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Domenica, 29 Marzo 2015 09:07

Crollo dell'export verso la Russia


Le esportazioni di prodotti Made in Italy in Russia sono crollate del 29 per cento nel mese di febbraio, per una perdita di circa 236 milioni di euro.

Roma 25 marzo 2015 - E' quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat sul commercio extra Ue. Dai dati è evidente – precisa la Coldiretti - che le tensioni politiche hanno avuto riflessi anche sugli scambi non colpiti direttamente dall'embargo, ma particolarmente significativi per l'Italia. Resta pesante - sottolinea la Coldiretti - il bilancio per i prodotti interessati direttamente dal blocco scattato dal 7 agosto che ha sancito il divieto all'ingresso di una lista di prodotti agroalimentari che comprende frutta e verdura, formaggi, carne e salumi, ma anche pesce.

Ai danni diretti – evidenzia la Coldiretti – vanno aggiunti quelli indiretti determinati dalla diffusione sul mercato russo di imitazioni low cost dei prodotti italiani che rischiano di scalfire l'immagine dei prodotti originali nel tempo, dal parmesan al provolone, dalla mozzarella al salame. Lo stop alle importazioni di frutta, verdura, salumi e formaggi dall'Italia ha infatti provocato in Russia - ricorda la Coldiretti - un vero boom nella produzione locale di prodotti Made in Italy taroccati, dal salame Italia alla mozzarella "Casa Italia", dall'insalata "Buona Italia" alla Robiola Unagrande, ma anche la mortadella Milano o il parmesan Pirpacchi tutti rigorosamente realizzati nel Paese di Putin.
Solo nel 2014, tra embargo e tensioni politiche, l'Italia – conclude la Coldiretti - ha perso oltre 1,25 miliardi di export in Russia, con un crollo dell'11,6 per cento rispetto all'anno precedente.

(fonte coldiretti)

Il gruppo Alce Nero chiude il 2014 con 54,5 milioni di euro di fatturato, con un sensibile incremento del marchio tutto italiano. -

Parma, 28 marzo 2015 -

L'azienda bolognese ormai conosciutissima per i suoi alimenti biologici alla portata di tutti perché si trovano anche nelle grandi distribuzioni ha registrato un considerevole incremento del fatturato: 26% rispetto all'esercizio precedente.
Per il nono anno consecutivo, infatti, Alce Nero S.p.A. segnala parametri di consistente sviluppo. Il gruppo di più di mille agricoltori e apicoltori biologici, in Italia e nel mondo, con sede a Monterenzio, Bologna, annuncia di aver chiuso l'esercizio fiscale 2014 con un fatturato consolidato di 54,5 milioni di euro, in crescita dell'8% rispetto all'esercizio fiscale precedente.
La considerevole crescita è stata trainata, in particolare, dalle ottime performance del brand Alce Nero, che negli ultimi mesi ha raggiunto picchi di crescita del 40%, con un fatturato che si attesta a 36,4 milioni di euro, il 26% in più rispetto all'anno precedente. Il marchio Alce Nero rappresenta oggi il 67% del fatturato globale del gruppo con una previsione di raggiungere l'80% nel 2015.

Tra i prodotti che hanno trainato l'incremento di fatturato da segnalare in particolare la nuova linea per bambini da zero a tre anni Alce Nero Baby, ma anche le passate, le polpe e i sughi di pomodoro bio, così come i frollini totalmente privi di olio di palma, le composte, i mieli e i legumi lessati.

"Siamo molto soddisfatti dei risultati raggiunti e ci proponiamo di continuare nel trend di crescita. Per il marchio Alce Nero l'obiettivo minimo del 2015 è di raggiungere un ulteriore incremento 12%. Questo nonostante la prima parte dell'anno sia risultata particolarmente complessa sul fronte della disponibilità di materia prima biologica, in particolare olio, farro e miele, a causa degli scarsi raccolti del 2014", ha dichiarato Massimo Monti, Amministratore Delegato Alce Nero.

"La crescita di Alce Nero è per noi una conferma: il biologico è l'agricoltura del domani. L'abbandono dei pesticidi che sterminano le api, degli erbicidi che essiccano il terreno e dei petro-fertilizzanti che rinforzano i prodotti agricoli e inquinano è l'unica scelta possibile. Il biologico è prospettiva, identità e salubrità, mestieri nuovi che appassionano. È ristabilire una relazione fra chi produce e chi utilizza, fra campagna e città, fra rispetto ambientale e cibo sano.
Il biologico è conoscenza e partecipazione. È scambio. Per questo cresce ed è destinato a mandare nella nicchia il cibo sconosciuto, che non ha nome né origine, che non costruisce fiducia e benessere", ha aggiunto Lucio Cavazzoni, Presidente Alce Nero.

Pubblicato in Agroalimentare Emilia
Venerdì, 27 Marzo 2015 13:38

Ecco come ti trasformo lo spumante.

L'Emilia è diventata terra di spumanti ad alto impatto gusto-olfattivo. Grazie a particolari sperimentazioni non ha nulla da invidiare alle più note cantine italiane e francesi. -

Modena, 27 marzo 2015 - 

Nasce il Lambrusco spumante 2011 metodo classico 30 mesi nelle versioni Brut e Pas Dosé.
Il riscontro continua ad essere incoraggiante anche per il lambrusco a rifermentazione Ancestrale 2012, un omaggio alla tradizione enologica.
Queste etichette, prodotto della sperimentazione e della ricerca dell'eccellenza da parte della famiglia Giacobazzi, sono disponibili in degustazione presso il Wine Shop e il "Museo del Vino e della Civiltà Contadina" a Nonantola (MO), una delle tappe del tour "Discover Ferrari & Pavarotti Land" organizzato dal Casa del Cavallino Rampante nel periodo dell'EXPO 2015.

Le due novità sono state presentate nei giorni scorsi a Verona, al Vinitaly e hanno incontrato sia il gusto di chi è legato ai vini della tradizione sia quello di chi cerca nuove esperienze gusto-olfattive. Il Lambrusco Spumante 2011 Metodo Classico 30 mesi nelle versioni Brut e Pas Dosé hanno infatti declinato ognuno a proprio modo i sapori e i profumi di una terra da sempre vocata alla produzione di eccellenze. Uve Sorbara in purezza vinificate in bianco e rifermentate naturalmente in bottiglia secondo il Metodo Classico per le due versioni dello Spumante vendemmia 2011. Due produzioni a tiratura limitata, che escono sul mercato dopo aver riposato sui loro lieviti per 30 mesi durante i quali hanno sviluppato caratteristiche uniche.

Ottimo riscontro anche per il Lambrusco a rifermentazione Ancestrale 2012 che, ottenuto seguendo l'antica tecnica di spumantizzazione con rifermentazione naturale in bottiglia grazie ai propri zuccheri residui, si presenta come un omaggio alla storia enologica della sua terra.

Metodo-Classico-30-mesi pas-dose brut-e-Ancestrale rid interna

Le tre etichette, prodotto della sperimentazione e della ricerca dell'eccellenza da parte della famiglia Giacobazzi, sono disponibili in degustazione e in vendita presso il Wine Shop e il "Museo del Vino e della Civiltà Contadina" a Nonantola (MO). Proprio per la capacità di produrre vini straordinari e per il suo impegno a mantenere viva la memoria della tradizione, Gavioli Antica Cantina è stata scelta dalla Ferrari tra le realtà di eccellenza nel panorama modenese per il "Discover Ferrari & Pavarotti Land".

Il tour per tutto il periodo dell'EXPO 2015 condurrà i partecipanti alla scoperta del cuore della terra del Cavallino Rampante: terra del mito del Made in Italy e del gusto, di auto leggendarie e di una indiscussa tradizione eno-gastronomica, di cui il Lambrusco è tra i protagonisti assoluti.

Pubblicato in Agroalimentare Modena

Perquisizioni in alcuni caseifici e magazzini di stoccaggio di formaggio Dop. Il presidente della Cia di Reggio Emilia chiede un ulteriore rafforzamento dei controlli -

Reggio Emilia, 26 marzo 2015 -

"Fa davvero sensazione l'operazione che i Nac di Parma ed i Carabinieri di Reggio hanno effettuato nella giornata di ieri" - questo il commento del presidente Antenore Cervi, della Cia di Reggio Emilia, in merito alle perquisizioni che hanno interessato alcuni caseifici e magazzini di stoccaggio di formaggio Dop - Parmigiano Reggiano e Grana Padano - situati in alcune province di Emilia-Romagna e Lombardia, su disposizioni della Procura di Reggio.

"Un plauso all'operazione ed all'effettuazione di ogni controllo; in un sistema che fa della qualità e del rispetto di determinati standard produttivi il proprio segno distintivo, non ci possono essere sconti per nessuno". - prosegue la nota.

"Qualora dalle indagini uscissero confermate le ipotesi 'truffaldine' – afferma Cervi-, chi ne fosse colpevole dovrebbe essere espulso dal settore e messo nell'impossibilità di reiterare comportamenti lesivi del nome e dell'immagine di un prodotto che viene definito Re dei formaggi. A questo proposito, riteniamo che il Consorzio di tutela del nostro formaggio, proprio in funzione della salvaguardia dell'immagine, in caso di dimostrata colpevolezza dovrebbe rivalersi per risarcire il danno che una vicenda come questa può arrecare alla reputazione di prodotti che si fregiano del marchio Dop".

"Operazioni come quella in corso – prosegue Cervi – ed un più accurato e puntuale lavoro di sorveglianza e controllo, devono tutelare i produttori onesti e rigorosi da episodi di competizione sleale".
"Il nostro punto di vista – conclude Cervi – è che si deve rafforzare ulteriormente l'attività dell'Organismo di controllo sui nostri formaggi di qualità, essendo questo il primo e più importante livello di verifica della conformità alle leggi ed ai disciplinari. Questi controlli vanno quindi estesi e resi sempre più seri e rigidi".

Pubblicato in Cronaca Reggio Emilia
Giovedì, 26 Marzo 2015 11:59

Agroalimentare: il successo è di famiglia

Presentati presso la sede centrale di Barilla a Parma i risultati della sesta rilevazione annuale dell'Osservatorio AUB (Aidaf, UniCredit, e Bocconi) -

Parma, 26 marzo 2015 -

•Con un fatturato di 133 miliardi di euro e 1,3 milioni di occupati, il comparto alimentare consolida il suo ruolo di seconda industria manifatturiera in Italia dopo quella metalmeccanica
•Il 67,7% delle aziende agro-alimentari (270) di medie e grandi dimensioni è caratterizzato da una proprietà a controllo familiare, un'incidenza superiore a quella del complesso di imprese familiari rilevato (58%)
•Emilia Romagna leader: 42 dei 234 gruppi di aziende familiari alimentari di medie e grandi dimensioni (pari al 17,9%) analizzati dall'Osservatorio AUB risiedono nella regione e realizzano oltre 10,4 miliardi di fatturato.

La tradizione è il piatto forte. L'innovazione, l'internazionalizzazione e l'evoluzione verso modelli di leadership più strutturati sono gli ingredienti fondamentali per una ricetta di successo. E il business di qualità è servito grazie alle aziende familiari del comparto alimentare, sulle quali si è concentrato l'Osservatorio AUB promosso da AIdAF (Associazione Italiana Aziende Familiari), dal gruppo UniCredit, dalla Cattedra AIdAF - EY di Strategia delle aziende familiari dell'Università Bocconi e dalla Camera di Commercio di Milano, giunto alla sesta rilevazione annuale. Prosegue così il monitoraggio delle strutture, delle dinamiche e delle performance di tutte le aziende familiari italiane con ricavi superiori a 50 milioni di euro.

Con un fatturato di 133 miliardi di euro e 1,3 milioni di occupati, il comparto alimentare consolida il suo ruolo di seconda industria manifatturiera in Italia dopo quella metalmeccanica. Il 67,7% delle aziende agro-alimentari di medie e grandi dimensioni (270) è caratterizzato da una proprietà a controllo familiare, un'incidenza superiore a quella del complesso di imprese familiari rilevato dall'Osservatorio AUB (58%).

Nel corso dell'incontro, organizzato presso la sede della Barilla a Parma, il professor Guido Corbetta, cattedra AIdAF-EY-Università Bocconi, ha illustrato i risultati della ricerca. Subito dopo Paolo Morosetti (SDA Bocconi) ha moderato la tavola rotonda, cui hanno preso parte: Paolo Barilla, Vice Presidente Barilla e Barilla Center for Food and Nutrition Foundation; Marco Lavazza, Vice Presidente Lavazza; Giuseppina Sassi, Export Manager Sassi; Paolo Coppini, Export Manager Americo Coppini; Gabriele Piccini, Country Chairman Italy UniCredit; Elena Zambon, Presidente AIdAF; Marco Grazioli, Presidente The European House Ambrosetti e Dario Prunotto – Responsabile Private Banking Italy Network UniCredit.

L'identikit delle imprese familiari dell'agroalimentare tracciato dall'Osservatorio AUB è quello di aziende longeve, il cui controllo è tenuto ben saldo dai membri della famiglia, che sono soliti "tramandare la ricetta" di padre in figlio e che presidiano i ruoli di vertice in azienda. Dall'analisi emergono anche alcune possibili indicazioni per proseguire sulla strada del successo: evoluzione della leadership, innovazione ed export in primo piano.

Il Comparto alimentare – uno sguardo di insieme

In termini di valore aggiunto, il peso del comparto agro-alimentare è pari al 4% del Pil (2,1% dell'agricoltura e 1,9% dell'industria alimentare). Concentrando l'attenzione sulle aziende di medie e grandi dimensioni, sono state identificate 399 aziende alimentari con un fatturato superiore a 50 milioni di euro nel 2012, che costituiscono un campione abbastanza rappresentativo del comparto alimentare (generano circa il 60% del fatturato dell'intero comparto).
L'Emilia Romagna si conferma una regione in cui il comparto alimentare è molto importante: 42 dei 234 gruppi di aziende familiari alimentari di medie e grandi dimensioni analizzate dall'Osservatorio (il 17,9%) risiedono sul territorio e realizzano oltre 10,4 miliardi di fatturato. Il fatturato medio di tali aziende è di 248 milioni di euro ed è superiore alla media nazionale delle altre aziende familiari attive nell'alimentare (205 milioni).

Le aziende familiari del settore alimentare

Tornando allo scenario nazionale, le aziende alimentari sono state suddivise in cinque settori: bevande, caseario, dolciario, conserviero, alimentari diverse (es. lavorazione e conservazione di carni). Dall'indagine si registra una presenza dominante (68,8%) di aziende familiari con oltre 25 anni di età. Il capitale di tre aziende su quattro (78,9%) è ancora nelle mani della famiglia proprietaria. Nell'industria alimentare si riscontra la tendenza a tramandare la "ricetta" di padre in figlio: circa il 30% delle aziende è di prima generazione e il 6,8% ha superato la terza generazione. Il 76,8% delle aziende ha un leader familiare al comando.
La tendenza a salvaguardare il rispetto dei valori legati alla storia e alla tradizione si riflette anche nella composizione del Consiglio di Amministrazione, in larga misura presidiato da membri appartenenti alla famiglia. Ulteriori analisi mostrano, però, come siano proprio le aziende caratterizzate da una maggiore apertura verso l'esterno ad avere performance superiori. La stretta relazione tra famiglia e impresa non ha impedito un'evoluzione della governance, tanto che le aziende dell'alimentare si sono orientate negli ultimi anni verso modelli di vertice più complessi: il 46,9% delle aziende risulta guidato nell'ultimo anno da un team di Amministratori Delegati (vs. il 33,7% di 10 anni prima) e l'11,4% da un Amministratore Unico (vs. il 20,4% di 10 anni prima).

Performance economico-finanziarie sostenute dall'export

La crisi economica sta ponendo a dura prova l'intero sistema manifatturiero nazionale. In questo scenario, l'industria alimentare ha mostrato dinamiche premianti rispetto all'economia del Paese. Ciò nonostante a partire dal 2010 i consumi alimentari hanno cominciato a mostrare una notevole elasticità al reddito dei consumatori e si è assistito a un cambiamento più profondo degli stili di consumo, sempre più orientati verso una spesa low cost. In questo contesto, un importante effetto di traino lo ha avuto l'export (+4,7% nel 2013), che è riuscito a bilanciare il calo dei consumi nazionali.

I dati dell'Osservatorio AUB sulle aziende familiari italiane e su quelle del comparto alimentare attive in Italia e Emilia Romagna

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QUOTES

PAOLO BARILLA, Vice Presidente Barilla e Barilla Center for Food and Nutrition Foundation
"Le aziende di famiglia consentono di ragionare su orizzonti di lungo periodo, senza doversi preoccupare sempre e soltanto di realizzare un profitto nel breve termine. Guardando al lungo termine, anche nei momenti di difficoltà della congiuntura, consentono di non dover compromettere mai sugli elementi di successo di un'impresa: la qualità dei prodotti, l'etica e la condivisione con la comunità".

GUIDO CORBETTA, Cattedra AldAF-EY, Università Bocconi
"Dai risultati del focus dell'Osservatorio AUB – ha commentato Guido Corbetta, titolare della cattedra AIdAF-EY di Strategia delle Aziende Familiari dell'università Bocconi - emerge come la crisi della domanda interna imponga un cambiamento delle scelte strategiche anche nell'industria alimentare. Diventerà sempre più vitale per le aziende familiari dotarsi delle competenze manageriali e delle risorse finanziarie di lungo termine per accelerare i processi di acquisizione e di internazionalizzazione. La capacità di cogliere con tempestività le opportunità di crescita di un mercato sempre più globale e di realizzare progetti strategici di sviluppo all'estero rappresentano sempre più un vantaggio competitivo, in particolare per le aziende di questo comparto".

MARCO LAVAZZA, Vice Presidente Lavazza
"La ricetta vincente da tramandare da una generazione all'altra, in un'azienda familiare, è quella di diventare i massimi conoscitori di una materia e continuare sempre a studiarla, secondo un buon mix di tradizione e innovazione. Alla difesa del patrimonio, dei valori familiari e dell'equilibrio economico della propria impresa si aggiunge però il dovere di guardare avanti, di scommettere sul futuro aprendosi agli stimoli esterni provenienti dal mercato, dai consumatori e dal contesto economico globale"

GABRIELE PICCINI, Country Chairman Italy UniCredit
"Il settore alimentare– ha sottolineato Gabriele Piccini, Country Chairman Italy di UniCredit –rappresenta sicuramente uno dei fiori all'occhiello del nostro Made in Italy. Un settore che pesa, per valore aggiunto, il 4% del PIL. Come emerso dal focus AUB, il 69% delle aziende del settore è caratterizzato da una proprietà familiare ed emerge il forte rapporto tra la famiglia stessa, la propria azienda ed il territorio di riferimento. Ora è importante che le aziende di questo comparto sappiano cogliere le sfide che le attendono.
Internazionalizzazione e crescita per linee esterne sono due strategie chiave per il loro sviluppo. Due momenti di svolta e importanti nella vita d'impresa nei quali UniCredit vuole esserci come partner competente e di fiducia.
Siamo vicini alle nostre imprese, non solo attraverso la concessione del credito, ma anche con servizi a valore aggiunto di advisory per operazioni di M&A, di supporto nell'identificazione dei paesi nei quali esportare e nella ricerca di controparti con cui realizzare nuovi affari. Ci siamo anche nel momento di discontinuità più importante, il passaggio generazionale, con un supporto professionale di prim'ordine".

ELENA ZAMBON, Presidente AIdAF
"Nell'anno dell'Expo dedicato all'alimentazione – ha commentato Elena Zambon, Presidente AIdAF - un'analisi delle aziende familiari italiane che operano nel comparto alimentare è decisamente una base forte su cui costruire riflessioni per il futuro del nostro Paese. Se da un lato questo settore si conferma al secondo posto in Italia per fatturato e con una presenza molto rilevante in Emilia Romagna, dall'altro necessita di una forte accelerazione verso i mercati internazionali, per affermare una qualità italiana che si caratterizza soprattutto nell'alimentazione sana. Solo così è possibile favorire la crescita dimensionale delle nostre aziende che, grazie a manager validi, professionalmente molto preparati e dotati di visione internazionale, valorizzino il modello e lo stile delle imprese familiari italiane anche fuori dai nostri confini".

(Fonte: ufficio stampa UniCredit)

 

Ricco calendario di eventi a Modena in occasione di Expo 2015. Occasioni culturali, conferenze, fiere, mostre, eventi sportivi e festival -

Modena 25 Marzo 2015 -

Anche Modena ha in programma un ricco calendario di iniziative in occasione di Expo 2015. Un progetto dal titolo "Expo 2015. Modena dove tutto diventa arte" che prevede occasioni culturali, conferenze, fiere, mostre, eventi sportivi e festival che animeranno la città nei giorni dell'esposizione milanese. Prima fra tutte la "Discover Ferrari & Pavarotti Land", ovvero un affascinante itinerario alla scoperta dei tesori del territorio modenese, in un viaggio che lega i due Musei Ferrari di Modena e Maranello con luoghi d'arte ed aziende produttrici di tipicità gastronomiche ed eccellenze tecnologiche.

Il mito di Pavarotti verrà anche celebrato in due serate evento: "Modena con Pavarotti nel cuore" il 6 settembre, giorno della sua morte, e "Omaggio a Pavarotti nell'80° anniversario della nascita" il 12 ottobre.
Dal 9 maggio al 22 settembre, all'interno della Palazzina Vigarani e dei giardini pubblici, avranno luogo i "Giardini del gusto e delle arti", un'esposizione di opere d'arte e prodotti tipici, incontri con numerosi chef stellati, artisti, musicisti, scrittori e giornalisti del panorama locale, nazionale ed internazionale.

Pubblicato in Cronaca Modena

Curiosando nei padiglioni di Vinitaly, tra 576.000 vuoti di bottiglie stappate e inventori di wine addicted...-

Parma, 25 marzo 2015 - di Alessandra Ardito - in galleria tutte le foto di Vinitaly -

Non sono il risultato indotto da un culto bacchico globale, come potrebbe apparire visto le ben 576.000 bottiglie stappate al Vinitaly, bensì le idee bizzarre proposte a Veronafiere sono il frutto di attenta ricerca e lungo studio.
In fondo, hanno una loro ragione d'essere e, sicuramente, hanno destato tantissima curiosità.

foto 2rid

Eccone dieci, quelle che ci sono apparse le più originali.

1) Perché nel vino ci sono anche sostanze di origine animale? Se è vero che i vini biologici e artigianali sono ormai diventati "normali", ci pensano i primi produttori di vini vegan a fare notizia. Si tratta di vini ottenuti senza sostanze di origine animale, proposti a Vinitaly da 35 cantine, destinati a una nicchia di mercato di 800.000 vegani in Italia, ma che possono interessare 4 milioni di vegetariani.


2) Dormire in una botte – non di ferro, per carità! – deve essere davvero rassicurante...l'esperienza si può fare in una barrique abitale, una micro-suite con tutti i comfort e gli optional, per trascorrere una notte tra i filari dentro una botte ( www.alberiecase.it ).

slide-barrique rid

3) ...e la bottiglia di Pinocchio...Restando in tema, c'è anche la barrique in bottiglia, la "Pinocchio Barrique Bottle", una bottiglia in legno di quercia per replicare gli effetti dell'invecchiamento in botte direttamente a casa; il progetto è in cerca di finanziamenti su Kickstarter"; www.kickstarter.com 

4) L'autovelox 'bastardo'. Dal sogno degli eno appassionati a quello dei tutori della sicurezza, la Military University of Technology di Varsavia ha progettato un autovelox che misura anche il tasso alcolico, con un laser che attraversa l'abitacolo della vettura e calcola la densità delle molecole d'alcol emesse dai polmoni del conducente ( www.wat.edu.pl ).

5) Il carretto passava e quell'uomo gridava....A riportare il vino in strada tra la gente, invece, è un food truck che è possibile incontrare per lo più ad eventi di street food in Italia, ribatezzato "Car-à-vin Street Wine". Si tratta di un wine bar itinerante su quattro ruote che offre in degustazione etichette di qualità a prezzi contenuti ( www.coravin.it ).

Car-a-vin Street Wine rid

6) Reality in più reality in meno...A proposito di popolarità, se in Usa i talent show enoici sono già da tempo realtà ( www.winewarriors.com ), in Italia anche una emittente nazionale ne ha in mente uno per aspiranti sommelier dal titolo "Un'ottima annata".

7) Perché anche l'uva necessita di crema solare. Arriva invece dall'Australia la crema solare per acini d'uva. Nella Tyrrell's Wines (www.tyrrells.com.au ), nella Hunter Valley, quando il sole picchia più forte, i grappoli vengono ricoperti con uno strato di caolinite capace di assorbire i raggi Uv, per evitare che le uve si scottino.

8) Per i malati di eno-accessori: da aggiungere alla propria collezione c'è "Horn", il primo decanter musicale al mondo, che è anche uno strumento sonoro. Per mescere senza stappare la bottiglia c'è invece Coravin, l'innovativo sistema che oltre a non togliere il tappo preserva l'invecchiamento del vino che rimane in bottiglia. Ed è possibile vederlo ad Enolitech, il Salone delle attrezzature per la filiera vinicola e olearia che si svolge in contemporanea con Vinitaly.


9) Tra una bollicina e un bordeaux giochiamo a "Monopoly de la France viticole". Vera novità per autentici wine lover ti fa essere proprietario virtuale di vigneti nientemeno che in Francia, dalla Champagne a Bordeaux, dalla Borgogna alla Vallée du Rhône.

10) L'abito diVino. Due, invece, gli oggetti cult da indossare: la camicia di jeans tinta con il vino firmata Robert Mondavi Winery, azienda leader della Napa Valley ( www.robertmondaviwinery.com ), e gli occhiali da sole in legno di barrique esauste, in cui sono stati affinati Franciacorta e Brunello, e che ne diventano la montatura ( www.barriqueeyewear.it ). Da abbinare con le francesine tinte a mano con vinacce e invecchiate, limited edition, nessuna uguale all'altra e confezionate con una Magnum di Guado al Tasso 2011 di Marchesi Antinori.

Pubblicato in Cultura Emilia

A Milano cede leggermente solo la crema a uso alimentare.

di Virgilio, 25 marzo 2015 -

LATTE SPOT Il debole rimbalzo registrato nella scorsa settimana non ha avuto seguito nella tredicesima dell'anno. Alla borsa merci di Verona sono stati confermati i prezzi sia del latte crudo spot nazionale (36,90-37,12€/100 litri di latte), sia del latte intero spot pastorizzato di provenienza estera (33,51 e 34,54€/100 litri di latte).

BURRO E PANNA Per la terza settimana consecutiva i listini del burro si mantengono saldi alla quotazione del 2 marzo scorso. Nello specifico il burro CEE replica i 3,10€/kg, 3,30€/kg per il burro di centrifuga, 2,30€/kg per il pastorizzato e 2,10 per lo zangolato.
Fermo a 1,70€/kg anche il burro zangolato quotato a Parma.
Ha ripreso, invece, a retrocedere il listino della crema a uso alimentare cedendo sulla piazza di milano 4 centesimi (1,62 €/kg). Tra 1,60 e 1,65€/kg la panna a uso alimentare veronese che , al contrario, ha mantenuto le quotazioni della precedente ottava.

GRANA PADANO Listini ancora perfettamente in linea con le quotazioni delle precedenti settimane. Nessuna variazione registrata alla borsa Milano. Tra 6,35 e 6,45€/kg il prezzo all'ingrosso del 9 mesi di stagionatura e tra 7,05 e 7,70€/kg l'intervallo di prezzo relativamente al 15 mesi e oltre di stagionatura.

PARMIGIANO REGGIANO Sono 15 i centesimi recuperati dal Parmigiano Reggiano "fresco" da inizio d'anno. I listini della prestigiosa DOP, nella 12esima settimana, si sono perciò arrestati tra 7,45 e 7,85 €/kg relativamente al 12 mesi di stagionatura. Stabili, da otto settimane i listini del "parmigiano" di 24 mesi d'invecchiamento che conferma le quotazioni comprese tra 8,75 e 9,10€/kg.

 

GP cibus PRRE cibus

Pubblicato in Agroalimentare Emilia

Bene l'Europa, giù la Russia. L'azienda di Torgiano (PG) cresce in doppia cifra sul mercato interno e conferma il trend positivo sulle importanti piazze di Germania (+8%), Danimarca, Giappone e Stati Uniti. -

Parma, 24 marzo 2015 -

Cambia la geografia delle vendite delle Cantine Lungarotti e migliora la performance del vino bandiera dell'azienda: il Rubesco. È la sintesi 2014 dell'azienda di Torgiano (PG) che cresce in doppia cifra sul mercato interno (+10% in valore contro +3,6% del 2013) e conferma il trend positivo sulle importanti piazze di Germania (+8%), Danimarca, Giappone e Stati Uniti. Ma la buona annata è segnata soprattutto dalla performance del Rubesco, che si attesta a circa il 20% delle vendite italiane, sbanca in Danimarca (80% delle vendite Lungarotti) e vola in Francia, con un +35% sull'anno precedente. Bene anche i numeri del Rubesco Riserva Vigna Monticchio che, se da una parte sconta non poco la crisi russa, dall'altra guadagna in 2 mercati chiave: Germania (+8%) e Danimarca (+36%).

"La Russia - ha detto l'amministratore unico, Chiara Lungarotti - era e resta un mercato importante per il nostro vino di punta, perciò speriamo che l'impasse congiunturale possa risolversi in breve tempo. Detto questo, siamo tornati in doppia cifra sul mercato interno e questo è un fondamento importante, raggiunto anche grazie al successo del nuovo progetto territoriale denominato "L'U", nella versione Rosso a base di Sangiovese e Merlot e in quella di Bianco, ottenuto da uve Vermentino e Chardonnay".

Complessivamente i vini delle Cantine Giorgio Lungarotti - esportati in 50 Paesi - presentano 28 etichette (2,4mln di bottiglie all'anno) prodotte nei 250 ettari delle tenute di Torgiano e Montefalco. L'azienda è attiva su tutta la filiera del vino e dell'agroalimentare, con produzioni di olio, condimento balsamico e confetture. Particolare impegno del gruppo anche in campo turistico-culturale, con la Fondazione Lungarotti e i suoi Musei dell'Olio e del Vino (definito "il migliore in Italia" dal NY Times), il resort Le Tre Vaselle - un relais di lusso con Spa dedicata alla vinoterapia - e i 12 appartamenti dell'agriturismo Poggio alle vigne. Nel suo complesso il gruppo ha realizzato un fatturato di 11,4 milioni di euro.

(Fonte: Ufficio Stampa Gruppo Lungarotti)

49° Vinitaly. Oggi focus per le aziende sulle prospettive di sviluppo dei mercati esteri verso i quali si prevede un forte aumento di vendite nel corso del 2015. -

Parma, 24 marzo 2015 - di Alexa Kuhne -

Il futuro del vino italiano all'estero? Molto lontano dalla nostra cultura: ad accogliere il nostro prodotto sono il Giappone e il Brasile.
Due popoli agli antipodi per geografia e cultura, ma accomunati dall'amore per il vino italiano. Due mercati, consolidato l'uno, emergente l'altro: sono il Giappone e il Brasile, protagonisti, in questa giornata, di due particolari approfondimenti. I due paesi sono mercati molto appetibili, come conferma l'indagine dell'Osservatorio Vinitaly-wine2wine che li posiziona entrambi nelle top ten delle nazioni dove le aziende italiane prevedono di lievitare le vendite nel 2015. 
Nell'Isola del Sol Levante, il vino made in Italy è tra i più conosciuti e apprezzati, tanto da essere il secondo tra quelli importati.

Nel 2014 il vino italiano ha superato in Giappone i 430mila ettolitri, per un controvalore di quasi 153 milioni di euro. 
Dati che confermano come la cultura del vino sia sempre più radicata e diffusa, con i consumatori giapponesi disposti a spendere di più per poter degustare le etichette italiane, percepite come prodotto di alta qualità. 
Una tendenza che sarà analizzata, quest'oggi alle 15.00 (ore 15.00, Palaexpo Veronafiere - Sala Respighi), insieme a Tara Tan Kitaoka, la maggiore esperta di vino italiano in Asia, e Shigeru Hayashi, per quattro anni presidente di Eataly Japan, presenti al seminario Focus mercato giapponese. 


Vinitaly, infatti, rappresenta la più importante piattaforma internazionale per il settore vitivinicolo, con buyer da 120 nazioni e delegazioni commerciali da 52 paesi verso cui Veronafiere ha potenziato del 34% gli investimenti per favorire l'incoming di operatori stranieri. 
Da un mercato maturo come quello giapponese, si passa poi alla promettente "matricola" Verdeoro: sotto la lente di Vinitaly International, sempre oggi (ore 14.30, Galleria padiglioni 6/7 - Sala Puccini) , c'è anche il Brasile con il workshop Brasilian wine market brief. 
L'interesse dei brasiliani per il consumo del vino, pur recente e limitato ai rossi, in particolare al Lambrusco, mette in luce una realtà in espansione, con una previsione di crescita di quasi il 40% nei prossimi anni. Merito dello sviluppo di una classe media di 100 milioni di cittadini dotata di una rinnovata capacità di spesa. Ad oggi, il vino italiano detiene in Brasile una quota di mercato del 12%, al quinto posto tra i Paesi di riferimento per l'import vinicolo.

Pubblicato in Agroalimentare Emilia
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