In leggera crescita l'indice dei noli. Sindacato trasportatori e Governo Brasiliano, prosegue il braccio di ferro.
di Mario Boggini e Virgilio - Milano, 27 febbraio 2015 -
E' saltato il dialogo in corso tra il Governo brasiliano e il sindacato degli Autotrasportatori che dal 18 febbraio sta paralizzando buona parte del paese sudamericano. Un fattore che, alla vigilia dei raccolti, spinge in alto i prezzi delle materie prime invece di deprimerli. Finite le vacanze in Cina, legate al capo d'anno, in concomitanza il mercato internazionale delle materie prime ha ripreso registrare aumenti imprevedibili e più sostenuti in forza dell'apprezzamento del dollaro sull'euro.
Venerdì: 27 / 2 / 2015 (valori espressi in €)
SOYA SEMI marzo 1024,00 (+16) maggio 1026,00 (+15,6)
SOYA FARINA marzo 354,60 (+4,1) maggio 344,10 (+4,3)
MAIS marzo 380,00 (+4,2) maggio 388,40 (+4,6)
GRANO marzo 503,20 (+5,4) maggio 500,40 (+3,2).
NB: variazioni espresse in valore assoluto.
Indicatori internazionali -
l'Indice dei noli è risalito a 533 punti contro il 524 di tre giorni fa. Il petrolio è è sceso tra i 48 e i 49$ dollari al barile e il cambio si è posizionato a 1,1230.
Mercato interno - Sul mercato interno la notizia che fa più "discutere" è appunto quella che, presso una delle più' importanti borse merci italiane, verranno quotate nuove tipologie di granoturco e più' esattamente quello uso alimentare, quello a uso energetico e sarà aggiunta una voce di garanzia sanitaria inerente il Don e l'Afla B1. Un iniziativa che a nostro avviso è utile per l'innalzamento qualitativo dei nostri prodotti mentre per altri sembra essere un cambiamento "fastidioso". Alla luce della depressione del nostro mercato interno con consumi alimentari ancora in riduzione (-1,1%), l'export in difficoltà per le note ragioni geopolitiche (Russia e Nord Africa), sembra che il settore cerealicolo e pastaio sia in trepidante attesa degli effetti Expo2015.
Nel settore Bioenergetico, con la quotazione del granoturco ad uso bionergetico si potranno finalmente estrapolare dei valori di riferimento in grado di qualificare anche il mercato dei trinciati e dei pastoni di granoturco. L'ipotesi di rialzi di prezzo per la prossima campagna sta orientando alcuni verso l'acquisto di masse fermentescibili secche, cruscami e altro di provenienza da lavorazioni industriali.
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(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.
Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.) - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore.
EUROPRO srl - intermediazione granaglie e cereali - Milano
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Confcooperative Parma informa sulle decisioni prese dal Ministero in merito alla campagna lattiero casearia 2014-2015 -
Parma, 27 febbraio 2015 -
Si informa che il Ministero in questi giorni ha assunto le seguenti decisioni in merito alla campagna lattiero casearia 2014-2015.
La prima riguarda la proroga al 31 Marzo 2015 relativa alla scadenza di stipula dei contratti di affitto quota latte UE in corso di campagna.
La seconda riguarda invece la possibilità del pagamento rateale per quanto riguarda il prelievo supplementare.
Questa seconda decisione attende ancora di essere definita nelle sua scadenze e modalità.
Nel contempo tale determinazione fa supporre che molto probabilmente il trand produttivo porterà allo splafonamento della produzione per la campagna in corso.
(Fonte: Confcooperative Parma)
Settimana tempestosa. Consistenti oscillazioni e lo sciopero dei trasportatori brasiliani, in concomitanza con l'inizio dei raccolti, hanno condizionato i mercati dei cereali.
di Mario Boggini e Virgilio - Milano, 26 febbraio 2015 -
A dispetto delle previsioni di stabilizzazione al ribasso per il comparto dei cereali, la settimana che sta volgendo a chiusura, ha invece fatto registrare imprevedibili oscillazioni. La "tempesta" è scoppiata già lo scorso lunedì 23 febbraio e il giorno seguente il seme guadagnava + 16,6 punti, la farina +8,60 dollari ma il giorno dopo ancora, il seme regrediva di –8,2 punti e la farina – 6,4 dollari. A peggiorare la situazione si è insinuato lo sciopero degli autotrasportatori brasiliani che hanno proclamato, lo scorso 18 febbraio, un fermo a tempo indeterminato per protestare contro il rincaro delle imposte sul gasolio e dei pedaggi, che stanno aumentando i costi delle imprese. La protesta è iniziata nello Stato del Mato Grosso, che ha vaste coltivazioni di soia, e poi si è estesa spontaneamente in molti altri Stati. Una concomitanza di situazioni che hanno portato a impennate ingiustificate a discapito della necessità di un mercato cerealicolo che dovrebbe prevedere tendenze al ribasso a fronte del peso dei raccolti in Brasile ed Argentina. Altra rilevante variabile condizionante sta nella forte spinta inflazionistica che si registra in Argentina e motiva i produttori a esitare sul mercato partite di ridotta consistenza.
Indicatori internazionali -
l'Indice dei noli è risalito a 524 punti dopo che si è registrato il fallimento di una società che trattava solo noli. Il petrolio è stabile attorno a 51,0$ dollari al barile e il cambio €/$ si è posizionato a 1,1290.
Mercato interno - Sul mercato interno la notizia forse più' degna di attenzione è che presso una delle più' importanti borse merci italiane verranno quotate nuove tipologie di granoturco e più' esattamente quello uso alimentare, quello a uso energetico e sarà aggiunta una voce di garanzia sanitaria inerente il Don e l'Afla B1.
Quest'ultimo fattore, molto probabilmente, sarà oggetto di polemiche e non è difficile immaginare tutta una serie di riflessi negativi sul mercato del fisico. Con la quotazione del granoturco ad uso bionergetico si potranno finalmente estrapolare dei valori di riferimento in grado di qualificare anche il mercato dei trinciati e dei pastoni di granoturco.
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(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.
Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.) - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore.
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Stazionari i listini del latte spot e delle due principali DOP. L'irresistibile ascesa del burro e delle creme alimentari.
di Virgilio, 25 febbraio 2015 -
LATTE SPOT Stazionario, da tre settimane, il prezzo del latte crudo spot nazionale registrato a Verona (35,57-37,12€/100 litri di latte). Nessuna variazione rilevata anche per il latte intero pastorizzato spot di provenienza estera che, dopo l'impennata dello scorso 9 febbraio (+ 3,17%), ha mantenuto il prezzo compreso tra 32,99 e 34,02€/100 litri di latte.
BURRO E PANNA Prosegue la poderosa ascesa dei derivati del latte. Un apprezzamento del burro che si è registrato anche in Oceania (+5,81%) dove peraltro si assiste a un incremento più che sostenuto (+ 20,69%) della polvere di latte intero (WMP) .
+15 centesimi l'incremento dei prezzi registrati a Milano per le 4 referenze oggetto di contrattazione.
+10 centesimi invece, in entrambe le ultime due settimane, è l'aumento di valore del burro zangolato di creme fresche per la burrificazione quotato a Parma (1,50€/kg) a cui si aggiungerà, molto probabilmente il prossimo venerdi, un ulteriore incremento del 10% in considerazione dell'anticipazione pervenuta dalla borsa reggiana che ieri ha quotato 1,65€/kg (+15 centesimi). In crescita anche le creme fresche a uso alimentare. Tra 1,55 e 1,68€/kg. è la quotazione registrata a Verona per la panna di centrifuga e 1,74€/kg il valore di Milano relativamente alla crema di latte a uso alimentare.
GRANA PADANO 7,34 e 7,38€/kg sono le medie delle quotazioni del Grana Padano DOP (15 mesi e oltre di stagionatura) relativamente ai mesi di gennaio e di febbraio 2015. Un differenziale dell'11,5% rispetto alle quotazioni medie dei medesimi periodi dell'anno precedente quando registrava 8,32/kg di media per entrambi i periodi 2014. In questa nona settimana dell'anno Milano ha confermato i valori dell'ottava precedente segnando una forbice compresa tra 7,05 e 7,70€/kg.
PARMIGIANO REGGIANO 5 centesimi guadagnati dal Parmigiano Reggiano ma solo nella versione 12 mesi di stagionatura. Tra 7,35 e 7,80€/kg la forbice del prezzo rilevato alla borsa di riferimento comprensoriale di Parma.
8,89 e 8,93/kg sono le medie dei due primi mesi del 2015 relativamente al formaggio stagionato 24 mesi. Quotazioni medie ben lontane dal 10,55€/kg registrate nel medesimo periodo dell'anno precedente corrispondenti a un -15,5% in valore. Dal marzo 2014, infatti, si è avviata la fase di più rapida discesa del prezzo medio conclusasi con l'8,82€/kg toccato nel dicembre 2014.
Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 14 - n° 8 22 febbraio 2015
SOMMARIO Anno 14 - n° 8 22 febbraio 2015 (in Allegato il formato pdf scaricabile)
1.1 editoriale Libia: l'ultima barzelletta, "serve un'azione diplomatica"
3.1 nutrizione Frittura, meglio l'extra vergine d'oliva dell'olio di girasole
3.2 Eventi Expo 2015: Parmigiano Reggiano nel "supermercato del Futuro" con oltre 70 caseifici.
3.3 Quote Latte Il processo di concentrazione degli allevamenti da latte in Francia
4.1 cereali Cereali, continua la fase altalenante
5.1 Lattiero caseario L'ascesa dei derivati del latte.
6.1 OGM No OGM. Anche il Consiglio di Stato boccia il ricorso di Fidenato.
6.2 EFSA Batteri resistenti. Prima analisi congiunta tra "Agenzie" per la lotta ai batteri resistenti
6.3 pomodoro OI Pomodoro, Campagna 2015: consegna dei contratti entro il 4 marzo
7.1 cereali Cereali, in leggero rialzo per fattori congiunturali..
8.1 eventi Mortadella di Bologna e Birra si sposano a Rimini
8.2 Mele e OGM No OGM, e intanto dagli USA arriva la mela che non invecchia.
9.1 lattiero caseario Latte, la concentrazione dell'offerta per rafforzare il settore
Reggio Emilia - Sono già oltre 70 i caseifici che affiancheranno il Consorzio da maggio ad ottobre durante tutto il periodo di Expo 2015. Il dato – ancora in crescita, è emerso dall'incontro avvenuto nella sede consortile con una grande partecipazione di esponenti delle strutture di trasformazione.
Fra le iniziative ritenute più qualificanti ed efficaci, da parte di Consorzio e caseifici, spiccano le azioni previste all'interno del "Supermercato del futuro", all'interno del quale il Consorzio avrà una costante e stabile presenza.
Infatti, il FFD (Future Food District) ha scelto il Parmigiano Reggiano come unico prodotto rappresentativo della filiera lattiero casearia. Nello spazio dedicato al prodotto verranno organizzate azioni didattiche e degustazioni con lo scopo di far conoscere le caratteristiche distintive del Parmigiano Reggiano. I visitatori potranno letteralmente andare "a scuola di Parmigiano Reggiano".
E i visitatori di Expo, italiani e stranieri, avranno anche la possibilità di acquistare un pezzo di Parmigiano Reggiano. Infatti, i potenziali acquirenti saranno all'interno di un vero e proprio supermercato, unico in tutto Expo, dove - lo spazio del Consorzio sarà anche vetrina per un'ampia gamma delle varie tipologie di Parmigiano Reggiano per stagionatura, origine e certificazione.
Inoltre il Consorzio parteciperà assieme ad Afidop al padiglione "Cibus è Italia", organizzato da Federalimentare e dalle Fiere di Parma; in collaborazione con Slow Food sarà presente nell'area delle biodiversità per offrire il Parmigiano Reggiano all'interno del tagliere dei formaggi di eccellenza, e non mancherà inoltre la presenza all'interno del momento espositivo della Regione Emilia Romagna che sarà vetrina di tutta la ricchezza dei prodotti del territorio regionale.
E proprio il tema del territorio, insieme a quello dell'artigianalità, sarà al centro dell'attività di accoglienza dei turisti e dei visitatori di Expo nei caseifici. Infatti, per un prodotto artigianale come il Parmigiano Reggiano la visita alla zona di origine e al momento produttivo rappresenta il naturale completamento dell'esperienza degli ospiti di Expo.
Diversi sono i caseifici già in grado di ospitare visitatori e appassionati del cibo; e il Consorzio svolgerà un'azione di coordinamento in rapporto con gli operatori che sviluppano attività turistica e supporterà i caseifici con azioni di comunicazione mirate per sostenere le visite.
(Consorzio Del Parmigiano Reggiano 14 febbraio 2015)
In Francia solo il 16% delle aziende da latte hanno più di 100 capi, contro l'80% della Gran Bretagna.
Di CLAL Team - Modena, 17 Febbraio 2015 -
Uno degli effetti della fine delle quote latte potrà essere l'accelerazione nella concentrazione degli allevamenti, dinamica già ben avviata in paesi come Danimarca, Olanda o Gran Bretagna. Questo è quanto si prevede in Francia, dove attualmente solo il 16% delle aziende da latte hanno più di 100 vacche, contro l'80% della Gran Bretagna. Fra cinque anni, questa percentuale potrebbe arrivare al 32%, con una concentrazione significativa nei territori più vocati di pianura, dove già si è manifestata la maggior tendenza alla concentrazione negli allevamenti ed alla crescita produttiva.
Non è un caso se dal 2006 la produzione di latte, pur aumentando in media del 10%, si sia ridotta del 22% nelle regioni del sud ovest, meno vocate. Questa redistribuzione della produzione di latte nel territorio, risulta evidente considerando che dal 2008 il 25% delle aziende agricole con una produzione superiore ai 7.000 quintali ha aumentato la produzione del 40%. Si è trattato delle aziende più performanti e strutturate, con quelle collocate in zona di pianura che hanno segnato incrementi produttivi pari quasi al doppio di quelle di montagna.
I Produttori Latte Italiani ritengono possibile una concentrazione degli allevamenti? Con quali opportunità / sfide?
(CLAL NEWS - Modena 17 febbraio 2015)
Roma - Dopo il Tar, anche il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso dell'imprenditore agricolo friulano Giorgio Fidenato, che aveva impugnato il decreto del Governo che vieta la coltura del mais geneticamente modificato in Italia.
Secondo i magistrati i ministeri hanno agito correttamente ritenendo che "il mantenimento della coltura del mais MON 810 senza adeguate misure di gestione non tutelasse a sufficienza l'ambiente e la biodiversità".
Quella del Consiglio di Stato è secondo la Coldiretti una scelta coerente con quanto chiedono quasi 8 italiani su 10, che sono contrari al biotech nei campi, ma anche con gli ultimi orientamenti produttivi che stanno decretando il flop delle semine ogm in Europa. (Roma, 9 febbraio 2015)
OI Pomodoro da Industria del Nord Italia: notizie positive dalla verifica dei pagamenti 2014.
Parma - Dovranno essere consegnati entro il 4 marzo i contratti stipulati per la campagna 2015 del pomodoro da industria del Nord Italia.
Questa la decisone presa dal comitato di coordinamento dell'Organizzazione interprofessionale del pomodoro da industria del Nord Italia a seguito del raggiungimento dell'accordo che porterà alla firma del Contratto quadro d'area per il Nord Italia da parte dei rappresentanti della componente agricola e della componente industriale.
Come previsto dalle regole condivise dell'Oi, infatti, la data di consegna dei contratti è stata fissata dopo tre settimane dal raggiungimento dell'Accordo d'Area dello scorso 11 febbraio.
Tra le note positive emerse nella seduta del comitato anche quella riguardante la verifica dei pagamenti della materia prima relativamente alla campagna 2014 all'interno della filiera.
(OI Pomodoro Nord Italia 16 febbraio 2015)
Mortadella Bologna e Birra un connubio perfetto di giusti sapori. Dal 21 al 24 febbraio alla Beer Attraction di Rimini.
Milano 18 febbraio 2015 – Il Consorzio Mortadella Bologna, a pochi giorni dall'inizio di Beer Attraction dal 21 al 24 febbraio, sta studiando gli abbinamenti giusti con la Birra "perfetta".
Grazie alla collaborazione dell'artigianale Birra Amarcord, la Mortadella Bologna IGP sarà offerta in degustazione – agli addetti ai lavori - con l' Ama Bionda, una birra speciale, 6 % vol. alc., ben equilibrata, con una nota fresca di agrumato al gusto. Un abbinamento perfetto per il sapore deciso ma delicato ed avvolgente della Mortadella.
In alternativa verrà servita Amarcord Riserva Speciale. Una birra doppio malto, alta fermentazione, rifermentata in bottiglia con lieviti di champagne che le donano un perlage fine ed elegante, 10% vol. alc. Le visciole e le prugnole le conferiscono note rosate e un gusto leggermente acidulo e fruttato, subentra poi la nota morbida e rotonda data dal miele di millefiori e acacia che riprende la grande ricchezza aromatica della Mortadella Bologna.
Alla Beer Attraction, lo stand 76 PAD A7-C7 della Mortadella Bologna IGP sarà per i visitatori una attrazione unica, che insieme al Consorzio Salumi DOP Piacentini e il Consorzio di Promozione della Piadina Romagnola, farà la gioia di tanti grazie alle degustazioni e agli abbinamenti guidati. La Mortadella, affettata al momento con l'affettatrice rosa, sarà ancora più gustosa e profumata.
A completare questa presenza a Rimini, già così ricca, il 21 febbraio ci sarà una madrina d'eccezione, la sposa Perfetta, l'elegante sposina "mortadellosa" testimonial di MortadellaBò, la festa - arrivata ormai alla terza edizione - dedicata al salume rosa che si terrà a Bologna dall'8 all'11 ottobre 2015.
Tutti (o quasi) felici e contenti per la decisione, alla "Ponzio Pilato", dell'UE sulle coltivazioni OGM, che dagli Stati Uniti arriverà la "mela biotech", quella che "non invecchia mai".
di Virgilio Parma, 18 febbraio 2015 -
E' passato poco più di un mese da quando la Unione Europea ha deciso di concedere la libertà ai singoli Stati membri di decidere sul divieto di coltivazione di produzioni transgeniche che dagli USA arriva la novità appetitosa, una mela che, dopo il taglio, non invecchia.
"Arctic® apples" è il nome della prima mela geneticamente modificata che non annerisce e mantiene l'aspetto sempre fresco una volta tagliata a fette.
A dare il via libera alla commercializzazione - come riportato da Informasalus.it lo scorso 16 febbraio - di due varietà della mela biotech è stato il Dipartimento dell'agricoltura statunitense (APHIS). Ad arrivare sul mercato saranno le Golden Delicious e le Granny Smith, manipolate geneticamente con l'inserimento di un gene anti-macchia da parte dell'azienda canadese Okanagan Specialty Fruits che ha annunciato la distribuzione sul mercato Usa a partire dalla fine del 2016.
Arctic®Apples combinano il meglio della natura e della scienza. Dal vivaio al frutteto alla borsa della spesa, sono identiche a tutte le altre mele - fino a quando non si mordono, si affettano o si fanno dadi, quando i loro benefici diventano evidenti.
E' questo che si legge in prima pagina del sito web dell'azienda produttrice ben affiancato da immagini di paffute bambine e mamme che addentano e giocano con la mela delle meraviglie.
Attenzione quindi, messaggio rivolto a tutte le "Biancaneve" d'Italia, di non addentare con troppa volubilità le magiche mele d'oltreoceano in attesa del poderoso e sicuramente favorevole (a chi possiamo immaginarlo) trattato di libero scambio TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership) o TAFTA (Transatlantic Free Trade Area)
Per Agrinsieme sono positive le intenzioni del Ministro Martina volte a rafforzare il sistema latte. Indispensabile perseguire la strada della concentrazione dell'offerta. L'interprofessione latte per dare stabilità di prezzo all'allevatore.
di Virgilio Parma 16 febbraio 2015 –
Il profondo cambiamento che nel brevissimo periodo subirà il settore lattiero caseario preoccupa gli operatori e le rappresentanze del comparto.
Due i fenomeni che non tarderanno a manifestare i loro effetti: la fine del regime quote e l'aumento della domanda mondiale di latte e derivati.
"Se nel breve periodo - commenta Alleanza delle Cooperative - non dovessimo intraprendere una riorganizzazione e ristrutturazione del settore anche attraverso politiche di collaborazione tra i soggetti della filiera e forti politiche aggregative, rischieremo di subire tale cambiamento e rimanere esclusi dalle opportunità che potrà offrire il mercato."
Una riflessione che ha portato la rappresentanza delle cooperative italiane composta da AGCI, Confcooperative e Lega Cooperative, a stilare una proposta di intervento per il settore lattiero caseario presentata al Ministro Martina in occasione del Tavolo di Filiera convocato per l'11 febbraio.
Punto focale della proposta è la regolazione dei mercati e l'interprofessione latte. Uno strumento per incentivare il dialogo tra le varie componenti della filiera lattiero-casearia, dalla produzione alla distribuzione.
Un tavolo interprofesssionale sarebbe di fondamentale importanza per il sistema lattiero-caseario nazionale poiché consentirebbe di realizzare una contrattazione del prezzo del latte puntuale, così da garantire, prosegue il documento delle cooperative, "una maggiore stabilità economica ed una più serena programmazione dell'attività aziendale. L'Interprofessione potrebbe inoltre essere il luogo adatto per discutere questioni quali le cosiddette pratiche sleali della fase distributiva, una su tutte quella del sottocosto, che non incentiva i consumi ma mette in seria difficoltà le imprese produttrici e di trasformazione."
La via maestra da seguire, se si vuole davvero rafforzare in modo strutturale la posizione dei produttori agricoli, resta - secondo Agrisieme - quella della concentrazione dell'offerta.
Il sistema cooperativo oggi sarebbe pronto a costituire la prima AOP (Organizzazione di Prodotto) che andrebbe ad aggregare il 30% della produzione nazionale ma con possibilità di crescita considerevole nel breve periodo. Un processo ancora "incagliato" dalla diatriba in essere tra Mipaaf e le Regioni che rallenta ormai da troppo tempo l'emanazione del Decreto.
Ormai la nuova campagna lattiera è alle porte e con con essa la cessazione del regime delle quote latte. Sarebbe pertanto auspicabile, secondo le rappresentanze delle cooperative, che si desse vita ai nuovi organismi prima dell'inizio della nuova campagna.
Continua la fase d'incertezza del mercato. Le ipotesi sui raccolti del Sud America hanno sgonfiato il seme -12 cents per bushel e parzialmente la farina -3,80 dollari per tonnellata corta.
di Mario Boggini e Virgilio - Milano, 19 febbraio 2015 -
Continua la fase d'incertezza del mercato. Se per un verso i consumi tengono, e gli acquisti dell'America del Nord sostengono il mercato che martedì ha chiuso con rialzi sensibili per i semi (+ 17 cents per bushel), e (+ 10 dollari per tonnellata corta) per la farina, le previsioni sui raccolti del Sud America hanno deprezzato sensibilmente il seme -12 cents per bushel e parzialmente la farina -3,80 dollari per tonnellata corta. Analogamente per i cereali si assiste a una fase altalenante ma con variazioni più contenute essendo in ragione di quotazioni più compresse.
Indicatori internazionali -
l'Indice dei noli è sceso a 508 punti, il petrolio è risalito a 51,31$ dollari al barile e il cambio, ancora sospeso dalla questione greca, si è posizionato a 1,1417.
Mercato internazionale -
L'indice dei noli continua il suo progressivo e costante ridimensionamento ma quello che occorre osservare è che da tempo la "far Soya" e il seme continuano a registrare valori con la prima cifra "4" (400€) per le farine e il "3" (370/390€) tendente al "4" per il seme. Considerato che il cambio euro/dollaro è passato da 1,36 di ottobre all'attuale 1,14 significa che all'origine le quotazioni sono scese ma gran parte del ridimensionamento è stato assorbito dalla perdita del cambio. Si può perciò supporre che, nonostante i dati provenienti dall'america del sud, i prezzi, pur subendo variazioni ribassistiche, non dovrebbero crollare come alcuni operatori si auguravano.
Mercato interno - Sul nostro mercato ancora ben poco da segnalare salvo che i cereali e il mais in particolare iniziano a essere meglio difesi sui mercati interni. Ma i dati riguardanti le giacenza al porto (134.000 tonnellate nella scorsa settimana) e i valori delle importazioni avvenute ed attese sono molto elevati per un mercato che fa registrare ancora bassi consumi. Una situazione che sta pesando anche sul grano e, in misura più contenuta, sull'orzo.
I cruscami in ribasso più' deciso e i proteici sempre altalenanti ma ben difesi.
Positive invece le aspettative sulle prossime semine di mais che dovrebbero subire una forte contrazione, a favore del seme di soya, e delle foraggere.
Per il settore bionergetico potrebbe arrivare una importante massa di cereale (mais), da tempo sottoposto a restrizioni commerciali, a tutto discapito del mercato interno, ma a vantaggio di chi fosse in grado di coprirsi prima della prossima campagna.
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(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.
Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.) - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore.
EUROPRO srl - intermediazione granaglie e cereali - Milano
Consistenti rimbalzi per il burro e la panna. Niente di nuovo per i duri e anche il latte spot, nazionale e estero, rimane ai blocchi.
di Virgilio, 18 febbraio 2015 -
LATTE SPOT Non prende inerzia il latte spot. Dopo il salto di +3,17% rilevato la scorsa settimana e limitatamente al latte intero pastorizzato spot estero la borsa veronese non ha replicato la tendenza rialzista. Confermati quindi i listini e nello specifico il prezzo dell'estero si è collocato tra i valori minimo 32,99€/kg e massimo 34,02 €/100 litri di latte. Tra 35,5 e 37,12€/100 litri di latte il prezzo minimo e massimo dello spot crudo nazionale.
BURRO E PANNA Prosegue invece l'ascesa dei listini di burro. 10 centesimi ancora recuperati per la seconda settimana consecutiva per tutte le categorie trattate alla borsa di Milano. In particolare il burro CEE è salito a 2,90€/kg, a 3,10€/kg. il burro da centrifuga, 2,10€/kg. il burro pastorizzato infine a 1,90 è il prezzo del burro zangolato di creme per la burrificazione. 10 centesimi l'incremento registrato anche a Parma relativamente al burro zangolato di creme fresche (1,40€/Kg) lo scorso venerdì 13 febbraio ma, con ogni probabilità, crescerà altri 10 centesimi il prossimo venerdì posto che la borsa reggiana ha già raggiunto l'1,50€/kg nell'ultima trattativa di martedì 17 febbraio.12 centesimi e 10 centesimi l'incremento di valore registrati ai listini di Milano (1,66 €/kg) e di Verona (1,55 - 1,60 €/kg) relativamente alle creme a uso alimentare.
GRANO PADANO Calma piatta per il Grana Padano. 6,40-6,60€/kg il listino di Mantova per il 10 mesi di stagionatura. Invariato anche il prezzo del 14-16 mesi di stagionatura (7,05-7,30€/kg). Altrettanto vale per la piazza milanese che ha confermato il 15 mesi e oltre tra 6,35 e 6,45€/kg per il 9 mesi di stagionatura e tra 7,05 e 7,70€/kg la forbice di prezzo relativamente al 15 mesi d'invecchiamento.
PARMIGIANO REGGIANO Si allunga il periodo di crisi per i formaggi duri nonostante da diverse settimane non si registrino ribassi significativi. Dopo i 10 centesimi guadagnati nella seconda quindicina di gennaio che avevano illuso per una ripresa dei consumi, il Parmigiano Reggiano è tornato a stazionare nell'immobilismo alla pari del Padano. Nello specifico, alla borsa comprensoriale di Parma il 12 mesi di invecchiamento è stato fissato tra 7,35 e 7,75€/kg mentre tra 8,75 e 9,10€/kg sono i prezzi minimo e massimo del 24 mesi di stagionatura.
Quotazioni in leggero rialzo, lo scorso venerdi 13 febbraio, molto probabilmente dettati da fattori esterni concomitanti: dal carnevale Brasiliano al President Day per passare al capodanno cinese.
di Mario Boggini e Virgilio - Milano, 16 febbraio 2015 -
Venerdì : 13 / 2 / 2015 (valori espressi in €)
SEMI: marzo 990,40 (+6,6)maggio 994,60 (+6)
FARINA marzo 332,30 (+1,8)maggio 326,00 (+2,3)
CORN marzo 387,20 (+4,2) maggio 395,20 (+4,2)
GRANO marzo 523,00 (+11,6)maggio 529,20 (+9,4)
NB: variazioni espresse in valore assoluto.
Indicatori internazionali -
Protezione preventiva. Il mercato dello scorso venerdi sembra sia stato guidato dalla necessità di protezione a causa di eventi esterni e concomitanti. Il Carnevale di Rio impazza e lunedi 16 febbraio è, per gli USA, giornata dedicata al presidente: President Day ovvero la ricorrenza del compleanno di George Washington che, dal 1971, viene celebrato ogni terzo lunedi di febbraio. Infine la concomitanza del capodanno cinese. Fatto sta che le quotazioni dei cereali erano in rialzo così come lo sono state quelle del mercato telematico di lunedi 16/2. Un segnale positivo che induce a ritenere che, nel breve periodo, il collasso dei prezzi dovrebbe essere scongiurato.
L'indice dei noli è sceso a 530 punti, il petrolio si è ricollocato intorno a 53,0$ al barile, il cambio è attorno a 1,1410 probabilmente ancora condizionato dalla questione greca.
Un indice dei noli così basso lascia perplessi gli analisti posto che si rileva, comunque, una costanza di consumi e le navi stanno viaggiando a pieno carico. I tempi di attesa in Sud America sono tra i 15 e 20 giorni, Cina e Paesi asiatici sono allineati con le importazioni. Perciò, escludendo la diretta correlazione con l'abbattimento dei prezzi petroliferi, gli operatori non riescono a individuare elementi che possano giustificare un così ridotto indice di noli .
Mercato Interno -
Sul fronte interno ancora ben poco da segnalare. Gli scambi continuano a essere ridotti, così come ridotti sono i consumi e basso è il livello di liquidità. Unico indicatore in costante rialzo è il tasso di "lamento" degli operatori zootecnici e cerealicoli.
Degno di nota invece sono le aspettative positive sulla prossima campagna di semina maidicola che, a fronte dei non soddisfacenti prezzi, dovrebbe subire una drastica contrazione di superfici investite.
Bioenergie -
Nessuna segnalazione di rilievo. Unica attenzione da porre è circa le aspettative di semina di mais. Se queste dovessero veramente contrarsi allora potrebbe convenire di anticipare gli acquisti e fare scorta a prezzi competitivi.
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(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.
Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.) - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore.
EUROPRO srl - intermediazione granaglie e cereali - Milano
Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 14 - n° 7 15 febbraio 2015
SOMMARIO Anno 14 - n° 7 15 febbraio 2015 (in allegato il formato pdf)
1.1 editoriale Unione Europea cercasi.
3.1 pomodoro Pomodoro da industria, la contrattazione parta dalla qualità
3.2 Big Snow Emergenza neve. La CIA si Reggio Emilia pronta a aderire alla "class action"
4.1 cereali Cereali, la calma prima della tempesta?
5.1 Lattiero caseario Nuovo balzo in avanti per il burro
6.1 crisi La famiglia, ultimo baluardo contro la crisi
6.2 EFSA L'EFSA traccia le priorità di lavoro per il 2015 e anni seguenti.
6.3 OLIO Il prezzo dell'Olio di Oliva fa paura ai Buyer internazionali
7.1 Cereali Cereali, preoccupazioni dall'Est. 8.1 export salumi Salumi, il Canada apre a tutti i salumi
8.2 parmigiano reggiano Parmigiano Reggiano: Domanda interna in crescita, prezzi al consumo più bassi e produzione in calo del 2,5%
9.1 vino Vinitaly sempre più mirato.:
La presidente di Confagricoltura di Parma, Monica Venturini: "Solo una filiera compatta può fare bene"
Parma 9 febbraio 2015 - Il tavolo per la contrattazione del pomodoro da Industria del Nord Italia, tra industrie di trasformazione e organizzazioni di produttori, ha avviato il calendario degli incontri per giungere alla definizione di un accordo quadro che possa essere di riferimento per tutta la filiera nella prossima campagna. Nella scorsa annata, in tutta l'area dell'Oi pomodoro da industria Nord Italia, sono state trasformate 2.3 milioni di tonnellate di materia prima, rispettando la programmazione prevista anche se le anomale situazioni climatiche, con piogge e basse temperature estive, hanno comportato disagi. Le rese per ettaro, 65.07 tonnellate di media, sono state inferiori alle attese ed ai risultati medi degli anni precedenti, ma il livello qualitativo comunque è rimasto abbastanza buono (il grado brix in media è stato di 4.61 contro il 4.91 della media triennale).
"Gli agricoltori hanno dimostrato di saper fare molto bene anche in condizioni non ottimali – spiega Giovanni Lambertini, presidente della sezione di prodotto regionale del pomodoro da industria di Confagricoltura Emilia-Romagna – la trattativa in corso per l'accordo quadro ne deve tenere conto. La situazione è piuttosto complessa, ma il settore può e deve far pesare il valore dell'aggregazione e della trasparenza della filiera".
Il nostro Paese ha deciso di stanziare un aiuto accoppiato per gli ettari di pomodoro che sarà al massimo di 160 euro (la cifra sarà inversamente proporzionale agli ettari coltivati), contro i 220 della Spagna, i 600 della Grecia ed i 1.300 della Francia.
"A fronte di un sostegno così debole - sottolineano congiuntamente i presidenti di Confagricoltura Parma e Piacenza, Monica Venturini ed Enrico Chiesa - dobbiamo usare tutte le nostre armi per rimanere competitivi. Bene quindi che l'Oi del pomodoro del Nord Italia, interprofessione riconosciuta a livello europeo, voglia nel prossimo triennio lavorare sull'armonizzazione dei disciplinari di produzione integrata, rafforzare l'attività di ricerca e soprattutto quella di coordinamento della filiera. Tuttavia, in questa fase, chiediamo all'industria di trasformazione ed alle organizzazioni di produttori che conducono la trattativa un atto di responsabilità nei confronti di tutta la filiera".
Preoccupano, infatti, gli obiettivi inizialmente proposti dalle industrie che, se confermati e non governati dalle organizzazioni di produttori, rischiano di andare oltre la capacità stessa di trasformazione del comprensorio, con tutte le conseguenze che potrebbero derivare da un eccesso di offerta. "Non ultimo – conclude Lambertini – occorre riscrivere, condividere e fissare una volta per tutte le modalità di valutazione qualitativa del prodotto, annosa questione mai seriamente affrontata e troppo spesso usata strumentalmente, in corso di campagna, per introdurre elementi di flessibilità sulla determinazione del prezzo, tutti a carico dei produttori che, con il prodotto in campo, non possono a quel punto che accettare impotenti il cambio delle carte in tavola. Se vogliamo che l'intera filiera funzioni, ciò non deve più accadere ed è ora il momento di stabilirlo chiaramente".
(Confagricoltura Parma - 9 febbraio 2015)
"Big Snow". L'associazione agricola reggiana: danni enormi agli agricoltori per la mancanza di energia e tempi di ripristino sconosciuti; semplicemente inaccettabile – Protezione Civile mette a disposizione gruppi elettrogeni – La Regione chieda lo stato di calamità naturale.
Reggio Emilia, 9 febbraio 2015
#emergenzablackout - "Intendiamo aderire alla class action contro il gestore degli impianti per l'energia elettrica, annunciata dai Sindaci e dalla Provincia di Reggio, per attuare ogni possibile azione di tutela dei nostri associati e degli agricoltori tutti, pesantemente danneggiati dalle interruzioni nell'erogazione dell'energia elettrica a seguito della nevicata verificatasi nelle prime ore di venerd́ 6 febbraio scorso". L'annuncio viene dal presidente della CIA di Reggio Emilia Antenore Cervi, che circostanzia coś i motivi della decisione presa dall'associazione agricola: "Anche se l'entità della nevicata è stata superiore alle aspettative, stiamo registrando una situazione semplicemente inaccettabile, perché oltre ai danni materiali dovuti essenzialmente al peso della neve che si è depositata sulle strutture agricole nel nostro territorio, dobbiamo mettere nel conto i costi aggiuntivi dovuti alle interruzioni nell'erogazione di energia elettrica, indispensabile per il funzionamento della maggior parte degli impianti, particolarmente negli allevamenti".
"A questo aggiungiamo – afferma Cervi - che i tempi di ripristino della normale erogazione restano sconosciuti, ma probabilmente lunghissimi. Infatti la priorità del gestore degli impianti è rivolta in primo luogo alle abitazioni civili, quindi il ripristino riguarderà le industrie, ultimi in ordine di priorità vengono gli agricoltori, che certamente nella maggior parte dei casi vivono e lavorano in strutture isolate, ma non per questo possono attendere settimane intere prima di riavere una situazione di normalità".
"Il monitoraggio dei danni che i nostri uffici stanno effettuando – aggiunge Cervi – segnalano numerosi casi di crolli o comunque di danni a serre, capannoni di allevamenti o di fienili e ricoveri attrezzi, ed ad hangar, strutture che da qualche anno si vedono anche nelle nostre aree agricole, oltre ad impianti di biogas".
"A cịò – afferma Cervi – dovremo aggiungere i danni che l'interruzione dell'energia pụ aver causato agli impianti informatizzati, che risultino da resettare, ma in particolare saranno da rilevare i costi per le aziende, come gli allevamenti da latte, che devono far ricorso a gruppi elettrogeni, che sono molto costosi per il carburante da impiegare: a tale proposito va registrato positivamente che la Protezione Civile mette a disposizione questi gruppi a chi ne abbia bisogno. In ogni caso avremo per un tempo indefinito un aumento esponenziale di costi a carico degli agricoltori, che non riteniamo giusto debbano sostenere in prima persona".
"A risponderne – conclude il presidente CIA – intendiamo chiamare chi si fa pagare una fornitura di elettricità che non è in grado di garantire. Infine, considerato che l'entità dei danni potrà risultare molto rilevante, chiediamo alla Regione Emilia Romagna di avanzare la richiesta per la dichiarazione dello stato di calamità naturale, Regione alla quale chiediamo di prevedere l'erogazione di carburante agevolato supplementare per chi deve utilizzare i gruppo elettrogeni".
(Cia Reggio Emilia 9 febbraio 2015)
L'EFSA ha dato avvio al proprio esteso programma di attività di natura scientifica, comunicativa e istituzionale per il 2015.
Pietre miliari di quest'anno saranno l'adozione di circa 400 atti scientifici, il rinnovo della composizione di otto dei gruppi di esperti scientifici dell'Autorità e del comitato scientifico, nonché l'organizzazione della seconda conferenza scientifica dell'EFSA a Milano (che rientra tra i contributi dell'UE a EXPO 2015).
Parma - L'EFSA perseguirà poi una serie di ambiziosi progetti di trasformazione riguardanti la gestione delle competenze professionali, il trattamento di dati e informazioni, lo sviluppo di nuovi approcci metodologici e l'iniziativa di valutazione aperta del rischio. La continua cooperazione con i propri partner e le parti interessate sarà essenziale per il successo di questi e di altri progetti che sono sull'agenda dell'EFSA per i mesi a venire.
I lavori scientifici più importanti includeranno l'elaborazione di pareri su acrilammide e caffeina; la revisione degli allegati sugli organismi nocivi alle piante nell'UE; e l'avvio di un progetto multidisciplinare sulla valutazione del rischio connesso ai fattori di stress per le api. Oltre alle annuali relazioni di monitoraggio dei dati - su zoonosi, focolai infettivi di origine alimentare, resistenza agli antimicrobici e residui di pesticidi - verrà pubblicata una nuova relazione sulle sostanze chimiche negli alimenti.
Il programma di lavoro annuale è parte del documento unico di programmazione dell'EFSA per il periodo 2015-2017, che illustra le priorità dell'Autorità per i prossimi anni.
Bernhard Url, direttore esecutivo dell'EFSA, ha dichiarato: "Anche questo sarà un anno fitto d'impegni per l'EFSA. Il documento spiega in che modo intendiamo garantire che i nostri metodi, dati e competenze continuino a soddisfare le esigenze dell'Unione europea e dei suoi 500 milioni di cittadini, e che l'EFSA resti all'avanguardia nella valutazione scientifica dei rischi collegati agli alimenti.
"Oltre a garantire sempre l'eccellenza nelle nostre attività scientifiche di base, vogliamo esporre ancora di più il nostro lavoro a un più ampio controllo e coinvolgimento dei nostri utenti. Vogliamo costruire sinergie durature nel sistema europeo di sicurezza alimentare, che usino le limitate risorse a disposizione nel modo più efficiente possibile e consentano a tutti i membri della comunità europea dei valutatori del rischio di condividere competenze e conoscenze. Tutto ciò sarebbe vano se l'operato dell'EFSA non godesse di credito, e ciò si verificherà solo se saranno in piedi tutti gli elementi della nostra strategia pluriennale: una scienza obiettiva e di alta qualità, una cooperazione proficua, una valutazione trasparente del rischio e una comunicazione chiara".
(EFSA 4 febbraio 2015)
In Spagna e in Italia, il prezzo dell'olio extra vergine di oliva è raddoppiato nel giro di solo un anno.
Verona - La quotazione al mercato di Jaen in Spagna ha raggiunto i 3,40 euro/kg, contro 1,80 euro/kg di un anno fa. In Italia, sulla piazza di Bari, invece, il prezzo all'ingrosso è costantemente sopra i 6 euro/kg, contro i 3 euro/kg del 2014.
I nuovi contratti per le forniture di questa nuova campagna olearia nei mercati internazionali stanno dunque risentendo di questo improvviso innalzamento delle quotazioni e i buyer sono in apprensione, non sapendo come giustificare l'aumento dei prezzi al dettaglio alla propria clientela.
A essere maggiormente sensibili sarebbero i mercati nei Paesi non produttori, come il Giappone, dove sono giunti con minore intensità gli eco della pessima campagna olearia. Una condizione che sta rallentando gli scambi e favorendo una stabilizzazione dei prezzi, in attesa di una potenziale discesa già dalle prossime settimane.
L'Unione Europea ha infatti deciso di aumentare la flessibilità delle importazioni agevolate, cioè senza dazi, di olio d'oliva dalla Tunisia. Il contingente massimo di 56.700 tonnellate rimarrà immutato, ma verranno raddoppiate le soglie massime mensili, che passano da 5.000 a 9.000 tonnellate/mese in febbraio e marzo e a 8.000 tonnellate da aprile a ottobre.
Le quotazioni dell'olio di oliva tunisini oggi sono inferiori ai 3 euro/kg e potrebbero portare a una modesta riduzione delle quotazioni, specie in Spagna.
Verona, 09/02/2015 SOL&AGRIFOOD
Export Canada: apertura alla carne suina e a tutti i salumi senza limite di stagionatura
Milanofiori 11 febbraio 2015 – Buone notizie dal Canada per il mondo dei salumi. La Canadian Food Inspection Agency (CFIA) ha eliminato il limite minimo di stagionatura dei prodotti di salumeria esportabili nel Paese.
L'iter, iniziato nell'autunno 2014, su richiesta di ASSICA (Associazione Industriali delle Carni e dei Salumi), dal Ministero della Salute italiano con il supporto della Commissione europea, era finalizzato ad ottenere l'eliminazione del periodo minimo di stagionatura di 30 giorni previsto per i salumi esportati dall'Italia e la conseguente apertura del mercato canadese alle carni suine fresche.
Le Autorità canadesi avevano sempre ritenuto necessario applicare finora nei confronti delle produzioni salumiere le cosiddette "extra measures" previste dall'Accordo UE‐Canada e di introdurre ulteriori garanzie relative alla materia prima.
Le nuove condizioni per l'esportazione di carni suine e di prodotti a base di carne suina proposte da parte della Canadian Food Inspection Agency non prevedono requisiti minimi di stagionatura dalle Regioni italiane indenni dalla malattia vescicolare del suino (MUS) ai sensi della Decisione della Commissione Europea 2005/779.
Questo importantissimo risultato, perseguito con tenacia da ASSICA, è stato reso possibile dall'impegno profuso in questi mesi dal Ministero della Salute e dalla Commissione europea nel richiedere con forza alla CFIA il pieno riconoscimento dell'equivalenza tra le normative applicabili alle carni e l'abrogazione di ogni ulteriore "extra measure". In questo contesto, l'Italia ha raggiunto l'obiettivo di liberalizzare le spedizioni dei nostri prodotti di salumeria, superando gli ostacoli discendenti dalla permanenza della malattia vescicolare in alcune parti del nostro territorio.
Si completa così l'offerta dei prodotti esportabili nel continente Nord americano e in particolare in un mercato strategico quale quello canadese dove i salumi italiani sono già conosciuti ed apprezzati. Mercato che negli ultimi cinque anni (2008-2013), grazie all'apertura prima ai prodotti stagionati per più di 90 giorni e poi a quelli stagionati almeno 30 giorni, ha registrato un +60,8% in quantità per 791 tonnellate e un +63,6% in valore per 8,4 milioni di euro. Un dato, questo, che si è ulteriormente rafforzato nel 2014. I primi 10 mesi del 2014 registrano, infatti, rispetto allo stesso periodo 2013 un ulteriore +17,2 in quantità e un +16,1% in valore.
(Assica 11 febbraio 2015)
I flussi produttivi di gennaio (dopo il -1,1% di dicembre) scendono ancora, spinti dalle basse quotazioni. Alai: "a maggior ragione serve il razionale governo della produzione"
Reggio Emilia, 11 febbraio.2015 - In un anno segnato da forti insoddisfazioni per le quotazioni, sono cresciuti dell'1,7% i consumi di Parmigiano Reggiano. Dopo due anni di sostanziale stabilità, con una lieve tendenza alla flessione, nel 2014 il mercato interno ha dunque registrato una domanda in rialzo, con un picco particolarmente rilevante degli acquisti familiari nelle settimane a ridosso delle festività (+7%).
"Contrariamente a quanto da alcune parti è stato rilevato e in controtendenza rispetto ad altri formaggi duri, a partire dai similgrana che hanno registrato un calo delle importazioni del 2,7% nel 2013 e dello 0,8% nel 2014 – sottolinea il presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano, Giuseppe Alai – le rilevazioni sulle famiglie e i dati relativi a tutti i canali di vendita (incluso l'Horeca) indicano un buon andamento dei consumi interni per il Parmigiano Reggiano, che si associa ad una dinamica ancor più soddisfacente dell'export (+ 3,6%)".
"Il dato del tutto insoddisfacente – prosegue Alai – è invece quello riguardante le quotazioni all'origine, il cui calo è associato anche ad una flessione dei prezzi al consumo".
"Nel 2014 – spiega il presidente del Consorzio – i prezzi medi al consumo sono scesi di oltre il 4%, con punte assai più rilevanti in vaste aree del Paese, incluse le zone di produzione e quelle che presentano i consumi tradizionalmente più elevati". "Offerte e promozioni particolarmente intense nella seconda metà dell'anno – prosegue Alai – hanno dunque spinto gli acquisti, ma le quotazioni per i produttori – mediamente pari a 8,06 euro/kg nel 2014 rispetto agli 8,74 euro/kg del 2013 e ai 9,12 euro/kg del 2012 – sono risultate fortemente penalizzanti per i redditi".
"Questo andamento – sottolinea Alai – è strettamente legato ad un aumento di offerta che, in quattro anni, si è concretizzata in crescita produttiva superiore al 10%". "Ora – prosegue il presidente del Consorzio – la tendenza sembra essersi invertita, con un calo della produzione che a dicembre si è attestato all'1,1% ed divenuto ancora più marcato a gennaio 2015 con un -2,5% allo stesso mese del 2014, dato che evidenzia i primi effetti delle difficoltà del comparto ".
"Per superarle stabilmente – afferma Alai - è allora a maggior ragione urgente un cambio di passo per una ordinata logica di governo della produzione, nel solco tracciato dal piano di regolazione dell'offerta in vigore dal 1° gennaio 2014 con l'assegnazione ai produttori di quote latte per la trasformazione proprio in una logica di autoregolamentazione che assicura stabilità ai redditi e non espone il comparto a espansioni indiscriminate o a cali indotti da situazioni di crisi".
"A fronte della crisi in atto – conclude Alai - stiamo intanto intervenendo sul mercato interno con nuovi accordi con la GDO e stiamo rafforzando ulteriormente le azioni sull'export; in tal senso contiamo anche sull'impegno che abbiamo chiesto al Governo per abbattere le barriere che ostacolano la nostra penetrazione in diversi mercati e dipendono esclusivamente da legislazioni locali che consentono anche le imitazioni e possono essere modificate solo con accordi che chiamano in causa Governi nazionali e Unione Europea a sostegno delle nostre Dop".
(Ufficio Stampa CFPR 11 febbraio 2015)
La prossima edizione di Vinitaly (22-25 marzo 2015) darà indicazioni sulle tendenze dell'export alla luce della svalutazione dell'euro. Potenziato l'incoming di Veronafiere da tutto il mondo, anche dai Paesi europei.
Verona – Attività di incoming mirato in tutto il mondo e promozione di Vinitaly door to door in alcuni dei mercati di consumo più interessanti, così Vinitaly prepara il terreno per il business dei suoi espositori. Giunto alla 49ª edizione, il più grande salone internazionale dedicato al vino, in programma dal 22 al 25 marzo 2015 a Verona (www.vinitaly.com), è molto atteso dagli operatori per capire come evolveranno gli scambi internazionali alla luce della svalutazione dell'euro, che potrebbe dare una spinta all'export dei vini italiani ed europei.
Buyer invitati direttamente da Veronafiere arriveranno da Germania, Svizzera e Austria, Paesi dove Vinitaly International ha realizzato specifiche iniziative di promozione; delegazioni arriveranno dagli Usa, una delle quali con importatori solo dal Texas, e dal Canada, di cui una dall'Ontario, e poi da Russia, Alpe Adria (Slovenia, Croazia e alcune regioni di Austria, Germania, Ungheria), Belgio, Olanda, Lussemburgo, Danimarca, Portogallo, Repubblica Ceca, Hong Kong, Paesi Asean (Indonesia, Malesia, Filippine, Singapore, Thailandia, Brunei, Vietnam, Laos, Birmania, Cambogia), Corea del Sud, Cina, Sud Africa, Camerun, America Latina, Regno Unito, Mozambico, Uzbekistan, Colombia, Argentina, Paesi Scandinavi e Baltici, Francia, Spagna, Romania, Bulgaria, India, Egitto, Serbia, Polonia, Australia e Giappone. Australia e Giappone saranno protagonisti di focus specifici dedicati alle imprese interessate ad esportare su quei mercati.
«Si tratta di operatori selezionati tra i più importanti anche in collaborazione con Ice – spiega Giovanni Mantovani, Direttore Generale di Veronafiere –, nell'ottica di sviluppare sempre di più il business delle aziende». Nel 2014 i visitatori esteri sono stati 54.670 da 119 Paesi su un totale di 155.109, con un'incidenza del 36,41%. Questi numeri hanno permesso di raggiungere una customer satisfaction sulla capacità di Vinitaly di supportare efficacemente lo sviluppo di nuovi contatti internazionali del 54%, che sale al 70% per i grandi espositori.
Tutti gli espositori partecipano a Vinitaly per cercare nuovi contatti commerciali; il target è però diverso a seconda della dimensione aziendale. Da un'indagine di Wine2Wine – L'Osservatorio b2b di Vinitaly è emerso infatti che le cantine sotto i 100.000 euro di fatturato preferiscono rivolgersi ai mercati più maturi, in particolare Ue ed Usa, mentre man mano che crescono la dimensione e gli strumenti a disposizione aumenta la capacità dei produttori di vino di aprire nuovi mercati in Paesi non tradizionalmente consumatori di vino.
Grazie all'ampia rosa di Paesi rappresentati nelle delegazioni invitate, Veronafiere è in grado di organizzare appuntamenti b2b adatti ad ogni specifica esigenza. I buyer ospiti saranno impegnati, all'interno dell'International Buyers' Lounge, nell'iniziativa Taste&Buy Vinitaly, in incontri con le aziende espositrici.
Lo spazio dell'International Buyers' Lounge, collocato nella Galleria Castelvecchio tra i padiglioni 2 e 3, sarà il punto di riferimento oltre che per le delegazioni ospitate da Veronafiere, anche per tutti i buyer provenienti dall'estero.
(Verona, 4 febbraio 2015)
Le stime USDA del 10/2 non hanno avuto effetti sul mercato che si è mantenuto calmo. Nessuna variazione sostanziale è stata infatti segnalata dal Udsa fatto salvo un aumento degli stock mondiale dei cereali. E' molto probabile che gli operatori siano maggiormente preoccupati sul fronte geopolitico con riguardo allo scontro Kiev-Mosca.
di Mario Boggini e Virgilio - Milano, 11 febbraio 2015 -
Nessun problema di disponibilità di merce soprattutto per quanto concerne il grano che a sua volta influenza il corn. I proteici mantengono una tendenza ribassista.
Indicatori internazionali -
l'Indice dei noli è sceso a 556 punti, il petrolio è sceso nuovamente intorno ai 50$ dollari al barile e il cambio, in attesa delle decisioni verso la Grecia, si è posizionato a 1,1309.
Mercato interno - Sul fronte interno permane la stagnazione degli scambi, ridotti i consumi e la liquidità inconsistente mentre rimangono elevate le lamentele degli operatori professionali sia del settore zootecnico sia cerealicolo.
Bioenergie - Nulla da segnalare per il settore delle bionergie salvo che, a fronte dei prezzi delle farine di mais a 135 euro alla tonnellata e spezzati di mais a 115 euro alla tonnellata, i 40€/ton. del trinciato non soddisfano gli investimenti economici di base agli investimenti.
Alcuni prezzi:
Mais nuova campagna 175€ arrivo Lombardia da ottobre a giugno contratto 103.
Grano zootecnico 190 euro partenza pronto;
Orzo estero sui magazzini interni 195 euro partenza,
Farina di soya spot 387€ per la normale e 392€ per la proteica sino a fine marzo, da aprile a giugno 372/385€, luglio dicembre 357/370€, gennaio dicembre 2016 355/368€
sempre partenza Ravenna,
Far girasole hp (high protein) 240€ partenza Ravenna, Colza in varie forme e specie da 255 a 265€ partenza magazzini interni o porti.
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(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.
Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.) - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore.
EUROPRO srl - intermediazione granaglie e cereali - Milano
Grana Padano, cresce solo il fresco di Mantova. Latte spot in ripresa solo l'estero mentre cresce il burro a Milano di 10 centesimi. "Big Snow" impedisce l'apertura della borsa merci di Parma. Latte bio meglio del convenzionale? Dubbi dai ricercatori australiani.
di Virgilio, 11 febbraio 2015 -
LATTE SPOT In crescita solo il Latte spot intero pastorizzato di provenienza estera (+3,17%). 32,99€/100 lt. il prezzo minimo quotato a Verona e 34,02 €/100 lt. è il prezzo massimo registrato alla piazza scaligera. Fermi alle medesime quotazioni della sesta settimana i listini del Latte Crudo spot nazionale (35,57-37,12 €/100 lt.).
BURRO E PANNA Nuovo balzo in avanti dei listini di Burro contrattati a Milano. +10 centesimi per ciascuna referenza. Nello specifico il Burro CEE ha raggiunto i 2,80€/kg, il burro di centrifuga 3,0€/kg, il burro pastorizzato 2,0€/kg e lo zangolato a 1,80€/kg.
Invariato il listino dello zangolato quotato a Reggio Emilia ieri mattina (1,30€/kg). Nessuna quotazione alla borsa di Parma presumibilmente a causa avverse condizioni meteo: "Big Snow" (venerdì 6 febbraio 2015).
GRANA PADANO A Mantova cresce solo il "fresco" (10 mesi) di 5 centesimi (6,40-6,60€/kg) mentre è rimasto invariato il 14-16 mesi di stagionatura (7,05-7,30€/kg). Nessuna variazione riscontrata sulla piazza milanese sia per il fresco sia per il 15 mesi e oltre: 6,35-6,45€/kg per il 9 mesi di stagionatura e 7,05-7,70€/kg la forbice di prezzo relativamente al 15 mesi d'invecchiamento.
PARMIGIANO REGGIANO Nessuna quotazione rilevata a Parma a causa della intensa precipitazione nevosa che ha colpito l'Emilia lo scorso venerdì 6 febbraio. Comunque senza variazioni i listini alla borsa di Reggio Emilia di ieri 8,85-9,15 €/kg relativamente al 24 mesi di stagionatura.
Latte bio vs convenzionale.
Il biologico macina, ogni anno, record su record. Aumenti di fatturato, penetrazione di mercato e sensibilità dei consumatori. Ma il prodotto biologico è davvero migliore del convenzionale? Ad avere dei dubbi sono stati i ricercatori dell'Università di Auckland, in Nuova Zelanda, che hanno comparato le proprietà nutrizionali e salutistiche di latte biologico e latte convenzionale.
In base alla loro ricerca, che ha messo a confronto i risultati di quasi 200 pubblicazioni scientifiche, le composizioni dei due tipi di latte non sono poi così diverse, specie per quanto riguarda gli acidi grassi.
Quella precedente può essere considerata, tutto sommato, una settimana all'insegna della neutralità se si esclude la chiusura 3 febbraio. Il recupero dei cereali e la tenuta del corn è, con alta probabilità, imputabile al "regalo" USA di 100 milioni di $ all'Egitto che verranno utilizzati per l'acquisto di materie prime.
di Mario Boggini e Virgilio - Milano, 09 febbraio 2015 -
Venerdì: 06 / 2 / 2015 (valori espressi in €)
SEMI mar 973,40 (-7) maggio 980,00 (-7,6)
FARINA mar 329,40 (-2)maggio 323,10 (-2,2)
OLIO mar 31,82 (+0,11) maggio 32,04 (+0,12)
CORN mar 385,60 (+0,40) maggio 394,00(+0,6)
GRANO mar 527,00 (+1,2) maggio 529,00 (+1,6)
NB: variazioni espresse in valore assoluto.
Indicatori internazionali -
L'incertezza e i timori sono quasi esclusivamente incentrati sulle questioni geopolitiche e all'inasprimento delle tensioni l'Ucraina-Russia-Europa. Il raccolto Russo è stimato in 90/95 milioni di tonnellate e una sottrazione di tali volumi dal mercato non verrebbe accolta favorevolmente
l'Indice dei noli è sceso a 559 punti il petrolio si è mantenuto a 52,51$ al barile, il cambio gira a 1,1352. E qui pesa l'incognita Grecia, e le trattative che il suo Ministro delle Finanze sta negoziando con Bruxelles e con tutti i suoi colleghi singolarmente.
Mercato Interno -
Sul fronte interno ancora ben poco da segnalare. Gli scambi sono ridotti, i consumi bassi e la liquidità inconsistente. Pochi e limitati i tentativi di speculazione. Stagnazione e ribasso sono le tendenze determinate da questo stato di confusione e di timori. Non sussiste la volontà di fare ricoperture ma piuttosto storni o slittamenti di quote, a conferma dei ridotti consumi. Qualche speranza sul miglioramento dei consumi proviene da EXPO2015 seppure gli 8 milioni di biglietti venduti siano sensibilmente lontani dalle attese (20-24 milioni di visitatori).
Mercati esteri -
I mercati esteri intanto registrano i seguenti valori, in alcuni casi distanti dalla depressione espressa dal mercato nazionale:
Venerdi in Francia sul "fisico", il grano quotava invariato da giovedì ad euro 181,reso Rouen.
Il corn 151€ contro 150€ fob Bordeaux. L'orzo a 176€ contro 175€ reso Rouen. Il grano duro invariato a 370€ reso Port La Nouvelle. Il corn Ukraino venerdì quotava da Mar Nero per febbraio $174 fob contro 172$ di mercoledì Il marzo a invariato a 175$. L'aprile invariato a 176$ . Il maggio invariato a 178$ . Il giugno invariato a 182$. Il novembre invariato a188$ . Il corn bulgaro/rumeno, a Costanza, per il Febbraio era ad euro 155 contro 153€. Il marzo a 155€ contro 156€. L'aprile a 157€ contro 158€. Il grano russo (12,50 proteine) quotava per marzo invariato a $250 fob. L'aprile invariato a $52. L'agosto a $238 contro 234$. Il feed dall'Ukraina quotava per l'agosto 215$. Far soya prot 394. Apr-giugno, 388 luglio-dicembre 370 e uguale gen-dic 2016.
Bioenergie -
Nulla da segnalare per il settore delle bionergie. Trinciati a 40 euro alla tonnellata
Mais -
mais in varie forme da 110 euro alla tonnellata in su, partenza Nord Italia e farine di mais a 135-140 euro alla tonnellata.
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(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.
Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.) - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore.
EUROPRO srl - intermediazione granaglie e cereali - Milano
L'associazione agricola reggiana: danni enormi agli agricoltori per la mancanza di energia e tempi di ripristino sconosciuti; semplicemente inaccettabile – Protezione Civile mette a disposizione gruppi elettrogeni – La Regione chieda lo stato di calamità naturale -
Reggio Emilia, 9 febbraio 2015 -
"Intendiamo aderire alla class action contro il gestore degli impianti per l'energia elettrica, annunciata dai Sindaci e dalla Provincia di Reggio, per attuare ogni possibile azione di tutela dei nostri associati e degli agricoltori tutti, pesantemente danneggiati dalle interruzioni nell'erogazione dell'energia elettrica a seguito della nevicata verificatasi nelle prime ore di venerdì 6 febbraio scorso". L'annuncio viene dal presidente della CIA di Reggio Emilia Antenore Cervi, che circostanzia così i motivi della decisione presa dall'associazione agricola: "Anche se l'entità della nevicata è stata superiore alle aspettative, stiamo registrando una situazione semplicemente inaccettabile, perché oltre ai danni materiali dovuti essenzialmente al peso della neve che si è depositata sulle strutture agricole nel nostro territorio, dobbiamo mettere nel conto i costi aggiuntivi dovuti alle interruzioni nell'erogazione di energia elettrica, indispensabile per il funzionamento della maggior parte degli impianti, particolarmente negli allevamenti".
"A questo aggiungiamo – afferma Cervi - che i tempi di ripristino della normale erogazione restano sconosciuti, ma probabilmente lunghissimi. Infatti la priorità del gestore degli impianti è rivolta in primo luogo alle abitazioni civili, quindi il ripristino riguarderà le industrie, ultimi in ordine di priorità vengono gli agricoltori, che certamente nella maggior parte dei casi vivono e lavorano in strutture isolate, ma non per questo possono attendere settimane intere prima di riavere una situazione di normalità".
"Il monitoraggio dei danni che i nostri uffici stanno effettuando – aggiunge Cervi – segnalano numerosi casi di crolli o comunque di danni a serre, capannoni di allevamenti o di fienili e ricoveri attrezzi, ed ad hangar, strutture che da qualche anno si vedono anche nelle nostre aree agricole, oltre ad impianti di biogas".
"A ciò – afferma Cervi – dovremo aggiungere i danni che l'interruzione dell'energia può aver causato agli impianti informatizzati, che risultino da resettare, ma in particolare saranno da rilevare i costi per le aziende, come gli allevamenti da latte, che devono far ricorso a gruppi elettrogeni, che sono molto costosi per il carburante da impiegare: a tale proposito va registrato positivamente che la Protezione Civile mette a disposizione questi gruppi a chi ne abbia bisogno. In ogni caso avremo per un tempo indefinito un aumento esponenziale di costi a carico degli agricoltori, che non riteniamo giusto debbano sostenere in prima persona".
"A risponderne – conclude il presidente CIA – intendiamo chiamare chi si fa pagare una fornitura di elettricità che non è in grado di garantire. Infine, considerato che l'entità dei danni potrà risultare molto rilevante, chiediamo alla Regione Emilia Romagna di avanzare la richiesta per la dichiarazione dello stato di calamità naturale, Regione alla quale chiediamo di prevedere l'erogazione di carburante agevolato supplementare per chi deve utilizzare i gruppo elettrogeni".
(Fonte: Ufficio stampa Cia di Reggio Emilia)
Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 14 - n° 6 - 8 febbraio 2015
Anno 14 - n° 6 08 febbraio 2015 (allegato Formato PDF)
1.1 editoriale Il "califfato" sfida il mondo.
2.1 export Prendere esempio dal vino... Uno Studio Sapienza analizza il successo di Grandi Marchi
2.2 riconoscimenti Festeggiata a Reggio la Nazionale del Parmigiano Reggiano
3.1 cereali Cereali, logiche ancora poco interpretabili. Continuano a scendere i noli.
4.1 Lattiero caseario Nuova frenata per il latte spot e per il burro
5.1 Quote Latte Latte e Quote - La proposta dell'assessore Caselli a sostegno degli allevatori italiani.
5.2 benessere animale EFSA e benessere animale. Prorogati i termini.
5.3 Alimentazione e salute Il cibo per prevenire e curare, anche l'influenza.
6.1 Mercati cereali Noli sempre più giù
8.1 suini Suini: la deflazione entra nelle stalle.
Il valore medio del venduto extra-Ue è quasi doppio di quello UE. Studio Sapienza: se l'Italia avesse la stessa crescita del vino il PIL sarebbe cresciuto di 500 miliardi.
Grandi Marchi. Crescite a 3 cifre in extra UE. Bene anche i mercati di sbocco.
Roma, 3 febbraio 2015 – "Il Pil italiano avrebbe oggi 500mld di euro in più se fosse cresciuto quanto l'export di vino made in Italy dal 2007 al 2013".
A dirlo è Alberto Mattiacci, ordinario di Economia a la Sapienza di Roma, autore della ricerca sull'export del vino realizzata per l'Istituto italiano del vino di qualità Grandi Marchi presentata oggi a Roma, citando il dato dell'ufficio studi economici BNL.
I numeri dell'export italiano sono per il professore "un caso di successo imprenditoriale e amministrativo", con una crescita dal 2008 al 2013 del 45% a valore e del 23% a volumi. Un incremento netto e strutturale ma anche qualitativo, perché "gli incrementi a valore superano quelli a volume, segno di una crescita costante della qualità del prodotto esportato". Un successo, infine, anche "intrinseco e pervasivo", perché in grado di assorbire sia la crisi post 2008 che l'effetto Euro e perché – cita la ricerca - i Paesi Terzi crescono più di quelli dell'area UE, sia a volumi (+32% circa) che a valori (+50% circa). In aggregato, inoltre, il valore medio del venduto sulle piazze extra-Ue è quasi doppio di quello UE.
Il focus sulle azioni di promozione realizzate dall'Istituto Grandi Marchi - l'associazione che riunisce le 19 cantine simbolo dell'enologia tricolore nel mondo e che dal 2004 al 2014 ha investito complessivamente circa 60 milioni di euro nella promozione del vino di qualità (di cui circa 1/3 con il sostegno della promozione UE) – si concentra sulle attività prodotte dal 2009 al 2013, da quando cioè l'Istituto è impegnato nei progetti dell'Ocm Vino Promozione.
I risultati – secondo lo studio – sono in certi casi netti e clamorosi, con impennate come il +562% registrato in Brasile e una crescita strutturale dell'export sui mercati globali pari al 41%. Successo anche sul fronte della penetrazione nei mercati, dove si è passati a triplicare il numero di Paesi Terzi coperti, che oggi rappresentano circa il 90% della domanda extra-UE di vino. Una politica manageriale che secondo quanto rilevato ha determinato da una parte un incremento dei fatturati in Paesi extra-UE di grandi prospettive – dal +88% in Russia, al + 133% in Cina e il +562% in Brasile - dall'altra un consolidamento dei mercati di sbocco, con ottime performance negli USA (+19%), in Canada (+25%), in Svizzera (+59%) e in Giappone (+79%).
Per il presidente dell'Istituto Grandi Marchi, Piero Antinori: "Da un punto di vista qualitativo ciò che ci contraddistingue è l'aver messo in cantiere, anche con i finanziamenti Ocm, dei progetti di penetrazione e presidio dei mercati, non semplicemente delle operazioni mordi e fuggi. Le nostre imprese – ha aggiunto - stanno investendo sui mercati più rilevanti e di maggiori prospettive future, esportando prodotto di qualità, generando valore di marca e Paese. La ricerca che abbiamo commissionato vuole essere uno strumento utile per aprire un tavolo di confronto sull'Ocm Vino Promozione – ha concluso Antinori – tra chi, come noi, ha dimostrato di aver lavorato per il bene comune e le istituzioni che rappresentano questo settore anche a livello politico nazionale e in sede UE".
La ricerca sottolinea come gli investimenti effettuati nel periodo di riferimento seguano un modello manageriale di azione, fatto di attività "consumer-oriented" per circa il 60% delle risorse utilizzate e di "market relation" con iniziative dirette agli stakeholder media, d'opinione e commerciali, per circa il 40%.
Per Mattiacci: "L'Ocm è una variabile esogena al sistema delle imprese, che a nostro avviso ha funzionato egregiamente e riveste un'importanza futura fondamentale. Non si comprende la ragione di certe critiche recentemente mosse a questo che ci piace definire uno strumento di politica industriale europea". Lo studio vede l'esperienza italiana nell'Ocm come una misura ancora perfettibile, se comparata con quella francese e spagnola. Tre le possibili aree d'intervento: la semplificazione delle procedure gestionali; l'introduzione di meccanismi di selezione dei player che accedono alla misura in ragione della loro capacità di usare i fondi su progetti solidi e di prospettiva; la costante verifica dell'impatto di medio termine della misura, a livello aggregato e di monitoraggio obbligatorio dei singoli progetti. La ricerca individua infine il profilo di un export italiano di valore che combina alcuni caratteri, ben rappresentati dai player dell'Istituto Grandi Marchi: è imbottigliato, frutto di presenza commerciale stabile e di una vendita attiva di offerte glamour. Questo modello dovrà continuare a crescere per sostituire gradualmente un altro modello presente nell'export italiano, fatto di sfuso e basic, frutto di attività di vendita one shot e spesso passiva.
Nel prossimo aprile, l'Istituto Grandi Marchi sarà promotore di un convegno di approfondimento su questa ricerca, destinato a tutto il settore del vino italiano.
Istituto del Vino Grandi Marchi:
Alois Lageder, Argiolas, Biondi Santi Greppo, Ca' del Bosco, Michele Chiarlo, Carpenè Malvolti, Donnafugata, Ambrogio e Giovanni Folonari Tenute, Gaja, Jermann, Lungarotti, Masi, Marchesi Antinori, Mastroberardino, Pio Cesare, Rivera, Tasca D'Almerita, Tenuta San Guido, Umani Ronchi.
Latte e Quote - La proposta dell'assessore Caselli: modificare per chi è in regola gli attuali criteri di compensazione del regime delle quote latte.
Bologna -3 febbraio 2015 -
"Utilizzare al meglio la quota latte nazionale assegnata all'Italia, prevedendo, per i produttori in regola, una modifica degli attuali criteri di compensazione". E' quanto chiede l'assessore regionale all'agricoltura dell'Emilia-Romagna Simona Caselli nell'anno conclusivo dell'applicazione del regime delle quote latte, che termineranno il 31 marzo.
"I dati attualmente disponibili - spiega Caselli - ci dicono che molto probabilmente ci sarà un surplus produttivo rispetto alla quota nazionale assegnata al nostro Paese. In questo caso scatterà per i produttori il versamento del prelievo supplementare all'Unione europea."
La proposta avanzata da Caselli, anche in risposta alle richieste arrivate dal mondo produttivo, prevede di estendere la possibilità di compensazione nazionale anche alle aziende che hanno prodotto oltre il 6% della quota loro assegnata e a quelle che hanno superato il livello produttivo 2007 – 2008. Due categorie fin'ora non contemplate nei criteri di priorità nazionali.
"Questi correttivi permetterebbero – spiega Caselli - di limitare l'impatto sui produttori e di utilizzare al meglio la quota nazionale, senza modificare quanto già previsto per i produttori delle aree di montagna e svantaggiate".
La proposta è stata illustrata nei giorni scorsi a Soragna (Pr) in occasione dell'ottantesimo anniversario del Consorzio del Parmigiano Reggiano. "Auspico che su questo tema si possa lavorare - conclude Caselli - l'interesse manifestato dal ministro Martina è la migliore premessa per arrivare ad un risultato positivo nell'interesse dei nostri produttori".
(Fonte Regione Emilia Romagna)
Prorogati i termini della consultazione pubblica sulla valutazione del benessere delle vacche da latte nei piccoli allevamenti.
Parma, 02 febbraio 2015
L'EFSA ha prorogato i termini della consultazione pubblica su una sua recensione di informazioni riguardanti i piccoli allevamenti di vacche da latte. Tutte le parti interessate hanno ora tempo fino al 13 febbraio per presentare i propri commenti. La disamina include dati sul numero di vacche da latte nell'UE e sulle variazioni di dimensione tra gli allevamenti dei vari Paesi, come pure una definizione operativa e una categorizzazione delle aziende agricole di piccola scala, finalizzata a tale valutazione. La recensione sarà parte integrante di un futuro parere scientifico dell'EFSA sul benessere delle vacche da latte nelle aziende agricole di piccola scala, la cui pubblicazione è prevista nel 2015.
Public consultation on the review of the available description and categorization of small scale farms in support of the ongoing scientific opinion on "Assessment of dairy cow welfare in small scale farming systems"
(Fonte EFSA 28 gennaio 2015)
Dall'embargo russo alla contrazione dei consumi interni, i fattori principali dei segnali non positivi provenienti dal settore dei suini.
Roma, 02 febbraio 2015 - Il divieto russo all'importazione, connesso al focolaio di peste suina e all'embargo in atto, e l'estrema debolezza della domanda interna stanno avendo un impatto fortemente negativo sul mercato suinicolo nazionale e europeo. E' quanto si evince dal Report trimestrale "Ismea Tendenze" relativo all'ultimo trimestre del 2014 e riepilogativo dell'intera annata trascorsa.
Il riflesso più immediato di questa situazione - spiega il Rapporto - è il basso livello dei prezzi, con le quotazioni all'origine del bestiame suino in calo, in Italia, del 7,5% su base annua. Un risultato riscontrato sia per i capi da allevamento (-8,5% rispetto al IV trimestre 2013) che per le taglie da macello (-7,3%), in linea con quanto rilevato nei principali mercati dell'Ue-28.
Ad alleviare il peso di questa situazione è stato l'andamento al ribasso di alcune voci costo a carico degli allevatori, con i prezzi dei mangimi scesi del 3,6% rispetto al IV trimestre del 2013 e i capi da ristallo in calo dell'8,1% rispetto a un anno fa. La consistenza degli stock di materie prime impiegate per l'alimentazione dei suini (principalmente mais e soia), non dovrebbe tra l'altro determinare mutamenti di tendenza dei prezzi, prefigurando uno scenario senza tensioni anche nel 2015.
Relativamente all'evoluzione degli scambi con l'estero, l'analisi Ismea rivela, a consuntivo dei primi dieci mesi del 2014, un peggioramento di 1,7 milioni di euro del deficit della bilancia commerciale del settore. In termini monetari, le importazioni di suini vivi e di carni fresche e congelate hanno fatto segnare aumenti rispettivamente del 18 e del 2 per cento, mentre sul versante dell'export si è registrato un miglioramento per salumi e altre preparazioni, con un più 6,5% rispetto al gennaio-ottobre 2013.
Sul mercato interno, infine, i dati Panel Ismea-Gfk/Eurisko relativi ai primi 11 mesi del 2014 indicano una consistente flessione degli acquisti delle famiglie italiane di carni suine. Rispetto allo stesso periodo del 2013 si è registrata una contrazione del 6% sia nei volumi che nella spesa; meglio i salumi con un più 2% delle quantità acquistate e un calo solo marginale in termini monetari.
(Fonte Ismea.it)