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L'inquinamento atmosferico si combatterà con i semafori intelligenti (almeno loro) e abbattendo i limiti di 20 km orari in città. In conclusione non si avrà nessun miglioramento ma solo un aggravamento dei disagi.

di Lamberto Colla Parma, 3 gennaio 2016.
Siamo alle solite anche in campo ambientale. Si crea un'emergenza per giustificare degli interventi straordinari per raggiungere uno scopo che non è, quasi certamente, quello manifesto.

Allora fiato alle trombe.
D'incanto tutti i grandi media lanciano ripetizione tutti gli stessi identici messaggi coprendo tutte le 24 ore di palinsesto televisivo. Dalle trasmissioni strettamente dedicate alle news e in ogni programma di intrattenimento, di cucina, di pseudo approfondimento o di costume, un intervento o un passaggio sulla allarmante situazione dell'inquinamento dell'aria di Milano e Roma, della Val Padana e di Pechino non può mancare.
Così sul finire d'anno le due maggiori preoccupazioni del nostro Governo, almeno stando al tamburellamento mediatico, sono state riservate ai Botti di Capodanno e all'emergenza inquinamento dell'aria.

Così via con i tavoli di lavoro che restituiscono, in men che non si dica, la miglior risposta possibile riassunta nel protocollo d'intesa tra il Ministero dell'Ambiente, l'ANCI e la Conferenza delle Regioni e province autonome, destinato "Migliorare la qualità dell'aria, incoraggiare il passaggio a modalità di trasporto pubblico a basse emissioni, disincentivare l'utilizzo del mezzo privato, abbattere le emissioni, favorire misure intese a aumentare l'efficienza energetica."

Troppi macro-obiettivi per uno scarno documento di 13 pagine, delle quali ben quattro sono occupate da riferimenti legislativi, e un impegno di spesa di soli 12 milioni di euro.

Alla fine il risultato sarà:
- alcune municipalità riceveranno un contentino per ammodernare qualche autobus obsoleto;
- qualche società di software riceverà l'appalto per la sincronizzazione dei semafori e il monitoraggio dell'intensità di traffico (che nessuno poi leggerà e interpreterà);
- due gradi in meno negli uffici pubblici che non verranno mei rispettati;
- l'imposizione del limite di 30 Km/ora nei centri cittadini che porteranno nuovi introiti alle casse comunali;
- le misure di dissuasione e repressione della sosta di intralcio (idem come sopra).

Se questo vi sembra inverosimile allora leggete voi stessi il documento (allegato in pdf) e traete le vostre personalissime considerazioni.

Quello che personalmente mi sconcerta è la paradossale e ridicola riduzione a 30 Km/ora del limite di velocità urbano per due ordini di ragioni:
1. la velocità media all'interno delle nostre città si è ridotta di altri 2,8 km/ ora nell'ultimo anno superando di poco i 15 km/h, con punte di 7-8 km/h come rilevato da "Confcommercio";
2. E' noto che la miglior efficienza dei motori, e quindi della quantità e qualità delle emissioni, si ha in costanza di regime di giri e all'interno di un intervallo di giri/min specifico (diverso a seconda del tipo di motorizzazione).

Vien da sé che le misure saranno inefficaci e inutili per lo scopo specifico per le quali verranno introdotte ma utilissime per le casse comunali che potranno garantirsi nuovi introiti per tutti coloro che sfrecceranno (nei brevi tratti che saranno liberi) a velocità superiori a 31,5 km/h (considerato già il 5% di tolleranza concesso). Una Velocità di punta difficilmente rilevabile con certezza dai tachimetri delle auto e ancor più difficilmente percepibile dallo stesso conducente con conseguente elevamento a potenza della probabilità di incorrere in contravvenzione.

Dei semafori intelligenti degli anni 70-80 ai T-Red di più recente memoria stendiamo un velo pietoso. I primi per l'inefficacia e i secondi per le frodi ai danni degli automobilisti e perciò, se tanto mi dà tanto, i nuovi semafori "multitasking" non saranno da meno. Ammesso e non concesso che possano rilevare interessanti dati dai flussi veicolari, poi nessuno riuscirà mai a interpretarli.

In conclusione siamo alle solite!
Il cittadino / automobilista sarà ancora e sempre più il bancomat dei comuni e l'intelligenza delegata ai soli semafori.

Domanda: C'è di che vergognarsi o no?

(in allegato il Protocollo di Intesa)

Media delle Velocità nelle Regioni - fonte Unipol SAI

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Domenica, 27 Dicembre 2015 12:13

Equitalia, dalla parte del cittadino. O no?

Rivoluzione in casa Equitalia. Non verranno consegnate cartelle esattoriali sino all'epifania. Poi tutto tornerà come prima, compresi gli errori.

di Lamberto Colla Parma, 27 dicembre 2015.
Una tregua è il termine più utilizzato dai giornali nazionali per informare della sensazionale novità introdotta da Equitalia, prima volta dopo 10 anni di vita dell'azienda partecipata dall'Agenzia delle entrate e dall'INPS.
Non verranno consegnate le cartelle esattoriali dal 24 dicembre al 6 gennaio salvo i casi inderogabili.

Il nuovo corso di Equitalia voluto dall'ad Ernesto Maria Ruffini passa anche da queste grandi concessioni riconosciute al popolo più tartassato e vessato d'Europa.
Non importa se tra le circa 30 milioni di cartelle esattoriali, un gran numero non siano congrue, corrette e eque, bensì conta che lo Stato introiti. Che si introiti dall'evasore o dall'ingiustamente vessato e distratto non importa, perché del cittadino comune non importa nulla a nessuno, specie allo Stato.

Ed Equitalia altro non è che il braccio armato di uno Stato incapace di avere un rapporto sano con il proprio cittadino.

Lo si vorrebbe invece addirittura felice di essere vittima del proprio carnefice senza alcun impegno e spesa. Sottomessi e felici di esserli solo ascoltando le soavi parole delle sirene al soldo dei governi.

"Equitalia vuole essere dalla parte degli italiani, non contro". Così ha commentato l'Ad di Equitalia annunciando la "tregua di Natale" e proseguendo con "la sospensione è un atto di attenzione verso imprese e famiglie con cui stringere un nuovo patto perché il recupero dei crediti e dell'evasione sono fondamentali, così come lo è poter avere gli italiani al proprio fianco".

Ma di quale patto sta parlando? Il patto l'avrà certamente sottoscritto con il Governo proponendosi di raccogliere, per suo conto, 8 miliardi di euro nel 2015 contro i 7,5 dell'anno precedente. Un mero obiettivo matematico realizzato con la strategia tipica della probabilità: Sparare nel mucchio.

E i fatti continuamente confermano questa ipotesi. Tant'è che, ancora nella prima quindicina di dicembre, le cartelle di Equitalia inviate, pur dando per certo che fossero corrette nei dati essenziali e che il credito fosse realmente da riscuotere, non contemplavano il tasso di interesse applicato né tantomeno le modalità di calcolo dell'interesse applicato, in barba alle norme e in barba al corretto rapporto che dovrebbe esistere tra cliente e consumatore e tra Stato (o suo strumenti delegato) e cittadino.

Il lupo si traveste d'agnello per catturarci utilizzando demagogia e fumo negli occhi. Concessioni offerte con la mano sinistra e al contempo la mano destra è già pronta a mungere con gli interessi.

L'attenzione, complici i "media nazionali", viene costantemente concentrata sulle tasse dirette; Imu si o imu no, e mai sulle tasse indirette, l'Iva che si somma alle accise sui carburanti ad esempio, un'imposta che tassa la tassa e che contribuisce a regalarci il prezzo del carburante più alto d'Europa, un primato che stanno architettando di mantenere e consolidare per garantirsi un gettito fiscale, questo sì, miliardario, altro che IMU sulla prima casa!

Ed ora ponete bene attenzione ai passaggi che seguono.
Petrolio Prezzo 5anniOggi il Petrolio WTI costa circa 38 $/barile (aveva toccato anche i 34,40 $/barile all'inizio di settimana) contro i 140-150€/barile di pochi anni fa. Ciononostante il prezzo del carburante non si è abbattuto nella medesima proporzione.
La risposta che viene prontamente data è che è per effetto delle Accise (valore circa 6 centesimi e dall'Iva (ricordo che tra l'altro l'imposta sul valore aggiunto viene calcolata anche sul valore delle accise) e perciò il prezzo alla pompa non può diminuire con la proporzione sperata (la Cgia di Mestre ha verificato che rispetto al 2008, quando il petrolio costava 41$/bar., il prezzo alla pompa attuale è superiore del 30%.)

Vogliamo scommettere che quando il petrolio tornerà a salire (il tetto dei 100$/barile è la quota di valore che andrebbe bene a tutti gli operatori mondiali) il prezzo alla pompa si aggiornerà in tempo reale e senza alcun tentennamento?

E, dopo le solite richieste di chiarimenti da parte dei movimenti dei consumatori, la risposta sarà sempre la stessa: adeguamento indispensabile al prezzo della materia prima, il petrolio.

Saranno perciò nuovi record per i carburanti e salassi per gli automobilisti costretti ormai a fare uso dell'automobile per qualsiasi tipo di trasferta, lavoro, approvvigionamenti e diletto.

E così via in questa spirale senza fine che vede il cittadino al centro delle attenzioni di ...
... INC.COOL.8

(In galleria immagini i grafici di: Pression fiscale UE, Prezzo petrolio 5 anni e scomposizione prezo gasolio tra costi industriali, accise e iva e infine prezzo alla pompa)

Gasolio Medie mensili 2015

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Cereali, tentativo di recupero in atto ma rischio siccità. Natale buono con le due principali DOP. Legge di Stabilità: taglio delle tasse, -25% per le aziende agricole . Centro Agroalimentare di Parma verso la ristrutturazione del debito. Equitalia, tregua per 13 giorni ma...

(in allegato il formato pdf scaricabile)
SOMMARIO Anno 14 - n° 52 27 dicembre 2015
1.1 editoriale Equitalia, dalla parte del cittadino. O no?
3.1 cereali Cereali, tentativo di recupero in atto.
4.1 cereali Cereali a rischio siccità.
5.1 Lattiero caseario Babbo Natale porta ricchi e inaspettati doni alle due Dop principali.
6.1 ortofrutta Valfrutta Fresco e Colle d'Oro, siglato accordo strategico
6.2 crisi CAL, c'è l'accordo con i creditori
7.1 pomodoro OI Pomodoro da Industria Nord Italia in assemblea. Bene il 2015 e già proiettati al futuro.
8.1 mercati agricoli Agromercati, Natale senza scossoni
9.1 agricoltura e fisco Agricoltura, tasse tagliate del 25% per le aziende agricole
9.2 crisi CAL di Parma verso la ristrutturazione del debito
10.1 crisi Fallimenti, in lieve diminuzione nel corso del 2015
11.1 promozioni "vino" e partners

Cibus 52 2015-COP

Clima, accordo raggiunto ma... Latte sempre più giù e parmigiano sempre più su. Cereali, cala il petrolio, calano i noli, la FED alza i tassi e gli scambi stagnano. Renzi pigliatutto, con Bonaccini si accaparra le regioni. Emilia Romagna, Xylella Free.

(in allegato il formato pdf scaricabile)

SOMMARIO Anno 14 - n° 51 20 dicembre 2015
1.1 editoriale Clima, accordo raggiunto, ma...
3.1 cereali Cereali cala l'indice dei noli e sono favoriti gli scambi tra mercati distanti.
4.1 Lattiero caseario Latte sempre più giù e Parmigiano sempre più su.
5.1 turismo Itinerari verdi, all'Alta via dei Parchi dell'Emilia Romagna è andato un abito riconoscimento
5.2 salute Il Formaggio può creare dipendenza'
5.3 educazione alimentare Frutta e latte nelle scuole
6.1 fitosanità Emilia Romagna, Xylella Free
6.2 cereali. 2°  aggiornamento Mercati internazionali. La Fed ha alzato i tassi.
7.1 alimentazione "Sono come mangio". Il consorzio torna nelle scuole.
8.1 export Dalla CCIAA di Reggio finanziamenti per partecipare a fiere internazionali
8.1 regioni Con Bonaccini, Renzi si piglia anche le Regioni
9.1 export emilia romagna Qualche timido rialzo per i vini bianchi.
11.1 promozioni "vino" e partners

Cibus 51 2015 COP

Domenica, 20 Dicembre 2015 09:28

Con Bonaccini, Renzi si piglia anche le Regioni

L'inossidabile Renzi regge ogni spinta negativa e riesce a collocare il suo fedelissimo Stefano Bonaccini alla presidenza della Conferenza delle Regioni e Province autonome

di Virgilio 20 dicembre 2015

Il fedelissimo renziano Stefano Bonaccini, governatore dell'Emilia Romagna, è il nuovo presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome. All'unanimità è stato eletto alla nuova carica in sostituzione Sergio Chiamparino, presidente della Regione Piemonte, che si era dimesso il 22 ottobre scorso.

Un passo indietro, aveva spiegato Chiamparino, legato alla situazione finanziaria del Piemonte dopo il disavanzo certificato dalla Corte dei Conti, sul quale Chiamparino non ha mai avuto tentennamento nonostante le pressioni di molti governatori affinché tornasse sulle sue decisioni.
In questo periodo di sospensione, determinato soprattutto dall'iter della legge di stabilità, le quotazioni di Bonaccini si sono sempre più valorizzate tanto da essere eletto all'unanimità.

Un altro trofeo portato a casa dal Premier Matteo Renzi che, come si sa, ha sostenuto con determinazione la candidatura di Bonaccini alla più alta carica della regione.

Bersaniano prima e renziano dopo, Bonaccini ha saputo reggere ai tormentati flutti che hanno scosso il palazzo regionale lo scorso anno e oggi può godersi questo secondo momento di gloria.

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Mercati, l'USDA lascia inalterati i mercati. Ritrovata vivacità per il Parmigiano. Il Latte spot in picchiata. Italian Sounding: ingannati due terzi dei consumatori USA. Elezioni in Bonifica. Chi chiede il commissariamento? I migranti e la ragione degli UEmanoidi. FOOD e export è record.

(in allegato il formato pdf scaricabile)

SOMMARIO Anno 14 - n° 50 13 dicembre 2015
1.1 editoriale Migranti, hanno ragione gli "UEmanoidi"
3.1 cereali L'USDA lascia inalterati i mercati.
4.1 Lattiero caseario Ritrovata vivacità per il Parmigiano. Il Latte spot in picchiata
5.1 federconsorzi CIA: inaccettabile qualsiasi ipotesi di riesumare Federconsorzi
5.2 vino E' Piacentino il miglior spumante dolce italiano
6.1 Giovani e agricoltura Emilia Romagna, 411 domande per iniziare l'attività agricola
6.2 Aceto Balsamico De Nigris premiato in Parlamento
7.1 made in italy Italian Sounding: ingannati due terzi dei consumatori USA.
8.1 bonifica Elezioni Bonifica, poca trasparenza. C'è chi invoca il commissariamento per rinviare le elezioni
9.1 export emilia romagna Export Food: record storico nel 2015
11.1 promozioni "vino" e partners

Cibus 50 13dic15-COP

 

Domenica, 13 Dicembre 2015 12:33

Migranti, hanno ragione gli “UEmanoidi”

Prossimamente l'Italia sarà sottoposta a una procedura di infrazione da parte della Commissione Europea per il mancato rispetto dei protocolli di identificazione dei profughi. 60.000 su 90.000 migranti entrati nel nostro Paese avrebbero rifiutato di farsi registrare le impronte digitali e noi, buonisti ipocriti e irresponsabili, abbiamo accettato il loro rifiuto. Accolti, coccolati e liberati magari con una paghetta.

di Lamberto Colla Parma, 13 dicembre 2015.
E' duro ammetterlo ma stavolta gli "UEmanoidi" di Bruxelles hanno ragione non solo per quanto riguarda il mancato rigore nell'applicazione di una norma di sicurezza, ma sopratutto perché è illogico e irresponsabile il comportamento dell'Italia tenuto nei confronti dei richiedenti asilo o presunti tali.

La Commissione Europea ha infatti adottato un procedimento di infrazione verso l'Italia e altri 4 paesi (Croazia, Grecia, Malta e Ungheria) per il mancato rispetto delle leggi inerenti al sistema europeo di asilo.
Al nostro paese, in particolare, viene contestato di non aver correttamente identificato i migranti arrivati o transitati sul suolo italiano tramite il foto segnalamento, di non aver preso cioè le impronte digitali.

Su questo punto il Viminale spiega di aver seguito "le procedure stabilite", sottolinea che "su 90 mila stranieri entrati nel nostro Paese, conosciamo l'identità di ben 60 mila" e si giustifica spiegando ancora una volta il problema di chi si rifiuta di lasciare le proprie impronte digitali. Queste persone, come accade anche in altri Paesi, al momento dell'identificazione tengono il pugno chiuso e i pubblici ufficiali sono "costretti a fermarsi per evitare che la situazione possa degenerare".
Questa la semplice, banale e infantile risposta dei nostri rappresentanti al Governo.

Questa è sicurezza?
La sicurezza nazionale e europea doveva avere precedenza assoluta sul diritto di privacy dei migranti. La foto-segnalazione e l'impronta digitale sono elementi indispensabili per l'identificazione certa della persona nell'interesse suo e nell'interesse dei cittadini europei che non gradiscono fallanze nei sistemi di sicurezza posti a barriera contro il terrorismo internazionale.
Nonostante si possa convenire che sia improbabile che i terroristi viaggino con i barconi degli scafisti, il riconoscimento certo di ogni individuo che entra sul suolo europeo eleva il livello di sicurezza generale.

Negligenza e discriminazione al contrario
Una negligenza inaccettabile quindi e una discriminazione al contrario, pure sessista e aggiungo generazionale.
Io, cittadino italiano e maschio over 50, ho dovuto acconsentire al prelevamento delle farmi impronte digitali nel momento della leva militare obbligatoria (solo per i maschi) e una seconda volta a seguito, dell'introduzione della Carta di Identità elettronica.
Loro invece, i migranti o profughi che siano, invece sono stati identificati "in fiducia" con improbabili documenti d'identità.
La fiducia, recitava un datato spot pubblicitario, è una cosa seria che si dà alle cose serie e, a quanto pare, noi nativi italiani non siamo seri. Potenziali evasori, potenziali delinquenti, potenziali mafiosi, buoni a niente salvo essere utili, anche in rigor mortis avanzato per porre le crocette il giorno delle elezioni che, mai come in quest'ultimo mezzo lustro, abbiamo tanto sperato.

Egregio Ministro Alfano questa volta ha toppato forte.
Ha lasciato aperta una falla pericolosissima. Auguriamoci che tra i 60.000 profughi non censiti e non perfettamente identificati non vi siano "Tagliagole" e "Kamikaze".
Se fossi in lei, Signor Ministro, invece di giustificarsi con scuse banali, adotterei misure speciali per recuperare il recuperabile, chiederei scusa invece di attendere dei ringraziamenti e infine, quatto quatto, me ne andrei magari chiedendo il trasferimento a un incarico di Governo meno impegnativo e più adatto a Lei se, proprio proprio, non volesse abbandonare uno scranno ministeriale.

Alfano Angelino-foto-ministeroInterno-oreste fiorenza-056


(Foto tratte da www.interno.gov.it)

Pubblicato in Politica Emilia

Francesca Gambarini, capogruppo di Forza Italia al Consiglio comunale di Fidenza commenta il brutale omicidio di Alessia della Pia, la 39enne parmigiana trovata morta davanti all'ingresso di casa, in via Bersaglieri. Il compagno, Mohamed Jella, già noto alle forze dell'ordine, da quel giorno si è dato alla fuga ed è ricercato in tutta Italia. -

Parma, 10 dicembre -

"L'uomo ricercato per il brutale omicidio di Alessia era stato espulso dall'Italia. Non doveva essere qui, ma, invece, c'era ed era un uomo libero, nonostante la lunga serie di precedenti penali. L'iter per mandarlo via dall'Italia si è arenato fra le pieghe della burocrazia italiana. I criminali devono andare via subito dall'Italia: vanno messi su un aereo e fatti ritornare nel loro Paese. Se la procedura di espulsione fosse stata più rapida e veloce, forse, Alessia non sarebbe morta. Ora si cerchi almeno di rimediare a questo buco nero della nostra legislazione: più controlli e più severi su chi arriva in Italia basati su norme chiare e precise dall'interpretazione univoca e espulsione immediata dei criminali stranieri. Vanno riportati nel loro Paese, senza perdersi in lunghe (e in questo caso anche dannose) procedure burocratiche".

Così Francesca Gambarini, capogruppo di Forza Italia al Consiglio comunale di Fidenza (Pr) commenta il brutale omicidio di Alessia Dellapia, avvenuto a Parma domenica scorsa, quando il corpo della donna è stato trovato riverso a terra pieno di ecchimosi, senza vita.
Il compagno, Mohamed Jella, tunisino nato l'8 agosto 1988 e già noto alle forze dell'ordine, da quel giorno si è dato alla fuga ed è ricercato in tutta Italia.

Pubblicato in Cronaca Parma

Cereali ancora statici. derivati del latte in pausa e primi segnali di ripresa per il Grana Padano. Bene l'incontro tra De Castro e Hogan. Boom per le bollicine. Latte, per Mercuri occorre lavorare sulle aggregazioni. Parmigiano Reggiano punta sulla qualità. Un macigno sulla fiducia appena riconquistata.

(in allegato il formato pdf scaricabile)

SOMMARIO Anno 14 - n° 48 29 novembre 2015
1.1 editoriale Un macigno sulla fiducia appena riconquistata
3.1 cereali Cereali, all'insegna della staticità.
4.1 Lattiero caseario Derivati del latte in pausa. Primi segnali di ripresa per il Grana Padano
5.1 vino e etichettatura Mercuri: bene incontro De Castro - Hogan
5.2 latte Mercuri: le misure placano la tempesta ma serve lavorare sulle aggregazioni
6.1 parmigiano reggiano Il Parmigiano Reggiano punta sempre più sulla qualità
6.2 vino E' boom per le bollicine
7.1 agromercati Ismea, Overview sui mercati.
8.1 mais e soia Mais e Soia dati previsionali novembre 2015
9.1 promozioni "vino" e partners

Cibus 48 2015 COP

Domenica, 29 Novembre 2015 11:51

Un macigno sulla fiducia appena riconquistata

Colpo di scena, siamo ancora in stato di crisi. Dalla fiducia alle stelle, come non si registrava dal 2007, al tonfo dell'export che su base annua cala del 4,5%. Nell'arco di trenta giorni tutto è cambiato?

di Lamberto Colla - Parma, 29 novembre 2015 -
Dalle stelle alle stalle o meglio dalla realtà virtuale alla cruda realtà. La positività dei dati fatti segnare dall'Italia hanno concesso giusto il tempo di approvare la manovra finanziaria del Governo, messo alle strette dalla faccenda romana di mafia capitale oltre che dal contenzioso , tutto interno al PD, innescata dall'ex Sindaco Marino.
Una manovra edulcorata dunque, quasi propagandistica, e sostenuta dall'enfatizzazione, quasi imbarazzante, dei lievi segnali di ripresa economica.
Ma da lì a cantare vittoria di acqua sotto i ponti ce ne deve passare.

"L'ITALIA CI CREDE", gridava Renzi soltanto lo scorso 28 ottobre dopo la pubblicazione dei dati sulla fiducia dei consumatori e delle imprese resi noti dall'Istat
«Se avete le notizie di oggi dall'Italia - spiegava Renzi parlando a Cuba -, stiamo registrando per la prima volta dopo molti anni un cambiamento di clima profondo». Per il premier dunque «siamo tornati ai livelli pre-crisi. L'Italia ci crede».
Addirittura, uno dei tre carnefici istituzionali (Troika), il FMI (Fondo Monetario Internazionale), ai primi giorni di novembre venne in soccorso della politica economica renziana .
"Fmi alza stime pil Italia: +1,3% nel 2016.
Il Fondo monetario internazionale ritocca al rialzo le stime per l'Italia che sperimenta una «crescita più forte del previsto», scriveva "Il Messaggero". Il pil crescerà quest'anno dello 0,8% (0,1 punti percentuali in più rispetto alle stime precedenti), per poi accelerare a +1,3% nel 2016 (+0,1 punti percentuali) dopo una contrazione dello 0,4% nel 2014. addirittura si arrivò a affermare che «L'Italia può fare di più e in termini di crescita è di sicuro possibile che possa fare come o meglio della Germania», come auspicato dal premier Matteo Renzi, afferma Thomas Helbling del dipartimento economico del Fmi.

A leggere i giornali sembrava di vivere il secondo miracolo italiano dopo quello degli anni '60 del secolo scorso.

Roba da non credere. Eppure erano ben poche le voci fuori dal coro. E' difficile pensare a una ripresa economica con dati, per quanto positivi fossero, pur sempre inconsistenti in termini assoluti (si parla dello 0,1%, dell'1,3% ottimistico). Incrementi pressoché inutili a contrastare 8 anni di crisi che hanno schiacciato e alienato migliaia di imprese manifatturiere, la spina dorsale della nostra economia, ma lasciato intatto l'apparato burocratico - amministrativo statale.
Noi, da subito, ci eravamo esposti a sostenere, sin dai primi momenti in cui i toni trionfalistici correvano in ogni dove, dalla carta stampata al soldo del regime, ai social media che cinguettavano come pappagalli i più ottimistici titoli, l'inconsistenza della ripresa.

"La ripresa per i fondelli" titolavamo il 13 settembre scorso. Non un atto di opposizione, per partito preso, a Renzi ma solo il tentativo di attenuare il processo di affrancamento di una realtà distorta. Una cura palliativa, prevalentemente determinata da fattori esterni all'Italia, spacciata per effetto di un programma e di una azione governativa.

Con gli ultimi dati diffusi sull'export, molto probabilmente, qualche correttivo verrà introdotto e il clima del terrore verrà in sostegno a giustificare delle operazioni straordinarie.

L'emergenza terrorismo, cade perciò a fagiolo. E' da scommettere che sarà la causa principale per l'aggiustamento della manovra finanziaria e causa prima della ripresa economica mancata. Niente ripresa, niente risorse. Ma da qualche parte, per fare "mal funzionare" questo apparato borbonico, occorrerà pur tirarle fuori da qualche parte.
Certamente, l'effetto terrorismo, influirà sui dati economici, non sarà determinante ma pur sempre una giustificazione assai appetibile per introdurre le solite manovre di "emergenza", quelle che rastrellano nel breve periodo rimandando nuovamente quelle operazioni controproducenti al consenso politico.

Così sarà più facile tornare a ripristinare l'aumento dell'Iva, momentaneamente traslato di un anno, piuttosto che intervenire seriamente sulla "Spending Review", sui privilegi dei parlamentari e dell'esercito dei consiglieri regionali nonché dei consiglieri di amministrazione di centinaia e centinaia di Enti Inutili e così via.
No, su costoro non si riesce a intervenire perché sono i gangli nevralgici sui quali si impernia la raccolta del consenso elettorale, i portatori certi d'acqua al mulino del partito.
I dati diffusi in questi giorni indicano che le vendite dei prodotti italiani fuori dai confini dell'Unione sono in fortissimo calo. Secondo l'Istat negli ultimi tre mesi la dinamica è stata "ampiamente negativa": -5,8% per effetto del rallentamento dei Paesi emergenti e in particolare della Cina.

Ma se non tira l'export come potrà esserci ripresa se dal mercato interno non si muove nulla?
Un nuovo allarme lo lancia lo stesso Presidente di Confindustria, come riportato dal Sole 24 ore del 25 novembre, il quale conferma la difficoltà ad agganciare la ripresa e che occorre fare le riforme. "Perché mancano i consumi interni", rimarca Squinzi e comunque "dato che quel poco di ripresa che abbiamo è dovuto anche a fattori esterni come cambio, prezzo del petrolio e quantitative easing, quello di cui abbiamo bisogno per agganciare una ripresa forte - spiega Squinzi - sono le riforme interne, bisogna assolutamente mettere mano con determinazione alle riforme interne, non solo annunciarle ma anche realizzarle compiutamente".

La crisi del lavoro e dei consumi non possono che peggiorare se gli ordinativi industriali diminuiranno e sarà ancor peggio se dovesse tornare la voglia irrefrenabile di alzare l'aliquota iva.

Il canto delle sirene. Quei 3,5 punti in più che furono promessi alla Commissione Europea e che Renzi, grazie a fattori esterni positivi, è riuscito a spostare nel tempo potrebbero ben presto tornare di moda. Una spada di "Damocle", sempre pendente sulle nostre teste.
Se così sarà, i consumi subiranno una nuova frenata, il lavoro diminuirà e conseguentemente la disoccupazione tornerà a crescere. Un cane che si morde la coda, una spirale dalla quale sarà sempre più difficile uscire.

Caro Matteo Renzi, se tieni veramente all'Italia entra a piè pari sulle riforme e sulla spesa dello Stato, sugli Enti inutili e sui privilegi diffusi.
Riporta la Politica a dialogare con la società e che dalla società, dalle piccole o grandi aspettative di ciascuno prenda spunto per adeguare le azioni a breve e a lungo periodo.
Giusto, per carità, trasmettere ottimismo ma altrettanto giusto avviare un processo di equità.
Non si pretende la perfezione ma almeno segnali concreti che una nuova stagione, quella renziana della concretezza e non dell'annuncio, si è affacciata finalmente sulla bell'Italia.
Forza e coraggio, sei giovane e puoi azzardare!

Matteo renzi Mo
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Pubblicato in Politica Emilia
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