Poco cambia di questa illusione che va avanti dal 22 marzo scorso perché alla fine è solo un modo per mascherare la verità, un gioco di prestigio che, se applicassimo i 30 centesimi delle accise al costo del gasolio, oggi, supererebbe i 2 euro a litro.
Ma cosa sono le accise?
Sono imposte create dallo Stato per finanziare “momenti di crisi” come ad esempio terremoti, guerre, disastri, dando un vantaggio fondamentale per lo stato in quanto, sono il bancomat costante del governo che riceve denaro immediato.
Oggi l’accisa grava sul prezzo alla pompa per 0,73 centesimi al quale va aggiunta l’iva arrivando ad un prezzo di € 1,049.
Anche sull’iva delle accise vi sarebbe da aprire un capitolo molto esteso, o meglio dovrebbero farlo quegli organi deputati, perché aggiungere un’imposta alle imposte in materia di leggi tributarie, pare non consentito, ma è diventata la solita consuetudine.
In realtà la Cassazione a sezioni unite nella sentenza 3671/97 stabilisce: “Il principio secondo il quale, salvo deroga esplicita, un’imposta non costituisce mai base imponibile per un’altra”.
Ma per i gestori delle stazioni carburanti cosa è davvero successo?
In molti non lo hanno capito e, soprattutto, il mainstrem se ne è ben guardato dal parlarne perché, nella realtà, anche loro il 22 marzo 2022 sono diventati dei fantastici bancomat per lo stato, come già non lo fossero anche prima.
Il meccanismo draghiano ha fatto sì che il 21 marzo un gestore che acquistava dalla compagnia petrolifera 10.000 euro di carburante, versasse per intero i 3.000 euro delle accise e il 22 marzo, il povero gestore, con le cisterne cariche, è stato obbligato dal governo, a fare lo sconto dei 30 centesimi di tasca propria al cliente, in pratica rimettendoci.
Il “magheggio” dura da quel giorno di marzo e, andando di proroga in proroga, ancora non è chiaro, né la modalità, né se e quando i gestori recupereranno lo sconto anticipato, o meglio imposto dal governo.
Basta fare un semplice giro in rete e si scopre la verità raccontata dai diretti interessati, i benzinai che, oltre alle tante altre difficoltà quotidiane a cui sono costretti, da marzo vivono questo ulteriore aggravio economico.
Poter fare la spesa da ottobre in poi sarà molto più difficile quando gli italiani, sommando la speculazione dell’aumento sulle bollette elettriche al fatto che il carburante tornerà oltre di 2 euro a litro, forse capiranno il “miracolo” che il “messia” Draghi e la sua agenda neoliberista, stanno compiendo come opera di distruzione economica e della proprietà privata italiana.
Si presenta così, un autunno di forte incertezza e di rischi di sovra indebitamento per le famiglie italiane e, in moltissimi, non riusciranno più a sopportare il peso di questa “distruzione creativa”.
Link utili:
https://www.uniat.it/iva-su-accise-di-luce-e-gas-le-aziende-scaricano-la-responsabilita-sullo-stato/