sanziona e l'ufficio postale ci guadagna. Sembra un modello di salvaguardia e autoprotezione delle amministrazioni pubbliche.

Sarebbe stato molto più semplice e conveniente (per il cittadino soltanto a quanto pare!) adottare un sistema di pagamento diretto attraverso l'IBAN, magari direttamente collegato all'IBAN (IBAN to IBAN) dell'amministrazione beneficiaria senza l'obbligo di passare attraverso altri intermediatori tecnici "occulti" (tesorerie e piattaforme di transazione).

Il cittadino invece, cornuto e mazziato, ha dovuto spendere e sottrarre del tempo prezioso al proprio lavoro per recarsi in coda al più vicino ufficio postale (numero peraltro in sensibile riduzione a seguito del processo di razionalizzazione).

Infatti, nella rincorsa all'efficientamento si è proceduto alla razionalizzazione (leggi chiusura) di molti uffici postali scatenando spesso la rabbia dei residenti e dei loro sindaci i quali, un po' in tutta Italia hanno fatto ricorso al TAR. E effettivamente, per una società pubblica che per il servizio postale "universale" riceve 270 milioni di euro all'anno un maggiore riguardo nella cura delle relazioni territoriali si sarebbe apprezzata.

Ma la priorità, a quanto pare, era di correre verso la collocazione di Poste italiane in Borsa dimostrando agli investitori efficienza e profitti, saltando un passaggio fondamentale per una proficua, sicura e longeva vita sociale nell'elite della finanza, ovvero l'dentificazione precisa sell'asset da valorizzare.

Invece Poste Italiane S.p.a. si è presentata al pubblico borsistico come la macedonia di servizi che conosciamo da qualche anno. Dalla telefonia mobile ai servizi bancari, dai fondi pensione ai gadget di ogni tipo. Scorporarla sarebbe stato controproducente per due ordini di motivi.

Da un lato si sarebbero scoperti i nervi dell'inefficienza del suo "core business" e dall'altro avrebbe perduto la principale leva di successo legata ai privilegi monopolistici.

Insomma, questa operazione di privatizzazione sembrerebbe più strategica per l'azienda che per i cittadini come ha anche sottolineato, nei giorni scorsi, il Codacons sempre attento a intervenire a difesa del cittadini che, con una nota del 13 ottobre, interviene sull'argomento:
"PRIVATIZZAZIONE CONVIENE PIU' AD AZIENDA CHE A CITTADINI. Vogliamo garanzie su servizi postali e rispetto standard di qualità in favore degli utenti.
Dubbi e perplessità da parte del Codacons sull'operazione di privatizzazione di Poste Italiane. "Temiamo che l'ingresso di Poste in Borsa convenga più all'azienda che ai cittadini – spiega il Presidente Carlo Rienzi – Nel tempo infatti Poste Italiane è diventata sempre più banca e sempre meno servizio postale, con ripercussioni non indifferenti per l'utenza. Le nostre paure riguardano in particolare il servizio universale che, pur essendo poco remunerativo, deve essere garantito, indipendentemente dalla privatizzazione".
Il Codacons chiede dunque oggi all'azienda di garantire il rispetto degli standard di qualità, migliorando tutti i servizi resi da Poste che, negli ultimi anni, hanno subito un deterioramento testimoniato dalle crescenti segnalazioni e lamentele da parte dei cittadini, dai ritardi nella consegna delle lettera alla chiusura degli uffici postali nei piccoli comuni."

Staremo a vedere anche perché, a ben guardare, insospettisce questa mancanza di trasparenza diffuso sull'intero mondo del sistema finanziario dove il cliente/utente/cittadino sembra risultare una mucca da mungere a piccole ma costanti dosi.

PT Parma Centro UP

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SOMMARIO Anno 14 - n° 42 18 ottobre 2015 - Mercati agricoli. I derivati del latte ancora in ripresa e il frumento tra alti e bassi tende al rialzo. Reggianito fa bella mostra all'Anuga di Colonia. Corona si beve la Peroni. Olivicoltura, la raccolta migliore con Agristore. Olio in aumento del 60% ma prezzi in calo. Tutti pazzi per le Poste
(in allegato il formato pdf scaricabile)
Anno 14 - n° 42 18 ottobre 2015
1.1 editoriale Tutti pazzi per le Poste
3.1 cereali Mercati agricoli. Segnali di nervosismo in attesa dei dati USDA.
4.1 Lattiero caseario Derivati del latte nuovamente in ripresa.
5.1 cereali 2 Effetto soia, frumento in rialzo
6.1 sequestri "Reggianito" denunciato e ritirato all'Anuga di Colonia.
6.2 beverage La Corona si beve la Peroni
7.1 olivicoltura Una raccolta migliore con le offerte Agristore
7.2 expo 2015 Expo2015 - un successo, tanti disagi e il Codacons interviene
8.1 prezzi agricoli Ismea, Olio +60% ma prezzi in discesa
9.1 promozioni "vino" e partners

Cibus 42 18ott 15 COP

Il segretario federale della Lega Nord si è recato ieri nei comuni del piacentino colpiti dall'alluvione lo scorso 14 settembre. Matteo Salvini: "La Lega cercherà di battere cassa a favore dei cittadini che hanno perso i propri beni e si impegnerà perchè tali disastri non si verifichino ancora". -

Piacenza, 14 ottobre -

«L'alluvione nel Piacentino è stata una tragedia annunciata. Ora qualcuno deve pagare per le tre persone decedute in Val Nure: i parenti delle vittime hanno fatto bene a fare un esposto». Così il segretario federale della Lega Nord, Matteo Salvini, nel corso di un sopralluogo nei comuni alluvionati di Bettola e Farini.

«Chi vive e lavora nelle vicinanze del tratto di strada sprofondato nel torrente Nure – ha affermato il leader del Carroccio a Bettola - da dieci anni si rivolgeva alla regione Emilia Romagna chiedendo interventi di messa in sicurezza dell'alveo. Invece, ostinandosi a non toccare la natura, ci ritroviamo a contare tre morti. La regione si svegli e faccia quello che avrebbe dovuto essere stato fatto dieci anni fa. Si ripuliscano fiumi, torrenti e canali da ghiaia e detriti, altrimenti la natura farà il suo corso. Non è colpa dell'acqua o della montagna, ma dell'incuria dell'uomo. L'importante è ora che non ci si dimentichi del disastro affinché episodi simili non si ripetano».

«La Lega cercherà di battere cassa a favore dei cittadini che hanno perso i propri beni e si impegnerà perchè tali disastri non si verifichino ancora» ha detto il segretario leghista a Farini, dove ha incontrato il primo cittadino, Antonio Mazzocchi. «Occorre – ha aggiunto - responsabilizzare i sindaci: si dia loro ampio mandato insieme ai fondi per agire. È impensabile che le allerte di Protezione Civile scattino in orari diversi a seconda dei comuni. Tra pubblico e privato a Farini si stimano almeno 15 milioni di danni. O si puliscono i fiumi, si tengono puliti i boschi, si controllano le frane e si tagliano gli alberi cresciuti nel posto sbagliato, oppure fra tre mesi conteremo altri danni o, ancor peggio, altri morti».

Salvini è poi intervenuto sull'arresto del vicepresidente forzista della Lombardia, Mario Mantovani, e dell'indagine nei confronti dell'assessore regionale leghista Massimo Garavaglia. «Ci auguriamo – ha riferito – che Mantovani chiarisca tutto ai lombardi. Come Lega siamo orgogliosi del modello sanitario lombardo, il più virtuoso d'Italia, ed è pazzesco che sia stato coinvolto un nostro assessore, la cui colpa sarebbe quella di aver aiutato a costo zero un'associazione di volontariato a favore dei dializzati. Se questa è una colpa, mi autodenuncio per aver sostenuto spesso Croce Rosse, Croce Bianca, Croce Verde, Avis e Aido. Se aiutare le associazioni volontaristiche si configura come reato, allora mi costituisco domani mattina».

La visita del segretario è proseguita a Piacenza nella sede provinciale del partito, dove ha partecipato all'inaugurazione.

Pubblicato in Cronaca Piacenza
Domenica, 11 Ottobre 2015 11:56

MPS, parte il processo ma bocche cucite

Lunedi 12 ottobre andrà in scena il processo Monte dei Paschi di Siena, la più antica banca mondiale e terzo gruppo bancario nazionale, all'epoca dei fatti riscontrati dalla magistratura. Un buco da 17 miliardi (3 miliardi più della Parmalat e quasi 4 in più di Enron) avvolto da misteri e coperto da silenzi a tutti i livelli con l'ausilio straordinario del Segreto di Stato.

di Lamberto Colla - Parma, 11 ottobre 2015 - Tutti a seguire e a inseguire le ridicole avventure dell'ex Sindaco Marino (forse, ha venti giorni per ripensarci come scrive lui stesso nella lettera ai Romani) le sue infantili bugie e i penosi tentativi di giustificare i suoi rimborsi spese. La fascia tricolore indossata negli USA al seguito del Papa sembrava anch'essa vergognarsi di essere mostrata in pubblico.

In fondo cosa sono 22.000 euro spesi per una trasvolata atlantica di tre giorni del Sindaco della Città Eterna in confronto ai 17 miliardi che si sono volatilizzati dalle casse senesi.

Questione di principio, risponderebbe qualche benpensante, dalla ferrea morale e immune da errori di cui questa nostra amata Penisola è popolata.

Già, così mentre tutti i riflettori sono accesi sul "marinato" di turno, le porcate passano e filano via indisturbate.

Nuovi personaggi in "Profumo" di santità emergono per sostituire i corrotti dell'ultimo scandalo e intanto si preparano i nuovi puliti che prenderanno il posto dei prossimi corrotti.

E così via senza soluzioni di continuità.

Lunedi 12 ottobre inizierà il processo MPS e ancora nessuno ne parla, tranne il Movimento Consumatori.
"In pochi giorni, il numero verde 800 168 636 dedicato agli azionisti Mps - scrive il Movimento dei Consumatori - ha superato i 1000 contatti
Il prossimo 12 ottobre è fissata l'udienza preliminare per il caso Mps. Entro questa data, gli azionisti sono legittimati a costituirsi parte civile e a richiedere il risarcimento dei danni subiti in conseguenza dei reati contestati, prima dalla procura della Repubblica di Siena e ora da quella di Milano.
La procura di Milano ha chiesto il rinvio a giudizio degli ex vertici Mps (Giuseppe Mussari, Antonio Vigni e Gianluca Baldassarri) e di NOMURA International PLC (Sayeed Sadeq e Raffaele Ricci) per i reati di false comunicazioni sociali e di manipolazione del mercato, con l'aggravante del nocumento del pubblico risparmio per la rappresentazione infedele della situazione patrimoniale di Mps, conseguente ad una serie di complesse operazioni di finanza strutturata.
Si tratta di reati gravissimi che hanno duramente danneggiato una tra le più antiche banche del mondo e decine di migliaia di azionisti che hanno creduto nell'operato di top manager risultati inaffidabili. Per questa ragioni, Movimento Consumatori ha lanciato una campagna nazionale diretta ad agevolare la costituzione di parte civile degli azionisti."

I Misteri MPS.
Dal "suicidio" di David Rossi, responsabile della comunicazione e amico del Presidente Mussari, che tanto ricorda la macabra messa in scena del suicidio di Roberto Calvi (era soprannominato il Banchiere di Dio) trovato impiccato 33 anni fa sotto il ponte londinese dei Frati Neri, al Segreto di Stato apposto ai documenti, alle coperture offerte da Profumo, che prese il posto di Mussari alla guida di MPS, a sua volta promosso al vertice dell'ABI (Associazione Bancaria Italiana) e per finire ai silenzi del PD ma anche del PDL.

Troppi misteri in un solo caso. Un caso che vede coinvolta ancora una volta una banca che potrebbe essere stata lo strumento di interessi politici di una parte o di corporazioni trasversali che all'ombra di una ridente quanto provinciale cittadina toscana, sviluppava affari per conto di "qualcuno" in disprezzo degli interessi dei suoi incolpevoli azionisti e risparmiatori.

Un caso che non meriterebbe questo silenzio anzi dovrebbe diventare "il caso per eccellenza" contro il sistema bancario. Quello che dovrebbe spalancare le porte della rottamazione dei burattinai della vecchia e della nuova politica. Gli intoccabili, coloro che possono prendersi il lusso di non comparire davanti ai giudici perché impegnati in una qualche riunione. Lusso che non fu concesso nemmeno a Berlusconi Premier, inseguito da braccio violento della magistratura in ogni summit internazionale coprendo di ridicolo l'intera nazione.

Il tempo della vera giustizia è ancora lontano e per noi cattolici possiamo solo confidare che, almeno davanti a Dio, i colpevoli avranno quello che meritano.

Siena palazzo da basso

Diverso il trattamento riservato al caso Parmalat dove alla fine si trovò un capro espiatorio e Callisto Tanzi fu mandato a marcire in galera mentre i banchieri, tanto vicini all'ex patron della multinazionale del latte, continuarono a scalare i vertici del mondo finanziario, quegli stessi che "consigliarono" di acquistare "a buon mercato" la Cirio di Cragnotti, di ristrutturarla per bene e che esultarono alla quotazione a New York, grazie a falsi documenti confezionati con la sola fotocopiatrice dell'ufficio senza nemmeno il contributo di photoshop. Ovviamente nessuno si accorse di nulla, nemmeno dei miliardi (inesistenti) di liquidi disponibili su conti paradisiaci e diligentemente ascritti a bilancio a copertura delle perdite. Da una parte uscivano lire e euro veri mentre dall'atra parte del mondo entravano numeri fittizi, e il gioco era fatto.

"La società - scrive il Sole 24 ore del 6 maggio scorso - era in stato di dissesto già nel 1990, al momento della quotazione in Borsa, ed è stata tenuta in vita per anni dalle banche pubbliche grazie alle coperture accordate a Tanzi da vasti settori della politica, a cominciare dalla sinistra Dc. Uomo di collegamento tra Tanzi e i partiti è stato Sergio Piccini, un ex sindacalista della Cisl scomparso nell'aprile 2000 per un incidente d'auto, che ha intavolato buone relazioni anche con gli alti gradi della Guardia di Finanza.
Poi, nella seconda metà degli anni 90, sono entrate in azione le grandi banche d'affari, che hanno spinto Parmalat verso le acquisizioni internazionali e hanno cominciato a montare le operazioni di finanza strutturata: finanziamenti a tassi elevati mascherati da aumenti di capitale, in modo da occultare al mercato le reali condizioni finanziarie del gruppo. Operazioni che, tra interessi e commissioni, hanno fruttato miliardi di euro alle merchant bank."

Staremo a vedere se, da domani, i media nazionali seguiranno il processo con la passione giornalistica dimostrata per la Parmalat e per Marino o per il funerale di Casamonica o per il processo che vede coinvolto Bossetti nell'omicidio della povera Yara dove sono riusciti a trovare rilevanza anche le scappatelle della bella moglie, avvenute peraltro dopo l'arresto del marito, fregandosene per bene dei figli della coppia.

Il segreto di Stato farà la sua comparsa più e più volte e i cittadini pagheranno per tutti, come è sempre stato.

Siena panoramica della piazza

Pubblicato in Politica Emilia

Riceviamo e pubblichiamo la nota stampa di Prima Parma - Territorio & Autonomia sulla raccomandata inviata al Prefetto di Parma per la Petizione "Città Sicura" sottoscritta da oltre 2.000 cittadini nel Luglio 2014. -

Parma, 6 ottobre 2015 -

"Non bastava che l'amministrazione comunale, in violazione dello statuto in vigore, da oltre un anno, non desse la dovuta risposta a tutti questi parmigiani; ora è la prefettura ad essere latente.
Mentre l'atteggiamento dell'amministrazione comunale rasenta quello dell'arroganza del potere, diversamente, la situazione creatasi con la prefettura è a dir poco disarmante, se non si trattasse di rispettare i diritti dei cittadini.
Nei giorni scorsi, non avendo ricevuto alcun riscontro da parte del Prefetto di Parma, abbiamo contattato gli uffici della prefettura stessa per avere notizie in merito alla nostra richiesta di intervento inviata proprio a mezzo della suddetta raccomandata con ricevuta di ritorno. Immaginerete il nostro stupore nell'apprendere dal funzionario preosto che la raccomandata, regolarmente giunta a destinazione, era stata da loro protocollata il 16.09.2015 ma, udite udite, ci veniva detto che al momento non si riusciva a ritrovare la nostra lettera. Sbigottiti siamo stati con molta naturalezza informati che si sarebbero attivati per recuperarla e ci avrebbero richiamato nel pomeriggio. Non ricevendo alcuna telefonata, il giorno successivo abbiamo ricontattato gli uffici prefettizi chiedendo delucidazioni. Ancora una volta ci veniva detto che si stava cercando di recuperare la lettera, assicurandoci che saremmo stati contattati nello stesso pomeriggio. Questa specie di parodia è proseguita anche nelle giornate successive. Alla fine abbiamo chiesto ci venisse fissato un appuntamento con il prefetto per chiarire la vicenda. Naturalmente, ci è stato detto che saremmo stati chiamati nel pomeriggio; ovviamente anche questa volta nessuno ci ha chiamato.
Spesso, giustamente, si chiede ai cittadini rispetto per le istituzioni. Alla luce di questa esperienza, ci chiediamo se da parte delle stesse si ritiene sia questo il modo migliore per ottenerlo.
Gent.mo Sig.Prefetto, i cittadini di Parma meritano una sua pronta risposta; non crede?"

Cecilia Zanacca - Gianpaolo Lavagetto
Prima Parma - Territorio & Autonomia

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SOMMARIO Anno 14 - n° 40 4 ottobre 2015 - Cereali, ancora nel segno della stabilità, Il futuro del Parmigiano Reggiano passa attraverso il nuovo disciplinare, Oltre 1,5 milioni i visitatori al padiglione del vino a EXPO. Cara vendemmia. Mais e soia, le previsioni di settembre. Sconfitta l'Ebola!

(in allegato il formato pdf scaricabile)

SOMMARIO Anno 14 - n° 40 4 ottobre 2015
1.1 editoriale Sconfitta l'Ebola!
3.1 cereali Mercati agricoli ancora nel segno della stabilità.
4.1 Lattiero caseario Tirano solo le materie grasse.
5.1 mais e soia mais e soia: previsioni settembre 2015
6.1 parmigiano reggiano Parmigiano Reggiano, il futuro passa attraverso la qualità, la distintività e l'innovazione.
8.1 vino Expo e padiglione vino. Dal primo maggio visitatori oltre quota 1,5 milioni
8.2 lavoro nero Cara vendemmia quanto mi costi
9.1 prezzi agricoli Ismea, l'incertezza frena gli scambi
10.1 promozioni "vino" e partners

Cibus 40 4ot15 COP

Domenica, 04 Ottobre 2015 11:55

Sconfitta l’Ebola!

Ricordate l'Ebola? Quella malattia altamente contagiosa e mortale che ha imperversato per il centro d'Africa dalla primavera del 2014 sino alla primavera 2015? D'incanto le cronache di tutto il mondo l'hanno accantonata. Probabilmente è stata sconfitta. O no?

di Lamberto Colla - Parma, 4 ottobre 2015 -
 Di colpo si sono interrotti i bollettini sullo stato d'avanzamento della malattia nei corpi dei singoli e nella diffusione territoriale. L'estate anticipata ha preso il sopravvento e il bollettino "meteo mondiale" di colpo si è aggiornato con le temperature atmosferiche abbandonando le temperature virali.

Abbiamo tutti tirato un sospiro di sollievo quando il medico italiano Fabrizio Pulvirenti, contagiato dall'Ebola in Sierra Leone e ricoverato il 25 novembre 2014, fu dimesso alla vigilia dell'epifania.

Da lì in poi le notizie hanno cominciato a scemare sino a annullarsi definitivamente all'equinozio di primavera.

Più nulla. Si è passati da bollettini medici orari sullo stato d'avanzamento della malattia nei territori africani al numero di contagi che crescevano in modo esponenziale alle temperature degli infettati occidentali al silenzio totale.

O la malattia è scomparsa o non c'è più interesse a parlarne.
Un qualche dubbio che interessi ci fossero, più economici che umanitari, già mi era venuto nell'ottobre scorso ancora prima che il povero Pulvirenti si ammalasse e venisse condotto in Italia per essere sottoposto a quelle cure sperimentali e fuori protocollo ma autorizzate, proprio in forza dell'emergenza sanitaria, dall'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità).

fabrizio Pulvirenti - TG2000

Un battage mediatico insistente, continuo e accompagnato da immagini raccapriccianti di donne e bambini stesi a terra in attesa di poter essere visitati ci ha accompagnati per quasi un anno. E finalmente l'OMS ha accolto l'offerta di alcune case farmaceutiche di testare i loro vaccini piuttosto che le loro cure.
L'emotività mondiale era così elevata che nessuno avrebbe mai potuto e voluto opporre resistenza a questi tentativi e così è stato.

I primi risultati si sono conseguiti (almeno dalle cronache riportate dalle grandi agenzie) e i medici colpiti sono diventati, senza la loro volontà, perfetti testimonial del successo farmaceutico, non certo a buon mercato.

Già, perché per guarire il solo Pulvirenti, sarebbe stato necessario l'utilizzo di ben quattro diversi farmaci sperimentali. Secondo le stime, il costo complessivo sostenuto dal nostro sistema sanitario per salvare il medico dovrebbe essere stato di circa un milione di euro.

Avete letto bene, oltre un milione di euro! Da questa tragedia che ha colpito milioni di persone, contagiato circa 28.000 persone e contato quasi 12.000 morti dei quali 500 erano operatori sanitari, qualcuno ha sistemato bilanci, realizzato ricerche sostenute da altri e riempito i cassetti.

"L'epidemia di Ebola è stata spesso descritta come una tempesta perfetta: un'epidemia transfrontaliera in paesi con sistemi sanitari deboli, che non avevano mai conosciuto l'Ebola prima", dice Christopher Stokes, direttore generale di MSF (Medici Senza Frontiere). "Ma questa è una spiegazione di comodo. Perché l'epidemia di Ebola andasse a tal punto fuori controllo, molte istituzioni dovevano sbagliare. E così è stato, con conseguenze tragiche ed evitabili."

Tanto di comodo che quando chi doveva incassare che cosa e quanto (lo sanno solo gli interessati) ecco che l'emergenza sfuma, i media voltano pagina e i morti rimangono.
Per quanto nessuno ne parli più siamo ancora ben lungi dall'avere risolto il problema umanitario, come dimostra il rapporto di Medici Senza Frontiere dello scorso 23 marzo. "Per dichiarare la fine dell'epidemia, scrive l'MSF, è necessario identificare ogni singola persona che sia stata in contatto con un malato di Ebola. Non c'è spazio per errori e leggerezze.
Il numero di nuovi casi a settimana è ancora più alto che in qualsiasi precedente epidemia e i casi complessivi non sono diminuiti in modo significativo dalla fine di gennaio.
In Guinea, il numero di pazienti è di nuovo in aumento. In Sierra Leone, presentano il virus molte persone che non erano nelle liste di contatti Ebola conosciuti.
In Liberia si è registrato in questi giorni un nuovo caso, il primo dopo le dimissioni dell'ultimo paziente a inizio mese.
"Il trauma dell'Ebola ha lasciato persone diffidenti nei confronti delle strutture mediche, operatori sanitari demoralizzati e timorosi di riprendere servizio, comunità in lutto, impoverite e sospettose", si legge sul rapporto. Nei tre paesi più colpiti, quasi 500 operatori sanitari hanno perso la vita lo scorso anno, un duro colpo per la già grave carenza di personale prima dell'Ebola.

Ebola non è sconfitta, anzi l'ultima vittima è del 16 settembre scorso come riportato da BLOGO e altre 700 sono in quarantena: "Una ragazza di 16 anni è morta in Sierra Leone a causa del virus Ebola. Fonti sanitarie locali hanno riferito che la ragazza è deceduta presso in centro dell'International Medical Corps della città di Makeni, nella provincia di Bombali che si trova al Nord del Paese, al confine con la Guinea ed è una zona in cui da almeno sei mesi non si verificavano casi di contagio, come ha specificato il Centro nazionale di lotta all'Ebola che ha espresso la sua delusione per la notizia di questa morte ma ha anche assicurato la predisposizione di tutte le misure necessarie per affrontare il caso di contagio."

Forse si sono risolti i problemi economici di alcune aziende, non certo degli africani.

A pensare male si fa peccato, ma spesso ci si prende! ... diceva qualcuno...

Ebola - infografica - settembre 2015 - tratta da BLOGO

Pubblicato in Politica Emilia
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