Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 14 - n° 13 29 marzo 2015
SOMMARIO Anno 14 - n° 13 29 marzo 2015
(in allegato il documento scaricabile in pdf)
1.1 editoriale Miracolo italiano: Expo 2015
2.1 Speciale vinitaly Vinitaly 2015: un'ottima annata
3.1 cereali e materie prime (2) Comincia a farsi sentire il peso dei raccolti sud americani.
4.1 export e tutela L'Europa deve difendere la qualità per competere sui mercati
5.1 cereali e materie prime (1) mercato infiammato
6.1 Lattiero caseario Listini stabili su tutti i fronti
7.1 italian sounding Reggio Emilia chiede al Governo più tutela internazionale per il Parmigiano Reggiano
7.2 speciale vinitaly Torna a volare il mercato interno delle Cantine Lungarotti
8.1 export russia Crollo dell'export verso la Russia
8.2 speciale vinitaly Bevitori alla guida tremate. L'autovelox si è montato l'alcoltest
9.1 speciale vinitaly Le idee stravaganti e qui il tasso alcolico non c'entra
10.1 lavoro Street Food, come "aprire" una cucina su 4 ruote
11.1 speciale vinitaly Le creazioni di luce che seducono i wine blogger
11.2 prezzi origine Ismea, più 0,4% i prezzi agricoli a febbraio
12.1 speciale vinitaly Inaugurato il 49° Vinitaly con il Ministro Martina e una grandissima affluenza di pubblico.
12.2 speciale vinitaly Vinitaly, una grande festa italiana
13.1 speciale vinitaly Vinitaly, Valpolicella e Parmigiano insieme
14.1 promozioni Per Bacco che promozioni e che Partner
Crescono i Buyer esteri provenienti da 140 paesi. 150.000 i visitatori, in crescita dalle regioni del far east del mondo.
Verona, 25 marzo 2015 – Tutto il mondo a Vinitaly, con operatori professionali da 140 Paesi, ben 20 in più rispetto al 2014. «Il risultato centra l'obiettivo che ci eravamo prefissati. Grazie all'aumento del 34% degli investimenti dedicati all'incoming e alla collaborazione con il Ministero dello Sviluppo economico, l'Agenzia-ICE e il Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali, abbiamo aumentato la già alta partecipazione di buyer stranieri», ha affermato Ettore Riello, presidente di Veronafiere.
In totale i visitatori sono stati circa 150mila, ma rispetto al passato c'è più Far East, con Thailandia, Vietnam, Singapore, Malesia. Crescono il Messico e anche l'Africa, con new entry interessanti come Camerun e Mozambico. Bene pure il Nord Africa, con la ripresa di Egitto, Tunisia e Marocco sia per il vino che per l'olio extravergine di oliva di Sol&Agrifood.
«I grandi mercati di Usa e Canada da soli rappresentano il 20% degli oltre 55mila visitatori esteri. L'area di lingua tedesca, Germania, Svizzera e Austria, si conferma la più importante con il 25% delle presenze, il Regno Unito è al terzo posto con il 10%, seguono in termini numerici i buyer dei Paesi Scandinavi e quelli del Benelux – ha detto Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere –. Abbiamo registrato grande soddisfazione da parte degli gli espositori, per la capacità di Vinitaly di migliorare di anno in anno il numero di buyer esteri e la qualità dei visitatori, mantenendo alto il numero dei contatti, tanto che aziende private di grande rilevanza hanno già sottoscritto rinnovi triennali per le prossime edizioni».
Merito anche della nuova profilazione dei visitatori adottata quest'anno, con un ulteriore affinamento della selezione del target dei visitatori e con la registrazione di tutte le persone in ingresso: questo costituirà un data base di straordinario valore per le prossime iniziative di marketing e sviluppo internazionale.
Nella top ten dei Paesi, impressiona la crescita della Francia, che precede il Giappone, mentre Cina, Hong Kong e Taiwan si collocano all'ottavo posto. La Russia, nona, è l'unica in controtendenza come conseguenza della difficile situazione geopolitica in atto. Chiude al decimo posto il Brasile.
Sono in aumento le presenze da altri Paesi dell'Unione Europea, in particolare da Polonia e Romania. Questo Vinitaly assiste anche al ritorno di un certo ottimismo per il mercato interno, con operatori interessati provenienti da tutta Italia, sia del canale horeca, sia della Gdo.
La manifestazione è stata seguita da oltre 2.600 giornalisti da 46 nazioni.
DICHIARAZIONI ESPOSITORI
Zonin 1821 – Domenico Zonin
«Un Vinitaly effervescente. Buono il mercato interno con la piccola ripresa dell'economia che sta dando i suoi frutti. Bene appuntamenti e presenza di buyer».
Mastroberardino - Piero Mastroberardino
«Tanta clientela business con una copertura completa dei mercati classici e al lunedì grande partecipazione di clientela business nazionale.
I numeri sono importanti e abbiamo meeting con operatori anche oggi che è l'ultimo giorno.
Abbiamo avuto contatti anche con operatori di mercati non maturi e in fase di sviluppo, che approcciano al vino con interesse. Siano riusciti a presentare alcune nostre nuove iniziative innovative e a veicolare messaggi più raffinati che in passato».
Frescobaldi – Leonardo Frescobaldi
«Sento commenti positivi e, oltre a tanta soddisfazione, vedo l'ingresso di nuovi giovani produttori e questo è un bene. Noi siamo contenti soprattutto per la qualità dei visitatori, sempre più sensibili all'origine del vino. Buyer da tutto il mondo: Usa, Estremo Oriente, Europa, siamo soddisfatti».
Masi - Alessandra Boscaini
«Come sempre Vinitaly è un evento molto impegnativo. Abbiamo visto molti giornalisti, molti clienti italiani anche dal Sud Italia e questo fa certamente piacere. Molta affluenza dai mercati esteri nonostante Prowein prima e Vinexpo a giugno. Per noi è stato un bel Vinitaly, con molto interesse per i vini della Valpolicella e l'opportunità di celebrare il Campofiorin, il vino inventato da mio nonno cinquant'anni fa».
Banfi - Rodolfo Maralli, responsabile marketing e commerciale
«Abbiamo avuto una grandissima affluenza forse la migliore di sempre in termini qualitativi, compresa la domenica. La diversificazione di provenienza e questi numeri tutti gli anni sono un grande risultato di Vinitaly».
Umani Ronchi - Michele Bernetti
«Vinitaly è la fiera dove c'è il focus del vino italiano e dove tutto il mondo converge. Sono per noi giorni importanti e di grande soddisfazione».
Biondi Santi – Tancredi Biondi Santi
«Abbiamo visto tanti importatori anche la domenica, mentre lunedì ci sono stati gli operatori della ristorazione. Si lavora tanto e abbiamo tante soddisfazioni da Paesi asiatici, da Cina, Stati Uniti e America Latina. È importante continuare così».
Ferrari – Camilla Lunelli
«Per quanto riguarda i buyer esteri il bilancio è positivo. Bene anche il mercato-Italia, con Gdo e ristoratori di alto livello. Ottima l'anteprima di OperaWine».
Tommasi – Dario Tommasi
«Vinitaly anche quest'anno si conferma l'appuntamento fondamentale per il mondo del vino. Molti i contatti utili, molto buona la presenza degli operatori italiani ed esteri, in particolare degli asiatici, segno che il vino italiano sta crescendo in modo interessante anche a Est. Abbiamo visto anche alcuni importatori africani, che sono passati dal nostro stand e con cui abbiamo accordi commerciali. La fiera è stata pure una grande opportunità per lanciare il nuovo progetto di famiglia a Montalcino, con la recentissima acquisizione di Fattoria Casisano».
Marchesi di Barolo - Valentina Abbona
«In questo Vinitaly abbiamo avuto la conferma che, almeno per quanto riguarda il settore agroalimentare, quanto da tempo auspicato si sta rapidamente realizzando: un flusso continuo di operatori da ogni Paese del mondo. Australia, Malesia, Indonesia, Taiwan, Corea, Giappone, Kazakistan, Emirati e tanti altri: un interesse vero che coniuga cultura e passione con il business».
Antinori – Albiera Antinori
«Vinitaly è andato bene, con tanta gente e un buon mix tra italiani ed esteri».
DICHIARAZIONI BUYER ESTERI
Lory Polep, Vicepresidente Polep Distribution Services - USA
«Vinitaly è un'esperienza assolutamente interessante, ritengo che ci siano diversi momenti dedicati alla formazione sulla cultura del vino italiano ed è anche un'ottima occasione per incontrare le diverse figure professionali con le quali generalmente mi interfaccio in un unico luogo. Qui posso incontrare sia i produttori che i buyer. Un'opportunità di business davvero preziosa».
Marne Anderson, vicepresidente del Wine Sales For Star Distributors di Memphis, Tennessee USA
«Trovo che Vinitaly sia una fiera davvero spettacolare. È la mia prima volta qui e posso dire che la manifestazione si distingue per professionalità, design ed organizzazione. È una grande occasione per approfondire la conoscenza del vino italiano e soprattutto per assaporarlo in comodità e acquisirne la vera essenza. È un'occasione unica soprattutto per la formazione, attraverso di diversi seminari e per scoprire i piccoli produttori».
Paul Farrell – Dipartimento vini pregiati del Monopolio dell'Ontario
«Il mercato del vino in Ontario continua a crescere, in particolare il settore premium. I canadesi stanno modificando le proprie abitudini, da birra e alcolici verso il vino. Per questo si registra un continuo aumento del business del vino, e il vino italiano è sicuramente parte di questa crescita. Soprattutto i vini rossi. I bianchi vanno molto bene ma sono limitati a un numero ristretto di varietà, mentre i rossi sono molto più diffusi in diverse regioni e tra i supplier. I vini toscani sono i più famosi tra i consumatori canadesi, seguiti dai vini veneti e dai piemontesi anche se negli ultimi tempi abbiamo visto un aumento dell'interesse verso i vini pugliesi.
È la mia prima volta a Vinitaly, sono stato invitato dalla Camera di Commercio Italiana dell'Ontario. Vinitaly offre la grande opportunità di avere la panoramica dell'intera produzione italiana. Ho potuto incontrare le persone chiave per il mio business con cui discutere delle strategie di crescita future, oltre alla possibilità di conoscere vini ancora sconosciuti in Ontario. È stata un'esperienza importante per comprendere le diversità delle varie regioni italiane e, anche grazie al confronto con altri buyer e operatori del settore, capire come l'industria si sta muovendo. Abbiamo trovato molti nuovi vini interessanti e creato contatti importanti».
Peter Lundgard Schmidt - Buyer dalla Danimarca
«Le domande del mercato danese relativamente al settore vitivinicolo sono indirizzate verso la ricerca di vini fruttati e poco corposi. È proprio nella produzione italiana che il nostro mercato trova la risposta ideale a queste esigenze. Ho frequentato diverse fiere dedicate al settore, ma è la mia prima volta a Vinitaly. Ho scelto di venire a Verona con la consapevolezza di trovare nuovi produttori ed occasioni di business molto interessanti».
Helene Hansen – Proprietaria Allwine, buyer dalla Svezia
«Sono a Vinitaly per consolidare i rapporti con alcuni produttori con cui c'è già un legame di business in essere e per trovare nuove e interessanti cantine da proporre al mercato svedese. In Svezia, la vendita dell'alcol è in mano al monopolio di Stato ed è consentita direttamente solo attraverso il canale horeca. Il consumatore finale, che desidera il vino italiano, può solo recarsi al monopolio, per cui il flusso vendita-acquisto non è del tutto semplice. Nonostante ciò, il vino italiano in Svezia, oltre a essere molto popolare, è anche molto richiesto».
Clinton Ang – Corner Stone, buyer da Singapore (il principale importatore dal sud-est asiatico)
«Il mercato del vino italiano a Singapore sta vivendo una stagione molto positiva. Il nostro Paese ha scoperto da poco il cibo italiano e le qualità enogastronomiche dell'Italia intera. Tutte le regioni sanno offrire una produzione vitivinicola eccellente e in grado di rispondere a tutte le esigenze, nonché a sposare sapientemente qualsiasi pietanza.
La mia famiglia viene a Vinitaly da tre generazioni e per me è già il quinto anno. Solo qui troviamo tutti i produttori che ci interessano e riusciamo a fare business in modo efficiente e molto concentrato, è la fiera perfetta in questo senso ed ogni anno ci consente di stringere rapporti commerciali molto importanti.
Sono in questi giorni a Verona rappresentando circa 27 regioni del Sud-est asiatico da Singapore a Hong Kong: l'obiettivo che ci eravamo posti prima della partenza era quello di trovare un Prosecco che rispondesse a determinate caratteristiche. Non solo ho già trovato quello che cercavo, ma da questo incontro è nata una joint venture con l'azienda. Non posso che ritenermi soddisfatto».
Radhika Ganaphaty Ojha, delegato Veronafiere nel Sud-est asiatico
«Nel sud est asiatico c'è stato un aumento della quota italiana anche grazie all'apertura di numerosi ristoranti italiani. La conoscenza e la qualità del vino italiano è diffusa e spesso la richiesta di alcune etichette arriva direttamente dal consumatore. Abbiamo fatto un'indagine a tutto tondo, intervistando diversi player, dal settore ho.re.ca, ai ristoranti, ai consumatori e il feedback è stato unanime, sono tutti molto interessati al vino italiano.
Inizialmente, le delegazioni del sud-est asiatico presenti a Vinitaly erano quelle dei Paesi più sviluppati, Singapore, Thailandia e Malesia, ma negli ultimi anni la tendenza ha visto nuovi mercati emergenti interessati all'importazione, Brunei, Myanmar, Laos e Cambogia che in questo momento stanno investendo molto nel settore turistico e registrano una richiesta sempre più importante di vino italiano.
Riguardo al mercato coreano, dopo la firma dell'accordo bilaterale con l'Unione Europea abbiamo assistito a un aumento molto rapido del consumo di vino italiano. Per Taiwan, invece, sono necessarie azioni promozionali più intense per la diffusione del valore italiano.
Il canale di distribuzione ho.re.ca in questi mercati è decisamente quello trainante, anche se recentemente sono subentrati tra i player della filiera i negozi specializzati enogastronomici. Questo fenomeno ha introdotto un nuovo flusso di domanda-offerta. I negozi invitano i loro clienti-consumatori finali a degli eventi ad hoc ed acquistano direttamente anche in quantità considerevoli. È un canale nuovo e interessante».
Wong Yin-How – Managing Director Vintry, buyer dalla Malesia
«Il mercato del vino in Malesia sta crescendo di circa del 10% e anche i vini italiani stanno guadagnando nuove quote di mercato. Per il momento i vini più venduti sono quelli toscani, ma ho scelto di venire a Vinitaly proprio per cercare nuove cantine che producano vini bianchi e freschi. Posso definirla sicuramente un'esperienza costruttiva, ho trovato produttori del Piemonte, Sicilia, Umbria e Campania, davvero molto interessanti. La mia permanenza in fiera non è ancora conclusa, sono certo che troverò anche altri produttori potenzialmente interessanti per il nostro mercato».
DICHIARAZIONI ISTITUZIONALI
Maurizio Martina, ministro delle Politiche agricole, agroalimentari e forestali
«Il settore vitivinicolo è un patrimonio fondamentale per l'Italia con oltre 14 miliardi di euro di fatturato e migliaia di aziende che rappresentano con passione, innovazione e professionalità la ricchezza dei nostri territori. Vogliamo aiutare queste esperienze a crescere, liberandole da lacci burocratici che le hanno appesantite in questi anni. In questi dodici mesi abbiamo messo in campo un'operazione di semplificazione che ha portato alla dematerializzazione di 64mila registri, al taglio di burocrazia inutile e che ha iniziato davvero a mettere la pubblica amministrazione al servizio delle aziende. Abbiamo anche approvato il tanto atteso decreto per i diritti d'impianto e siamo stati protagonisti del piano straordinario per l'internazionalizzazione che vedrà proprio l'agroalimentare al centro delle azioni».
Giuliano Poletti, ministro del Lavoro e delle Politiche sociali
«Vinitaly è una grande vetrina che consente a tutti di far vedere cosa succede in questo settore e permette alle aziende di confrontarsi con i colleghi produttori».
Andrea Olivero, viceministro delle Politiche agricole, agroalimentari e forestali
«Questa edizione ha manifestato ancora più delle precedenti la grande voglia di internazionalizzazione del nostro Paese che nel settore del vino vede uno degli elementi di massima qualità. Qui abbiamo una straordinaria espressione di quell'Italia che vuole farsi conoscere nel mondo per eccellenza e innovazione. Per questo abbiamo dato il via ad un grande progetto per l'agroalimentare made in Italy, che coinvolge Mipaaf, Mise e Affari esteri, con anche un Piano Fiere finalmente strategico. Se vogliamo arrivare ai 50 miliardi di export in questo comparto, dobbiamo mettere in campo tutto questo».
Servizio Stampa Veronafiere
Contrordine, il peso di raccolti sudamericani ha cominciato a fare sentire i suoi effetti. I timori di una guerra nella penisola araba potrebbero influenzare una ripresa del prezzo del petrolio.
di Mario Boggini e Virgilio - Milano, 29 marzo 2015 -
Sono notevoli le difficoltà interpretative di questo mercato che, nel giro di poche ore, vira da fortemente positivo a fortemente negativo influenzato come è da variabili congiunturali. I segnali che indicavano consistenti aumenti, registrati lo scorso venerdi, si sono vaporizzati il martedi per virare al segno meno mercoledi e giovedi. Indubbiamente il peso dei raccolti sudamericani hanno cominciato a farsi sentire seppure le vendite del nord america rimangono consistenti. Il confronto tra le due ultime settimane è eloquente e giustificano la rallentata discesa di Chicago. 506.000 tonnellate di soia scambiate contro le 342.000 della precedente settimana, 224.000 tonnellate contro le 204.00 per la farina di soia. Una discesa che ha coinvolto anche il grano e il mais.
E' opinione degli operatori che la vera tendenza di mercato si potrà percepire dalla prossima seduta del USDA del 31 marzo.
Indicatori internazionali (28/3/2015)-
l'Indice dei noli è salito ancora a 598 punti. Il petrolio torna a salire e quota 51$ al barile forse per effetto del rischio conflitto nella penisola arabica. Il cambio è a 1,0866 con tendenza.
Mercato interno - Sul fronte interno il mercato si è infiammato. dopo il +5€ è seguito un +3€ per il mais alla borsa di Bologna.
Da Ovest a Est si notano differenze di prezzo significative per il mais. Si parte da 142€/ton franco arrivo di Torino, per passare a 149€/Ton franco arrivo di Milano, proseguendo a Verona ha registrato 152 franco partenza, quindi Mantova 154 franco partenza e Bologna 168 franco partenza.
Molto probabilmente,questa variabilità d'offerta, è condizionata dai premi o dalle penalizzazioni riguardo il rischio Don.
Il mais dunque è in forte tenuta trascinando con sé anche il grano mentre orzo e i cereali minori sono in fase di stanca se non addirittura di calo. Al momento prosegue la fase ascendente dei cruscami ormai prossimi alla fase di rottura. In fase di ridimensionamento i proteici sui quali il mercato sta premiando - gennaio dicembre 2015 - tra i 65 e i 67 dollari alla tonnellata il che si traduce in una farina proteica sui 12 mesi a 378 €/ton in partenza dai porti di Ravenna e Venezia.
Il settore delle bioenergie adesso rincorre il mercato del mais.
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(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.
Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.) - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore.
EUROPRO srl - intermediazione granaglie e cereali - Milano
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Agricoltura - L'Assessore Caselli a Bruxelles all'iniziativa delle Regioni dei prodotti Dop e Igp e dell'ortofrutta: l'Europa deve difendere la qualità per competere sui mercati. L'Emilia-Romagna regione leader per numero di certificazioni.
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Bologna - "L'Emilia-Romagna è la regione europea con il più alto numero di prodotti Dop e Igp, ben 41.
Prodotti che in tutto il mondo significano qualità, genuinità, rigorosi disciplinari di produzione. Ma tutta l' Europa vanta straordinarie produzioni tradizionali e a indicazione d'origine che vanno salvaguardate e valorizzate. Più qualità significa infatti più capacità di competere sui mercati globali, ma anche più salvaguardia del territorio rurale, del paesaggio, dell'ambiente. L'Europa deve lavorare compatta in questa direzione, a partire dalle trattative per il Transatlantic Trade and Investmnent Partnership (Ttip), il Trattato di libero scambio con gli Usa, che proprio in queste settimane sta entrando in una fase particolarmente importante." Lo ha detto oggi (25 marzo 2015 ndr) a Bruxelles l'assessore all'agricoltura della Regione Emilia-Romagna Simona Caselli durante l'incontro promosso dalle Regioni europee dei prodotti d'origine (Arepo) e dalle Regioni orticole, frutticole e floricole (Areflh). All'iniziativa ha partecipato il Commissario europeo all'agricoltura Phil Hogan. Tra gli altri è intervenuto anche Paolo De Castro, relatore permanente sul Ttip per la Commissione agricoltura del Parlamento europeo.
Con 269 produzioni certificate su 1.249 iscritte nel registro Ue, l'Italia si conferma il paese con il più alto numero di prodotti Dop e Igp e l'Emilia-Romagna con 41 referenze, leader tra le Regioni europee. Prodotti che valgono per il nostro paese oltre 13 miliardi di euro e tra i quali figurano veri e propri simboli del "Made in Italy" come il Parmigiano Reggiano, il Grana Padano e il Prosciutto di Parma.
Tra i problemi che frenano questo importante settore vi è senz'altro quello dell' "Italian sounding" che pesa per oltre 60 miliardi di euro. "Expo – ha concluso Caselli – sarà l'occasione per portare al centro del confronto internazionale il tema di un'agricoltura pienamente sostenibile sul piano economico, sociale e ambientale".
Arepo, l'associazione delle Regioni europee con prodotti d'origine e Areflh, che riunisce le Regioni frutticole e orticole, insieme rappresentano 40 realtà regionali di 8 diversi Stati membri della Ue, per oltre il 50% delle Indicazioni Geografiche, il 45% dell'ortofrutta e il 70% dei fiori e delle piante prodotte in tutta l'Unione europea.
(Fonte Regione Emilia Romagna 25 marzo 2015)
Alessio Mammi ha espresso il proprio compiacimento per l'operazione del Nucleo antifrode dei carabinieri che l'altro giorno hanno perquisito una quindicina tra caseifici e magazzini a caccia di Parmigiano-Reggiano contraffatto.
Reggio Emilia 26 marzo 2015 -
La provincia di Reggio Emilia ha approvato all'unanimità un ordine del giorno, presentato dal gruppo Terre reggiane – illustrato in aula dal capogruppo Giuseppe Pagliani ed emendato dal consigliere delegato all'Agricoltura Alessio Mammi –, sul fenomeno delle tante imitazioni di Parmigiano-Reggiano confezionate all'estero.
Il documento impegna la Provincia di Reggio Emilia a richiedere "al Governo Italiano di inserire, nell'ambito dei negoziati per un accordo Ue-Usa riguardanti il partenariato transatlantico su commercio e investimenti, clausole precise volte a perseguire efficacemente la contraffazione, in particolare quella dei prodotti alimentare, anche attraverso misure di protezione che impediscano - ad esempio nel settore alimentare - ad un casaro americano di fregiare i loro formaggi con denominazioni che richiamano in maniera sfacciata il formaggio di casa nostra; al Ministro delle Politiche agricole di ricorrere in modo sistematico a livello europeo - non appena vi siano le condizioni - al meccanismo di tutela ex officio delle produzioni agroalimentari di qualità di denominazione di origine protetta e indicazione geografica protetta; alle competenti autorità d'implementare l'attività di lotta alla contraffazione sul web dei prodotti italiani, a partire dal Parmigiano Reggiano e dal Grana Padano, anche attraverso l'auspicabile collaborazione di alcuni grandi player dell'e-commerce; al Consorzio di tutela di potenziare le attività di controllo, in Italia e all'estero, per contrastare ogni forma di contraffazione, garantendo l'eccellenza e la qualità del prodotto e la sicurezza dei consumatori".
Nel corso del dibattito, lo stesso consigliere delegato Alessio Mammi ha espresso il proprio compiacimento per l'operazione del Nucleo antifrode dei carabinieri che l'altro giorno hanno perquisito una quindicina tra caseifici e magazzini a caccia di Parmigiano-Reggiano contraffatto. "Le attività di verifica sul rispetto da parte dei produttori dell'intero percorso di qualità che contraddistingue il re dei formaggi sono fondamentali per tutelare questo vero e proprio gioiello agroalimentare del Made in Italy che rappresenta in tutto il mondo non solo una nostra tradizione, ma un'eccellenza in termini di qualità e sicurezza alimentare - ha tra l'altro detto Mammi - Purtroppo, come la cronaca di questi giorni conferma, non solo all'estero non si rispettano le regole del gioco: ben vengano, dunque, i controlli di carabinieri e magistratura a difesa non solo della qualità del Parmigiano-Reggiano, ma anche dei tanti produttori che, con grande fatica specie in questo periodo di crisi, si impegnano per creare ogni giorno un prodotto di eccellenza. Per contrastare le imitazioni, bisognerà comunque anche migliorare la commercializzazione del nostro prodotto, essere più presenti sui mercati esteri per far conoscere a apprezzare la qualità di un formaggio che davvero non può essere imitato".
Le esportazioni di prodotti Made in Italy in Russia sono crollate del 29 per cento nel mese di febbraio, per una perdita di circa 236 milioni di euro.
Roma 25 marzo 2015 - E' quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat sul commercio extra Ue. Dai dati è evidente – precisa la Coldiretti - che le tensioni politiche hanno avuto riflessi anche sugli scambi non colpiti direttamente dall'embargo, ma particolarmente significativi per l'Italia. Resta pesante - sottolinea la Coldiretti - il bilancio per i prodotti interessati direttamente dal blocco scattato dal 7 agosto che ha sancito il divieto all'ingresso di una lista di prodotti agroalimentari che comprende frutta e verdura, formaggi, carne e salumi, ma anche pesce.
Ai danni diretti – evidenzia la Coldiretti – vanno aggiunti quelli indiretti determinati dalla diffusione sul mercato russo di imitazioni low cost dei prodotti italiani che rischiano di scalfire l'immagine dei prodotti originali nel tempo, dal parmesan al provolone, dalla mozzarella al salame. Lo stop alle importazioni di frutta, verdura, salumi e formaggi dall'Italia ha infatti provocato in Russia - ricorda la Coldiretti - un vero boom nella produzione locale di prodotti Made in Italy taroccati, dal salame Italia alla mozzarella "Casa Italia", dall'insalata "Buona Italia" alla Robiola Unagrande, ma anche la mortadella Milano o il parmesan Pirpacchi tutti rigorosamente realizzati nel Paese di Putin.
Solo nel 2014, tra embargo e tensioni politiche, l'Italia – conclude la Coldiretti - ha perso oltre 1,25 miliardi di export in Russia, con un crollo dell'11,6 per cento rispetto all'anno precedente.
(fonte coldiretti)
Prezzi agricoli, +1,5% sul 2014.
Roma, 24 marzo 2015
Crescono a febbraio i prezzi in campagna, ma solo grazie al contributo delle coltivazioni vegetali. È quanto rileva l'Ismea sulla base dell'indice dei prezzi agricoli che si è attestato nel mese in esame a 116,7 (base 2010=100), facendo registrare un incremento dello 0,4% su gennaio e dell'1,5% su febbraio 2014.
A sostenere l'incremento mensile dei prezzi nel comparto vegetale (+2,1%), sottolinea l'Ismea, gli aumenti della frutta (+8,8%), degli olii di oliva (+3,2% su gennaio) e dei semi di soia (+3,1%).
Calano al contrario i prezzi dei cereali (-2,7%), in un mercato al momento condizionato dalla forte pressione dei frumenti canadesi, e si registrano correzioni al ribasso per i listini orticoli (-0,8%) e vinicoli (-0,5%).
Sul versante della zootecnia, che cede nel complesso l'1,2% su gennaio, si segnala un ulteriore indebolimento per il bestiame vivo (-2,7%), con riduzioni comprese tra il meno 18,2% dei conigli e il meno 0,9% dei suini.
Unica voce in controtendenza i bovini, che spuntano un mezzo punto percentuale su base mensile. Per il lattiero caseari, febbraio chiude con un mini rimbalzo dello 0,6%, grazie al recupero mensile del burro (+8,6%), e ad una leggera ripresa delle quotazioni dei formaggi grana (+0,7%).
Le uova, al contrario, proseguono su un crinale discendente (-1,6%).
(Fonte Ismea servizi 24 marzo 2015)
Il gruppo Alce Nero chiude il 2014 con 54,5 milioni di euro di fatturato, con un sensibile incremento del marchio tutto italiano. -
Parma, 28 marzo 2015 -
L'azienda bolognese ormai conosciutissima per i suoi alimenti biologici alla portata di tutti perché si trovano anche nelle grandi distribuzioni ha registrato un considerevole incremento del fatturato: 26% rispetto all'esercizio precedente.
Per il nono anno consecutivo, infatti, Alce Nero S.p.A. segnala parametri di consistente sviluppo. Il gruppo di più di mille agricoltori e apicoltori biologici, in Italia e nel mondo, con sede a Monterenzio, Bologna, annuncia di aver chiuso l'esercizio fiscale 2014 con un fatturato consolidato di 54,5 milioni di euro, in crescita dell'8% rispetto all'esercizio fiscale precedente.
La considerevole crescita è stata trainata, in particolare, dalle ottime performance del brand Alce Nero, che negli ultimi mesi ha raggiunto picchi di crescita del 40%, con un fatturato che si attesta a 36,4 milioni di euro, il 26% in più rispetto all'anno precedente. Il marchio Alce Nero rappresenta oggi il 67% del fatturato globale del gruppo con una previsione di raggiungere l'80% nel 2015.
Tra i prodotti che hanno trainato l'incremento di fatturato da segnalare in particolare la nuova linea per bambini da zero a tre anni Alce Nero Baby, ma anche le passate, le polpe e i sughi di pomodoro bio, così come i frollini totalmente privi di olio di palma, le composte, i mieli e i legumi lessati.
"Siamo molto soddisfatti dei risultati raggiunti e ci proponiamo di continuare nel trend di crescita. Per il marchio Alce Nero l'obiettivo minimo del 2015 è di raggiungere un ulteriore incremento 12%. Questo nonostante la prima parte dell'anno sia risultata particolarmente complessa sul fronte della disponibilità di materia prima biologica, in particolare olio, farro e miele, a causa degli scarsi raccolti del 2014", ha dichiarato Massimo Monti, Amministratore Delegato Alce Nero.
"La crescita di Alce Nero è per noi una conferma: il biologico è l'agricoltura del domani. L'abbandono dei pesticidi che sterminano le api, degli erbicidi che essiccano il terreno e dei petro-fertilizzanti che rinforzano i prodotti agricoli e inquinano è l'unica scelta possibile. Il biologico è prospettiva, identità e salubrità, mestieri nuovi che appassionano. È ristabilire una relazione fra chi produce e chi utilizza, fra campagna e città, fra rispetto ambientale e cibo sano.
Il biologico è conoscenza e partecipazione. È scambio. Per questo cresce ed è destinato a mandare nella nicchia il cibo sconosciuto, che non ha nome né origine, che non costruisce fiducia e benessere", ha aggiunto Lucio Cavazzoni, Presidente Alce Nero.
L'Emilia è diventata terra di spumanti ad alto impatto gusto-olfattivo. Grazie a particolari sperimentazioni non ha nulla da invidiare alle più note cantine italiane e francesi. -
Modena, 27 marzo 2015 -
Nasce il Lambrusco spumante 2011 metodo classico 30 mesi nelle versioni Brut e Pas Dosé.
Il riscontro continua ad essere incoraggiante anche per il lambrusco a rifermentazione Ancestrale 2012, un omaggio alla tradizione enologica.
Queste etichette, prodotto della sperimentazione e della ricerca dell'eccellenza da parte della famiglia Giacobazzi, sono disponibili in degustazione presso il Wine Shop e il "Museo del Vino e della Civiltà Contadina" a Nonantola (MO), una delle tappe del tour "Discover Ferrari & Pavarotti Land" organizzato dal Casa del Cavallino Rampante nel periodo dell'EXPO 2015.
Le due novità sono state presentate nei giorni scorsi a Verona, al Vinitaly e hanno incontrato sia il gusto di chi è legato ai vini della tradizione sia quello di chi cerca nuove esperienze gusto-olfattive. Il Lambrusco Spumante 2011 Metodo Classico 30 mesi nelle versioni Brut e Pas Dosé hanno infatti declinato ognuno a proprio modo i sapori e i profumi di una terra da sempre vocata alla produzione di eccellenze. Uve Sorbara in purezza vinificate in bianco e rifermentate naturalmente in bottiglia secondo il Metodo Classico per le due versioni dello Spumante vendemmia 2011. Due produzioni a tiratura limitata, che escono sul mercato dopo aver riposato sui loro lieviti per 30 mesi durante i quali hanno sviluppato caratteristiche uniche.
Ottimo riscontro anche per il Lambrusco a rifermentazione Ancestrale 2012 che, ottenuto seguendo l'antica tecnica di spumantizzazione con rifermentazione naturale in bottiglia grazie ai propri zuccheri residui, si presenta come un omaggio alla storia enologica della sua terra.
Le tre etichette, prodotto della sperimentazione e della ricerca dell'eccellenza da parte della famiglia Giacobazzi, sono disponibili in degustazione e in vendita presso il Wine Shop e il "Museo del Vino e della Civiltà Contadina" a Nonantola (MO). Proprio per la capacità di produrre vini straordinari e per il suo impegno a mantenere viva la memoria della tradizione, Gavioli Antica Cantina è stata scelta dalla Ferrari tra le realtà di eccellenza nel panorama modenese per il "Discover Ferrari & Pavarotti Land".
Il tour per tutto il periodo dell'EXPO 2015 condurrà i partecipanti alla scoperta del cuore della terra del Cavallino Rampante: terra del mito del Made in Italy e del gusto, di auto leggendarie e di una indiscussa tradizione eno-gastronomica, di cui il Lambrusco è tra i protagonisti assoluti.
Presentati presso la sede centrale di Barilla a Parma i risultati della sesta rilevazione annuale dell'Osservatorio AUB (Aidaf, UniCredit, e Bocconi) -
Parma, 26 marzo 2015 -
•Con un fatturato di 133 miliardi di euro e 1,3 milioni di occupati, il comparto alimentare consolida il suo ruolo di seconda industria manifatturiera in Italia dopo quella metalmeccanica
•Il 67,7% delle aziende agro-alimentari (270) di medie e grandi dimensioni è caratterizzato da una proprietà a controllo familiare, un'incidenza superiore a quella del complesso di imprese familiari rilevato (58%)
•Emilia Romagna leader: 42 dei 234 gruppi di aziende familiari alimentari di medie e grandi dimensioni (pari al 17,9%) analizzati dall'Osservatorio AUB risiedono nella regione e realizzano oltre 10,4 miliardi di fatturato.
La tradizione è il piatto forte. L'innovazione, l'internazionalizzazione e l'evoluzione verso modelli di leadership più strutturati sono gli ingredienti fondamentali per una ricetta di successo. E il business di qualità è servito grazie alle aziende familiari del comparto alimentare, sulle quali si è concentrato l'Osservatorio AUB promosso da AIdAF (Associazione Italiana Aziende Familiari), dal gruppo UniCredit, dalla Cattedra AIdAF - EY di Strategia delle aziende familiari dell'Università Bocconi e dalla Camera di Commercio di Milano, giunto alla sesta rilevazione annuale. Prosegue così il monitoraggio delle strutture, delle dinamiche e delle performance di tutte le aziende familiari italiane con ricavi superiori a 50 milioni di euro.
Con un fatturato di 133 miliardi di euro e 1,3 milioni di occupati, il comparto alimentare consolida il suo ruolo di seconda industria manifatturiera in Italia dopo quella metalmeccanica. Il 67,7% delle aziende agro-alimentari di medie e grandi dimensioni (270) è caratterizzato da una proprietà a controllo familiare, un'incidenza superiore a quella del complesso di imprese familiari rilevato dall'Osservatorio AUB (58%).
Nel corso dell'incontro, organizzato presso la sede della Barilla a Parma, il professor Guido Corbetta, cattedra AIdAF-EY-Università Bocconi, ha illustrato i risultati della ricerca. Subito dopo Paolo Morosetti (SDA Bocconi) ha moderato la tavola rotonda, cui hanno preso parte: Paolo Barilla, Vice Presidente Barilla e Barilla Center for Food and Nutrition Foundation; Marco Lavazza, Vice Presidente Lavazza; Giuseppina Sassi, Export Manager Sassi; Paolo Coppini, Export Manager Americo Coppini; Gabriele Piccini, Country Chairman Italy UniCredit; Elena Zambon, Presidente AIdAF; Marco Grazioli, Presidente The European House Ambrosetti e Dario Prunotto – Responsabile Private Banking Italy Network UniCredit.
L'identikit delle imprese familiari dell'agroalimentare tracciato dall'Osservatorio AUB è quello di aziende longeve, il cui controllo è tenuto ben saldo dai membri della famiglia, che sono soliti "tramandare la ricetta" di padre in figlio e che presidiano i ruoli di vertice in azienda. Dall'analisi emergono anche alcune possibili indicazioni per proseguire sulla strada del successo: evoluzione della leadership, innovazione ed export in primo piano.
Il Comparto alimentare – uno sguardo di insieme
In termini di valore aggiunto, il peso del comparto agro-alimentare è pari al 4% del Pil (2,1% dell'agricoltura e 1,9% dell'industria alimentare). Concentrando l'attenzione sulle aziende di medie e grandi dimensioni, sono state identificate 399 aziende alimentari con un fatturato superiore a 50 milioni di euro nel 2012, che costituiscono un campione abbastanza rappresentativo del comparto alimentare (generano circa il 60% del fatturato dell'intero comparto).
L'Emilia Romagna si conferma una regione in cui il comparto alimentare è molto importante: 42 dei 234 gruppi di aziende familiari alimentari di medie e grandi dimensioni analizzate dall'Osservatorio (il 17,9%) risiedono sul territorio e realizzano oltre 10,4 miliardi di fatturato. Il fatturato medio di tali aziende è di 248 milioni di euro ed è superiore alla media nazionale delle altre aziende familiari attive nell'alimentare (205 milioni).
Le aziende familiari del settore alimentare
Tornando allo scenario nazionale, le aziende alimentari sono state suddivise in cinque settori: bevande, caseario, dolciario, conserviero, alimentari diverse (es. lavorazione e conservazione di carni). Dall'indagine si registra una presenza dominante (68,8%) di aziende familiari con oltre 25 anni di età. Il capitale di tre aziende su quattro (78,9%) è ancora nelle mani della famiglia proprietaria. Nell'industria alimentare si riscontra la tendenza a tramandare la "ricetta" di padre in figlio: circa il 30% delle aziende è di prima generazione e il 6,8% ha superato la terza generazione. Il 76,8% delle aziende ha un leader familiare al comando.
La tendenza a salvaguardare il rispetto dei valori legati alla storia e alla tradizione si riflette anche nella composizione del Consiglio di Amministrazione, in larga misura presidiato da membri appartenenti alla famiglia. Ulteriori analisi mostrano, però, come siano proprio le aziende caratterizzate da una maggiore apertura verso l'esterno ad avere performance superiori. La stretta relazione tra famiglia e impresa non ha impedito un'evoluzione della governance, tanto che le aziende dell'alimentare si sono orientate negli ultimi anni verso modelli di vertice più complessi: il 46,9% delle aziende risulta guidato nell'ultimo anno da un team di Amministratori Delegati (vs. il 33,7% di 10 anni prima) e l'11,4% da un Amministratore Unico (vs. il 20,4% di 10 anni prima).
Performance economico-finanziarie sostenute dall'export
La crisi economica sta ponendo a dura prova l'intero sistema manifatturiero nazionale. In questo scenario, l'industria alimentare ha mostrato dinamiche premianti rispetto all'economia del Paese. Ciò nonostante a partire dal 2010 i consumi alimentari hanno cominciato a mostrare una notevole elasticità al reddito dei consumatori e si è assistito a un cambiamento più profondo degli stili di consumo, sempre più orientati verso una spesa low cost. In questo contesto, un importante effetto di traino lo ha avuto l'export (+4,7% nel 2013), che è riuscito a bilanciare il calo dei consumi nazionali.
I dati dell'Osservatorio AUB sulle aziende familiari italiane e su quelle del comparto alimentare attive in Italia e Emilia Romagna
QUOTES
PAOLO BARILLA, Vice Presidente Barilla e Barilla Center for Food and Nutrition Foundation
"Le aziende di famiglia consentono di ragionare su orizzonti di lungo periodo, senza doversi preoccupare sempre e soltanto di realizzare un profitto nel breve termine. Guardando al lungo termine, anche nei momenti di difficoltà della congiuntura, consentono di non dover compromettere mai sugli elementi di successo di un'impresa: la qualità dei prodotti, l'etica e la condivisione con la comunità".
GUIDO CORBETTA, Cattedra AldAF-EY, Università Bocconi
"Dai risultati del focus dell'Osservatorio AUB – ha commentato Guido Corbetta, titolare della cattedra AIdAF-EY di Strategia delle Aziende Familiari dell'università Bocconi - emerge come la crisi della domanda interna imponga un cambiamento delle scelte strategiche anche nell'industria alimentare. Diventerà sempre più vitale per le aziende familiari dotarsi delle competenze manageriali e delle risorse finanziarie di lungo termine per accelerare i processi di acquisizione e di internazionalizzazione. La capacità di cogliere con tempestività le opportunità di crescita di un mercato sempre più globale e di realizzare progetti strategici di sviluppo all'estero rappresentano sempre più un vantaggio competitivo, in particolare per le aziende di questo comparto".
MARCO LAVAZZA, Vice Presidente Lavazza
"La ricetta vincente da tramandare da una generazione all'altra, in un'azienda familiare, è quella di diventare i massimi conoscitori di una materia e continuare sempre a studiarla, secondo un buon mix di tradizione e innovazione. Alla difesa del patrimonio, dei valori familiari e dell'equilibrio economico della propria impresa si aggiunge però il dovere di guardare avanti, di scommettere sul futuro aprendosi agli stimoli esterni provenienti dal mercato, dai consumatori e dal contesto economico globale"
GABRIELE PICCINI, Country Chairman Italy UniCredit
"Il settore alimentare– ha sottolineato Gabriele Piccini, Country Chairman Italy di UniCredit –rappresenta sicuramente uno dei fiori all'occhiello del nostro Made in Italy. Un settore che pesa, per valore aggiunto, il 4% del PIL. Come emerso dal focus AUB, il 69% delle aziende del settore è caratterizzato da una proprietà familiare ed emerge il forte rapporto tra la famiglia stessa, la propria azienda ed il territorio di riferimento. Ora è importante che le aziende di questo comparto sappiano cogliere le sfide che le attendono.
Internazionalizzazione e crescita per linee esterne sono due strategie chiave per il loro sviluppo. Due momenti di svolta e importanti nella vita d'impresa nei quali UniCredit vuole esserci come partner competente e di fiducia.
Siamo vicini alle nostre imprese, non solo attraverso la concessione del credito, ma anche con servizi a valore aggiunto di advisory per operazioni di M&A, di supporto nell'identificazione dei paesi nei quali esportare e nella ricerca di controparti con cui realizzare nuovi affari. Ci siamo anche nel momento di discontinuità più importante, il passaggio generazionale, con un supporto professionale di prim'ordine".
ELENA ZAMBON, Presidente AIdAF
"Nell'anno dell'Expo dedicato all'alimentazione – ha commentato Elena Zambon, Presidente AIdAF - un'analisi delle aziende familiari italiane che operano nel comparto alimentare è decisamente una base forte su cui costruire riflessioni per il futuro del nostro Paese. Se da un lato questo settore si conferma al secondo posto in Italia per fatturato e con una presenza molto rilevante in Emilia Romagna, dall'altro necessita di una forte accelerazione verso i mercati internazionali, per affermare una qualità italiana che si caratterizza soprattutto nell'alimentazione sana. Solo così è possibile favorire la crescita dimensionale delle nostre aziende che, grazie a manager validi, professionalmente molto preparati e dotati di visione internazionale, valorizzino il modello e lo stile delle imprese familiari italiane anche fuori dai nostri confini".
(Fonte: ufficio stampa UniCredit)
A Milano cede leggermente solo la crema a uso alimentare.
di Virgilio, 25 marzo 2015 -
LATTE SPOT Il debole rimbalzo registrato nella scorsa settimana non ha avuto seguito nella tredicesima dell'anno. Alla borsa merci di Verona sono stati confermati i prezzi sia del latte crudo spot nazionale (36,90-37,12€/100 litri di latte), sia del latte intero spot pastorizzato di provenienza estera (33,51 e 34,54€/100 litri di latte).
BURRO E PANNA Per la terza settimana consecutiva i listini del burro si mantengono saldi alla quotazione del 2 marzo scorso. Nello specifico il burro CEE replica i 3,10€/kg, 3,30€/kg per il burro di centrifuga, 2,30€/kg per il pastorizzato e 2,10 per lo zangolato.
Fermo a 1,70€/kg anche il burro zangolato quotato a Parma.
Ha ripreso, invece, a retrocedere il listino della crema a uso alimentare cedendo sulla piazza di milano 4 centesimi (1,62 €/kg). Tra 1,60 e 1,65€/kg la panna a uso alimentare veronese che , al contrario, ha mantenuto le quotazioni della precedente ottava.
GRANA PADANO Listini ancora perfettamente in linea con le quotazioni delle precedenti settimane. Nessuna variazione registrata alla borsa Milano. Tra 6,35 e 6,45€/kg il prezzo all'ingrosso del 9 mesi di stagionatura e tra 7,05 e 7,70€/kg l'intervallo di prezzo relativamente al 15 mesi e oltre di stagionatura.
PARMIGIANO REGGIANO Sono 15 i centesimi recuperati dal Parmigiano Reggiano "fresco" da inizio d'anno. I listini della prestigiosa DOP, nella 12esima settimana, si sono perciò arrestati tra 7,45 e 7,85 €/kg relativamente al 12 mesi di stagionatura. Stabili, da otto settimane i listini del "parmigiano" di 24 mesi d'invecchiamento che conferma le quotazioni comprese tra 8,75 e 9,10€/kg.
Bene l'Europa, giù la Russia. L'azienda di Torgiano (PG) cresce in doppia cifra sul mercato interno e conferma il trend positivo sulle importanti piazze di Germania (+8%), Danimarca, Giappone e Stati Uniti. -
Parma, 24 marzo 2015 -
Cambia la geografia delle vendite delle Cantine Lungarotti e migliora la performance del vino bandiera dell'azienda: il Rubesco. È la sintesi 2014 dell'azienda di Torgiano (PG) che cresce in doppia cifra sul mercato interno (+10% in valore contro +3,6% del 2013) e conferma il trend positivo sulle importanti piazze di Germania (+8%), Danimarca, Giappone e Stati Uniti. Ma la buona annata è segnata soprattutto dalla performance del Rubesco, che si attesta a circa il 20% delle vendite italiane, sbanca in Danimarca (80% delle vendite Lungarotti) e vola in Francia, con un +35% sull'anno precedente. Bene anche i numeri del Rubesco Riserva Vigna Monticchio che, se da una parte sconta non poco la crisi russa, dall'altra guadagna in 2 mercati chiave: Germania (+8%) e Danimarca (+36%).
"La Russia - ha detto l'amministratore unico, Chiara Lungarotti - era e resta un mercato importante per il nostro vino di punta, perciò speriamo che l'impasse congiunturale possa risolversi in breve tempo. Detto questo, siamo tornati in doppia cifra sul mercato interno e questo è un fondamento importante, raggiunto anche grazie al successo del nuovo progetto territoriale denominato "L'U", nella versione Rosso a base di Sangiovese e Merlot e in quella di Bianco, ottenuto da uve Vermentino e Chardonnay".
Complessivamente i vini delle Cantine Giorgio Lungarotti - esportati in 50 Paesi - presentano 28 etichette (2,4mln di bottiglie all'anno) prodotte nei 250 ettari delle tenute di Torgiano e Montefalco. L'azienda è attiva su tutta la filiera del vino e dell'agroalimentare, con produzioni di olio, condimento balsamico e confetture. Particolare impegno del gruppo anche in campo turistico-culturale, con la Fondazione Lungarotti e i suoi Musei dell'Olio e del Vino (definito "il migliore in Italia" dal NY Times), il resort Le Tre Vaselle - un relais di lusso con Spa dedicata alla vinoterapia - e i 12 appartamenti dell'agriturismo Poggio alle vigne. Nel suo complesso il gruppo ha realizzato un fatturato di 11,4 milioni di euro.
(Fonte: Ufficio Stampa Gruppo Lungarotti)
49° Vinitaly. Oggi focus per le aziende sulle prospettive di sviluppo dei mercati esteri verso i quali si prevede un forte aumento di vendite nel corso del 2015. -
Parma, 24 marzo 2015 - di Alexa Kuhne -
Il futuro del vino italiano all'estero? Molto lontano dalla nostra cultura: ad accogliere il nostro prodotto sono il Giappone e il Brasile.
Due popoli agli antipodi per geografia e cultura, ma accomunati dall'amore per il vino italiano. Due mercati, consolidato l'uno, emergente l'altro: sono il Giappone e il Brasile, protagonisti, in questa giornata, di due particolari approfondimenti. I due paesi sono mercati molto appetibili, come conferma l'indagine dell'Osservatorio Vinitaly-wine2wine che li posiziona entrambi nelle top ten delle nazioni dove le aziende italiane prevedono di lievitare le vendite nel 2015.
Nell'Isola del Sol Levante, il vino made in Italy è tra i più conosciuti e apprezzati, tanto da essere il secondo tra quelli importati.
Nel 2014 il vino italiano ha superato in Giappone i 430mila ettolitri, per un controvalore di quasi 153 milioni di euro. Dati che confermano come la cultura del vino sia sempre più radicata e diffusa, con i consumatori giapponesi disposti a spendere di più per poter degustare le etichette italiane, percepite come prodotto di alta qualità. Una tendenza che sarà analizzata, quest'oggi alle 15.00 (ore 15.00, Palaexpo Veronafiere - Sala Respighi), insieme a Tara Tan Kitaoka, la maggiore esperta di vino italiano in Asia, e Shigeru Hayashi, per quattro anni presidente di Eataly Japan, presenti al seminario Focus mercato giapponese.
Vinitaly, infatti, rappresenta la più importante piattaforma internazionale per il settore vitivinicolo, con buyer da 120 nazioni e delegazioni commerciali da 52 paesi verso cui Veronafiere ha potenziato del 34% gli investimenti per favorire l'incoming di operatori stranieri. Da un mercato maturo come quello giapponese, si passa poi alla promettente "matricola" Verdeoro: sotto la lente di Vinitaly International, sempre oggi (ore 14.30, Galleria padiglioni 6/7 - Sala Puccini) , c'è anche il Brasile con il workshop Brasilian wine market brief. L'interesse dei brasiliani per il consumo del vino, pur recente e limitato ai rossi, in particolare al Lambrusco, mette in luce una realtà in espansione, con una previsione di crescita di quasi il 40% nei prossimi anni. Merito dello sviluppo di una classe media di 100 milioni di cittadini dotata di una rinnovata capacità di spesa. Ad oggi, il vino italiano detiene in Brasile una quota di mercato del 12%, al quinto posto tra i Paesi di riferimento per l'import vinicolo.
Il rafforzamento del dollaro infiamma il mercato. Almeno questo sembra essere la principale motivazione plausibile.
di Mario Boggini e Virgilio - Milano, 23 marzo 2015 -
le tendenze al rialzo dei prezzi delle materie prime già anticipate la scorsa settimana si sono confermate senza che, almeno apparentemente, si siano palesate condizioni che giustifichino i forti rialzi registrati venerdì scorso al Cbot (Chicago Board). Al momento l'unica ragione plausibile sembra imputabile al rafforzamento della valuta statunitense nei confronti dell'euro (cambio 1,094).
Venerdì : 20 marzo 2015
CORN maggio 385,00 (+11,4) luglio 392,60 (+11,2)
GRANO maggio 530,00 (+18) luglio 533,60 (+18)
FARINA maggio 324,00 (+4,7) luglio 321,90 (+4,2)
SEMI maggio 973,60 (+12) luglio 978,00 (+11,2)
OLIO maggio 30,68 (+0,06) luglio 30,89 (+0,06)
Indicatori internazionali (20/3/2015)-
l'Indice dei noli è salito ancora di qualche punto raggiungendo i 591 punti. Il petrolio staziona a poco meno di 46$ (45,90$/bar) e il cambio è a 1,094.
Mercato interno -
Sul fronte nazionale si è infiammato il mercato del mais che, a Bologna, ha chiuso con un +5 euro (165€/ton).
A rafforzare il clima di tensione la scarsità di farina di soia che contribuisce a sostenere le quotazioni di ravenna. Una combinazione di fattori che non lascia sperare per un imminente ridimensionamento delle quotazioni
A farne le spese è anche il mercato delle Bionergie soprattutto per coloro che non hanno operato adeguate coperture nei mesi scorsi.
Una bolla di rincari che a fronte dei ridotti consumi e dei limitati scambi non trova giustificazione e riesce perciò difficile prevederne la durata.
(TABELLE riportate anche in Galleria immagini)
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(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.
Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.) - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore.
EUROPRO srl - intermediazione granaglie e cereali - Milano
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A Vinitaly i Rossi della Valpolicella e il Parmigiano Reggiano si incontrano per scoprire le 'evoluzioni nel gusto' -
Parma, 23 marzo 2015 -
I Rossi della Valpolicella e il Parmigiano Reggiano Dop si incontrano nelle degustazioni organizzate dal Consorzio Tutela Vini Valpolicella in occasione di Vinitaly (22-25 marzo 2015, Veronafiere). Obiettivo: scoprire le 'evoluzioni nel gusto' di due prodotti, il vino e il formaggio, che di anno in anno si trasformano arrivando al palato con nuove sfumature. Organizzate in collaborazione con il Consorzio Parmigiano Reggiano, le degustazioni iniziano oggi, alle 14.30, con il Valpolicella Classico Doc e Superiore abbinati a Parmigiano invecchiato 24 mesi mentre il Valpolicella Ripasso Doc e l'Amarone della Valpolicella Docg si accostano a formaggi più maturi come i 36 e 48 mesi. Le Speedy Tasting poi continuano negli appuntamenti di martedì 24 marzo alle 15.30 e mercoledì 25 alle 11.00 sempre allo stand del Consorzio Valpolicella (Pad.8, Stand H2H3).
"E' sorprendente come l'evoluzione di questi due prodotti - ha detto il presidente del Consorzio Tutela Vini Valpolicella, Christian Marchesini – riesca a regalare, nel tempo, un'escalation di sapori sempre più articolati e stratificati. Con questa iniziativa – conclude Marchesini – vogliamo evidenziare la forte propensione del Valpolicella e del Parmigiano all'invecchiamento valorizzandone le peculiarità". Le 'Speedy Tasting' saranno introdotte dagli stessi produttori che avranno la possibilità di presentare il vino da loro proposto.
Per il direttore del Consorzio Parmigiano Reggiano, Riccardo Deserti: "Il Consorzio del Parmigiano Reggiano ha scelto di affiancarsi al Consorzio dei Vini della Valpolicella per creare un momento di degustazione che possa mettere in risalto, oltre alle caratteristiche intrinseche dei prodotti, anche l'importanza del fattore "tempo" nella trasformazione delle materie prime. Il trascorrere dei giorni – ha concluso Deserti - rende unico il nostro formaggio come i grandi vini della Valpolicella, una magia che trasforma il latte e l'uva in grandi prodotti che tengono alta la bandiera dell'eccellenza italiana".
Tutti gli appuntamenti del Consorzio Tutela Vini Valpolicella a Vinitaly, si inseriscono nel progetto Vino in Villa - Dall'EXPO ai Territori, che vede come capofila la Regione Veneto ed è promossa dal Ministro per la Coesione Territoriale.
Le 21 aziende presenti allo stand sono: Clementi, Coali - Tenuta Savoia, Corte Aleardi, Corte Archi, Damoli Bruno, Dindo, Ettore Righetti, Fidora Organic Wines, Flatio, Lavarini, Le Marognole, Menegolli, Montecariano, Pagani, Piccoli Daniela, Salgari, Scriani, Tenuta Il Canovino, Terre Di Leone, Zanoni Pietro, Zanotti Diego.
(Fonte: Ufficio stampa Consorzio Tutela vini Valpolicella)
Chi ben comincia è a metà dell'opera.
di Virgilio
Verona, 23 marzo 2015 - -
Se il buongiorno si vede dal mattino le attese di 150.000 visitatori che si prevede si riverseranno nella 4 giorni veronese dedicata al vino, e giunta alla 49esima edizione, verranno di gran lunga superate.
Nella giornata inaugurale di ieri, nonostante qualche goccia di pioggia, i padiglioni erano invasi da migliaia di persone, operatori professionali , visitatori comuni e famiglie intere con passeggini compresi. Un clima di festa e convivialità come solo il vino è in grado di attrarre.
Nemmeno Patrizio Roversi, conduttore di Linea Verde, ha potuto sottrarsi alla folla di appassionati alla quale, peraltro, si è simpaticamente concesso partecipando a decine di selfie.
Vinitaly conferma la sua forte attrattività e la ragione per la quale è stata scelta per organizzare il padiglione dedicato al vino all'expo2015 che aprirà i battenti il prossimo primo maggio a Milano.
Oltre 4.000 espositori presenti, operatori specializzati da 120 paesi e delegazioni commerciali da 52 nazioni. E' con questi numeri che apre Vinitaly 2015, in contemporanea a Sol&Agrifood, rassegna dell'agroalimentare di qualità, ed Enolitech, salone dedicato alle tecnologie per la viticoltura e l'olivicoltura.
"Questa edizione di Vinitaly è caratterizzata da una presenza e un presidio istituzionale molto importante – dichiara il Presidente di Veronafiere Ettore Riello –. Tutto questo è un chiaro segnale di un sistema che crede fortemente nel comparto vitivinicolo ed è pronto a sostenerlo per il raggiungimento degli ambiziosi, ma certamente possibili, obiettivi di crescita prefissati. Un percorso in cui Vinitaly fa e farà sempre la sua parte, come punto di riferimento per l'intera filiera, in Italia e all'estero. Per questo siamo stati scelti dal Mipaaf per la realizzazione del primo padiglione dedicato al vino nella storia dell'Esposizione Universale. Con Vino – A taste of Italy a Expo 2015 siamo orgogliosi di poter mettere a disposizione tutto il nostro know-how maturato in oltre 100 anni di attività nell'organizzazione diretta di eventi dedicati all'agroalimentare".
Maurizio Martina elogia il lavoro svolto da Vinitaly anche in relazione a EXPO 2015.
di Virgilio Verona, 23 marzo 2015 - -
Alla vigilia di EXPO2015, Vinitaly, apre alla grande e, vista la grande folla di operatori e visitatori che hanno preso d'assalto i padiglioni fieristici nella giornata inaugurale, molto probabilmente sarà superata la soglia dei 150.000 visitatori attesi nei 4 giorni della più importante kermesse nazionale dedicata al vino. Non è un caso che Vinitaly sia stata comandata a organizzare il padiglione del vino a Expo 2105.
"Qui a Vinitaly, ha dichiarato il Ministro Maurizio Martina, si esprime la forza di un intero Paese" , confermando che la leadership di Vinitaly, quindi, non si discute. Un atto dovuto e una garanzia di professionalità al servizio dell'intera nazione.
"Tutto questo è un chiaro segnale di un sistema che crede fortemente nel comparto vitivinicolo - dichiara Ettore Riello presidente di Veronafiere aprendo il convegno inaugurale di Vinitaly, ed è pronto a sostenerlo per il raggiungimento degli ambiziosi, ma certamente possibili, obiettivi di crescita prefissati. Un percorso in cui Vinitaly fa e farà sempre la sua parte, come punto di riferimento per l'intera filiera, in Italia e all'estero. Per questo siamo stati scelti dal Mipaaf per la realizzazione del primo padiglione dedicato al vino nella storia dell'Esposizione Universale. Con Vino – A taste of Italy a Expo 2015 siamo orgogliosi di poter mettere a disposizione tutto il nostro know-how maturato in oltre 100 anni di attività nell'organizzazione diretta di eventi dedicati all'agroalimentare".
Prima di passare la parola all'ospite d'onore, si sono succeduti sul palco a portare sostegno all'iniziativa veronese il Sindaco di Verona Flavio Tosi, il Presidente della Provincia di Verona Antonio Pastorello e il Presidente della Regione Veneto Luca Zaia.
Un comparto, quello del vino, che nel 2014 ha generato oltre 5,11 miliardi di euro nelle esportazioni, è oggi al centro di importanti cambiamenti a livello legislativo. E una sollecitazione sulla necessità di procedere a una semplificazione è giunta anche dal governatore del Veneto Luca Zaia che il Ministro Martina ha immediatamente preso a spunto per il suo discorso.
"Il settore vitivinicolo - dichiara Maurizio Martina Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali - è un patrimonio fondamentale per l'Italia con oltre 14 miliardi di euro di fatturato e migliaia di aziende che rappresentano con passione, innovazione e professionalità la ricchezza dei nostri territori. Vogliamo aiutare queste esperienze a crescere, liberandole da lacci burocratici che le hanno appesantite in questi anni. In questi dodici mesi abbiamo messo in campo un'operazione di semplificazione che ha portato alla dematerializzazione di 64mila registri, al taglio di burocrazia inutile e che ha iniziato davvero a mettere la pubblica amministrazione al servizio delle aziende. Abbiamo anche approvato il tanto atteso decreto per i diritti d'impianto e siamo stati protagonisti del piano straordinario per l'internazionalizzazione che vedrà proprio l'agroalimentare al centro delle azioni".
"Atti concreti" che il ministero guidato da Martina ha realizzato in questi primi 12 mesi di Governo dell'agricoltura. Ma non è tutto e in chiusura dell'intervento il Ministro dell'agricoltura elenca le prossime sfide a partire dal progetto digitale "Agricoltura 2.0" al testo unico del settore vitivinicolo. "Le prossime tappe - conclude il Martina - prevedono l'entrata in vigore del registro unico dei controlli e il Testo unico del vino, da chiudere entro il 2015, l'anno dell'Esposizione Universale. Vinitaly allora rappresenta un passaggio fondamentale di avvicinamento all'evento di Milano, dove con il Padiglione del Vino potremo esaltare per 6 mesi l'esperienza vitivinicola italiana. Un momento fondamentale anche in chiave export per far conoscere ancora meglio al mondo la ricchezza e la varietà del nostro patrimonio di vitigni e vini".
Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 14 - n° 12 22 marzo 2015
SOMMARIO Anno 14 - n° 12 22 marzo 2015
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1.1 editoriale Parola d'ordine, boicottare. Evviva la libertà di pensiero!
2.1 cereali e materie prime (2) Materie prime, tendenze rialziste.
3.1 parmigiano reggiano La corsa degli allevatori per la "quota latte parmigiano reggiano"
4.1 cereali e materie prime (1) Materie prime, un mercato sconquassato. Il confronto con un anno fa.
5.1 Lattiero caseario Deboli segnali di ripresa per il Parmigiano Reggiano
6.1 mais & soia Mais & Soia: marzo 2015
7.1 vinitaly eventi Il Valpollicella diventa Vegan
7.2 aspettando vinitaly Lungarotti: Vino, Cultura e Giovani. Al Vinitaly guardando all'expo
7.3 aspettando vinitaly Vinitaly 2015: la 49^ edizione
8.1 aspettando vinitaly 112 aziende e 210 etichette dalle Marche al Vinitaly
9.1 agricoltura produzioni "AgrOsserva" Speciale Bilancio 2014
9.2 acqua Paesaggi mozzafiato dell'Emilia Romagna dove l'acqua, con la sua bellezza e la sua forza, è regina incontrastata
10.1 Aspettando vinitaly Donelli Vini celebra i 100 anni
11.1 promozioni e Partner Per Bacco che vantaggi con le Card Sconti di Stepa!
Se dal 1 aprile si chiuderà il controverso capitolo delle Quote latte comunitarie, in queste settimane si è scatenata una vera corsa contro il tempo degli allevatori della filiera del Parmigiano Reggiano per aderire alle quote stabilite dal nuovo Piano regolazione offerta proposto dal Consorzio entro la scadenza del 31 marzo 2015
Reggio Emilia - Si susseguono a ritmo intenso le adesioni degli allevatori della filiera Parmigiano Reggiano alle quote latte da destinare alla trasformazione in formaggio Dop, istituite dal Consorzio di tutela nel novembre scorso in attuazione del Piano regolazione offerta 2014-2016.
Le adesioni giungono ora al ritmo di 100 al giorno, e a due settimane dalla scadenza (31 marzo) hanno già superato le 2.400 unità, corrispondenti ad oltre il 70% degli allevamenti interessati.
"In un momento di grande riflessione e di preoccupazione per lo smantellamento del regime delle quote latte comunitarie – osserva il Consorzio – l'istituzione delle quote latte per il Parmigiano Reggiano si conferma così una risposta concreta ed apprezzata dagli allevatori per dare nuovo valore al loro lavoro, grazie ad un valore reale di cui entrano in possesso".
"Il Consorzio del Parmigiano Reggiano – prosegue l'Ente di tutela - ha deciso di mettere al centro della filiera gli allevatori, attribuendo direttamente ad essi le quote latte per la trasformazione nella nostra Dop: la grande adesione riscontrata in queste settimane dimostra che la scelta fatta viene ritenuta indispensabile per rinsaldare il rapporto con il territorio e con i produttori storici, che sono i tratti distintivi di una dop eccellente".
"Con l'accettazione delle quote – spiega il Consorzio - diventa operativo lo strumento di regolazione dell'offerta, e attraverso la gestione attenta del potenziale in base alle condizioni di mercato sarà ora possibile operare affinché gli obiettivi di crescita non si trasformino in squilibri di mercato".
"Le sfide del comparto – conclude l'Ente - non finiscono, ovviamente, con l'assegnazione e l'accettazione della quota agli allevatori e l'adesione al Piano di regolazione dell'offerta, ma è su questa base di concreta coesione di filiera che si compie un vero balzo in avanti per costruire il futuro del nostro prodotto".
(Consorzio Parmigiano Reggiano 18 marzo 2015)
Mais & Soia: marzo 2015
MAIS: Dati previsionali per 2014-15
La produzione globale di Mais per la stagione 2014-15 è prevista a 989.66 Mio t, leggermente inferiore rispetto alle stime di Febbraio (-0.2%).
In Sud Africa l'impollinazione è stata danneggiata dal clima arido di Febbraio, ed il raccolto è previsto a 11.50 Mio t (-2 Mio t rispetto alle previsioni precedenti).
In Bielorussia il Ministro dell'Agricoltura ha rilevato minori aree dedicate alla coltivazione di Mais, quindi è attesa una minor produzione.
Il raccolto dell'Argentina è in aumento, bilanciando parzialmente i cali produttivi previsti in Sud Africa e Bielorussia. Le inondazioni che hanno recentemente colpito l'Argentina hanno ridotto le aree coltivate, ma hanno aumentato l'umidità del suolo, favorendo l'impollinazione e l'aumento delle rese.
La produzione negli Stati Uniti ed in Brasile, i principali Esportatori di Mais, è invariata. Le esportazioni sono previste in aumento: 116.84 Mio t per gli Stati Uniti e 20.50 Mio t per il Brasile.
Le importazioni di Mais sono stimate in aumento per Arabia Saudita ed Israele.
SOJA: Dati previsionali per 2014-15
La produzione mondiale di semi di Soia per la stagione 2014-15 è confermata al livello record di 315.06 Mio t.
Le produzioni nei principali Player Esportatori sono stimate invariate rispetto alle previsioni di Febbraio ed in aumento rispetto alla stagione 2013-14:
paese mio t var 2013/14
(previsioni per Paese)
Le importazioni di semi di Soia sono previste in aumento per diversi Paesi, tra cui Russia, Turchia, Messico e Bangladesh. Gli aumenti sono parzialmente compensati da minori importazioni per Brasile ed Iran.
Vinitaly, per la prima volta al Vinitaly una degustazione dedicata alla scelta vegana. -
Verona. Matrimonio vegano, il 23 marzo, per il Valpolicella al Vinitaly, con la prima degustazione della Doc Veronese abbinata ai piatti vegetali, sempre più presenti nelle tavole degli italiani.
L'iniziativa, mai realizzata al Vinitaly sino ad ora, è del Consorzio di tutela Vini Valpolicella in collaborazione con l'Associazione Vegani italiani Onlus (Assovegan).
"Con questa iniziativa – ha detto il direttore del Consorzio Tutela Vini Valpolicella, Olga Bussinello – vogliamo aprire un dialogo importante con oltre 1 milione di persone che in Italia hanno abbracciato lo stile di vita Vegan. Si tratta di un target in grande crescita – conclude Bussinello – che accanto alla scelta etica abbina il piacere del buon cibo e del buon bere".
L'appuntamento "V come Valpolicella, V come Vegan" è per lunedì 23 marzo alle ore 11, quando allo stand del Consorzio (Pad. 8 – stand H2, H3) la presidente Associazione Vegani Italiani Onlus (Assovegan), Renata Balducci e Nicola Frasson, degustatore di una nota guida italiana, condurranno la degustazione di fronte ai principali giornalisti nazionali e internazionali del settore.
Tutti gli appuntamenti del Consorzio Tutela Vini Valpolicella a Vinitaly, si inseriscono nel progetto Vino in Villa - Dall'EXPO ai Territori, che vede come capofila la Regione Veneto ed è promossa dal Ministro per la Coesione Territoriale.
(Ufficio stampa Consorzio Tutela Vini Valpolicella 18 marzo 2015)
Non solo vino per Lungarotti a Vinitaly 2015, dove l'azienda simbolo dell'Umbria in tutto il mondo punterà anche su cultura e giovani.
Torgiano – PG. Dal 22 al 25 marzo lo stand Lungarotti (Pad.7, stand B2) ospiterà due opere del MUVIT, il Museo del Vino di Torgiano (PG): il Baccanale di terracotta smaltata bianca (fine XVIII sec., Reale Fabbrica di Capodimonte) e la Bottiglia mamma, tratta dagli schizzi di Gio Ponti e realizzata dalla Cooperativa di Ceramica di Imola (1994). Un'esposizione speciale, questa, per ribadire lo stretto legame tra vino e cultura: un binomio concreto che la Fondazione Lungarotti ha reso tangibile nel Museo di Torgiano dove circa 3mila reperti, raccolti in tutto il mondo da oltre 40 anni, testimoniano la storia del vino e della viticoltura del Mediterraneo.
I vini sono, ovviamente, i protagonisti indiscussi del 49° Salone di Verona e della sua preview, Opera Wine (sabato 21 marzo, Palazzo della Gran Guardia): alla degustazione che celebra i 100 migliori produttori selezionati da Wine Spectator, Lungarotti offrirà il suo vino porta bandiera, il Rubesco Riserva Vigna Monticchio del 2005. Sarà invece l'annata 2009 a conquistare i palati degli operatori partecipanti al tasting organizzato della Guida Tre Bicchieri del Gambero Rosso (22 marzo, ore 11.30; Sala Argento – Palaexpo, ingresso A2). Ma a Verona ci sarà anche il debutto ufficiale di due nuove inserzioni che, dopo il Brezza lifestyle, si candidano a conquistare nuovi giovani pubblici: il L'U Bianco (Umbria Bianco Igt - Vermentino e Chardonnay) e il L'U Rosso (Umbria Rosso Igt - Sangiovese, Merlot), due vini moderni e versatili adatti anche alle occasioni informali.
Sul fronte della responsabilità sociale, Lungarotti aderisce a "In Vino Virtus", iniziativa della Polizia di Stato in collaborazione con Unione Italiana Vini (UIV), volta a promuovere un consumo moderato e responsabile di vino.
Torgiano – PG, 18 marzo 2015
Il Salone per gli appassionati del vino ospita anche Sol&Agrifood, rassegna agroalimentare ed Enolitech, evento sulle tecnologie per le filiere di olio e vino.
di Alessandra Ardito - Parma, 22 marzo 2015 –
Oggi è il giorno atteso dagli amanti del vino e dagli addetti ad un settore sempre più in crescita che, si stima in oltre 150000, visiteranno il Salone internazionale dei vini e dei distillati di Veronafiere ( www.vinitaly.it ), giunto alla 49^edizione.
Dal 22 al 25 marzo Vinitaly si svolge in contemporanea a Sol&Agrifood, rassegna dell'agroalimentare di qualità (www.solagrifood.com), ed Enolitech, salone dedicato alle tecnologie per le filiere del vino e dell'olio (www.enolitech.it ).
Al Vinitaly si aspettano anche operatori specializzati dal più di 120 nazioni del mondo e quest'anno, per favorire l'arrivo di buyer dall'estero, l'evento sarà fortemente orientato all'incontro con delegazioni e missioni commerciali provenienti sia da mercati maturi, sia da aree in forte o potenziale sviluppo, con un calendario di seminari e degustazioni professionali .
«Il Salone, in un anno di importanti appuntamenti per il settore, primo fra tutti l'EXPO a Milano dove saremo protagonisti da maggio con il Padiglione del Vino – dice Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere –, può contare su numeri importanti. Il totale delle aziende espositrici si consolida a più di 4.000. La superficie espositiva netta supera quota 91mila metri quadrati, che raggiungono i 100mila con Sol&Agrifood ed Enolitech. Con queste tre manifestazioni insieme, Veronafiere per quattro giorni si fa interprete e promuove l'eccellenza del settore agroalimentare made in Italy».
Come ogni anno, con oltre 150 mila visitatori concentrati in quattro giorni di manifestazione, la logistica, il sistema dei parcheggi e i collegamenti intorno al quartiere fieristico vengono strutturati per ottimizzare il tempo a disposizione del business per gli operatori: «Considerato che quasi il 40% dei visitatori raggiunge Vinitaly in treno – fa sapere Mario Rossini, vicedirettore generale di Veronafiere –quest'anno abbiamo anche inaugurato, in collaborazione con Ferrovie dello Stato e Comune di Verona, un nuovo collegamento pedonale diretto che permette, in dieci minuti, di raggiungere la Fiera dalla Stazione di Porta Nuova».
Vinitaly and the City immancabile, rinnovato e ampliato, è l'appuntamento che si è inaugurato ieri e che continuerà fino al 23 marzo. Si tratta del FuoriSalone serale di Vinitaly dedicato agli appassionati di vino, quest'anno realizzato in collaborazione con il Comune di Verona nelle piazze del centro storico di Verona: Piazza dei Signori, Cortile del Mercato Vecchio e Cortile del Tribunale.
Le Marche a Vinitaly 2015 con 210 etichette in terrazza e 112 aziende. Bianchi di punta sono Verdicchio, Pecorino e Passerina.
Bianchi di punta, Verdicchio, Pecorino e Passerina in testa, 20 denominazioni autoctone dalla forte identità territoriale, biologico in crescita (+15,5% di superficie vitata sul 2013 e 2^ regione in Italia per incidenza del bio sul totale superficie vitata. Fonte: Sinab). Sono le carte vincenti delle Marche del vino alla 49^ edizione di Vinitaly, in programma dal 22 al 25 marzo.
Centododici le aziende quest'anno e 210 le etichette nello stand della Regione (Pad. 7, C6/7/8/9), da degustare in terrazza a ritmo di Jazz, alla scoperta di vini non convenzionali e dai vitigni millenari.
Tra le novità 2015, oltre alle attività delle Marche a Expo, "Vino&Giovani e...hamburger" (22 marzo ore 13:30), l'easy lunch firmato Errico Recanati, con Neri Marcorè e la pluricampionessa di fioretto Elisa Di Francisca, ambasciatrice del Verdicchio nel mondo, per presentare l'indagine nazionale "Vino&Giovani" dell'Università Politecnica delle Marche, commissionata dall'Istituto Marchigiano di Tutela Vini-IMT. Un'analisi a tutto tondo raccontata in modalità twitter, che fotografa il nuovo senso dei giovani italiani per il vino, dalle abitudini di consumo a trend e spesa media. All'evento sarà presente l'assessore all'Agricoltura della Regione Marche, Maura Malaspina. L'easy lunch è realizzato con i prodotti del polo enogastronomico regionale Food Brand Marche, tra cui la nuova interpretazione di hamburger dello chef stellato.
Martedì 24 marzo alle 11:00 riflettori puntati su export, mercato interno e trend di Verdicchio & Co (le 16 denominazioni tutelate da IMT) con la ricerca di Wine Monitor di Nomisma, a cura del responsabile dell'Osservatorio, Denis Pantini. Primo piano invece sui vini piceni con lo studio "Stili di consumo nazionali, identità Picene e percezione sul consumatore finale" (ore 12:00) condotto da Gabriele Micozzi, docente di Marketing alla Luiss di Roma e all'Università Politecnica delle Marche, e con la presentazione del presidio territoriale per Expo del Piceno. Da segnalare, l'ottima performance dell'Offida Pecorino docg tra gli scaffali, quest'anno primo tra i vini emergenti nella GDO secondo le anticipazioni della ricerca Iri per Vinitaly 2015, assieme al Pecorino abruzzese (+33,6% in valore e 32,5% in volume rispetto al 2013). Segue il Passerina, da poco entrato nella grande distribuzione, con un +26,2% in valore e +28,3% in volume.
E se gli emergenti conquistano posizioni, a farla da padrone sul fatturato vinicolo regionale e sulle esportazioni è il Verdicchio, che ha trainato un export dei vini marchigiani cresciuto di circa il 66% in valore dal 2003 al 2014 (dati Istat). Il bianco fermo più premiato dalle guide italiane, ha visto inoltre crescere di circa il 30% il prezzo medio negli ultimi 7 anni.
In ascesa anche il segmento bio, che mette a segno un +15,5% in termini di superficie vitata rispetto al 2013, passando da 3.278 ettari coltivati a 3.787 ha nel 2014. Il biologico occupa ormai il 22% della superficie vitata regionale (17.400 ettari), posizionando le Marche al 2°posto in Italia per incidenza della superficie bio sul totale della superficie vitata, subito dopo la Sicilia (24%) (fonte: Sinab). Al salone mondiale del vino, tra gli stand di Vinitalybio e Vivit, saranno presenti 11 aziende, di cui 6 del consorzio di vignaioli bio Terroir Marche.
Vinitaly sarà infine l'occasione per presentare il nuovo polo enogastronomico regionale Food Brand Marche (lunedì 23 marzo ore 10:30), piattaforma di riferimento, a partire da Expo 2015, per tutti gli operatori che vogliono entrare in contatto con l'agroalimentare regionale. Una compagine che aggrega sotto un unico marchio 13 soggetti e che già oggi vale il 40,2% (circa 439 mln di euro) del valore della produzione agroalimentare marchigiana.
Completano il programma le degustazioni delle doc Rosso Piceno, Bianchello del Metauro, Colli Pesaresi, Pergola, Colli Maceratesi e Lacrima di Morro d'Alba (tutti i giorni, ore 10:00-17:00).
La Regione Marche si trova al PAD. 7 – STAND C 6/7/8/9
Le Doc Marche: Bianchello del Metauro, Colli Maceratesi, Colli Pesaresi, Esino, Falerio, I Terreni di Sanseverino, Lacrima di Morro d'Alba, Pergola, Rosso Conero, Rosso Piceno, San Ginesio, Serrapetrona, Terre di Offida, Verdicchio dei Castelli di Jesi, Verdicchio di Matelica
Le Docg Marche: Conero, Offida, Vernaccia di Serrapetrona, Castelli di Jesi Verdicchio Riserva, Verdicchio di Matelica Riserva.
Flash update rapporto "AgrOsserva" - Speciale bilancio 2014
Roma, La variabile climatica, che ha esercitato l'anno scorso una forte influenza negativa sulla produzione agricola, compromettendo le rese di vite e olivo in particolare, spiega il meno 2,2% del valore aggiunto del settore primario registrato dall'Istat nel 2014.
Lo rivelano Ismea e Unioncamere nel Flash Update di AgrOsserva "Speciale bilancio 2014".
Il quadro potrebbe però migliorare quest'anno, prosegue l'analisi. In uno scenario che non considera l'impatto di elementi aleatori, come l'eventualità di shock climatici, è verosimile infatti attendersi una crescita potenziale del valore aggiunto agricolo nel corso del 2015, in previsione di un incremento della produttività media rispetto ai valori dell'ultima annata.
Sul fronte occupazionale, l'agricoltura si è rivelata, tra tutti i settori economici nazionali, quello più dinamico, con una crescita degli occupati nel 2014 dell'1,6% (+2,4% i dipendenti; +0,7% gli indipendenti), e con un ancora più significativo più 7,1% tendenziale nell'ultimo trimestre.
Nel 2015 - si legge nella nota di aggiornamento Ismea-Unioncamere - le politiche a sostegno del ricambio generazionale in agricoltura e gli incentivi alle nuove assunzioni (decontribuzioni), introdotti con la legge di stabilità, potranno determinare un ulteriore incremento dei livelli occupazionali nelle campagne.
Positivo il bilancio 2014 anche per l'export agroalimentare, balzato a 34,3 miliardi di euro (+2,4% sul 2013). Nel 2015, la svalutazione dell'euro, il rafforzamento della ripresa economica in Usa, la divergenza delle politiche monetarie tra le due sponde dell'Atlantico, nonché gli stanziamenti e le misure a sostegno dell'internazionalizzazione e il prevedibile effetto-spinta di Expo avranno un impatto presumibilmente positivo sulle vendite all'estero del settore agroalimentare. La crescita dovrebbe quindi accelerare rispetto al 2014.
In relazione ai consumi, - conclude il Flash Update - per i prodotti alimentari e le bevande, al netto della componente extra domestica, si può stimare, rispetto al 2013, una variazione prossima allo zero o in calo di pochi decimi di punto.
Le condizioni generali, in considerazione di un graduale recupero del potere di acquisto, associato anche ai risparmi sulle voci trasporti ed energia e alle risorse stanziate per le famiglie con la legge di stabilità, lasciano prevedere una svolta moderatamente positiva dei consumi nel 2015, che dovrebbe coinvolgere il comparto del food & beverage.
(Ismea - Roma, 12 marzo 2015)
Cantine Casabella ritorna alle origini nell'anno dell'Esposizione Universale. Territorio, identità e mito. Gutturnio e Malvasia: quando la tradizione perfeziona l'innovazione tecnologica -
Piacenza, 20 marzo 2015 -
È un ritorno alle origini il Vinitaly 2015 di Cantine Casabella. Un momento di riflessione ed un omaggio alla lunga strada percorsa dall'enologia della Terra del Vino, già nota in antichità per le proprie eccellenze. Ed è proprio a queste, rappresentate da Gutturnio e Malvasia, che guarda l'azienda arquatese con la produzione limitata di mille bottiglie, bianche e rosse, che ricordano i vini della tradizione, quelli dei nostri avi. Un percorso tra territorio, identità e mito. Perché il vino non è solo una bevanda, ma un'emozione che cresce giorno dopo giorno.
Sono i vini delle origini il Gutturnio e la Malvasia: sono i vini che storicamente hanno fatto risplendere il nome piacentino nel mondo, il Gutturnio dai tempi dei romani, la Malvasia grazie all'estro di Leonardo da Vinci che ha riscoperto l'antico legame con il Peloponneso. Una tradizione che da quel momento si è tramandata, di padre in figlio. Cantine Casabella è tornata a quel momento: agli affetti, al momento in cui ogni singolo gesto si tramuta in un prodotto che racconta la storia. È il recupero di un'identità pura che avviene proprio nell'anno in cui l'Italia e la sua industria agroalimentare è impegnata nella realizzazione della grande Esposizione Universale.
Cantine Casabella avvia così, proprio a Vinitaly 2015, un processo di recupero della tradizione: i due vini sono i prodotti della nostra campagna, del territorio. Puri nel gusto, semplicemente maniacali nella lavorazione. Raccolta a mano, l'uva viene diraspata e pigiata in cantina. Il mosto di malvasia è vinificato in bianco, mentre quello della barbera e della bonarda è lasciato a contatto con le bucce ed i vinaccioli per alcuni giorni, separato da loro con la pressatura. Ne esce un vino torbido, dal colore ricco e dal gusto forte e deciso, che, senza filtrazioni, subisce solamente numerosi travasi prima dell'imbottigliamento, fatto con un residuo zuccherino che rende possibile la presa di spuma in bottiglia. Ne esce un vino frizzante che presenta sul fondo i lieviti della rifermentazione.
Sulla tavola è il vino che riporta alla mente le giornate del passato, quelle lunghe tavolate di una volta, dove era solo il sapore dei cibi a donare allegria. Cantine Casabella riguarda alle sue origini: quella che più di cento anni fa vide la tenuta di Ziano Piacentino avviarsi verso una produzione che nei decenni sarebbe divenuta mondiale. E propone i due classici che da sempre sono l'identità del territorio: è il vino della tradizione; quella dei nonni, ripresa nella grafica, schietta ed elegante come il prodotto che rappresenta. Suggellata con gocce di oro caldo, l'etichetta, su carta naturale invecchiata, ricorda nella grafica il vino delle origini: caldo e saporito, ricco e pulito, come le emozioni che portiamo nel cuore ricordando il passato. Come un mito che si rinnova nel tempo.
(Fonte: ufficio stampa Cantine Casabella)
Viaggio nei padiglioni Vinitaly. Restyling firmato Ferrari per rendere ancora più affascinati e preziose le bottiglie di spumante e celebrazione del Lambrusco reggiano DOC 2015.
di Alessandra Ardito - Parma 22 marzo 2015 - La passione per il vino porta a grandi soddisfazioni.
E quest'anno il marchio Donelli Vini lo dimostra festeggiando i cento anni di lavoro che ci sono voluti per arrivare a produrre uno dei lambruschi più degustati al mondo.
Non c'è occasione migliore, per celebrare un centenario così importante, del Vinitaly che, fino al 25 marzo, accoglie, nel padiglione 3, i produttori di questa nota firma italiana nel settore enologico.
Ai visitatori non potranno non saltare all'occhio il restyling delle etichette con il logo del centenario e le bottiglie del Lambrusco Reggiano DOC 1915 "delle origini", protagonista indiscusso dell'anno.
La riprogettazione della veste grafica riguarderà le principali gamme di prodotto: per la GDO, i Lambruschi DOC 360° dall'impronta territoriale e il design innovativo, e per il canale Ho.Re.Ca. la linea di Spumanti Scaglietti, con la bottiglia disegnata dal celebre designer della Ferrari.
Prodotto dell'anno, il Lambrusco Reggiano DOC 1915, disponibile in versione secco o amabile, è caratterizzato da un intenso colore rubino e da un profumo ampio e floreale, con sentori di fragola.
Il Lambrusco "delle origini" è un'etichetta storica, risalente ai primi anni di attività dell'azienda. La linea semplice e accattivante della bottiglia è ancora estremamente attuale, pur conservando il gusto del passato: anche per questo è l'emblema del legame con la tradizione.
A Vinitaly sarà accolto anche il ritorno della storica azienda vinicola Giacobazzi di Nonantola: dopo una decina di anni la cantina è tornata sotto il controllo della famiglia che l'aveva creata nel dopoguerra.
Ora il Gruppo guidato da Antonio e dai figli Giovanni, Alberto e Angela è composto dalle tre aziende vinicole Donelli Vini, Gavioli Antica Cantina e Giacobazzi, con una settantina di dipendenti e la capacità di produrre oltre 30 milioni di bottiglie all'anno: una delle prime realtà del settore in Italia, in grado di esportare vini in 60 Paesi e in tutti i continenti.
Il brand Giacobazzi presenta un'immagine rinnovata, concepita per raccontare l'identità di un'azienda che si fonda sull'attenzione alla tradizione, sull'orientamento all'innovazione e sulla profonda conoscenza del territorio.
La produzione comprende una linea di Lambruschi IGT dell'Emilia, una DOC di vitigni modenesi (Lambrusco di Modena, Sorbara e Grasparossa) e una gamma di DOC premium di livello superiore. "Un progetto - spiega Alberto Giacobazzi, Responsabile del mercato Italia - che unisce il forte legame con il territorio con l'attenzione al cambiamento e lo spirito innovativo che da sempre è nel DNA della famiglia Giacobazzi".
Troppe tasse, burocrazia asfissiante e assenza di reddito. Gli imprenditori lanciano un "SOS" per salvare il settore: i rappresentanti di Confagricoltura, Cia e Confcooperative di Parma si sono dati appuntamento in una stalla per lanciare un appello all'opinione pubblica e al mondo della politica. -
Parma, 20 marzo 2015 -
"SOS agricoltura". È un vero messaggio d'allarme quello che lanciano gli imprenditori agricoli del Parmense. Le aziende sono in grande difficoltà tra mancanza di reddito, pressione fiscale e burocrazia asfissiante. Questa mattina i rappresentanti di Confagricoltura, Cia e Confcooperative di Parma si sono dati appuntamento in una stalla – quella dell'azienda Araldi di Madregolo – per lanciare un appello all'opinione pubblica e al mondo della politica mentre a Bologna 300 agricoltori di Agrinsieme hanno organizzato un flash mob su una collina formando prima un disegno a forma di albero da frutto per poi passare a un disegno a forma di "SOS" per lanciare un messaggio con il quale testimoniare quanto sia grave la situazione del settore primario.
"Noi agricoltori siamo i veri custodi del suolo – il messaggio della presidente di Confagricoltura Parma Monica Venturini condiviso dalla presidente di Cia Parma Ilenia Rosi e dal funzionario di Confcooperative Parma Claudio Barilli -. Rappresentiamo la prima forma di intervento contro il dissesto idrogeologico, ma la politica troppe volte ci ha dimenticati caricando la nostra attività di balzelli burocratici inutili e di imposte cui non riusciamo più a fare fronte. L'agricoltura va difesa ed è per questo che abbiamo manifestato in modo da poter sensibilizzare l'opinione pubblica e la politica per la tutela del settore primario".
La presidente di Cia Parma Ilenia Rosi ha poi posto l'attenzione soprattutto sulla redistribuzione del reddito lungo tutta la filiera agricola. "Il nostro settore vive grosse difficoltà a causa della mancanza di redditività – spiega Rosi -. Manca un reddito finale che permetta agli agricoltori di portare avanti la propria attività, in primis in un settore vitale come quello del parmigiano. In questo contesto si inserisce la grande preoccupazione per il post quote latte dal prossimo 31 marzo. L'atterraggio morbido previsto dal governo non sta portando i risultati attesi. I 108 milioni di euro stanziati non bastano per affrontare un cambiamento così radicale".
IL FLASH MOB DI BOLOGNA
La manifestazione parmigiana è avvenuta in contemporanea al flash mob organizzato da Agrinsieme, il coordinamento di Confagricoltura, Cia, Fedagri-Confcooperative, Agci-Agrital e Legacoop Agroalimentare con oltre 40mila imprese associate in regione. "Un quarto dell'ammontare dei fondi agricoli comunitari (Pac) – spiega Agrinsieme Emilia Romagna - se ne va per coprire i danni aziendali causati da calamità e dissesto idrogeologico, pari a circa 1000 milioni di euro nel 2014; il 43-45% in media del reddito imponibile ai fini Irpef delle aziende agricole se ne va per l'Imu. Non esiste territorio senza agricoltura: cosa accade se i produttori abbandonano la terra?" – è la protesta-provocazione di Agrinsieme Emilia Romagna.
Presente alla manifestazione anche l'assessore regionale all'Agricoltura Simona Caselli. "Occorre lavorare sull'organizzazione delle filiere per incrementare il valore e distribuirlo con equità – ha detto l'assessore - ma anche per essere più competitivi sui mercati internazionali, programmando le produzioni, concentrando l'offerta, migliorando la commercializzazione. Dai primi mesi del 2015 arrivano segnali incoraggianti sul fronte della congiuntura economica. Dobbiamo saperli cogliere, approfittando delle più favorevoli condizioni esterne ma soprattutto utilizzando al meglio le risorse della nuova Pac e del nuovo Psr ormai prossimo all'approvazione finale".
(Fonte: Ufficio stampa Confagricoltura Parma)
Da domenica 22 a mercoledì 25 marzo il Parmigiano Reggiano è nell'area dedicata all'alimentazione di qualità in coincidenza con la manifestazione più importante del panorama vinicolo (stand in Sol&Agrifood B 14 / 1) -
Reggio Emilia, 21 marzo 2015 -
Ci sarà anche il Parmigiano Reggiano all'edizione 2015 di Vinitaly, con un ampio stand collocato a Sol&Agrifood, l'area destinata all'alimentazione di qualità.
"Una scelta – sottolinea il direttore del Consorzio, Riccardo Deserti – che si lega innanzitutto all'importanza di questa vetrina internazionale, che richiama annualmente a Verona decine di migliaia di visitatori e centinaia di operatori delle catene distributive di tutto il mondo, configurandosi come veicolo formidabile per diffondere la conoscenza del nostro prodotto e stabilire contatti che si possono trasformare in opportunità commerciali".
In tal senso – spiega il direttore dell'Ente di tutela – riteniamo rilevante, oltre che nuovo, il filone dell'abbinamento del Parmigiano Reggiano con vini d'eccellenza per sostenere la diffusione internazionale del prodotto e delle esportazioni".
"Contemporaneamente – prosegue Deserti – con questa presenza puntiamo ad evidenziare anche l'ampia versatilità del Parmigiano Reggiano, che ne favorisce l'uso nelle più svariate situazioni di cucina e, grazie alle diverse stagionature, permette ottimi abbinamenti per un pubblico che vuole accompagnare prodotti di eccellenza a vini di prestigio".
Insieme al Consorzio e al Parmigiano Reggiano, in vetrina a Sol&Agrifood nell'ambito del Vinitaly si alterneranno, ogni giorno, due caseifici scelti tra quelli che solitamente partecipano alle iniziative di "Caseifici in tour" e che, pertanto, si presentano a fiere e manifestazioni rappresentando di tutto il settore.
"In questo modo osserva Deserti – metteremo in evidenza non solo l'alta qualità del prodotto, garantita da un disciplinare particolarmente restrittivo che pone le condizioni per una produzione autenticamente espressione del territorio di origine, ma anche il valore del lavoro dei caseifici artigianali che sono protagonisti di questo sistema".
Domenica 22 marzo saranno in scena il Caseificio sociale Nuovo Malandrone (MO) e la Società agricola Saliceto (PR), mentre lunedì 23 toccherà al Caseificio sociale Palazzo (PR) e al Caseificio sociale di Cavola di Toano (RE).
Martedì 24 marzo sarà la volta del Caseificio Gennari Sergio & Figli (PR) e del Caseificio Sociale Castellazzo (RE), mentre mercoledì 25 marzo saranno impegnate la Società agricola Butteri (PR) e la Cooperativa casearia del Frignano (MO).
Particolarmente importanti, nei giorni della manifestazione, saranno le collaborazioni instaurate dal Consorzio del Parmigiano Reggiano con eccellenze della produzione enologica italiana e internazionale, tra cui il Consorzio di tutela dei vini della Valpolicella, Première wines&food e i vini della regione Emilia Romagna.
Il Parmigiano Reggiano sarà quindi accompagnato da grandissimi vini, ma non mancheranno appuntamenti dedicati all'alta cucina. Presso lo Spazio Première Wines&Food (Cittadella del Gusto), per tutto il periodo di Vinitaly, Alma – Scuola Internazionale di Cucina con sede a Colorno (Parma), elaborerà 4 ricette di panini gourmet per il progetto "PANinMo" con ingredienti di eccellenza. Questa location ospiterà anche due show cooking con chef di prestigio come Michele Bacilieri del Ristorante Mezza Luna di Ferrara che preparerà la ricetta "uovo croccante con crema di Parmigiano Reggiano e Yoji Tokuyoshi del Ristorante Tokuyoshi di Milano che proporrà "Cucina Italiana Contaminata: Omaggio al Parmigiano Reggiano".
Gli appuntamenti del Parmigiano Reggiano a Vinitaly 2015
Domenica 22 marzo
ore 9.30 – 18.30 Caseifici in Tour Possibilità di conoscere direttamente due produttori di Parmigiano Reggiano, assaggiare il prodotto e apprenderne le particolarità. Saranno presenti: Caseificio sociale Nuovo Malandrone (MO) e Società agricola Saliceto (PR) presso lo stand B 14 / 1 (Sol &Agrifood)
ore 10.30 La degustazione dei formaggi: un mondo di profumi e aromi Degustazione di due stagionature di Parmigiano Reggiano con l'associazione Onaf presso area Cheese Experience
ore 12.30 Cacio e Champagne Degustazione di 5 Champagne Blanc de Blancs abbinati a 5 stagionature di Parmigiano Reggianopresso lo Spazio Première wines&food (Cittadella del Gusto)
ore 15.00 Show Cooking Abbinamento di due grandi classici in chiave moderna: il Valpolicella Ripasso Superiore Tenzone 2010 di Eleva e l'"Uovo Croccante con Crema di Parmigiano Reggiano e Tartufo Nero" di Michele Bacilieri del Ristorante Mezza Luna di Ferrarapresso lo Spazio Première wines&food (Cittadella del Gusto)
ore 17.30 Il Parmigiano Reggiano incontra il Franciacorta Brindisi tutto italiano con due stagionature di Parmigiano Reggiano in abbinamento a Franciacorta presso lo stand del Mipaaf
Lunedì 23 marzo
ore 9.30 – 18.30 Caseifici in Tour Possibilità di conoscere direttamente due produttori di Parmigiano Reggiano, assaggiare il prodotto e apprenderne le particolarità. Saranno presenti:
Caseificio sociale Palazzo (PR) – Caseificio sociale Cavola (RE)presso lo stand B 14 / 1 (Sol &Agrifood)
ore 14.30 Il Parmigiano Reggiano incontra i vini della Valpolicella Abbinamento di 3 stagionature di Parmigiano Reggiano con i vini del Consorzio di tutela del Valpolicella presso Pad. 8 stand H- H3
ore 14.30 "Cucina Italiana Contaminata": omaggio al Parmigiano ReggianoShow Cooking diYojiTokuyoshistorico sous chef di Massimo Bottura e attuale patron del Ristorante Tokuyoshi di Milano, che proporrà "Cucina Italiana Contaminata": omaggio al Parmigiano Reggiano presso lo Spazio Première wines&food (Cittadella del Gusto)
ore 16.30 Il Parmigiano Reggiano incontra le birre strutturate Degustazione guidata di tre stagionature di Parmigiano Reggiano in abbinamento alle birre del birrificio Angelo Porettipresso spazio Agorà (Sol &Agrifood)
Martedì 24 marzo
ore 9.30 – 18.30 Caseifici in Tour Possibilità di conoscere direttamente due produttori di Parmigiano Reggiano, assaggiare il prodotto e apprenderne le particolarità. Saranno presenti: Caseificio Gennari Sergio & Figli (PR) – Caseificio Sociale Castellazzo (RE)presso lo stand B 14 / 1 (Sol &Agrifood)
ore 9.30 Caffè Press
ore 10.30 La degustazione dei formaggi: un mondo di profumi e aromi Degustazione di due stagionature di Parmigiano Reggiano con l'associazione Onaf presso area Cheese Experience
ore 14.30 Nel confronto tra formaggi vince l'assaggio guidato Degustazione guidata con l'associazione Onafpresso spazio Agorà (Sol &Agrifood)
ore 15.30 Il Parmigiano Reggiano incontra i vini della Valpolicella Abbinamento di 3 stagionature di Parmigiano Reggiano con i vini del Consorzio di tutela del Valpolicellapresso Pad. 8 stand H2-H3
Mercoledì 25 marzo
ore 11.00 Il Parmigiano Reggiano incontra i vini della Valpolicella Abbinamento di 3 stagionature di Parmigiano Reggiano con i vini del Consorzio di tutela del Valpolicellapresso Pad. 8 stand H2-H3
ore 12.00 A caccia di miti: la verità sui formaggi nella dieta Degustazione guidata di Parmigiano Reggiano con l'associazione Onaf presso area Cheese Experience
(Fonte: ufficio stampa Consorzio del Parmigiano Reggiano)
Dopo tanta attesa la Cina finalmente entra nel mercato delle materie prime mentre le trattative tra Governo e autotrasportatori brasiliani non sono prossime al traguardo.
di Mario Boggini e Virgilio - Milano, 20 marzo 2015 -
La sessione di mercato dello scorso 18 marzo ha evidenziato sensibili segnali tendenti al rialzo dei prezzi confermati anche dal mercato telematico.
Molto probabilmente questa nuova tendenza è determinata da diversi fattori concomitanti. Il ritorno, peraltro atteso, della Cina sul mercato del nord america per evitare le code di carico nei porti del sud america, la fase di stallo nelle trattative tra Governo e autotrasportatori brasiliani e infine le condizioni meteo in USA che si manifesta con eccessi di precipitazioni nelle zone orientali e al contrario con siccità in gran parte delle pianure, rischiando perciò di compromettere le semine di mais. A questi elementi si aggiunga il fatto che i fondi hanno ripreso a fare massicci acquisti mentre la Federal Reserve (FED) ha deciso di non aumentare i tassi di interesse almeno sino al prossimo mese di giugno.
Mercato interno -
Nulla è cambiato rispetto alla precedente informativa.
Gli osservatori di mercato sono in attesa che si inneschi finalmente il meccanismo degli scambi e gli affari possano quindi rinforzarsi.
Le uniche novità riguardano il consolidamento delle crusche, mentre nel settore dei proteici si sta manifestando una carenza di farina di soya proteica sul porto di Venezia e una generalizzata inconsistenza della farina di soya 44%.
Segnali in crescita per il mais estero comunitario e non. Riguardo invece il mercato del mais nazionale maggiori difese sono state alzate da Est con prezzi di offerta ovviamente maggiori di quello proveniente da Ovest sul quale però si riscontra il problema del Don.
Il grano estero tende a aumentare di prezzo, mentre il grano nazionale ancora langue. Orzo in forte ridimensionamento sul mercato interno a seguito dei ridotti consumi.
Nel mercato delle Bionergie proseguono le operazioni di coperturea atte a allungare l'autosufficienza sulla prossima campagna maidicola. Confermati quindi i valori di 185/190 euro ton. arrivo Lombardia da Ottobre a Marzo per merce base contratto 103. Queste operazioni di copertura ancora non hanno coinvolto la crusca, ma si stanno concentrando principalmente sul mais e sui sottoprodotti dell'industria.
(TABELLE riportate anche in Galleria immagini)
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(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.
Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.) - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore.
EUROPRO srl - intermediazione granaglie e cereali - Milano
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Aggregazioni tra i caseifici aderenti a Confcooperative Modena: dalla fusione tra S. Silvestro (Castelvetro) e Val Tiepido (Maranello) nasce il più grande caseificio della Pedemontana -
Modena, 19 marzo 2015 -
Proseguono le aggregazioni tra i caseifici aderenti a Confcooperative Modena, le cui cooperative trasformano in Parmigiano-Reggiano oltre il 60 per cento del latte che esce dalle stalle modenesi. È operativa la fusione per incorporazione tra la cooperativa casearia S. Silvestro di Castelvetro e la cooperativa casearia Val Tiepido di Torre Maina di Maranello, entrambe nate nel 1974.
Per festeggiare la fusione, dopodomani – sabato 21 marzo – l'ormai ex caseificio Val Tiepido (via Montanara 5 a Torre Maina) apre le porte al pubblico e offre per tutto il giorno borlenghi e Lambrusco; l'iniziativa si svolge anche in caso di pioggia. A seguito di questa operazione, approvata all'unanimità dai soci delle due cooperative, il S. Silvestro conta ora 28 aziende agricole socie che conferiscono complessivamente 80 mila quintali di latte; con una produzione annua che supera le 14 mila forme, il caseificio di Castelvetro diventa il più grande produttore di Parmigiano Reggiano della Pedemontana.
«Ci siamo messi insieme perché l'unione fa la forza e ci permette di affrontare meglio l'attuale crisi dei prezzi del "re dei formaggi"», spiega Giuseppe Amorotti, l'imprenditore agricolo di Castelvetro che quest'anno taglia il traguardo dei quarant'anni alla guida del caseificio S. Silvestro. La lavorazione del latte e la produzione del Parmigiano Reggiano sarà effettuata solo a Castelvetro, mentre entrambi gli stabilimenti mantengono la stagionatura del formaggio, il punto vendita e l'allevamento dei suini.
«Esprimiamo soddisfazione per l'esito positivo di questa operazione, che abbiamo appoggiato e incoraggiato – commenta il direttore di Confcooperative Modena Cristian Golinelli – Le difficoltà del settore lattiero-caseario, infatti, richiedono la ricerca della massima efficienza e del contenimento dei costi. L'aggregazione tra strutture è una delle strade, anche se non l'unica, che permette ai caseifici di realizzare economie di scala».
(Fonte: ufficio stampa Coonfcooperative MO)
Il confronto tra i prezzi delle materie prime e dei rapporti di cambio, a un anno di distanza, evidenzia le difficoltà per un approccio previsionale attendibile anche a breve termine.
di Mario Boggini e Virgilio - Milano, 17 marzo 2015 -
Sono ormai diverse settimane che ribadiamo il concetto delle difficoltà a fare delle valutazioni di previsioni a breve termine per la concomitanza di fattori congiunturali (scioperi ad esempio) ma anche geopolitici e di natura valutaria.
Abbiamo perciò inteso realizzare un confronto "fotografico" delle quotazioni che si rilevarono i 13/3/2014 con le condizioni registrate lo scorso venerdi 13 marzo 2015.
MP 13/3/2014 13/3/2015
Semi di soia (cent$/bushel) 1.390,60 968,20
Farina soia ($/short ton.) 449,60 338,00
Olio soia (pound $) 42,77 30,19
Corn (cent$/bushel) 484,20 374,00
Grano (cent$/bushel) 679,00 508,60
Elevati perciò i differenziali nel confronto tra le due giornate borsistiche come elevatissimi sono i differenziali che si riscontrano negli indicatori. - 23,94% il cambio valutario dovuto al rafforzamento del dollaro, più che dimezzato il prezzo del petrolio e i noli hanno raggiunto un valore di poco più di un terzo rispetto l'anno precedente.
Indicatori internazionali (13/3/2015)-
l'Indice dei noli è salito ancora a 562 punti. Il petrolio torna a scendere sotto quota 45$ (44,84$ dollari al barile) e alla data del 16/3, addirittura scende a 43,67$/bar e il cambio prosegue anch'esso la discesa a 1,0538 con tendenza, secondo gli analisti, in area di parità (0,97 - 1,0).
Mercato interno - Anche sul fronte interno le differenze sono significative. Prosegue la stazionarietà dei consumi e gli scambi rimangono ridotti ma i prezzi sono tendenzialmente in rialzo.
MP €/ton 13/3/2014 13/3/2015
Semi di soia (€/ton) 475 409
Farina soia 48 (€/ton.) 492 435
Mais nazionale 199 146
Mais estero comunitario 207 166
Mais estero non comunitario 214 181
Grano - linea panificabile superiore 248 229
Anche il settore delle bioenergie sta rincarando e si sono registrate quotazioni di 185/190 € arrivo Lombardia (da ottobre a marzo) con base contrattuale 103. Valori che, sino a poco tempo fa, sembravano irrealizzabili.
(TABELLE riportate anche in Galleria immagini)
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(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.
Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.) - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore.
EUROPRO srl - intermediazione granaglie e cereali - Milano
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