Grana Padano e Parmigiano Reggiano, quotazioni stabili da circa due mesi. Latte spot e burro, dopo la discesa rapida di fine anno nella prima seduta del 2015 confermano i listini.

di Virgilio 14 gennaio 2015 -

LATTE SPOT La prima quotazione veronese del nuovo anno ha lasciato tutto come prima. 34,54 €/100 litri e 35,57€/100 litri latte sono rispettivamente i prezzi minimo e massimo registrati a Verona. Rispetto al medesimo mese del 2014 la perdita che si è accumulata nel corso dl 2014 è del -27,53%. Anche per il latte spot pastorizzato di provenienza estera non ha registrato alcuna variazione di valore.

BURRO E PANNA Crollo dello zangolato a Parma e della crema a uso alimentare quotata a Milano. Invariati tutti gli altri listini il cui valore era già stato abbondantemente ridimensionato nelle ultime tre settimane d del 2014. -6,67% (1,40€/kg) e -6,45% (1,40 - 1,50€/kg) le perdite rispettivamente per lo zangolato e la crema.

GRANA PADANO Niente di nuovo sul fronte del padano. Prezzi fermi da diversi settimane per le due classi di stagionatura rilevate a Mantova e a Milano. Confermati pertanto i listini mantovani sia per il 10 e sia per il 14-16 mesi di stagionatura: 6,35-6,60€/kg. e 7,05 - 7,30€/kg. Altrettanto vale per la più importante borsa milanese la cui ultima variazione negativa venne registrata lo scorso 27 ottobre. Nello specifico i rilevamenti settimanali hanno registrato la forbice compresa tra 6,35 e 6,45€/kg relativamente al 9 mesi di stagionatura e tra 7,00 e 7,65€/kg. per quanto riguarda il prodotto di 15 mesi d'invecchiamento.

PARMIGIANO REGGIANO Analogamente al Grana Padano anche per il Parmigiano Reggiano i listini non hanno subito variazioni. Alla borsa di riferimento comprensoriale di Parma il 12 mesi è ancora fermo tra 7,25 e 7,65€/kg. mentre tra 8,65 - 9,0€/kg risulta la forbice di prezzo entro cui è stato fissato il prezzo in questa prima seduta del 2015 il 24 mesi di stagionatura.

Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 14 - n° 1-2 11 gennaio 2015

SOMMARIO Anno 14 - n° 1-2 11 gennaio 2015

(In alegato pdf scaricabile)

1.1 editoriale Il business del riciclo e la nostra stupidità.
3.1 ambiente 2014: luci e ombre dell'azione di Governo e Parlamento
4.1 Lattiero caseario Stabili i formaggi DOP. Burro e panna sempre più giù
5.1 export Parmigiano Reggiano e Grana Padano: porte aperte per la Corea del Sud.
5.2 pasta Pasta, istituita la cabina di regia
6.1 produzioni Parmigiano Reggiano: in dicembre calo del 1,1%
6.2 crisi Coldiretti, I consumi a tavola sono tornati indietro di 33 anni nel 2014
6.3 economia Europa in deflazione
7.1 Aziende Parmalat, tra acquisizioni e riorganizzazioni.

Copertina


Sbloccata commercializzazione Parmigiano Reggiano e Grana Padano in Corea del Sud. Martina: ottimo risultato del lavoro del Governo per supporto all'export e tutela dei prodotti di qualità italiani

Roma 7 gennaio 2015 -
Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali comunica che il Ministry of food and drug security della Corea del Sud ha riconosciuto l'idoneità all'importazione nel Paese asiatico delle DOP Parmigiano Reggiano e Grana Padano. L'autorità coreana ha verificato che la sicurezza microbiologica di questi prodotti risulta essere equiparabile a quella del formaggio prodotto con il latte pastorizzato. È stata quindi risolta una controversia che aveva arrecato diversi danni alle esportazioni (-21% nei primi undici mesi dell'anno per il codice doganale che comprende anche Parmigiano e Grana) e che bloccava la commercializzazione dei due prodotti dai primi mesi del 2014.

"Parmigiano Reggiano e Grana Padano potranno finalmente tornare a essere venduti in Corea del Sud. Sono molto soddisfatto - ha spiegato il Ministro Maurizio Martina - per la soluzione positiva di una controversia commerciale che danneggiava l'export di due delle nostre eccellenze più apprezzate nel mondo. Il lavoro condotto in coordinamento con i Ministeri dello Sviluppo economico, della Salute e degli Esteri ha portato a un giusto riconoscimento del lavoro delle nostre aziende e dei loro elevati standard produttivi e di controllo. Il mercato della Corea del Sud per l'agroalimentare italiano ha superato i 124 milioni di euro di valore, con una crescita di quasi il 30% dal 2012, e rappresenta un importante sbocco commerciale per il nostro Paese nel contesto asiatico".
Il successo delle trattative con la Corea del Sud si inserisce in un più ampio contesto di operazioni di supporto all'export e di tutela delle indicazioni geografiche sui mercati dei Paesi Terzi. Su questo fronte, infatti, il Governo sta lavorando intensamente perché le nostre eccellenze siano il più possibile e concretamente salvaguardate anche sui mercati internazionali.

"Nel 2014 - ha proseguito Martina - abbiamo applicato in oltre 140 casi la norma ex officio che ci consente di far rimuovere dal mercato europeo prodotti che violano le norme sulle indicazioni geografiche. Negli anni precedenti interventi di questo tipo erano meno di 10 all'anno. E' così ad esempio che i nostri ispettori della repressione frodi, con la collaborazione delle autorità inglesi, hanno tolto dagli scaffali di Harrod's un finto olio Igp toscano. Abbiamo, poi, insistito fortemente affinché nel mandato negoziale del Trattato di libero scambio con gli Stati Uniti l'Unione europea inserisse tra le priorità la tutela delle indicazioni geografiche alimentari. Continueremo a spingere perché è evidente la necessità di recuperare spazi di mercato ora occupati da falso made in Italy sugli scaffali statunitensi e internazionali. Proprio per questo abbiamo appoggiato negli anni il lavoro diplomatico di Bruxelles per concludere trattati bilaterali che prevedessero il riconoscimento e la tutela delle nostre denominazioni nei Paesi terzi. Recentemente siamo riusciti ad ottenere importanti risultati con l'accordo Ue-Canada, aprendo nuove possibilità per l'export agroalimentare italiano che già oggi vale 34 miliardi di euro".

"Per quanto riguarda l'Asia, è bene ricordare che con la Cina è in vigore dal 2012 il cosiddetto progetto pilota "10+10" che prevede il reciproco riconoscimento di 10 indicazioni geografiche alimentari europee in Cina e di 10 cinesi nell'Ue. Nell'elenco di 10 figurano due prodotti italiani come il Grana Padano Dop e il Prosciutto di Parma Dop. Questo progetto si inserisce in un più ampio schema di collaborazione su questo fronte tra Ue e Cina, con un trattato bilaterale che è alle battute conclusive e che prevede un accordo di protezione per un numero complessivo di 100 denominazioni, tra le quali il Pamigiano Reggiano, l'Asiago, il Gorgonzola, la Mozzarella di bufala e il Pecorino romano. Si tratta di un lavoro diplomatico necessario che va in direzione diametralmente opposta a quello fatto dagli Stati uniti sullo stesso mercato. Insisteremo con la Commissione e con il Parlamento europeo, oltre che in sede di Consiglio, affinché siano adeguatamente tutelati i nostri prodotti su tutti i mercati".
"Con lo stesso obiettivo - ha concluso il Ministro - abbiamo intenzione di aprire un grande dibattito sul tema delle indicazioni geografiche in occasione di Expo Milano 2015. Siamo già al lavoro poi per l'organizzazione del Forum sulla lotta alla contraffazione, che si svolgerà a Lodi nel marzo del 2015, e che vedrà riunite le autorità di controllo europee e internazionali per un confronto sugli strumenti di contrasto alle frodi".

Ufficio Stampa MIPAAF


ll Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali rende noto che per promuovere l'intera filiera e definire un programma di valorizzazione e rilancio del settore è stata istituita la 'Cabina di Regia sulla Pasta', grazie a un apposito decreto firmato dal Ministro Maurizio Martina e dal Ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi.

Roma 7 gennaio 2015 -
In particolare, la Cabina di Regia ha tra le sue principali finalità promuovere e sostenere la competitività dell'intera filiera, dalla produzione primaria del frumento fino alla trasformazione industriale della pasta attraverso l'incentivazione, lo stimolo e il supporto ad accordi di filiera tra coltivatori di grano e produttori di pasta per il sostegno alle coltivazioni di grano duro di qualità; favorire i processi di aggregazione dell'offerta della materia prima; individuare percorsi di valorizzazione e di incentivazione di frumento duro di qualità; individuare strategie di attrazione dei fondi comunitari destinati al settore nella programmazione 2014-2020 e di ulteriori fondi nazionali e comunitari per iniziative promozionali a supporto della produzione e dell'esportazione; incentivare l'investimento in innovazione e ricerca nell'intera filiera produttiva.

"Abbiamo voluto fortemente questa azione in sinergia con il Ministero dello sviluppo economico - commenta il Ministro Martina - per andare incontro alle esigenze di un settore simbolo del Made in Italy come la pasta. Siamo leader mondiali con una produzione annua da 3,4 milioni di tonnellate, un fatturato di più di 4,6 miliardi di euro con oltre 7.500 addetti impiegati. Negli ultimi dieci anni il trend delle esportazioni ha registrato tassi di crescita importanti, arrivando a 2 miliardi di euro. Con la Cabina di Regia potremo supportare meglio le aziende sul fronte dell'export, organizzare una promozione integrata in ambito Expo e favorire una migliore distribuzione del valore lungo la filiera".

La Cabina di Regia sulla Pasta, composta da rappresentanti del Mipaaf e del Mise, riserva infatti un'attenzione specifica anche al tema dell'Esposizione universale di Milano in quanto mira a promuovere la filiera grano-pasta all'interno di Expo 2015 e sostenere in questo ambito iniziative di promozione culturale del modello agroalimentare italiano.

"L'Italia è il primo produttore europeo anche di grano duro e proprio per questo - prosegue Martina - abbiamo inserito questa coltura tra quelle a cui destinare parte degli oltre 146 milioni di euro annui che abbiamo stanziato per il piano seminativi all'interno delle risorse relative agli aiuti accoppiati".
Le attività della Cabina di Regia saranno svolte attraverso l'istituzione di Gruppi di Lavoro tematici, formati da rappresentanti delle principali associazioni industriali di settore e delle organizzazioni professionali e delle cooperative.
(Fonte Mipaaf)


La flessione è accompagnata da un aumento dell'export e dei consumi natalizi. Soddisfazione per la riapertura del mercato della Corea del Sud.

Reggio Emilia, 8 gennaio 2015 - "La decisione delle autorità della Corea del Sud, che ha consentito la riapertura delle esportazioni, è significativa non semplicemente per le quantità assorbite da quel Paese, pure interessanti, ma soprattutto perché consente la ripresa di un percorso di incremento costante che si è registrato in questi anni e che riguarda anche diversi altri Paesi dell'area asiatica".

A sottolinearlo è il Consorzio del Parmigiano Reggiano, che evidenzia anche il fatto che la riapertura delle frontiere coreane cade in un periodo che ha visto il sistema Parmigiano Reggiano segnato da altri elementi positivi.
La produzione, a dicembre, è infatti diminuita dell'1,1%, segnando un'inversione di tendenza che assicura al 2014 una chiusura all'insegna di una sostanziale stabilità (circa 15.000 forme in più).

"Un segnale importante per i mercati", sottolinea il Consorzio. "In attesa delle decisioni dei singoli produttori circa la riduzione del 5% approvata dall'Assemblea dei caseifici per il 2015 e in linea con quanto già fatto da altri Consorzi di dop italiane, si è infatti in presenza di un calo che indica la via per il ripristino di un migliore equilibrio tra domanda e offerta".

Contemporaneamente, le esportazioni nei primi nove mesi 2014 sono apparse in aumento a livelli superiori al 5%, mentre per il mercato interno si è registrato, in occasione delle festività natalizie e di fine anno, un incremento delle vendite del 7% rispetto allo stesso periodo del 2013.

Proprio in vista delle festività, sono state così collocate 285.000 forme di Parmigiano Reggiano, che rappresentano il 15% dell'intera produzione destinata in pezzi al mercato interno.

(Fonte CFPR)


A spingere il tasso d'inflazione medio annuo per il 2014 al minimo dal 1959 è stato il calo dei prezzi dei prodotti alimentari non lavorati come frutta, verdura, carne e pesce fresco che fanno registrare una riduzione dello 0,8 per cento e sono di fatto in deflazione.

Roma 7 gennaio 2015 - E' quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi al mese di dicembre.

L'andamento dei prezzi riflette la situazione nei consumi con gli italiani che hanno toccato il fondo nel 2014 e sono tornati indietro di oltre 33 anni sui livelli minimi del 1981, sulla base dell'analisi della Coldiretti sulla base dei consumi finali delle famiglie a valori concatenati dell'Istat. Gli italiani nei primi anni della crisi – sottolinea la Coldiretti - hanno rinunciato soprattutto ad acquistare beni non essenziali, dall'abbigliamento alle calzature, ma poi hanno iniziato a tagliare anche sul cibo riducendo al minimo gli sprechi e orientandosi verso prodotti low cost. Il carrello della spesa degli italiani - conclude la Coldiretti - si è ulteriormente svuotato nel 2014 e pesa lo 0,6 per cento in meno rispetto al 2013, secondo il dati Ismea/Gfk relativa ai primi nove mesi del 2014.

(Fonte Coldiretti)

Domenica, 11 Gennaio 2015 09:46

Parmalat, tra acquisizioni e riorganizzazioni.


Dal Friuli all'Australia. Svanito l'accordo con Granarolo a causa dello scandalo aflatossine (giugno 2014), un ramo d'azienda di Latterie Friulane è passata a Parmalat. Consolidamenti anche in Australia con l'acquisizione di Logwarry Food Park.

di Virgilio Parma 8 gennaio 2015 - Dal Friuli all'Australia. Parmalat spa, che dal 15 luglio 2011 è controllata dal Gruppo Lactalis, dopo avere ripreso a volare in borsa (2,374€ share price 7/1/2015) prosegue nella sua evoluzione organizzativa e in chiusura 2014 porta a casa due nuove acquisizioni geograficamente agli antipodi ma entrambe ben radicate sui loro territori e di elevata specializzazione. Dalla triveneta Consorzio Cooperativo Latterie Friulane (Latterie Friulane) Parmalat spa ha acquistato un ramo d'azienda avente ad oggetto l'attività di produzione, commercializzazione e distribuzione di prodotti lattiero caseari (latte pastorizzato e UHT, yogurt, Montasio, mozzarella, ricotta) ivi compresi i marchi (Latterie Friulane, Latte Carnia, SILP, San Giusto, Castello, Cometa), lo stabilimento e la sede di Campoformido (Ud), gli immobili di Ponte Crepaldo (Ve), San Martino (Pn) e Monfalcone (Go) ed i contratti in essere. Il personale dipendente sarà trasferito contestualmente e ad oggi l'azienda occupa 156 lavoratori.
Con questa operazione, conclusa con il trasferimento di un capitale netto pari a circa 5,75 milioni di Euro e l'accollo di debiti verso banche per pari importo, Parmalat intende proseguire e sviluppare il marchio Latterie Friulane, realtà che ha un forte legame con il territorio, attraverso un piano di recupero della competitività. Recupero indispensabile dopo che lo scorso dicembre il Consorzio friulano venne investo dallo scandalo aflatossine per il quale 13 persone vennero indagate e una arrestata vanificando l'ipotesi di acquisizione da parte di Granarolo.

Dall'altro capo del mondo invece saranno 50 i dipendenti che passeranno sotto il controllo della multinazionale del latte a seguito della sottoscrizione (19 dicembre 2014) di un accordo per l'acquisizione di Longwarry Food Park Pty Ltd ("Longwarry"), che opera nella stato di Victoria ed è specializzata nella produzione di latte (in polvere, fresco e UHT) e formaggi spalmabili, da parte della propria controllata Parmalat Australia Pty Ltd. Con questa operazione, il Gruppo Parmalat rafforza ulteriormente la propria posizione nel mercato australiano, espandendo la propria capacità produttiva nel Paese, entra nel mercato del latte in polvere e consolida la propria base di approvvigionamento. Inoltre, migliora la capacità di esportazione di Parmalat Australia.

Il fine anno è stato anche l'occasione di una riorganizzazione del management apicale. Parmalat S.p.A. comunica infatti che il Dott. Antonio Vanoli lascia la carica di Direttore Generale per le Attività Operative del Gruppo Parmalat il 31 Dicembre 2014. "A decorrere dal 1 gennaio 2015, si legge nella nota, il Dott. Vanoli continuerà a dare supporto alla Direzione Generale del Gruppo Parmalat nelle aree Vendite, Marketing e Comunicazione, in qualità di Senior Executive Advisor. Inoltre, manterrà la carica di Presidente e Amministratore Delegato della Centrale del Latte di Roma S.p.A. A far data dal 1 gennaio 2015 verrà pertanto meno la Direzione Generale per le Attività Operative e le relative funzioni saranno assunte dal Direttore Generale Yvon Guérin."

Anche a Lodi cede il Latte Spot crudo nazionale e si allinea con Milano. Perdite significative tra 5 e 10 centesimi per il burro e la panna. Parmigiano e Padano stabili.

Di Virgilio, Parma 07 gennaio 2015

LATTE SPOT Il 2014 si conclude in negativo per il latte spot crudo nazionale. La quotazione quindicinale dello scorso 30 dicembre di Lodi ha registrato un calo del -3,55% che segue la perdita del -4,08% registrata nella quindicina precedente. 34,54€/100 litri di latte e 35,57€/100 litri di latte i prezzi minimo e massimo fissati alla borsa lodigiana. Prezzi che riproducono le quotazioni veronesi del 22 dicembre.

BURRO E PANNA Prosegue anche nell'ultima giornata dell'anno il calo di valore del burro e della panna ove quotato (Milano 29 dicembre). Il Burro CEE e il Burro di Centrifuga cedono altri 5 centesimi rispetto la precedente ottava e si collocano rispettivamente a 2,60€/kg e a 2,80€/kg.
10 centesimi invece li perde il Burro pastorizzato (1,80€/kg) così come pure lo zangolato di creme da burrificazione (1,60€/kg). Con un ulteriore -8% di perdita la crema di latte a uso alimentare si assesta a 1,38€/kg. Con quest'ultima quotazione si è consolidato a oltre il 15% la perdita riscontrata sul prezzo medio della Crema di Latte a uso alimentare del 2014 rispetto il 2013 (-15,13%).

GRANA PADANO Nessuna variazione rilevata nell'ultima fase di contrattazione del 2014. Sia a Mantova e sia a Milano i listini hanno replicato l'ottava precedente. Confermati pertanto i listini mantovani sia per il 10 e sia per il 14-16 mesi di stagionatura: 6,35-6,60€/kg. e 7,05 - 7,30€/kg. Altrettanto vale per la più importante borsa milanese la cui ultima variazione negativa venne registrata lo scorso 27 ottobre. Nello specifico i rilevamenti settimanali hanno registrato la forbice compresa tra 6,35 e 6,45€/kg relativamente al 9 mesi di stagionatura e tra 7,00 e 7,65€/kg. per quanto riguarda il prodotto di 15 mesi d'invecchiamento.

PARMIGIANO REGGIANO Le quotazioni sono ferme al 19 dicembre. Pertanto a titolo di promemoria riportiamo i listini di Parma che per il 12 mesi è fermo tra 7,25 e 7,65€/kg. e tra 8,65 - 9,0€/kg è la forbice di prezzo entro cui è stato fissato il prezzo del 24 mesi nell'ultima rilevazione del 2014.


La Lega Nazionale per la Difesa del Cane si rivolge alle istituzioni per fare chiarezza sulla questione dei lupi.

Parma, 04 gennaio 2015 ----
La Lega Nazionale per la Difesa del Cane ha espresso costernazione dopo aver appreso dell'´invio di una lettera da parte di 16 comuni parmensi ubicati nella Valtaro e nella Valceno al presidente della Regione, al presidente della Provincia, alla Prefettura e al Corpo Forestale dello Stato per denunciare, a seguito di svariate segnalazioni sul loro territorio, attacchi avvenuti presumibilmente da parte di lupi che avrebbero provocato l´uccisione di animali d´allevamento, cani da caccia e, in alcuni casi, aggressioni alle persone.

La stessa Lega Nazionale per la Difesa del Cane in una lettera aperta si rivolge agli enti preposti non soltanto per esprimere perplessità ma anche per richiedere scrupolosi accertamenti in merito alle dichiarazioni esternate dai primi cittadini di Albareto, Bardi, Bedonia, Berceto, Bore, Borgotaro, Compiano, Fornovo, Medesano, Pellegrino Parmense, Solignano, Terenzo, Tornolo, Valmozzola, Varano de Melegari e Varsi. Già da svariati anni la Provincia di Parma, in accordo con la Regione Emilia-Romagna, provvede al risarcimento degli animali da reddito uccisi da lupi, fra l´altro con tempistiche relativamente celeri, previa certificazione che l´attacco sia effettivamente opera di un lupo.

Dice l'associazione animalista in una nota: "Il risarcimento è contemplato per la perdita di bovini, caprini, cervidi, suini ed equini. Ricordiamo inoltre che furono stanziati 250 mila euro per un progetto pubblico finalizzato a offrire agli allevatori la possibilità di installare recinzioni elettrificate sia fisse sia mobili. In merito ai cani da caccia ´´letteralmente sbranati´´ lo stesso Corpo Forestale dello Stato provinciale ridimensiona il problema.

Purtroppo i segugi ben addestrati dai cacciatori non di rado invadono le tane dei lupi con modalità aggressive, provocando una naturale reazione di difesa. Relativamente ai presunti attacchi a persone, gli ultimi rilevati oggettivamente risalgono a circa duecento anni fa. Per questo motivo LNDC si rivolge alle istituzioni al fine di fare chiarezza in merito a dichiarazioni che dovrebbero essere avvalorate da elementi oggettivi per risultare credibili". Conclude la nota della Lega Nazionale per la Difesa del Cane: "Si assiste, pertanto, con una periodicità costante, a iniziative di pubblici amministratori che pregiudicano l´incolumità del lupo fra l´altro già vittima di barbare uccisioni a fucilate o tramite bocconi avvelenati da parte di ignoti criminali quali i bracconieri".

(S.P.)

Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 13 - n° 52 28 dicembre 14


SOMMARIO Anno 13 - n° 52 28 dicembre14 - (scaricabile in allegato - formato pdf)

1.1 editoriale Nuovo anno, vecchie promesse.
2.1 Dop e IGP La nuova classifica Qualivita 2014
3.1 Lattiero caseario Crollo del latte spot e del burro.
4.1 mais e soia Dati previsionali 2014-2015
5.1 legge stabilità Legge di stabilità. Le principali novità nel settore agricolo.
6.1 parmigiano reggiano Parmigiano Reggiano, contenuto l'aumento nello scorso novembre
6.2 credito agrario Coldiretti, 18mila imprese agricole in difficoltà finanziaria (+6%)
6.3 consumi -5% i consumi per le festività natalizie.
7.1 credito agrario Ismea: credito agrario ancora più giù.


Bardi si fa onore al Grand Prix Slow Food grazie a una azienda agricola fiore all'occhiello del parmense.

Bardi (PR), 27 Dicembre 2014
Il prestigioso premio "Grand Prix Slow Food" è stato assegnato alla Società Brugnoli F.lli di Bardi, una delle più rappresentative aziende agricole della provincia di Parma, iscritta al circuito Campagna Amica, che produce Parmigiano Reggiano bio secondo regole artigianali supportate da moderne tecnologie e che vanta un'esperienza consolidata da quattro generazioni.
Lo comunica Coldiretti Parma evidenziando che la famiglia Brugnoli si è aggiudicata il primo posto con questo prodotto d'eccellenza, una forma dal sapore dolcissimo e irresistibile datata ottobre 2010, all'interno del celebre salone "Montecarlo gastronomie", una vetrina enogastronomica che vanta 150 stand e oltre 12 mila visitatori.

"Esprimiamo grande soddisfazione - commenta il Direttore di Coldiretti Parma Alessandro Corsini- per questo importante riconoscimento che premia una nostra impresa agricola Campagna Amica, molto conosciuta sia in Italia sia all'estero. Ne sono testimonianza il primo posto ottenuto nella competizione Cheese of the year a livello mondiale nel 2006 e a livello nazionale nell'edizione del 2007. Anche il premio Oscar Green assegnatole nella selezione regionale 2011 nella categoria "esportare il territorio", nell'ambito del concorso nazionale indetto da Giovani Impresa Coldiretti per l'innovazione in agricoltura, aveva già confermato il primato di questa azienda e premiato la sua professionalità e capacità imprenditoriale. Un'azienda fiore all'occhiello della nostra provincia non solo nella produzione di Parmigiano Reggiano ma anche nell' allevamento di suini neri, con vendita di capi vivi e salumi quali prosciutto, spalla, salame coppa e pancetta".
(S.P.)
(Foto tratta dal profilo facebook - Festa sull'aia)

Domenica, 28 Dicembre 2014 11:31

DOP IGP La nuova classifica Qualivita 2014

 

Grana Padano DOP in testa alla classifica, Parmigiano-Reggiano DOP secondo. In terza posizione la Mela Alto Adige IGP

Roma - Quest'anno la classifica Qualivita, che misura le performance economiche dei 269 prodotti italiani a denominazione di origine, vede al primo posto il Grana Padano DOP, seguito dal Parmigiano-Reggiano DOP e, in terza posizione, dalla Mela Alto Adige IGP. Seguono Prosciutto di Parma DOP, Pecorino Romano DOP, Aceto Balsamico di Modena IGP, Gorgonzola DOP, Mozzarella di Bufala Campana DOP, Speck Alto Adige IGP, Mela Val di Non DOP, Prosciutto di San Daniele DOP, Mortadella Bologna IGP, Bresaola della Valtellina IGP, Taleggio DOP e Toscano IGP.

DOP e IGP - La classifica per Regioni - Ismea - Qualivita

1° - Grana Padano DOP
Con circa 885 milioni di euro di fatturato alla produzione nazionale, 1,5 miliardi al consumo nazionale, 530 milioni all'export e il 30% della sua produzione che varca i confini nazionali il Grana Padano DOP guida la classifica 2014.

2° - Parmigiano-Reggiano DOP
Secondo posto, ma staccato di pochissimo dal primo, per il Parmigiano-Reggiano DOP: 809 milioni di euro il fatturato alla produzione nazionale, 1,5 miliardi al consumo nazionale e 460 milioni all'export. Anche in questo caso il 30% della produzione viene esportato.

3° – Mela Alto Adige IGP
Terza principalmente in merito alla quantità percentuale esportata (pari al 61%) ha comunque buone performance economiche.

Ottime performance economiche anche per il Prosciutto di Parma DOP (4°): 500 milioni di euro per il fatturato alla produzione nazionale, 1,5 miliardi al consumo nazionale e 241 milioni all'export. Il Pecorino Romano (4° pari merito) primeggia soprattutto per la quantità di produzione certificata esportata.

Note sulla Classifica Qualivita
La Classifica delle produzioni a DO vuole rispondere a esigenze pratiche del comparto, ma non vuole assegnare delle medaglie. La Fondazione
Qualivita intende infatti mettere in luce quelle Denominazioni che hanno mostrato una buona capacità di performance complessiva, con il solo
intento di creare dei "campioni" che le altre produzioni possano, mutatis mutandis, prendere a modello per il futuro e per fornire uno stimolo ai
"campioni" stessi, affinché proseguano lungo la via dell'innovazione.

Come funziona la classifica
La Classifica Qualivita si basa su una metodologia consolidata ed utilizzata dai ricercatori a tutti i livelli nella messa a punto di "classifiche " o "benchmark". La posizione di ciascuna produzione nella graduatoria finale scaturisce dalla media aritmetica delle posizioni ottenute in altre singole graduatorie.
Per la Classifica Qualivita le variabili scelte – ritenute importanti per il loro "potere esplicato" in termini di performance - per le singole graduatorie
sono:
• fatturato alla produzione sul mercato nazionale;
• fatturato al consumo sul mercato nazionale;
• fatturato da export;
• quantità esportata.
Per ciascuna variabile, è stata dunque creata una graduatoria che va da 1 a n prodotti, dove 1 è stato assegnato al best product per quella variabile e così via. Nel caso di prodotti con stessa posizione in graduatoria, ad esempio 4 prodotti in terza posizione, il rank di queste produzioni è stato posto come 3, per poi ripartire dalla posizione settima. La classifica finale promana dalla media aritmetica semplice dei rank così ottenuti. Si è deciso di non effettuare ponderazioni.

(Fonte Fondazione Qualivita - Ismea 17/12/2014)

Domenica, 28 Dicembre 2014 11:18

Mais & Soia, dati previsionali 2014 2015

Mais e Soia - dati di previsione 2014 - 2015 elaborazione dicembre 2014.

MAIS: Dati previsionali per 2014-15

 La produzione di Mais per la stagione 2014-15 è prevista a 991.58 Mio t, in rialzo di 1.26 Mio t rispetto alle stime formulate a Novembre, riflettendo l'aumento del raccolto cinese (da 214 Mio t a 215.5 Mio t) ed europeo (da 73.05 a 73.59 Mio t).
 In Argentina, terzo Paese esportatore dopo Stati Uniti e Brasile, la produzione è stimata a 22 Mio t, -1 Mio t rispetto alle previsioni precedenti, a causa della riduzione dell'area coltivata. Anche le esportazioni sono quindi stimate in calo (da 13 a 12 Mio t).
 Negli Stati Uniti la produzione prevista per la stagione 2014-15 è invariata rispetto alle stime precedenti, mentre la stima delle scorte vede una riduzione di 0.26 Mio t per un totale di 50.75. La variazione negativa delle scorte USA è da attribuirsi ad un maggior utilizzo del Mais nel ramo dei dolcificanti.
 Le scorte mondiali di Mais si attestano a 192.20 Mio t, in aumento rispetto alla rilevazione precedente, riflettendo l'aumento di produzione e stock cinesi.

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SOJA: Dati previsionali per 2014-15

 La produzione mondiale di semi di Soia per la stagione 2014-15 è prevista al livello record di 312.81 Mio t, in aumento rispetto alle stime dei mesi scorsi, grazie ad un maggior raccolto previsto in Paraguay, il quarto Paese esportatore (dopo Stati Uniti, Brasile ed Argentina), Canada ed Ucraina.
 Le esportazioni globali sono dichiarate in aumento a 116.22 Mio t, riflettendo il ritmo elevato dell'export degli Stati Uniti delle ultime settimane.
 In Argentina e Brasile le esportazioni di semi di Soia sono previste in calo rispettivamente di 0.20 e 0.70 Mio t, pertanto le stime sulle scorte finali in questi due Paesi sono in aumento.
 Le scorte globali si attestano a 89.87 Mio t (-0.5%), con il calo degli Stati Uniti solo parzialmente compensato dall'aumento di Argentina e Brasile.

screenshot3

(Fonte CLAL)


Aumenti produttivi contenuti per il Parmigiano Reggiano nello scorso mese di novembre. Complessivamente per l'intera categoria dei formaggi duri di latte bovino la flessione dei consumi domestici nel medesimo periodo è stata del 5,7%

Reggio Emilia 24 dicembre 2014 -
LA PRODUZIONE: La produzione dello scorso mese di novembre ha segnato un aumento contenuto allo 0,8% su base mensile, in linea con l'andamento tendenziale rilevato nel corso dell'annata casearia 2014 che sta volgendo al termine (+0,7%). Sostanzialmente stabili le produzioni delle province di Reggio Emilia, Parma e Mantova. I caseifici di Modena e Bologna hanno segnato dall'inizio dell'anno un aumento pari rispettivamente al 2,8 e al 3,8%.
I PREZZI ALLA PRODUZIONE: In dicembre non si è registrata alcuna variazione nei listini del Parmigiano Reggiano di 12 mesi ed oltre, fermi a quota 7,45 €/kg (CCIAA di Parma). Stabili a 8,83 €/kg anche le quotazioni del Parmigiano Reggiano di 24 mesi. Gli undici contratti pubblicati dalle sezioni provinciali relativi alle vendite del terzo lotto 2013 si sono chiusi ad un prezzo medio nominale di 7,27 €/kg.
LE GIACENZE: L'indagine condotta alla fine di novembre presso il campione di magazzini generali mostra un aumento tendenziale delle giacenze totali del 4% (una variazione di uguale entità era stata rilevata al termine del precedente mese di ottobre). Se si considerano le sole scorte di Parmigiano Reggiano di oltre 18 mesi, il confronto con la situazione a novembre dell'anno passato indica una differenza pari a +9,6% (+10,8% lo scostamento rilevato alla fine di ottobre).
I CONSUMI DOMESTICI: Dal 1° gennaio al 31 di ottobre di quest'anno gli acquisti di Parmigiano Reggiano nei punti vendita della distribuzione moderna e nei negozi del dettaglio tradizionale hanno registrato un calo tendenziale del 2,9% in volume. Negli iper e supermercati la diminuzione è risultata pari al 2% a fronte di una contrazione del 6,2% rilevata nei canali della distribuzione tradizionale. Complessivamente per l'intera categoria dei formaggi duri di latte bovino la flessione nel medesimo periodo è stata del 5,7%.
(fonte SiPR - 24 dicembre 2014)

 


CreditAgri Italia chiude la gestione 2014 con un trend in crescita del +30% rispetto al precedente anno, uno stock storico di affidamenti di circa 3 miliardi di euro e un dislocamento operativo territoriale ormai presente sull'intero territorio nazionale con oltre 70 filiali dirette che in modo sinergico collaborano con circa 200 banche locali e nazionali.

Roma 23 dicembre 2014 - Risultano sostanzialmente aumentate le imprese agricole in difficoltà finanziaria che salgono ad oltre 18 mila con un amento del 6 per cent rispetto allo scorso anno con l'ammontare dei finanziamenti a sofferenza pari a 4.9 miliardi di euro, circa 600 milioni in più rispetto al 2013. E' quanto emerge da una analisi della Coldiretti sul terzo bollettino statistico della Banca d'Italia che evidenzia una dinamica dei finanziamenti all'agricoltura in sostanziale tenuta di livello, con un ammontare dei fidi bancari che sfiora in 44 miliardi di euro, assolutamente il linea con le risultanze del 2013, ma con una incidenza dei crediti a sofferenza pari all'11 per cento. A pesare - sottolinea la Coldiretti - sono state le difficoltà di mercato ma anche quelle provocate dal maltempo che ha tagliato le principali coltivazioni agricole. In questo contesto – sottolinea Coldiretti - CreditAgri Italia, ente intermediario finanziario vigilato dalla Banca d'Italia ha avuto un importante ruolo di sostegno alle imprese agricole e cooperative del settore come conferma la sua dinamica evolutiva in controtendenza rispetto al mercato creditizio in generale. La gestione 2014 chiude con un trend in crescita del +30% rispetto al precedente anno, uno stock storico di affidamenti di circa 3 miliardi di euro e un dislocamento operativo territoriale ormai presente sull'intero territorio nazionale con oltre 70 filiali dirette che in modo sinergico collaborano con circa 200 banche locali e nazionali.

L'Assemblea di fine anno dei Soci dell'ente finanziario, nell'ottica di completare l'asset di governo e renderlo sempre più adeguato alle esigenze strutturali e organizzative, ha integrato il Consiglio di Amministrazione definendolo in nove componenti. Alla Presidenza della finanziaria resta Vincenzo Gesmundo, segretario generale della Coldiretti, coadiuvato dal Vice Presidente Aldo Mattia e dal Consigliere Delegato Roberto Grassa cui è affidata la direzione generale. Fanno inoltre parte del Consiglio, Franco Angelo Gatti, Giuseppe Romano, Angelo Della Valentina, tutti imprenditori agricoli e agroalimentari, e Giovanni Barbara, Sara Landini e Francesco Visco, docenti universitari rappresentanti del mondo accademico e libero professionale.
(Fonte Coldiretti)

Domenica, 28 Dicembre 2014 08:50

Ismea: credito agrario ancora più giù.


L'elaborazione dell'Ismea fotografa una situazione ancora in diminuzione. La contrazione ha interessato in misura più contenuti i crediti destinati alla ristrutturazione del debito.

Roma - Nel 2013 il credito agrario di medio-lungo termine ha registrato una contrazione di 3,7 punti percentuali su base annua. Le somme erogate nell'anno dal sistema bancario per le linee di finanziamento aventi scadenza oltre i diciotto mesi e accese a favore di operatori del settore agricolo sono ammontate a complessivi 2,07 miliardi di euro, livello questo inferiore di 79 milioni di euro rispetto a quello corrispondente del 2012. Questo il risultato dell'analisi dei dati sul credito agrario di fonte SGFA .

La contrazione che nel corso del 2013 è stata rilevata a livello Paese, nel dettaglio territoriale, ha interessato tutte le macro aree della nazione, seppure con diversa intensità: infatti la morsa del credito è risultata più marcata nelle Isole maggiori e nelle regioni di Nord Ovest; più attenuata al Centro; decisamente più contenuta nelle regioni di Nord Est e al Sud.

L'analisi per durata del finanziamento evidenzia poi che, a fronte della flessione complessiva registrata nell'anno, le linee di medio termine hanno seguito una dinamica lievemente crescente (+1,4% rispetto al 2012). Il calo quindi è unicamente ascrivibile all'andamento decrescente delle erogazioni di lungo termine (-6,7%).

Cambiando punto di osservazione e leggendo i dati per destinazione del finanziamento, si evince che la contrazione registrata nel 2013 ha interessato in misura contenuta i crediti concessi per la ristrutturazione del debito, mentre ha riguardato in modo più importante il credito di dotazione, solitamente concesso a supporto dell'esercizio dell'impresa agricola per le spese destinate a finanziare macchinari, impianti ed attrezzature agricole, nonché l'acquisto di capi di bestiame; sono rimaste invece pressoché stazionarie le erogazioni del credito di miglioramento, funzionale alla realizzazione di investimenti aziendali di medio-lungo termine.

Nel 2013, infine, diminuisce pure il numero delle pratiche istruite per accedere ad un credito bancario agrario e andate a buon fine che risulta di poco inferiore a 20mila, dopo le oltre 21mila dell'anno precedente.

(Report Ismea - IV trimestre 2014 e consuntivo d'anno - 28 novembre 2014)

Credito agrario Durata var

 

Mercoledì, 24 Dicembre 2014 08:40

Crollo del latte spot e del burro.

In perdita da due settimane consecutive il Burro e il Latte Spot. Non vengono coinvolti dall'ondata ribassista il Grana Padano e il Parmigiano Reggiano.

Di Virgilio, Parma 24 dicembre 2014

LATTE SPOT Chiusura d'anno col botto per il Latte Spot. Un'ulteriore perdita del - 5,56%, che segue il -4% dell'ottava precedente, registrata dal latte crudo spot nazionale. Nello specifico pertanto le quotazioni di Verona si attestano tra 34,54 e 35,57€/100 litri di latte contribuendo a trascinare al calo del prezzo medio pari a -11,24% rispetto l'anno precedente. Non è andata meglio al latte intero pastorizzato estero che aggiunge un -7,58% alla perdita realizzata nell'ottava precedente (-8,33%) consacrando una perdita del prezzo medio pari al -15,07% in confronto con il 2013.

BURRO E PANNA Anche il Burro e la Panna a uso alimentare, alla pari del latte spot, ha registrato significative perdite in questo chiusura d'anno. Altri 10 centesimi lasciati sul campo a Milano dal Burro CEE che quota 2,65€/Kg. 10 centesimi sono stati il calo anche dei listini di tutte le referenze prese in esame alla Borsa di Milano così come pure da quella di Parma dove lo zangolato è stato quotato a 1,40€/Kg. Nemmeno le creme a uso alimentare hanno resistito all'ondata ribassista. 12 centesimi rosicchiati al listino di Milano e 10 a quello di Verona fissando i prezzi a 1,50€/kg e tra 1,50 e 1,60 rispettivamente.

GRANA PADANO Ancora nessun riflesso negativo per il Grana Padano in entrambe le piazze di contrattazione (Mantova e Milano). Confermati i listini precedenti sia per il 10 e sia per il 14-16 mesi di stagionatura: 6,35-6,60€/kg. e 7,05 - 7,30€/kg. Altrettanto vale per la più importante borsa milanese la cui ultima variazione negativa venne registrata lo scorso 27 ottobre. Nello specifico i rilevamenti settimanali hanno registrato la forbice compresa tra 6,35 e 6,45€/kg relativamente al 9 mesi di stagionatura e tra 7,00 e 7,65€/kg. per quanto riguarda il prodotto di 15 mesi d'invecchiamento.

PARMIGIANO REGGIANO Il Re dei formaggi ha interrotto la sua fase discendente e chiude il 2014 con una perdita del prezzo medio del -6,12% e del 8,58% in confronto con l'anno precedente rispettivamente per il 12 e il 24 mesi di stagionatura quotati alla borsa di riferimento comprensoriale di Parma ( 8,26€/kg e 9,61/ kg.). Nel dettaglio quindi a Parma il 12 mesi è stato quotato tra 7,25 e 7,65€/kg. e tra 8,65 - 9,0€/kg è la forbice di prezzo entro cui è stato fissato il prezzo del 24 mesi rispettivamente.

PRRE

Agricoltura Emilia-Romagna: sbloccati 56,2 milioni di pagamenti Agrea. In arrivo altri 160 milioni per il saldo della domanda unica -

Bologna, 22 dicembre 2014 -

L'Agenzia regionale per le erogazioni in agricoltura per l'Emilia-Romagna (Agrea) ha ripreso nei giorni scorsi il pagamento degli aiuti e dei premi comunitari alle aziende agricole regionali, rimasti fermi per il mancato trasferimento di 52,6 milioni da parte del ministero dell'Economia e delle finanze. Lo rende noto la stessa Agrea, sottolineando che la situazione si è sbloccata grazie all'iniziativa dell'assessore regionale all'Agricoltura, Tiberio Rabboni, che all'inizio della scorsa settimana aveva sollecitato l'intervento del ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina.
Dopo l'arrivo dei fondi ministeriali, Agrea ha immediatamente inviato in banca i mandati di pagamento predisposti e già a partire da lunedì 15 dicembre le aziende agricole regionali si sono visti accreditare direttamente sul conto corrente i relativi importi.
«Ringrazio il ministro Martina - ha affermato l'assessore regionale Rabboni - per il tempestivo intervento per la soluzione del blocco dei pagamenti dell'organismo pagatore».
I pagamenti sbloccati riguardano l'Ocm ortofrutta (35,6 milioni), oltre alle misure "Investimenti" (6 milioni), "Forestazione" (1,5 milioni) e "Agrombiente" (14 milioni) del Programma di sviluppo rurale 2017-2013. Agrea si è vista assegnare nei giorni scorsi altri 160 milioni di euro, attesi in cassa per l'inizio della prossima settimana, che consentiranno di iniziare a breve a pagare il saldo del premio titoli della Domanda unica 2014.

(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)

Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 13 - n° 51 21 dicembre 14

SOMMARIO Anno 13 - n° 51 21 dicembre14

SOMMARIO

1.1 editoriale I misteri della "terra di mezzo", resteranno tali?
2.1 Dop e IGP Export, a "trazione" DOP e IGP
3.1 Lattiero caseario Latte e derivati giù. Stabili i duri.
4.1 mais e soia Dati previsionali 2014-15
5.1 aviaria Aviaria: oltre 17 milioni per i danni indiretti.
5.2 ASSIA Nicola Levoni designato alla Presidenza di Assica
6.1 consumi Panettone e Pandoro, una storia tutta italiana
6.2 sicurezza alimentare Allergeni, dal FIPE un software per i ristoranti.
7.1 export cina Cina, definite la procedure per l'export caseario.
7.2 energia sostenibile "Spalma incentivi": azione legale di Confagricoltura
7.3 ue agricoltura Consiglio Ue, Mipaaf: approvato documento per ricambio generazionale
8.1 lattiero caseario Mipaaf: proposto un fondo latte di qualità.

Domenica, 21 Dicembre 2014 11:45

Export, a "trazione" DOP e IGP

Dop e Igp, export si conferma fattore di traino del comparto.

di Virgilio Parma 11 dicembre 2014 -

Roma, 17 dicembre 2014

Un volume prodotto pari a 1,27 milioni di tonnellate, di cui oltre un terzo esportato per un valore pari a circa 2,4 miliardi di euro in aumento del 5% su base annua; un fatturato alla produzione di 6,6 miliardi di euro e al consumo di circa di 13 miliardi di euro. L'Italia rimane leader mondiale del comparto per numero di produzioni certificate, con 269 prodotti iscritti nel registro Ue, di cui 161 DOP, 106 IGP, 2 STG. Un comparto che garantisce la qualità anche attraverso i 120 Consorzi di tutela riconosciuti dal MIPAAF, 48 Organismi di Certificazione autorizzati, per un complessivo numero di oltre 60.600 visite ispettive e 75.700 controlli analitici (campione di 150 prodotti).

Questi i numeri principali del rapporto Ismea Qualivita presentati lo scorso 17 dicembre a Roma alla presenza del Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina.

" Il sistema italiano dei prodotti agroalimentari a denominazione protetta - ha spiegato Ezio Castiglione, presidente di Ismea - mantiene un buono stato di salute. L'export, ancora in crescita sostenuta, resta tuttavia l'unico elemento trainante. Continua invece a drenare fatturato il mercato interno, anche se i consumi, in una situazione quest'anno un po' meno critica, stanno tendendo gradualmente a stabilizzarsi. Il più 5% delle vendite all'estero - ha proseguito Castiglione - conferma il successo del Brand Italia oltre confine, dove gli spazi di crescita restano ampi e incoraggianti. Sfruttare i potenziali significa però agire con maggiore determinazione sulle leve aziendali, in particolare sulla competitività, in un mercato reso nel frattempo più trasparente dal Pacchetto Qualità che, con la protezione 'ex officio', impone agli Stati Ue la tutela delle denominazioni d'origine contro i falsi. Cruciale sarà anche l'esito dei negoziati nell'ambito dell'accordo bilaterale con gli Usa. L'inserimento della tutela dei marchi di origine tra i punti fondamentali della trattativa rappresenta un importante passo in avanti, bisognerà adesso tradurlo nei testi attuativi."

Nel 2013, si evince dal rapporto Ismea Qualivita, la produzione certificata nel suo complesso - pari a 1,27 milioni di tonnellate - è diminuita del 2,7%. Questa flessione è stata determinata principalmente dal calo produttivo degli ortofrutticoli e cereali (-7%), mentre i formaggi e i prodotti a base di carne hanno registrato volumi stabili, mostrando di fatto un consolidamento del livello della loro produzione. In lieve flessione (-0,9%) il certificato degli aceti balsamici, mentre risulta in controtendenza il dato delle carni fresche (+14,4%) che è in aumento ormai da un triennio. Sale anche la produzione certificata degli oli extravergini di oliva (+2,1%) dopo il calo del 2012.

Passando ad analizzare i valori di mercato, si osserva un giro di affari potenziale di 13 miliardi di euro di fatturato al consumo - di cui 9 registrati sul mercato nazionale - e di 6,6 miliardi di euro di fatturato alla produzione - di cui 2,4
miliardi sono il fatturato all'export alla dogana (+ 5%). Osservando il fatturato alla produzione generato dai singoli prodotti, si continua a rilevare una forte concentrazione dei valori su poche denominazioni. Nel 2013 le prime dieci DOP IGP assommano infatti all'81% del fatturato. Inoltre si registra per questo valore un calo dell'1,7%, generatosi a causa esclusivamente della flessione del mercato interno (-5,2%) che sconta ancora le conseguenze della crisi dei consumi. Per lo stesso motivo, il fatturato al consumo sul mercato nazionale registra una flessione del 3,8%.

Continua ad essere sempre asimmetrico il peso sul totale in termini di numero di denominazioni e di fatturato per alcuni comparti (come gli ortofrutticoli e gli oli di oliva). Tale asimmetria deriva dal fatto che, nonostante il grande numero di riconoscimenti, soltanto poche denominazioni sviluppano apprezzabili valori di mercato, mentre la gran parte dei prodotti realizzano fatturati estremamente limitati.

(Fonte Ismea)

Domenica, 21 Dicembre 2014 11:20

Mais & Soia: dicembre 2014

MAIS: Dati previsionali per 2014-15

 La produzione di Mais per la stagione 2014-15 è prevista a 991.58 Mio t, in rialzo di 1.26 Mio t rispetto alle stime formulate a Novembre, riflettendo l'aumento del raccolto cinese (da 214 Mio t a 215.5 Mio t) ed europeo (da 73.05 a 73.59 Mio t).
 In Argentina, terzo Paese esportatore dopo Stati Uniti e Brasile, la produzione è stimata a 22 Mio t, -1 Mio t rispetto alle previsioni precedenti, a causa della riduzione dell'area coltivata. Anche le esportazioni sono quindi stimate in calo (da 13 a 12 Mio t).
 Negli Stati Uniti la produzione prevista per la stagione 2014-15 è invariata rispetto alle stime precedenti, mentre la stima delle scorte vede una riduzione di 0.26 Mio t per un totale di 50.75. La variazione negativa delle scorte USA è da attribuirsi ad un maggior utilizzo del Mais nel ramo dei dolcificanti.
 Le scorte mondiali di Mais si attestano a 192.20 Mio t, in aumento rispetto alla rilevazione precedente, riflettendo l'aumento di produzione e stock cinesi.

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SOJA: Dati previsionali per 2014-15

 La produzione mondiale di semi di Soia per la stagione 2014-15 è prevista al livello record di 312.81 Mio t, in aumento rispetto alle stime dei mesi scorsi, grazie ad un maggior raccolto previsto in Paraguay, il quarto Paese esportatore (dopo Stati Uniti, Brasile ed Argentina), Canada ed Ucraina.
 Le esportazioni globali sono dichiarate in aumento a 116.22 Mio t, riflettendo il ritmo elevato dell'export degli Stati Uniti delle ultime settimane.
 In Argentina e Brasile le esportazioni di semi di Soia sono previste in calo rispettivamente di 0.20 e 0.70 Mio t, pertanto le stime sulle scorte finali in questi due Paesi sono in aumento.
 Le scorte globali si attestano a 89.87 Mio t (-0.5%), con il calo degli Stati Uniti solo parzialmente compensato dall'aumento di Argentina e Brasile.

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(Fonte CLAL)


Via libera in Stato-Regioni al decreto ministeriale. I risarcimenti dovranno essere completati entro il 30 settembre 2015.

Bologna - In arrivo nuove risorse per le aziende avicole dell'Emilia-Romagna colpite dagli effetti dell'influenza aviaria che ha interessato l'Emilia-Romagna tra il 14 agosto e il 5 settembre 2013. Si tratta di oltre 17 milioni di euro, ai quali ha dato il via libera la Conferenza Stato-Regioni di ieri (18 dicembre 2014 ndr).

Il decreto ministeriale (in attuazione del regolamento Ue 1071 del 2014) riguarda i cosiddetti danni indiretti, legati alla mancata movimentazione e dunque commercializzazione degli animali e delle uova, in seguito alle misure di tipo sanitario adottate sul territorio regionale per fronteggiare il virus H7N7. "Si tratta di un risultato importante e non scontato per il quale questa Regione si è impegnata con forza. Queste risorse – spiega l'assessore regionale all'agricoltura Tiberio Rabboni - si aggiungono a quelle già interamente liquidate dalla Regione per i danni diretti: quasi 9 milioni 500 mila euro, che sono andati a 17 allevamenti delle province di Ravenna, Ferrara e Bologna nei quali, nei giorni dell'epidemia, furono abbattuti animali o distrutti uova e mangimi a causa delle presenza di un focolaio e in via preventiva".

I 17 milioni 529 mila euro saranno interamente liquidati agli allevatori entro il 30 settembre 2015. Termini e modalità per la richiesta dell'indennizzo verranno a breve definiti da Agrea (l'ente pagatore della Regione Emilia-Romagna) attraverso una circolare. Sarà infatti proprio Agrea l'organismo cui dovrà essere inviata la domanda di indennizzo. Le risorse sono stanziate al 50% dello Stato e al 50% dalla Ue.

Potranno presentare domanda le imprese produttrici di uova da cova e pulcini; gli allevamenti di pollo, faraona, anatra, gallina ovaiola, pollastra, pulcino, tacchino; i centri di imballaggio delle uova. Gli indennizzi verranno concessi per i danni indiretti subiti nel periodo compreso tra il 14 agosto 2013 ( data di inizio dell'epidemia) e il 30 giungo del 2014, quando sono terminate le misure di limitazione della movimentazione. Oltre all'Emilia-Romagna il provvedimento interessa , sia pur in misura minore, il territorio della Regione Vento.

(Fonte Regione Emilia Romagna 19/12/2014)

Le funzioni sono svolte da oggi e verranno ratificate nel corso dell'Assemblea dei Soci nei primi mesi del 2015.

Milanofiori, 16 dicembre 2014 - Giunta e Consiglio Direttivo di Assica, del 15 dicembre, hanno designato Nicola Levoni, Presidente di Levoni Spa, nuovo Presidente dell'Associazione. Le funzioni sono svolte da oggi e verranno ratificate nel corso dell'Assemblea dei Soci nei primi mesi del 2015. Lisa Ferrarini ha infatti rassegnato le proprie dimissioni da Presidente Assica in ottemperanza alle regole di Confindustria sulle incompatibilità tra la Vicepresidenza nazionale e le cariche nel sistema confederale.

"Ringrazio Lisa Ferrarini per il lavoro svolto e per l'impegno profuso per il settore in questi quattro anni e i membri di Giunta e Consiglio per la mia designazione" ha dichiarato Nicola Levoni. "È un momento chiave per il nostro comparto. Nel 2015 ci aspettano sfide importanti come l'Expo e il rinnovo del Contratto nazionale di lavoro. A questo si aggiunge tutto quello che dovremo fare insieme per crescere, creare reddito e occupazione: aprire i mercati internazionali ai salumi e alle carni fresche, sostenere i consumi in Italia, recuperare redditività e affrontare le sfide delle nuove legislazioni nazionali ed europee, a partire dalla grande rivoluzione dell'etichettatura. Sono grandi temi che Assica affronterà con le Istituzioni nazionali e comunitarie, dialogando con tutti gli anelli della filiera e i Consorzi di tutela: perché oggi il comparto cresce se lavora unito."

Nicola Levoni ha già una vasta esperienza nel mondo consortile e associativo maturata come Vicepresidente dell'Associazione (dal 2013), Presidente dell'Istituto Valorizzazione Salumi Italiani (dal 2006 al 2012), Presidente di ISIT-Istituto Salumi Italiani Tutelati (dal 2012), Vicepresidente del Consorzio Salame Cacciatore e membro del Consiglio di Amministrazione e del Comitato Esecutivo del Consorzio del Prosciutto di San Daniele.

ASSICA - Associazione Industriali delle Carni e dei Salumi
ASSICA, Associazione Industriali delle Carni e dei Salumi, è l'organizzazione nazionale di categoria che, nell'ambito della Confindustria, rappresenta le imprese di macellazione e trasformazione delle carni suine. Nel quadro delle proprie finalità istituzionali, l'attività di ASSICA copre diversi ambiti, tra cui la definizione di una politica economica settoriale, l'informazione e il servizio di assistenza ai 160 associati in campo economico/commerciale, sanitario, tecnico normativo, legale e sindacale. Competenza, attitudine collaborativa e affidabilità professionale sono garantite da collaboratori specializzati e supportate dalla partecipazione a diverse organizzazioni associative, sia a livello nazionale che comunitario. Infatti, sin dalla sua costituzione, nel 1946, ASSICA si è sempre contraddistinta per il forte spirito associativo come testimonia la sua qualità di socio di Confindustria, a cui ha voluto aderire sin dalla nascita, di Federalimentare, Federazione italiana delle Industrie Alimentari, di cui è socio fondatore, del Clitravi, Federazione europea che raggruppa le Associazioni nazionali delle industrie di trasformazione della carne, che ha contribuito a fondare nel 1957.

(fonte ASSICA)

Domenica, 21 Dicembre 2014 10:50

Panettone e Pandoro, una storia tutta italiana

Mastri pasticceri e pittori impressionisti.

Verona, 18 dicembre 2014 - Il panettone fa parte della tradizione dolciaria natalizia italiana, ma è molto apprezzato anche all'estero tanto che le sue esportazioni sono in crescita da diversi anni, con un +14% solo nel 2013 e un volume di affari di 500 milioni di euro all'anno.

Una storia di artigianalità e inventiva, in cui la leggenda si mescola alla realtà. Un pane dolce, arricchito di lievito, miele, uva secca e zucca, sembra esistesse già dal 1200 a Milano. A molti piace però di più la storia romantica che risale al 1400, con protagonisti Ughetto, figlio del condottiero Giacometto degli Atellani, che si innamorò della bella Adalgisa. Per star vicino alla sua amata egli s'improvvisò pasticcere insieme con il padre di lei, tal Toni, creando un pane ricco con burro, uova, zucchero, cedro, aranci canditi e uva passa. Una storia d'amore coronata dal lieto fine e che lanciò il consumo del Pan de Toni, da cui panettone. E il panettone che conosciamo oggi? È stato Angelo Motta a dargli il nome e la forma caratteristica a cupolone, agli inizi del 1900.

Attualmente, però, sempre più giovani preferiscono il pandoro, altro tipico dolce natalizio con una lunga storia e che ha origine veneta. Secondo la leggenda il pan de oro nasce durante la Repubblica Veneziana, dove uno sconosciuto pasticcere offrì alla corte dei Dogi un dolce ricoperto con sottili foglie di oro zecchino. C'è però anche una data di nascita del pandoro, così come lo conosciamo oggi. È il 14 ottobre 1884, data di deposito del brevetto di Domenico Melegatti che sancì così la nascita del dolce dall'impasto morbido e dal caratteristico stampo di cottura con forma di stella troncoconica a otto punte, opera dell'artista Dall'Oca Bianca, pittore impressionista.

Oggi la storia del panettone e del pandoro continua, grazie all'inventiva di nuovi artigiani del gusto che contaminano questi dolci con sapori e gusti inconsueti. La novità dell'anno? Il panettone gastronomico con il gelato salato, condito con salumi e verdure.

Sol & Agrifood dal 22 al 25 marzo 2015 - Salone internazionale dell'agroalimentare di qualità.
(Sol & Agrifood Verona, 18/12/2014)

Un programma facilita l'identificazione degli allergeni contenuti nei piatti preparati prodotto da FIPE e posto a disposizione degli aderenti attraverso gli uffici territoriali.

di LGC Parma, 16 dicembre 2014 -
Le allergie alimentari, risposte immunitarie alle proteine presenti nei cibi e che il corpo ritiene erroneamente dannose, costituiscono un importante problema di salute di sempre maggiore rilevanza. I sintomi possono includere, per esempio, il rigonfiamento di labbra, lingua e palpebre, prurito, asma, stordimento, nausea, gastroenterite, orticaria e dermatite e, nel caso peggiore, si può arrivare a shock anafilattico e successiva morte.

Un problema in crescente aumento seppure la percezione sia notevolmente superiore alla realtà. Il 25% della popolazione ritiene di avere sensibilità a qualche prodotto alimentare mentre al contrario solo il 5-8% dei bambini e il 2-3% degli adulti soffre di questi disturbi alimentari.

Per difendere i consumatori è diventato obbligatorio, dallo scorso 13 dicembre, dichiarare in modo ben visibile gli elementi costituenti gli alimenti somministrati nei ristoranti, nei bar e nelle mense.

Al momento attuale, fa sapere la FIPE (Federazone Italiana Pubblici Esercizi), però, mancano ancora due provvedimenti di natura legislativa e una circolare interpretativa che possano fare chiarezza completa sull'argomento e precisare adempimenti e sanzioni.

Per venire incontro alle denunciate difficoltà dei ristoratori, Fipe-Confcommercio ha realizzato un software e lo ha messo a loro disposizione per il tramite delle associazioni territoriali.

Tale programma facilita l'identificazione degli allergeni contenuti nei piatti preparati. Poiché fra le indicazioni che il nostro Governo non ha ancora fornito rientra anche la modalità esatta di comunicazione al cliente sugli allergeni presenti, al momento è previsto che l'elenco degli allergeni debba essere realizzato comunque in forma scritta.

In base a un sondaggio realizzato dal centro studi Fipe, risulta che la modalità più adeguata per informare il cliente per il 36% dei ristoratori è la comunicazione a voce. Il 23,7% ritiene più opportuno inserire una nota all'interno del menu, mentre il 12% del campione preferirebbe che fosse il cliente a comunicare le allergie o le intolleranze alimentari; un altro 12% ritiene più opportuno predisporre un documento specifico, cioè una sorta di libro degli allergeni.

Sta di fatto che, a giudizio di Fipe, occorrerebbe lasciare all'esercente la scelta di come comunicare alla propria clientela gli allergeni presenti nel menu.

Assolatte: definite le procedure per le nuove imprese lattiero-casearie italiane che vogliono vendere in Cina.

Milano, 16 dicembre –  Un risultato importante, raggiunto grazie alla collaborazione tra Assolatte, Ministero della Salute e autorità cinesi. Un segnale del dinamismo del settore lattiero-caseario italiano che reagisce all'embargo della Russia continuando a cercare nuovi mercati di sbocco.

Ci sono voluti quattro mesi di trattative e di confronti con le autorità sanitarie cinesi per raggiungere l'obiettivo: definire la procedura per inserire nuovi stabilimenti nella lista dei siti produttivi "autorizzati" a esportare i loro prodotti lattiero-caseari sul mercato cinese.

Infatti, dal maggio 2014 in Cina vengono ammessi solo i prodotti alimentari d'importazione provenienti dagli stabilimenti che hanno ottenuto la registrazione presso le autorità sanitarie locali, perché in possesso dei requisiti richiesti dall'Agenzia cinese per la Sicurezza Alimentare (Aqsiq).

Un lavoro lungo e complicato, condotto da Assolatte insieme al Ministero della Salute, che, dopo visite ispettive, missioni ufficiali e incontri tecnici di approfondimento, ha infine sortito il risultato tanto atteso dalle aziende: fornire alle imprese lattiero-casearie italiane gli strumenti per accreditarsi come fornitori del promettente mercato cinese e allungare, così, l'elenco dei 120 impianti finora autorizzati a vendere in Cina.
(Fonte Agenparl 16 dic 2014)


Confagricoltura a sostegno delle imprese agro energetiche con un'azione legale contro lo "Spalma Incentivi".

Roma – Con il deposito al TAR del Lazio il 9 dicembre scorso del primo ricorso contro lo Spalma Incentivi, si è avviata l'azione legale di Confagricoltura volta a impugnare le disposizioni introdotte dall'art. 26 del d.l. 91/14 relative alla riduzione delle tariffe incentivanti degli impianti fotovoltaici di potenza superiore a 200 kW.
Le azioni giudiziarie, alle quali hanno aderito più di 350 imprese agricole socie di Confagricoltura, sono dirette a contestare la costituzionalità della norma e quindi ad ottenerne l'abrogazione. La rimodulazione degli incentivi prevista dalle norme di legge destabilizza profondamente il settore dal punto di vista economico ed ha fatto venir meno la certezza del diritto, dal momento che, il provvedimento, agendo retroattivamente, incide pesantemente su tutte le convenzioni siglate tra i produttori ed il GSE.

Confagricoltura evidenzia che sono migliaia le imprese agricole a cui si applicherà, a partire dal 1 gennaio 2015, la riduzione degli incentivi. Nel settore agricolo, infatti, sono stati installati più di 1500 MW, calcolando i soli impianti di potenza superiore a 200 kW, con circa 9 miliardi di investimenti.
Nei prossimi giorni sarà conclusa la fase di presentazione dei ricorsi promossi su iniziativa di Confagricoltura ed Assorinnovabili, che vedono complessivamente la partecipazione di più di 1100 operatori.
(Confagricoltura 11 dicembre 2014)

Ricambio generazionale in agricoltura presentato dalla presidenza italiana e approvato in Consiglio UE. Martina: credito, terre e formazione per sostenere lavoro under 35.

Roma 15 dicembre 2014)
Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali comunica che in sede di Consiglio dei Ministri dell'Agricoltura e della Pesca dell'Ue, in corso a Bruxelles, è stato sostenuto dalla maggioranza degli Stati membri il documento a sostegno del ricambio generazionale in agricoltura che è stato presentato dalla Presidenza italiana. L'Italia, in tema agricoltura, ha caratterizzato il semestre Europeo innanzitutto per il lavoro sul dossier giovani. Il ricambio generazionale è fondamentale non solo per l'Italia ma per tutta l'Europa, dove i lavoratori under 35 del settore sono in media il 7,5%. Il testo, che ha ricevuto il via libera dal Consiglio, rappresenta una sintesi fondamentale del lavoro fatto su questo fronte.

Questi i tre punti cardine del documento:
1) Concessione di crediti dedicati da parte della BEI (Banca Europea degli Investimenti)
È previsto il coinvolgimento della Banca europea per gli investimenti (BEI) per fornire un sostegno economico ai giovani agricoltori che intendono accedere ai finanziamenti. La BEI può intervenire attraverso una Garanzia bancaria europea e con prestiti favorevoli agevolando i giovani agricoltori che intendano avviare un'attività nel settore agricolo. Il requisito richiesto ai giovani agricoltori è dimostrare di avere una qualifica o competenze di formazione professionale e presentare un "business plan" strutturato dell'investimento proposto. L'intervento della BEI potrà essere così complementare agli strumenti nazionali esistenti. Parallelamente bisogna facilitare l'attuazione delle misure per gli under 40 contenute nella PAC 2014-2020.
2) Misure per l'accesso alla terra
Il documento ritiene necessario prevedere strumenti che favoriscano l'acquisto di terreni agricoli da parte di giovani.
3) Istituzione di un'"erasmus" per i giovani agricoltori europei
Su proposta della Presidenza italiana si chiede l'istituzione di un "Erasmus" per i giovani agricoltori. L'obiettivo è quello di facilitare lo scambio di informazioni e di esperienze professionali tra le diverse realtà agricole europee. Il supporto sarebbe garantito dalle reti rurali nazionali e dalla rete rurale europea.

"Sono molto soddisfatto - ha commentato il Ministro Martina - che la nostra proposta abbia trovato il sostegno della maggioranza del Consiglio. Si tratta di misure fondamentali che puntano su tre assi: terra, credito e formazione. Vogliamo sostenere il lavoro dei giovani agricoltori e dare un futuro all'agricoltura europea. Nell'area dei 28 Paesi Ue, secondo i dati dello scorso Maggio, circa 5 milioni di giovani non hanno un lavoro. L'ultimo censimento europeo in agricoltura del 2010 ci segnala inoltre che la percentuale di agricoltori under 35 era del 7,5%, a fronte di un 30% di over 65. Bisogna invertire la rotta. A livello nazionale ci siamo già mossi e abbiamo messo in campo diverse misure contenute in un Piano giovani in 10 azioni, che vanno dalla concessione di mutui a tasso zero, alle detrazioni per l'affitto di terreni agricoli, agli sgravi fiscali di 1/3 della retribuzione lorda per la stabilizzazione di giovani under 35, alle deduzioni Irap al 50% per le assunzioni di giovani nelle regioni del Mezzogiorno, fino ai crediti di imposta per investire nell'innovazione, nelle reti di impresa e nell'e-commerce".

Ufficio Stampa Mipaaf

Domenica, 21 Dicembre 2014 09:07

Mipaaf: proposto un fondo latte di qualità.

Latte, Mipaaf: proposto fondo latte di qualità, 110 milioni di euro nel triennio 2015-2017

Roma, 16 dicembre 2014 -

Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali rende noto che il Governo, in vista della fine del regime delle quote latte prevista per marzo 2015, ha presentato un emendamento alla legge di stabilità che prevede l'istituzione del Fondo per gli investimenti nel settore lattiero caseario."Diamo un segnale importante ai produttori di latte, anche in vista della conclusione del regime delle quote - ha dichiarato il Ministro Maurizio Martina - con l'istituzione del Fondo Latte di Qualità. Proponiamo lo stanziamento di circa 110 milioni di euro per il triennio 2015-2017, che serviranno per supportare investimenti mirati al miglioramento qualitativo del latte italiano".

LE PRINCIPALI NOVITÀ
Fondo Latte di Qualità
Viene prevista l'istituzione di un Fondo per gli investimenti nel settore lattiero caseario, attraverso il sostegno alla produzione con una dotazione finanziaria di 108 milioni di euro (8 milioni per il 2015, 50 milioni di euro all'anno per il 2016 e 2017). Gli obiettivi:* incremento della longevità;* miglioramento degli aspetti relativi al benessere animale;* studio della resistenza genetica alle malattie;* rafforzamento della sicurezza alimentare;* riduzione dei trattamenti antibiotici. Agli allevamenti e alle imprese che aderiscono al piano verrà concesso un contributo per gli investimenti secondo le regole del de minimis, quindi fino ad un massimo di 15.000 euro per le aziende agricole e fino ad un massimo di 200.000 euro per le aziende che, oltre alla produzione primaria, operano anche nella trasformazione e commercializzazione.
Nell'attuazione saranno previsti criteri favorevoli alle imprese condotte da giovani e a quelle nelle zone montane.

IL PIANO STRAORDINARIO PER IL LATTE ITALIANO
La proposta di istituzione del Fondo Latte di Qualità rientra in un più ampio quadro di azioni strategiche per il comparto lattiero caseario messo a punto dal Ministero delle politiche agricole. Il piano straordinario è stato presentato dal Ministro Martina ai rappresentanti della filiera agricola e industriale del latte e si basa su 5 aree principali:1. Miglioramento della qualità del latte;2. Campagna di educazione alimentare per invertire il calo dei consumi del fresco;3. Promozione su mercati esteri dei grandi formaggi italiani;4. Revisione della normativa sui prodotti trasformati in modo da valorizzare la qualità dei prodotti italiani;5. Richiesta alla Commissione europea di accelerare l'attuazione del regolamento sull'etichettatura, in modo da indicare il luogo di trasformazione e quello di mungitura del latte commercializzato.

I NUMERI DEL SETTORE LATTIERO CASEARIO IN ITALIA
FASE AGRICOLA
Aziende: 35.544 (Agea 2012)Vacche da latte: 1.862.000
Produzione di latte vaccino: circa 11 milioni di tonnellate
Valore: 4,8 miliardi di euro
Il 50% del latte prodotto in Italia viene trasformato in formaggi DOP.

FASE TRASFORMAZIONE
Fatturato industria: 14,9 miliardi di euro pari a circa l'11% del fatturato dell'industria alimentare italiana.

Ufficio Stampa MIPAAF

Mercoledì, 17 Dicembre 2014 08:36

Latte e derivati giù. Stabili i duri.

Crollo più che sensibile per il latte spot e i derivati del latte. Il Burro CEE, ad esempio, cede il -3,51%. Stabili il Parmigiano Reggiano e il Grana Padano.

Di Virgilio, Parma 17 dicembre 2014

LATTE SPOT Sciolto come neve al sole. Il Latte Spot nazionale cede il 4% e l'8,33% quello di provenienza estera. Nello specifico i listini di Verona hanno registrato 36,60€/100 come valore minimo e un massimo di 37,63€/100 litri per il Latte crudo spot nazionale mentre è compresa tra 33,51 e 34,54€/100 litri di latte la forbice di prezzo per il latte intero pastorizzato di provenienza estera (Germania e Austria).
Un segnale ben poco incoraggiante per il settore lattiero caseario che ha vissuto un 2014 di sofferenze piuttosto che soddisfazioni.

BURRO E PANNA Come era prevedibile l'ondata ribassista del "Latte spot" ha investito anche i derivati facendo crollare il "Burro" di 10 centesimi per tutte le tipologie contrattate alla borsa milanese con percentuali di perdita che vanno dal 3,28% al 5,26%. Stessa sorte, ma con minore intensità, è toccata alle creme e panne a uso alimentare. Alla borsa milanese la perdita del 2,41% ha fatto tornare il prezzo della crema di latte a uso alimentare a 1,62€/kg annullando le due risalite registrate negli ultimi due mesi. Altrettanto dicasi per la panna di centrifuga a uso alimentare contrattata a Verona che con una perdita del 2,99% riconsegna il prezzo al valore del 27 ottobre scorso (1,60 - 1,65€/kg).

GRANA PADANO Nessuna variazione registrata per il Grana Padano quotato a Mantova. Confermati i listini precedenti sia per il 10 e sia per il 14-16 mesi di stagionatura: 6,35-6,60€/kg. e 7,05 - 7,30€/kg. Altrettanto vale per la più importante borsa milanese la cui ultima variazione negativa fu registrata lo scorso 27 ottobre. Nello specifico i rilevamenti settimanali hanno registrato la forbice compresa tra 6,35 e 6,45€/kg relativamente al 9 mesi di stagionatura e tra 7,00 e 7,65€/kg. per quanto riguarda il prodotto di 15 mesi d'invecchiamento.

PARMIGIANO REGGIANO Quarta settimana di "tranquillità" per il Parmigiano Reggiano e nessuna variazione registrata alla Borsa di riferimento comprensoriale di Parma. 7,25 - 7,65€/kg. e 8,65 - 9,0€/kg i prezzi del 12 e del 24 mesi rispettivamente registrati a Parma. A Milano, nella settimana in corso, sono stati confermati i listini della precedente ottava sia per il 12 sia per il 24 mesi di stagionatura.

Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 13 - n° 50 14 dicembre 14

SOMMARIO

1.1 editoriale Rating sotto le suole e svendite in corso
2.1 cibo e intolleranza Nuova norma per l'etichettatura nei ristoranti
4.1 Lattiero caseario Lattiero caseario. All'insegna della stabilità
5.1 consumi Natale, acquisti nei mercatini.
5.2 Eataly hamburgheria L'hamburgheria di eataly incontra la Granda a Parma
6.1 distribuzione moderna Nasce CODIM - Consorzio Distribuzione Moderna
6.2 export Vino, il carignano del Sulcis negli USA al fianco di AIE
7.1 olio di oliva Olio di Oliva, sempre più in alto.
7.2 sisma Sisma imprese agricole. Al 28 febbraio il termine per i contributi
7.3 latte e marketing Il latte, nuova frontiera per Coca-Cola
8.1 cereali Barilla compra italiano.

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Dal 13 dicembre in vigore le nuove norme per i ristoratori.

di Virgilio Parma 11 dicembre 2014 -

Sono all'incirca 2,5 milioni gli italiani che soffrono, in modo più o meno grave, di intolleranza alimentare. Anche il nostro Paese si sta adeguando alle normative comunitarie che garantiscono i diritti di questa speciale categoria, in costante crescita, e per la quale alcuni ingredienti potrebbero rivelarsi "velenosi".
La nuova direttiva europea che obbliga i ristoratori a dichiarare gli ingredienti contenuti nei piatti, ha prodotto un ampio dibattito e qualche preoccupazione, a volte ingiustificata, tra gli addetti ai lavori.
Fatto sta che dal prossimo 13 dicembre entra in vigore il nuovo regolamento sull'etichettatura dei prodotti alimentari.

Sarà quindi operativo anche in Italia il Regolamento (UE) n 1169/2011 relativo alla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori che si pone l'obiettivo di salvaguardare la salute ed il benessere dei consumatori tramite la esposizione obbligatoria delle informazioni sugli alimenti.
"In seguito all'introduzione della normativa tutti i produttori alimentari - informa Ristoranet - (quindi chi possiede un bar, un ristorante, una pasticceria un servizio di catering..) dovranno rivedere e ristampare tutte le informazioni sui prodotti alimentari entro la fine del 2014 includendone altre finora non obbligatorie. Le informazioni inoltre dovranno essere ben leggibili e quindi inserite in posti in cui attirano l'attenzione ed essere scritte con caratteri tipografici non inferiori a 1,2 mm.
Le novità non riguardano solo le etichette dei prodotti da supermercato, ma anche gli stessi prodotti presenti nei menù. Ciascun piatto dovrà quindi essere correlato di una meticolosa descrizione degli ingredienti e della presenza di nutrienti fonte di allergie come latte, glutine, uova, arachidi, semi di sesamo, soia, frutta a guscio, sedano, senape, anidride solforosa, lupini, molluschi, pesce e crostacei che rappresentano le allergie più diffuse."

Elenco delle indicazioni obbligatorie
1. Conformemente agli articoli da 10 a 35 e fatte salve le eccezioni previste nel presente capo, sono obbligatorie le seguenti indicazioni:
a) la denominazione dell'alimento;
b) l'elenco degli ingredienti;
c) qualsiasi ingrediente o coadiuvante tecnologico elencato nell'allegato II o derivato da una sostanza o un prodotto elencato in detto allegato che provochi allergie o intolleranze usato nella fabbricazione o nella preparazione di un alimento e ancora presente nel prodotto finito, anche se in forma alterata;
d) la quantità di taluni ingredienti o categorie di ingredienti;
e) la quantità netta dell'alimento;
f) il termine minimo di conservazione o la data di scadenza;
g) le condizioni particolari di conservazione e/o le condizioni d'impiego;
h) il nome o la ragione sociale e l'indirizzo dell'operatore del settore alimentare di cui all'articolo 8, paragrafo 1;
i) il paese d'origine o il luogo di provenienza ove previsto all'articolo 26;
j) le istruzioni per l'uso, per i casi in cui la loro omissione renderebbe difficile un uso adeguato dell'alimento;
k) per le bevande che contengono più di 1,2 % di alcol in volume, il titolo alcolometrico volumico effettivo;
l) una dichiarazione nutrizionale.
2. Le indicazioni di cui al paragrafo 1 sono espresse mediante parole e numeri. Fatto salvo l'articolo 35, esse possono in aggiunta essere espresse attraverso pittogrammi o simboli.
3. Se la Commissione adotta atti delegati e di esecuzione di cui al presente articolo, segnatamente quelli di cui al paragrafo 1, esse possono essere in alternativa espresse attraverso pittogrammi o simboli invece che parole e numeri.
Al fine di assicurare che il consumatore benefici di mezzi di presentazione delle informazioni obbligatorie sui prodotti alimentari diversi da parole e numeri, e purché sia assicurato lo stesso livello di informazione garantito da parole e numeri, tenendo conto della prova di una comprensione uniforme da parte dei consumatori, la Commissione può stabilire, mediante atti delegati a norma dell'articolo 51, i criteri cui è subordinata l'espressione di uno o più determinati dati specifici attraverso pittogrammi o simboli invece che parole o numeri.
4. Per assicurare l'attuazione uniforme del paragrafo 3 del presente articolo, la Commissione può adottare atti di esecuzione sulle modalità di applicazione dei criteri definiti a norma del paragrafo 3 per esprimere uno o più determinati dati specifici attraverso pittogrammi e simboli invece che parole o numeri. Tali atti di esecuzione sono adottati secondo la procedura d'esame di cui all'articolo 48, paragrafo 2.

(In allegato la normativa completa)

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